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Vash437

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Produzione del 2010, "Planzet" sfrutta la CGI per una maggiore qualità scenica. Creata su regia e sceneggiatura di Jun Awazu e animata dagli studi CoMix Wave Inc. e Media Factory, l'opera rimane sui binari dello standard e non esplode in niente di diverso dal solito.
Graficamente è di sicuro una delle opere migliori degli ultimi anni, tenendo conto sopratutto che non è un'opera destinata al grande schermo, con conseguente minore disponibilità in termini di budget. Possiamo notare come i personaggi non sembrino dei fantocci 3D, come può succedere in alcuni videogiochi, ma al contrario diano una parvenza di naturalezza. Le articolazioni sono riprodotte in maniera eccellente, dai passi lenti alle scene più veloci non si ha mai la sensazione di avere un manichino davanti, anche i dettagli anatomici meritano un plauso: duri quando si sottolineano le braccia dei soldati e morbidi quando si tratta di personaggi femminili. Unica pecca sono le espressioni a mio parere poco accentuate in alcune scene e su un paio di personaggi in generale, ma questo in ogni caso non influisce sulla buona qualità dell'animazione. Il chara design è molto buono, niente di caratteristico o di troppo originale, è morbido e abbastanza lineare, ma soprattutto godibile accentuando la dolcezza e la sensualità delle donne, l'immaturità del personaggio principale e la freddezza del capitano più anziano.

Prima di commentare la parte animata riguardante i robot c'è bisogno di spendere due righe per far capire il contesto generale dell'anime: siamo in un futuro poco distante dai nostri giorni, l'umanità ha appena colonizzato Marte e si prepara a esplorare l'universo, se non avvenisse l'invasione di una razza aliena denominata FOS che subito dopo la sua comparsa inizia il processo di devastazione della Terra. Questo riduce l'umanità a pochi sopravvissuti che tentano di resistere come possono. Tra le armi a sua disposizione, il Giappone ha dei Mobil Suit chiamati GL, mentre la difesa migliore in possesso dell'umanità è il Diffusore, una tecnologia in grado di creare una barriera molto simile all'A.T. Field di "Neon Genesis Evangelion". I GL risultano molto originali.

Tornando quindi ai robot presenti nella storia, troviamo una buona qualità anche in questo caso, con scene eclatanti, scontri ed esplosioni, creando una fluidità molto reale che ricorda i combattimenti di "Gundam", risultando del tutto godibile allo spettatore.
A inizio recensione avevamo detto che l'opera non esplode e ora ne vedremo i motivi, prima fra tutti la povertà della sceneggiatura, che incide fin troppo su una linearità della trama che dice tutto e non dice niente. Molte cose non vengono spiegate, della creazione dei GL viene solo detto che in Giappone vi sono degli ingegneri che ne studiano la tecnologia. Non si capisce se sono produzioni in serie ma sopratutto non si capisce perché ne esistano solo tre modelli, quelli che si vedono nell'anime, appunto, e, ammesso che esistano solo quelli, non esiste una Forza di Difesa, in modo da avere anche altri mezzi, ma solo tre scapestrati che sono lì non si sa bene come.

Qui c'è un'altra pecca: il background dei personaggi è banale e non viene enfatizzato a dovere, c'è chi è diventato soldato per il fratello scomparso, chi per vendetta, chi non si capisce bene il perché. Il tutto è un amalgama degli ingredienti basilari dell'animazione giapponese: il personaggio principale è un ragazzo immaturo che alla fine della storia capirà cosa è giusto fare, ma non può arrivarci da solo e ha bisogno dei sacrifici delle persone che gli sono vicine, come il capitano che ha perso tutto e non ha più scopi, ma sa benissimo quali sono i valori che contano. E' vero che le basi contano, ma è anche vero che c'è bisogno di originalità nel saperle usare.
Le espressioni a volte non rendono a dovere.

Altra cosa che fa abbassare il livello qualitativo dell'anime è lo scontro finale, quello con cui il ragazzo (ovviamente) salva la Terra distruggendo gli alieni, grazie a una super arma usata rigorosamente come ultima risorsa su decisione del comandante dell'esercito. La lamentela è banale, ma vi è un problema di fondo: la super arma è un'astronave immensa che il ragazzo pilota apparentemente senza plancia di comando! E c'è di più: nel momento di difficoltà, quando tutto sembra perduto a lui basta incazzarsi per far sì che l'astronave ottenga nuova energia e distrugga il nemico. Un finale che sembra più messo lì per tagliare e fare finire tutto in fretta.
Per concludere non mi sento di bocciare del tutto "Planzet"; certo la trama è lineare ma rimane comunque godibile, è una visione leggera giusta per una sera in cui non si vuole niente di impegnativo. Lo sconsiglierei a chi si aspetta 50 minuti di scontri bellici con Mobil Suit perché ne rimarrebbe deluso.


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jimmijax

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
"Planzet" mi ha immediatamente affascinato dalle immagini e questo mi ha portato a guardarmelo tutto, inoltre il CG ultimamente ha fatto passi da gigante. Risultato: 6, ma andiamo con ordine.
Il CG è stupendo e curatissimo, sebbene non arrivino al dettaglio di "The Spirit Within", che dalla sua aveva anche qualche milioncino di sesterzi in più pur essendo di 9 anni più vecchio, ma lo sforzo è quantomeno apprezzato, così come il chara e il design, anche se quest'ultimo spazia un po' troppo tra le varie epoche storiche; un esempio tra tutti è vedere orologi e cronometri ogni volta con una scelta stilistica differente, spaziando dagli anni '50 agli anni '90, come per dirci "guarda come siamo stati bravi". Gli autori sono stati sì bravi, ma il pastiche proposto lascia perplessi.

