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HakMaxSalv92

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Introduzione

Che cosa dire a proposito di questo film? Si potrebbe dire che c'è poco o niente, ma in realtà penso che ci sia molto da dire, incluso quello che non si dovrebbe dire, e spiego anche il perché. Quindi mi assumo un rischio e azzardo, perché, vedendolo così ad una prima impressione, ho avuto una sensazione di pericolo che non mi è piaciuta per niente. Scusate se parto in questo modo, ma ho la tendenza a immedesimarmi nelle cose, e se lo faccio, è per capire la vera natura/essenza delle idee, ipotesi, programmi, piani e progetti e dei relativi contenuti. Questo semplice caso di animazione necessita, a mio avviso, di essere considerato anche da punti di vista che nulla hanno a che vedere con il film (almeno in apparenza), ma che, a dispetto di ciò che possono sembrare, hanno invece a che vedere con ciò che si vede, perché nascondono delle realtà e verità che nessuno vuole vedere e/o sentire, con il pericolo di anestetizzare i sensi e la ragione, il buon senso, il giudizio, la coscienza, la consapevolezza e le altre facoltà dell'intelletto.
Fatta questa premessa, passo ad illustrare la mia percezione, punto di vista e opinione riguardo a questa pellicola.

Trama e messaggi

Voto: 6. Faccio una domanda: "Si può veramente parlare di trama in questo film?" Perché io non ho percepito alcuna trama qui. Il confronto padre-figlio viene appena accennato, ma poi viene del tutto accantonato e abbandonato (forse è una strategia o scelta/decisione artistica, stilistica, comunicativa?!) o viene rappresentato nella classica formula dialogo-incomprensione-distanziamento-ribellione-confronto-riconcilazione. Da quello che ho visto io, ho avuto la sensazione di vedere soltanto una grossa e lunga pubblicità, che invoglia (o che addirittura sa quasi di lobbismo, poi spero anche di sbagliarmi) o convince/persuade ad adottare e utilizzare l'Intelligenza Artificiale come stile di vita in modo quasi del tutto acritico e ossequioso, al fine di migliorare "apparentemente" la qualità della propria vita e di mettere in evidenza le grandi potenzialità, per non dire l'apparente potenziale illimitato che permette a chiunque, anche al meno dotato, capace, talentuoso, di realizzare i propri sogni e desideri, facendolo diventare parte del suo mondo virtuale e fittizio, dove l'Intelligenza Artificiale gli dà l'illusione di essere il padrone assoluto, una sorta di divinità, realizzando quindi l'utopia della "creatio homini" che supera la "creatio dei", ma che in realtà si converte nel Deus Ex Machina che diventa realtà e sostituisce il Deus Ex Humanitas. Questa è a mio avviso una serie messaggi molto ambigui, e per estensione di messaggi subliminali, un tema originale, inerente al concetto della fantascienza (mi torna ad esempio in mente un altro film a cartoni animati a sfondo fantascientifico, "Robots", dove l'antagonista Racet usa uno slogan abbastanza ambiguo e pericoloso: "Perché essere tu, quando puoi essere di più?!"). Mi permetto di dire che uno dei pochi messaggi utili inerenti a questo film è che la soluzione e il problema stanno nello stesso posto, ed è quello che il coprotagonista del film, il figlio, deve fare. Possiamo quindi sostenere che l'unico messaggio sano che questa pellicola trasmette è di praticare una sorta di introspezione, e lo raccomanda fortemente anche allo spettatore. Ma prima di tutto, e soprattutto, il messaggio più importante, che è quello che il protagonista capisce, è che gli altri non devono diventare come lui, bensì devono diventare e rimanere sé stessi (tuttavia, questo si era capito già nel primo film, quindi si può anche dire che questo è un tantino obsoleto). Ciononostante, il film non vuole essere una condanna all'Intelligenza Artificiale, perché in fin dei conti questa è stata concepita per migliorare la qualità della vita e del rapporto che l'uomo ha con sé stesso e con la natura. Quindi l'invito è cercare di trovare un equilibrio tra il mondo virtuale, il mondo fittizio nostro e la natura, e quindi è un invito a contemplare, analizzare, sintetizzare, rielaborare, riconcettualizzare e riprocessare i contenuti, i loro significati, il loro spessore, il loro valore, la loro funzione e potenziale, a seconda del caso, contesto, situazione, momento, tempo e luogo. Dopotutto, questa, come quasi tutte le scoperte e invenzioni scientifiche, tecniche, letterarie, economiche, politiche, giuridiche, psicologiche, mediche, artistiche, musicali ha la funzione di permetterci di esprimere il nostro potenziale inespresso, apponendo ovviamente delle opportune regole, delimitazioni, limiti. Di conseguenza, non si può neanche del tutto biasimare e condannare l'Intelligenza Artificiale, perché, essendo essa un prodotto dell'intelletto e ingegno umani, necessita di essere educata come una figlia (per usare un'iperbole), perché possa creare dei ponti generazionali dove tutti siano veramente uniti e possano intendersi a vicenda.

