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esseci

Episodi visti: 12/12+6 --- Voto 8
L'elegia della quotidianità. Questa è la sensazione che l'anime mi ha lasciato al termine della visione dei dodici episodi, assieme alla curiosità di reperire il manga per capire se l'anime ha realmente colto la vera essenza dell'opera di Kei Tome.

L'opera è uno slice of life all'ennesima potenza, in cui la componente sentimentale è il pretesto per dare sfoggio dell'incredibile tecnica di descrizione delle situazioni rappresentate e dei personaggi: l'apparente lentezza dei dialoghi, le lunghe pause tra una battuta e l'altra, i sospiri, il modo di incedere dei personaggi con i loro passi scanditi con lentezza e indolenza (che trasmettono tutto il travaglio interiore e le loro insicurezze su quello che stanno vivendo), la cura dell'espressività degli sguardi (fantastici quelli nell'episodio in cui le due protagoniste scoprono a casa di Rikuo la sua ex Chika o lo sguardo triste di Haru dal suo punto di vista che si annebbia progressivamente per le lacrime), un po' alla Sergio Leone, la minuziosa e ripetitiva descrizione delle azioni quotidiane più comuni e in apparenza insignificanti come i preparativi per cucinare...
Una impostazione molto buddista, contemplativa, che trae piacere dall'acquisizione della "consapevolezza" della semplicità e bellezza che caratterizza la narrazione... ma lo spettatore (con impostazione culturale "occidentale") è anche portato a focalizzarsi sulla ricerca e l'attribuzione di un significato o morale alla storia rappresentata, e in questo caso si fa un po' fatica ad immedesimarsi e comprendere i personaggi.

Rikuo e Shinako rientrano un po' nel classico cliché degli adulti incapaci di diventare tali dopo il perfezionamento del curriculum studiorum e l'ingresso nel mondo del lavoro.
L'indecisione, l'immaturità, l'insicurezza nell'esprimere i propri pensieri e sentimenti ma anche l'incapacità di capire realmente cosa si ha bisogno (anche in amore) caratterizzano con sfumature diverse Shinako e Rikuo che, sebbene siano i due i protagonisti dall'età anagrafica maggiore, contrastano con i due ragazzini Haru e Ruo (innamorati rispettivamente di Rikou e Shinako), che manifestano sia pur nella loro giovane età una decisione e una chiarezza di intenti (nonché una resilienza e una motivazione a prova di bomba) che stride con la "debosciaggine" mentale dei due presunti adulti.

Ne esce un affresco di vita delicato ma anche un po' inquietante in cui l'amore è un pretesto per un accenno di riflessione sulla vita e le sue sfaccettature, senza mai scadere nella proposizione di un giudizio o di una valutazione: il passaggio dall'adolescenza all'età adulta, il confronto ciclico con il proprio passato, l'elaborazione del lutto per la perdita di una persona molto significativa... tutte esperienze che segnano indelebilmente la vita dei protagonisti e che li rendono così fragili, disillusi ma anche così veri... fin troppo, perché l'anime sembra più concentrato ad evidenziare e sottolineare continuativamente i loro punti deboli e le loro contraddizioni rispetto alla sfrontataggine dei due protagonisti giovani e alla loro capacità di non arrendersi mai (o quasi - Haru alla fine era "scoppiata"), atteso il loro entusiasmo quasi a senso unico e la loro tipicamente giovanile non accettazione del compromesso.
Il limite dell'anime forse è l'eccessiva compressione delle disquisizioni esistenziali, la mancanza di un vero sviluppo dei personaggi e la presenza di un finale solo in apparenza "insulso", un po' alla versione manga di "Domestic Girlfriend". (Evitando di 'spoilerare' il finale, a mio avviso il significato è comunque piuttosto evidente: vivere il presente per quello che è senza paranoie e non inseguire sogni o rimpianti più o meno irrealizzabili...)
Difetti che si possono tranquillamente superare se si è amanti del genere e si approccia alla visione in modo da apprezzarne i dettagli, i particolari, senza focalizzarsi sul semplice "perché" degli eventi narrati...

