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kirk

Episodi visti: 22/22 --- Voto 10
Alla ricerca di qualcosa per adulti, mi sono messo a sfogliare il catalogo di VVVVID, catalogo che si sta restringendo per problemi finanziari del portale, ma comunque interessante e soprattutto gratuito.
VVVVID è famosa per aver avuto tra i suoi successi “Demon Slayer” e “L’attacco dei giganti”, che hanno visualizzato milioni di spettatori.
Numeri buoni anche per questa prima serie di “Psycho-Pass”, ma forse non abbastanza eccezionali per portare le serie successive e il film: peccato, perché “Psycho-Pass” è una serie che è pensata per adulti, e adulti erano la maggior parte delle persone che andavano su VVVVID, di conseguenza sembra dire che i seinen non hanno conquistato gli Italiani... Certo non è stato un flop come “Legend of The Galactic Heroes”, altra serie stupenda non capita nel nostro Paese.
Eppure “Psycho-Pass” è molto superiore: è una serie che riesce a intrattenere e far riflettere, dove le azioni vengono rapportate a un corredo di idee e citazioni.
Io credo che i protagonisti siano tutti personaggi forti e i personaggi secondari abbiano un perché. Essendo un thriller, c’è una forte componente splatter: il modo in cui l’anime è fatto e narrato è la dimostrazione che l’animazione può raggiungere e superare le serie televisive in carne ed ossa anche in questo campo.

Il problema dietro la narrazione è un regime di governo burocratico che, celandosi dietro gli algoritmi di un sistema noto come Sybil System, monitora in pratica mediante computer e sensori la vita di ogni cittadino del Giappone, che viene decisa in modo poco democratico e funzionale: i computer decidono a cosa portano le tue qualità, scuola, lavoro, partner, tutto ti viene dato dal Sybil System, privandoti così della pressione di scegliere. Un sistema che ti prende dalla culla alla tomba.
Se ad un certo punto però senti comunque la pressione dell’ambiente, diventando un criminale o un criminale latente, le conseguenze sono tremende. Se il Sybil System sente che sei stressato, deduce che tu possa in futuro commettere un crimine: sei un criminale latente e dunque vieni arrestato e finisci in centri di riabilitazione che spesso si trasformano in prigione a vita. Se il tuo stress diventa altissimo, anche senza aver compiuto un crimine, vieni ucciso da un esecutore. La maggior parte del territorio cittadino è mappato da sensori che leggono il tuo psycho-pass e, se abiti isolato, puoi essere controllato a sorpresa.
Mentre ai protagonisti tutto ciò va bene, non così al cattivo della serie, Shogo Makishima, il quale vuole che la gente sia libera di fare le sue scelte. Shogo è un rivoluzionario, un anarchico, e in un altro anime avrebbe potuto essere disegnato come un eroe, ma qui è disegnato come un cattivo che pone però delle domande sulla società e sul modo di essere della stessa. Shogo non è quello che rappresenta le idee del vecchio Giappone, perché il vero vecchio Giappone è quello del Sybil System, delle apparenze, delle gerarchie, delle cose che devi fare perché è ciò che si aspetta da te la società, perché se no il vicinato o i colleghi cosa pensano... Makishima è un assassino, eppure il suo psycho-pass è immacolato, mentre una persona qualsiasi può sprofondare nel vero crimine o essere preso in carico dal Ministero della Salute, perché un giorno, andando in strada, per qualche motivo il suo pass supera 100 unità.
Poi ci sono gli odi di coloro che ottengono un posto di serie B in questo mondo: cosa serve sforzarsi al massimo, se qualcuno ti passerà avanti perché il computer lo coccola fin dall’infanzia?

Una parola sola: bellissimo! Voto 10, ed è raro per me dare un voto simile a un anime.


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Winry.R

Episodi visti: 22/22 --- Voto 10
Ho visto “Psycho-Pass” la prima volta l’anno in cui è uscito (2012), e lo rivedo quasi ogni anno. È una di quelle serie che ti dà così tanto, che recensirla senza sminuirla non è affatto semplice. Ma dopo la decima visione è quasi ora di provare a riordinare le idee.

Quando si scrive una storia, sapete quali sono gli elementi più importanti?

1. Il worldbuilding

Ovvero la creazione del mondo e dell’ambientazione della storia, il momento in cui l’autore si fa scenografo, storico, sociologo, filosofo e teologo.
La serie è ambientata nel XXII secolo, in un Giappone isolazionista che ha tagliato ogni collegamento con il resto del mondo e basa la propria gestione interna sul “Sybil-System”. Un oracolo digitale (che prende il nome dalle Sibille, figure profetiche dei miti greci e romani) in grado di guidare ciascuno verso la vita che gli assicurerà la maggior felicità, senza che le persone debbano sprecare energie dilaniate dal dubbio delle scelte. Valutando in tempo reale lo psycho-pass, o coefficiente di criminalità di ciascuno, questo sedicente infallibile super-computer può prevedere le attitudini di ogni abitante nel bene e nel male. La qualità della vita di ciascuno è inversamente proporzionale al numerino che il Sybil System vi attribuisce e, se il suo valore supera una certa soglia, verrete bollati come criminali latenti, individui che, pur non avendo commesso alcun crimine, vengono isolati dalla società perché potenzialmente pericolosi.
È per bloccare questi individui, che abbiano già perpetrato o meno un crimine, che esiste il dipartimento di pubblica sicurezza.

2. Creare personaggi forti e riconoscibili

I personaggi sono una delle maggiori forze di “Psycho-Pass”. Sono tutti, dai principali ai secondari, “buoni” e “cattivi”, delineati magistralmente, e si muovono all’interno della storia con una naturalezza e una coerenza, che ti sembrano agire per loro stessa volontà.
La storia segue la Divisione Uno della pubblica sicurezza lungo le indagini di una serie di casi criminali che inizialmente sembrerebbero slegati tra loro. Il personale di ciascuna divisione è costituto da ispettori ed esecutori. I secondi sono criminali latenti, scelti dal Sybil, per svolgere il lavoro sporco, permettendo agli ispettori di salvaguardare il proprio psycho-pass.
La protagonista è l’ispettore Akane Tsunemori, una novellina appena uscita dall’accademia, con un forte senso della giustizia. In un lavoro dove è il Dominator (una pistola che si sblocca solo se il Sybil System lo ritiene opportuno) a prendere tutte le decisioni, una persona come Akane, che sceglie consapevolmente seguendo i propri valori di giustizia, non può che portare un po’ di scompiglio e mettere in discussione un sistema che quasi annulla la volontà umana.
Nella Divisione Uno troviamo anche Shinya Kogami, un esecutore estremamente carismatico dal notevole fiuto investigativo, degno coprotagonista della serie.
Quello che esalta ancora di più il valore dei protagonisti è la presenza di un antagonista altrettanto carismatico, Shogo Makishima. All’inizio compare quasi come un’ombra che tira le file da dietro le quinte e si diverte a vedere come agiranno coloro a cui dà la possibilità di seguire il loro libero arbitrio. Makishima è un uomo di grande intelligenza e cultura. Non mancano durante tutta la serie riferimenti e citazioni letterarie e filosofiche (anche di opere bandite dal Sybil System, perché ritenute pericolose per la salute mentale della popolazione), da Orwell a Gibson, da Shakespeare a Swift, da Pascal a Kierkegaard.
L’intera opera è disseminata di riferimenti più o meno espliciti, e Makishima è uno dei principali portavoce dei pensatori di un tempo. Non è un caso che i personaggi che dimostrano la maggior cultura e intelligenza siano proprio quelli che il sistema ha bollato come criminali latenti. Perché solo chi agisce seguendo la propria volontà può elevare il proprio pensiero.
Menzione d’onore al doppiaggio italiano, che rende perfettamente giustizia ai personaggi.

3. Sorprendere lo spettatore

Ogni volta che lo rivedo mi sorprendo come l’intera trama possa svilupparsi in soli ventidue episodi. Il ritmo è sempre incalzante, non ci sono punti morti o momenti di noia. Ogni passaggio è studiato con cura, ogni rivelazione, seppure talvolta si lascia presagire, non è mai scontata.

4. Creare suspense, conflitti e tensioni

Anche quando le iterazioni tra i personaggi sembrano aver raggiunto un punto di equilibrio, arriva qualcosa di imprevisto a ribaltare tutto. L’alchimia che si crea strega e affascina e tiene incollati allo schermo.

5. Lavorare sul linguaggio: le parole, la loro mescolanza, il ritmo, lo stile

Nonostante sia un’opera ricca di citazioni, queste non sono mai fuori posto. Si inseriscono perfettamente, non sono mai artificiose e contribuiscono a delineare il pensiero di ciascun personaggio con naturalezza. Le sequenze di azione e quelle riflessive si alternano e si mescolano creando un ritmo ipnotico, supportato dalle scelte musicali azzeccatissime.

6. Trovare un finale che funzioni

È il tasto dolente della maggior parte delle opere. L’ultimo passo è spesso il più difficile. In questo caso la conclusione si riesce già ad intuire con un po’ di anticipo, ma non per questo è scontata, anzi è la giusta conclusione agrodolce per questa serie.

In conclusione, posso solo dire che “Psycho-Pass è un’opera notevole, un capolavoro attuale anche a distanza di dieci anni, che continua ad affascinarmi anche dopo tante visioni.


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esseci

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9
La prima serie dell’anime “Psycho-Pass” risale al 2012 ed è la rappresentazione animata dell'idea avuta da Gen Urobuchi. Non è una trasposizione di un manga e Gen Urobuchi è autore di molte light novel, tra le quali è possibile citare “Fate/Zero” e “Black Lagoon” (che ho potuto apprezzare).

“Psycho-Pass” ha aperto una copiosa produzione di tre serie animate, film, novel e manga... definibile pertanto come un prodotto di successo negli anni ‘10 del XXI secolo. Ma Gen Urobuchi avrebbe partecipato solo alla prima serie, e con il suo stile cupo e nichilista molto anni ‘80 e ‘90 ha creato con “Psycho-Pass” un piccolo capolavoro del genere fantascienza, thriller, poliziesco e, soprattutto, psicologico.

È proprio quest’ultimo aspetto a rendermi l’anime intrigante: la trama e i personaggi, nonché le esplicite citazioni a scrittori quali P.K. Dick o a filosofi quali Cartesio, rendono chiaro che si tratta di un prodotto non di solo mero intrattenimento ma anche e soprattutto di riflessione generale sull’ontologia umana e sui sistemi che durante la sua evoluzione ha escogitato ed escogita per superare i propri limiti.
Gli spunti di riflessione nella serie sono tanti e legati a come l’umanità (o meglio Tokyo) ha superato il problema della lotta alla criminalità: il Sybil-System. L’anime è ambientato a Tokyo in un futuro non tanto prossimo e tecnologicamente avanzato, con un sistema di controllo e garanzia della giustizia (e dell’ordine sociale) che farebbe impallidire il Big Brother di orwelliana memoria.

La società rappresentata dall’anime valuta e classifica le persone in base alle loro caratteristiche, affinché possano essere inserite nel tessuto sociale nel ruolo ritenuto più congegnale a loro e, soprattutto, utile al massimo delle capacità dei singoli alla società che li accoglie (la solita filosofia collettivista nipponica qui esasperata al massimo: non si tratta più di volontà del singolo ad essere una parte del meccanismo, ma automatismo imposto da un’entità esterna...).
E così la protagonista Akane Tsunemori, “clusterizzata” come abile a fare qualsiasi lavoro, è “libera” di scegliere tra varie occupazioni nella pubblica amministrazione, ma sceglie di frequentare l’accademia di polizia e diventare ispettore. Un ruolo di grande prestigio, perché tramite il Sybil-System e le armi denominate “dominator” ha il potere di fermare i potenziali presunti criminali fino a “giustiziarli” immediatamente se ritenuti pericolosi.
Il Sybil-System, tramite sensori e telecamere diffuse capillarmente su tutto il territorio, monitora costantemente in tempo reale non solo il tasso di criminalità (in percentuale) di tutte le persone residenti in una determinata area, ma anche lo stato mentale e fisico attraverso dei parametri specifici cerebrali.

In un certo senso, “Psycho-pass” assomiglia a “Minority Report”, nel senso che il sistema potrebbe/può anche prevenire i reati, percependo i valori di criminalità “oltre soglia consentita” delle persone, consentendo ove possibile alla polizia di intervenire anche per tempo...

Ovviamente, un sistema del genere, in nome della civiltà, sicurezza e celerità deroga molti principi giuridici conquistati dall’illuminismo ad oggi: uno tra tutti quello della ripartizione dei poteri e delle competenze, sacrificando quello giudiziario in favore di quello esecutivo/poliziesco... In sostanza: chi ferma anche un potenziale criminale coincide con chi lo giudica, con buona pace del principio di terzietà della funzione giudicante.
Abbastanza aberrante e potenzialmente folle, soprattutto perché una persona con un indice sopra soglia ma che sostanzialmente non sta compiendo alcun “reato” può essere soppresso per la sua potenziale pericolosità, fino alla situazione assurda che vittima e colpevole potrebbero essere entrambi “sanzionati”, se la vittima dovesse in preda all’istinto di sopravvivenza reagire...
Insomma, uno scenario piuttosto inquietante, e nel corso della trama si potrà constatare che il sistema ideato è tutt’altro che infallibile... e nei ventidue episodi le “certezze” iniziali dell’ispettore Akane Tsunemori verranno comunque messe a dura prova dalla caccia al “terrorista” di turno, Shōgo Makishima, accomunati da una caratteristica che manda in crisi il Sybil-System: aver un tasso di criminalità praticamente nullo anche in caso di commissione di un omicidio.

La negazione del libero arbitrio come prezzo da pagare per la pace/salute collettiva

“Psycho-Pass” presenta alcune analogie con un film d’animazione praticamente appena successivo, “Harmony”, tratto dall’omonimo romanzo di “Project Itoh”. In quest’ultimo la coscienza individuale è “piallata” grazie al Watchme, un sistema che garantisce la salute degli individui cui è stato installato, garantendo la salute e il benessere tout court, togliendo alle persone ogni forma di necessità di ottenere la felicità in modo diverso da quello ammesso dal sistema. Sistema che si dimostrerà fallace e porterà al suicidio di un certo numero di coloro che ne beneficiano.
In “Psycho-Pass” il messaggio del Sybil-System è l’opposto: il Sybil-System limita la libertà di giudizio e autodeterminazione tramite un sistema che arriva ad uccidere solo per la possibile potenziale pericolosità di un individuo, in nome della giustizia, o meglio dell’ordine pubblico, e soprattutto dell’infallibilità del sistema creato.
In entrambe le opere, il messaggio di riflessione che vogliono lanciare è il pericolo e la generale aberrazione che certi “sistemi” tecnologici e di gestione della res publica possano portare come conseguenze nella società umana e nella vita di ciascun individuo in nome del presunto benessere collettivo. Un’utopia che ciclicamente si ripete in tante opere anche cinematografiche che attirano l’attenzione e la riflessione.

