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menelito

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8,5
Il racconto della vita dell'attrice Chiyoko si intreccia con la trama dei suoi stessi film, creando una fusione bizzarra in cui si inserisce la giocosa interazione fra intervistatore e intervistata, con buona pace del povero cameraman. La regia di Kon si riconferma garanzia di qualità sia visiva che narrativa. Questa storia lascia il cuore colmo di gioia e malinconia, in buona parte grazie all'ultima battuta, che aggiunge un nuovo fondamentale punto di vista al racconto. Non dico altro, sperando che chi avrà la fortuna di rispolverare questa perla possa rimanere deliziato dalla conclusione almeno quanto me.


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Hatake Rufy

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6,5
Nel 2001 Satoshi Kon realizza un altro film che a quanto pare ha avuto un buon successo, "Millennium Actress". Questo lungometraggio si presenta come un drammatico film sentimentale concentrato sulla protagonista che, pur di andare alla ricerca del suo amato, diventa stella del cinema; questo aspetto della trama crea a sua volta una sceneggiatura molto interessante.

La trama dunque inizia con la presenza di un direttore televisivo che ha come obiettivo documentare la vita dell'ex stella del cinema "Chiyoko Fujiwara". Ormai un'anziana signora, la nostra protagonista si rende disponibile a raccontare la storia della sua vita, mostrandosi anche grata al direttore per averle dato l'opportunità di ricordare la sua giovinezza.
La sceneggiatura quindi incomincia con l'essere gradevole, per poi prendere carburante e iniziare a riempire il tutto con molte particolarità, come ad esempio unire il racconto della protagonista con le trame dei suoi film, rendendo il tutto ancor più interessante, e aggiungendo quel pizzico di azione in più che coinvolge. Le esperienze della protagonista continuano a risuonare nelle trame dei film, avanzando sempre di più verso la fine del racconto, dove le emozioni prenderanno il sopravvento, regalandoci una buona ambientazione.

E' tutto molto carino, ma ora c'è da notare che in parecchi minuti di racconto il film si è reso anche un po' pesante e difficile da seguire, forse per alcuni intrecci narrativi o per il copione ridotto, o forse è dipeso anche dal fatto che la trama non ha una visione su larga scala come le altre opere di Satoshi Kon, non essendo in grado quindi di oltrepassare quella barriera che c'è tra il film e lo spettatore.
Nel complesso però il lungometraggio non delude, grazie anche al comparto visivo che fa la sua parte, offrendo una buona grafica e delle discrete animazioni, dove i disegni di Satoshi non deludono mai; anche la colonna sonora non è male, offrendo un doppiaggio in italiano accettabile e delle musiche di sottofondo piacevoli.

Personalmente è l'ultima in classifica tra le opere di Satoshi Kon, ma questo non significa che il film delude o che sia scarso.
Lo consiglio al pubblico senza problemi.


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ryo79

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Dopo "Perfect Blue", vediamo Satoshi Kon e Sadayuki Murai nuovamente all'opera su una storia caratterizzata dal confondersi della finzione con la realtà, anche se con intenzioni e risultati ben diversi dal precedente film. Questo "Millennium Actress" è un lungometraggio con una trama decisamente complessa, in cui gli archi narrativi e i piani temporali variano continuamente, avvicendando ambientazioni ed epoche storiche, in un'unica storia che narra l'eterna ricerca dell'amore attraverso un millennio di storia giapponese. Chiyoko Fujiwara ci narra la sua storia, che mischia i ricordi con i ruoli da lei interpretati. Con innumerevoli virtuosismi registici, il racconto passa dall'epoca dell'espansionismo militare giapponese, realmente vissuto in gioventù dalla protagonista, attraversando il Giappone feudale e il periodo Meiji, agli anni '50 del Dopoguerra fino a un futuro caratteristico della fantascienza anni '60 (ad un certo punto vediamo anche Gojira), dipanandosi in un'unica narrazione che mischia i ricordi della donna con la finzione filmica.

Ma, nonostante i frequenti salti temporali, i cambi di ambientazioni e i diversi costumi, la storia è una sola. E' la storia di Chiyoko e del suo amore idealizzato per un giovane pittore antimilitarista incontrato in gioventù e mai più rivisto. Fu proprio lui a darle la misteriosa chiave che ha custodito per molti anni a venire, nella speranza di potergliela restituire di persona. E attraverso le epoche e i diversi ruoli, Chiyoko è sempre tesa alla disperata ricerca del suo amore perduto, che in fondo non è nient'altro che un ricordo di gioventù. E in questa intensa narrazione, Genya e Kiyoji non sono semplici ascoltatori, ma vengono letteralmente trascinati nel racconto. Ed entrambi rappresentano la loro generazione: Genya, da sempre innamorato segretamente di Chiyoko, si fa coinvolgere al punto che finisce per interpretare in prima persona dei ruoli nelle varie storie, pronto a soccorrere la donna nel momento del bisogno; mentre Kiyoji si estranea completamente, svolgendo il ruolo di semplice osservatore, rappresentando l'ultima generazione della società giapponese, con la sua svogliatezza e disinteresse per la storia.

E quando Chiyoko arriva alla fine della narrazione, ritornando al presente e alla vecchiaia, e di conseguenza si avvicina anche l'ineluttabilità della morte, ecco che giunge un nuovo inizio. La storia ricomincia e con essa riprende l'infinita ricerca della donna per il suo perduto amore. Dal lato tecnico si tratta di un prodotto di ottimo livello; ma quello che colpisce di più è l'impatto visivo del film e la bellezza dei fondali. Memorabili le scene dove Chiyoko attraversa la storia spostandosi attraverso stampe d'epoca, quadri e foto in bianco e nero. Il tutto accentuato da una ricchezza di colori e un dettaglio impressionante. Molto particolari le musiche elettroniche del compositore Susumu Hirasawa, che spesso sono in totale contrasto con le immagini. "Millennium Actress" è un film che ha rischiato di diventare un complicato esercizio di stile, ma che la bravura di Kon, nel coniugare la spettacolarità alla storia e all'azione, ha reso un vero e proprio capolavoro, avventuroso e coinvolgente.


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Arin

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
"Millennium Actress" è un lungometraggio del 2001 diretto dal compianto Satoshi Kon. L'opera è incentrata sul racconto della vita professionale e privata di una diva del cinema, Chiyoko Fujiwara, da parte di un direttore di uno studio televisivo suo grande ammiratore, che è risoluto a ricostruire la vita di questa grande attrice, ormai settantenne, caduta nell'anonimato.

La forma narrativa è splendida: i flashback continui, il mescolare la vita reale della protagonista con parti di film da lei recitati, i continui sbalzi temporali, il tutto appassiona e non annoia. Si respira una certa delicatezza nella descrizione dei ricordi, delle passioni, degli amori, e la trama non cade mai nel banale, anche perché è sostenuta da una regia eccellente e da un design all'altezza. Ottime le musiche e il doppiaggio è convincente. L'opera è un vero spot dei buoni sentimenti, e il finale non tradisce.
Da vedere.


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Kida_10

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
"Millennium Actress" è un lungometraggio della durata di circa ottanta minuti scritto e diretto da Satoshi Kon nel 2001.

In occasione della demolizione degli studi cinematografici Ginei, il registaTachibana Genya e il suo cameraman decidono di intervistare una delle più grandi attrici di tutti i tempi, Chiyoko Fujiwara. Nonostante l'età e le condizioni di salute non perfette, Chiyoko accetta di sostenere l'intervista, e insieme ai due ripercorre passo passo la sua vita e la sua carriera da attrice.

"Millennium Actress" è un film coinvolgente, appassionante, drammatico, e gode di una regia e di una sceneggiatura incredibili che riescono ad esaltare al meglio le sue potenzialità. La trama è all'apparenza semplice: i due giornalisti si presentano a casa di Chiyoko e lei racconta loro la propria vita. Tuttavia l'emozione provata dalla protagonista nel ricordare i giorni della sua giovinezza, unita all'enfasi della situazione, le permette di riviverli in prima persona. Ecco quindi che grazie alle sue indiscusse doti, Satoshi Kon riesce a inscenare un vero spettacolo; lo spettatore si ritroverà a guardare un film dentro al film, e gli stessi protagonisti saranno talmente coinvolti dal racconto di Chiyoko da non riuscire più a cogliere la differenza fra realtà e finzione. I personaggi sono pochi ma caratterizzati egregiamente, in particolare la protagonista Chiyoko, consumata dal ricordo di un amore impossibile ma comunque soddisfatta delle scelte intraprese in passato.

