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Kirad

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
È una serie abbastanza particolare, perché cerca di mostrare in maniera ugualmente sviluppata sia il lato introspettivo che quello più puramente d'azione, il tutto inserito in una cornice avventurosa.

Infatti, rispetto ad altri titoli, l'analisi interiore dei personaggi non viene affidata ad alcune frasi o a qualche scena messa qui e là: anche se i più studiati sono comunque i due protagonisti principali, Gabimaru e Sagiri (che risultano non proprio originali ma lo stesso coinvolgenti), tutti i personaggi hanno delle puntate personali che ci permettono di conoscere la loro storia, capire il loro carattere e anche gli eventuali sviluppi in base a quel passato. Tuttavia, a parte quella dei protagonisti, l'analisi degli altri mi è sembrata chiara ma non proprio riuscita del tutto, per i seguenti motivi: pare che tutti i personaggi provengono da una condizione di grave infelicità alla quale hanno reagito per sopravvivere. Probabile che questo sia dovuto alla scelta di basare le loro vicissitudini sul tema della vitalità espressa da chi lotta per la vita, collegata al concetto di Tao, energia vitale dell'universo. Ma il fatto che in sostanza siano tutti così viene reso in un modo che rischia di rendere la cosa ripetitiva. Inoltre, il coinvolgimento emotivo non è scattato con tutti, perché alcune descrizioni mi sono parse alquanto fredde, e a questo si deve poi aggiungere un certo squilibrio nel materiale narrativo, perché i primi episodi della serie mi paiono troppo incentrati sul rendere una coppia di azione Sagiri e Gabimaru e sul porre le basi della storia, andando a discapito di almeno due personaggi che potevano essere usati meglio, nonché dello sviluppo stesso della trama. Certo, in questa prima parte ci sono comunque i punti affascinanti e non ci si dimentica mai di tutto il resto, però alla lunga può stancare e forse sarebbe stato meglio distribuire tali elementi sul ninja e la spadaccina lungo tutta la storia, e così approfittarne per dare più spazio ad altri, oltre a fare entrare prima la storia nel vivo.

Il lato dell'azione invece non presenta difetti di sorta: il ritmo alto è costante, i combattimenti sono costruiti piuttosto bene e sanno spesso entusiasmare, c'è anche una certa creatività visiva nell'elaborare le varie tecniche di lotta, che ben si sposa con il particolare ambiente dell'isola, misterioso al punto giusto con le sue creature inquietanti e buffe allo stesso tempo. Bisogna però segnalare qualche faciloneria narrativa inserita furbescamente per accelerare la trama.
Riguardo i personaggi, gli unici per cui ho provato davvero empatia sono Gabimaru (per le sue motivazioni in fondo semplici però tenere e comprensibili), Sagiri (per il suo conflitto interiore), e mi ha affascinato la ninja Yuzuriha: ci vuole del tempo perché la si veda in azione, ma, quando avviene, è davvero simpatica, scaltra, bella e letale.

Sulle animazioni il livello generale è sempre molto curato, anche se ogni tanto si notano dei cali, mentre delle musiche ho apprezzato molto l'opening.

"Hell's Paradise" è dunque una serie complessa, che cerca di tenere insieme molte cose e non sempre le amalgama bene. Però riesce a coinvolgere molto bene i suoi spettatori.