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kirk

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
Uscito nel 1999, questo lungometraggio si dovrebbe trovare nell’universo di “Street Fighter” fra il primo videogame e il secondo, fra la sconfitta di Sagat e la comparsa di Bison.

L’unico personaggio che risalta in questa serie è Ryu, il quale sta combattendo con sé stesso per non essere dominato come Gouken dall’hadou oscuro. Altri personaggi che compaiono parecchio sono Ken, Chun Li e Shun, presunto fratello di Ryu, ma nessuno di questi è granché caratterizzato.
Il punto forte sono i combattimenti, che però non stupiscono; le musiche sono adatte, ma non hanno quello sprint in più per colpirti. Le voci mi sono piaciute, mi riferisco alle voci giapponesi, visto che il film si può trovare su Internet solo sottotitolato e non doppiato.

Di “Street Fighter” ho letto e visto parecchie riproposizioni, e questo film animato non è quello peggio venuto: non vorrei sembrare troppo severo, ma, anche se in effetti non è nulla di speciale, neanche nella trama non è un fallimento, perché nonostante tutte queste debolezze ti intrattiene per un’ora e mezza. Non è noioso, per intenderci, e questo e la prima cosa a cui io do valore.
In fondo, per essere stato animato da uno studio di animazione minore (Plum), con un character designer più bravo con i personaggi shojo (Yoshihiko Umakoshi, lo stesso di “Marmellade Boy” e “Hanayori Dango”) e con un regista (Shigeyasu Yamauchi) colpevole di aver diretto e supervisionato pochi anni prima alcuni dei peggiori film di “Dragon Ball”, è andata fin troppo bene.


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Kotaro

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
Grossi guai per Ryu, il nostro baldo marzialista dal kimono bianco protagonista della saga Street Fighter. In questo lungometraggio, difatti, diverse Spade di Damocle gravano sulla sua testa, a cominciare da un torneo di arti marziali per finire con il mistero dell'Hadou oscuro, una forza che giace dentro di lui e che deve imparare a dominare per evitare di diventare una bestia come il suo nemico Akuma, passando per uno scienziato pazzo che vuole ottenere il potere dell'Hadou oscuro per scopi malvagi e per Shun, misterioso e pericoloso ragazzino che dal nulla bussa alla sua porta dichiarandosi fratello del ragazzo (gli autori saranno stati folgorati dalla visione della quinta serie di Buffy l'ammazzavampiri?).

Questi gli elementi dell'adattamento a cartoni animati di Street Fighter Alpha. Il lungometraggio prende in esame i primi due episodi della saga, ignorandone tuttavia quasi del tutto le trame originarie per concentrarsi su personaggi inventati appositamente per questa trasposizione, come il piccolo Shun e il malvagio dottor Sadler. Da un lato, questo può essere interessante, in quanto rende la storia del lungometraggio più originale rispetto alla classica lotta contro Bison, che è già stata raccontata in svariate diverse salse negli altri adattamenti animati o fumettistici della saga. Dall'altro, la mancanza del Cattivo con la C maiuscola simbolo della saga pone questo film al livello di una fanfiction, che chiunque, e non necessariamente gli autori originali dell'opera, avrebbe potuto scrivere (e l'assenza di Bison snatura anche il personaggio della chiromante Rose, che a lui è legata e che invece fa una gran magra figura in questa versione).
In fondo, questo Street Fighter Alpha è sì Street Fighter Alpha, ma in un certo senso lo è solo sulla carta. Ci sono i personaggi, è vero, e questi sono anche ritratti in maniera piuttosto simile agli artwork originali. C'è quella grafica accesa, colorata, da cartone animato giapponese degli anni '90, con uniformi alla marinaretta e personaggi dai capelli rossi e viola, un po' alla Sailor Moon, che era stata la fortuna e l'innovazione della serie Alpha. Una cosa, però, manca. E, purtroppo per noi, era la cosa essenziale.

<i>Warriors' dreams</i>. I sogni dei guerrieri. Questo il sottotitolo del primo episodio della saga Street Fighter Alpha, uscito nel lontano 1995. Cosa significasse quel sottotitolo è facilmente comprensibile da chiunque si avvicini al gioco, soprattutto nei successivi secondo e terzo episodio della saga. Street Fighter Alpha è un gioco che ha in sé una numerosissima moltitudine di personaggi, provenienti da diverse parti del mondo, ognuno con una sua storia, una sua individualità, un suo sogno e un indubbio carisma. Cosa rimane di questi sogni, nel lungometraggio di Street Fighter Alpha? Ahinoi, nulla. L'unico personaggio di spicco del film risulta essere Ryu, nonostante la sua storia sia qui falsata rispetto al gioco, e tranne Ken, Sakura e Chun Li che hanno un minimo di spazio in più, tutti gli altri si devono accontentare di una comparsata spesso fugace e risicata, che non rende di certo giustizia alle loro storie e ai loro trascorsi.
Sulla carta, dunque, questo è Street Fighter Alpha, ma uno Street Fighter Alpha che non spazi fra i volti, le nazionalità, gli stili di combattimento e che parli unicamente di Ryu e dei suoi problemi relativi ad un seccante ragazzino che non s'era mai visto prima non è più lui. I vecchi personaggi non vengono approfonditi a sufficienza e i nuovi sono piuttosto scialbi: Shun susciterà subitaneamente l'astio di qualsiasi spettatore, mentre il cattivo della storia compare per poco tempo e non ha alcun carisma.