Più che fare tante elucubrazioni, riporto dei tratti significativi del dialogo tra Akane Tsunemori e Shōgo Makishima nell’episodio 11, in cui c’è la sostanza del messaggio di “Psycho-Pass”:

“Io credo che gli esseri umani acquisiscano valore solo quando/agiscono secondo il proprio libero arbitrio/[…]/E sentiamo, in base a cosa puoi stabilire che sono un criminale?/È il dominator che hai in mano?/ È quell’arma che risponde soltanto al Sybil-System a stabilirlo?/[…]/L’analisi dello spettro energetico degli organismi viventi, tramite Cymatic Scan/può rivelare ciò che si nasconde nell’animo di un essere umano/il genio scientifico ha finalmente messo a nudo i segreti della mente umana/determinando il brusco cambiamento di questa società/Tuttavia, nel giudizio del Sybil-System non è contemplata la volontà individuale/Perciò mi chiedo: con quali criteri potrete distinguere davvero il bene dal male?/[…]/Ma quale nobiltà può esserci in persone che vivono/seguendo alla lettera l’oracolo del Sybil-System, senza mai mettere alla prova/sé stesse e la propria volontà?/[…]/Se vuoi fermarmi, perché invece di quel pezzo di ferraglia inutile [il dominator]/non provi ad usare l’arma che ti ho appena lanciato?[tradizionale fucile]/Se premi il grilletto, parte il colpo/[...]/Perché io sono un onesto cittadino/perché il Sybil-System mi giudica in questo modo?/[…]/Voi non potete misurare i miei crimini/Se c’è qualcuno che può permettersi di giudicarmi/è colui che diventa un assassino agendo in base alla propria volontà/[…]/Lo senti il peso della vita che grava sul tuo dito indice?/ È qualcosa che non puoi provare se resti un burattino del Sybil-System/ È il peso di chi decide secondo il proprio libero arbitrio/[…]/Cartesio sosteneva che le persone che non sanno prendere una decisione/o sono vittime di eccessiva bramosia oppure mancano di intelletto/[…]/Pentiti e disperati per la tua mancanza di volontà”

La “latente” critica alla impostazione della società che impone l’omologazione a tutti i costi, anteponendo la tutela del bene collettivo a quella dell’individualismo

Quaranta anni prima (1971) alle medesime “provocazioni” e “conclusioni” ci era arrivato Stanley Kubrick con il suo film “Arancia Meccanica”, e Alex, il suo protagonista, è paragonabile a Makishima di “Psycho-Pass”.

La concezione espressa è quella secondo cui la libertà dell’uomo si basa sulla conoscenza del bene e del male e sulla scelta dell’uno piuttosto che dell’altro: “Non sarà il demone a scegliervi, sarete voi a scegliere il vostro demone. La virtù non ha padrone. E ognuno ne avrà in misura maggiore o minore a seconda che la onori o la disprezzi. La responsabilità è di chi sceglie. Il demone è senza colpa.” (Platone).

Il personaggio di S. Makishima risulta ben caratterizzato e contro di lui si stagliano da un lato Shin'ya Kōgami (e gli esecutori - che capiscono la pericolosità della situazione e operano per fermare Makishima per senso di giustizia per le atrocità compiute in passato nei confronti di un loro collega) e dall’altro Akane Tsunemori, l’unica che sembra “allineata” al Sybil-System, come se fosse convinta in apparenza che in fondo sia il miglior modo per concepire la giustizia e in generale la Società.

Come in “Arancia Meccanica”, anche in “Psycho-Pass” è interessante la considerazione di come si comporta la collettività nei confronti dei criminali. Se in “Arancia meccanica” l’intento dell’autore sembra quello di denunciare uno Stato che privilegia la via del lavaggio del cervello, rappresentato emblematicamente dal cosiddetto trattamento sperimentale “Ludovico”, che più che una cura rappresenta una vera e propria tortura atta a distruggere la violenza del protagonista, per far sì che egli si trasformi in una sorta di automa congeniale alla società in cui è inserito, analogamente in “Psycho-Pass” il Sybil-System non è altro che un sistema umano (e pertanto fallace) di gestione della giustizia e dell’ordine pubblico non solo attraverso la rieducazione “forzosa” delle persone con il presunto coefficiente di criminalità alto, ma anche la loro collocazione nella scala sociale a seconda del coefficiente raggiunto dopo il trattamento.

E in questo caso, è possibile anche vedere una non tanto “latente” critica o avversione alla cultura collettiva tipica giapponese, in cui attraverso la rigidità delle regole sociali in fondo l’individuo esiste solo in quanto ben inserito nella collettività (e in questo senso mi sovviene un altro anime interessante sul tema della critica alla società giapponese, anche se in un contesto molto meno criptico e thriller: “ReLife”).

La denuncia metaforica di tali aberrazioni e del paradosso di tale concezione è ben esplicitata dall’anime nella scena in cui un criminale con il suo “io” celato artificiosamente da un casco speciale (per evitare di essere rilevato dal Sybil-System) picchia senza alcun movente una donna in mezzo alla strada con centinaia di persone come spettatori “atarassici” della mattanza, fino alla morte della vittima, senza che nessuno intervenga...

Meriterebbe un approfondimento anche l’ispettore Akane Tsunemori, che prima facie sembra fare la figura “dell’idiota”, in quanto non si è dimostrata in grado di salvare l’amica quando ne ha avuto la possibilità o quando stordisce Kogami perché riteneva ingiusto ammazzare la vittima del delitto che potenzialmente stava reagendo. Nell’anime non è altro che l’altra faccia della moneta del protagonista cattivo Makishima: quest’ultimo avversa il sistema cercando lo scontro, l’ispettore agisce secondo la propria scala di valori nel rispetto delle regole, che non transige. In breve, si potrebbe riassumere il suo approccio con un motto degli antichi romani: “Dura lex, sed lex”, ossia la legge scritta è “dura”, ma è la legge e come tale va rispettata.

In un dialogo molto interessante tra Tomomi Masaoka e Kogami c’è proprio l’essenza dell’ispettore Tsunemori: “L’unica cosa che posso dirti è che la signorinella non teme affatto il suo coefficiente di criminalità/Quella ragazza è... come dire... pensa che le cose vadano bene così/Lei è in grado di perdonare, accetta il mondo com’è, ne prende atto/Però non esita a correre rischi anche gravi, il che significa che non si abbandona senza volontà allo stato delle cose/Crede nel significato e nel valore del suo lavoro di detective. E non ha alcun dubbio”.

Come si evince da quanto scritto, ritengo “Psycho-Pass” un piccolo capolavoro thriller-psicologico-poliziesco-fantascientifico-filosofico, tipico di quel filone ’80 - ’90 iniziato da “Blade Runner” e continuato con altri interessanti anime come “Ghost in The Shell”, in cui, al di là della trama, della complessità dei personaggi, dell’introspezione psicologica, ci costringe ad interrogarci sull’eterno dilemma del contrasto tra il bene e il male in contesti futuribili cui l’umanità potrebbe andare incontro. E allora aveva ragione il regista di “Arancia Meccanica” che, commentando il suo film, chiosava: “L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta, egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica”.


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Ale51415

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9,5
La trama è sviluppata in modo interessante, incalzante, e riesce a mantenere l'attenzione dello spettatore alta per tutta la durata, senza avere buchi o momenti scontati. Gli argomenti trattati creano dei begli spunti di riflessione, senza risultare scontati o pesanti. I personaggi sono ben costruiti e caratterizzati, molti di loro sono brillanti e nel corso degli episodi hanno una bella crescita personale. La serie chiude con un finale forse poco curato. Nel complesso, la super-consiglio. Uno dei miei anime preferiti.

Shiho Miyano

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9,5
"Psycho-Pass" è una serie del 2012 di ventidue episodi, realizzata dallo studio Production I.G, su soggetto originale di Gen Urobuchi; è un thriller fantascientifico del filone cyberpunk, con toni psicologici ed elementi splatter.

Le vicende si svolgono in un Giappone del futuro, autarchico e isolazionista, in cui la vita sociale è regolata di un sistema basato sul controllo continuo di quello che viene definito lo “Psycho-Pass” di tutti gli individui: attraverso la scansione delle persone il sistema (Sibyl System) determina il loro stato mentale, le loro attitudini e la probabilità che commettano dei crimini. Squadre speciali di agenti di pubblica sicurezza, costituite da Ispettori e Esecutori, ed equipaggiate con armi speciali dette “Dominator”, catturano le persone il cui coefficiente di criminalità supera una data soglia. Il racconto prende il via dal primo giorno di lavoro della giovane protagonista in una di queste unità.

Il primo elemento che mi ha colpito è il character design di Akira Amano: molto efficace e molto adatto al tono della serie, per la spigolosità del tratto e per la scelta di colori per le combinazioni occhi/capelli dei personaggi. Suggestiva anche la paletta dei colori dominanti negli sfondi, sempre in buon equilibrio fra elementi cupi e particolari brillanti, come il rosso (volutamente eccessivo) del sangue. Le animazioni sono rese bene, soprattutto nei combattimenti, la computer grafica è ben integrata nel contesto.

I personaggi sono ben caratterizzati, anche se alcuni comprimari non riescono ad emergere appieno, e ciascuno è solidamente costruito e le azioni di ognuno risultano coerenti. In particolare, emerge un quintetto composto da elementi ben costruiti e ottimo nelle interazioni reciproche: Akane Tsunemori, la protagonista, l’altro ispettore dell’unità, Nobuchika Ginoza, due degli esecutori, ovvero Shinya Kōgami (di fatto il co-protagonista) e Tomomi Masaoka (quasi un omaggio a Jet di “Cowboy Bebop”), e l’antagonista principale della serie, Shōgo Makishima.

La sceneggiatura è solida, sia a livello di impianto generale sia a livello di singoli particolari, come la scelta di dare importanza a un particolare “agricolo” in un mondo così dominato dalla tecnologia, scelta che risulta acuta e azzeccata (sul ruolo dell’iper-avena non è bene qui scrivere di più, per evitare spoiler). Alcuni avvenimenti sono forse un po’ troppo facilmente intuibili e questa è, insieme a qualche particolare non chiarito sul funzionamento del Sibyl System, l’unica pecca della serie che, per i miei gusti, arriva a un soffio dalla perfezione.

Ho particolarmente apprezzato la concretezza di questo anime, ovvero il rifuggire l’inserimento di simbolismi criptici o l’interrogarsi sul “senso della vita”, per concentrarsi su critiche e interrogativi di forte quotidianità. I temi affrontati sono quelli del rapporto fra gli esseri umani e la tecnologia (sia come singoli che come collettività), della giustizia, della solitudine e del dialogo, l’autodeterminazione, il controllo sociale, le differenze fra indole e volontà (un bell'accento sulla volontà).
Il futuro rappresentato è funzionale a una critica della società contemporanea, e la serie crea un forte senso di familiarità fra lo spettatore e le vicende rappresentate grazie a uno studiato sistema di continui riferimenti culturali che funziona su più livelli: sono esplicitamente evocati nelle conversazioni dei personaggi (si citano, fra gli altri, Platone, Pascal, Swift e Dick), o suggeriti attraverso immagini, che rimandano alla letteratura (tè e madeleinettes) o all'architettura (Fallingwater), e anche sottofondi musicali (“Inno alla gioia”).

Dal momento che il mondo rappresentato è estremamente simile a quello reale, non c’è un confine netto fra il bene e il male, il “cattivo” muove critiche sensatissime al sistema, i “buoni” sono pieni di difetti e oscurità, e la “soluzione” non è indolore per nessuno: nel mondo di “Psycho-Pass”, come nella realtà, le soluzioni semplici a problemi complessi sono inequivocabilmente sbagliate. E questo elemento vale, già da solo, la visione della serie.


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alessiox1

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8,5
“Psycho-Pass” a mio avviso rappresenta una delle migliore opere cyberpunk e di fantascienza dell’animazione giapponese moderna.

Il mondo di “Psycho-Pass” ci porta nel Giappone del 2100 in una nazione totalmente autonoma dal resto del mondo e chiusa su sé stessa; possiamo definirla tranquillamente autarchica, in quanto la nazione viene “guidata” da un sistema chiamato “Sibyl System”. Esso può essere definito una gigantesca I.A. dotata di computer biotecnologici (cioè, oltre alle classiche componenti meccaniche, hanno anche componenti biologiche), ma non vi svelo troppo su questo sistema, se no sarebbe spoiler.
Questo sistema, oltre a guidare le persone verso i ruoli a loro più attinenti (è questo sistema che decide i lavori, in pratica, o comunque che dà una rosa tra cui scegliere), gestisce, e ora arriviamo alla parte più importante, la repressione dei criminali: qui il Sibyl System trova la sua ragione di esistenza. Il “Sibyl System” attraverso delle telecamere (chiamate climatic scanner) riesce a giudicare le persone, ed emette un giudizio attraverso il coefficiente di criminalità, detto anche Psycho-Pass, da cui prende il nome tutta l’opera; la pubblica sicurezza utilizza delle pistole chiamate Dominator collegate con il “Sibyl System”, che giudicano le persone: se questo coefficiente è inferiore a 100 la pistola non spara, se si superano i 100 la pistola spara in modalità stordente e il bersaglio viene addormentato (un ibrido tra un taeser e un proiettile soporifero), se invece si superano i 300 la pistola passa in modalità letale e uccide il bersaglio (facendolo esplodere dall’interno in modo abbastanza splatter). Esiste anche un'altra modalità per distruggere robot o altri nemici/ostacoli corazzati o massici.

