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npepataecozz

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Cinque amici alle prese con la loro quotidianità e con le vicende che attraverseranno la loro tranquilla vita scolastica. "Kimi to Boku" è questo e nient'altro che questo: non aspettatevi effetti speciali o grandi colpi di scena, perché non li troverete di certo qui, per cui, se non siete appassionati di slice of life, questo anime rischierà di annoiarvi terribilmente. Se invece amate il genere e vi piacciono le storie semplici, intrise di quelle piacevoli banalità di cui è fatta la vita tutti i giorni, allora questo potrebbe essere il titolo che fa per voi.

Pur avendo in programma la visione di questo anime da molto tempo, devo dire che ho esitato parecchio prima di cominciarlo e, se non fosse stato per la lettura di alcune recensioni entusiastiche reperibili su questo sito, quasi certamente l'avrei depennato dalla mia lista anime "da vedere". Il motivo che mi spingeva ad essere diffidente sta nel fatto che non mi hanno mai convinto pienamente quelle opere i cui personaggi principali appartengono tutti allo stesso sesso (maschile o femminile che sia) e all'apparenza "Kimi to Boku" sembrava proprio essere uno di quei titoli. Dopo averlo visto tutto, posso dire che almeno questa critica non posso fargliela: i cinque amici sono sì tutti maschietti, ma non vivono in un mondo parallelo in cui le donne non esistono, bensì in quello reale. Non che intenda fargli troppe critiche in verità: pur non ritenendolo un titolo memorabile, la visione di questo anime si è rivelata abbastanza piacevole.

Cominciamo con la trama: la storia racconta la vita di quattro amici d'infanzia che, nonostante le loro evidenti diversità caratteriali, continueranno a frequentarsi fino agli anni delle superiori. A questi quattro si aggiungerà un quinto membro, un sanguemisto, che da bambino aveva conosciuto uno dei ragazzi del gruppo e che ancora si ricordava di lui, nonostante avesse passato molti anni fuori città. "Kimi to Boku" ritrae la loro vita quotidiana, una vita fatta di piccoli problemi e tanta spensieratezza.

Il difetto principale di questo anime è che presenta troppi alti e bassi; accanto ad episodi molto piacevoli e dotati di una certa profondità ce ne sono altri decisamente sotto tono. In alcune occasioni ho fatto una fatica immane ad arrivare alla fine dell'episodio; fortunatamente però non sono presenti archi narrativi, per cui, una volta terminato un episodio, ne cominciava un altro su basi totalmente diverse e spesso migliori.
La sceneggiatura è di una semplicità estrema, ma non per questo può essere sottovalutata: il suo obiettivo principale è quello di creare un certo grado di empatia fra lo spettatore e i personaggi dell'anime, e per farlo rappresenta una vita tranquilla, fatta di scherzi e prese in giro, accompagnata da alcuni eventi tipici della vita di un adolescente, meglio se giapponese.
I personaggi sono molto curati dal punto di vista psicologico, per cui, se in questa sede dico che qualcuno di essi non mi è piaciuto, questa è solo una considerazione legata a simpatie e antipatie personali che nulla hanno a che vedere con il buon lavoro fatto dall'autore.

In definitiva, "Kimi to Boku" può essere presentato come un buon titolo che per molti tratti sa essere veramente divertente e capace di indurre lo spettatore più anziano a qualche momento di nostalgia. Peccato per quegli alti e bassi di cui dicevo sopra, altrimenti la mia valutazione sarebbe stata decisamente migliore.


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PiccolaCreamy88

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
Confesso che, a parte i primi tempi, è difficilissimo che io dia possibilità a un anime che qui, su AnimeClick.it, abbia come voto meno di 7.8 (voto non random, ma scelto facendomi due conti tra le serie da me droppate e quelle che mi piacevano). Mi vergogno ammetterlo, perché l'ideale sarebbe valutare un prodotto con i propri occhi, siccome ognuno ha i suoi gusti, però d'altra parte so che questa è una community seria e frequentata per una buona percentuale da "anime addicted" obbiettivi, senza contare che ogni anime da me droppato aveva, ripeto, voti non altissimi.