A salvare più o meno la baracca, i combattimenti, che risultano più o meno apprezzabili, soprattutto quello con Zangief che si rivela essere quasi più lungo di quello col boss, e il comparto tecnico.
I disegni, ad onor del vero, non sono bellissimi. Molti personaggi sono sgraziati, i sopracciglioni di Ken sono inguardabili e Chun Li non ha il benché minimo fascino femminile (si ripensi alla superba incarnazione del personaggio nella precedente serie Street Fighter II V e ci si addolori), ma di contro altri personaggi come Zangief o Akuma sono splendidamente realizzati, le scenette comiche con smorfie e goccioloni tipiche dell'animazione anni '90 non disturbano e in generale la grafica accesa e vivace del lungometraggio risulta piacevole. La colonna sonora non è nulla di particolare, mentre il doppiaggio è ben curato, con nomi piuttosto noti come Ai Orikasa, Hidenari Ugaki, Wataru Takagi, Ryuzaburo Otomo, Yumi Touma, Bin Shimada e Tomomichi Nishimura, anche se non tutti riescono a fare una buona performance a causa del ristretto spazio in cui compaiono i loro personaggi.

Tirando le somme, questo lungometraggio non si può dire propriamente ben riuscito. Non si è colto lo spirito del videogioco, molti personaggi sono trattati sin troppo superficialmente, si è inventata una vicenda di poco interesse piuttosto che attenersi alla trama originale e il tutto manca di mordente. I più irriducibili fans di Street Fighter gli possono dare un'occhiata per dovere di cronaca e magari lo apprezzeranno anche, a patto che il loro personaggio preferito sia Ryu e solo Ryu. Uno spettatore che non conosce il gioco troverà il film di poco interesse, mentre se lo conoscete ma il vostro personaggio preferito non è Ryu potreste ritrovarvi abbastanza contrariati dalla visione.


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GianniGreed

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
Street Fighter Alpha – The Animation è un film basato sulla popolare serie di videogame Street Fighter, nello specifico sulla serie Alpha (Zero in Giappone). La storia del film è originale, ed è ambientata dopo la fine del primo videogame, perché viene detto più volte che Ryu ha sconfitto Sagat (boss finale del primo videogame), ma presumibilmente prima di Street Fighter II. A parte Ryu, Ken, e Gouki i personaggi s’incontrano per la prima volta.

Ryu cerca di tenere a freno l’energia dell’Hado Oscuro, Ken torna in Giappone per partecipare a un torneo di combattimento, e compare anche un bambino di nome Shun che dice di essere il fratellino di Ryu, che lo incita a partecipare, ma Ryu decide di non combattere. Nel corso del torneo Shun manifesterà i poteri dell’Hado Oscuro, e verrà rapito. Infatti il torneo era organizzato da uno scienziato di nome Sadler, che vuole impadronirsi dell’energia dell’Hado Oscuro. Ryu metterà da parte i suoi dubbi e combatterà per salvare il fratello.

La trama è abbastanza semplice e non approfondisce nulla del mondo di Street Fighter; il personaggio caratterizato più profondamente è Ryu, ma viene detto poco anche su di lui. Gli altri personaggi, esclusi Ken e Chun-Li, si limitano a fare delle comparsate nel corso del torneo, alcuni non parlano neanche, tipo Guy. I combattimenti, punto focale in un anime del genere, sono insufficienti. Si limitano a pochi scambi di colpi tra i due avversari, ma nulla più. Il chara design è abbastanza buono, simile a quello degli artwork del videogame a cui fa riferimento. La colonna sonora non è niente di memorabile. Nel doppiaggio Giapponese non vengono pronunciati i nomi dei colpi speciali, tranne una volta in cui Ken usa lo Shoryuken.

Creare una storia da un videogame di combattimento è difficile, questo film riesce a metà nel suo intento. I fan del videogame possono trovarlo gradevole, ma per tutti gli altri c’è di meglio in giro.