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Aphrodia74

Episodi visti: 34/34 --- Voto 10
Anime semplicemente meraviglioso. Da piccola lo guardai molto distrattamente, preferendo i robottoni classici, tant'è che nemmeno mi ricordavo la trama. L'ho riscoperto di recente, incuriosita dalle recensioni positive, e devo dire di esserne stata davvero colpita.
La trama è stata descritta più che ampiamente nella schede e in altre recensioni; vorrei spendere, piuttosto, una parola sul doppiaggio che, secondo il mio parere, non è stato assolutamente di scarso livello: la voce di Marin, ossia Stefano Onofri, gli calza a pennello, così particolare, pacata e dolce, in linea con l'animo tormentato del personaggio. Non mi è piaciuta invece la voce di Marin nel film, ridoppiato da Luca Sandri, a mio parere abbastanza anonima.
La voce di Gattler, cioè Riccardo Garrone, non ha bisogno di presentazioni; ma anche il resto del gruppo non ha lavorato male. La mia unica perplessità riguarda Afrodia, ossia Stefania Giacarelli: avrei preferito una voce più bassa e suadente, stile Cinzia De Carolis.

Oltre a questo, vorrei spezzare una lancia a favore della colonna sonora: io l'ho trovata bellissima. Il pezzo "Marin, Trek of life" è a dir poco splendido , ma in generale ho trovato le musiche molto aderenti a ciò che succedeva nell'anime: ad esempio, nelle scene di battaglia si sentono musiche tristi, ripetitive e angoscianti, (in linea con l'antimilitarismo e l'orrore per la guerra che gli autori volevano trasmettere). Certo, sono per lo più musiche malinconiche, ma perfettamente in linea con il "mood" di Baldios. In anime molto più blasonati, come ad esempio Gundam, non ho trovato musiche così coinvolgenti.

La mia recensione termina qui, con un consiglio a chi non lo ha ancora fatto: guardatevi Baldios, perché lo merita veramente...
Un'ultima considerazione, un po' leggera: ma che bel figliolo era Marin?


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michczacho

Episodi visti: 34/34 --- Voto 7,5
Quando in tenera età i pomeriggi erano fatti di grandi abbuffate di cartoni animati, non ricordo di aver prestato particolare attenzione a "Baldios - il guerriero dello spazio". Certo, ricordo perfettamente la sigla orecchiabile e devo essere incappato anche in qualche sporadico episodio sulle tv locali, ma la storia e i personaggi non mi erano rimasti impressi.
Ripreso ora, quasi 40 anni dopo, devo dire che tutto sommato è una seria animata che ho gradito.

Molto buone le idee di trama, Marin e Afrodia sono i paladini delle due fazioni in lotta, sono i simboli rispettivamente della resistenza terrestre e del nemico invasore. Tuttavia con il passare degli episodi imparano a conoscersi, a rispettarsi e arrivano anche a provare dei sentimenti l'uno per l'altra. Purtroppo, per i noti motivi che hanno portato all'interruzione della serie, non vedremo mai il destino di questo sofferto amore.

Anche gli altri personaggi trovano il loro spazio, con episodi a loro dedicati. Scopriamo quindi le origini di Raita, la difficile infanzia di Oliver e il lignaggio di Jamie, figlia del re Bard. Proprio Jamie arriverà addirittura a dichiarare la propria infatuazione amorosa a Marin, il quale, in tutta risposta, si presenterà all'appuntamento galante con la collega in compagnia di Raita e Oliver.

Ma la puntata che più mi ha sorpreso ha visto come protagonista la Dott.ssa Queenstain che accetta la proposta indecente del giovane David, appena aggregato ai Blue Fixer e già in procinto di lanciarsi in una missione suicida.

Per concludere si può dire che questo anime, si fa decisamente più apprezzare per gli intrecci tra i vari personaggi che per le azioni di un robot impiegato contro nemici per nulla memorabili. I dischi volanti gelatinosi di S-1 a forma di picche, vengono infatti sempre annientati con estrema facilità dal Baldios.


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Daffodill

Episodi visti: 34/34 --- Voto 3
L'anime inizia con un episodio molto coinvolgente, che getta ottime basi e invoglia lo spettatore a proseguire nella visione, ma già dalla seconda puntata le cose cambiano: in peggio.

"Baldios" è un'anime ai confini della fantascienza, nel senso che ogni puntata è veramente assurda. Perfino le normali leggi della fisica si piegano al volere delle necessità di trama del Baldios rendendo il tutto davvero piuttosto ridicolo, tanto che, alle volte, viene da chiedersi se qualcuno lì in mezzo abbia almeno finito le scuole elementari.

Il protagonista non si evolve, ma cambia di punto in bianco nell'arco di poche puntate e se all'inizio poteva anche essere carina l'idea che dovesse farsi accettare (anche se sviluppata davvero male) alla fine si riduce ad essere il protagonista medio di tutti gli anime del genere, senza alcuna caratterizzazione oltre a quella di "maschio alfa del gruppo".

Il maschilismo in questa serie regna sovrano, l'unica ragazza tra i protagonisti ha il ruolo della scema del gruppo, ovviamente innamorata del protagonista, e la cattiva, che dovrebbe essere un personaggio femminile forte e importante, si riduce ad una macchietta a cui viene ricordato senza tregua che una donna non potrà mai fare quello che può fare un uomo (male, visto che in questa serie ogni piano, sia nemico che amico, è ai limiti del ridicolo).

Anche volendo contestualizzare questa serie come una serie robotica anni '70 che vuole essere più psicologica, a conti fatti non è né robotica (il Baldios è un fantasma), né psicologica.
Spero che il film, che contiene il finale, sia migliore della serie che inizia a diventare un po' più interessante, solo intorno alla fine.


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alex di gemini

Episodi visti: 34/34 --- Voto 8
Attenzione, presenza di spoiler

Non ricordo il film, ma ricordo la battuta: "Quanta gente muore e il suo ultimo pensiero é :"nella vita non ho mai avuto un'occasione?"" Direi che é stato questo il destino del "Baldios". Nella sua prima trasmissione é stato affondato dalla concorrenza, venendo trasmesso in contemporanea alla seconda stagione di "Rocky Joe" e di "Lupin". Come era successo alla Yamato la cui prima trasmissione fu un fiasco colossale proprio perché trasmessa allo stesso orario di "Heidi". Ma la Yamato ha avuto una seconda occasione, "Baldios" no, dato che nemmeno il film é riuscito a farlo riprendere. Ma perché é finita così male?