Comparto tecnico e musiche di livello, per un'opera che mi ha colpito favorevolmente anche per l'ambientazione "vintage" coerente con l'anno di pubblicazione del manga (fine anni '90 del secolo scorso - mentre l'anime è del 2020!): vedere i personaggi utilizzare musicassette, macchine fotografiche analogiche a rullino, telefoni normali nelle cabine pubbliche e non trovare smartphone e tablet è stato un vero tuffo nostalgico nel passato in cui il contatto umano era il modo più utilizzato per comunicare con gli altri...


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kirk

Episodi visti: 12/12+6 --- Voto 7
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Conoscevo Kei Tome per i suoi manga “Kurogane” e “Fuguruma Memories”, usciti a puntate su Kappa Magazine, e devo ammettere che li consideravo buoni prodotti... ma non ottimi. Mi spiace dirlo, di questo anime non ho capito nemmeno il perché del titolo, cosa che ci può stare, visto che di undici volumi sono stati fatti solo dodici episodi.

Lo dico apertamente, a me in genere gli “slice of life” piacciono, e anche questo l’ho (nonostante alcune debolezze) gradito. Non direi che sia drammatico, ma c’è del dramma ed è molto sentimentale. In ogni episodio vediamo come si combinano Shinako, Rikuo, Hara e Ruo fra di loro e con gli altri... forse, per come l’ho messa, qualcuno può pensare al sesso, ma in realtà non si vede nemmeno un bacetto... e sì che sono tutti adulti e non ci sarebbe stato niente di male.
Ma perché ho messo prima Shinako di Rikuo o Hara? Perché di fatto è lei il personaggio madre: di lei conosciamo il passato, è lei che, come si muove, fa cambiare il comportamento degli altri. Io all’inizio l’ho odiata, tra l’altro anche la sua doppiatrice (Kana Hanazawa) ha la voce di una ragazzina viziata, anche se è una doppiatrice abbastanza quotata. Nel corso dell’opera l’ho un po’ rivalutata, sembra che non sappia cosa voglia, ma lo sa... pur non volendo ammetterlo: lei vuole Ruo nonostante sia più giovane di lei e sia il fratello del suo primo amore, la sua è la cotta di un bambino che non ha le idee chiare sul perché la ama... a me sembra voglia semplicemente sostituirsi al fratello morto.
Anche la storia dell’amore di Hara per Rikuo non è chiara nell’anime... forse nel fumetto c’è di più.

Un difetto che ho trovato nell’opera è che, se le ragazze sono una diversa dall’altra, i personaggi maschili un po’ importanti si somiglino abbastanza. La cosa peggiore però è il finale: dopo undici episodi di sofferenza si era formata la coppia che a quel punto sembrava più logica, e con un perché molto fragile nell’ultimo episodio si formano le coppie uomo/ragazzina, donna/ragazzetto... la cosa ci poteva stare, per carità! Ma non così.
Comunque, al di là della logica degli sceneggiatori, mi è piaciuto e merita più della sufficienza: sette!


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IgnisSphero

Episodi visti: 12/12+6 --- Voto 7
Nella vita si portano avanti tanti obiettivi prefissati, alcuni che riescono a creare un breve appagamento interiore e altri invece più remunerativi e difficili da ottenere. Generalmente però i secondi sono quelli che ti garantiscono una felicità più stabile e duratura, in cui l’iniziale forma di soddisfacimento si tramuta in una gioia di vivere sereno. Di solito si sceglie invece la prima via e ci si accontenta di ciò che si trova, arrivando piano piano a dissipare tutte quelle emanazioni luminose che il destino occasionalmente ci offre con le sue infinite possibilità. Dalla regia di Yoshiyuki Fujiwara, abituato a collaborare con lo studio Doka Kobo per altri anime che un po’ riflettono questo pensiero, per esempio “Plastic Memories”, abbiamo quindi un un’opera drammatica e sentimentale che riflette, attraverso il protagonista maggiorenne Rikuo Ouzumi, l’insignificanza di una vita turbata e provata a causa di scelte poco convincenti attuate nel passato.