Grafica

Voto: 8. La grafica è forse uno dei pochi fattori che qui si salvano. Indubbiamente è sgargiante e svolge una funzione ambigua: nella prima parte trasmette dei messaggi bellissimi come contemplare l'idea di visitare i mondi e/o universi che ci hanno fatto crescere e diventare parte di loro (uno dei tanti sogni irrealizzati), mentre nella parte inerente alla partita ci trasmette dei messaggi pericolosi, come l'idea che ciò che è eseguito in maniera più veloce, efficiente e rapida sia meglio di ciò che invece si sviluppa lentamente, nel corso del tempo, e che quindi richiede calma, pazienza, costanza, dedizione, salvo poi che nel film avviene la smentita come una sorta di morale, ovvero che l'esperienza è figlia della verità e nipote del tempo. Mentre la novità è un'orfana che deve essere adottata ed educata.

Personaggi

Voto: 7. I personaggi inizialmente mantengono quella loro componente naturale e umana che dovrebbe essere la base di ogni storia. Qui invece a poco a poco alcuni di loro perdono di vista sé stessi e diventano ciò che non dovrebbero diventare, ovvero una versione decisamente degenerata. Vengono potenziati, ma poi capiscono che quella potenza è un'illusione e desiderano tornare ad essere sé stessi, e forse questo è un altro dei messaggi sani che si salvano, e forse uno dei pochi rimasti fedeli e costanti nel collegamento al primo film (per riprendere la battuta di Michael Jordan alla richiesta di Duffy Duck riguardo la bibita energetica, "Perché non ne aveva! La grinta che avete tirato fuori l'avevate già dentro!"). Do un 7 ai personaggi perché c'è lo stile Looney Tunes, che risulta utile per le diverse parodie dei blockbuster della Warner, ma ad esempio Le Bron James e il figlio sembrano solo delle comparse, come il resto della famiglia.

Colonna sonora

Voto: 6. Si salva un pezzo della colonna sonora che risulta essere l'unione di più colonne sonore dei grandi successi della Warner, almeno la prima parte. Poi la seconda parte, quella inerente alla partita, è invece composta di canzoni che manifestano un'autoreferenzialità esasperante, che toglie tutto il senso di meraviglia, magia, mistero e miracolo, e quindi diventa uno scivolone e caduta libera che nessuno vuole sentire/ascoltare, una sorta di narcisismo amplificato all'ennesima potenza e nel modo sbagliato.

Giudizio finale

Mi permetto di esprimere molta reticenza. Io credo che questo film, come molti altri film e serie, sia una sorta di vicolo cieco, pieno di molte ambiguità, contraddizioni, limiti e anche parecchie incognite, punti di domanda, incertezze, insicurezze, domande e risposte proibite, misteri, segreti, probabilità, imprevisti, per i quali quasi nessuno è ancora preparato. Onestamente, suggerirei di vedere altre serie affini e/o leggere i capolavori dei grandi autori di fantascienza, per farsi un'idea più precisa, accurata, dettagliata, completa, esaustiva, integrando i contenuti dei diversi brand e facendo delle analisi, sintesi, rielaborazioni, riconcettualizzazioni più profonde, complete e prolisse. Sta di fatto che questa pellicola soddisfa parzialmente le aspettative che ci si aspettava come evoluzione della trama attinente al primo film, anzi presenta delle lacune molto grosse.

Voto: 7, ma con qualche riserbo...