I combattimenti sono, almeno inizialmente, ben proposti non lasciando nulla al caso, anche se non dicono niente di nuovo; inoltre i mecha sono bellissimi e leggermente anonimi, il che li rende credibili come mezzi da battaglia, ma il vero dramma giunge nel giudicare la storia.
La trama è quanto di più riproposto nella storia del manga: un asteroide cattivo arriva e minaccia la Terra, "Yamato" docet, ma su questo si può chiudere un occhio, per il resto gli occhi chiusi dovrebbero essere due, forse tre. Non è vero, fin a metà la storia funziona, bella, addirittura drammatica, con personaggi profondi; poi, probabilmente per i tempi, per i soldi spesi o per chissà cos'altro, scende come una scure la scelta di un "deus ex machina" che fa cadere nella banalità più cupa sia la storia sia i dialoghi, rovinando un'intro e una parte centrale davvero ben realizzate.

In conclusione, "Planzet" è un'occasione mancata, poteva essere una pietra miliare, una perla rara del CG, ma rimane uno fra tanti, con buone idee, ma con un finale da dimenticare, lontano anni luce dalla poesia di "Final Fantasy" e dalla profondità di "Vexille", sebbene il confronto non sia da prendere troppo sul serio, ma questo fa notare il fatto che, con qualche sforzo produttivo in più, il film sarebbe potuto andare a braccetto con questi due titani del CG.


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FedeII

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Mi sono avvicinato a "Planzet" con curiosità, perché ho visto finora solo altri due film in CG, "FF spirit within" e "Advent Childre". Non mi avevano fatto impazzire quelli e, sarò sincero, lo stesso vale per questo. E, coerentemente, sono quasi gli stessi difetti e gli stessi pregi a caratterizzare i prodotti.
Partiamo dalla trama: una Terra del 2053 viene invasa da alieni (che non vedremo mai direttamente) e semi-distrutta. Pochi sopravvissuti sul pianeta tentano di resistere e la storia si concentra sugli sforzi di quattro soldati giapponesi, più un tecnico che si intravede qualche secondo. Sì, quattro. Sì, l'intera umanità rischia l'estinzione, migliaia di soldati hanno dato la vita, scienziati hanno programmato, costruito e mantenuto robot per la resistenza, i civili apparentemente risiedono da qualche parte in attesa dello scontro che libererà l'umanità dalla più grande minaccia della sua storia, ma noi non li vedremo mai. Vedremo un capitano ubriacone, un ragazzo normale, una ragazza abbastanza normale e un'ufficiale severa. Tutti i membri hanno un accenno di background tormentato, per tutti correlato alla famiglia.

L'aspetto psicologico non è certo il piatto forte dell'opera, essendo così parziale e inesplorato, di modo da non riuscire a emozionare per le difficoltà dei protagonisti. Inoltre, per accentuare la già notevole mancanza di originalità del tutto, anche qui il concetto di "forza di volontà vincente su tutto" trova il suo spazio, sancendo, insieme ai vistosi buchi della trama e alla povera caratterizzazione psicologica, l'ingenuità dell'opera.
Ho parlato dei difetti, ma ovviamente ci sono anche i pregi; in primis "Planzet" gode di un'ottima realizzazione tecnica. I volti dei personaggi, pur non espressivi, come ho visto in alcuni videogiochi ("Heavy Rain"?), sono riprodotti in buon dettaglio, come anche alcune vedute - ad esempio quelle della Terra dallo spazio o del cielo - e i robot. Un po' spogli sono i fondali, specie chiusi, ma sarò buono e interpreterò la mancanza come una scelta di evidenziare le difficoltà di un'umanità chiusa in un angolo dagli alieni cattivi. Anche le animazioni sono buone, in particolar modo durante le battaglie. Queste ultime sono probabilmente la parte meglio realizzata di tutto il film. L'unico loro neo è nel design assolutamente banale dei nemici: dischi volanti di crescente grandezza.

Altra perplessità, che si collega però alle ingenuità della trama, è: ci sono tre piloti in tutto per l'intera umanità, perché hanno quattro munizioni a testa? Ma sto divagando: il punto è che visivamente "Planzet" funziona, e anche bene. La colonna sonora è nella media, senza gloria né infamia. La lunghezza totale è di circa 54 minuti, sigle incluse.
In conclusione: "Planzet" è un film di un genere ancora abbastanza pioneristico; il CG, tuttavia rientra nella logica dei mecha vecchio stampo, in cui l'azione è il focus e i personaggi sono posti in secondo piano. In questo senso, la grafica fa il suo dovere, e solo per questo ne consiglierei la visione. Si badi però di considerare il film per quello che è: un virtuosismo grafico con una trama approssimativa; quindi i fan di fantascienza leggano gli Urania e siano clementi con "Planzet".
Darei 6,5, ma arrotondo perché credo il CG abbia ottime prospettive e voglio incoraggiare.