In primis per il suo realismo e la voglia di innovare. Qui il robottone non ha molto carisma ed é pure deboluccio, vince solo perché i robot nemici sono spaventosamente deboli. Ma perché accusarlo di ciò? Dopo quattro anni anche il Voltron avrebbe vinto soffrendo poco e abbattendo le povere navicelle doomblaster a tutta manetta. Non vi é nemmeno la dialettica bene e male, dato che i cattivi sono terrestri e non lo sanno, e comunque obbediscono ad un capo sbagliato. O forse sono ridicolmente superficiali, dato che, come vediamo nell'episodio del capo delle guardie, nessuno si pone il problema che cento milioni possano vivere sulla terra senza compiere alcun genocidio, bisogna invece assolutamente conquistarla, anche a costo di decimare una popolazione intelligente e numericamente di molto superiore. Almeno i gothamiani nel finale di "Blue Noah" si pentivano... La yamato non viaggia forse per cercare il cosmo cleaner? Ma ora che, già nel primo episodio é stato costruito dagli scienziati esso viene distrutto dai militari, poiché devono assolutamente fare la guerra. Per non parlare del fatto che Afrodia non pensi nemmeno a richiedere che la sua assistente non venga ibernata, dato che tutti i civili devono esserlo. La stessa fortezza della scienza non agisce in libertà, ma deve ubbidire alle direttive delle alte sfere, spesso sbagliate o inumane. Per esempio non puoi tenere i tuoi famigliari al sicuro nella base ma lasciarli dove sono e, se muoiono o vivi nella paura che accada non é un problema. Afrodia vive nell'odio ma non capisce che Gattler la sta sfruttando e che, se loro hanno ucciso il padre di Marin perché Marin non avrebbe dovuto uccidere tuo fratello che l'ha assassinato? Per non parlare di Marin che si sente tradito da S1 quando invece erano stati solo i militari comandati da Gattler ad averlo tradito, per cui non si fa problemi e combatte contro tutti.

Altra innovazione é data dalla dottoressa Queenstein, primo esempio di giovane e bella donna che sostituisce il classico professore con i baffi , che ora si limita a comandare la base aprendo così la strada a Ritsuko Akagi, Ises Fressange di Nadesico ecc. Anche il gruppo dei Blue Fixer é diverso dal solito, dato che il grosso Raita si limita a fare la spalla comica e avrà solo l'episodio di little Japan per stare al centro dell'attenzione, mentre invece Oliver avrà un buon ruolo. Jenny, invece, nell'insolito compito di panchinara a vita dato che combatterà poco, avrà anche quello di scaricata a vita, poiché la storia con Marin non porterà mai a nulla, come vediamo nell'episodio del concerto.

Anche il finale monco può piacere o non piacere, ma preferisco parlarne nella recensione del film. Il fulcro della storia sta, in definitiva, non nel robot ma negli eventi dei singoli episodi, nelle persone che incontreremo e nel rapporto con Afrodia; un tentativo di essere originali, decisamente riuscito. Penso che il problema stia qui: il "Baldios" é stato un tentativo di avvicinarsi ai real robot mantenendo la status di robot Naganiano. Un tentativo apprezzato dai fan duri e puri ma non dalla maggioranza, come si evince dallo scarso successo di pubblico generale.
Ma almeno una rivincita l'ha avuta, ovvero di essere attuale e interessante ancora oggi, di non aver fatto la fine di "Zambot 3" che, pur essendo innovativo, ha perso subito la sua originalità, superato dalle serie successive. Io stesso non ho mai potuto dimenticarlo e l'ho rivisto solo oggi, con grande soddisfazione.

Regia nella norma, grafica dell'epoca ma ancora valida buone sigle e musiche. Voto finale, anche in omaggio al buono magari non realizzato bene e alla vita ancora presente dopo tanti anni, otto.


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God87

Episodi visti: 34/34 --- Voto 8
È davvero una gradita riscoperta Baldios, robotico d'annata (classe 1980) di tradizionalissimo impianto Super Robotico, per nulla brillante dal punto di vista tecnico, ma che, pur con questa lettera di presentazione, ha saputo conquistarsi una bella popolarità nel tempo, nonostante l'originale, devastante flop nel periodo di trasmissione originale su Family Gekijou. Il suo destino è quello, sentito troppe volte, dei titoli troppo all'avanguardia per il loro tempo: 39 episodi inizialmente previsti, ma le pessime vendite dei giocattoli e il feroce fiasco di ascolti (uno sconvolgente 1% fisso, nello stesso orario in cui, nel canale Nihon Television, la seconda serie di Lupin III e poi Rocky Joe 2 monopolizzano l'audience con cifre da capogiro) portano alla prematura chiusura della serie a soli 34, di cui gli ultimi due mai trasmessi. Un peccato mortale, perché oltre a difetti oggettivi Baldios ha dalla sua tutto un carico di innovazioni importanti per l'epoca, che superano abbondantemente i minus rendendolo di fatto, soprattutto guardato oggi, una visione appetitosa per gli appassionati del robotico d'autore.

Baldios è la storia di Marin Reigan, abitante di S-1, figlio del geniale scienziato che ha appena inventato una macchina in grado di ripulire il pianeta da tutte le radiazioni che lo stanno lentamente uccidendo. Purtroppo per loro. la fazione militare Aldebaran. comandata dal crudele Zeo Gattler. prende il potere con un colpo di stato e, desiderosa di muovere guerra a qualche pianeta per conquistarlo e renderlo una nuova patria, distrugge l'invenzione. Perso anche il padre, ucciso dai militari, Marin fugge da S-1 con un'astronave e, nel corso degli scontri, finisce in un varco spazio-dimensionale che lo catapulta sulla Terra, nell'anno 2100. Qui deciderà di unirsi all'organizzazione militare dei Blue Fixer, alla guida del potentissimo robottone Baldios, all'indomani dello scoppio del conflitto fra la Terra e Aldebaran. Pur con il classico schema dell'invasore extraterrestre, Baldios surclassa gli stereotipi presentandosi in modo più originale che mai, sfruttando l'abusato incipit come pretesto per avanzare una critica al militarismo e alla politica tra le più forti e memorabili di ogni tempo, molto più del Gundam dell'anno precedente (a cui non deve proprio nulla, non bisogna dimenticarsi del flop del Mobile Suit bianco, non se l'è visto quasi nessuno) e di pari livello espessivo a quell'Ideon, sempre di Tomino, la cui trasmissione inizia esattamente il mese prima.