In “Psycho-Pass” troviamo molte multinazionali come in varie opere cyberpunk, ma non ce n’è una in particolare come forza economica, del resto in tale opera l’organizzazione più potente è il Ministero della Salute, che è legato a doppio filo alla pubblica sicurezza; comunque le multinazionali hanno un ruolo in tutta l’opera, per esempio una di esse vende dei farmaci per abbassare il coefficiente criminale.
In “Psycho-Pass”, come in molte opere cyberpunk, c’è la rete, anche se non è molto futuristica, o meglio ricorda molto i nostri VR, al massimo parliamo di una rete abbastanza realistica tra qualche decennio, dove le persone possono usare degli avatar; diciamo che, escludendo alcuni episodi, il suo ruolo dopo è marginale, ovviamente tutto il resto è connesso.
In “Psycho-Pass” la nostra protagonista, ovvero Akane Tsunemori, è un’ispettore della pubblica sicurezza appena assunta; spieghiamo alcune cose: qui non esiste proprio la polizia, ma la pubblica sicurezza, che è composta da ispettori e da esecutori. I primi li si può considerare come dei normali ispettori di polizia, mentre poi abbiamo gli esecutori: essi sono dei criminali latenti, ovvero delle persone (che non hanno mai commesso reati) il cui coefficiente criminale rimane sempre superiore al 100, nonostante siano stati sottoposti a innumerevoli trattamenti per abbassarlo, e quindi rimangono loro due alternative, o rimanere per sempre in queste strutture (tipo carceri), oppure diventare esecutori, se hanno le caratteristiche adeguate. Gli esecutori vengono considerati cani da caccia per stanare i criminali, anche se molti di essi sono persone normali; quando non sono in strada (non possono andare da soli, ma devono andare sempre assieme a un ispettore) rimangono nel grattacielo della pubblica sicurezza.
In “Psycho-Pass” esistono i robot ma non androidi, in maggioranza sono dei piccoli droni (tipo R2-D2), che per esempio bloccano o controllano le strade, più alcuni robot per uso militare; diciamo che ce ne sono alcuni ma non tantissimi.
In questa opera ci sono pure degli ologrammi (che non vedo spesso in un anime) che possono cambiare per esempio una casa senza cambiare le pareti, ma anche cambiare il proprio aspetto esterno come se fossero quasi dei vestiti.
In “Psycho-Pass” ci sono pure i cyborg, di cui uno avrà un ruolo abbastanza importante, e personaggi che poi lo diventeranno, dopo lo sconto con alcuni antagonisti, ma non viene dato molto risalto a questo aspetto.

In conclusione, diciamo che “Psycho-Pass” è un ottimo anime, non solo di tipo cyberpunk/fantascienza ma anche in generale.


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costychan

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8
"Psycho-Pass" è veramente un bel thriller-psicologico. Ogni mistero e crimine si susseguono tenendo incollato allo schermo lo spettatore, che studia questo particolare ambiente poliziesco e il legame di ogni ispettore ed esecutore.
Mi ha colpita particolarmente l'episodio 7, dove la ragazza usava le vittime per creare i suoi terrificanti e impressionanti capolavori incompresi, accompagnati dall' "Inno alla gioia" di Beethoven come sottofondo e citazioni di Cartesio e Platone. Ho adorato le affermazioni e i pensieri di Makishima sulla società, e anche il personaggio di Kogami, che è cosciente del suo passato e dei suoi sensi di colpa, ma nonostante ciò continua a combattere, restando indifferente alle insistenze e agli ordini dei suoi colleghi, mostrando appieno alla fine le sue abilità.
I personaggi sono ben definiti e caratteristici, mettono a repentaglio la loro vita per giustizia, valorizzano la loro determinazione, ma sono naturalmente colpiti anche da momenti deboli; quello più rilevante è il personaggio di Tsunemori, che muta in modo impeccabile e assolutamente maturo, facendo esperienza e aprendo gli occhi davanti a un mondo corrotto.


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Chiharu

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8
"Psycho-Pass" è un anime giapponese trasmesso in Italia nel 2013 scritto da Gen Urobuchi nel 2012, autore già noto al vasto pubblico di appassionati, in quanto autore di celebri opere come ad esempio "Saya no Uta" e "Puella Magi Madoka Magica".
La serie è formata da una stagione contenente ventidue episodi, in più è presente una seconda stagione, formata però da undici episodi. Nel 2015, in Giappone, è andato in onda il film, che si può definire l'atto conclusivo dell'opera.

La vicenda è ambientata essenzialmente nel futuro, contraddistinto da un avanzatissimo progresso tecnologico, grazie al quale è possibile controllare il coefficiente di criminalità di ogni singolo individuo grazie allo Psycho-Pass. Questa pratica è attuata dalla sezione anticrimine della Pubblica Sicurezza, formata dagli esecutori, ovvero dei criminali latenti il cui coefficiente di criminalità può essere tenuto sotto controllo. Questi ultimi sono coordinati da degli ispettori.
La protagonista è una giovane e brillante donna di nome Akane Tsunemori, che, dopo aver terminato i suoi studi, entra a far parte della sezione anticrimine della Pubblica Sicurezza in funzione di ispettore. Ben presto si trova a dover affrontare la realtà del suo duro lavoro, battendosi con i peggiori criminali in circolazione, affiancata però dal suo diretto superiore, Nobuchika Ginoza, e dagli esecutori Shinya Kōgami, Tomomi Masaoka, Shūsei Kagari, Yayoi Kunizuka e Sho Hinakawa.

"Psycho-Pass" è una serie ben strutturata, soprattutto dal punto di vista della sceneggiatura. In più è ben sviluppata la figura dei personaggi: molto spesso, infatti, durante il corso delle puntate, emergono i loro punti di vista, i loro sentimenti e le loro paure. Dal punto di vista estetico e tecnico, i protagonisti sono illustrati nei minimi particolari e l'ambientazione è rappresentata rendendo sufficientemente l'idea del contesto in cui si svolgono le vicende. Alcune sequenze hanno però un significato e una morale altamente adattabile all'epoca odierna, lasciando spesso degli spunti su cui riflettere, riguardanti soprattutto lo sviluppo tecnologico e il suo effetto provocato nei confronti del genere umano.

Nel complesso è una serie avvincente, che unisce la tecnologia ad alcuni aspetti della quotidianità, delimitata da coinvolgenti sfumature di mistero e, a tratti, di brutalità.


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WatchMan

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9
In un futuro prossimo, i progressi tecnologici sviluppati raggiungono esiti inaspettati. Ora è possibile monitorare e misurare lo stato d'animo, mentale e le inclinazioni delle persone tramite lo Psycho-Pass. Per prevenire gli omicidi, quando il coefficiente di criminalità raggiunge una certa soglia, scatta l'ordine di arresto. E' in casi come questi che interviene la sezione anticrimine della pubblica sicurezza formata dagli Esecutori, criminali latenti che hanno il compito di catturare altri criminali, e dagli Ispettori, poliziotti che supervisionano e dirigono le loro azioni. La scansione viene effettuata grazie al Dominator, una pistola che agisce in base al coefficiente dell'individuo.
Le vicende incominciano quando l'esordiente Akane Tsunemori fa il suo primo passo in una missione, ed è proprio nei panni della protagonista che vediamo quanto il mondo di cui è circondata pare perfetto, ma è molto più complicato di quanto immaginiamo. Tra i suoi colleghi faremo la conoscenza di Kogami, un ex Ispettore diventato Esecutore per colpa di un caso irrisolto in cui un suo ex amico è rimasto ucciso; dell'Ispettore Ginoza, guardingo nei confronti degli Esecutori e zelante nel suo operato; degli Esecutori Masaoka, il veterano del gruppo che rammenta il passato e aiuta Akane ad ambientarsi, e gli ultimi due membri Kagari e Yayoi, che vestono un ruolo di secondo piano.

In un mondo in cui l'uomo è privo della libertà di scelta e schiavo della tecnologia, egli si abbandona completamente alle regole del Sibyl Sistem, il sistema che li governa. La preoccupazione maggiore per gli uomini è l'alzamento di livello del proprio Psycho-Pass, non si accorgono di essere come delle mandrie ammaestrate senza un minimo di volontà, che vengono schiacciate da questa sorta di prigione che predispone un senso di alienazione nei confronti del singolo individuo.
Per questo motivo il villain della serie Makishima vuole riportare l'uomo ai valori di un tempo, capace di porsi in antitesi al sistema con carisma, intelligenza e perseveranza. Inizia così un inseguimento con l'intento del dipartimento di catturarlo, dando il via a una serie di eventi che metteranno in dubbio l'esistenza del Sibyl Sistem, ma anche l'operato dei protagonisti e il loro ruolo all'interno della società. La loro psicologia viene analizzata nel profondo tramite dialoghi capaci di catturare l'attenzione dello spettatore, fluendo con intensità e una rapidità senza pari, sconvolgendoti quando termina l'episodio senza che te ne accorga.

L'anime pone dei quesiti molto interessanti e non disdegna affatto farti vacillare su chi possa avere ragione tra le fazioni in gioco.
Qualcuno potrebbe trovarlo troppo verboso, tuttavia la forza è insita proprio nei ragionamenti dei personaggi; ciò non toglie che ci sia comunque una buona dose di azione.

Il futuro distopico messo in piedi dalla IG Production e dalla penna del chara designer Akira Amano ("Reborn"), sembra ispirarsi al film "Minority Report" di Spielberg, che a sua volta è tratto dal libro di Philip K. Dick, maestro di questo genere, nel raccontare un thriller poliziesco realistico, moderno e di dubbia moralità, e che non è da meno di altre produzioni simili.
La bellezza della distopia risulta efficace quando espone i problemi sociali attuali con quelli di un futuro probabile, e "Psycho-Pass" centra perfettamente il bersaglio.


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Ataru Moroboshii

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9
Il segreto per una buona storia di fantascienza è fare finta di parlare del futuro parlando in realtà del presente. Decontestualizzare in uno scenario di fantasia gli aspetti controversi dell'odierna società per poterli analizzare più criticamente.
La stragrande maggioranza dei concetti analizzati da "Psycho-Pass" sono reali già al giorno d'oggi, anche se esagerati nell'anime. Del resto anche noi giudichiamo molti aspetti della nostra vita in base agli algoritmi di un motore di ricerca che istintivamente consideriamo una macchina, ma la cui moderazione umana invece non è da sottovalutare. Su quante scelte della nostra vita hanno impattato gli algoritmi creati da qualcun altro? E quanti effetti deleteri genera sporcare la nostra identità digitale? Il soggetto di "Psycho-Pass" è eccellente da questo punto di vista, ma anche la sceneggiatura ci mette del suo. Il trio protagonista Kogami, Tsumemori, Makishima è fantastico. Cosi come il resto del cast, sono pochi i personaggi buttati via in questa serie. Anche il ritmo è azzeccato, l'alternanza azione-dialoghi è buona. Le frequenti citazioni dei filosofi critici verso la burocrazia e la modernità uniti al comportamento alienato di cittadini ed esecutori durante le vicende creano un clima soffocante; in mezzo a questa alienazione imperante da tutto ciò che è umano, libero, capace di discernere il bene dal male, già dalla prima puntata capiamo che è agli ispettori che spetta il peso di mantenersi saldi e morigerati al posto di tutti gli altri, al posto persino del sistema stesso. Uno di loro ci riesce senza eccessivi problemi, l'altro corre invece verso l'esaurimento nervoso.


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tnt000

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8,5
La trama ricorda vagamente - e forse anche un po' più che vagamente - il film "Minority Report": in una società del futuro sarà possibile misurare l'attitudine criminale delle persone che ve ne fanno parte, dunque delle misure preventive potranno essere messe in atto prima ancora che le azioni criminali vengano effettivamente commesse. Come se non bastasse, tutto ciò è controllato da un sistema "autonomo", il Sybil System: la polizia del futuro si limita ad eseguire le scelte di Sybil System, senza veramente avere possibilità di scelta.

Personalmente ho trovato questo anime stimolante dal punto di vista della trama e della realizzazione. Il soggetto è già di per sé molto interessante e pone degli interrogativi non banali: è davvero questo un sistema perfetto? La mancanza di libero arbitrio della polizia fino a che punto rappresenta una limitazione delle loro capacità operative (e responsabilità)?
Si segue la storia di Akane, la protagonista, che è fin dal suo primo giorno coinvolta in una violenta serie di casi. Man mano che le puntate si susseguono, si scopre che molteplici avvenimenti sono tra loro collegati, e le intuizioni della protagonista e i suoi colleghi permetteranno l'avanzamento delle indagini. Parallelamente, il mistero sulla vera natura del Sybil System prende sempre più spazio nella trama, fino a diventare il centro nevralgico dell'anime stesso. Il voto relativamente alto che ho dato è dovuto proprio a come questo intreccio viene lentamente svolto nel corso delle puntate, permettendo allo spettatore di scoprire lentamente sempre più dettagli e trovare risposte agli interrogativi che vengono posti.


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gros chat

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8
"Psycho-Pass" è un anime di genere poliziesco futuristico ambientato in un'epoca in cui i progressi tecnologici hanno reso possibile misurare e monitorare le condizioni psicologiche delle persone (il cosiddetto "psycho-pass"), al punto di poterne prevedere le inclinazioni che possono portare a comportamenti illeciti.
La storia narra le vicende di Akane Tsunemori, ispettore di polizia appena entrata a far parte della sezione anticrimine di Pubblica Sicurezza, che si trova a dirigere una squadra di esecutori, ossia un gruppo formato perlopiù da ex-ispettori diventati "criminali latenti", in quanto hanno un livello di psycho-pass che ha superato la massima soglia consentita, e che pertanto, pur svolgendo il ruolo di poliziotti, sono incessantemente monitorati per evitare comportamenti eccessivamente violenti e contrari alla legge.
Episodio dopo episodio, caso dopo caso, i personaggi del racconto si troveranno a dover fare diverse scelte morali che metteranno seri dubbi sulle convinzioni che avevano riguardo quello che almeno apparentemente sembrerebbe un sistema perfetto di una società perfetta: si chiederanno dunque quale sia il confine tra sicurezza e controllo e cosa sia più importante tra ordine e giustizia, e tra dolci menzogne e amare verità.

Si tratta dunque di un anime dalle tematiche adulte che cerca di dare un tratto psicologico di spessore ai propri personaggi, presentando una buona trama.
Ottimi i disegni e buono il doppiaggio in italiano.


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ELTANKER

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8,5
Partendo dal presupposto che è inutile stare qui a descrivervi la trama di questo anime, poiché già in centinaia l'hanno fatto, preferisco provare a spiegarvi i motivi per i quali vedere o non vedere questa serie animata.