Dal punto di vista tecnico nulla da segnalare, se non ancora una volta la superba regia. Graficamente il design dei personaggi è ottimo, le ambientazioni sono molto varie e realizzate con estrema cura, i fondali sono ben dettagliati e le animazioni fluide e godibili. Il comparto sonoro presenta un doppiaggio adeguato e delle ottime OST, perfette per ricreare le atmosfere desiderate.
Il finale è perfetto, ed è proprio con esso che il film raggiunge il suo massimo livello, riuscendo ad emozionare come mai mi sarei aspettato.

In conclusione, "Millennium Actress" è un'opera di indubbio valore, un lungometraggio che ha confermato l'abilità e il genio di Satoshi Kon, anche se personalmente l'ho trovato leggermente inferiore a "Perfect Blue", sua prima opera.


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onizuka90

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
2001, il visionario e ormai compianto regista del Sol Levante, Satoshi Kon, dona al mondo della cinematografia il suo secondo lungometraggio: "Millennium Actress". La sceneggiatura è realizzata ancora una volta con l'aiuto di Sadayuki Murai, mentre la bellissima colonna sonora è frutto dell'estro di Susumu Hirasawa, che diventerà poi stretto collaboratore di Kon in tutte le sue opere future.

Nel partorire il suo secondogenito, il regista di Kushiro non tradisce il proprio stile (già magistralmente sfoderato in occasione del magnifico "Perfect Blue"), tuttavia il modo in cui questo si manifesta muta non poco, poiché il contesto si rivela completamente differente. Rimane costante il concetto della vicendevole compenetrazione tra reale e immaginario (leitmotiv di tutta la sua filmografia), ma "Millennium Actress" devia dalla strada dello "psico- thriller" in cui Kon, sfruttando la sua poetica dallo spiccato accento surreale, confonde lo spettatore calandolo in un'atmosfera tesa e pregna di angoscia. Al contrario, il film si connota per un regime assai meno criptico e nettamente più "lineare", ciò che interessa all'autore questa volta è il ricostruire, a modo suo, la vita e la storia dell'ormai ultrasettantenne Chiyoko Fujiwara, attrice molto nota e famosa. Kon adopera la vicenda di Chiyoko come trampolino per imbastire una riflessione ampia e ricca di significato, sfruttando il suo brillante tocco per intrecciare un corpus concettuale notevolmente articolato nella sua caleidoscopica metanarrazione.

Una delle peculiarità di "Millennium Actress" consiste, per l'appunto, nella bizzarra modalità con cui è narrato. Appare come una sorta di "film dentro al film", che si articola in un'incessante sovrapposizione di due piani apparentemente distinti: la rievocazione della realtà storica così come ricordata dalla protagonista, e gli spaccati delle sue interpretazioni, tramite le quali continua a rileggere e rivivere la sua stessa vita, che quindi si riflette e racconta attraverso lo specchio della sua carriera. Alla ricomposizione della vita di Chiyoko si affianca poi la ricostruzione storica operata dall'autore attraverso i film stessi, fondendo in questo modo i due piani in un tortuoso percorso. Saltando dal dopoguerra all'epoca Meiji, dal periodo feudale a un fantascientifico futuro, il filo della narrazione continua a subire dei violenti "strappi" di scena, muovendosi da un setting all'altro senza soluzione di continuità e in modo sorprendente. Anche il presente è risucchiato in tale flusso di coscienza, inglobando persino il regista e il cameraman, al contempo sia spettatori sia partecipi di questo suggestivo e colorato tragitto nelle memorie dell'anziana attrice.

Il punto fondamentale delle vicende, che fa da pilastro dell'intero film, è la storia d'amore di Chiyoko. I suoi sentimenti rappresentano il motore del tutto, costituendo sia la ragione per cui la protagonista decide di diventare un'attrice sia il nucleo dello scorrere degli avvenimenti, che si sostanziano in una continua corsa senza fine per ritrovare l'amore ormai perduto. Tale ossessione non è frutto di un capriccio, o di cocciutaggine, e nemmeno soltanto di una questione relativa a una non meglio definita " forza dell'amore e dei sentimenti". Alla fin fine, se si guarda bene, la storia di Chiyoko non è unicamente di Chiyoko: il rincorrere questo desiderio, questa meta che brama raggiungere con tutta sé stessa ma che le sfugge continuamente e che non raggiungerà mai, è elemento co-essenziale della ricerca esistenziale di ogni uomo nel tentare di comprendere il significato della propria vita. Tale aspetto dona a "Millennium Actress" una veste ulteriore, una sfumatura propria quasi del mito, un mito dolce e contemporaneamente amaro, dotato di un'intramontabile modernità. Poiché alla fine, quasi in una sorta di leopardiana illuminazione, Chiyoko si rende conto che ciò che ha amato non è stata tanto la meta del suo amore, quanto il cercare di raggiungerlo, la preminenza del viaggio sulla meta, del percorso rispetto l'obiettivo, il che la rende una figura fortemente metaforica.

In conclusione, "Millennium Actress" è un gioiellino da guardare assolutamente, si tratta di un film per nulla intellettuale e pretenzioso e che, anzi, è massimamente godibile da un pubblico eterogeneo, sia per età che per gusti, visto che propone comunque più livelli di lettura su cui lo spettatore può adagiarsi. L'aspetto tecnico è molto curato, geniale nelle sue soluzioni visive e nelle scelte dei colori, così come nel comparto registico, che a mio avviso offre il meglio di sé proprio nella dimensione dinamica delle scelte dei cambi di scena.


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AkiraSakura

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
"Millennium Actress" è un film d'animazione particolarissimo, dalle molteplici sfaccettature e dalla indubbia eleganza. E' il secondo anime di Satoshi Kon, subito dopo l'ottimo "Perfect Blue", uno dei pochi thriller psicologici in versione animata della storia. Come quest'ultimo, anche "Millennium Actress" è un lavoro abbastanza equilibrato dal punto di vista del dosaggio di stile, caratterizzato da una sceneggiatura pirotecnica e mirabolante. Quindi "Millennium Actress" è molto più lineare rispetto agli ultimi lavori di Kon (come ad esempio "Paprika"), in cui la confusione narrativa domina a causa del suo voler a tutti i costi strafare.

Un documentarista e il suo cameramen si recano a casa di Chiyoko Fujiwara, la star del millennio presso i Ginei studios, per farle un'intervista. L'anziana donna rivivrà in questo modo la sua vita attraverso la storia del cinema giapponese e dei numerosi personaggi da lei interpretati. Questa tecnica del flashback permette quindi lo sviluppo della storia passando attraverso una moltitudine di generi diversi: kolossal, guerra, azione, fantascientifico ecc. Nel mondo creato dai ricordi dell'attrice verranno anche inglobati i due intervistatori, che parteciperanno attivamente alla mitragliata di eventi che caratterizza il film.

La sostanza di "Millennium Actress" è la ricerca dell'amore, infatti la protagonista si innamora, nella sua infanzia, di un pittore misteriosamente perseguitato dalla polizia e sempre in fuga. Tuttavia la perenne corsa di Chiyoko dietro al suo sfuggente amato, di cui non conosce neanche il nome, ha significato puramente simbolico: infatti nel film l'amore è inteso come ricerca in sé, forse della propria identità o della propria innocenza perduta, e non come desiderio di possedere il patner.

Dal punto di vista tecnico questo film è eccellente: le animazioni sono fluide, i colori sgargianti. Anche il character design, molto simile a quello di "Perfect Blue", è aprezzabilissimo ed elegantissimo. Isomma, siamo di fronte ad un'opera di spessore che va vista, in quanto è, come una vera e propria incursione nella raffinata cultura giapponese. Il finale è veramente notevole, e perfettamente in linea con lo svolgersi degli eventi, diretti magistralmente da un Satoshi Kon nel suo periodo di massima fertilità artistica.


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Panda79

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Per questo film, sinceramente, non ho parole. E' una vera e propria opera d'arte. Il genio visionario di Satoshi Kon, insieme anche alla sua tecnica registica perfetta, ci ha regalato un film di grande valore assoluto.
Non sto qui a riassumervi la storia, perché detta a parole sarebbe troppo riduttivo. Dovete solo sapere che qualcosa di migliore nel complesso lo troverete difficilmente. Satoshi Kon può essere considerato l'Antonioni del cinema. La sua conoscenza delle tecniche cinematografice e la facilità nell'utilizzarle con Millennium Actress raggiungono l'apice. Le inquadrature, i vari montaggi veloci, sono perfetti. In più di Antonioni, però, che era tecnicamente eccelso, ma a livello di sceneggiatura era molto freddo, Satoshi Kon è uno sceneggiatore dalle grandi qualità. La storia ti avvolge dall'inizio alla fine, lasciandoti senza respiro fino all'ultimo secondo. Da non trascurare le animazioni, sia gli sfondi che i personaggi sono ottimi.
E' un film a mio parere perfetto. Assolutamente da vedere!