Nella storia, Rikuo Uozumi è un semplice lavoratore part-time, ancora innamorato di una ex compagna di università che però non lo ha mai ricambiato. Tutto sembra rimanere immobile e privo di significato, fino a quando nella sua vita non si intromette una strana e allegra ragazza chiamata Haru Nozaka, che in modo repentino finirà per provare dei sentimenti che vanno al di là della semplice amicizia. Nel seguito, quindi, Rikuo si ritroverà ad uscire dal suo guscio e a fare delle scelte pragmatiche sia nell’ambito lavorativo che in quello amoroso.

Nel design l’anime si presenta abbastanza sommario e poco dettagliato. Si nota che non c’è stata una particolare cura nel disegno, specialmente nel tratteggio delle linee facciali, le quali appaiono fin da subito poco convincenti. Un colore smunto riesce a descrivere in linea generale l’atmosfera quasi asettica dell’opera, anche se certe volte il tutto diventa un po’ ripetitivo e stancante. Nonostante le poche pretese di impatto sullo spettatore, l’anime riesce gradualmente a mettere sotto una luce diversa i personaggi, e quindi a sopperire la cattiva influenza che possiamo avere inizialmente.

La sceneggiatura è stata creata senza troppe pretese, ma riesce nel suo scopo, presentandoci degli eventi utili per far crescere i personaggi che mano a mano diventano maggiormente consapevoli delle loro azioni. Dal punto di vista della regia, però, non posso dire lo stesso. È facile notare lo stacco improvviso di alcune scene, dato dal fatto che si è voluta completare fino alla fine una storia tratta da un manga di undici volumi con i soliti tredici episodi, che in questo caso risultano essere a volte poco esplicativi. Inoltre, ci sono eventi che potevano essere tranquillamente tolti a discapito di altri. Insomma, ci sono diverse incongruenze che purtroppo non possono essere sanate. La storia comunque riesce a reggere e si conclude in modo accettabile.

Ho sentito molti pareri negativi per un anime che sicuramente non è tecnicamente a livelli eccelsi, però la sua morale, difficile da accettare e capire fino in fondo, si presenta come giusta e veritiera. Decidere repentinamente sul proprio futuro senza riflettere con il giusto tempo non ci deve portare alla condizione di rinuncia del proprio vero sogno, e viceversa sognare non ci deve rinchiudere in una gabbia priva di stimoli.


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erika zago

Episodi visti: 12/12+6 --- Voto 6
Penso di aver avuto decisamente le aspettative troppo alte per quest'anime, anche dalla trama che aveva mi aspettavo qualcosa di diverso. Di solito gli "slice of life" mi piacciono molto, ma questo l'ho trovato eccessivamente lento per colpa della parte sentimentale della storia.

Dalla trama pensavo che ci sarebbe stato un percorso di crescita del protagonista che, facendo un lavoro umile, riesce a crescere come persona, e che la parte sentimentale non avesse così molta rilevanza; a quanto pare, mi sbagliavo.
La storia vede protagonista Rikuo, che, appena laureato, ha deciso di lavorare part-time in un konbini, poi ci vengono presentate le due contendenti dell'amore del protagonista: Shinako, la ragazza per cui aveva una cotta all'università, e Nonaka, una tipa che non lo conosce, ma per qualche ragione ha avuto un colpo di fulmine per lui. All’inizio Rikuo mi piaceva, il suo arrendersi subito dal cercare un lavoro fisso dopo il diploma per lavorare in un konbini è dato dalla paura di impegnarsi e dalla sua insicurezza, ero riuscita a capirlo completamente. Dopo poco però il suo percorso cambia, quello che non mi è piaciuto è il come cambia, non è stata la perseveranza del protagonista, ma il semplice favore di un amico a dare una svolta alla sua vita.
Shinako è in assoluto il personaggio che meno mi è piaciuto di tutto l'anime e la maggior parte delle vicende gira proprio intorno a lei, sembra essere lei la vera e propria protagonista della storia. Solo di lei viene mostrato il passato, dato che non riesce a superare un lutto avvenuto nel periodo della sua adolescenza (tra l’altro, anche lei ha un suo contendente, Ro, amico d’infanzia da sempre infatuato di lei), la sua perenne indecisione e il suo non capire la vera natura dei suoi sentimenti non mi hanno assolutamente interessato, anzi, mi hanno fatto solo innervosire.
Per ultima Nonaka, una ragazzina determinata e fastidiosa che girerà in continuazione attorno a Rikuo, anche se questo più volte le dirà di non farlo, perché visibilmente preoccupato, dato che la maggior parte delle volte la trova ad aspettarlo da sola e di notte. Questo personaggio aveva delle potenzialità, ma non viene minimamente approfondito.
Non sono riuscita ad empatizzare con nessuno dei personaggi e devo ammettere che in molti episodi ho sentito una grande pesantezza per la spropositata lentezza degli avvenimenti. Infine, devo dire una cosa sul finale di questa storia che non mi è assolutamente piaciuto:

Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler

la storia tra Rikuo e Shinako naufragata, era evidente fin da come era iniziata che non sarebbero mai andati da nessuna parte, ma la parte finale in cui Rikuo torna da Nonaka per confessare i propri sentimenti è davvero stupida! Si capiva perché all’inizio Rikuo si fosse innamorato di Shinako, ma alla fine il fatto che lui adesso provi dei sentimenti per Nonaka esce completamente dal nulla. Nonaka gli chiede: “Vieni da me solo perché Shinako ti ha mollato?” e lui risponde: “No, mi sono accorto che mi mancavi e che sono innamorato”, cavolate! Nei tre mesi in cui stava con Shinako, non ha mai provato a cercarla. Se osserviamo, in tutto l’anime tra loro due c’è solo una breve scena di gelosia, tutto il resto è pura preoccupazione che qualcuno l’aggredisca, perché lo aspetta in piena notte, e quelli che sembrano normali gesti di amicizia.

Fine parte contenente spoiler

Come note positive, l’animazione è fatta bene ed è evidente che c’è stato uno studio per rendere tutti gli ambienti realistici, come la galleria d’arte e lo studio fotografico, che sono realizzati in maniera magistrale.
A quest’anime do la sufficienza, perché, nonostante non sia riuscito a conquistarmi, i personaggi sono bene caratterizzati e riconoscibili, e si vede la loro crescita. Alla fine il fatto che né la trama né i personaggi mi siano piaciuti è una cosa molto soggettiva, quindi non me la sento di dare un voto inferiore al 6.

Shiho Miyano

Episodi visti: 18/12+6 --- Voto 8
«Sing "Yesterday" for Me», è una serie della primavera 2020 che consta di dodici episodi di durata canonica, più sei brevi micro-episodi di un paio di minuti ciascuno. Si tratta della trasposizione animata dell’omonimo manga di undici volumi scritto e disegnato da Kei Toume.

L’opera si muove fra due generi: quello dello slice of life e quello della storia sentimentale. Visivamente è una gioia, il ritmo è ben gestito e gli episodi scorrono piacevolmente senza essere né troppo lenti né troppo veloci. Volendo essere più precisi, ci sono due eccezioni: il nono che è lento e il dodicesimo, quello finale, che affretta decisamente la risoluzione del quadrilatero amoroso.

Il protagonista è Rikuo Uozumi, un ragazzo gentile, ma privo di risolutezza: si è laureato, ma non si decide a lasciare il lavoro part time al konbini e cercare un’occupazione “adulta”. Si tormenta: per questo e per non aver confessato all’amica dei tempi dell’università di essere innamorato di lei. Quest’amica è Shinako Morinome, che è invece passata a un lavoro “serio”, ha iniziato a insegnare in un liceo, ma anche lei come Rikuo è in qualche modo sospesa: è legata al ricordo del suo primo amore, un ragazzo cagionevole, di cui era amica dall’infanzia, sempre malato e morto giovanissimo. Nelle giornate di Rikuo si affaccia il terzo personaggio della serie, Haru Nonaka, una ragazza un poco più giovane, che ha lasciato la scuola senza terminare il liceo, lavora come cameriera in un caffè, e va in giro accompagnata da un insolito animale domestico, il corvo Kansuke. Lei è interessata a Rikuo e inizierà a tallonarlo allo scopo di “conquistarlo”.
Il quarto lato di questo poligono sbilenco e problematico è il liceale, Rō Hayakawa, amico d’infanzia di Shinako e fratello minore del primo amore di lei, lui è invaghito di Shinako e vuole far di tutto perché lei smetta di vederlo come un bambino.

