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Rygar

Episodi visti: 14/13 --- Voto 5
Riponevo molte speranze per una serie come questa, l'incipit della trama e gli sviluppi fino a metà episodio erano molto avvincenti. Kannagi si proponeva essere una grande serie, a mio avviso però non è riuscita a centrare l'obiettivo.

Kannagi è una serie d'animazione della stagione autunnale 2008 (proseguita fino alla stagione primaverile 2009) composta da 14 episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonimo manga del 2006, il quale ha dato origine ad una light novel del 2008.

Trama: Jin Mikuriya è uno studente che frequenta il club d'arte e decide di realizzare una scultura in legno rappresentante una fanciulla. Come materiale egli utilizza il legno di un albero sacro appartenente ad un tempio scintoista. Una volta realizzata la statua, quest'ultima prende "vita" e si manifesta agli occhi di Jin come la dea Nagi. Dal momento che l'albero sacro è stato abbattuto, Nagi "ingaggia" Jin per aiutarla a purificare le varie "impurità" (ossia piccole creature sovrannaturali nocive per gli uomini). Ha così inizio l'avventura d'esorcismo che coinvolgerà Jin e la sua squadra di esorcisti.

Grafica: apprezzabile anche tenendo conto del periodo (2008) in cui è stata realizzata la serie. Le ambientazioni sono discretamente realizzate, con una cura dei dettagli accettabile. Le animazioni sono fluide e semplici. Character design non entusiasmante ma piuttosto fedele al manga.

Sonoro: probabilmente la componente migliore di tutta la serie. L'opening è piuttosto piacevole musicalmente, lo stesso si può dire dell'ending. Gli OST non sono il massimo ma si lasciano ascoltare senza problemi, gli effetti sonori sono nella media. Doppiaggio apprezzabile.

Personaggi: non del tutto malvagi. La caratterizzazione di ciascun personaggio è piuttosto buona, con un discreto fattore introspettivo e con una buona interazione di gruppo, non è possibile parlare di evoluzione dei personaggi, poiché non solo cambiano poco, ma tendono a peggiorare verso la fine.

Sceneggiatura: migliorabile su più punti. La gestione temporale è discretamente fruibile nonostante la presenza di diversi flashback. Il ritmo è sul medio/lento, non accade molto e quel poco che accade è spesso incoerente. Ogni tanto vi è qualche sprazzo d'azione, seppure non risulti determinante ai fini della trama. È presente un discreto quantitativo di fanservice. I dialoghi erano inizialmente interessanti.

Finale: che gran delusione! La trama non ha più alcuna consistenza, tutto è degenerato in un sentimentalismo gratuito e forzato, in cui gli stessi personaggi risultano snaturati rispetto a com'erano in origine. Tra l'altro l'opera non si conclude, lasciando uno sgradevole senso d'incompiuto.

In sintesi: Kannagi poteva essere un gran bell'anime, se non si fosse optato per convertirlo in una sottospecie di harem comedy forzatissima, priva di un finale decente (lo stesso OAV non conclude e non risolve alcunché), aggiungendo del sentimentalismo in maniera del tutto incoerente ed inappropriata. Consigliato unicamente a coloro che desiderano una storia sentimentale incompiuta con alcune spasimanti improvvisate.


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klunk

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Il giovane studente Jin crea, da un pezzo di albero sacro, una scultura raffigurante una ragazza, ma in men che non si dica da questa si materializza Nagi, una giovane che si definisce una dea, e che di sua iniziativa si stabilirà in casa di Jin, costringendolo così in un primo momento a nasconderla al mondo e poi successivamente, a farla passare per la sorella.
Nagi si rivelerà essere in possesso del potere di eliminare le impurità che si manifestano nel mondo sottoforma di insetti neri, ma per poter mantenere questa sua peculiarità ha bisogno di essere venerata, e per questo inizierà a comportarsi come una idol, con tanto di sito internet.
"Kannagi: Crazy Shrine Maidens" è una commedia leggera e divertente, con tanto di triangolo amoroso, e scene sia divertentissime sia tristi (queste un po' fuori luogo), che non ha una vera e propria trama lineare, ma che vive di episodi abbastanza separati tra di loro.
Ben caratterizzati sono i personaggi, dettagliatissimi nei loro caratteri e nelle loro personalità. Tra questi spicca decisamente, inutile dirlo, Nagi, divertente, pasticciona e cocciuta, tanto da chiudersi in un armadio per un intero episodio a causa di un bisticcio con Jin.
I disegni sono decisamente belli, sufficienti le animazioni, che non raggiungono certo limiti elevati ma che rendono giustizia all'anime donandogli un degno comparto grafico.
Interessanti sono le musiche, soprattutto l'opening, molto carina e orecchiabile, ma anche l'ending e il resto della colonna sonora non sono affatto da buttare.
"Kannagi: Crazy Shrine Maidens" è una piacevole commedia da non perdere, ben fatta, con un'idea nuova e divertente, che forse come unica pecca ha il finale, dal quale mi sarei aspettato di più.


