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Naco

Episodi visti: 13/12 --- Voto 7
[Nota: siccome non ci sono immagini, non so se posso recensire! XD Io lo faccio comunque XD]

Nonostante la serie sia di 12 episodi, ho scritto 13, perché ho inteso nella stessa anche l’OAV.
Ragazzi, credetemi: <i>Facebook</i> sa essere un’ottima fonte di ispirazione su molte cose; soprattutto sulle serie da vedere. E soprattutto, quando meno te lo aspetti.
L’immagine che avevo visto nel link che una mia amica aveva condiviso era troppo dolce, per non cercare di scoprire di che serie si trattasse e provare a darle un’occhiata, visto che, tra l’altro, contro lo shonen ai non ho assolutamente niente contro.

Hashiba Sora è, all’apparenza, un ragazzo come tanti altri. La notte prima di ritornare a scuola, dopo un lungo ricovero in ospedale, nel cuore della notte, si ritrova praticamente schiacciato da un ragazzo che gli chiede di restituirgli un certo Yoru, persona di cui il povero Sora non conosce neanche l’esistenza. La mattina dopo, il nostro protagonista scoprirà che il ragazzino in questione è Nao, un suo vecchio amico d’infanzia, di cui ha dimenticato l’esistenza. In realtà, sono parecchie le cose che Sora non ricorda del suo passato, come per esempio il perché sia caduto da una finestra (motivo per il quale era stato ricoverato) o il fatto che dentro di lui viva un altro ragazzo, lo stesso che Nao stava chiamando…
Chi è questo Yoru? Cosa si nasconde nel passato di Sora? E perché Nao è tornato proprio adesso?

Oserei dire che, se qualcuno vuole avvicinarsi al mondo degli yaoi, questa sia una buona serie per iniziare. Sia perché, proprio perché è uno shonen ai, è tutto molto soft (a parete alcune scene create più per le fan girl che per reali esigenze di copione), sia perché coniuga bene sia l’elemento romantico, sia quello fantastico e misterioso. Viene così a crearsi una serie a tutto tondo, con elementi divertenti e molto comici, soprattutto nelle prime puntate, ed altri molto più seri, che analizzano con più attenzione la psicologia dei personaggi e i loro rapporti, soprattutto nella parte finale della vicenda.
Si ride moltissimo, ci si commuove ogni tanto, si tifa perché l’amore trionfi, come in tutte le storie d’amore etero e non, ci si pone domande, si trattiene il fiato nei momenti più intensi.
Certo, con questo non voglio dire che sia una serie originalissima e senza pecche: alcuni punti, forse, sono spiegati un po’ male (o comunque, io non ho trovato le risposte che cercavo) e, sicuramente, anche la trama, nonostante qualche rivelazione piuttosto scioccante, non è che proprio ti faccia restare sveglio la notte perché non riesci a capire come finirà la storia; tuttavia, si tratta di una di quelle serie che si segue volentieri, anche se magari ti aspetti già cosa accadrà dopo. O forse, <i>Sukisyo</i> piace proprio per questo: ti intriga al punto giusto, con leggerezza, senza troppi perché, nonostante la buona introspezione e l’attenzione per la vicenda narrata.

Un elemento che potrebbe lasciare perplessi i non addetti a questa tipologia di anime è l’assoluta mancanza di donne. Beh, per quanto in generale questa sia più l’eccezione che la regola in questo genere di storie, in questo caso, ci pensa il tratto a non farci sentire la mancanza della componente femminile, dato che gli uke sembrano più ragazze delle donne stesse. Oh, beh: non che di solito, negli yaoi, siano molto diversi, ma, di solito, anche questi hanno comunque una certa virilità e sono disegnati con un tratto più maturo e spigoloso; in questo caso, invece, ci troviamo proprio di fronte a personaggi <i>kawaii</i>, che ti incantano per i loro occhi grandi e lucenti e il loro tratto morbido e tondeggiante e per le scene in deformed, che non mancano mai.
Anche le musiche non sono chissà cosa, ma comunque sono gradevoli, quasi a voler sottolineare la non pretenziosità di una serie che, comunque, o forse proprio per questo, riesce a stupire e, comunque, a conquistare.