Sono un grande fan dei thriller, adoro i colpi di scena e i finali a sorpresa, ragion per cui questo anime mi ha catturato subito sin dalla prima puntata. Tutta la storia di "Psycho-Pass" si basa sul dualismo tra individualità e alienazione della volontà individuale, è permeato da idee filosofiche fin dalle fondamenta e, grazie alla caratterizzazione del mondo e dei personaggi, vi ritroverete subito a provare empatia per i diversi protagonisti, nonché a immedesimarvi in una società futuristica, ma non così troppo. Per tutte le ventidue puntate mi sono ritrovato incollato allo schermo, a cercare di capire quando e come i diversi protagonisti avrebbero agito o cercato di agire, senza mai riuscirci. Anche per questo motivo "Psycho-Pass" è riuscito a rimanere impresso nell'immaginario collettivo, per la sua unicità e imprevedibilità.
Ma, se da un lato questo per molti può essere un elemento positivo, per altri, tra cui il sottoscritto, rappresenta un elemento di critica. La presenza di pochi comportamenti stereotipati, talvolta anche assurdi nella loro imprevedibilità, vi lascerà perplessi in più di un caso.
La presenza di scene talvolta anche forti potrebbe dare fastidio, ma si tratta pur sempre di un anime thrillerpoliziesco.

In ultimo voglio parlare del finale, che deluderà chi come me pensa che il comportamento dei personaggi debba essere sì coerente, ma anche credibile; invece qui si sfiora l'inverosimile nell'assurdità del comportamento "stupido" e "banale", nonché nelle scelte poco azzeccate di storyline, che al contrario avrebbero potuto far entrare questa serie di diritto nel gotha degli anime moderni.


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Otaku moderato

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8
Noi controlliamo la nostra vita. Noi decidiamo la nostra vita. Noi viviamo la nostra vita. Il nostro è il "libero arbitrio", ovvero la possibilità di scegliere liberamente cosa fare e come fare ciò, ovviamente ragionando su esso. Ma se un giorno il libero arbitrio venisse controllato, se tutto ciò che facciamo venisse monitorato, se non avessimo più una possibilità di scelta, possiamo davvero definirci vivi? Possiamo comunque vivere accettando tale "sistema" oppure rinnegarlo in nome delle nostre scelte?
Questa è la domanda che ci offre "Psycho-Pass", recente e apprezzato anime sci-fi/poliziesco, nato da un'idea di Gen Urobuchi e affidato a uno studio esperto in tali atmosfere, Production I.G

La popolazione di Tokyo, in un non precisato futuro, si pensa verso il 2112, da tempo vive nel controllo del cosiddetto Psycho-Pass, un sistema che misura in un coefficiente numerico lo stato neurale delle persone e avverte in anticipo se esse possano commettere un crimine mediante il "coefficiente di criminalità": se esso raggiunge un numero troppo alto, vengono automaticamente etichettate come criminali. A seguito di ciò entra in scena la "Sezione anticrimine della pubblica sicurezza", composta da agenti speciali chiamati esecutori, ovvero dei "criminali latenti", criminali che possono evitare la pena capitale mettendosi al servizio della legge, che entrano in azione armati dei "Dominator", speciali pistole guidate dal "Sybil System", che reagiscono in base al coefficiente di criminalità del bersaglio: possono paralizzare il bersaglio se il coefficiente è medio, e quindi portarlo in una delle strutture di terapia in modo da guarirlo, sono inutili se il coefficiente è basso o nullo, mentre se è alto uccidono all'istante la vittima. A monitorarli vi sono gli ispettori, che controllano le mosse degli esecutori, per evitare ribellioni. La storia ha per protagonista il team dell'unità 1, i cui personaggi principali sono l'esecutore Shinya Kogami e la giovane Akane Tsunemori, giovane ragazza appena entrata nell'unità come ispettore, per svolgere insieme al resto del team questo difficile lavoro.

Ma, dopo le prime puntate in cui l'unità 1 risolverà casi di poco conto, gli avvenimenti, così come le indagini, diventeranno sempre più agghiaccianti e macabri, culminando nella spietata caccia all'uomo nei confronti di Shogo Makishima e dei suoi crudeli scagnozzi; a complicare ulteriormente le cose, ci si metterà la verità a dir poco orribile nei confronti del Sybil System.

Da una parte la cattura di criminali a dir poco inumani, il cui leader ha un obbiettivo giusto ma portato avanti con mezzi a dir poco atroci, dall'altra la consapevolezza di essere guidati da un tremendo sistema amorale che non conosce ciò che noi chiamiamo vita. Avremo oscuri segreti e lotte psicologiche nei confronti dei personaggi, costretti a servire un sistema di cui cercano di accettare la convivenza, cercando di avere una sorta d'indipendenza, con alcuni che lottano contro un passato che crudelmente vuole tornare indietro e con cui vogliono chiudere i conti; vedremo come la morale può essere facilmente oscurata, come può tramutare gli uomini in demoni e come si cerchi di tirare avanti quando persone care rischiano di andarsene per sempre per via della crudeltà umana e dall'amoralità di una macchina.

Con una realizzazione grafica molto accurata, degna delle migliori produzioni di Production I.G, OST che alternano tensione allo sfogo, Gen Urobuchi riesce a tirare fuori una serie che, sotto le vesti di un'impegnativa serie sci-fi/poliziesca, vuole mettere, come sempre nei suoi lavori, lo spettatore in una difficile indagine psicologica sul significato di vita, pensiero, agire e libero arbitrio, verificando come egli possa rispondere, se può accettare il metodo di pensiero dei personaggi o se può accettare perfino il loro agire.


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Scarlett7

Episodi visti: 22/22 --- Voto 10
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>

Non so come iniziare questa recensione, o da che punto cominciare, ma in un modo procederò.

Ambientata nel futuro, la serie parla di una società il cui stato mentale è determinato da un sistema di scansione, lo Psycho-Pass, che permette di determinare il coefficiente di criminalità di un individuo. Se si supera una certa soglia, l'individuo verrà giudicato da un'arma, il Dominator, che deciderà se paralizzare il soggetto (Paralizer), che sarà portato in una struttura per essere rieducato, o, se non c'è più nulla da fare, il soggetto dovrà essere eliminato (Eliminator).
Ci si sofferma, in particolar modo, sulla prima unità del dipartimento di pubblica sicurezza, dove viene introdotta Akane Tsunemori, nuovo Ispettore della sezione insieme al suo collega Ginoza, con cui dovrà tenere a bada degli Esecutori, criminali latenti che hanno deciso di servire il dipartimento per non restar rinchiusi in gabbie per il resto della loro vita: Kagari, Kogami, Masaoka e Yayoi. Tra questi, in particolare, vi è Shinya Kogami, ex Ispettore del dipartimento che, in seguito all'uccisione di un suo Esecutore, Sasayama, e ossessionato dalla cattura del colpevole, varca la soglia limite del coefficiente di criminalità, diventando un criminale latente. Nel corso delle puntate, la prima unità scopre che il responsabile dei disordini e degli omicidi di cui si occupano è un uomo chiamato Shogo Makishima, colui che ha ucciso Sasayama e di cui Kogami è ossessionato. Ci sarà una caccia all'uomo per acciuffare questo criminale e, quando Akane se lo troverà di fronte, in un avvincentissimo episodio 11, il suo Dominator le mostrerà che il coefficiente di criminalità non supera la soglia (addirittura scende a zero!) e sarà quindi incapace di sparargli, anche nel momento in cui ucciderà la sua amica, dinanzi ai suoi occhi. Makishima è un personaggio super-interessante, un grande villain che vuole dimostrare come questo sistema abbia delle falle, non sia quindi del tutto infallibile (varie riflessioni sulla società di oggi, ma anche su altri temi interessanti, saranno affrontati durante tutta la serie), ma non solo. Vuole scoprire anche cosa si cela dietro il Sibyl System e come fa a giudicare gli individui. I primi a scoprire il segreto del Sibyl sono l'aiutante informatico di Shogo e Kagari, che saranno entrambi uccisi dalla direttrice pazza. In seguito anche Makishima (quando viene catturato dal dipartimento) e Akane scopriranno il vero volto del Sibyl: un insieme di cervelli di criminali latenti su cui si basano le identificazioni degli eventuali criminali liberi. Quando Makishima riesce a fuggire, c'è una corsa contro il tempo che vede Kogami abbandonare l'unità per poterlo uccidere con un'arma normale e l'unità correre per cogliere entrambi. I piani di Makishima saranno sventati alla fine, con la morte purtroppo di Masaoka (tante lacrime in quella scena! Il mio personaggio preferito non poteva e non doveva morire così!), ma anche con la morte di Makishima ucciso da Kogami. Alla fine Ginoza perde il controllo del suo coefficiente di criminalità che supera la soglia, diventando un criminale latente, e quindi passa da Ispettore ad Esecutore.
Ho apprezzato molto il finale, è stata una ripresa della prima puntata con delle modifiche. Non riuscirò più a guardare Ginoza allo stesso modo, e ora che ha tolto le lenti è anche più 'figo'!

La serie è carica di tensione, interessante, è un continuo crescendo che non smette di incuriosire lo spettatore, l'ho trovata sublime. I personaggi sono ben caratterizzati, ognuno con una storia ben precisa alle spalle. Ci sono colpi di scena incredibili, sono stati trattati tantissimi argomenti vari che hanno portato a riflettere molto sulla società odierna, non molto diversa da quella in cui vivono i nostri protagonisti. L'aspetto grafico è stato trattato molto bene.
Perciò, incredibilmente, anche con mia sorpresa, la serie si aggiudica un 10!


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Tenebroleso

Episodi visti: 22/22 --- Voto 7
Comincio col dire che l'animazione nel complesso mi è parsa buona, nonostante il forte ricorso alla CG che non mi fa impazzire. Tuttavia, personalmente, è l'aspetto che mi interessa meno, quindi non aggiungerò altro.
Adeguata è la resa dell'ambientazione e curato l'intreccio di fondo della serie, entrambi certamente migliori delle trame delle singole missioni, su cui si poteva profondere qualche energia in più e che ho trovato talvolta liquidate in modo un po' frettoloso e affidate a deduzioni logiche dei protagonisti un po' tirate per i capelli.
I dialoghi risultano spesso stucchevoli, poco credibili e artefatti, relegati in modo inequivocabile al mondo della finzione. Cosa peggiore, spesso l'inutile pomposità e le citazioni ricercate sembrano solo voler coprire la banalità e la povertà di concetti inflazionati e trattati in modo superficiale.

I personaggi sono poco sfaccettati e privi di spessore, in alcuni casi banali, limitati nell'analisi e approfondimento della psicologia a quanto strettamente necessario per l'evoluzione della trama o all'analisi delle singole situazioni (teoriche o pratiche che siano). Il fatto che ciascuno reagisca in modo coerente al proprio carattere è apprezzabile (e auspicabile), ma non sufficiente a farne un capolavoro d'introspezione psicologica. Mi è parso leggermente migliore degli altri il personaggio di Shogo Makishima, che ho trovato un po' più interessante e accattivante, sebbene si tratti solo del naturale fascino che il "cattivo" esercita su di me.
Buono il finale, al minuto 13. I successivi dieci minuti di "coda" non li considero: non aggiungono nulla e si potevano benissimo omettere.

In definitiva, "Psycho-Pass" rimane un prodotto d'evasione godibile, una serie certamente interessante e superiore alla media, ma lontana dall'eccellenza con cui mi era stata presentata, scomodando paragoni cinematografici e letterari da cui credo siamo davvero molto lontani.


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Sguaida

Episodi visti: 22/22 --- Voto 10
Ritengo "Psycho-Pass" l'anime che più si avvicina al mio personale concetto di perfezione.

Innanzitutto, è sicuramente l'anime più accurato che abbia visto. Non mi riferisco soltanto allo stile grafico dell'anime, che fin dai primi fotogrammi colpisce per precisione e pulizia, restando sempre perfettamente curato e non finendo mai, in nessun momento, per essere raffazzonato. No, oltre a questo c'è una completa padronanza dei termini tecnici dell'informatica che ho apprezzato tantissimo, così come i continui rimandi ad opere letterarie e filosofiche che lasciano intravedere una struttura solida, un progetto ricercato e ben realizzato.

A differenza di tanti altri suoi simili, però, "Psycho-Pass" riesce ad essere preciso e accurato pur non diventando mai pesante e pedante, ed è questa a mio parere la sua carta vincente. Il modo in cui sono trattati certi temi cardine (giusto per citarne uno, il libero arbitrio e la sua applicazione), o i continui rimandi letterari di cui parlavo precedentemente, sono sicuramente questioni poste in primo piano per tutte le ventidue puntate che compongono la serie, ma il loro svolgimento risulta sempre snello e scorrevole, ma anche esaustivo e approfondito. Allo stesso modo, anche la caratterizzazione dei personaggi e le relative vicende passate vengono affrontate in maniera completa, pur non entrando troppo nel merito, in modo tale da non appesantire la narrazione generale ma dando allo spettatore tutto quanto sia necessario per affrontare al meglio il resto dell'anime.

Insomma, personalmente la ritengo la serie migliore che ho visto, e non penso sia esagerato valutarla con il voto perfetto. In fin dei conti, per quanto scritto prima, si tratta di un anime al quale non ho trovato imperfezioni, né piccole né tantomeno grandi, che mi ha appassionato fin da subito, che ho trovato piacevole, profondo e senza alcun calo di intensità.


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FinalHavok

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9
Premessa: sarà una recensione diversa dal solito. Ho cercato di far trascorrere un po' di tempo dalla visione di questo anime prima di recensirlo, per cercare di essere il più obiettivo possibile, ma ora mi ritrovo qui, a distanza di mesi, sempre più convinto che ciò sia impossibile.

La trama di questo anime è riportata nella scheda, quindi sorvolerò su di essa, poiché ho tanti altri argomenti da affrontare sul contenuto dell'opera, che è magistralmente immensa e altrettanto complicata.

Partiamo dall'argomento più complesso. Sibyl System: cos'è questo sistema? Da questa semplice domanda prendono forma i vari dilemmi etici che andremo ad esplorare, iniziando già con la semplice ricerca di una definizione. Il Sibyl in “Psycho-Pass” rappresenta il sistema stesso, i suoi politici e i suoi rappresentanti. Il Sybil è anche e soprattutto i suoi giudici. Questo sistema è perfino più importante dei personaggi che troveremo in questa storia.