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npepataecozz

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Una vecchia attrice, Chiyoko Fujiwara, ripercorre con la memoria gli eventi principali che hanno caratterizzato tutta la sua tormentata esistenza. L'incontro fortuito con un pittore invischiato in certe non specificate attività sovversive, avvenuto durante gli anni della sua prima giovinezza, finirà per cambiare il suo destino di moglie tradizionale trasformandola in un attrice di fama nazionale. Il pittore, di cui la ragazza si era innamorata a prima vista, sparirà infatti dopo una sola notte e lei si getterà disperatamente alla sua ricerca, utilizzando il mondo del cinema nella speranza che lui guardi i suoi film e come strumento per viaggiare attraverso il paese nella sua infinita "caccia all'uomo".
Nel ripercorrere questo "sentiero dei ricordi" la donna fa però una gran confusione, confondendo la realtà con la finzione dei film a cui ha partecipato; devo confessare (e che il dio degli anime mi scampi) che ho avuto l'impressione che la vecchia fosse diventata arteriosclerotica.
"Millenium actress" è un film che ha come tema portante non l'amore, come si potrebbe pensare, bensì la ricerca dell'amore. La stessa Chiyoko, giunta ormai al tramonto della sua esistenza, ammetterà che ciò che amava veramente non era quell'uomo in sé, ma il fatto di doverlo inseguire in eterno.

Come sfondo alle peripezie dell'attrice appare la storia recente del Giappone che parte dall'invasione della Cina, passa per la Seconda Guerra Mondiale e il successivo dopoguerra, e arriva agli anni Sessanta quando ormai il Giappone era divenuto a tutti gli effetti una potenza industriale specie nel settore dell'alta tecnologia. Questo percorso, però, spesso è raccontato non in "linea diretta", ma attraverso i film dell'attrice con un effetto a mio avviso molto meno efficace di come avrebbe potuto realmente essere.
Ho visto "Millennium actress" pochi giorni dopo la visione di "Perfect blue", altra opera dello stesso autore, Satoshi Kon. Il mondo dello spettacolo sembra essere una costante dei suoi film: mentre nel primo ha fatto una panoramica sul mondo dello spettacolo di oggi, con "Millennium actress" Satoshi Kon ha proposto un ritorno alle origini della cinematografia, fatto di miti, di un po' di propaganda e amori indistruttibili.

Ciò che poco ho gradito di questo film è, innanzitutto, la presenza costante dei due camera men nei racconti di Chiyoko: in teoria essa dovrebbe rappresentare l'inquinamento dei ricordi derivante dall'influenza di chi li ascolta; nella pratica è solo molto fastidiosa.
In più questo continuo saltare da un film all'altro è spesso motivo di confusione per lo spettatore che, pur riuscendo a intuire il reale svolgimento degli eventi, non riesce sempre a distinguere dove finisce la finzione e dove inizia la realtà. Forse qualcuno riterrà quest'aspetto come un merito in quanto rende partecipe lo spettatore della "confusione" della vecchia Chiyoko; anche messa così devo dire di non avere gradito molto questo tipo d'impostazione.
Nonostante queste piccole critiche, "Millennium actress" resta un ottimo film che piacerà ai più romantici ma anche a chi gradisce prodotti che fanno pensare. La mia valutazione è dunque buona, anche se a mio avviso non parlerei di capolavoro.

bob71

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Millennium director

Dopo un fulminante esordio con "Perfect Blue" (1997), Satoshi Kon firma il soggetto originale, la sceneggiatura con Sadayuki Murai, il chara-design con Takeshi Honda e naturalmente la regia di "Millennium Actress", lungometraggio del 2001 targato Madhouse.
Con questa sua nuova creatura il cineasta di Kushiro mette da parte i toni cupi del thriller per regalarci una piccola, grande epopea imbevuta nell'iconografia della cultura e della tradizione giapponese.

In seguito alla demolizione dei suoi vecchi studios, un nostalgico film-maker (Genya Tachibana), fervente ammiratore di una gloriosa stella del cinema ormai tramontata (Chiyoko Fujiwara), decide con il suo cameraman (Kyōji) di andare a trovare l'anziana attrice, allo scopo di farsi rilasciare un'intervista da inserire in un documentario a lei dedicato. Sarà l'inizio di un vorticoso viaggio su e giù nelle spire del tempo seguendo le tracce degli antichi fasti e di un perduto amore. Genya, totalmente ammaliato, si lascerà trasportare empaticamente dal racconto della donna che finirà per confondere le sue esperienze personali con le trame dei suoi film in un flusso freudiano di pensieri che si materializzano sullo schermo sul filo dei ricordi.

La tesa e intensa sceneggiatura prende vita in una sorprendente messa in scena: innescando il corto circuito di film nel film, il regista ci presenta un excursus di storia del cinema che si svolge davanti agli occhi dello spettatore in un turbine di immagini dove finzione e realtà si fondono in un continuum narrativo.
"Millennium actress" è anche un suggestivo spaccato sui set delle produzioni cinematografiche scrutati dall'interno con sguardo appassionato e autoironico. In questa chiave lo si può accostare al grande classico "Il viale del tramonto" (1950) di Billy Wilder, in cui si criticano i cinici meccanismi e le stravaganze dello star system.
I personaggi sono magistralmente delineati: colpiscono la commovente dedizione di Genya, nella doppia veste di "addetto ai lavori" e fan sfegatato, il magnifico supporto di Kyōji, simpatica ed efficace spalla comica pronta ad alleggerire l'atmosfera con le sue uscite estemporanee, e ovviamente lo spessore della protagonista Chiyoko, una figura romantica e tragica, consumata dal ricordo e dall'eterno dilemma tra il disincanto di un amore impossibile e una vita dedicata all'arte.
Le scene e i costumi spiccano per la ricercatezza della ricostruzione filologica delle varie epoche, mentre il chara-design e le animazioni si attestano su un certo livello di realismo, salvo fugaci ma raffinatissime escursioni nella storia dell'arte giapponese in cui il tratto si fa elegante e stilizzato "alla maniera" dei grandi pittori Kitagawa Utamaro e Katsushika Hokusai.
Da menzionare l'intelligente uso della CGI, limitata alla fotografia e agli effetti visivi.
La soundtrack, a base di tastiere ed elettronica, tradisce il retaggio rock-progressive del compositore Susumu Hirasawa (ex P-model) e si fa notare per lo sperimentalismo e l'originalità del sound, uno stile unico e particolare che avremo modo di apprezzare anche in altre produzioni "koniane" quali "Paranoia Agent" e "Paprika".

"Millennium Actress" conferma la poliedrica creatività di Satoshi Kon, un talento visionario capace di attraversare generi diversi pur mantenendo intatta la sua brillante personalità e la sua peculiare cifra stilistica.


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Ais Quin

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
“Stupore e tremori”: con questa espressione i Giapponesi dettano la condotta che deve adottare il comune mortale quando gli viene concesso l'onore di ritrovarsi al cospetto dell'Imperatore, in segno di rispetto nei confronti della sua persona. È più o meno con questo spirito che ho deciso di avvicinarmi alle opere del compianto Satoshi Kon, iniziando, appunto, da questo titolo.
Difficile dire cosa sia andato storto, fatto sta che ho come avuto l'impressione che la scintilla sia scoccata senza però giungere a destinazione. Non mi resta che provare a estirpare dalla mia bocca il tipico sapore amarognolo dell'occasione perduta, cosa non facile ma che mi sento in dovere di fare in nome di tutto il buono che anche un palato ancora grezzo come il mio ha saputo individuare in quest'opera. “<i>E vorrei anche vedere!</i>”, potrebbe a questo punto soggiungere qualche estimatore di Kon, colto nell'atto di scrostare la terra umidiccia dalla lama della sua ascia di guerra.
Ciò detto, tuttavia, affermare che <i>Millennium Actress</i> non mi sia piaciuto sarebbe inesatto: direi piuttosto che non mi è piaciuto nel modo in cui mi aspettavo che mi sarebbe piaciuto - che è molto diverso. Ma procediamo con ordine.