Nessuno dei quattro è maturo e, se già gli atteggiamenti di Haru e Rō sarebbero più adatti a ragazzini più giovani, il difetto è ulteriormente esacerbato in Rikuo e Shinako, che risultano personaggi inetti, nel senso sveviano del termine, e sentimentalmente ineducati: non sanno né interpretare né gestire le proprie emozioni (i due più giovani, almeno, sono consci dei propri desideri).

Non è il caso di raccontare qui come verrà risolta la situazione, ma questo elemento non ha grande peso rispetto all’apprezzare o meno questa serie. O vi sarà piaciuto il modo di narrare questa storia oppure prima della fine ve ne sarete stufati. Questo modo di narrare - secondo me - è particolare perché privo di intento “educativo”, di sprone, di ispirazione: è inusuale che due dei protagonisti siano immobilizzati nelle loro indecisioni e gli altri due si impegnino sì, tantissimo, ma per cercare di instaurare relazioni chiaramente troppo asimmetriche per essere sane, soprattutto nel caso di Rō.

L’interesse di Rikuo per la fotografia e quello di Rō per il disegno sono ottimi spunti per ingentilire le parti slice of life, che risultano quelle più interessanti e godibili della storia, gli esterni sono mozzafiato con sfondi studiatissimi, realizzati dallo Studio Easter, che sono curati nei colori e nelle luci, e rendono tangibili i mutamenti dovuti al succedersi delle stagioni.
Jun'ichirō Taniguchi ha realizzato un character design decisamente accattivante, le animazioni, pregevolissime, sono dello studio Doga Kobo, e hanno una morbidezza quasi ipnotica. Yoshiyuki Fujiwara (assistente alla regia in «Tada-kun wa Koi wo Shinai» del 2018) si è occupato di regia, sceneggiatura (qui in collaborazione con Jin Tanaka) e composizione della serie, e credo che abbia fatto veramente un buon lavoro, l’impressione è che i punti deboli fossero già presenti nell’opera originale e non siano dovuti a incertezze nella trasposizione.
Il comparto musicale è gradevole, soprattutto per quanto riguarda le due ending: “Kago no Naka ni Tori” (Yourness) e “Aoibashi” (Sayuri).

Lo sviluppo dei personaggi è il maggior punto debole della storia, eppure due personaggi interessanti si affacciano, Koichi Minato e Chika Huzuhara; a ciascuno dei due è dedicato un episodio, e sono i due che ho più apprezzato (anche i coniugi Fukuda, che hanno brevi parti, sono piacevolissimi).

Il comparto tecnico meriterebbe un dieci, ma il voto complessivo non supera un otto, proprio a causa di come sono rappresentati i personaggi: non perché siano problematici o perché non possano essere di buon esempio per nessuno, ma perché l’autrice del racconto non sembra essere conscia dei loro difetti, non vi percepisce lo sguardo critico dell’autore (l'inetto Zeno è invece presentato così dal suo autore). Ascolto con piacere storie su persone tutt'altro che perfette, ma ne rimango soddisfatta solo se ho l’impressione che l’autore lo faccia scientemente e, quasi, strizzi l’occhio al lettore per dire: “Guarda un po’, non ti sembra che così siano più interessanti?”


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Kotaibushi

Episodi visti: 12/12+6 --- Voto 7
"Sing "Yesterday" for Me" è sicuramente un anime interessante, davvero piacevole e rilassante da guardare, e, per quanto mi riguarda, anche decisamente coinvolgente.

La trama è molto semplice, tuttavia racconta una storia ben definita e molto intrigante, difficilmente annoia, nonostante una narrazione un po' troppo lenta. La storia risulta molto realistica, riuscendo sempre a trasmettere tutte le emozioni e le sensazioni provate dai personaggi, permettendo spesso di far immedesimare lo spettatore nelle vicende. Anche i personaggi sono davvero ben fatti, tutti hanno una propria caratterizzazione, e arricchiscono la trama con ottimi spunti di riflessione; l'unico che non mi è piaciuto, e secondo me stona un po', è stato il ragazzo che va a scuola (di cui non ricordo il nome), davvero troppo egoista e molto spesso infantile nei ragionamenti.
Ho trovato pochi aspetti che non mi hanno convinto appieno: oltre al finale troppo frettoloso e un po' troppo forzato, non ho molto apprezzato lo svolgimento dato alla storia con continui salti temporali (anche se brevi), che personalmente generano un po' troppa confusione.