La filosofia che sta dietro il Sybil può essere esaminata tramite la sociologia piuttosto che la filosofia stessa, non si tratta soltanto di problemi esistenziali e astratti dell'individuo, anzi, vengono sviscerati tantissimi temi sociali molto moderni e addirittura visionari.
La burocrazia è il tema principale di “Psycho-Pass”; ma cos'è la burocrazia? Dovrebbe essere lo strumento più idoneo per l'amministrazione del potere politico. Ma il sistema politico non è altro che la rappresentazione del volere democratico. Nella nostra società avviene cosi, e diamo per scontato che la nostra identità individuale concorra a plasmare il sistema attorno a noi, tramite votazioni, partecipazioni politiche, partiti ecc. La famosa bilancia odierna che regola la quantità di libertà e sicurezza nel mondo, ovvero i semplici compromessi che i governi attuano con i cittadini per poter mantenere un certo quantitativo di sicurezza in cambio di un corrispettivo in libertà. Nel mondo cyberpunk di “Psycho-Pass” non esiste. La scelta è stata preimpostata, si è preferita la strada che predilige la sicurezza piuttosto che la libertà. Si è optato per un mondo molto sicuro per l'individuo ma con poche libertà di agire e di scegliere.

"La burocrazia è tanto più perfetta quanto più si disumanizza" - Max Weber

La citazione di Max Weber (già citato nell'anime) ci mostra che, rendendo i rapporti sempre più impersonali e anonimi, si rafforza il potere burocratico; quest'ultimo lo possiamo identificare con il Sibyl System. Questo obiettivo non può essere raggiunto senza esosi costi umani, soprattutto a livello intellettuale, poiché di fronte all'ordine superiore (del Sybil, in questo caso) bisogna rispondere spegnendo le coscienze personali, guadagnando un alibi impeccabile per qualsiasi azione. Nel mondo di “Psycho-Pass” si è portato all'estremo il potere burocratico, esso è diventato uno strumento di sopraffazione e di morte grazie alla docilità con cui gli uomini accettano il comando imposto loro. Un semplice esempio è come viene definito il futuro degli individui, tramite numerosi test che il Sibyl effettua per poi avere la voce finale in capitolo, mostrando le poche scelte che possono intraprendere a livello lavorativo i personaggi, una volta concluso il loro percorso di studi (vedi Akane Tsunemori). Grazie sempre alla docilità verso il comando, le persone sono perfettamente inserite in una gerarchia già stabilità dal Sibyl System.
Noi sappiamo che la scienza offre all'uomo soltanto la conoscenza fisica del mondo, lo aiuta a conquistare la natura, ma non può dirgli a cosa credere e a che valori aggrapparsi durante la sua esistenza. Che siano amicizia, amore o semplice cameratismo è sempre e solo l'uomo artefice dei suoi valori, e dovrebbe esserlo, di conseguenza, anche delle sue scelte. Il Sibyl System in questa ottica è la completa rovina dell'uomo come essere senziente e razionale.

Ora che abbiamo capito il marcio sistema che governa il mondo cyberpunk di “Psycho-Pass”, possiamo svelare il suo prodotto meglio riuscito, ovvero il personaggio cardine di tutta la trama: Shougo Makishima.
Questo (grandissimo) personaggio non è altro che il prodotto stesso del mondo di quest'opera. Shougo Makishima è la spiegazione del perché la perfezione non esiste in nessun ambito, tra cui quello burocratico del Sibyl System. Esso è il calcolo sbagliato del sistema, è quel personaggio carismatico che cerca di riconferire un senso al proprio essere nel mondo, cerca una rottura con il passato per un fine rivoluzionario. Ciò implica che il Sibyl System è un sistema burocratico imperfetto.
È un personaggio chiave: nonostante le sue azioni possano risultare malvagie anche agli occhi degli spettatori, sono comunque più umane della maggior parte degli esseri viventi sotto il Sibyl.

L'abilità con cui si districa la trama dell'opera è da ammirare: sotto-trame e dialoghi fantastici, animazioni altrettanto stupefacenti, ma soprattutto temi molto contemporanei che un giorno potrebbero diventare di attualità quotidiana. Spicca per originalità anche l'arma che possiede l'unità di pubblica sicurezza protagonista: il Dominator, l'arma che misura lo psycho-pass degli individui. Un design intrigante che colpisce dalla prima visione, difficilmente vi scorderete di questi giocattolini.

So di non essere stato esaustivo, ho esaminato quegli argomenti nei quali ho ritenuto di poter essere più oggettivo possibile; se mi fossi approcciato ad esaminare anche i personaggi di Kogami e Akane, non sarei riuscito a mantenere una base di fondo oggettiva necessaria alla recensione e mi sarei fatto trascinare semplicemente da quello che per me hanno rappresentato e dalle emozioni che mi hanno suscitato.
Nonostante ciò il voto attribuito dipende soprattutto dai temi che esso ha affrontato, i quali ritengo molto vicini a me, perciò, come nella premessa, confermo di non riuscire ad essere imparziale del tutto con questo anime. Consapevole di aver sviscerato nemmeno la metà delle potenzialità di quest'opera, ritengo almeno di aver affrontato gli argomenti centrali di “Psycho-Pass”. L'ho visionato in un periodo in cui mi approcciavo a questo tipo di studi ed è stata una bellissima rivelazione che mi ha illuminato.

Lo consiglio a tutti, anche a chi a una prima occhiata non noterebbe subito ciò che si cela dietro. Vi rimarrà qualcosa impresso, che poi verrà esaminato a priori, o almeno vi farà riflettere sull'importanza della sicurezza e della politica nella nostra epoca, ne sono sicuro. Voto: 9 +


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Nagisa98

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9
"Psycho-Pass" è un anime di ventidue episodi, creato nel 2012 dallo studio Production I.G.

La storia si svolge in un prossimo futuro, 2112 circa, in cui lo stato mentale e il coefficiente di criminalità della gente vengono determinati da un dispositivo detto Psycho-Pass, in base al giudizio del misterioso Sibyl System. L'anime segue le vicende della prima divisione della pubblica sicurezza, che ha il compito di arrestare i criminali latenti o, eventualmente, giustiziarli tramite una speciale arma detta Dominator.

Premetto che, di solito, sono abituata a vedere anime ben diversi da "Psycho-Pass": quindi, mentre visionavo il primo episodio, non potevo che restare molto incuriosita da questa nuova serie. Al dire il vero, all'inizio ero un po' restia nel proseguirla, poiché, già dalle prime battute, vengono mostrate scene abbastanza cruente, ricche di splatter, proprio a causa del "particolare" modo in cui il Dominator uccide il bersaglio designato. Tuttavia, se non avessi deciso di continuare, avrei fatto una pessima scelta, perché non avrei mai conosciuto le bellezze, le emozioni, gli spunti di riflessione che questa serie è stata capace di regalarmi.
Quando ripenso ai primi episodi di "Psycho-Pass", la prima parola che mi viene in mente è "adrenalina": ogni minuto è pura azione, tanto da far rimanere lo spettatore profondamente coinvolto nelle operazioni dei nostri ispettori ed esecutori. A molto contribuisce la colonna sonora, ma soprattutto la spietatezza, l'originalità dei crimini perpetrati. Questo lavoro iniziale, denso, come detto prima, di sangue e violenza, sarà in seguito affiancato dal lato, a mio avviso, più affascinante e più caratteristico di "Psycho-Pass". Dopo la comparsa, infatti, dell'antagonista della serie, Shogo Makishima, l'anime si arricchirà di citazioni filosofiche e letterarie, ma soprattutto riflessioni sulla società del tempo, comunque individuabili già dalle prime puntate. Ecco quindi che il genere "poliziesco" verrà perfettamente integrato con il genere "psicologico", che ovviamente non poteva mancare, vista la trama di fondo dell'opera. Molte volte sono rimasta affascinata dai tanti riferimenti a passi di libri o a correnti di pensiero filosofico, elogiando, oltre ovviamente ai personaggi che li pronunciavano, lo splendido lavoro di sceneggiatura compiuto da Gen Urobuchi. Quello che più ho apprezzato, però, sono proprio i vari messaggi che "Psycho-Pass" vuole comunicare, veicolati non solo dalla storia, dai suoi sviluppi in sé e per sé, ma anche dai vari pensieri dei personaggi. Terminata la visione dell'anime, infatti, non si fa che rimuginare su quale sia il modo più corretto di vedere le cose: il mondo creato dal Sibyl System, posto ogni giorno sotto il controllo del suo vigile occhio, dovrebbe essere una sorta di idillio, in cui la disoccupazione è completamente scomparsa, ogni persona è assegnata al lavoro a cui è più adatta, e in cui è possibile individuare coloro che un giorno potrebbero diventare criminali con un semplice scan, sottoporli a delle cure e reintrodurli nella società. Ma allora perché le violenze non sono diminuite, sono anzi diventate più atroci, e coloro che entrano nelle case di cura finiscono per impazzire e non uscirne più? Il Sibyl System, anche se ha portato a un sottile equilibrio, potrebbe essere definito ingiusto, poiché ha quasi annullato ogni forma di libero arbitrio, impedendo alla singola persona di decidere autonomamente della propria vita. Una volta scoperta, poi, la vera natura di questo sistema, risulterà ancor più difficile accettarlo, e soprattutto decidere se sia corretto o meno proteggere quella realtà.

Molti dei personaggi di "Psycho-Pass" si sono posti queste domande, e un aspetto che ho molto apprezzato è che ognuno è giunto a risposte diverse, in linea con il proprio ideale di giustizia. I due protagonisti, infatti, sono entrambi poliziotti, ma hanno modi di operare e pensare sostanzialmente differenti. Akane, da classica novellina ingenua e un po' sentimentale, ha affrontato una splendida crescita, divenendo sempre più forte e decisa, mantenendosi salda, però, a quei valori a cui era fedele sin dall'inizio. Kougami, invece, è uno di quelli che sono stati giudicati criminali latenti dal Sibyl, cosa che l'ha portato, forse, a iniziare a dubitare della correttezza del sistema. Nel corso della serie, tra l'altro, non farà altro che confermare i suoi dubbi, arrivando a prendere decisioni da un lato discutibili dal punto di vista dalla legge, ma dall'altro pienamente appoggiabili, se pensiamo alla forza di volontà di ogni persona. Il personaggio, però, che spicca di più su tutti è Shogo Makishima, che incarna una figura di villain abbastanza nuova e originale. Non mi era mai capitato, nemmeno con Light di "Death Note", di trovarmi, almeno in parte, d'accordo con i pensieri dell'antagonista. Makishima, pur compiendo atti deplorevoli, è spinto da motivazioni che sembrano più che giuste: non si possono quindi contraddire le sue idee, che derivano tra l'altro da una situazione abbastanza complessa, quanto forse il modo di operare. Aggiungete poi la grande quantità di massime da lui proferite, la sua vasta cultura in quasi tutti i campi, ed ecco che il carisma di Shogo Makishima vi colpirà e vi attrarrà a sé.
Ho trattato soprattutto questi tre personaggi perché sono quelli meglio caratterizzati, secondo me, ma non significa che gli altri non siano degni di nota: Masaoka e Ginoza sono stati magnificamente approfonditi, anche se non posso dire la stessa cosa di Kagari e Shion. Il primo, in particolare, è quello che nella squadra porta una ventata di allegria, quindi non si può non sviluppare una certa simpatia nei suoi confronti. É stato un peccato, dunque, aver avuto davvero poche informazioni su di lui.

Per quel che riguarda il comparto tecnico, è eccelso su tutti i fronti: una sublime regia, fluide e spettacolari animazioni, character design curato (anche se vacilla in qualche episodio) e a tratti molto realistico. Come già detto, le musiche fanno la loro parte nel rendere dinamica l'azione: da ascoltare, in particolare, l'OST "Dominator" e "PSYCHO-PASS". Stupende anche le sigle, la seconda opening "Out of Control" e la prima ending "Namae no nai Kaibutsu" sono le mie preferite. La serie è stata acquistata anche in Italia, e trovo che tutti i doppiatori abbiano fatto un ottimo lavoro.

In conclusione, "Psycho-Pass" ha dalla sua personaggi principali affascinanti e ben caratterizzati, una storia accattivante e che fa riflettere, e un lato tecnico che non fa mica brutta figura. Tra i piccoli difetti, alcuni personaggi secondari lasciati un po' in disparte e qualche scena splatter che si poteva evitare. Un 9 è d'obbligo.


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Shiva87

Episodi visti: 222/22 --- Voto 8
"Psycho-Pass" è un anime veramente riuscito. Da tempo personalmente ero delusa dai titoli troppo infantili che ormai mi ritrovavo a guardare, ma con "Psycho-Pass" la situazione è ben diversa.
Sin dal primo episodio si capisce chiaramente a cosa faccia riferimento l'anime: il mondo futuristico di P. Dick, omaggiando così "Blade Runner" e "Minority Report" (soprattutto quest'ultimo, vista la trama). Siamo così catapultati in un Giappone dove la giustizia è garantita da un particolare sistema che riesce a calcolare il coefficiente di stress delle persone e a prevenire così gesti criminali.

Ci sono diversi aspetti degni di nota nell'anime.
I personaggi sono tutti perfettamente caratterizzati e ognuno, con il susseguirsi delle vicende, ha un'evoluzione psicologica molto approfondita e verosimile, a mio avviso. Soprattutto la protagonista, con cui lo spettatore condivide lo spaesamento iniziale in un mondo sconosciuto, ha un'evoluzione degna di nota, e il tutto, ci tengo a precisarlo, appare realistico.
Anche l'antagonista è di un fascino unico, ammaliante. Andando poi avanti con la trama si perde un po' il confine tra bene e male, giustizia e anarchia, così si comprende anche di più il ruolo del cattivo.

I disegni son ben curati, così come le animazioni. Alcune puntate lasciano a bocca aperta per la bellezza artistica e la ricerca dei dettagli.
La colonna sonora è perfetta e coinvolgente; anche qui, vedo un omaggio alle musiche di film come "Blade Runner". Belle anche le sigle di apertura e chiusura (soprattutto le seconde).

Non ho dato il massimo, perché comunque l'anime non è perfetto. Soprattutto all'inizio ci mette un po' a ingranare e non mi sono sentita subito coinvolta.
Non voglio svelare nulla sull'evoluzione della trama, ma sicuramente invoglia a vedere la seconda serie (ma anche chi si volesse fermare può considerarlo conclusivo e immaginare le possibili conseguenze). Insomma, lo stra-consiglio. Non capita spesso ormai di vedere un anime così per adulti, senza situazioni o comportamenti infantili e stupidi. E' molto cinematografico e deve molto del suo fascino sicuramente al mondo in cui è ambientata la storia. Vedetelo!