La consueta "Fortezza delle Scienze", nascosta al mondo, in cui risiedono Baldios e gli eroici Blue Fixer, non è mai stata così dipendente dai diktat del governo: la Federazione Mondiale, retta da politici e burocrati incapaci, fa di tutto per metterla in seria difficoltà, stringendo accordi (puntualmente traditi) con gli invasori, dubitando della caratura del team e della fedeltà di Marin, dando ordini assurdi che avranno drammatiche ripercussioni sul destino della guerra e del pianeta... La serie, ben poco infantile nonostante il target, preme a dimostrare, episodio dopo episodio, come errate decisioni "altolocate", da parte di chi non combatte in prima linea, e la spietatezza dell'esercito siano letteralmente in grado di annientare l'intero pianeta che vorrebbero proteggere/conquistare, tra quotidiane stragi, familiari in pericolo che non possono essere salvati in quanto "bisogna scindere i problemi personali dal lavoro", radiazioni nucleari che rovinano la Terra, gente che muore di fame e attacca le riserve di cibo federali, soldati mandati a morire in battaglia come fossero scarti, milioni di civili di S-1 messi in ibernazione perché occupano troppo spazio nelle astronavi e servono più militari, etc. Baldios propone moniti antimilitaristi, antirazzisti ed ecologici che lasciano il segno, perché le conseguenze di tutti questi errori saranno spaventose ed apocalittiche. Si parla di un'opera immancabilmente troppo moderna per l'originale epoca di trasmissione, così focalizzata sul suo cupo melodramma, nei suoi tragici attori (con tanto di storia d'amore maledetta) da ridurre al minimo sindacale - ed è questo quello che probabilmente non è stato perdonato dagli spettatori - il contorno di azione robotica.

L'eroico Baldios appare pochissimo nel corso della serie, in quasi ogni episodio la sua classica sequenza di "agganciamento" è addirittura più lunga della battaglia vera e propria in cui distrugge con immane facilità i nemici di Aldebaran - tra parentesi, quasi sempre semplici astronavi/carne da macello, raramente bestioni più evoluti. Si parla di circa due/tre minuti a puntata, ma ce ne sono addirittura svariate di esse in cui non fa neppure la sua apparizione. Baldios è il primo titolo robotico in cui viene dato pochissimo spazio al robottone che dà il nome alla serie, come se non contasse quasi niente, e questo è indicativo di come lo staff Ashi Productions pensava a un titolo focalizzato su tutt'altro, in primis su storia e personaggi (e dove la maggior parte dell'azione è riservata alle azioni di infiltrazione dei Blue Fixer nelle basi di Aldebaran). Drammi e melodrammi sono gli unici protagonisti assoluti che tornano a ogni episodio, stupendo sempre più per crudeltà, cattiveria e ingegno (l'avventura contenuta negli ep.20-21, che molto probabilmente deve essere stata vista da un certo Hideo Kojima), fino a giungere all'epice delle famose tre puntate finali, emotivamente fortissime e dotate di un twist spiazzante, impossibili da anticipare ma la cui forza espressiva è stata raramente eguagliata.

Per tutti questi motivi Baldios merita l'immortalità, pur dovendo scontare svariati nei che inficiano il risultato finale impedendogli di assurgere a capolavoro dell'animazione. Il più eclatante dei quali, sicuramente, non può che essere il come la serie crolli su se stessa quando, per risaltare i suoi moniti, fa compiere ai "bersagli" della sua critica azioni di una stupidità senza fine, così fuori dalla realtà (qualsiasi essa sia) da sconfinare nel ridicolo involontario, facendo perdere forza al suo messaggio. Si tratta sicuramente di ingenuità pienamente figlie del loro tempo, ma che risaltano maggiormente contando come Baldios si proponeva all'epoca come estremamente "diverso" dai suoi colleghi Super Robotici, improntando a un forte realismo tutte le sue ambizioni. Trattare politici e militari talvolta come autentici minorati mentali, però, è abbastanza stupido e non depone molto alle sue ambizioni di raccontare una "guerra extraterrestre" come veramente dovrebbe essere combattuta. Fortunatamente si parla solo di circa 3/4 puntate su quest'andazzo, le altre sono pienamente credibili/accettabili. Secondo e ultimo minus, invece, è la sua scarsa confezione: pur potendo fregiarsi di un budget tutto sommato non terribile, la serie Ashi Productions lo sperpera in animazioni dalla qualità spesso dilettantesca/imbarazzante. Gli stessi aggettivi ben si adattano alla piatta direzione del regista Kazuyuki Hirokawa, incapace di rendere spettacolari le sequenze action/robotiche. Di miglior resa gli attraenti disegni di Osamu Kamijo, addirittura anticipatori di certi splendori cromatici di Macross, ma anche loro talvolta impacciati da approssimazioni e sproporzioni varie. Abbastanza terribile invece il mecha design: escluso il bel Baldios, tutti gli altri mecha sono di un anonimato imbarazzante, in particolar modo le atroci, comunissime "navicelle" di Aldebaran dalla forma di girino. I personaggi, infine, pur tragici e complessivamente ben caratterizzati, sono comunque privi di una profondità indimenticabile come ci si potrebbe aspettare, anche se è indubbio che questo potrebbe essere un problema del doppiaggio italiano (obbligato purtroppo).

A prescindere da questo, i vari difetti di Baldios non gli impediscono comunque di ritagliarsi la sua bella fetta di notorietà, dimostrandosi oggi una visione pressoché obbligatoria per gli amanti del robotico d'autore, l'ennesimo titolo avveniristico bocciato dagli ascolti perché troppo moderno ma giustamente riabilitato decenni dopo. Il finale, lasciato purtroppo aperto per colpa delle vicissitudini produttive, troverà definitiva conclusione (e consacrazione) nel lungometraggio che esce l'anno successivo con i soldi di Toei Animation: peccato però che quest'ultimo, pur rivelandosi degno, per arrivare dove arriva sentirà il bisogno di rinnegare alcuni fatti importanti della serie tv, presentandosi come una rielaborazione del segmento di storia che va dall'episodio 18 al 34. Nonostante questo, must see.