Per festeggiare il settantesimo anniversario della fondazione dello studio cinematografico presso il quale lavora, Genya Tachibana decide di realizzare un documentario su Chiyoko Fujiwara, attrice fra le più brillanti del cinema nipponico del dopoguerra. Da trent'anni la donna conduce una vita da reclusa nell'eremo dove ha deciso di trascorrere il resto dei suoi giorni dopo l'addio ai riflettori, avvenuto quando era ancora all'apice della carriera; ciononostante il mito della sua bellezza e bravura è ben lungi dallo sfiorire, soprattutto nel cuore di Genya, che la venera fin dai tempi del suo apprendistato nell'illustre casa di produzione. Oltretutto ha qualcosa da consegnarle, ossia una vecchia chiave a cui non immagina neppure quanto la vecchia diva sia legata. Il suo legittimo proprietario è un giovane pittore che Chiyoko, all'epoca ancora una ragazzina, aveva aiutato a sfuggire alla repressione di matrice fascista che caratterizzò i primissimi anni del periodo Shōwa (1926-1989); non potendo tenerla con sé, il ragazzo l'aveva incaricata di custodirla fino al loro incontro successivo, impegno a cui la giovane, follemente innamorata di lui, tenne fede fino a quando la chiave andò perduta. La sua decisione di diventare attrice è da imputarsi proprio alla speranza che lui la vedesse sullo schermo e, riconoscendola, provasse a mettersi in contatto con lei, cosa che non accadde mai. Adesso la donna è pronta ad affrontare quella parte del suo passato che aveva deciso di dimenticare, aprendo completamente il proprio cuore a un sempre più commosso Genya.

Sarò sincera: ho sempre nutrito un'istintiva insofferenza verso questo genere di storie e nei confronti dei <i>memoir</i> generale. Questo, tuttavia, non significa che sia solita precludermi la visione o la lettura di determinate opere soltanto per questo motivo: credo di avere già oltrepassato l'età in cui potevo ancora permettermi di giudicare un libro dalla sua copertina senza passare per una persona superficiale. Nella fattispecie negarmi la visione di un film di Kon -il mio <i>primo</i> Kon- per una simile sciocchezza mi sembrava doppiamente delittuoso. Il risultato? Un arrosto senza arte né parte, circondato da fitte ed elaborate volute di fumo, certamente molto belle a vedersi, ma non altrettanto nutrienti. E di questo mi dispiaccio profondamente, perché il comparto tecnico è davvero di tutto rispetto: grazie alla perizia di Kon, infatti, lo spettatore si ritrova ben presto coinvolto assieme a Genya e a Kyōji, il suo collaboratore, nel turbine dei ricordi della Chiyoko, un caleidoscopio di fatti ed emozioni in cui realtà e finzione si confondono di continuo grazie alla prepotenza del sentimento da lei provato per il giovane rivoluzionario. Ogni cosa, nei film che si ritrova a interpretare nel corso della sua carriera, le parla di quell'amore disgraziato che le ha cambiato la vita.

Attraverso le eroine e cui Chiyoko presta corpo, cuore e voce, la vediamo trascendere i confini del tempo e dello spazio in una corsa disperata contro il fato inclemente, una corsa di cui forse, in cuor suo, conosce già l'esito. Ciononostante Chiyoko fa di tutto per rimanere fedele a se stessa e all'amato, proprio come Genya rimane fedele al sentimento che prova per lei e che troverà nell'onirica ricostruzione degli eventi salienti della vita della donna un terreno assai fertile. Non importa in che epoca e in quali vesti, lui sarà sempre lì a immolarsi per permetterle di sopravvivere e di continuare a rincorrere il suo sogno.
Per il personaggio di Chiyoko il regista si è ispirato a due grandi attrici giapponesi, Setstuko Hara e Hideko Takamine. La prima, nata con il nome di Masae Aida e soprannominata “La vergine eterna”, fu attiva dal 1935 al 1963, anno in cui si ritirò improvvisamente senza mai più concedere un'intervista o una fotografia; la seconda debuttò nel 1929 a soli cinque anni e concluse la sua carriera esattamente cinquant'anni dopo, lasciando i riflettori per dedicarsi alla scrittura di saggi molto apprezzati per la loro arguzia.

Cosa posso dire? Probabilmente mi aspettavo più cinema e meno sogni, un lungometraggio in cui forma e sostanza fossero più bilanciati. In particolare mi ha delusa la profonda staticità di Chiyoko, la cui corsa verso il suo sogno d'amore mi è sembrata più una successione di timidi salti sul posto che altro. In questo Genya le fa compagnia per buona parte del film, per poi riuscire a trovare la forza di spiccare un balzo tale da permettergli di raggiungere in maniera concreta l'oggetto della sua incrollabile ammirazione. Inutile dire che a farne le spese è la trama, a parer mio scandalosamente inconsistente per un prodotto così ricco di potenziale.
Per questi motivi il mio voto è un 7 sofferto, con la speranza di un lieto fine per i miei prossimi “incontri ravvicinati” con un maestro che, al di là di questa cocente delusione, ho ancora ragione di ritenere più che degno di stupore e tremori.


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Pan Daemonium

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Se in "Perfect Blue" si sovrapponevano due stadi, quello mentale e quello reale, fino a non far comprendere più nulla allo spettatore, qui si finisce col sovrapporre altri due stadi, quello reale e quello storico-cinematografico.
Geniale l'immettere gli intervistatori all'interno della storia narrata dall'attrice oramai anziana, geniale il sovrapporre la storia di vita dell'attrice con le storie dei suoi film. Ma ciò non è neppure strano, perché è come se i suoi film vertessero sempre sullo stesso tema, cioè il tema che è il perno della vita stessa dell'attrice: la ricerca di un qualcosa. Del principe catturato dai samurai nemici, del proprio uomo, di un pittore.
Perché il soggetto cambia costantemente forma? Ce lo dice Kon alla fine del film, quando la morte viene dipinta come un viaggio cosmico verso lo sconosciuto (e qui c'è ancora un riferimento ad uno dei film dell'anziana attrice: GENIALE): è la ricerca il vero obiettivo perseguito dalla donna. Ecco perché cambia il tipo di ricercato, ma la ricerca rimane immutata. Una ricerca però di un fantasma, come sa chi ha visto il film.
Da vedere? È una domanda retorica, perché la risposta è una sola.


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hallymay

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Scrivo questa recensione veramente con il cuore in gola dopo avere letto proprio su questo sito la straziante lettera di addio alla vita del regista Satoshi Kon. Sapere infatti che uno dei pochi registi dell'animazione nipponica a non avere mai sbagliato un colpo non ci avrebbe mai più regalato un altro capolavoro mi ha messo un'enorme tristezza addosso, oltre al lato umano del dispiacere della scomparsa per una malattia cosi grave e subdola di un uomo tutto sommato ancora giovane.

Millennium Actress è secondo me il film della conferma, ovvero il film con cui Kon si è conquistato un posto nell'olimpo dei grandissimi assieme a Oshii e a Miyazaki dopo avere strabiliato con Perfect Blue. Cambiando totalmente genere, cioè passando dal thriller psicologico al dramma, Kon narra la storia di una fittizia famosa attrice giapponese degli anni '50-'60 che viene intervistata per un documentario da un suo ex collaboratore. Da qui si dipana in maniera ancora più sorprendente rispetto a Perfect Blue il tema più caro a Satoshi Kon: il continuo ribaltamento tra realtà e fantasia. Durante il racconto la nostra protagonista, Chiyoko, mischia i suoi ricordi personali con le trame dei set a cui ha preso parte in gioventù, raccontando tramite queste scene tutta la storia del Giappone fino ai giorni nostri. Tutto questo mentre la morale di fondo del film si palesa in maniera geniale: il senso della vita di Chiyoko (e di tutta l'umanità) è la continua ricerca di qualcosa di irraggiungibile.

Il comparto tecnico è splendido e le animazioni hanno un balzo qualitativo enorme rispetto al sopracitato Perfect Blue, le musiche poi sono indimenticabili, in particolare il pezzo Run. Vorrei infine ricordare che questo film ha avuto anche una distribuzione in America grazie alla DreamWorks.
Un capolavoro dalla visione imprescindibile per qualsiasi cinefilo.


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ivan180378

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Questo bellissimo film del Maestro Satoshi Kon è ambientato in Giappone in epoca contemporanea. Un giornalista cinematografico e il suo assistente, si recano ad intervistare una famosa attrice settantenne, che si è ritirata dalla scene ormai da trenta anni. Il giornalista è un grande ammiratore dell'anziana attrice e conosce praticamente tutti i suoi film. La scusa per l'intervista è la restituzione di una chiave di sua proprietà ritrovata nei vecchi studios ormai in demolizione. L'intervista incomincia e l'attrice racconta tutta la sua vita dalla nascita, intrecciando la sua vita privata con le scene dei film che ha interpretato. Gli intervistatori si trovano immersi nei racconti della signora come se li vivessero direttamente, tanta è la passione della descrizione e la ammirazione del giornalista per l'attrice.