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Hatake Rufy

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9
Psycho-Pass è un tipo di anime che non si vede spesso in giro, una novità che ha trascinato molti nel suo mondo pieno di verità e aspetti cupi che, pur essendo di un prossimo futuro, sono molto reali e identici ai giorni nostri. Realizzato da Gen Urobuchi e prodotto dalla Production IG nel 2012, l'anime è arrivato in Italia nel 2013 grazie a Dynit.

La trama è ambientata in un futuro dove esiste un progetto chiamato Psycho-Pass, nonché un sistema di scansione in grado di misurare precisamente e istantaneamente il livello di criminalità della gente, basandosi sullo stato mentale del soggetto, sulla personalità e sulla probabilità che quest'ultimo commetta un crimine. Quando il limite del coefficiente di criminalità viene superato, un team di ispettori e agenti specializzati arrestano il soggetto usando le Dominator, armi in grado di sparare ai soggetti che superano il limite del coefficiente di criminalità.

Lo sviluppo della trama è inizialmente lineare, per poi crescere sempre di più, in grado di intrattenere in ogni aspetto possibile, che sia la storia o i personaggi. Per iniziare ci viene presentata la prima unità del dipartimento di pubblica sicurezza, mostrandoci così subito un po' di azione in stile poliziesco, per poi passare alla famosa Dominator, che si presenta in maniera letale. Ciò che sorprende di questa storia è che un sistema infallibile come Psycho-Pass viene ritenuto assoluto, ma, come tutti i sistemi esistenti, ha delle falle pronte ad essere sfruttate da chi vuole capovolgere completamente questo mondo; la protagonista è l'ispettore Akane Tsunemori, che non si affiderà completamente a questo sistema, e sarà un personaggio davvero influente nella trama. Il finale di questa stagione è davvero controverso, ma non riempie alcune lacune della trama che incuriosiscono molto, ma senza timori tutto viene rimandato a una seconda stagione.

I personaggi sono tutti ben realizzati, influenti a loro modo nella trama, con aspetti cupi e controversi. I principali protagonisti sono Akane Tsunemori e Shinya Kougami: l'ispettore si farà conoscere fin da subito col suo carattere deciso, infatti entra nella polizia perché crede che ci sia qualcosa che solo lei stessa può fare, in quanto molto determinata e risoluta; l'agente Kougami invece è sotto il comando dell'ispettore Akane, è un esecutore nonché anche lui ex ispettore, fino a quando il suo coefficiente di criminalità si alzò gradualmente dopo la morte di un suo esecutore durante un caso. Questo personaggio sarà molto riservato e lo vedremo poche volte in azione, in quanto conduce di nascosto altre indagini importanti e influenti per la trama.
Il personaggio chiave, nonché il mio preferito di questa trama controversa, è l'antagonista Shougo Makishima, in quanto si dimostra molto intelligente e giusto in certi aspetti, in grado di confondersi nella storia che lui stesso condiziona per tutto il tempo; è il classico "Joker contro Batman", il pazzo contro il criminale buono, ma questa sfida è davvero molto motivante e ricca di espedienti controversi della natura umana, e l'antagonista è la ciliegina sulla torta. Una celebre frase fa comprendere una piccola parte della sua mentalità: "Tutti sono soli, tutti sono vuoti, ormai le persone non hanno più bisogno degli altri... Non importa che talento abbia una persona, chiunque può essere rimpiazzato, qualunque relazione può essere rimpiazzata... Questo è il mondo di cui mi ero stancato."

Infine devo assolutamente elogiare il favoloso comparto visivo: i disegni hanno ottimi lineamenti e sono riempiti con una buona dose di colori che regalano un'ottima grafica, davvero apprezzabile, dando anche un buon tono oscuro che rispecchia appieno il genere; anche le animazioni sono molto fluide e regalano un'ottima visione. Il comparto sonoro è anch'esso molto bello, con una colonna sonora davvero formidabile, musiche di sottofondo sempre ottimali e opening/ending molto piacevoli - evidenzio All Alone With You e Fallen degli Egoist.

Chiudo questa recensione consigliando assolutamente quest'anime, senza ombra di dubbio uno dei più belli in circolazione.


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chomp96v2

Episodi visti: 22/22 --- Voto 10
"Psycho-Pass", anime della durata di ventidue episodi prodotto dalla Production IG, è stato licenziato da Dynit e si può vedere in streaming gratuito su VVVVID, dove si trova anche la sua versione doppiata in italiano. La serie ha riscosso un buon successo, ma a mio avviso non quanto meritasse.

Trama: 9 e mezzo
La serie è ambientata in un Giappone utopistico dove il male non dovrebbe esistere, in quanto ogni abitante è perennemente controllato da scanner stradali che ne misurano il coefficiente di criminalità che, superato una certa soglia, lo rende o un criminale latente ancora salvabile o un criminale; in entrambi i casi interviene un team di persone composto da ispettori e criminali latenti. La trama col passare degli episodi diventerà sempre più incalzante, con le prime puntate che servono per ambientarsi nel setting del mondo e le restanti che vedranno i nostri protagonisti cimentarsi col caso principale.

Grafica e sonoro: 9 e mezzo
Dal punto di vista tecnico la Production IG è una sicurezza, con una grafica dettagliata e fluida con pochi momenti di incertezza in alcuni episodi. La parte sonora è anch'essa di altissimo livello, con opening ed ending azzeccate e un doppiaggio sia giapponese che italiano di prim'ordine.

Personaggi: 9 e mezzo
Abbiamo vari tipi di personaggi in quest'opera, partendo dai protagonisti, Akane e Kogami: la prima è una studentessa modello del suo corso di studi che ha scelto la strada lavorativa dell'ispettore, ed è caratterizzata da uno psycho pass (o coefficiente di criminalità) sempre limpido, nonostante tutte le prove che la attenderanno; Kogami invece è un ex ispettore divenuto criminale latente a causa di un avvenimento passato, caratterizzato da un grande fiuto nelle investigazioni e un grande carisma.
Abbiamo l'antagonista Makishima, di cui mi limiterò a dire che è uno dei cattivi meglio realizzati degli ultimi anni; non aggiungo altro per non rovinarvi la visione.

Vedo un altro episodio e poi smetto: 9 e mezzo
Questa serie con i primi episodi potrebbe sembrare un po' lenta (ma neanche tanto, a dire il vero), ma oltrepassati i primissimi episodi sarà un crescendo di tensione e di curiosità su cosa accadrà successivamente.

Voto finale: 10
Tra 9 e 10 scelgo 10, in quanto di serie così profonde negli ultimi anni se ne trovano poche; non posso far altro che consigliarvi la visione, se non lo avete ancora fatto.


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ningen

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9
Intro
Era da tempo che volevo scrivere questa recensione, ma, venendo da due visioni estremamente frammentarie di questo anime, avevo desistito. Finalmente dopo una terza visione sono riuscito a mettere insieme i pezzi e a dare una valutazione complessiva migliore.

Coefficiente di criminalità
In un futuro non meglio specificato la polizia per prevenire i crimini utilizza nuove tecnologie che le permettono di catturare il criminale ancor prima che esso commetta il crimine. Per fare ciò viene utilizzato il Sybil System e lo Psycho-Pass, un comodo indicatore della propensione di una persona a commettere un crimine, che viene misurato attraverso l'uso di sensori, droni, scan e videocamere, che trasmettono al Sybil System certi dati sensoriali dell'individuo, come ad esempio lo stress accumulato o certi comportamenti anormali rilevati. La storia ruota quindi attorno alle vicende di una appena promossa ispettrice, Akane Tsunemori, e i suoi colleghi del dipartimento di pubblica sicurezza. La prima parte della serie è introduttiva, viene presentata l'ambientazione e i vari personaggi principali, attraverso alcuni casi d'omicidio. Nella seconda parte invece ci si concentrerà su un unico caso e su quella che è la trama effettiva di questa serie, e vi assicuro che non mancheranno i colpi di scena (e le citazioni).

Dove l'ho già visto?
Qualche considerazione sull'ambientazione di questo anime. Nonostante alcune cose siano irrealistiche e hanno una deriva molto fantascientifica, molti aspetti di questo anime appaiono realistici in relazione all'attuale tecnologia e ai suoi possibili sviluppi. L'esempio lampante è costituito dalla città che attraverso una rete di sensori, droni, videocamere ecc. raccoglie dati che una volta elaborati correttamente possono essere usati per offrire un servizio alla comunità (in questo caso un servizio di pubblica sicurezza). Questo non è nient'altro che il concetto di Smart City applicato in maniera estrema. Altro esempio, il Dominator, un'arma che a seconda del soggetto verso cui è puntata e del suo coefficiente di criminalità inserisce la sicura, i dardi paralizzanti o la modalità letale. Questo non è nient'altro che una tecnologia dell'internet of things, ovvero oggetti collegati alla rete che scambiano e ricevono dati da essa e possono modificare il loro comportamento. Altro esempio è l'interazione con internet e i social network attraverso la realtà virtuale, cosa che con strumenti come Hololens, Oculus rift (non a caso acquisito da Facebook) e simili potrebbe diventare realtà. Ovviamente parliamo di tecnologie in divenire che non sono ancora realtà in molti casi, ma è sorprendente che quanto visto in questo anime me lo sia ritrovato come possibile sviluppo di tecnologie già esistenti. Un plauso a chi ha ideato questa ambientazione, perché o per fortuna o con cognizione di causa ha azzeccato un bel po' di cose. Vi invito comunque, se siete interessati o non ne avete mai sentito parlare, ad approfondire l'argomento sulle Smart city e Internet of things, scoprirete tante belle cosucce interessanti (alcune forse anche inutili, ma vabbè).

Criminale latente
Sul versante dei personaggi è stato svolto un buon lavoro. Innanzitutto all'interno del dipartimento di pubblica sicurezza troviamo ispettori ed esecutori. Ciò appare verosimile, poiché se un ispettore prende parte troppo attiva in un caso, potrebbe intorbidire il suo Psycho-Pass, mentre un esecutore (che di solito può essere o un criminale latente che è stato scelto per le sue qualità o un ex ispettore il cui Psycho-Pass si è intorbidito) non avrà questo problema. Ma partiamo dalla protagonista, Akane Tsunemori, che verosimilmente all'inizio dell'incarico sarà impacciata e non molto professionale, ma andando avanti con la storia diventerà sempre più risoluta, fino a prendere in mano il suo destino. Da questo punto di vista il lavoro è stato decisamente ben fatto e il suo progressivo cambiamento appare credibile. Il suo comprimario è Shinya Kougami, un ex detective divenuto esecutore in seguito all'intorbidimento del suo Psycho-Pass, così come altri comprimari. Kougami è un personaggio carismatico, forse un po' troppo sicuro di sé, e che ha sempre la soluzione in tasca (difatti è raro vederlo in errore con le sue deduzioni) e potrebbe risultare un po' fastidioso per qualcuno. Gli altri due membri del dipartimento di pubblica sicurezza a cui è stato dedicato più spazio sono Ginoza e Masaoka. Il primo è forse il personaggio più antipatico del gruppo, burbero, dedito alle regole e al dovere, e spesso avrà dei pesanti faccia a faccia con gli altri membri del gruppo. Masaoka invece è, diciamo, una figura paterna, e sarà inizialmente il personaggio più vicino ad Akane, a cui saprà dare molti validi consigli. Un po' meno approfonditi sono i personaggi di Yayoi (nonostante gli si sia dedicata una intera puntata) e Kagari.

<b>Attenzione: questo paragrafo contiene spoiler</b>

Lo sguardo diabolico del male
Andiamo al piatto forte dei personaggi, ovvero l'antagonista, Shogo Makishima. Egli sarà praticamente la principale minaccia affrontata dal dipartimento di pubblica sicurezza. Personaggio dal grande intelletto e dal carisma diabolico, sarà praticamente il responsabile di larga parte degli avvenimenti passati e attuali che i nostri dovranno affrontare. Il suo modo di operare è subdolo, non agendo mai in prima persona ma incentivando altri al posto suo (individui già con coefficiente di criminalità instabile o completamente compromesso) grazie al suo carisma, risultando quindi un antagonista intelligente e fuori dagli schemi comuni. La particolarità del personaggio è che non può essere giudicato dal Sybil System, e ciò metterà in crisi tutte le certezze che fino a quel momento aveva la povera Akane. Difatti il personaggio di Makishima sarà quello che spingerà lo spettatore a riflettere e a porsi delle domande soprattutto riguardanti il Sybil System, la sua esistenza, e se è un metro di giudizio giusto o è solo uno strumento di oppressione della libertà di espressione dell'uomo. In virtù di questo, Makishima è semplicemente il miglior personaggio della serie e la sua assenza in questa serie si sarebbe avvertita molto.

<b>Fine parte contenente spoiler</b>

Il bene e il male... dei disegni
L'aspetto tecnico è discreto. Se in un primo momento il character desgin di Akira Amano mi aveva lasciato un po' di stucco, vedendo il tutto all'opera mi sono ricreduto. Ciò che invece non riesco a tollerare è la troppa differenza tra le puntate ad alto budget e quelle a basso budget. E' evidente che in molti casi si è optato per il risparmio, con risultati non del tutto apprezzabili. In particolare, notare come cambino i disegni dei personaggi da una puntata all'altra è abbastanza fastidioso, cosa che si nota soprattutto con il personaggio di Kougami, che viene continuamente disegnato in modo diverso. Anche la CGI mi è sembrata un po' fuori posto spesso e volentieri. Le musiche invece sono abbastanza azzeccate e accompagnano degnamente le varie fasi della storia.

Considerazioni finali
Come vedete, ho optato per l'eccellenza come voto per questo anime, nonostante sono conscio che molti non saranno dello stesso avviso e troveranno magari altri difetti. Se c'è un difetto personale (che però non pregiudica la fruizione dell'opera) è quello della mancanza del mistero nei vari casi, visto che lo spettatore è quasi sempre messo al corrente sul colpevole e ne conosce l'operato o ha gli elementi per dedurre tutto quanto, quando invece si vedono i membri del dipartimento di pubblica sicurezza che si scervellano per arrivare alla risoluzione del caso. Sarebbe stato bello se la risoluzione del caso fosse coincisa con la conoscenza dello spettatore, evitando la presenza dello "spettatore onnisciente", in modo che lo spettatore si potesse immedesimare meglio. Non mi vengono in mente altri difetti e comunque questo individuato è una mia considerazione personale. In virtù di ciò considero "Psycho-Pass" una delle migliori serie animate degli ultimi anni, ha saputo stimolare la visione e al contempo ha saputo non annoiare mai, riuscendo a proporre il giusto mix di azione, fasi di risoluzione del caso e fasi più introspettive. Non si merita il massimo per la presenza di alcune pecche, ma ne consiglio assolutamente la visione soprattutto ora che può essere visto tranquillamente su VVVVID.