Come già accennato, per la visione bisogna rassegnarsi a guardare Baldios con le voci dell'adattamento storico italiano, realizzato nel 1982 da reti private, questo perché la sua unica disponibilità consiste nell'edizione Yamato Video sprovvista - come quasi sempre, del resto - di sottotitoli fedeli. Nonostante le solite frasi inventate dal direttore del doppiaggio, bisogna comunque riconoscere che il doppiaggio italiano è molto meno peggio di altri del periodo: mantiene inalterati quasi tutti i nomi originali di attori, armi e tecnologie (cambiano solo il prof. Takeshi Tsukikage, ribattezzato Jonathan Bannister, e la Federazione Mondiale che diventa Unione Mondiale) e di esso si capisce con un' approssimazione dell'85% il significato delle frasi e del senso della puntata. Certo, rimane il fatto che rappresenta un impedimento alla totale fruizione dell'opera e all'approfondita empatia con gli attori, ma in assenza di meglio (neanche l'ombra di un fansub in lingua inglese) ci si può accontentare (magari impostando la lingua giapponese per potersi godere quantomeno le belle sigle originali - nei dvd sono impostate in automatico quelle italiane).


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kaio1982

Episodi visti: 34/34 --- Voto 9
"Baldios" è un capolavoro assoluto, che a causa del taglio di budget più ingiusto della storia non ha potuto aspirare all'olimpo del mondo dell'animazione giapponese.
Innanzitutto, ci tengo subito a precisare che "Baldios" (al di là delle apparenze) non ha assolutamente nulla a che vedere col mondo dei classici robot anni '70, non soltanto perché lo schema Tokusatsu qui non esiste affatto, ma soprattutto per via di una delle migliori trame fantascientifiche mai viste in nessun altro anime. Di fronte alla straordinaria trama di quest'anime, nemmeno altri colossi come: "Gundam", "Macross", "Mobile Suit Z Gundam" e "Nadia" (Gainax) reggono il confronto, mentre i tanto osannati "Neon Genesis Evangelion" e "Cowboy Bebop", non si possono nemmeno accostare alla trama di "Baldios".

Trama: Il pianeta S-1 è ormai rovinato dalle radiazioni nucleari e il tiranno Gattler individua un meraviglioso pianeta azzurro dove poter trasferire l'intero popolo di Aldebaran, la Terra. Questa decisione farà scoppiare una devastante guerra contro i terrestri, che non ha nulla a che fare con le invasioni aliene tradizionali perché "Baldios" ha il cuore da Space Opera raffinata. Gli episodi infatti trattano svariati argomenti reali e realistici come: Fisica quantistica, terrorismo nucleare, deterioramento del pianeta, fame e disastri (possibili in futuro) su scala planetaria, da lasciare letteralmente senza fiato. Se a questi temi ci aggiungiamo dei personaggi estremamente umani e credibili come: Marin Raigan, Rosa Aphrodia, Teo Gattler, Era Queenshutain, Tsukikage Takeshi, (il comandante) Jack Oliver, Jamie Oshino ed Hokuto Raita; l'anime diventa un capolavoro. Infatti tutti i numerosi personaggi principali sono alle prese sia con la guerra, che con i loro drammi personali, drammi sempre approfonditi ed estremamente palpabili.
La sceneggiatura invece risente pesantemente del basso budget e molto spesso capita di assistere a scene di una noia mortale, con un effettiva mancanza di varietà degli attacchi nemici (che usano sempre le solite navicelle tutte uguali) e in alcuni rari casi, a dialoghi caratterizzati da uno stile davvero antiquato.
La regia è invece ottima, ma assolutamente discontinua, capita così di ritrovarsi episodi che sembrano film (circa 10), altri buoni (19) e 6 decisamente noiosi ed obsoleti. Nonostante questi difetti l'anime non contiene nemmeno un filler e, grazie alla trama eccelsa ed al valore dei personaggi, "Baldios" riesce (specialmente negli ultimi 6 apocalittici episodi) a coinvolgere e far riflettere come pochi anime sanno fare.
Dal punto di vista strettamente tecnico "Baldios" è caratterizzato da alti e bassi. Il character design presenta personaggi realistici, dalle proporzioni fisiche perfette ed una definizione dei visi semplice, ma pulita. I capelli (a differenza dei mecha precedenti) hanno i primi pionieristici riflessi a 2 sfumature, mentre le divise (soprattutto quelle di Aldebaran) godono di un dettaglio e di una buona definizione, anche grazie ad un innovativo (per il periodo) uso di contrasti e colori. Il mecha design è davvero antiquato e non presenta spunti interessanti neanche per il periodo. Le astronavi ammiraglie di Aldebaran hanno un buon design e un dettaglio discreto, mentre tutte le altre sono davvero trascurabili. I fondali come definizione sono indietro di almeno 3 anni rispetto alla media del 1980, ma compensati da un un numero di riflessi e colori discreto. Le animazioni spesso sono riciclate (quelle delle navicelle di Aldebaran danno letteralmente sui nervi) e l'unica davvero convincente è quella del Baldios durante l'assemblaggio. Il sonoro non è niente di speciale e il doppiaggio italiano è composto da doppiatori professionisti e dilettanti, quindi andrebbe assolutamente rifatto. Eppure nonostante i pesanti problemi di natura tecnica, "Baldios" ci racconta una storia drammatica, oscura e realistica, che non ci abbandona mai e migliora fino al meraviglioso finale. Quest'anime con un budget adeguato, avrebbe goduto sicuramente di un riscontro degno della sua meravigliosa trama.
Consigliatissimo a tutti i veri appassionati di anime di fantascienza perché lo adoreranno, mentre chi è in cerca delle solite sciocchezze a base di fanservice, loli e moe ne stia alla larga perché non ci capirebbe nulla, dal momento che "Baldios" non concede nulla a chi non usa la materia grigia.