Questo quindi, per quel che concerne la trama. Il genere è quindi commedia, sentimentale, drammatico. Passiamo all'analisi tecnica. Satoshi Kon è un maestro e in questo anime lo dimostra: la regia è impeccabile, con primi piani al momento giusto e utilizzo della "cinepresa" davvero realista. L'animazione è di altissima qualità, le sceneggiature accurate e dettagliate. Non manca della buona fotografia. Le musiche sono azzeccate, seguendo il ritmo della narrazione, anche se mancano particolari motivi memorabili.
E' quindi una commedia con note drammatiche e sentimentali davvero avvincente, si lascia seguire bene tutta di un fiato, merito sia della storia, interessante e romantica, sia della regia accuratissima. Non manca la profonda morale e il contenuto metaforico, di cui non vi accenno per non togliervi qualcosa alla visione. È un classico consigliatissimo, di voto 9.


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Shaka_no_virgo

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Un'altra perla dell'animazione nipponica, uno di quei film che non è davvero secondo ai capolavori di Miyazaki, qui appunto parliamo di un ottimo film assolutamente da non perdere. La concezione narrativa è assolutamente geniale. Due operatori cinematografici decidono di realizzare un documentario sulla vita della celebre attrice Chiyoko, ormai settantenne e ritiratasi dalle scene da trent'anni, ma come lo fanno? L'intervista diviene essa stessa un film dove Chiyoko rivive la sua vita da ragazzina sino all'età adulta con geniali flashback dove i due operatori cinetelevisi diventano loro stessi protagonisti della vita della donna. Il minimo comun denominatore tra tutti i film della protagonista e il suo divenire donna è il continuo inseguimento del suo primo grande amore, conosciuto quando lei aveva quattordici anni. La vita è spietata e non sempre le cose vanno come si vorrebbe ma alla fine la stessa Chiyoko ammette che la cosa che ama di più è inseguire il suo amore e non ottenere concretamente l'amore stesso di quella persona.
Semplicemente splendido.


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BluVega

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Millennium Actress (Sennen Joyu), è un film del 2001 prodotto dallo Studio Madhouse e diretto dal regista Satoshi Kon, famosissimo anche nel nostro Paese e stesso autore di Tokyo Godfathers e Paprika. Memore della qualità di questi ultimi e innamorata dello stile del loro autore, l'altro giorno mi sono decisa a guardare un'altra delle sue opere e devo dire che anche questa volta ne sono rimasta incantata. Il particolare stile della narrazione mi ha subito catturata e coinvolta nella storia della protagonista, Chiyoko, la quale, nel corso del racconto della sua vita, confonde la realtà con la finzione dei film da lei interpretati. Il punto forte del film, infatti, è proprio l'intreccio tra finzione e realtà: sembra un racconto fantastico, un viaggio attraverso mondi sconosciuti, invece si sta narrando una storia vera viaggiando attraverso dei ricordi, a volte tristi e a volte felici, di una donna che ha preso decisioni importanti e che ha scelto di percorrere certe strade esclusivamente per amore. Amore del quale comprenderà il pieno significato solo alla fine.


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Franzelion

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Splendida opera del talentuoso Satoshi Kon.
Degli ex registi decidono di svolgere un documentario, e quindi di intervistare di persona, su una famosissima attrice giapponese (da qui il titolo: Millennium Actress). Giunti alla sua dimora ella racconta il suo passato e la sua appassionante storia d'amore volta all'inseguimento, praticamente eterno, di un uomo che ha incontrato una sola volta, e appena per qualche minuto.
Nel film i 2 ex registi svolgono il ruolo di "attori" nel passato che racconta Chiyoko (la protagonista); si alternano scene di vita a scene da film, ovvero in cui recita, e spesso non è netta la distinzione anche perchè la magistrale regia vuol creare questo splendido intreccio di finto/vero e anche passato/presente, soprattutto verso la fine.
Chiyoko è davvero un personaggio molto curato, e lo sono anche i due registi, anche se pur nella loro semplicità.
Splendida la colonna sonora che accompagna i diversi ricordi e più che buone le animazioni, con una colorazione forte, azzeccata, e disegni abbastanza nitidi.
La storia quindi è davvero intensa, profonda e articolata, e a mio parere una delle più belle storie d'amore mai create.
Be, inutile spendere altre parole per un capolavoro come pochi se ne trovano in giro.
Come giudizio finale darei 9.5, ma dato che non si possono mettere mezze misure gli concedo un 10, perchè la media voto merita di alzarsi; sta di fatto comunque che è il film animato più bello che abbia mai visto fin'ora, insieme a Ghost in the Shell.
Anche se non siete per le storie d'amore (d'altronde non lo sono neanch'io) questo film ha davvero qualcosa di "diverso" e di eccezionale, e non mi rimane altro da dire se non: guardatelo!


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sylar 46

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Millennium Actress è un film scritto e diretto da Satoshi Kon, ovvero colui che è anche (tra gli altri) l'autore di altri grandi film d'animazione, come Tokyo Godfathers.
La trama racconta la storia di Chiyoko Fujiwara, attrice famosissima del secolo appena trascorso, che nonostante si sia ritirata da parecchi anni dall'attività sui set cinematografici, e i segni del tempo sono cominciati a farsi sentire da tempo anche per lei (oramai una settantenne), la sua notorietà è ancora tale tra la gente, che uno studio televisivo decide di realizzare un documentario sulla sua vita professionale e non, è da mandato di occuparsene ad un giornalista di nome Genya Tachibana e il suo operatore.
Guardando il film per la prima volta, all'inizio sinceramente mi pareva un po troppo lento per i miei gusti, e le parti che preferivo, erano indubbiamente i brevi siparietti comici che il giornalista e l'operatore ci mostrano durante tutto il film, ma proseguendone la visione, la trama mi ha conquistato come davvero mai mi sarei immaginato neanche pochi minuti prima, e non vedevo l'ora di scoprire cosa sarebbe accaduto successivamente a quello che le immagini avevano appena mostrato (e chi ha già visto il film capisce quello che voglio dire) e di come alla fine la storia si sarebbe conclusa.
Il regista Satoshi Kon è stato a mio giudizio davvero bravissimo, in questo film, a mescolare e soprattutto intrecciare ricordi, sogni e anche fantasia della protagonista attraverso le rivisitazioni di tutti i suoi film girati e soprattutto la sua ricerca disperata del suo sogno che era anche il suo più grande amore, ovvero un pittore incontrato per caso quando Chiyoko era ancora molto giovane, di cui però si era innamorata perdutamente e dove si erano ripromessi di incontrarsi in futuro, e alla fine il risultato è stato un mix di emozioni che ne ha reso qualcosa di veramente unico.
Se a questo aggiungiamo poi una eccellente realizzazione tecnica, nel quale spiccano senza dubbio le musiche, ma dove i disegni non sono certamente da meno, il risultato non poteva che essere questo.
Per questo, ne consiglio la visione al più presto di chi ancora non abbia avuto l'occasione di guardarlo, perchè se mi sono ricreduto io che di solito quando qualche serie o film mi delude sin dai primi minuti, difficilmente con il trascorrere degli eventi mi porta a cambiare opinione, beh, in questo caso mi sono dovuto ricredere alla grande, e anzoi non vedo l'ora di poterl rivedere una seconda volta.


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deathmetalsoul

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Questo lungometraggio del 2001, scritto e diretto da Satoshi Kon, è uno di quelli che, senza se e senza ma, rientrano in un contesto di film di alto livello, e sono definibili capolavoro.
Ancora una volta il genio di Kon ha fatto centro ed ha regalato al mondo una di quelle rare perle che prendono posto nella storia e li vi restano. Ecco che ci troviamo dinanzi ad una trama particolarmente elaborata, che anche se parte da un concetto base semplice come la ricerca di un amore perduto, si articola man mano che passano i minuti mettendo in risalto argomenti sempre di maggiore importanza, storici e sentimentali.
La protagonista assoluta dell'opera è una famosa attrice che ormai ha raggiunto una certa età, è su di lei che gira il tutto, il capo di uno studio televisivo che nasconde un'immensa ammirazione per essa è pronto a farle un'intervista sulla sua vita trascorsa nella quale ella si immedesmerà a tal punto da rivivere tutti i film della sua vità dalla giovinezza ad oggi.
Il film presenta un comparto storico elevato, infatti possiamo ammirare di volta in volta i paesaggi di diverse epoche, particolareggiati e che esprimono magnificamente il ruolo dei protagonisti all'interno di essi, girovagando tra questi in una maniera quasi "assurda", non si riesce quasi più a capire quale sia la finzione e la realtà, che si intrecciano magnificamente, ma si capisce che il ruolo della nostra protagonista non è mai cambiato in tutti questi anni, lei è sempre stata in cerca di una verità che infine scoprirà in un finale tutto da godere.
Ci troviamo di fronte a personaggi seri e adulti, ma con una semplicità che li avvicina subito a noi, senza farli mai pesare, ma che riescono alla fine a rendere l'idea di un dramma che si è consumato negli anni, di cui tutti sono stati partecipi, ma di cui nessuno in realtà ha mai capito nulla. Non ci sono pecche per quanto riguarda la parte tecnica, i disegni e le animazioni sono buone, e la regia è di alto livello, molto belle sono pure le musiche.
Il film è da vedere, lo consiglio a tutti i fan dell'animazione, alcuni frangenti sapranno davvero emozionarvi, e se riusciete ad entrare nella testa della protagonista vivrete con lei le sue passioni e i suoi sentimenti.


