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esseci

Episodi visti: 1/11 --- Voto 5
Girovagando sulle note piattaforme streaming, mi imbatto in questa serie e dal titolo inizio a guardarla viste le recensioni “senza infamia e senza lode” , anzi tutto sommato più che sufficienti.

Inizio la visione e già balza all’occhio (anzi all’orecchio) la opening: “beh...” dico tra me e me, particolare, fuori dal solito mainstream (almeno per me), immagini misteriose, ambientazioni realistiche, tanta computer grafica ma tutto sommato accettabile. E inizia l’anime... evito di spoilerare la trama (sigh!) che tutto sommato potrebbe essere interessante per gli amanti del genere “azione, crimine, fantascienza e scenari fantapolitici/complottistici” ma è la sceneggiatura e i personaggi che alla lunga emozionano “poco o nulla”, per quanto sono piatti o scontati.

E va bene, l’anime è tratto da un videogioco e il target alla fine si intuisce qual è, ma la mancanza di originalità, unita al poco approfondimento psicologico almeno dei protagonisti, rende il tutto un mero esercizio di stile o, pensando “male”, una sorta di spot pubblicitario per il videogioco da cui trae origine l’anime. Ed è un peccato: la storia poteva essere sviluppata in modo meno piatto, scontato e semplice, evitando anche quei punti in cui si “forza” per dare ossigeno alla storia che altrimenti si arenerebbe inesorabilmente.

I personaggi, come anticipato, sono troppo stereotipati nei cliché del: “buono, il brutto, il cattivo” a cui si aggiunge “l’indifesa” e il “pazzo”. Mi riferisco nell’ordine a: Makoto Midorikawa, Jack Norman, Liu Tien Hua, Sarah Coppola e Christopher Brandt. Ovviamente sto “giocando” con il titolo del capolavoro di Sergio Leone: lungi da me risultare anche solo lontanamente blasfemo...

Non posso proprio perdonare all’anime la mancanza di originalità anche nei dettagli: vedere Jack che evita i proiettili come Neo di Matrix o alla fine in punto di morte affermare che “i suoi ricordi si perderanno come lacrime nella pioggia” (se non fosse un errore del doppiaggio - citazione della battuta di Roy Batty/Rutger Hauer in Blade Runner) è francamente troppo... Alla pari di Makoto che sembra un complessato per i suoi super poteri senza averne la piena consapevolezza (di nuovo un po’ come Neo) e di Sarah che solo per il fatto che pronuncerà il nome di Makoto almeno un centinaio di volte nell’anime risulta indigesta di suo ...

Detto del character development e del comparto musicale, anche dal lato tecnico/grafico non credo che si possa scrivere di un prodotto d’eccellenza: uso massiccio se non esclusivo di computer grafica ma i volti sono poco o per nulla espressivi, gli sguardi sono “spenti” e anche le animazioni non sono sempre fluide e riuscite.

Ma in fondo, cosa racconta? Ah già, me ne stavo già dimenticando. In estrema sintesi: siamo nel presente a Tokyo. Pochi anni prima è stata scoperta una materia denominata XM /Exotic Matter che è in grado di influenzare la mente umana se vengono utilizzate delle particolari sequenze grafiche (mi ricorda un po’ L’organo genocida di Project Itoh) e sblocca abilità latenti in particolari persone denominate sensitivi. Questa materia fuoriesce dalla Terra da “portali” e l’umanità si è divisa in due fazioni: illuminati (pro XM) e resistenza (contro XM).

Per elaborare queste sequenze la solita cattiva compagnia senza scrupoli e avida (Hulong) ha individuato in Sarah Coppola (particolare sensitiva) la persona adatta a elaborare “la sintassi per governare” le menti tramite occhiali a realtà aumentata (sembra la parodia del videogioco reale nonché la presa in giro di come la tecnologia possa ridurre gli uomini a automi su iniziativa di pochi), ma non solo la Hulong è interessata a lei (vedi il solito escamotage che chi sembra inizialmente buono si rivela poi peggio del cattivo) e solo alla fine dell’avventura si comprende il reale disegno “criminale” del pazzo... e mi fermo...

Sarò io troppo esigente … “Ingress”, ovvero “Lasciate ogne speranza, o voi ch’ intrate”.


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Focasaggia

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
«Ingress» è un anime, a cura dello studio di animazione Craftar, che riesce a creare una storia solida partendo da una base che non lo è.
L'opera è nata come videogioco di realtà aumentata per smartphone (piattaforma Android e in seguito per iO) creato da Niantic (conosciuta per aver collaborato alla creazione del celebre Pokémon Go).