Orbene, "Kimi to Boku" è stato un'eccezione. Sarà che mi sentivo particolarmente buona quel giorno, sarà che, a parte il voto bassino, c'erano troppe poche recensioni per poter dare una sentenza definitiva. Sì, come ha detto già qualcuno, non c'è una vicenda, non c'è la classica struttura novellistica di "inizio", "sviluppo" e "finale". E' uno slice of life e va preso per quello che è: scorci di vita, quotidianità, nella sua più "banale" routine, ma una routine resa speciale da personaggi fatti davvero bene, realistici, assolutamente riusciti e convincenti.
"Kimi to Boku" è un anime divertente, leggero, sempre piacevole, che piazza gli eventi solo al secondo posto, per lasciare in primo piano i personaggi: un gruppo di amici inseriti appositamente in situazioni routinarie per appurarne i comportamenti, le reazioni, le emozioni. Questa è la sua grandezza e questo è quello che mi ha stupito.
Diciamo che, prima di ogni episodio di "Kimi to Boku", non ci si deve dire: "Vediamo che succede oggi, speriamo la serie decolli"; bensì: "Vediamo come si comportano oggi 'sti ragazzi".

Poi per carità, è un genere che può anche non piacere, ma da parte dello spettatore o del commentatore di turno deve esserci almeno la consapevolezza del fatto che quest'anime va considerato per quello che è e non può essere "bastonato" solo perché ci si aspettava qualche scoop o il gran finale, perché, ripeto, gli obbiettivi dell'autore qui sono differenti. E, a mio avviso, è riuscito benissimo!


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giacgiac

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Avvicinarsi a un genere che non rientri nei propri preferiti può essere spesso rischioso; anche quando l'opera che ci si appresta a guardare sia presentata, ed effettivamente per certi aspetti sia "di qualità", ci sarà sempre una fascia di pubblico che non riuscirà ad apprezzarla o a goderne appieno.

Questa situazione mi si è presentata, tra gli altri casi, anche con "Kimi to Boku". L'anime in questione si palesa subito come uno slice of life ad ambientazione scolastica dai toni molto tenui e pacati; le vicende narrate riguardano un gruppo di quattro studenti del secondo anno delle superiori, amici fin dai tempi dell'asilo, non molto affiatati, ma chiaramente affezionati l'un l'altro, e uno studente metà giapponese trasferito da poco nel loro istituto. Shun è un ragazzo dal carattere dolce e dalle sembianze femminili, motivo per cui in più di un'occasione viene scambiato per una ragazza; Kaname è un ragazzo studioso e irascibile, spesso preso in giro per portare degli occhiali da vista; Yuuta e Yuuki sono due gemelli pacati e quasi apatici - Yuuki in particolare - che si divertono spesso a stuzzicare Kaname; infine Chizuru, il ragazzo trasferito, è un personaggio eccentrico ed esuberante, più dedito al divertimento che allo studio.

