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Utente2053

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Utente2053

Episodi visti: 6/6 --- Voto 9
Prima di cominciare questa recensione voglio dire che sono una grandissima fan di Leiji Matsumoto e di tutte le sue opere.

Harlock Saga è un anime diviso in 6 episodi OVA del 1999. In questo prodotto troviamo altri personaggi degni di nota, tra cui Esmeraldas, e altri protagonisti del mondo parallelo di Capitan Harlock.
La trama prende spunto dalla letteratura Germanica, ovvero dal poema dei Nibelunghi, da cui anche Richard Wagner, compositore, librettista, direttore d'orchestra e saggista tedesco, trasse un'opera.
Sempre la trama viene un po’ modificata da Matsumoto, infatti si vedono un po’ di modifiche, ma si adattano al fatto che tutta l'opera sia ambientata nell'universo.
Anche i personaggi sono immersi molto bene nell'opera. I protagonisti sembrano giocare con il destino, infatti se guardiamo bene sembra che stiano facendo una lotta con un limite di tempo.

Ora passiamo alla trama vera e propria: tutto inizia con il furto di un anello che è legato a una legenda, la quale rivela che chi indosserà quest'anello (all'inizio è un metallo da forgiare) diventerà il padrone dell'universo a costo di cambiare il destino del cosmo. Da qui inizieranno le avventure di Harlock e dei suoi amici...

Come le altre recensioni hanno già fatto evincere, evidenziando i difetti dell'opera, anche in questo caso sono del loro stesso parere. Insomma, ci sono nell'anime troppi buchi da chiarire, che possono mandare in confusione lo spettatore, e altre cose che non sto a indicare.
Nonostante tutto però, Harlock Saga per me resta sempre un capolavoro dell'animazione Giapponese.
Anche questo prodotto Matsumoto riesce a rendere immortale, grazie al supporto di Wagner e delle sue musiche che hanno accompagnano i personaggi in tutta l'opera.

Per me è stata una saga molto e emozionante piena di azione, avventura, ed è stata anche un po’ malinconico. Consiglio di vederla anche se ci sono dei difetti, anche perché, come ho detto prima, troviamo riuniti molti personaggi anche di passaggio.
Voto: 9.


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Catulla

Episodi visti: 6/6 --- Voto 6
In un tempo infinitamente remoto gli dei, dopo aver dato vita all’intero universo e alle sue forme di vita, vennero in conflitto tra loro… una lotta tra immortali che comportò la sottomissione della stirpe dei Nibelunghi ad opera degli dei del Valhalla, il centro dell’Universo.
La serie di sei OAV che contiene i nodi di questa vicenda si ispira alla famosa opera di Richard Wagner. E’ un tema abbastanza complesso che vede intrecciarsi i destini di stirpi divine e di esseri imperfetti e mortali, questi ultimi nella disperata difesa dell’intero universo che potrebbe cadere definitivamente nel caos dopo il furto improvviso dell’Oro del Reno ad opera di Alberich, un discendente della stirpe dei Nibelunghi, un tempo esiliata dagli dei del Valhalla.
Troviamo quindi come motore della vicenda della serie un desiderio di rivalsa, di vendetta, da parte di Alberich, anche a costo di distruggere tutto il creato per la propria ambizione.

Dei che si contrappongono tra loro egoisticamente per affermare il proprio dominio, uomini nobili che cercano di opporsi alla tragica eventualità di distruzione che questo scontro tra immortali potrebbe portare con sé per tutti gli esseri dell’universo. Le futili mire egoistiche e ambiziose degli dei nordici si contrappongono alla profonda nobiltà degli ideali umani.
Umani che vengono considerati imperfetti, primitivi, ma che dimostrano alla fine ciò di cui può essere capace colui che viene sottovalutato e che combatte per sentimenti che vanno al di là della semplice ambizione capricciosa e del personale tornaconto.
Le figure divine vengono presentate in quest’opera come moralmente eccepibili, lo spettatore si potrebbe chiedere come sia possibile che i magnifici e possenti dei della mitologia norrena possano essere rappresentati in un’atmosfera decadente e dominati dalla paura incombente che il mitico Anello dei Nibelunghi, forgiato utilizzando l’Oro del Reno, possa distruggere per sempre il centro dell’universo e la fiorente immortalità degli dei del Valhalla. Così Odino, padre degli dei norreni, è preso dalla paura che Alberich possa per sempre impadronirsi del suo potere; è individuo gretto e meschino, disposto persino a sacrificare la propria figlia Frejya ai due giganti gemelli Fafner e Fasolt in cambio di una fortezza in cui si possa rifugiare vigliaccamente con la consorte nel caso di un’eventuale distruzione del Valhalla.

