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Caio

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Vuoi altro per morire d’ansia guardando il film? Questo è Cinema d’animazione.
Questo film è un omaggio agli esperimenti di fine 800’ ed inizio 900’ sull’immagine prodotta e riprodotta. E’ un momento in cui si cerca di dare forma ai sogni, di crearli, catturarli, plasmarli e lasciarli nuovamente liberi. In Europa questa tendenza lascia fantasticare tante generazioni che saranno l’archeologia del cinema. Per comprendere meglio, invito chi può, qui nella mia Torino al Museo Nazionale del Cinema nella Mole Antonelliana, è il “Museo” del cinema a livello europeo, e qui trovare molto del fantascopio. Questo anime è qualcosa di geniale per come nasce, sembra che il regista lo abbia sognato proprio dentro la mole. Vi scrivo mentre lo guardo e riguardo e anche se non c’è ombra di oscar o di Leone d’oro, si scorge qualche menzione speciale almeno a Berlino (vedremo). Non avendo i sottotitoli in italiano sto visionando l’opera in giapponese, e questo mi permette di vedere il film nella sua anima. Esso parla molto bene, il significato dei monologhi o dei dialoghi per esempio, anche se in giapponese, emerge chiaramente dalla voce fuori campo, dall’inquadratura fuori campo, dal movimento sinuoso dei capelli della donna, dai quadri falsamente fermi in stop motion, quadri statici? So e ni, sono fermi ma con qualche dettaglio in movimento , per es i capelli, o la luce brillante che avvolge la donna o la coppia nel loro abbraccio (luce bianca=amore puro tra i due), o la luce che avvolge il piede di lui che si accinge al passo. Ottimo il teschio in trio che emerge dall’ombra, piani, primissimi piani che fanno parlare sempre moderatamente, il personaggio. Noterete tre filoni narrativi: l’acqua in movimento su ambiente fermo o lievemente mosso dalla camera in soggettiva, il personaggio fermo con dettaglio semantico che prende forma ciclica (si muove ciclicamente come i capelli che eseguono lo stesso gesto), la voce fuori campo del narratore (eccellente recitazione), e la musica di un violoncello (strumento del sentimento della nostalgia da sempre, come l’oboe lo è della malinconia lontana). In complessiva un fantascopio vivente che con la computer graphic è splendido, mai un eccesso, Il regista merita gli applausi. Il film è rivolto a tutti perché senza volerlo ripropone allo spettatore ( a te che lo guardi ) un modo per educarti a vedere e sentire il cinema. La scena d’amore tra i due è genialità, i sospiri, l’immaginato detto nei sospiri e nei dettagli e poi il battito cardiaco di qualche cosa che nasce accompagnato da una Ave Maria da banda Musicale Rai!
Ancora il rosso ematico, riprodotto per tre e per tre, la sofferenza vista con un vortice di nuvole scure che ti avvolgono, il morire annunciato da un labirinto pieno di colori e la luce bianca, intensa che come una pioggerellina dall’alto avvolge quest’anima in pena (con un montaggio di immagini fantastico, sfumato, diretto e ancora sfumato, poi il capolavoro delle nuvole, che rappresentano le tenebre, le quali si spaccano in due e si diradano (da una parte il bene e dall’altra il male, da una parte chi vive e dall’altra chi muore).
Volevi i colpi di scena? Eccoli, le scene montate in brevi intervalli di tempo tra primopiano/sangue/aureola boreale d’orata/la luce bianca/le voci fuoricampo in dialogo/la musica gregoriana/il narratore. Le finestre si aprono sull’orrore e sulla paura di Kafka, mentre quella maledetta conchiglia che all’inizio trama cade di mano al disegnatore (ricordi?), ora è all’orecchio della donna diventata mamma. Airo , Airo, Airo (capisci?)
Ripeto, Vuoi altro per morire d’ansia guardando il film? E se alla fine senti il rumore delle onde, Cedi la tua vita sei già nel trapasso!