Il punto forte della serie sono senza dubbio le scenette e gli sketch comici, che riescono a mantenere un certo livello di originalità per tutti e tredici gli episodi di cui la serie è composta e strappano allo spettatore più di una risata. Le tematiche che vengono trattate e gli espedienti narrativi che sono utilizzati sono i più classici di questo genere: il rapporto col genere femminile viene vissuto tramite le timide dichiarazioni delle kouhai, le responsabilità legate all'ambito lavorativo e scolastico tramite uno stage all'asilo e l'organizzazione del festival scolastico, o molto più semplicemente un pomeriggio estivo trascorso a divertirsi. Ognuna di queste attività è un espediente per narrare, tramite i ricordi evocati dalle situazioni che scaturiscono dai dialoghi e dai luoghi che fungono da sfondo per l'episodio, il passato e le prime avventure dell'infanzia dei protagonisti, le prime cotte all'asilo, un'amicizia dimenticata, la scoperta del mondo che li circonda e le emozioni scaturite nei cuori dei bambini, tutto accompagnato da un'immancabile ironia di fondo che rende più appetibili le scene e gli sketch, altrimenti troppo lenti.
E proprio di lentezza mi sembra che pecchi questo anime, cioè il motivo per cui molti lo hanno elogiato, per me è motivo di parziale condanna. Gli episodi scorrono davvero lentamente, senza che nulla effettivamente succeda, senza che la trama si sviluppi; non che mi aspettassi grandi cose sotto questo aspetto da un anime slice of life, ma in questo caso secondo me gli autori hanno tirato un po' troppo la corda. E non a caso gli episodi che mi sono piaciuti di più sono quelli dai risvolti un tantino più psicologici, come la storia d'amore tra Yuuta e Takahashi e il crollo di Kaname al festival scolastico.

Nel complesso ho trovato la serie discreta, anche se non mi ha coinvolto più di tanto mi ha regalato qualche risata e il comparto tecnico era abbastanza buono, sia per quanto concerne le animazioni sia per le musiche. Unica nota negativa sono le continue inquadrature di gatti, utilizzate a mo' di eyecatch tra una scena e l'altra, che imitano gli sguardi, le pose e gli atteggiamenti dei giovani protagonisti; l'ho trovata piuttosto disturbante e inquietante come trovata, ma magari sono io. Voto finale 7, consigliato a chi il genere lo mastica più di me e magari è in grado di apprezzarne più le qualità.


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Momo♥

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
L'anime "Kimi To Boku" è sorprendente. I gemelli Yuta, Yuki, Shun e Kaname sono amici d'infanzia e continuano a frequentarsi anche durante il liceo. Durante il liceo si aggiunge al gruppo un altro ragazzo, Chizuru. E così inizia la narrazione della vita quotidiana di questo gruppetto mansueto di ragazzi che ritraggono perfettamente le personalità più svariate. Ma nelle loro differenze, nonostante sia difficile definire la loro amicizia come buona o cattiva, sono sempre insieme e condividono i ricordi più lontani.
Quest'anime, come ho esordito, è in grado di stupire. Le scene si susseguono in modo molto semplice e lineare, ci sono flashback che riportano i ragazzi indietro nel passato, un passato fatto di ricordi di bambini con piccoli e grandi preoccupazioni e dolci rimpianti. Gli episodi sono generalmente autoconclusivi, l'opening è stupenda e le animazioni sono abbastanza buone. Pur essendo una trama priva di colpi di scena o azione, la storia è perfettamente in grado di trascinarti nel mondo di questi amici e regalare un po' di pace e tranquillità a chi ha voglia di rilassarsi e svagarsi. Decisamente consigliato.


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Mak15

Episodi visti: 6/13 --- Voto 6
Premetto che io amo molto il genere slice of life e quindi ho iniziato a vedere quest'anime con buone aspettative. Devo dire che sono rimasto deluso tanto da interrompere la visione a metà serie. Perché? La storia scorre troppo lenta, banale nei suoi sviluppi e assolutamente priva di spunti interessanti in grado di mantenere viva l'attenzione dello spettatore. L'assenza totale di trama impedisce il coinvolgimento; il fatto che "Kimi to Boku" sia uno slice of life non è una giustificazione sufficiente.
Parlando dei personaggi, li ho trovati piatti, visti e rivisti nelle loro sfumature caratteriali: il secchione-bacchettone, i gemelli svogliati ma super dotati negli sport, lo straniero burlone e, infine, anche il ragazzo che sembra una ragazza. Insomma, non manca proprio niente per creare un perfetto gruppo di stereotipi giapponesi.
La recensione prevede che io faccia un breve riassunto delle trama, ma non essendoci posso solo dire che tutto l'anime è strutturato sulla storia di questi cinque ragazzi amici d'infanzia, sui loro ricordi e sui loro giorni di vita adolescenziale. Troppo poco davvero, anche per chi come me ama le storie lente e pacate.
Non mi sento di bocciare definitivamente l'anime, perché non avendo finito di guardarlo non mi sento di dare un giudizio eccessivamente negativo. Il pacchetto grafico rimane comunque di ottimo livello, l'opening orecchiabile, ma poco altro.
Personalmente non lo consiglio, a meno che non siate particolarmente affascinati da questo genere di anime.