AkiraSakura

Episodi visti: 34/34 --- Voto 10
Cosa dire di "Baldios"? Che è semplicemente splendido, cos'altro aggiungere? Anime dichiaratamente antimilitarista, il capolavoro di Akiyoshi Sekai rappresenta una tappa fondamentale per il genere del robotico d'autore. Si tratta di un anime venuto alla luce in un periodo molto creativo per l'animazione giapponese, in cui gli autori facevano molteplici tentativi di differenziazione dal robotico tradizionale: con "Combattler V" si iniziò a caratterizzare i personaggi e gli antagonisti in modo più complesso rispetto agli standard nagaiani; nel frattempo era in corso una certa ricerca del realismo, che, prima di culminare in "Gundam", avvenne attraverso l'inserimento nel plot di alcuni robotici di scenari di guerra "verosimili", campi profughi et similia ("Zambot 3", "Danguard Ace", "General Daimos"); oppure, come nel caso di "Baldios" e "Ideon", con contaminazioni colte degne della letteratura hard sci-fi di ampio respiro. Nel contesto del suddetto periodo di transizione tra robotico nagaiano e real robot, che va dal 1977 incluso al 1981 incluso (la data di uscita dei tre epocali film riassuntivi di "Gundam"), "Baldios" si afferma come opera assai matura, potente e avanti per la sua epoca. Ci regala atmosfere malinconiche, a tratti crudo realismo, cattivi che poi così cattivi non sono (la truce e tormentata Afrodia è una delle migliori "cattive" di sempre); muove una poetica critica alla guerra, all'odio verso i "diversi", all'utilizzo di armi nucleari. Guardando "Baldios" avremo modo di immergerci in altri temi molto adulti, mai visti prima d'ora in un super-robot (se si esclude l'"Ideon" tominiano, tra l'altro uscito lo stesso anno).

La trama potrebbe inizialmente ricordare un classico incipit alla Matsumoto: in seguito ad una catastrofe nucleare, una razza aliena dalla tecnologia superiore ha esaurito le risorse del suo pianeta, e adesso cerca un nuovo spazio vitale, che guardacaso sarà la terra. Il giovane Marin fa parte di questa razza aliena e, per una serie di circostanze, si ritroverà a dover combattere dalla parte dei terrestri. Non sarà facile all'inizio: in "Baldios" c'è anche il razzismo, e il protagonista dovrà soffrire parecchio prima di essere accettato dai suoi comprimari.
La difesa della terra è affidata ai Blue Fixer, un gruppo ristretto di individui che possono pilotare il Baldios, che risiede nella fortezza delle scienze ed è stato creato da un geniale professore (in questo caso rappresentato da una carismatica figura femminile), esattamente come richiedono i dettami nagaiani. E' infatti curioso notare come "Baldios" rifletta perfettamente il periodo di transizione in cui è uscito, in quanto sebbene sia caratterizzato da vari cliché robotici e ingenuità conformi alla tradizione precedente, allo stesso tempo cerchi di differenziarsene il più possibile, anche attraverso la "dissacrazione" del super robot, che viene spogliato dell'aura di invincibilità e declassato a mera arma ordinaria.

E' da notare che alla ventesima puntata si parla di blocco occidentale e blocco orientale, di missili nucleari nascosti sottoterra e di vari intrighi politici tra potenze economiche: "Baldios" è indubbiamente figlio della guerra fredda; la "paura dell'atomo" è altresì un tema caratteristico di "Ideon", allo stesso modo di molti altri anime illustri del periodo: ad esempio, con "Dougram" (1981), Ryosuke Tahakashi descriverà nuovamente il conflitto USA-CCCP, questa volta con una rivisitazione sci-fi molto realistica ed accurata, trattando la rivoluzione cubana e le questioni politiche simili. Anche nell'epocale "Macross" (1982) gli armamenti nucleari degli Zentradi sono figli del loro tempo.

"Baldios" dà molta rilevanza alle vicende dei personaggi, ai loro sentimenti e alle loro riflessioni: essi sembrano gli attori di una tragedia greca, come si può facilmente intuire dal rapporto di amore-odio tra i due protagonisti e dalla dicotomia "eros-thanatos" onnipresente nei vari rapporti interpersonali dell'opera. Il super-robot non comparirà in alcune puntate e, se lo farà, o il combattimento durerà pochissimo, oppure i protagonisti scenderanno dal mecha per risolvere il problema a piedi; in un episodio, addirittura, il robot verrà quasi distrutto e dovrà miseramente ritirarsi, compromettendo le sorti della battaglia in corso. Insomma, "Baldios" rinuncia definitivamente allo schema tokusatsu nagaiano, caratterizzato dal tipico "mostro della settimana", per concentrarsi sul melodramma e sulla psicologia dei personaggi, in modo assai approfondito per l'epoca.

In questo anime la guerra viene presentata come un enorme e freddo meccanismo che imprigiona i personaggi e li costringe ad agire in modo falsato e brutale. Afrodia, alla quale il protagonista Marin ha ucciso il fratello, dirà a quest'ultimo: "ho smesso di essere donna nello stesso momento in cui tu hai ucciso mio fratello", ed egli replicherà: "non sapevo neanche che egli fosse tuo fratello". L'incomunicabilità e i giochi del caso tengono i due protagonisti prigionieri dei loro rispettivi ruoli di oppressore/salvatore; l'odio per la morte di una persona cara diviene una reazione meccanica impersonale, indotta da una pura circostanza casuale...

La sigla di chiusura originale giapponese è semplicemente splendida: la bellissima Afrodia non indossa più la sua tetra divisa militare e prende per mano Marin, il suo tanto odiato nemico. E tutti gli altri guardano stupiti, mentre cala il sole all'orizzonte. Almeno nella sigla i due hanno superato le incomprensioni, l'odio e i freddi meccanicismi militareschi: Afrodia e Marin sono riusciti ad ammettere che si amano.

In "Baldios" non ci sono filler inutili. Ogni puntata ha il suo perché e la sua vicenda, quasi sempre drammatica, che contribuisce alla crescita dei personaggi. Come era accaduto anche per "Gundam" un anno prima, la serie soffre del taglio di budget dovuto allo scarso share della prima messa in onda: quando un anime è troppo avanti con i tempi succede sempre così, infatti anche "Ideon" avrà la stessa sorte un anno dopo. Per conoscere il vero finale di "Baldios" è quindi necessario passare al film, realizzato grazie ai numerosi solleciti dei fans. Il lettore avrà dedotto autonomamente che le animazioni non sono un granché, così come certe scelte di design poco azzeccate, molto probabilmente condizionate dal basso budget della serie (le buffe astronavi blu a forma di girino, tanto per dirne una). Tuttavia, con i suoi personaggi e la sua poetica, "Baldios" non può fare a meno di impressionare lo spettatore ancora adesso. Le sue virtù stanno nella sostanza, non nella forma.