Consiglio vivamente la visione di quest''opera a chi è in cerca di una storia non eccessivamente lunga ma ben strutturata, che racconta in modo valido uno spaccato di vita reale.
Voto finale: 7


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maxcristal1990

Episodi visti: 18/12+6 --- Voto 8,5
Rikuo, uno dei personaggi principali di questa serie animata, lavora in un piccolo supermarket part-time. Già da tempi della scuola non si era dimostrato una grande promessa, e le idee molto confuse non lo aiutano affatto. Haru, ragazza di giovane età molto solare e piena di vita, nonostante abbia sempre un corvo con sé addomesticato, è follemente innamorata di Rikuo, che però pare non ricambiare i suoi sentimenti, visto che sembra essere completamente preso da Shinako, professoressa molto carina ex compagna di scuola. E così inizia questa fantastica storia, molto intrigante.

Devo esprimere unicamente giudizi positivi su questo adattamento animato, criticabile soltanto nelle scelte di evoluzione della storia. Criticabile perché prende delle pieghe nel finale un po' troppo affrettate, ma nonostante tutto ho gradito dodici episodi su dodici, e pure gli special erano molto carini.
Ci sono un'infinità di motivi sul perché guardare "Sing "Yesterday" for Me". Elencherò quelli, a mio parere, principali: Haru è un personaggio stupendo, solare e molto vivace, regala emozioni intense ogni puntata e credo a parole non si possa descrivere quello che ha trasmesso in dodici episodi; le animazioni sono di un qualitativo immenso e sono tutte molto dettagliate anche nei piccoli particolari; la storia ha veramente pochi momenti morti, la scorrevolezza è lineare e prende lo spettatore in maniera molto profonda; i colpi di scena non mancano, sembra vada sempre a finire in maniera scontata, poi invece cambiano le carte in tavola ogni episodio; è un anime dedicato a un'utenza più grande di età, con delle sfumature della vita quotidiana ben definite.

Preferisco non anticipare nulla nelle recensione, per evitare spoiler di un vero capolavoro. Vi consiglio unicamente di guardarlo.

mmm

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mmm

Episodi visti: 12/12+6 --- Voto 9,5
"Sing "Yesterday" for Me" è un buon prodotto a mio parere, che contiene come tutti gli anime pro e contro, anche se in quest'ultimo non ho visto molte imperfezioni.

È un anime che ha come tag, o categoria, 'seinen', quindi contiene delle tematiche per ragazzi più adulti, e questo non gli ha permesso di essere apprezzato appieno da tutti gli appassionati di anime; in molti lo hanno prima apprezzato come l'anime più visto del 2020, e forse anche il migliore della stagione primaverile, poi dopo qualche episodio è stato fortemente criticato da molti. Non riesco a capire come si faccia a non apprezzare quest'opera o come si faccia a criticarla come se fosse l'anime peggiore del mondo, visto che molti, da quanto me visto leggendo alcuni forum, gli hanno dato 1, 2 e anche 3, che a mio parere è davvero una cattiveria. Pochi considerano quanto impegno ci abbia messo il mangaka, poi magari si valuta con voto 8 un semplice anime isekai che contiene una trama fantasiosa che chiunque in questo ramo potrebbero realizzare.

Gli aspetti positivi di quest'anime sono la trama, che a mio parere è molto originale, basata su dei temi realistici e non fuori dalla realtà come molti dicono - l'amore è imprevedibile.
I personaggi sono ben strutturati e riescono a catturare le emozioni di chi lo vede.
La grafica è il punto più forte di quest'anime, con paesaggi molto realistici, e poi - che dire? - davvero nel complesso un capolavoro per gli occhi, sempre a mio parere.
Gli aspetti negativi non ci sono quasi per niente - qualche piccola imperfezione su qualcosa che nei dodici episodi non è stata aggiunta e che è stata leggermente più approfondita in quegli episodi extra, e qualche episodio un po' lento nei primi dodici minuti.

In conclusione, come giudizio finale un 9 meritato.