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npepataecozz

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8
Alzi la mano chi, prima di guardare questo anime, non abbia pensato a "Minority Report", film del 2002 interpretato da Tom Cruise; oppure, se al cinema preferite un buon libro, all'omonimo racconto di Philip K. Dick da cui il film ha tratto spunto. L'idea di base di "Psycho-Pass", in effetti, è molto simile a quella delle due opere sopra menzionate: in entrambi i casi si ipotizza un possibile futuro in cui il crimine viene diagnosticato e stroncato prima che possa aver luogo. Molto differente è, invece, il modo in cui l'idea viene sviluppata: nella versione "americana" il sistema viene condannato senza riserve; in quella "giapponese" invece si lotta per difenderlo dai terroristi, anche se, pure qui, si avverte la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato nel sistema.

La trama: l'evoluzione delle conoscenze scientifiche ha portato alla creazione del Sibil System, uno strumento attraverso cui è possibile misurare l'indice di criminalità delle persone attraverso la scansione della loro personalità, qui definita come psycho pass. Chi supera una certa soglia viene immediatamente arrestato e rinchiuso in centri di recupero; per i casi più gravi è addirittura prevista l'esecuzione immediata, anche se i soggetti in questione non hanno commesso ancora alcun reato. Sulla base di questo metodo, inoltre, ognuno viene anche indirizzato al tipo di professione che viene ritenuta ideale sulla base delle attitudini certificate, e che dovrebbe garantire una maggior grado di felicità alla persona stessa. In questo contesto, Akane Tsunemori è una ragazza in possesso di uno psycho pass ideale: dalla scansione risulta che qualsiasi tipo di professione decida di intraprendere sarà un successo. La ragazza, però, opta per la pubblica sicurezza, e così ben presto verrà inviata alla caccia dei cosiddetti "criminali latenti"; a collaborare con lei ci saranno i cosiddetti "esecutori", ossia elementi con un elevato grado di criminalità che si sono offerti di svolgere il lavoro sporco in cambio di un maggior grado di libertà. Tra questi spicca l'esecutore Kougami, elemento con un passato da ispettore il cui psycho pass si è intorbidito a seguito di una tragedia sul lavoro.

I sentimenti che la visione di questo anime produce nello spettatore sono ambigui: da un lato si osserva e ci si appassiona alle vicende dei membri della pubblica sicurezza, dall'altro non si può far a meno di simpatizzare con le idee del nemico impersonato da Shougo Makishima, uno dei cattivi più seducenti a livello intellettuale mai visti finora. Alla fine non si riesce più a distinguere i "buoni" dai "cattivi": i metodi di Makishima sono riprovevoli, ma il suo ideale di fondo è condivisibile; i membri della pubblica sicurezza mantengono l'ordine e cercano di agire secondo giustizia, ma non riescono a ribellarsi alle decisioni dei superiori anche quando queste sono crudeli e spietate. Lo stesso giudizio sul Sibil System è controverso: all'apparenza sembra disumanizzante e basta, ma ci sono anche numerosi vantaggi che scaturirebbero della sua adozione: per dirne uno, l'abbassamento del livello di stress della popolazione, dato che su ognuno non verrebbero più accollate tutte quelle aspettative che, invece, oggi provocano ansia e conseguenti disturbi della personalità.

Oltre a una trama davvero affascinante, anche i personaggi sono di primissimo livello: oltre al già citato Makishima, spiccano anche la protagonista, che nel corso dell'anime subirà un processo di crescita personale davvero realistico, e l'esecutore Kougami, il cui senso di giustizia è tale da finire per ribellarsi al sistema.
Ottimo il comparto grafico e davvero superbo quello audio: l'opening, in particolare fa venire i brividi.

In conclusione, devo dire che questo "Psycho-Pass" mi è piaciuto davvero molto, pur non essendo il genere action tra i miei preferiti. Ma qui, oltre all'azione, troviamo anche tanti momenti di pura riflessione, e questi sì che mi piacciono tantissimo.
Lo consiglio a tutti, è un anime che merita sicuramente di essere visto.


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Thecrimsonking

Episodi visti: 22/22 --- Voto 10
E' giusto seguire le direttive del sistema pur mettendo da parte la propria etica personale? E' possibile stabilire un modello di giustizia che sia equo e universale? La creazione di una collettività perfetta è destinata inevitabilmente alla soppressione del libero arbitrio?
Sono queste le tematiche presentate in "Psycho-Pass", anime scritto da Gen Urobuchi e prodotto da Production I.G.

La storia è ambientata in un ipotetico futuro (più precisamente nel 2112), in un distopico Giappone ove la società si avvicina molto a quella rappresentata in "Minority Report"; una società in cui i progressi tecnologici hanno reso possibile misurare e monitorare con precisione lo stato mentale, la personalità e le disposizioni delle persone, usando lo "Psycho-Pass". Quest'ultimo viene usato anche per valutare le probabilità che una persona commetta un crimine, misurandone il "Coefficiente di Criminalità": quando questo valore supera un determinato limite, interviene la sezione anticrimine della Pubblica Sicurezza, formata dagli Agenti, criminali latenti il cui compito è catturare altri criminali e dagli Ispettori, ufficiali di polizia che monitorano e dirigono le loro azioni. Ispettori e Agenti possono intervenire usando le Dominator, particolari pistole che possono variare il tipo di colpo in base al tipo di bersaglio (si disattivano di fronte a persone con coefficienti bassi, stordiscono in caso di coefficiente medio, sono armi letali per i criminali con alti coefficienti).

Le atmosfere dark lasciano intendere fin da subito ciò che va a palesarsi ancor di più con la messa a nudo della psicologia dei personaggi: similmente alla Londra rappresentata da George Orwell in "1984", ma con assai meno totalitarismo, è evidente il contrasto tra la ricerca utopica di una società strutturalmente perfetta e la cruda, spietata realtà, una realtà in cui la popolazione è schiava di un sistema oppressivo che giudica le masse attraverso metodi ignoti alle stesse e ne prestabilisce il futuro abolendone il libero arbitrio, un mondo in cui una presenza occulta governa incutendo terrore ai cittadini. La volontà stessa del singolo di essere un buon concittadino porta i personaggi alla disperazione, all'ossessione e al conseguente peggioramento del proprio Psycho-Pass, che comporta la perdita definitiva di qualsivoglia diritto o addirittura la morte.

L'opera non risalta semplicemente per la grande varietà di temi e la profonda analisi psicologica dei personaggi, ma anche per l'eccellente comparto tecnico. La grafica è minuziosa in ogni aspetto, dal character design alle ambientazioni, passando anche per le dettagliatissime scene d'azione quali combattimenti e inseguimenti. Il sonoro è sempre accuratamente selezionato e rispecchia perfettamente il contesto in cui viene posto. Il ritmo stesso di tutta quanta la serie è pressoché perfetto, con una buona alternanza di dialoghi mai banali ad avvenimenti avvincenti.

In una serie dal così alto spessore psicologico non potevano certo mancare riferimenti culturali e letterari; essi sono numerosissimi in tutto l'arco narrativo, e mostrano il profondo studio dietro alla creazione dell'anime: vi sono riferimenti ad opere delle più svariate epoche, in particolare vengono nominate spesso "I viaggi di Gulliver" di Swift, "1984" di Orwell e alcune citazioni filosofiche di Pascal, Cartesio e Rousseau.

In definitiva, "Psycho-Pass" è un anime di altissimo livello che riesce a spaziare tra più generi differenti quali cyber-punk, poliziesco, splatter, psicologico ecc., adatto a un pubblico che non ricerchi solamente il puro intrattenimento, ma che al contrario sia disposto, seguendo i numerosi dialoghi, a prendere coscienza della crudeltà del mondo e della complessità della psicologia umana.


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Eversor

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8,5
Ammetto di essere arrivato relativamente tardi alla visione di questo bellissimo anime che, sebbene piccoli e irrilevanti difetti, costituisce a mio avviso un'opera veramente degna di essere vista; è uscita nel 2012 ed è composta da ben ventidue episodi. Una serie ben strutturata, che rappresenta senza ombra di dubbio uno degli esemplari più belli per quanto riguarda il genere thriller/poliziesco. E lo dice uno che sopporta soltanto una piccola quantità di anime di tale natura.

La storia incomincia nel migliore dei modi e offre spunti veramente interessanti: la prima giornata di lavoro del nuovo ispettore, la giovane e inesperta Akane Tsunemori; una società futuristica, completamente controllata dal Sybil, un sistema che regola ed esamina il coefficiente di criminalità di ogni singolo cittadino; una Tokyo ultramoderna che, però, presenta ancora alcuni difetti della società odierna, anzi, per certi versi amplificati. La criminalità esiste, ma gli ispettori hanno il compito di evitare una sua propagazione. Il Sybil è un sistema di giudizio imparziale e impeccabile (o quasi) che valuta la personalità dei vari individui, ordinando il loro arresto quando quest'ultima appare troppo intorpidita. Insomma, basta una condizione emotiva un pochino sopra le righe per essere reputati criminali latenti e, dunque, indirizzati verso apposite strutture di ritiro.
Bello? Beh, diciamo che tale società offre molti punti di forza, ma allo stesso tempo mostra tutta la sua inumanità. Insieme agli ispettori, agiscono gli esecutori, criminali latenti che hanno deciso di dedicare tutta la loro vita alla caccia di altri delinquenti. Una scelta sofferta, in quanto nega loro la possibilità di tornare in futuro a una vita "normale". Sono cani, criminali, feccia della società e, come tali, vengono trattati. Certo, avrebbero dovuto avvisare Akane di questo piccolo dettaglio, visto che la sua personalità la porterà a un atteggiamento del tutto differente nei loro confronti. E in particolare con Shinya Kougami, un ex ispettore divenuto esecutore in seguito a uno strano avvenimento.

Bene... questo è l'inizio della nostra storia, ma la sua complessità ci impedisce di farne un resoconto più dettagliato. O meglio, potrei, ma vorrei evitare di rivelare qualcosa di inopportuno. Basiamoci dunque su questi dati e, ovviamente, sulla descrizione di alcuni personaggi principali.
Innanzitutto l'esecutore Kougami, a mio avviso il personaggio migliore di tutta la serie, mostra un animo alquanto controverso, poiché da un lato vuole far rispettare la legge, ma dall'altro brama con tutto il cuore la vendetta per un affare lasciato in sospeso tre anni prima. Il suo animo calmo e rilassato appare completamente opposto allo spirito violento e famelico con cui va alla caccia dei criminali. Insomma, un protagonista davvero interessante, affiancato, peraltro, da una partner altrettanto valida: Akane.
A differenza di molte altre protagoniste femminili, non mostra un carattere allegro e spensierato. Inizialmente il suo animo è certamente più leggero, ma, con il passare delle puntate, è costretta ad affrontare immediatamente la cruda realtà. Non si può dire che ci sia amore tra i due, ma certamente il loro è un rapporto particolare.
Shougo Makishima, il nemico principale, è molto intrigante come personaggio, anche perché, in fin dei conti, lui è nel giusto. Se non fosse per la serie di omicidi che si lascia alle spalle.
Concludo questa panoramica veloce citando Yuki Funahara, amica di Akane, che comparirà giusto in un paio di occasioni, ma, in una di queste, lascerà un segno vivido su tutta la serie. Personalmente mi è piaciuta moltissimo come figura femminile. Ma quello che colpisce di più, forse, è la creazione di veri e propri individui, dotati di un animo complesso e articolato su più livelli. Ognuno di loro ha pregi, ma anche difetti e, soprattutto, la realtà non appare affatto idealizzata a una serie di principi belli, ma vuoti.

La grafica è veramente bella, i toni sono cupi, ma non i colori che, a volte, risplendono in maniera brillante (soprattutto il rosso del sangue). Per i disegni, si mantiene il classico stile "seinen", ovvero per adulti. I protagonisti sono quasi tutti adulti o comunque giovani sui vent'anni, e il "design" è quello tipico di quasi tutti gli anime polizieschi, thriller o psicologici.
Molto interessante il doppiaggio, anche se, in questo caso, bisogna aprire una piccola parentesi. Infatti esiste anche in italiano e, devo ammettere, che in quanto a qualità appare leggermente superiore ai classici doppiaggi italiani di anime giapponesi. Tuttavia, nonostante questo ottimo lavoro, non posso che preferire le voci originali. A parte il fatto che nella versione italiana le pronunce di alcuni nomi (in primis Akane) vengono stravolte (non costava nulla vedersi la prima puntata e verificare come doveva essere pronunciato), ma, semplicemente, i toni nipponici sembrano più spontanei e coinvolgenti. Sarà la forza dell'abitudine, ma questa mia preferenza non si è affatto attenuata col tempo.

Concludo semplicemente augurandovi una buona visione. L'anime in questione è veramente intrigante e risulta difficile staccarsi dallo schermo. Il finale è letteralmente da urlo, ma lascia aperti moltissimi sviluppi che, in parte, verranno ripresi con la seconda stagione (già uscita).
"Psycho-Pass" è ben più che un semplice anime. Alle volte sembra quasi riprendere i temi che, in passato, hanno reso famoso Orwell o anche Bradbury ("Fahrenheit 451"). Insomma, un classico che non stanca mai...

Voto finale: 8 e mezzo


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BettyChan75

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9
Che dire... semplicemente fantastico! Da tanto non vedevo un anime così.
E' un poliziesco pieno di azione, cruento, incalzante, che ti prende già dalla prima puntata. I personaggi (quanto meno i principali) sono ben caratterizzati a livello psicologico, non è lasciato nulla al caso. Buona è l'idea di una società scansionata e vigilata dallo Psycho-Pass, e l'idea del Dominator. Bellissimi anche i disegni!
Il finale, contrariamente a quanto troppo spesso accade negli anime, non è deludente. Mi azzarderei a dire che è corretto e coerente.

<b>Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler</b>

Unica "delusione" (se così si può dire) è un mancato incontro finale tra Kogami e Tsunemori.