Alle figure egoistiche e bramosamente attaccate alla propria immortalità degli dei del Valhalla e di Alberich si contrappongono le figure eteree e leggere, limpide e delicate delle due suonatrici d’organo che mantengono intatta con la loro melodia l’armonia dell’universo, lo scorrere del tempo dal principio fino alla fine. Limpidi anche i loro ideali, la cui purezza ne fa due dee degne di esser così definite, Frejya e Mime. Esse si somigliano come due gocce d’acqua pur appartenendo a due stirpi diverse: simbolo di come la guerra condotta tra le due famiglie sia inutile quanto priva di senso. Mime incarna alla perfezione ciò che dovrebbe essere un’entità divina: attaccata al benessere e all’incolumità del creato, eternamente dedita alla protezione dei mortali, la cui esistenza breve e pregna di avvenimenti li rende capaci di qualsiasi azione pur di salvare la propria preziosa vita.

Di sicuro la trama offriva serie possibilità di approfondimento, possibilità che non sono state affatto colte. Così lo spettatore si trova di fronte ad una trama lenta e stentata per essere condensata in soli sei OAV. Si ha dunque l’impressione che il tutto si convogli maldestramente nell’ultimo OAV trattando superficialmente alcuni temi e personaggi che meritavano un grandissimo approfondimento. Alberich viene umiliato da Harlock facendo la figura di un vero vigliacco, che ha paura dell’uomo, come se alla caduta della sua maschera avesse d’un tratto dimenticato chi fosse e trasformandosi in maniera incredibile rispetto all’individuo tenebroso e minaccioso che si era visto nei precedenti OAV.
La trama inoltre presenta diverse incongruenze, frutto di un’architettura frettolosa e superficiale e dell’intenzione di portare a compimento una vicenda complessa nel giro di sei soli OAV.
Altrettanto piatti risultano inoltre i personaggi: Tochiro ed Harlock in primo luogo, i due protagonisti, ci sembrano spogliati della profondità d’animo che li aveva contraddistinti nelle due serie precedenti. Harlock soprattutto sembra quasi privo di sentimenti, fin troppo perfetto per essere uomo, quasi come se fosse una semplice macchina che elabora degli ordini da dare al proprio equipaggio. La freddezza razionale, unita alla coerenza dei propri valori che lo aveva contraddistinto nella serie del ’78 e in quella dello ’82, adesso si tramuta in una piattezza che lo rende agli occhi degli spettatori quasi una comparsa.
A tal proposito vediamo per la prima volta la comparizione di un personaggio dell’universo Matsumoto, un cammeo che ci mostra la malinconica e bella Maeter della famosa serie “Galaxy Express 999” e che d’ora in avanti comparirà in altre serie collegate ad Harlock.
Inedito in quest’opera il character design, particolare nella resa dei volti, quasi barocco ed esuberante, che può piacere come anche lasciare nostalgici del tratto delle serie precedenti.

Positivo invece il giudizio sulle musiche, opera del famosissimo Richard Wagner, epiche e adatte allo stile dell’opera, maestose e sublimi le composizioni sulla cui armonia l’Arcadia si dibatte all’interno della fortezza del Valhalla.
Altrettanto positivo il giudizio sulla qualità dell’animazione: siamo ormai nel 1999 e il progresso delle tecniche si fa sentire, anche se nei primi episodi la presenza della computer grafica è fin troppo evidente, lasciando lo spettatore un po’ spaesato di fronte al suo utilizzo in un’opera il cui soggetto è antico e classico.
Si tratta senza dubbio di un’opera la cui trama presenta interessantissimi spunti, ma, se rapportata alle altre opere del genio di Matsumoto passa in secondo piano per la mancanza di profondità e la frettolosità con cui è stata realizzata. Può piacere a livello tecnico, può affascinare la trama dei primi OAV, ma nel complesso, aggiungendo la visione degli OAV conclusivi, e la delusione conseguente, raggiunge la sufficienza.