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HaL9000

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Potrei definire "Kannagi" una "serie otaku, per gli otaku". E' presente una molteplicità di cliché legati al mondo dei manga-anime, e questo sia per le caratteristiche dei personaggi sia per le situazioni. Numerosi indizi, alcuni velati, altri più evidenti, rimandano a serie animate o manga del passato più o meno recente: uno di questi indizi/rimandi, clamoroso, è legato a Evangelion, in maniera talmente spudorata da farmi fare un sorriso, e un altro a "Lucky Star".
Giusto per non farsi mancare niente, gli autori hanno ben pensato di creare un personaggio ad hoc che incarna proprio le caratteristiche del mondo otaku, e che ci spiega, se mai ce ne fosse bisogno, caratteristiche e filosofie del mondo "otakese".

In sole 13 puntate abbiamo: il maid caffè, l'harem, il fenomeno delle idol, l'ambientazione scolastica (ovvio), elementi di majokko (maghette), equivoci a sfondo sessuale, personaggi stereotipati all'inverosimile - come già detto, l'otaku, poi la maniaca Yuri, per non parlare di Nagi, personaggio divertente e riuscito, eccetera eccetera -, il gruppo artistico (vedi "Honey&Clover"), un pizzico di soprannaturale e una buona dose di fanservice, et voilà, il pranzo è servito! Sicuramente mi sono dimenticato qualche altro particolare.

Eppure, volete la verità? A me questo guazzabuglio che si chiama "Kannagi" è piaciuto. Mi è piaciuto perché l'ho trovato divertente e, nel suo genere, ben fatto.
In fin dei conti, volevo vedere qualcosa di leggero e divertente, e così è stato; ed è per questo motivo che, pur non essendo il mio genere, gli do un voto alto. Il finale, chiaramente, lascia intendere una seconda serie.


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yukionna

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Kannagi è un anime tratto dal manga di Eri Takenashi riguardante le avventure del giovane Jin che vede materializzarsi dalla statua da lui costruita, ricavata da un tronco d'albero sacro, una splendida ragazza che affermerà di essere un "kami" (divinità giapponese).
A primo impatto la trama può sembrare scontata, banale; in realtà dietro le gaffes condite con un pizzico di ecchi si cela una realtà psicologica attuale, oltre che interessante.
Mitologia e tradizioni nipponiche si amalgamano con cultura otaku e industriale, presente nel Giappone odierno.
La trama comunque non è molto avvincente (forse solo un po' alla fine), con eccessività di fanservice. Voto: 9, il tema dell'esistenza è centrato alla grande. Kannagi è solo per appassionati di shintoismo, di mitologia e cultura nipponica in generale.