Arashi84

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
"Kimi to Boku" (Tu ed Io) racconta le avventure di quattro ragazzi che si conoscono sin dall'infanzia. Al gruppetto composto dall'occhialuto Kaname, dal dolce Shun e dai gemelli Yuuta e Yuuki, si aggiungerà presto l'energico Chizuru, uno studente per metà giapponese. L'anime ci trasporta all'interno della vita quotidiana dei cinque liceali, che, come tutti i coetanei, si trovano ad affrontare i piccoli e grandi problemi legati alla scuola, alla famiglia, all'amore e all'amicizia.
In particolare è proprio il sentimento dell'amicizia a fare da filo conduttore alla serie, senza mai cadere nel banale o nell'eccessivo. Il rapporto tra i cinque è completamente diverso da quello che potrebbe unire le tipiche ragazze di manga e anime: diretto, schietto, privo di sentimentalismi e drammi, senza fronzoli, ma non per questo meno profondo, anzi… L'amicizia maschile, proprio perché priva di tutti gli eccessi che caratterizzano i legami tra ragazze, è più semplice e diretta, se vogliamo, più "pura". Seguendo quindi questo principio, la narrazione scorre in modo lento e delicato, senza eccessi di risa o lacrime. L'anime diverte senza bisogno di escogitare trovate assurde, è dolce ma non mieloso, è lento ma mai noioso. Niente momenti strappalacrime, nessuna sconvolgente verità improvvisa, nessun dramma.

I protagonisti hanno caratteri ben definiti, ma per quanto essi siano peculiari, non mi sento di dire che siano stereotipati; Kaname è il capoclasse serio e accigliato, Yuuta e Yuuki sono un duo indisponente, Chizuru è il compagnone, mentre Shun è il personaggio dolce e "materno" per eccellenza. Forse è proprio quest'ultimo il protagonista meno credibile, troppo femmineo e dolce per essere un ragazzo, ma comunque indispensabile per il gruppo. Per quanto le caratteristiche dei personaggi possano sembrare estremizzate, in ogni puntata scopriamo qualcosa di nuovo e inaspettato sui loro modi di vivere e di comportarsi, e le tredici puntate riservano parecchie piacevoli sorprese.

Questi caratteri così diversi s'incontrano e si scontrano creando un gruppo eterogeneo ma affiatato: protagonista di "Kimi to boku" è insomma "il gruppo", che, conscio delle forti differenze tra i membri, agisce come una compagine unita.
A livello tecnico è stato fatto un buon lavoro: il chara riprende quello del manga rendendolo più concreto e meno sfumato, i colori sono tenui e delicati, tutto è perfettamente in linea con la narrazione. Ottime sono le sigle d'inizio e fine, frizzante la prima, dolce e lenta la seconda. In sostanza "Kimi to Boku" non è niente che faccia gridare al miracolo, certamente mancano i dettagli, ma tutto è ottimamente amalgamato e fedele allo spirito del manga.