La trama per quanto complicata la si può rendere semplice: ambientato nel Giappone contemporaneo per via di un esperimento nel mondo alcune persone hanno sviluppato dei poteri. Il detective Makoto Midorikawa, una di esse, viene coinvolto suo malgrado in una guerra fra due fazioni opposte, l'una intende difendere quella che vede come evoluzione della specie umana l'altra invece vuole preservare l'attuale sistema delle cose. La chiave di tutto sembra risiedere nei segreti che custodisce Sarah Coppola, ragazza che viene inseguita da Jack Norman, personaggio misterioso inviato da Christopher Brandt.

La cosa difficile in questi casi è crearsi un'identità propria, slegata dal gioco, e convincente per far appassionare anche chi non conosce affatto nulla della controporte. In questo "Ingress" riesce perfettamente, all'inizio lo spettatore sarà disorientato e qualche meccanica non la comprenderà in fondo (quelle tipiche dei videogiochi di tal genere), ma lo stile frenetico di narrazione saprà coinvolgerlo. Misteri e colpi di scena per una storia mai banale sino alla fine. Il problema nasce quando volendo sponsorizzare il gioco da cui trae origine complica e banalizza il tutto, rendendolo meno profondo di quanto poteva essere.

L'opening ("Tessellate" di alt-J) e la ending ("In Cold Blood"sempre dei Alt-J's) riescono ad ipnotizzare lo spettatore. Per quanto riguarda l'animazione la scelta dell'uso della computer grafica non stona con la storia raccontata, le scene di azione sono ben rese. Non ci sono scene di violenza gratuità o che potrebbero disturbarne la visione.

I personaggi principali sono tutti ben caratterizzati, si entra facilmente in sintonia con loro, si crea empatia. Il finale da spazio ad eventuali seguiti che al momento in cui scrivo non sono stati realizzati, visto la storia ben raccontata non vi è necessità a tal riguardo.

Da consigliare a chi ama una storia di fantascienza leggera ricca di azione.


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alessiox1

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6,5
Prima di parlare della storia devo fare una premessa, questo anime è tratto da un videogioco per smartphone che appunto dà il nome all'opera ovvero "Ingress", ora parliamo della trama.

Siamo nel Giappone contemporaneo, e qualche anno prima al CERN di Ginevra fu scoperta una particella di materia esotica chiamata XM (che sta per Exotic Matter), tale particella si trova in tutta la Terra ma, in base al luogo, con densità molto diverse tra di loro.
Questa particolare particella è in grado di alterare il cervello degli esseri umani permettendo di stimolare l’intelligenza e la creatività, nei luoghi dove tale sostanza si trova in concentrazioni elevate sono sorte nel corso della storia piccole e grandi opere artistiche o di ingegno (statue, monumenti, edifici storici, opere ingegneristiche).
Nelle aree più dense di XM, quindi, nel corso della storia si sono sviluppate le più grandi e floride città e civiltà del mondo.
L’umanità si è divisa su come usare questa materia esotica, in particolare ci sono due fazioni con idee completamente contrapposte ovvero gli “illuminati” e la “resistenza”.
Gli illuminati vorrebbero poter usare il XM liberamente per far evolvere e progredire il genere umano, mentre la resistenza considera l’XM troppo pericoloso usato così direttamente, e quindi lo vuole usare solo moderatamente e comunque controllandolo tramite la tecnologia.
La storia inizia con due membri della resistenza ovvero lo scienziato Christopher Brandt e la sua guardia del corpo e amico, l’agente Jack; essi discutono a proposito di una ragazza che deve essere salvata e dicono che tale informazione non deve essere divulgata neanche alla loro fazione.
Durante questa discussione l’auto su cui viaggiano viene inseguita e, cercando di seminare gli inseguitori si schianta, ne nasce un conflitto a fuoco in cui i due sono costretti a separarsi, Christopher verrà catturato mentre Jack grazie al suo potere e alla sua abilità riuscirà a fuggire (dopo ne parlerò approfonditamente).
L’azione si sposta nella sala server di una corporazione, dove vediamo una ragazza braccata dopo aver scoperto delle informazioni scottanti e terrificanti sull’azienda per la quale lavora, il nome di questa ragazza è Sara, poco dopo verrà catturata.
Nella scena successiva vediamo Sara che è stata catturata, che si trova in una grande stanza dove dei dirigenti dell'azienda dall'alto di un ufficio, dietro una vetrata, le dicono che hanno trovato e catturato un suo complice, allora spunta Christopher ma lei dice di non conoscerlo, e dopo lui si fa esplodere, non si sa bene come, quasi come se fosse un’autocombustione, poi la scena si sposta all'esterno dell'edificio e ci fanno vedere una enorme esplosione.
Dopo questo fatto vediamo la polizia che arriva sul posto per fare tutti gli accertamenti, dei poliziotti entrano nella stanza dove c’è stata l’esplosione e Sara è miracolosamente incolume ma è priva di conoscenza.
Allora l’investigatore capo fa entrare un suo collega che è famoso per essere un sensitivo, ovvero toccando un oggetto o una persona con la mano destra riesce a vedere il suo passato, il suo nome è Makoto.
Questa particolare abilità gli ha reso la vita, da piccolo, particolarmente difficoltosa, sua madre lo considerava un mostro eppure molti di quelli che considerava amici, che piano piano si sono completamente allontanati da lui.
Makoto tocca l’anello di Sara e vede l’esplosione e rimane scioccato da quella visione, subito dopo vengono dei membri della sicurezza della società guidati da Liu Tien Hua che dicono ai poliziotti che il loro lavoro finisce lì, e portano via Sara.
Makoto torna a casa ma viene contattato prima via computer e poi via telefono con dei messaggi che gli dicono dove si trova Sara, e una app si installa da sola ovvero Ingress, lui decide allora di andare a salvarla, ma non sarà da solo dato che anche l’agente Jack si sta dirigendo in quel punto.