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M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 6/6 --- Voto 7,5
Harlock Saga è la trasposizione animata del manga di Leiji Matsumoto "L'Anello dei Nibelunghi", che si ispira chiaramente all'omonimo, imponente ciclo di opere liriche di Richard Wagner, che a sua volta attinge alla mitologia nordica.
Se il personaggio di capitan Harlock si trasformò in un pirata spaziale grazie alla suggestione che le melodie wagneriane suscitarono nel mangaka, la grande saga dell'Anello dei Nibelunghi sembra la cornice ideale per portare a compimento l'antico progetto di riunificare in un'unica storia tutti i grandi protagonisti della serie. Sono tuttavia molti i personaggi che non trovano alcun corrispettivo wagneriano (Emeraldas, Tochiro, Yattaran, Todashi...), essendo stati inseriti unicamente per creare una continuità con le precedenti storie ambientate nel cosmo di Matsumoto.
Nonostante la poca rilevanza data alla caratterizzazione solita dei personaggi, per far posto al loro "ruolo", la storia scorre con piacere, sostenuta da una buona sceneggiatura, contenente dialoghi eleganti, momenti narrativi molto evocativi, suggestive scene d'azione e combattimenti spaziali sulle note del grande Wagner...
Il disegno e il colore sono perfettamente in linea con la fisionomia della serie, anche se appaiono un po' scialbi in alcune occasioni, mentre alcuni elementi si potevano risparmiare, come l'uso inappropriato della computer grafica.
Lascia abbastanza amaro in bocca anche il fatto che la serie animata abbia trama più breve di quella del manga e racconti soltanto l'inizio delle vicende, ma in ogni caso è stato giusto fermarsi.
Questa serie di OAV infatti può risultare piacevolissima alla prima visione, ma tende a stancare nelle volte successive, per via di una narrazione piuttosto fiacca a lungo andare.
L'anime in questione rimane un prodotto guardabile, e potrà piacere ai fan di vecchia data come a coloro che cercano qualcosa di insolito, o diciamo più fine, già a partire dai disegni e dalle musiche.

Seb

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Seb

Episodi visti: 6/6 --- Voto 6
Mi dispiace moltissimo affibbiare quello che, parlando di Matsumoto e di Harlock, considero un votaccio, ma la serie non mi ha per nulla appassionato.
Dove sono finiti i sentimenti che permeano i personaggi dell'universo Matsumotiano? I caratteri sembrano piatti e scialbi, alcuni personaggi (vedi Emeralda) appaiono solo per quelle che mi sembrano mere esigenze di produzione, senza avere un ruolo preciso e, soprattutto, logico. La grafica non sarebbe male, benchè guastata da animazioni CG da Commodore 64 (i ragazzi che non lo hanno mai conosciuto, chiedano informazioni ai "veci") e la tavolozza dei colori mi sembra ricca e ben utilizzata ma le animazioni lasciano un pò a desiderare: in definitiva da un OAV mi sarei aspettato qualcosa in più rispetto a un a serie televisiva.
La colonna sonora è stupenda, d'accordo, ma qui proprio non ci piove (Coppola ne sa qualcosa...). La colonna sonora originale? Io non mi sono accorto della sua presenza...
Solo il senso di profondo senso di giustizia presente in Harlock e la sua lotta contro quelli che alla fine risultano Dei falsi e bugiardi, risolleva l'anime dalla mediocrità assoluta...ma anche questo è uno spunto che la sceneggiatura non ha sviluppato come avrebbe potuto. Dipende forse dal concetto orientale del rapporto con le divinità, del tutto diverso dal Mito occidentale di Prometeo e del riscatto del genere umano?

Ellehime

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Ellehime

Episodi visti: 6/6 --- Voto 6
Personalmente sono una grande fan di Capitan Harlock, e, proprio per questo motivo sono rimasta davvero delusa. Dove sono finiti il romanticismo e la nostalgia che pervadevano la serie? Questo è un anime di ottima fattura, ma la trama lascia davvero a desiderare. Grandiosa la colonna sonora di Wagner, ma la storia non è all'altezza nè delle aspettative degli affezionati, nè della leggendaria figura del protagonista.

Ilpalazzo

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Ilpalazzo

Episodi visti: 3/6 --- Voto 8
Artisticamente, preparatevi ad assistere ad un'opera d'arte, concezioni classiche e moderne sia orientali che occidentali si fondono in questa trilogia che portera' il piu' singolare degli esseri umani nientemeno che di fronte agli dei. Troverete l'opera appassionante ben curata, la trama risulta poi per certi versi assurda come ed improbabile come in una commedia classica nordica. Ed è questo il punto di forza dell'opera, si ha l'impressione che i personaggi recitino un copione gia scritto dal destino al centro del quale Harlock si muovera' nel cercare di fare la differenza come un novello Sigfrido nel tentativo di preservare lo stato dell'universo. Detto questo gustatevelo tutto di un fiato, ho provato ad esprimere un giudizio piu obiettivo possibile per quanto risulti possibile ad un fan sfegatato di Matsumoto, se sono stato troppo buono nel giudizio mi cospargero' il capo di cenere. Sayonara