A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi cos'è che rende speciale "Kimi to boku". Niente, o forse tutto. Sarà che sono una nostalgica che conserva ottimi ricordi dei tempi del liceo, ma credo che ogni giorno vissuto da studente sia speciale; quando hai sedici anni non sai mai cosa potrà accadere durante la giornata, non hai limiti nell'immaginare il futuro, la sera puoi andare a letto pensando che se oggi qualcosa è andata male, domani andrà meglio. Insomma, "Kimi to boku" racconta di una fase della vita ancora piena di ottimismo e voglia di fare (o almeno si spera che sia così), in cui ogni giorno è un'avventura, ogni giorno è speciale. Come scrisse Eugenio Scalfari: "Che stagione l'adolescenza. Senti di poter esser tutto e ancora non sei nulla e proprio questa è la ragione della tua onnipotenza mentale".
Se come me, e come i protagonisti di "Kimi to Boku", durante gli anni del liceo non vi siete trovati a combattere per la salvezza dell'umanità e i vostri problemi si limitavano ad affrontare il compito di matematica e a dichiararvi alla persona amata, allora questo è l'anime che fa per voi.
E' già in cantiere una seconda serie che dovrebbe partire nella primavera del 2012.
P. S.: Nell'anime ci sono tanti gatti, di tutte le dimensioni e colori, quindi se siete dei "gattofili", avete un motivo in più per avvicinarvi a questa piccola perla degli slice of life.


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Shaoranlover

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Nelle calme mattinate primaverili si vive in Giappone un rituale comune a tutti gli adolescenti: l'incontrarsi per andare a scuola. Nella cornice del giorno d'inizio del nuovo semestre, quattro ragazzi, amici d'infanzia, non sfuggono alla regola e hanno appuntamento lungo un viale ombreggiato dai ciliegi in boccio scossi dal vento, per dialogare, raccontarsi delle vacanze, dei loro passatempi e delle loro passioni, insomma per riabituarsi a quell'amata/odiata routine che precede il suonare della campanella.
"Leader spirituale" del quintetto è Tsukahara Kaname, ragazzo serio e posato un po' bacchettone (non a caso è il capoclasse della sua sezione, in cui si trovano anche Chizuru e Yuuki; Shun e Yuuta appartengono a un'altra). Seguono a ruota i gemelli Asaba, Yuuki e Yuuta: in coppia sembrano una versione apatica e sobria dei fratelli Hitachiin di Ouran High School Host Club, ma considerati singolarmente il primo è un appassionato di anime e manga che fa della pigrizia e del take it easy una professione di fede, invece il secondo è un asso negli sport (quando gli va di partecipare, ovviamente) e un tenero rubacuori; Yuuta è il maggiore, e solo grazie alla frangia di Yuuki è possibile distinguerli. A curare le crisi di nervi causate dai due che si divertono a esasperare Kaname con i loro commenti asciutti c'è Matsuoka Shun, il tipo più femminile del gruppetto, con i capelli di un rosa scuro e lunghi per buona parte della narrazione, crocerossina sempre prodiga di buone parole e cerotti dalla stampa kawaii.
Il quinto e ultimo membro è l'anello strambo della catena, l'espansivo e ciarliero Tachibana Chizuru. Anche il suo esordio è particolare: al contrario di Kaname, Shun, Yuuta e Yuuki che si frequentano assiduamente sin dai tempi dell'asilo e vengono presentati nel primo episodio, nel corso del quale i caratteri dei protagonisti vengono evidenziati per contrasto con gli altri, Chizuru appare nel terzo e ha fatto la conoscenza degli Asaba durante l'afosa estate dei loro tre anni; la puntata in questione è toccante rappresentando l'amicizia stretta da due bambini molto piccini che non parlano la stessa lingua (Chizuru ha vissuto in Germania, e solo adesso si ristabilisce in Giappone dove si inserisce fra Kaname & Co.). In più occasioni, Tachibana dimostra un certo interesse per Masaki, una loro coetanea innamorata di Shun. Oltre a ciò, Chizuru ha un complesso riguardo la sua altezza ma va fiero di un neo sotto l'occhio destro, che considera il suo charming point; non si capisce se i suoi capelli biondi siano naturali oppure tinti, comunque i gemelli rimarcano spesso la somiglianza con un cappello di paglia.