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M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Il secondo film del genio di Satoshi Kon nasce nel 2001, si intitola "Millennium Actress" e non fa che confermare le validissime doti dell'autore; una formidabile regia, che muove i fili di una storia memorabile, magistralmente animata, originalissima, appassionante, riflessiva e commovente, conferisce all'opera una grandezza unica.
Bellissima la trama:
il produttore Genya Tachibana deve realizzare un documentario dedicato allo studio cinematografico Gun Ei, per commemorarne i settant'anni di attività. Decide quindi di intervistare Chiyoko Fujiwara, celebre attrice del passato, che da oltre trent'anni vive come una reclusa. Nel corso della produzione, spezzoni dei film di Chiyoko si mescolano ad accadimenti relativi alla sua vita privata e ad avvenimenti storici del Ventesimo secolo, creando un suggestivo miscuglio di realtà e finzione che, soprattutto nella mente dell'attrice, diventano difficili da distinguere.
Sorta di autobiografia, rassegna storica, racconto a sfondo sentimentale... "Millennium Actress" raggruppa tanti generi d'animazione ed alletta altrettante categorie di pubblico, grazie alla sua poetica vena narrativa, che raggiunge l'apogeo nell'emozionante sequenza finale.
Si può essere in ugual modo soddisfatti per ciò che riguarda la realizzazione tecnica, che senza sbavature confeziona il gioiello targato Go Fish Pictures.
Giocato sia sulla suggestione delle immagini, sempre accompagnate da splendide musiche, sia su un'ottima caratterizzazione del personaggio principale, il lungometraggio di Satoshi Kon va annoverato tra le opere d'arte d'animazione del ventunesimo secolo.
Imperdibile.


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Achille

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Un omaggio al cinema, un omaggio alla Storia e un omaggio ai sentimenti di una terra la cui Esistenza fra passato e futuro viene ripercorsa in un millennio vero e filmico dai ricordi dell’esistenza di un’attrice alla ricerca dell’amore di un istante e di una vita. Ma tutto parte sempre da molto lontano, ovvero da uno spassosissimo intervistatore-superfan innamorato di tutti i film dell’attrice Chiyoko, che si reca con il suo cameraman divertentissimo a casa della vecchia stella ormai agli sgoccioli per darle qualcosa che ella aveva perduto tempo fa, e per farsi raccontare vita morte e miracoli in cui i di lei ruoli si mescolano alla sua storia e non si capisce dove inizino quelli e dove finisca questa. Così il ritrovamento della chiave che apre la cosa più importante (e mai raggiungibile) dà il via a questa rincorsa infinita di un reincontro desiderato con tutto il cuore e mai raggiunto, che trascinerà Chiyoko a sbattersi senza pace per tutta giovinezza fino alla rassegnazione preannunciata della vecchiaia. E se è vero che è tutta una grande metafora del senso dell’Esistenza , è soprattutto vero che la regia di Kon è assurda, e con la trovata dei due intervistatori che prendono parte viva all’azione delle memorie (assolutamente geniale!) alleggerisce una storia che sarebbe potuta essere troppo pesante e che invece diventa coinvolgente e leggerissima, e la messa in scena di ricordi di vita e di film mescolati senza sosta con il linguaggio unico Kon-style rende una storia ordinaria un’odissea straripante e caleidoscopica.
Corredati da animazioni sempre precise e fluide e da un chara particolarmente azzeccato (soprattutto Genya e la Chiyoko durante la guerra), i disegni belli e curati diventano incredibilmente espressivi (cosa a cui il maestro dà davvero molta importanza in tutte le sue opere), e mostrano emozioni e sentimenti in modo naturalissimo creando così un’empatia immediata. I colori delle memorie sono volutamente smorti – ma si sa che la luce del passato smorza le tinte – e rendono benissimo sia l’atmosfera bellica cupa sia il mistero del Giappone medievale e feudale; mentre sono splendidi i cromatismi da fantascienza anni ’70 delle scene spaziali.
E il finale disincantato dona a tutto il film un sapore amaro perfetto, perché un happy-end non ci sta proprio bene con l’occhio tipicamente provocatorio e anticonformista di Kon. E poi l’Ultimo viaggio – l’Ultima ricerca – visto come immersione nell’iperspazio è una genialata pazzesca che si stampa nella storia del cinema.
Certo la vicenda che traina tutte le metafore e i significati impliciti-e-non è il classico melodramma di un amore impossibile, per cui se siete più romantici di me (e non ci vuole molto) potete aggiungere tranquillamente 1 punto; ma lo spessore dell’opera è indipendentemente da questo notevole – e non poteva essere altrimenti, visto di chi stiamo parlando.


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ALUCARD80

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Lungometraggio dell'ormai famoso e rinomato Satoshi Kon, Millennium actress è una vicenda visionaria e al limite del comprensibile, una sorta di sogno vissuto tutto d'un fiato come un attimo fugace, lungo centinaia d'anni.
Millennium Actress è la storia di una anziana attrice giapponese, che intervistata da una coppia di giornalisti, ripercorre la sua esistenza attraverso i film che ha interpretato, e allo stesso tempo percorrendo la propria esistenza sin da giovanissima. Man mano che si prosegue con il racconto, la confusione comincia a fare da padrona, e la cosa migliore da fare è lasciarsi andare e seguire il filo senza chiedersi nulla, farsi trasportare dalle sequenze che portano la protagonista da un evento della sua vita all'altro, attraversando i suoi film come una persona potrebbe attraversare l'ultimo millennio di storia con una macchina del tempo, soffermandosi sui punti cruciali della propria vita, in un mondo che la vede come protagonista assoluta, al centro di tutto. Riflettendo a mente fredda, è come un inno alla vita, coi suoi alti e bassi, una sorta di percorso onirico raccontato dal grande Kon tramite disegni meravigliosi e animazioni eccezionali, dolce e aspro, veloce e lento quando serve, emozionante e ruvido, dalla colonna sonora praticamente perfetta che risalta ogni attimo della storia.
In pratica, una sorta di riflessione filosofica sulla vita a 360°, che porterà l'attrice protagonista a viaggiare nel tempo dei suoi ricordi fino ad un inverosimile futuro, sempre alla perenne rincorsa, più che ricerca, dell'uomo amato, sempre più vicino ad afferrarlo ma mai abbastanza.
Credo che sia uno di quegli anime da tenere e consigliare a chiunque, un capolavoro che non ha nulla da invidiare a nessun film o commedia romantica, una gemma inestimabile nel firmamento dell'animazione mondiale, capace di rivaleggiare senza problemi coi prodotti di Myiazaki o i colossi del botteghino made in Disney & co.


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SuperFra

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Millenium actress è un film diretto da Satoshi Kon.
In esso vengono rivissuti i momenti salienti della ricerca esasperata dell'amore da parte di Chiyoko, una giovane attrice.
La ragazza lungo la sua carriera cinematografica incontra costantemente elementi che la riconducono a questo amore idilliaco, che pur non vedendo mai la luce, durerà in eterno.
Continuiamo per ordine...
La trama ha inizio con il desiderio di creare un documentario sulle opere della suddetta attrice.
Incontratisi, produttore e attrice, nonostante la veneranda età e la precarietà di salute di Chiyoko, iniziano a rivivere le varie situazioni della vita dell'ex attrice.
La metodologia narrativa è molto interessante e particolare, i due, infatti, insieme al camera-man, che riveste il ruolo dello spettatore privo di qualunque conoscenza sui fatti, iniziano a rivivere in prima persone le vicende dei protagonisti dei film interpretati da Chiyoko.
Questa full immersion nella vita passata dell'attrice risulta però spesso disorientante, estraniando lo spettatore dal contesto reale della narrazione.
L'alienazione di cui si parla è grave ed effettiva, in quanto non si riesce a calare effettivamente nei panni dei protagonisti, non si riesce a cogliere la profondità delle emozioni che il regista vuole raccontare.
Pur essendo interessante la metodologia narrativa, essa risulta a tratti alienante, pregiudicando la buona riuscita del film.
Viene infatti esposto un paesaggio onirico fondato sui ricordi, tanto vividi quanto intensi.
Altro punto negativo del film è la inconcludenza dei fatti, in quanto spesso le vicende narrate risultano fini a se stesse, con il solo scopo di far capire ulteriormente allo spettatore quanto grande fosse l'amore di Chiyoko.
Questa inconcludenza porta ad un abbassamento sostanziale del mordente che annoia ancora di più lo spettatore.
Presumibilmente il regista, facendo determinate scelte stilistiche pensava di rendere articolare un film, che in definitiva viene anche rovinato da ciò che lo rende particolare.
Paradossalmente ciò che dovrebbe essere il tratto distintivo dell’animazione e un suo punto di forza, rende il film stesso a tratti noioso ed imperscrutabile.
Graficamente si ha una realizzazione media, che non esce dagli schemi né in positivo né in negativo; la stessa cosa dicasi per la sezione audio.
In definitiva, Millenium actress, ha una struttura narrativa interessante che risulta essere al contempo punto di debolezza e di forza.
Particolare.