Nonostante il progressivo peggioramento delle animazioni, le ultime quattro puntate della serie sono estremamente angosciose, cupe, piene di oscurità e disperazione. Il trauma subito dalla psicologia dei giapponesi dopo l'attacco nucleare da parte degli Americani a Hiroshima e Nagasaki si fa sentire, e come in "Ideon", assume proporzioni apocalittiche. Nella trentaquattresima puntata un geniale colpo di scena farà balzare giù dalla sedia lo spettatore, mettendo bene in luce il significato ultimo dell'opera.

In definitiva, personalmente considero "Baldios" uno dei più grandi capolavori dell'animazione di sempre, e lo metto nell'olimpo dell'animazione giapponese insieme a titoli del calibro di "Star Blazers", "Capitan Harlock", "Lady Oscar", "Queen Millennia", "Gundam", "Ideon", "Galaxy Express 999", "Rocky Joe", "Legend of the Galactic Heroes" ed affini. Questa serie è un evergreen: le tematiche che affronta, i suoi messaggi e la sua indubbia classe sono senza tempo e non invecchieranno mai.


 8
micheles

Episodi visti: 34/34 --- Voto 10
Sono affettivamente molto legato a Baldios, un anime robotico DOC (classe 1980) che al giorno d'oggi è diventato abbastanza conosciuto tra gli esperti del genere, quasi un cult, mentre all'epoca della sua prima uscita è stato uno degli anime più incompresi. Questo è avvenuto non soltanto in Italia, ma anche e soprattutto in Giappone, dove la serie TV è stata sospesa al 32° episodio per ascolti insufficienti (Baldios si scontrava con "Rocky Joe" sull'altro canale). Ciò nonostante Baldios ha sempre avuto un seguito di appassionati, pochi ma fedeli, che hanno continuato a ricordarlo per decenni, tanto è vero che la Yamato Video ha edito la serie sia in videocassetta nel 2000 sia in DVD nel 2007, doppiando gli episodi 33 e 34 che non erano mai stati trasmessi - io ho la versione in cassetta e devo ancora vedere quella in DVD. Baldios è stato ritrasmesso anche su Hiro e su ManGa nel 2009 e 2010. La passione si vede anche nelle recensioni di AnimeClick: al momento in cui scrivo ce ne sono solo sei, molto poche, ma i voti assegnati sono 8, 9 e 10. In Giappone i fan di Baldios sono riusciti a farsi sentire, tanto da stimolare gli autori a produrre nel 1981 un film che conclude degnamente la serie televisiva.

Il problema di Baldios è stato il presentare problematiche troppo adulte per il suo pubblico di riferimento; del resto questo è un problema che hanno incontrato anche serie ben più blasonate. Tanto per fare un esempio, sia la prima serie de "La corazzata Yamato" sia "Evangelion" hanno rischiato la sospensione al momento della loro prima messa in onda: ciò nonostante sono riusciti a diventare dei classici. Questo non è mai avvenuto per Baldios e anche se io personalmente lo reputo superiore a entrambe queste opere devo convenire di essere nella minoranza.

Sia come sia, Baldios è una svolta del genere robotico: chi ha avuto la fortuna di vederlo negli anni ottanta si è potuto rendere conto di prima mano nella differenza tra Baldios e un qualunque altro anime robotico dell'epoca. In superficie Baldios si presenta come un classico robottone, ma si vede subito che non è così: le trasformazioni e i combattimenti non contano quasi per nulla, sono sbrigati in pochi secondi e in certe episodi sono addirittura assenti; l'attenzione è tutta sui personaggi. Non viene disdegnato uno studio psicologico anche dei personaggi secondari, tra tutti la dottoressa Quinstein. All'epoca uno studio psicologico simile era del tutto inedito per un anime robotico, sicuramente superiore a quello presente in Gundam.

Il protagonista principale della narrazione è la guerra: vengono mostrate nella loro crudezza tutte le assurdità e gli abomini che la guerra comporta. Probabilmente Baldios è l'anime più profondamente antimilitarista che abbia mai visto; inoltre presente molte riflessioni sulle problematiche dello straniero e del pregiudizio. A tutto ciò si sommano delle tematiche ecologiste e fantascientifiche di tutto rispetto. Baldios comunque è anche e soprattutto una tristissima storia d'amore tra il protagonista Marin e la bellissima Afrodia, il comandante nemico. Il finale è di una tragicità assoluta. Decisamente un prodotto per adulti.

Dal punto di vista tecnico Baldios presenta un ottimo character design e buoni disegni per la sua epoca, ma le animazioni sono piuttosto scarse, la colonna sonora è poco più che sufficiente (anche se la sigla italiana cantata dai "Piccoli Cantori di Milano" è bellissima secondo me) e il doppiaggio italiano è quello che è. Tutti questi difetti però non contano assolutamente nulla nella mia scala personale di valori, in cui storia e personaggi contano tutto: anzi assegno a Baldios un dieci e lode, perché è stato uno degli anime che è riuscito a commuovermi di più in assoluto.


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 34/34 --- Voto 10
L'anime non si basa principalmente sul robot, come forse si potrebbe essere portati a pensare dal nome dell'automa che dà anche il nome alla saga, è un anime che ha delle forti tematiche ambientaliste, quasi al pari del grande Miyazaki.

Difatti l'opera si basa principalmente su un ipotetico pianeta del futuro che col passare degli episodi viene paragonato alla Terra, laddove l'inquinamento ha superato da parecchio la condizione di sopportabilità, per cui gli abitanti cercano di trovare una soluzione al problema, e per la precisione, la soluzione la cercano uno scienziato assieme a colui che piloterà l'automa.

Il problema dell'inquinamento è una delle chiavi di volta della narrazione, che ci fa subito capire una problematica importante, il mondo sta solo regredendo grazie al progresso, diventando l'ombra di se stesso, come se fosse un pianeta parallelo a quello che conosciamo, ed è da queste condizioni che nasce l'allegoria del pianeta di provenienza del protagonista.

Purtroppo l'uomo il più delle volte si dimostra incapace nel risolvere le situazioni legate alla natura e all'ambiente circostante, ed è più che disposto a farne a meno per lasciar spazio ad un progresso che non darà mai gli esiti tanto sperati.

Il progresso è solo uno strumento, un tramite, un gioco di parole laddove si nascondono oscuri propositi di accrescere un potere che effettivamente non si ha mai, perchè è destinato sempre a coloro che da sempre lo hanno avuto, e chi crede di appartenere alla medesima razza, è chi commette un errore ancora più grande dei suoi mentori, lo si vede infatti dall'argomento che qui viene trattato, e dalla disperazione in cui si cerca una soluzione per reagire a questa involuzione.