Kimi to Boku. (君と僕。, Tu e Io.) è una serie in tredici puntate andate in onda a partire dal 4 Ottobre fino al 27 Dicembre 2011 ed è l'adattamento del manga omonimo, edito in patria da Square Enix e sceneggiato e illustrato da Hotta Kiichi; con i suoi dieci tankoubon all'attivo, Kimi to Boku. (la cui prima stagione copre all'incirca i primi cinque volumi) racconta la vita di questi diciassettenni appartenenti all'istituto Homare sotto forma di uno Slice of Life esemplare: focalizzandosi dapprima sugli eventi che avvengono tra le mura scolastiche, pian piano Kimi to Boku. amplia il suo raggio d'attenzione e introduce numerosi personaggi secondari, quali ad esempio il professor Kouichi Azuma, presunto modello/rivale di Kaname ai tempi dell'infanzia; Fuyuki, il precoce e sconcio fratello minore di Shun; Ryuunosuke Matsushita, adorabile kouhai di Yuuki che venera tanto da farne l'eroe di un fumetto.
Dopodiché, con l'arrivo della bella stagione, il set si sposta all'aperto e segue le loro vacanze tipo, fatte di calura, angurie, temporali estivi, compiti, ma soprattutto di feste popolari e prime cotte: la tematica dell'amore, tra le tante su cui l'opera si sofferma, si ritaglia un posto speciale, e a questo proposito Kimi to Boku. non rinuncia a strizzare l'occhio ad allusioni importanti per il mercato anime odierno, come suggerimenti di sottotrame boy's love o fasulli complessi edipici, trattati in chiave ironica o totalmente parodica (com'è il caso del rapporto di Kaname con la madre: che voglia essere una sottile frecciatina a Oreimo?), oppure reale (come nell'ottavo episodio) ma sempre in maniera garbatissima: Kimi to Boku. è immune dall'irruzione di sentimenti forti.
Uno spazio altrettanto importante è occupato dai ricordi i quali, avendo cementificato il rapporto dei cinque ragazzi in passato, vengono rivissuti tramite gradevoli flashbacks per consolidare la conoscenza dei personaggi da parte dello spettatore; in più, lavorando nell'episodio conclusivo nell'asilo da loro frequentato, Kaname & Co. vivono un tuffo nel passato che conferisce a questa prima parte dell'anime un azzeccato tocco di struttura circolare, terminandola alla perfezione.