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Caio

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Eccellente opera cinematografica. La scelta stilistica dei due registi che diventano osservatori impotenti della storia della protagonista è una risposta narrativa già ampiamente conosciuta; m mettere loro in mano una videocamera dentro la videocamera nel flash back continuo è decisamente geniale. Questo regista è molto bravo quindi. Dialoghi precisi e limpidi, personaggio interessante, curioso la protagonista che porta lo spettatore a farsi tenere la mano nel racconto della sua vita. Ma non ci si accorge che a narrare è Lei, il regista con le sue belle inquadrature e tagli del montaggio chirurgicamente artistico e lineare, e i due cineasti che videocamera in mano la seguono nel racconto della sua vita, e che lo mimano pure con episodi molto divertenti. Pellicola per adulti, da vedere.


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LaughingMan d:D

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Millennium actress è il secondo film di Satoshi Kon, da qualche mese finalmente disponibile in DVD con doppiaggio italiano.
Se amate le opere di Satoshi Kon amerete sicuramente questo film, forse la più bella delle sue opere. Se non conoscete Satoshi Kon vi consiglio a maggior ragione la visione di questo film che rappresenta il prototipo della sua arte, del suo stile narrativo e delle sue tematiche ricorrenti. Se non lo amate, peggio per voi.
La storia ripercorre la vita di un'attrice e lo fa attraverso i film da lei stessa interpretati nel corso della sua carriera i quali diventano un tutt'uno con i reali eventi della sua vita. Il risultato è un mix surreale e travolgente in cui l'unico punto fisso è la protagonista e la sua continua ricerca dell'amore perduto della sua infanzia di cui si sono perse le tracce durante la Seconda Guerra Mondiale. Questa eterna ricerca è il filo conduttore che tiene unite le vicende che si susseguono nella narrazione, vicende in cui la realtà e la finzione si fondono insieme in uno stile che non ha pari nel campo degli anime. Nel cinema ricorda geni indiscussi del calibro di David Lynch e Tim Burton.

crow

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crow

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Non credevo che un anime potesse usufruire di una sceneggiatura cosi coinvolgente e fresca,non ho mai apprezzato satoshi kon,ma dopo aver visto millennium actress mi sono dovuto ricredere,forse mi è sfuggito qualche dettaglio nella storia ma si sa è l'obbiettivo di questo regista confondere tra misticismo e realtà lo spettatore,rendere il tutto più difficile da comprendere,ripeto mi è sfuggito qualcosa(oddio non è che sia nemmeno del tutto incomprensibile la storia,ma meglio non distrarsi)ma quando c'è un impatto visivo e sopratutto una padronanza registica del genere si può soprassedere. Gran bell'anime.


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Slanzard

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
È finalmente disponibile anche in Italia grazie a <b>Passworld</b> il DVD di <b>Millennium Actress</b>, seconda e, forse, migliore opera di <b>Satoshi Kon</b>, mangaka e famoso regista dell’animazione giapponese, autore di grandi film quali <i><a href="http://www.animeclick.it/anime.php?titolo=Tokyo+Godfathers" target="_blank">Tokyo Godfathers</a>, <a href="http://www.animeclick.it/anime.php?titolo=Paprika" target="_blank">Paprika</a></i> e <i><a href="http://www.animeclick.it/anime.php?titolo=Perfect+Blue" target="_blank">Perfect Blue</a></i>, nonché della serie televisiva <i><a href="http://www.animeclick.it/anime.php?titolo=Paranoia+Agent" target="_blank">Paranoia Agent</a></i>.

Nata nel 2001, l'opera ripercorre la vita di Chiyoko Fujiwara, leggendaria attrice del XX secolo, ormai anziana e da tempo ritiratasi a vita privata: a dare il via alla storia è la visita di due giornalisti con l'intenzione di intervistarla e di dedicare uno speciale alla sua vita e alla sua intera carriera lavorativa. Il più anziano dei due consegna all'anziana attrice una chiave ritrovata durante la demolizione di alcuni vecchi studios cinematografici. Quest'oggetto, unico ricordo di un uomo incontrato durante l'infanzia e di cui Chiyoko era innamorata, è il fulcro attorno al quale ruotò tutta la vita della donna, compresa la sua professione di attrice, intrapresa esclusivamente allo scopo di ritrovare il possessore dell'oggetto, ovunque egli fosse, sperando di esser da lui notata in qualcuno dei suoi film ed essere contattata.

Ma ecco che entra in scena il genio di <b>Kon</b>, che da un incipit abbastanza semplice e banale riesce a tirar fuori uno dei migliori film d'animazione giapponese di tutti i tempi, in grado di rivaleggiare col miglior <i>Miyazaki</i> e il miglior <i>Oshii</i>.
Inizia quindi un viaggio onirico e surreale nel passato della donna, in cui le vicende passate si fondono con le trame dei vari film da lei interpretati, tutti incentrati sulla ricerca dell'amato. Un viaggio ambientato nell'arco di tutto un millennio di storia giapponese, dal film di “cappa e spada” medievale al dramma di guerra, prima gradualmente e poi, col proseguimento della visione, sempre più potentemente, fino a rendere impossibile una separazione netta tra realtà e finzione cinematografica. Un film dentro al film, come afferma lo stesso regista nell'intervista tra gli extra, una ricerca senza fine, struggente ma anche comica, drammatica ma anche romantica, fino alla finale, in cui tutti i tasselli, che prima apparivano posti a caso, si uniscono realizzando il mosaico della vita di Chiyoko; un racconto pregno di significato e simbolismo, che rimane però aperto alle varie interpretazioni dello spettatore.

<b>Millennium Actress</b> è attualmente disponibile in edizione a disco singolo, con diversi extra e dal prezzo abbastanza contenuto, 18 euro circa. La qualità video si attesta su buoni livelli: sul mio vecchio televisore di casa il risultato è ottimo, ma anche analizzandolo più attentamente su PC, quindi su uno schermo ad alta definizione, l’immagine risulta comunque buona. Non siamo forse ai livelli dell'edizione DVD di <i>Paprika</i>, ma il lavoro è superiore rispetto a quelle di <i>Tokyo Godfathers</i> e <i>Paranoia Agent</i>. Stesso discorso per l'audio, presente in tripla traccia italiana e doppia traccia giapponese.
Il doppiaggio è ben realizzato; confrontandolo poi con l'originale ho anzi preferito quello italiano in alcune parti. Per quanto riguarda la traduzione dei dialoghi, non posso esprimere giudizi assoluti, ma non presenta grosse discrepanze con le versioni “amatoriali”.

Il package è spoglio, privo di alcun booklet, neppure di una semplice lista di credits, ma solo l'elenco dei capitoli nell'interno del cartone; l'amaray è quello base, senza confezioni particolari. Bilanciano perfettamente, però, gli extra multimediali: abbiamo, oltre al piacevole trailer inglese e una breve galleria di immagini, un making-of di 40 minuti in cui vengono intervistati alcuni dei realizzatori, il regista <b>Satoshi Kon</b> e lo sceneggiatore <i>Sadayuki Murai</i>. Interviste decisamente interessanti e di cui consiglio la visione.

Piccolo difetto dell'edizione è l'impossibilità di cambiare traccia audio a visione già iniziata, costringendomi, non essendo il mio lettore DVD compatibile DTS, a riavviare selezionando preventivamente l'audio Dolby Digital dal menù iniziale. Non è possibile, inoltre, visionare l'opera con l'audio giapponese senza i sottotitoli. Presente anche qualche difetto di compatibilità su PC, specialmente sottotitoli e menù lenti a caricarsi.
In definitiva l'edizione è buona, non esente da difetti e non la migliore sulla piazza, ma si difende dignitosamente. Un <b>must</b> per gli estimatori di <b>Satoshi Kon</b>, altamente consigliata anche per tutti gli altri: non ve ne pentirete!