L'altro tema introdotto è quello della diversità, quando il protagonista della vicenda conosce i terrestri, viene sempre guardato con sospetto, nessuno si fida di potenze aliene che possono salvare la Terra perchè più in là col progresso, e di qui nasce l'altra importante morale di quest'opera, ovvero che l'uomo può cambiare il suo destino e possibilmente quello degli altri in qualsiasi momento, ma non lo fa mai per il suo orgoglio personale, lo fa sempre per questioni in cui poche volte la ragione accompagna il braccio dell'essere umano, e quelle poche volte che lo fa, è sempre nell'interesse collettivo, per evitare che altre generazioni future patiscano i suoi stessi problemi, però è anche vero che il confine tra il bene e il male è molto sottile, e il protagonista si trova tra l'incudine e il martello, da una parte sente il richiamo dell'umana specie, dall'altra sente il forte richiamo dell'essere schiavo dell'ingordigia di potere, proprio perchè sa di avere più qualità dei terrestri.

Quindi il fine del discorso è chiaro: non si possono mai servire due padroni contemporaneamente, la dedizione verso la collettività e la natura sono gli elementi che salveranno per sempre la nsotra specie al punto di farla vivere nella pace e prosperità eterna, diversamente il contrario, in nome della guerra e di un progresso fittizio, dove il protagonista, alla fine dell'oepra ci fa capire che presente e futuro sono accomunati dal destino dello stesso uomo, o meglio, di tutti gli uomini di queste generazioni, e quindi se il discorso viene trasportato nella realtà possiamo affermare che questo cartone vuole insegnarci a ponderare sempre le scelte che si fanno nella vita, e devono essere scelte senza alcun tipo condizionamento, laddove la ragione e il cuore di ognuno di noi formano un connubio importante da farci sempre prendere la decisione più giusta.


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hallymay

Episodi visti: 34/34 --- Voto 9
Che cos'è un "cult"? Secondo Wikipedia, il cult o è quell'opera che ha un successo talmente grande da diventare un'icona, oppure è quell'opera che non ha avuto una grande eco tra le masse ma ha comunque uno zoccolo duro di appassionati al limite del fideistico, i quali riescono a mantenere vivo l'interesse per l'opera tanto amata grazie a un certosino lavoro di trasmissione della loro personale fede.
Ebbene, "Baldios" si configura nella seconda fattispecie. Questo infatti è sicuramente l'anime robotico più sfortunato della storia. Realizzato dalla Ashii Production nel 1980, quando venne trasmesso in televisione dovette fronteggiare robette del calibro di "Rocky Joe" e "Lupin III", con il risultato che Baldios raccattò un misero 1% di share, fu dapprima spostato alle sette del mattino della domenica e infine venne interrotto prima della sua naturale conclusione, lasciando per strada cinque episodi.
La cosa tragicamente divertente è che ebbe una vita travagliata anche in Italia, dove fu trasmesso dalle reti regionali nel 1982, trasmissione a cui seguì solo qualche sporadica replica.

Verrebbe quindi da chiedersi come mai un simile fiasco sia arrivato a essere pubblicato in DVD dalla Yamato Video e proprio io lo stia recensendo, visto che sono colpevolmente ignorantissima di animazione robotica anni '70/'80, nonché tutt'ora incapace di distinguere le trame dei vari "Mazinga", "Jeeg", "Gotriniton", "Supervattelapescatron". Né ancora ho capito da quale "Gundam" iniziare per godere dell'universo di "Gundam", persa tra mille consigli uno diverso dall'altro e confusa tra i vari "Gundam Seed", "Gundam 00", "Gundam Victory", 2Gundam 740": Da Equitalia con amore.
Penso che la risposta migliore me l'abbia fornita inconsapevolmente il proprietario di una fumetteria di Bologna, il quale con il cofanetto DVD della serie in mano mi disse festante "Gli appassionati di 'Baldios' sono pochi, ma quelli che ci sono farebbero di tutto per quel robot!".
E sapete che c'è? Che fanno bene. Perché "Baldios" è un anime bellissimo, una perla che in pochi conoscono e i cui fan, me inclusa, da più di trent'anni si sbracciano affinché venga riscoperto e abbia il riconoscimento che si merita, rendendolo così a tutti gli effetti l'insuccesso più famoso della storia degli anime.

La storia è presto detta. Il pianeta S1 è sull'orlo del collasso a causa delle radiazioni nucleari causate dalle troppe guerre: che fare allora? I militari vorrebbero invadere un altro pianeta, gli scienziati, fazione di cui fa parte il protagonista Marin, vorrebbero depurarlo tramite dei macchinari.
A causa di un complotto i militari prendono il potere e il padre di Marin viene ucciso. Così, mentre il generale Gattler prende il potere, Marin è costretto a scappare e durante la sua fuga, viaggiando alla velocità della luce, si ritrova sulla Terra, mentre Gattler sferra il suo attacco per conquistarla. Da qui la decisione del nostro di unirsi ai terrestri per difendere il nostro pianeta.
Si sa, tra gli anni settanta e gli anni ottanta gli anime con i robottoni tendevano ad assomigliarsi un po' tutti, con le loro trame abbastanza esili, la squadra di combattenti con il protagonista bello e intrepido, la ragazza caruccia, i comprimari caricaturali, lo scienziato creatore del robot, i cattivissimi invasori che attaccano la Terra un mostro alla volta sempre nello stesso posto. In "Baldios" tanti di questi elementi, alla lunga un po' stantii, vengono finalmente rivisti e svecchiati, portando la serie a essere più appagante e profonda rispetto alle altre dello stesso periodo.