L'analisi del comparto grafico è abbastanza complessa e controversa; se, nell'adattare un manga caratterizzato da uno stile fortemente personale (che rimane in alcune tavole colorate inserite a mo' di fermo immagine in punti importanti; Dezaki ha insegnato bene), è comprensibile che lo staff J.C. diretto da Kanbe Mamoru abbia optato per una serie di strategie destinata a rendere il prodotto finale più riconoscibile, più familiare e assimilabile per un pubblico vasto e meno selezionato e cosciente che ogni produzione TV inevitabilmente comporta, per quanto efficaci le manipolazioni si suddividono in due categorie: da un lato, quelle pienamente condivisibili; dall'altro, se ne trovano alcune discutibili.
Alla prima appartengono, per esempio, la colorazione in chiave di un pastello sgargiante, adatta a sostenere i toni della narrazione evitando che l'attenzione del fruitore divaghi e si spenga; il ritmo piuttosto lento inframmezzato da primi piani di gattoni sonnacchiosi intenti a stiracchiarsi o nelle azioni di cui i personaggi stanno discutendo in quel momento, tecniche prese in prestito dai live actions nazionali che a Kimi to Boku. calzano a pennello; infine, l'intera soundtrack, affidata a Elements Garden, è costituita da pezzi cantati esclusivamente da voci femminili e da brani strumentali di ambientazione in cui spiccano, nelle parti estive, il monotono frinire delle cicale, il miagolio dei gatti, ecc., il tutto teso a creare un'atmosfera di avanzamento cadenzato e graduale.
Nella seconda è, purtroppo, incluso il tratto utilizzato per le anatomie: come accennato, il fumetto originale è atipico, caratterizzato da una carenza estrema di sfondi e le figure sono disegnate in modo semplice e quasi rozzo, e mentre in formato cartaceo queste caratteristiche con la lettura rivelano una peculiare forza espressiva, in animazione esse difficilmente sono accettabili; di qui, la necessità di modifiche, che lo studio opera optando per uno stonato stile moe; con il proseguo delle puntate lo spettatore ci fa tranquillamente l'abitudine, ma mentre altri elementi vengono pian piano attenuati o addirittura eliminati (come alcune sezioni dello sfondo in computer graphic presenti solo nei primissimi episodi e nella opening), l'aspetto moe dei visi resiste e non si può fare a meno di pensare che si sarebbe potuto fare altrimenti.
Probabilmente, per gli animatori si è trattata di una scelta obbligata: dovendo ridefinire un disegno essenziale è meglio traslarlo in un'animazione altrettanto priva di orpelli e apprezzata dal pubblico odierno, tuttavia rimane la sensazione che, per i temi esaminati, sarebbe stata migliore una grafica anni '80-'90, per quanto apparentemente (e a ragione) anacronistica e pseudo-nostalgica.
Per il resto, la visione rivela una grande cura, percettibile da piccoli cambiamenti come la lunghezza delle capigliature che varia a seconda degli stacchi temporali tra gli episodi e la variazione degli effetti acustici anche minimi (come la distorsione dei suoni quando si è accanto a un ventilatore).

Il doppiaggio vanta voci conosciute e assai azzeccate: Kaname è interpretato da Ono Yuuki, i cui precedenti lavori includono, fra gli altri, Hitoyoshi Zenkichi in Medaka Box, Nordy in Terra e…, Kawasaki e Tokugawa Shigeshige in Gintama.
Il doppiatore di Yuuki è Kimura Ryouhei (Takizawa Akira in Eden of the East, Takakura Shouma in Mawaru Penguin Drum, Nishimura Satoru in Natsume Yuujinchou), mentre di Yuuta lo è Uchiyama Kouki (Soul da Soul Eater, Orimura Ichika da IS: Infinite Stratos, Links Banagher da Mobile Suit Gundam Unicorn).
Interprete di Shun è invece Toyonaga Toshiyuki, famoso per Ryuugamine Mikado di Durarara!!, Taira Capeta di Capeta, Hunter Huntley di Chocolate Underground e Asuno Flit di Mobile Suit Gundam AGE.
Presta la sua voce a Chizuru Irino Miyu, che ha già lavorato come: Shaoran in tutta la produzione animata di Tsubasa Chronicle e nel cammeo di Kobato, Kobayakawa Sena di Eyeshield 21, Niwa Daisuke di D. N. Angel e Nuts nei lungometraggi di Pretty Cure 5 e All Stars. Per Kimi to Boku. ha anche cantato la simpatica insert song "Koukou Sentai Homaranger".
Infine, è da notare che alcuni doppiatori siano stati scritturati per il titolo, all'apparenza parecchio simile a Kimi to Boku., Danshi Koukousei no Nichijou.

Kimi to Boku. si può dire una bella produzione: presentando uno spaccato della quotidianità di cinque liceali giapponesi, Kaname, Yuuki e Yuuta, Shun e Chizuru, Kimi to Boku. si rivela una produzione atipica per il posato ritmo narrativo, ma contiene una altrettanto sorprendente vena di comicità e ironia e una grande delicatezza nel raccontare le piccole, grandi gioie della vita di tutti i giorni. Kimi to Boku. è carente forse (ma potrebbe trattarsi benissimo di una questione soggettiva) solo nella resa dei volti; per il resto, è una visione caldamente consigliata agli amanti dello Slice of Life.