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HaL9000

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Sceneggiatura e regia magistrali, un vero caleidoscopio, dove l'immaginazione diventa realtà, e la realtà diventa finzione cinematografica, e questo nel film talvolta accade tutto nello stesso istante, e nello stesso luogo. Alla fine la protagonista, come dice lei stessa, ama più la ricerca del suo amore perduto che non il fatto di trovarlo; direi che questo è il fulcro del lungometraggio, sorta di parabola che descrive la vita. Non è la prima opera di Kon che guardo, ma è quella che sicuramente mi ha colpito di più.
Se volete farvi un'idea di questo regista, questo è il film giusto.

Gurren

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Gurren

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
2001: Satoshi Kon firma il suo secondo capolavoro a quattro anni da "Perfect Blue"; 2008: "Millennium Actress" esce in DVD nel nostro paese. Ennesima conferma della difficoltà oggettiva per l'animazione nipponica di qualità di trovare spazio nella distribuzione sul mercato. Anche in ciò si finisce per accostare Kon al maestro Miyazaki. Non che si debba considerare Kon come un allievo. Anzi. Con questa opera dimostra ancora di possedere uno stile proprio, una padronanza della regia ineccepibile e le capacità di un narratore di fiabe moderne, mai banali. La storia di un'attrice che diventa storia di una vita, storia di una nazione, storia di una ricerca. Esistono varie "chiavi" di lettura di un film complesso come questo; la maestria sta nel saper elevare il tono di una storia apparentemente elementare con l'inserimento di alcune trovate registiche geniali (i giornalisti che entrano nei ricordi, i collegamenti tra film e "vita vera") o in una colonna sonora adeguata al risultato (Susumu Hirasawa che ha curato anche "Paprika"). Morale: godetevi il film -e la vita- e non vivetelo in funzione del finale, vivete di esso, non per esso.

Mezzanotte

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Mezzanotte

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
C'è qualcosa di indubbiamente profondo nella storia della protagonista che cerca per tutta la vita un uomo, e per trovarlo diviene attrice e non fa altro per tutta la vita che rappresentare questa sua inappagata ricerca nei suoi film. Realtà e finzione, vita e teatro si confondono, si mischiano indissolubilmente, come in un caleidoscopio, un gioco di specchi. Esisteva veramente quell'amore o era anche quello solo una rappresentazione? è più importante il possesso o la ricerca della cosa amata?

Satoshi Kon, continua così!

Goidil

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Goidil

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Spenderò giusto due parole, due parole di numero, perchè sinceramente ho troppo da dire su questo film, un altro fottuto capolavoro di Satoshi Kon, cineasta doc dall'immenso gusto.
C'è anzitutto una regia ardita, mai soddisfatta e sempre "alla ricerca". Ricerca, che poi è il significato pregnante della pellicola: ricerca soltanto di un amore o forse qualcosa di più? Forse Kon sta cercando l'essenza culturale nipponica, dilatata nell'arco di un millennio, ma ricondotta all'interno del film, oppure l'essenza dell'industria cinematografica?
Dicevamo quindi di quell'immensa regia, volta ad evidenziare il filo conduttore, anzi i fili conduttori, della sceneggiatura: saranno più di uno, momenti ripetuti, che verso tre quarti del film troveranno la propria concretizzazione "puzzlealistica". Una concretizzazione sofferta, eppure felice, nuovo trampolino di lancio per un epilogo commovente, intriso di una gioia nascosta, parvenza di un lieto fine, che arriverà o non arriverà? E qui sta al singolo fornire una propria interpretazione...
Millenium Actress è azione è movimento continuo, una progressiva tendenza verso una degna conclusione, che state tranquilli, non giungerà nemmeno alla fine, lasciando in sospeso una risposta, ma anche una domanda...
Il tecnicismo e la volontà storiografica (sia annalistica che cinematografica) vengono enfatizzati da una fotografia ricercata, dai toni scuri e rossastri: un opacismo che ritroveremo anche nel successivo Tokyo Godfather. Susumu Hirasawa ha poi seguito la colonna sonora, e farà la stessa cosa con Paprika: le due ost si avvicinano, forti di temi da chip-music. In millenium Actress il sonoro viene poi condizionato da ardite melodie, classiche e rock, mai protagoniste, ma sempre pronte ad omaggiare e sottolineare le scelte registiche.
Ma alla fine Millenium Actress rimane una pellicola densa di voglia di far parlare con i suoi accesi contrasti e le sue ricorrenti similitudini. Sembra voler fare del buonismo cinematografico, rompere gli schemi tra finzione e realtà, ma sul finale evita eccessive retoriche per celebrare lo spirito esplorativo, testardo, della protagonista. "Dopotutto" Kon vorrebbe che tutti noi fossimo sempre alla ricerca; che sia la ricerca del capolavoro d'animazione nipponica o la ricerca di un amore a lungo sospirato poco importa...

MatteRove

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MatteRove

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Dei 3 film che ho visto di Kon quelle che personalmente mi è piaciuto di più. Da 8,5. La storia è piuttosto complessa e di non facile interpretazione, ma il ritmo incalzante della storia, interrotta nei giusti momenti per dar fiato allo spettatore, fornisce un ottimo motivo per stare vicini allo schermo. Il tema filosofico o presunto tale viene trattato con le giuste dosi di leggerezza e serietà anche se con qualche difficoltà riesce a penetrare nell'animo di chi sta guardando. "La ricerca della felicità", questo sostanzialmente è il motivo ricorrente. Sta a voi scoprire se viene trovata o se la ricerca continua all'infinito e questo lo potete fare solo guardandolo!

Dany

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Dany

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Dei tre film di questo autore che ho visto è quello che mi è piaciuto di meno, ma devo dire che non ostante tutto è una gran bell'opera e bisognerebbe vederla....... Inoltre, (secondo il mio personale parere)trovo che questo regista ha di gran lunga superato il suo maestro (katsuhiro Otomo). Speriamo che un giorno decidano di produrre un opera insieme, potrebbe anche venir fuori un altro capolavoro da oscar!! (sapete già a quale opera stò alludendo). Con questo passo e chiudo augurandovi una buona visione.

Ellehime

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Ellehime

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Un vero capolavoro! E' davvero sorprendente la capacità di questo anime di rendere perfettamente l'idea della ciclicità della vità e del divenire dell'esistenza umana in senso filosofico. L'insoddisfazione dell'essere umano è resa con grande maestria e si risolve nel messaggio secondo il quale più che amare loggetto del proprio desiderio si ama la continua e perpetua dello stesso.
Anche le musiche sono splendide e si accordano perfettamente con lo scopo della storia.
Va visto assolutamente, tenuto e tramandato ai posteri.

Kami

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Kami

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Magnifico. Davvero,davvero bellissimo! Satoshi Kon ormai ci è noto per la sua geniale regia, l'originalità, il sentimento mai stucchevole e rappresentato sempre al meglio, sì insomma, riconosciamolo: ci troviamo di fronte ad uno dei migliori registi in circolazione. E questa sua perla non può sfuggire agli amanti del buon cinema ed agli appassionati di animazione. Imperdibile, lo giuro :)

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Un film davvero bello! Commovente, romantico, divertente, spiritoso, ben fatto e soprattutto molto originale! La vita della protagonista ripercorsa nei suoi ricordi durante un'intervista non sarebbe in sé una novità assoluta: la novità sta nel fatto che gli intervistatori diventano parte integrante dei ricordi! Non c'è niente da fare. Dopo Perfect Blue, Kon ci dona una nuova eccellente opera cinematografica che lo consacra tra i migliori cineasti dell'animazione nipponica e mondiale. Da non perdere!

King Kon

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King Kon

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Bellissimo come i fiori di Loto nel giardino di Chiyoko questo Millenium Actress, penultimo gradino prima della definitiva consacrazione (che arriverà con Tokyo Godfathers) per Satoshi Kon. Lo spunto del film è un documentario/intervista che ripercorre la carriera di una famosa attrice cinematografica. La genialità di Kon si esplica in come il tutto viene rimodulato (ciò che viene narrato, in realtà, è la ricerca utopica di un'amore impossibile, forse di un sogno che, anche quando sembra ormai sepolto da un matrimonio non totalmente voluto, riemerge) e contaminato (la presenza "fisica" dei documentaristi nei ricordi di Chiyoko è spassosa).
Assolutamente da vedere.