Innanzitutto il fulcro della vicenda non è il robot, il quale sarà mostrato per la prima volta nella serie dopo varie puntate, non è affatto invincibile e in alcun puntate nemmeno appare. "Baldios" è prima di tutto la narrazione di una guerra fratricida, dalla cui descrizione non si profila mai un autentico cattivo, ma due fazioni che cercano disperatamente di vincere per sopravvivere. Difatti, lo scopo fondamentale della trama per il creatore Yoshiaki Sohara era quello di mandare tramite quest'anime un forte e inequivocabile messaggio pacifista ed ecologista.
L'attenzione e la cura con cui è tratteggiato lo sviluppo della vicenda e dei suoi personaggi non è poi comune per un anime dell'epoca, oltretutto appartenente a un genere così mainstream come quello robotico. Prendiamo per esempio il protagonista, Marin. Per quanto sia l'ultima speranza per il genere umano, in quanto è l'unico che sappia pilotare il Baldios, non è affatto trattato come il salvatore, anzi. Viste le tragedie e gli orrori causati dall'improvvisa invasione aliena, Marin è sempre visto dai suoi compagni di battaglia con sospetto e questi si troverà spesso a lottare su due fronti. Senza contare poi i comprimari: "Baldios" è per l'appunto una dettagliata descrizione di una guerra prima di tutto. Ogni personaggio, di ogni fazione, è quindi funzionale a questa descrizione. Non si troveranno perciò caratteri macchietta volti a mettere in risalto la figura dell'eroe o a stemperare la tensione con siparietti comici. A ciascun personaggio viene dedicato il giusto spazio nella storia e tutte queste vicende, passate o presenti, si integrano con la storia principale arricchendola di particolari e restituendo così in pieno allo spettatore tutta la tragicità del conflitto. Inoltre assieme agli scenari politici, c'è un forte retrogusto di shoujo anni '80, tanto che si potrebbe considerare quest'anime una "space opera". Oltre infatti a tutta una serie di amori infelici, genitori sconosciuti, infanzie tragiche e altri elementi puramente melodrammatici che rendono cupo il passato di ogni personaggio, l'intero anime si basa sul dramma di amore e odio che lega Marin e Aphrodia, l'acerrima nemica del protagonista.

E' un vero peccato che una anime così intelligente sia però azzoppato dai difetti tipici dell'animazione anni ottanta. Le animazioni sono poco fluide: certe volte i personaggi si muovono a scatti e le scene di battaglia molto spesso sono intellettualmente imbarazzanti. Il character design ha alti e bassi paurosi, il mecha design del "Baldios" è abbastanza anonimo, per non parlare di quello dei mezzi militari dei nemici, che sembrano tutti meduse con le lucette tonde. La colonna sonora non riesce assolutamente ad arricchire l'intensità della trama, anzi certe volte è praticamente inadeguata. Infine il doppiaggio italiano è pietoso: a bravi doppiatori, come quello di Gattler, si accompagnano alcuni che non si sa da quale circo siano scappati, come quello di Marin.
Tuttavia, rispetto a tanti anime dal comparto tecnico immenso ma dalla sceneggiatura microscopica, "Baldios" ancora oggi può dire qualcosa al pubblico, perché sa fare benissimo il suo dovere: appassionare e commuovere.
Non sapremo mai perché questa serie ha avuto tanta sfortuna: forse le tematiche erano troppo crude per la fascia di pubblico a cui si rivolgeva, forse è rimasto stritolato dal successo della concorrenza, forse il destino e basta. Piange però un po' il cuore a sapere che, visti i fiaschi inanellati, mai nessuna casa di produzione si arrischierebbe di produrla di nuovo limando i difetti della versione originale. Se così fosse avremmo una nuova pietra miliare dell'animazione robotica.
Consigliato a chi da decenni litiga su "Evangelion": vediamoci "Baldios" e facciamo la pace, perché questo robottone non può non piacere.

Fra X

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Fra X

Episodi visti: 34/34 --- Voto 8
Serie robotica decisamente inusuale visto che è molto seria e amara e i momenti ironici sono nulli o quasi. Poi non c'è la presenza di bambini e ragazzini che, laddove di più, laddove di meno, non potevano mancare ai tempi. Creata in effetti probabilmente sulla scia di Gundam, la serie prende una strada propria e dopo le prime due puntate introduttive, e dopo qualche episodio un po' così, si entra decisamente nel vivo e il tutto coinvolge decisamente. Aspetto interessante è lo scavare anche nella psicologia dei "cattivi" e l'ambiguità che c'è in essi. Non mancano riflessioni pure all'interno dei nostri, anche se ovviamente sono un po' meno compassate.

La serie da quanto ho letto non ha avuto molto successo, tanto che è rimasta incompleta. La Yamato ha editato le due puntate che erano ancora inedite in Italia, le quali però non concludono la serie. Purtroppo le ultime non sono mai state realizzate. Un finale mi pare si trovi nel film, versione alternativa della serie.
Il colpo di scena finale mi ha lasciato alquanto perplesso, ma credo che sia una questione di gusti.

JIX73

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JIX73

Episodi visti: 34/34 --- Voto 8
Ottimo cartone animato sul genere robotico.
La drammaticita' di questo 'cartone' la possiamo ritrovare se pur in contesti diversi in Zambot 3 e Daltanious (anche se in quest'ultimo ci sono scene divertenti per stemperare i toni).
Il suo finale lo rende davvero unico!
Molto azzeccata la personalita' di Marin (il protagonista) cosi' come quella dei personaggi secondari.
La sigla italiana e' ben realizzata (la prima parte) mentre quella di chiusura(in giapponese) e' molto malinconica e... splendida!
Consigliatissimo ai nostalgici e non!

simona

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simona

Episodi visti: 34/34 --- Voto 9
Credo che la serie di Baldios sia la più drammatica in assoluto del suo genere, ma a distanza di anni per me conserva ancora un certo fascino. Il perno centrale della storia si mette in risalto negli ultimi episodi, dove ti senti coinvolto in qualcosa di indissolubile, che ti lascia senza parole. La caratterizzazione e il fascino delle battaglie e dell'essere guerriero per salvare l'umanità sono unici nel loro genere.
Baldios è una serie che riguarderei volentieri perchè merita!


 3
ShinichiMechazawa

Episodi visti: 34/34 --- Voto 8
Anche se uscita all'ombra di Gundam, questa serie robotica brilla di luce propria, grazie al mix tra richiami all'anime robotico alla Nagai e appunto uno studio dei personaggi che prima del magnus opus di Tomino poteva sembrare impensabile in un anime basato sui mecha.

Come tutti quelli che hanno visto la serie sanno, il piatto forte e' costituito dal finale, molto inusuale per l'epoca e che recava un messaggio molto amaro, quasi un monito allo spettatore, riguardo la capacita' dell'uomo di cambiare il proprio destino.

In sintesi, una serie dimenticata che merita di essere rispolverata, con i suoi quasi trent'anni di vita portati in maniera piu' che dignitosa. In questi giorni e' replicata su Hiro, quindi chi puo' rimedi!