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npepataecozz

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Senza fare troppi preamboli dico subito che Kannagi rappresenta, con tutta evidenza, un clone di opere come Video girl ai e Oh my Dea!. Con la prima opera, infatti, condivide l'originale entrata in scena della protagonista femminile, con la sola differenza che questa non viene fuori da un televisore, ma dai "resti" di un albero sacro; con la seconda, invece, condivide la natura divina attribuita a Nagi e il fatto che, allo stesso modo in cui Belldandy si stabilisce in casa Morisato, anche lei va a vivere sotto lo stesso tetto di Jun.
Il tipo di rapporto che s'instaura fra i due personaggi nei tredici episodi che compongono la serie è abbastanza discutibile: Nagi, per giustificare agli occhi degli altri la sua presenza in casa di Jun decide di spacciarsi per una sua sorella nata da un rapporto extraconiugale del padre di lui, approfittando anche del fatto che il genitore sembra essere praticamente scomparso nel nulla. Successivamente l'amore di Jun viene conteso a turno da una sua amica d'infanzia e dall'avvenente sorella di Nagi, che si definisce a sua volta una divinità, ma la cosa non sembra rappresentare un grosso problema per la dea che non dà mai grossi segnali di gelosia, ma che anzi si limita a osservare passivamente quello che succede. Gli ultimi tre episodi, infine, sembrano essere un preludio a una relazione fra i due.
In tutto questo non posso fare a meno di vedere un grosso controsenso. Si potrà correttamente ribattere che i due si accorgono solo con il tempo dei sentimenti che li accomunano; ma se questo è vero mi sarei aspettato la presenza di qualche segnale in proposito anche prima che, con qualche timidissima eccezione, in realtà non c'è.

La cosa che più sbalordisce in negativo, infine, è l'assoluta assenza di una trama: la natura e i compiti delle due dee che troviamo in Kannagi sono tutt'altro che chiari; tutti i personaggi sembrano muoversi un po' a casaccio senza un vero filo conduttore che ne diriga le gesta. Come sospetto spesso certe domande non trovano risposte perché in realtà non le conosce nemmeno l'autore.
Nonostante tutti questi elementi negativi, però, Kannagi riesce comunque a farsi guardare e amare. Il merito va assegnato innanzitutto a una caratterizzazione dei protagonisti molto ben riuscita: pur senza strafare, questi si fanno apprezzare per la loro semplicità oltre che per una naturale simpatia. In più, anche in assenza di una vera trama, Kannagi propone nei singoli episodi diverse situazioni che ho trovato abbastanza originali: mi è piaciuto molto, ad esempio, l'episodio in cui Nagi rimane tutto il tempo chiusa in un armadio.
Infine, pur trattandosi di un harem (anche se mio avviso è appena accennato) l'anime non è mai volgare e di questi tempi non è poco.
In conclusione Kannagi è un anime che riesce a ottenere una valutazione positiva, anche se molto striminzita: troppe contraddizioni, troppa confusione, troppa improvvisazione hanno senz'altro limitato il suo discreto potenziale. Consigliatissimo, dunque, a chi non ha voglia di rispondere a troppe domande.


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Uccello Gira-Viti

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Jun, giovane frequentatore del club di belle arti della sua scuola, di certo non si aspettava che, dopo avere scolpito l'immagine di una dea in un tronco, quest'ultimo (che in realtà era un tronco sacro) si sarebbe trasformato davvero in una ragazza che sosteneva, appunto, di essere un dio.
Nagi, questo il suo nome, ci si presenta con un carattere che di certo non è quello di un essere divino, per quanto le divinità in Giappone siano molte e molto assortite. Vispa, casinista e con una piccola punta di egocentrismo, oltre alla curiosità che può avere un essere che si trova per la prima volta in un mondo moderno come non l'aveva mai visto, Nagi si piazzerà nella casa (ovviamente priva di genitori) di Jun a tempo pieno, divenendo la sua invadente coinquilina. All'inizio la dea sostiene di dovere assolutamente distruggere le "impurità" che, scappate dall'albero sacro che le conteneva, rischierebbero di corrompere il mondo, nello specifico la città che lei, in quanto dea, dovrebbe proteggere.

Questa parte di trama va pian piano sfumando lasciando il posto a un'allegra commedia scolastica con tratti di triangolo amoroso che, farcita da personaggi divertenti, come i compagni di Club di Jun. Tra essi possiamo osservare un fantastico esemplare di otaku aspirante mangaka, una pervertita tipo, presidentessa calma che però ha sempre un lato nascosto, e un omone brutto e cattivo che in realtà ha il cuore tenero e un grande talento per l'arte.
La serie procede con calma, senza un punto fisso, per poi inserire un'altra "divinità" che potrebbe essere considerata sorella di Nagi e che ha preso il possesso della figlia del professore di religione della scuola che frequenta Jun, e ormai anche Nagi.
La nostra dea e Zange, questo il nome della sorella, cominciano ad assumere un ruolo quasi di "idol" spinte anche dal fatto che per avere il potere di distruggere le impurità (anche se quest'ultime praticamente scompaiono dalla serie) hanno bisogno di essere venerate.