 9
Fabbrizio_on_the_Road

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
“Space Jam: New Legends” è il sequel dello storico film del ‘96 con protagonista Micheal Jordan e i Looney Tunes. Il film è stato stroncato dalla critica, e anche il pubblico sembra che non l’abbia apprezzato più di tanto, ma, avendo amato l’originale, sapevo che prima o poi mi sarei voluto togliere la curiosità di vedere anche questo, nella speranza che potesse comunque risultare un film, magari infantile, ma tutto sommato divertente. Purtroppo, così non è stato, e a mio avviso le note dolenti da segnalare in questa pellicola sono tante e più gravi rispetto al film originale, che ovviamente aveva diversi limiti, ma a mio avviso non cadeva nel ridicolo come questo.

Il problema principale di questo film è che finisce per essere la fiera dell’autoreferenzialità. Ogni scusa è buona per mettere in mostra tutte le proprietà intellettuali della Warner Bros. in modo totalmente sfacciato e fine a sé stesso. In questo stucchevole minestrone di fanservice, perdere di vista la trama e quello che dovrebbe essere l’obiettivo dei personaggi è di una facilità disarmante.
Anche il primo film era strapieno di riferimenti e pubblicità al mondo dei Looney Tunes e ai marchi legati alla figura di Jordan, ma erano molto più sottili e defilati, comunque mai abbastanza invadenti da far perdere di vista allo spettatore la storia del protagonista. Qui invece hanno preferito mettere in vetrina tutti i franchise della casa, poco importa che non siano mai funzionali alle vicende del film e che, in definitiva, siano più un ingombro che altro, vedasi il pubblico durante la partita finale.
Ovviamente, in questo oceano di riferimenti, qualche citazione carina c’è, ma non basta a reggere tutto questo fanservice ammorbante.

Un altro problema del film è che, all’interno della vicenda, manca totalmente una componente sportiva. Nel primo, uno degli aspetti più interessanti consisteva nel fatto che Jordan ormai si era ritirato dal mondo del basket, e quindi era riluttante a impegnarsi in una nuova sfida con questo sport. Durante la storia, doveva riscoprire la passione che lo aveva portato ai vertici, allenandosi con gli altri personaggi in vista del temuto scontro finale.
In questo film non si parla del LeBron giocatore, ma del LeBron padre che deve salvare e riscoprire il rapporto con il figlio. Non si sente mai l’avvicinarsi della partita finale, la quale è totalmente priva di tensione, e non si riesce mai a prenderla sul serio. Questo anche a causa di un’ambientazione sbagliata. Nel primo la partita si svolgeva di sera e al chiuso con un pubblico gremito, ma comunque limitato. Qui tutto si svolge all’aperto e sotto la luce del sole, con un pubblico sterminato, che, come già detto, troppe volte invade la scena.

L’ultimo grande contro di questo film sono gli antagonisti. Scialbi, anonimi e privi di caratterizzazione. E non mi riferisco tanto all’algoritmo che rapisce il figlio di LeBron, che comunque non è nulla di che, ma soprattutto ai giocatori avversari. Chi sono? Da dove vengono fuori? Perché sono loro gli avversari di LeBron? Nel primo film gli alieni antagonisti erano forti e temibili perché avevano rubato il talento ai migliori giocatori dell’NBA. Questi sono bravi perché sì.

Questo secondo capitolo di “Space Jam” non mi ha convinto e, tolto un lato tecnico delle animazioni apprezzabile, credo non abbia veramente nulla da offrire. La trama è carina per i primi venti minuti, fintanto che non parte lo tsunami di richiami agli altri marchi Warner. Non riesce a essere divertente, non riesce a essere emozionante. Non voglio glorificare il primo capitolo, che aveva i suoi problemi, ma, per capire la distanza tra i due film, basta ascoltarsi le relative colonne sonore. Per tutto il resto, a chi consigliare questo film? Ai fan di LeBron? Agli appassionati di basket? Agli amanti dei Looney Tunes? Questa domanda non ha una risposta, visto che il film cerca di parlare a tutti questi target senza concentrarsi davvero su nessuno di essi. Forse gli unici che, volenti o nolenti, non rinunceranno a dargli una chance sono coloro che ricordano con affetto il primo capitolo, ma anche per loro la delusione è dietro l’angolo.