Ora parliamo di come funziona il mondo, la materia esotica arriva sulla terra grazie a dei portali, essi normalmente sono bianchi (questo può essere visto grazie a dei visori e grazie agli smartphone), fino a che non vengono catturati da una delle due fazioni (ovvero resistenza o illuminati), nel caso della resistenza il colore diventa blu mentre nel caso degli illuminati diventa verde.
Se si prendono almeno tre portali vicini si crea un campo e un agente della fazione che ha preso i portali può usare delle abilità, per esempio Jack che usa un visore (tipo google glass) può usare la preveggenza durante il combattimento, mentre Makoto per esempio il passato delle persone e degli oggetti. Quelli come loro vengono chiamati sensitivi.
Esiste anche un altro tipo di portali ovvero quelli rossi, essi sono molto rari e contengono un tipo diverso di XM ovvero quella rossa, essa a differenza di quella standard non modifica solo il cervello delle persone ma anche il fisico, in questo modo è molto più potente ma anche più pericolosa e può essere letale, avrà un ruolo molto importante nell’opera.
Come dicevo all'inizio, l’anime è tratto da un gioco per smartphone, ma nell‘anime ciò non viene nascosto, anzi viene enfatizzato, quindi i giocatori sono combattenti inconsapevoli che avranno molta importanza alla fine dell’ opera.
"Ingress" è un’opera cyberpunk per molti motivi: tutto ruota intorno alla materia esotica, essa forma una rete su tutto il pianeta, oltre alla rete di smartphone e visori che serve per poterla vedere e/o usare, abbiamo le I.A., le multinazionali (o corporazioni se preferite) con un enorme potere, complotti internazionali che possono cambiare le sorti del mondo (alla deus ex), scienza portata all'estremo che cerca di eludere la morte o quantomeno raggirarla per così dire, discussioni sul potenziamento e sull'evoluzione del genere umano, una realtà/dimensione virtuale, sicuramente c’è fin troppa carne al fuoco per una serie così corta, ovviamente è un vero peccato che molte di queste questioni rimangono sullo sfondo e siano usate solo come riempitivi.
Per quanto riguarda il comparto tecnico dell’ opera , esso non è male anche se la CGI mi lascia un po’ perplesso, diciamo che si poteva fare di più ma nel complesso non è male.
Se parliamo della caratterizzazione dei personaggi, penso che si potesse fare decisamente di più, anche se va considerata la brevità dell'opera e il fatto che i personaggi principali sono molti, dato che di qualcuno sappiamo abbastanza del suo passato ma di altri sappiamo ben poco o quasi nulla, ma parliamo pur sempre di personaggi principali.
Aggiungo che sulla parte finale (senza fare spoiler), hanno preso spunto da altri anime, due in particolare, a mio avviso, e che per certi versi ci sono troppe cose forzate e poco spiegate, e cerca di essere troppo filosofico nel finale.

In conclusione "Ingress" è un anime corto tratto da un videogioco per smartphone, con molta azione e combattimenti, un anime di poche pretese che intrattiene se non si hanno troppe aspettative.