La serie procede presentando spicchi di vita quotidiana (per quanto può essere quotidiano vivere con una dea) fino a diventare più seria verso i tre episodi finali, dove la stessa Nagi viene messa in dubbio, poiché il padre di Zange ha ipotizzato che potesse essere non una dea bensì un semplice spirito che crede di esserlo. La serie, finendo con un clima allegro, che aveva perso negli episodi precedenti, lascia un po' in sospeso la storia, senza però troncarla di netto.
Di certo Kannagi è una serie divertente: ho riso spesso, per esempio quando è stata ipotizzata una "relazione" tra il piccolo Jun e il suo enorme compagno di Club, fatto che ha creato non poche scene divertenti.
I personaggi sono ben caratterizzati, anche se non molto approfonditi, e le buone animazioni, unite a delle musiche discrete e a un character design che mi è piaciuto molto, rendono la serie molto ben fatta anche a livello tecnico.
Peccato che nemmeno la trama sappia dove vuole andare, fornendo una storia piacevole, ma leggermente inconcludente.
Kannagi è un anime allegro, arricchito per di più da una comparsa delle protagoniste di Lucky Star al Karaoke, e che consiglio a tutti gli amanti di queste serie leggere e divertenti.


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Eren

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
Kannagi è secondo me l'esempio perfetto di un anime con molte potenzialità sprecate.
L'animazione la trovo perfetta, i personaggi hanno caratteri interessanti e promettenti, la storia non è particolarmente originale ma egualmente carina, però il tutto è penalizzato da una trama mal trattata e lasciata in sospeso.

Un ragazzo si ritrova a vivere con una dea, o almeno così dichiaratasi, che prende vita da una scultura realizzata dal ragazzo intagliando il tronco di un albero sacro. Lo scopo della dea è, ovviamente, sconfiggere il male che si sta diffondendo in forma di strane creature maligne nel mondo e in particolare nella città dove vive il ragazzo, per motivi sconosciuti.
Per evitare troppe domande il ragazzo, Jin, dice a tutti che la ragazza, Nagi, è sua sorella. Ma ciò non fa altro che creare ulteriori malintesi, che aumentano esponenzialmente con l'arrivo di altri personaggi, in particolare di un'altra ragazza magica, Zange, che si presenta come antagonista a Nagi, sopratutto dal punto di vista fisico, cercando di conquistare subdolamente Jin.

Dalla seconda puntata in poi il focus dell'anime è solo e soltanto il fanservice, condito da un umorismo di bassa classe. La storia si perde in puntate filler piene di personaggi promettenti, ma non approfonditi, fino a perdersi in un finale quasi tragico, tra crisi esistenziali e misteri irrisolti.
Lo consiglio comunque per l'animazione e per i personaggi, che rimangono comunque interessanti.
Spero vivamente in una seconda serie che sveli un po' di misteri e sciolga dubbi, magari con un briciolo di coerenza in più.


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Zaburay

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Quest'anime mi ha lasciato piacevolmente colpito, è rilassante e molto gradevole da guardare. La storia è incentrata su Nagi, una dea, e Jin, un ragazzo che nel tentativo di realizzare una scultura in legno - legno ricavato da un albero sacro - risveglia nella scultura questa dea. Nagi si trasferisce a casa di Jin e da lì, tra vari personaggi e varie situazioni che non intendo spoilerare ,si creano 13 puntate davvero carine, ed esiste anche un OAV. Il doppiaggio di Nagi mi è piaciuto tantissimo, la doppiatrice trasmette una simpatia fuori dal comune.
Comunque l'ho consiglio vivamente a tutti.

andrea

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andrea

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
La storia narra di un ragazzo piuttosto timido e impacciato, apparentemente incapace in tutto, che si trova alle prese con una dea, incarnatasi nella statua da lui intagliata nel legno di un albero sacro. Apparentemente l'anime può sembrare banale e sempliciotto per la trama non molto originale, ma andando avanti con le puntate si può osservare la perdita dell'iniziale carattere "mistico", in favore di quello "comico", la qual cosa rende la visione leggera e piacevole.
Verso le ultime puntate la trama torna ad essere più "pesante", aumentando la suspense, anche se c'è da dire che il finale non è un finale, poiché molto probabilmente ci sarà una seconda serie.

I disegni sono ottimi e curati nei dettagli, i personaggi sono tutti ben delineati da una personalità caratteristica e le voci sono adeguate ai rispettivi personaggi. Invece la OST, l'opening e l'ending sono mediocri.
Per concludere, Kannagi è un anime leggero che si può godere senza troppi pensieri.


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merlo50

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Serie molto carina, che mescola sentimento e umorismo, e anche, nelle ultime puntate, inaspettatamente una certa malinconia. E' un peccato che le Thesin siano misteriosamente scomparse quando mancavano due puntate alla fine, puntate che ho dovuto cercarle in francese (che fortunatamente conosco piuttosto bene). La storia si incentra su un ragazzo che, scolpendo un tronco di un albero sacro, si accorge che dalla scultura esce una ragazza che dichiara di essere una dea, ma di non ricordarsi bene del suo passato. Per evitare situazioni imbarazzanti il ragazzo, Jin, fa passare questa ragazza, Nagi, per sua sorella per giustificare il fatto che vivono insieme. La storia continua con tutta una serie di malintesi, situazioni comiche e imbarazzanti anche perché ai due protagonisti se ne aggiungono molti altri, nell'ambito della scuola alla quale presto anche Nagi viene iscritta. Degli altri protagonisti vanno ricordate soprattutto due ragazze: Zange, rivale di Nagi, molto popolare, una vera idol, che anch'essa dichiara di essere una dea, e Tsugumi, amica d'infanzia di Jin, per il quale prova una certa attrazione.
Come ho detto, la storia è prevalentemente comica, ma verso l'undicesimo episodio comincia a prendere una piega più malinconica: Jin, ma anche Nagi e gli altri, si interrogano sulla reale natura di Nagi, e si domandano se sia veramente una dea o solo uno spirito che crede di esserlo. Da qui una crisi di identità di Nagi... e non voglio dire altro per non fare spoiler, comunque dirò solo che tutto si chiarirà nella tredicesima e ultima puntata. Il finale però è abbastanza aperto (con esso si ritorna al lato comico) e potrebbe anche scapparci una seconda serie, cosa che mi auguro con tutto il cuore.


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Mikes

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
La serie ha inizio con un ragazzo, Jun, che ricava da un pezzo di legno di un albero sacro una statua a forma di ragazza, dalla quale prende vita Nagi, lo spirito dell'albero. L'obiettivo di questo spirito è di eliminare le "impurità" nella natura. Ma questo filone sembra ripreso soltanto poche volte. In realtà tutta la serie ruota intorno alle vicende dei due, alle disavventure di Jun e del suo club di arte (con un aspirante mangaka-otaku, una ragazza perversa, un ragazzo che poi verrà scambiato come amante di Jun o.o) Insomma la serie è nel complesso molto divertente, assume soltanto negli ultimi 2-3 episodi un tono serio e malinconico poichè ci si concentra più sulla perdita di identità che ha Nagi dalla sua comparsa e sui "perchè" della sua esistenza. L'animazione mi è sembrata ottima, la sigla iniziale non è male, ma quella finale può non piacere! Apprezzerete tutti i personaggi, dal primo all'ultimo. Serie consigliata a chiunque!

watashi

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watashi

Episodi visti: 11/13 --- Voto 9
Davvero una bella serie che parte in maniera fulminea ma che presenterà anche episodi più meditati e slegati dalla serie.
Personaggi ben caratterizzati, animazioni fluide e disegni ottimi e una bella sigla iniziale molto orecchiabile ne sono i numerosi punti di forza.
Mikurya, il protagonista, è un liceale che fa parte del club di belle arti con scarsi risultati che scolpendo un pezzo di tronco ricava una statua. Peccato che il tronco fosse la parte di un albero sacro e che al suo interno albergasse la dea protettrice della città Nagi che rinasce nella statua scolpita e che si installerà a casa di Mikurya. Non mancheranno triangoli amorosi o supposti tali e personaggi stravaganti, un po' di fanservice e non sense e parecchi richiami al mondo otaku. Da segnalare in una puntata ambientata al karaoke la comparsa delle quattro ragazze di Lucky Star.