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Eoin

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8
"Psycho pass" è una serie d'animazione giapponese del 2012, composta da ventidue episodi di durata canonica e diretta da Naoyoshi Shiotani. In Italia, l'anime è stato pubblicato dalla Dynit.

Trama
Nel 2112, in un Giappone futuristico e isolazionista, sono già anni che, per prevenire i reati, è entrato in funzione il Sibyl System, il quale, tra le altre cose, monitora l'attitudine di ogni cittadino a commettere crimini (il Coefficiente di Criminalità, per l'appunto). Lo Psycho Pass serve proprio a misurare questa tendenza all'illegalità, diversa da persona a persona. Nel caso in cui venissero riscontrati un valore superiore alla norma e il rifiuto del soggetto a sottoporsi a terapie adeguate, entrerebbero in azioni gli Ispettori, appartenenti al dipartimento di Pubblica Sicurezza, sotto la cui supervisione operano gli Esecutori, uomini e donne il cui Coefficiente di Criminalità è maggiore di quanto considerato accettabile, ma che hanno deciso di collaborare con la polizia. Questi Esecutori, in virtù della propria affinità con la mentalità dei delinquenti, svolgono un ruolo rilevante nella cattura (e nell'eventuale eliminazione) di questi ultimi.
La vicenda vede come protagonista una squadra composta da due Ispettori, tra cui una novellina, e quattro Esecutori, alle prese con alcuni omicidi apparentemente privi di collegamento, ma che sembrano nascondere la regia occulta di un misterioso personaggio.

"Psycho Pass" è un anime per molti versi brutale: nel corso degli episodi si assiste a svariate forme di violenza fisica e psicologica. A rendere il tutto più sconvolgente è il realismo delle situazioni mostrate: non ci sono mostri, o creature sovrannaturali di sorta, o poteri eccezionali. Ogni efferato delitto è commesso da uomini e donne in carne e ossa, con lucida crudeltà o a causa di una follia perversa, ma sempre in modo assolutamente plausibile, non diverso da quanto si potrebbe leggere nelle nostre pagine di cronaca nera. La stessa modalità di eliminazione dei soggetti il cui Coefficiente di Criminalità ha superato la soglia di tolleranza è tutt'altro che indolore o pulita.
Durante la visione mi è capitato di sentirmi davvero a disagio e scosso dalle azioni degli antagonisti, insensate, spietate, a danno di gente innocente di qualsiasi sesso ed età. Spesso i colpevoli sono persone che il sistema ha rifiutato, in base alle valutazioni del loro Psycho Pass, e a cui ha negato la possibilità di realizzare qualcosa nella propria vita (ovviamente, sono ben lungi dal giustificare i loro crimini).
La società tratteggiata in questa serie è, infatti, quasi totalmente priva di libero arbitrio: il Sibyl System analizza l'animo umano, la personalità e le inclinazioni di ciascuno, traducendo il tutto in numeri, atti a incasellare gli individui in uno schema prestabilito, instradandoli in un percorso di vita in cui il soggetto stesso non ha alcuna voce in capitolo. Ognuno deve accontentarsi di ciò che viene offerto dal sistema, alle cui direttive è obbligatorio sottostare, in un modo che porta inevitabilmente alla soppressione della propria autentica personalità, soffocata dal volere della società civile.
Sondando la mente degli uomini, le macchine forniscono loro una condanna universale o una compiaciuta approvazione, rendendo un popolo intero schiavo della paura, più che per il prossimo, per quella parte di sé stessi che potrebbe deviare dalla retta via e trasformare chiunque in un criminale bollato come irrecuperabile e di cui la società si disfa come farebbe con rifiuti nocivi. Non sono rari nemmeno i fenomeni di ghettizzazione sociale e di discriminazione nei confronti di coloro che mostrano un intorbidimento, magari anche non grave, dello Psycho Pass.
In un tale sistema, ritenuto perfetto poiché libera i cittadini dal peso di scegliere, dal rischio di vivere un'esistenza per cui non sarebbero portati, e che rimuove rapidamente le possibili minacce interne, a costituire un pericolo mortale sono quegli individui che, in un modo o nell'altro, possono eludere la sorveglianza robotizzata. Il ricorso al personale umano, nel corso degli anni, è andato riducendosi, al punto che tutto viene affidato alle macchine e all'informatica, verso cui la popolazione nutre un'estrema fiducia, al punto da aver perso ogni tipo di forma di stress e di timore nei confronti del prossimo, convinta dell'affidabilità della metodologia di controllo del sistema.

In questo mondo ipertecnologico, dominato dalla solitudine e che di umano, ormai, ha ben poco, si muovono i protagonisti che, a mio parere, rappresentano uno dei punti deboli di questo anime. Nell'Unità 1 della Sezione Anticrimine della Pubblica Sicurezza, si annidano alcune delle caratterizzazioni più stereotipate del genere poliziesco/thriller: abbiamo l'agente con maggiore anzianità di servizio ligio al dovere e che cerca sempre di seguire il regolamento alla lettera; il veterano anziano esperto, disponibile e comprensivo, ma con un pizzico di malizia; il giovinastro più vivace e imprudente; la recluta promettente e talentuosa ma inesperta, piena di buoni propositi; l'esperta di informatica perennemente con la sigaretta in bocca e piuttosto spigliata; la donna silenziosa e dall'aria efficiente; il classico uomo d'azione, agente decaduto e un tormentato.
A tutti questi personaggi viene dedicato un spazio considerevole, con flashback e riflessioni importanti, eppure non sembrano mai riuscire a superare un livello di generale piattezza, dovuta al ricoprire ruoli piuttosto banali e che mancano di mordente. Tuttavia, ciò non vuol dire che non si rendano partecipi di momenti di grande intensità emotiva.
In particolare, l'Ispettore Akane Tsunemori e l'Esecutore Shinya Kōgami, i protagonisti principali, impallidiscono di fronte al vero antagonista, un anarchico, geniale manipolatore, nonché dotato di un eccezionale carisma, a cui, inoltre, viene dato uno spazio di molto superiore a quello di qualsiasi altro personaggio, primario o secondario che sia.

Il character design è curato e originale. E' riscontrabile una maniacale attenzione per il dettaglio, per quel che riguarda le ambientazioni (ci sono alcuni scorci e skyline della metropoli davvero magnifici), con edifici spettacolari e futuristici, le armi e le avanzatissime attrezzature informatiche di cui l'universo di "Psycho Pass" è colmo.
C'è un massiccio ricorso alla CG che, nonostante tutto, non stona in modo particolarmente aggressivo o invadente con l'animazione tradizionale.
Le animazioni sono fluide, ma a volte i movimenti più semplici dei personaggi sembrano un po' rigidi e innaturali. I combattimenti sono abbastanza coinvolgenti e ben girati.
La colonna sonora è di buon livello, sempre adeguata ad ogni circostanza. Ottime la prima opening e la prima ending, che mi sono piaciute generalmente più delle seconde.

Complessivamente, "Psycho Pass" è una serie cruda, graficamente eccellente e che offre moltissimi spunti di riflessione, affrontando spesso tematiche estremamente complesse, sulle quali non è possibile esprimere un giudizio assoluto, ma solo innumerevoli punti di vista. Notevoli anche le frequenti citazioni di autori, filosofi, scrittori (anche di opere di fantascienza a cui questo anime si ispira in maniera evidente) che conferiscono alla serie un'aura colta, soprattutto perché non sono usate a sproposito, ma sempre pertinenti al contesto in cui vengono pronunciate.
Per quanto riguarda un finale vagamente inconcludente, confido nella seconda stagione per risolvere alcune questioni lasciate in sospeso.


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Metal_Movie90

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8
Quando ho saputo dell'esistenza di questa serie mi sono detto: "Devo vederla subito, a tutti i costi!", e così ho fatto. Tra l'altro Philip K. Dick (il cui celebre racconto "Rapporto di Minoranza" è servito da ispirazione per il setting dell'anime) è il mio autore di fantascienza preferito, e sentirlo citato da uno dei personaggi (l'antagonista Shogo Makishima) mi ha fatto godere, e non poco!

"Psycho Pass" è una serie che (almeno, dall'impressione che ne ho avuto io) parte un po' in sordina. Mi spiego meglio: dopo una prima puntata favolosa, che presenta a grandi linee il setting e i protagonisti, e in cui succede di tutto, le successive (fino all'ottava-nona) ingannano lo spettatore in quanto presentano casi investigativi fra loro isolati, senza alcun approfondimento e/o critica dell'affascinante mondo in cui l'anime è ambientato. Probabilmente una "lunga" premessa come questa era necessaria, in quanto è servita agli autori per delineare il carattere dei personaggi e le loro relazioni, oppure sono io che mi sono fatto troppe illusioni dopo aver visto la prima puntata (che parte in quarta), ma secondo me si poteva accorciare un po' e gestire meglio il tutto, andando al sodo un pochino prima; non che sia una cosa grave, intendiamoci, perché gli episodi non sono affatto noiosi e scorrono che è un piacere, solo che in generale si potrebbe recepire una falsa impressione di quelle che sono le potenzialità della serie.
E infatti, con l'entrata in scena dell'antagonista Shogo Makishima (gran personaggio), che avviene nelle puntate finali della prima parte, iniziano i fuochi d'artificio; il ritmo degli eventi impenna e finalmente si assiste a una critica (personificata proprio da Makishima) del Sybil System (il sistema che elabora i giudizi per ogni persona e misura il loro coefficiente di criminalità) e delle implicazioni che esso comporta. Come hanno fatto notare altri recensori, l'idea di fondo non è nulla di particolarmente originale, tuttavia è ben utilizzata e nelle puntate finali i colpi di scena non mancheranno. Approvato, almeno da questo punto di vista!

Passiamo ai personaggi. Shogo Makishima e Akane Tsunemori (la protagonista) valgono già da soli il prezzo della visione; in particolare la seconda è il personaggio che subisce l'evoluzione più marcata col passare degli episodi, e questo la fa apprezzare ancora di più. Il mio personaggio preferito, senza alcun dubbio!
Per tutti gli altri, purtroppo non sono sempre rose e fiori. Se per alcuni (Kogami su tutti) bene o male abbiamo una buona caratterizzazione (grazie anche al carisma e ad alcuni flashback), per altri invece si poteva fare di più. Mi riferisco in particolare all'ispettore Ginoza e agli altri esecutori, che potevano essere più approfonditi e coinvolti meglio nelle vicende (Masaoka, Yayoi), mentre in alcuni casi vengono relegati a semplici macchiette (Shion, Kagari).
Un'altra cosa che mi ha convinto solo in parte è il finale; senza fare spoiler, secondo me potevano essere più cattivi, e avrei preferito un epilogo differente per un determinato personaggio. Mentre invece gli autori hanno voluto mantenersi sul vago, penso per non scontentare i fan (chi ha visto probabilmente capirà a chi mi sto riferendo).
Tecnicamente nulla da dire, dopo tutto è pur sempre un anime della Production I.G., quindi la qualità è assicurata. In particolare il mondo futuristico è ricreato alla perfezione; all'inizio me lo aspettavo un po' più cupo (probabilmente perché "Blade Runner" rimane il modello di riferimento per ambientazioni del genere) ma va bene lo stesso così.
La colonna sonora è azzeccata ma nulla di memorabile, e ho apprezzato molto la sigla di chiusura della prima parte e quella di apertura della seconda.

Ricapitolando, "Psycho Pass" è un ottimo anime, merita assolutamente la visione; peccato per alcuni difetti (la parte iniziale, i personaggi sacrificati) che gli impediscono di ergersi a capolavoro. Il voto che inizialmente volevo dargli è 8.5, ma, dato che qui su AnimeClick.it non si può, lo arrotondo per difetto a 8, in quanto 9 significa già capolavoro, almeno per il sottoscritto.


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Nae

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8
"Psycho-Pass" è una serie notevole, soprattutto per essere nella tipologia splatter: le cascate di sangue ci sono, ma con "buon gusto", cosa che ho apprezzato tanto e che unito al tipo di trama ha spinto per un 8 e non un 7.

La storia è piacevole, non innovativa, ma gestita in modo originale in alcuni spunti. Ci si trova in un futuro prossimo dove la società è autoregolata da un sistema che valuta i suoi membri in base all'immagine psichica: assegnando punteggi a talenti e difetti qualifica il sentiero di vita e carriera più appropriato per ogni soggetto, in modo tale da garantire un livello di felicità elevato per la più alta percentuale di persone nella società. Insomma, la felicità dei molti giustifica qualche dramma anche pesante per pochi.
Un'idea già vista, è vero, ma gestita davvero bene, perché punta subito a mostrare che il sistema è imperfetto, ma sa di esserlo, e anzi deve esserlo perché umano; così nelle vicende seguiamo il distretto speciale che si occupa dell'ordine pubblico, valutando lo psycho-pass dei cittadini che entrano in un livello di criminalità non ammesso dall'utopistico sistema. Tutta la trama si incentra sul nuovo membro del team Tsunemori Akane e le sue interazioni con i vecchi membri, sia detective che enforcer, ossia persone con il tasso di criminalità latente elevatissimo, e che il sistema ingabbierebbe a vita, ma che usa come cani da caccia per i criminali della società. Interessante il rapporto di questi soggetti ipotetici criminali, che si piegano ad essere cani da caccia trattati come bestie pur di non stare in una struttura di contenimento a vita in nome del candore dell'utopia.
Pregevole la caratterizzazione di tutti i protagonisti e coprotagonisti: si nota un piccolo danno narrativo dovuto al ruolo troppo pesante di Kagami, che di fatto casca nel dimenticatoio quando la personalità del ribelle e criminale Shogo viene fuori in tutto il suo dramma. Di fatto il personaggio preposto a bilanciare questa figura non regge il confronto, sebbene aiuti il palcoscenico della protagonista Akane e il suo confronto/crescita nel conoscere il vero sistema di funzionamento del mondo utopico. Piacevoli i drammi personali di ogni personaggio e le digressioni simil-filosofiche dei soggetti coinvolti, che di fatto chiarificano in modo preciso la loro posizione di idea, con coerenza narrativa e senza scadere in voli pindarici di recupero.
Ho letto di paragoni con mostri sacri come "Ghost in the Shell", che onestamente non ho visto in questa serie: il dramma dell'essere umano che si giudica c'è, ma è chiaramente un dramma orwelliano quello che vediamo qui.

Il lato tecnico mi è piaciuto enormemente nel profilo musicale, opening ed ending sono molto, molto belle, e le musiche in generale azzeccatissime, profonde e coinvolgenti, sembrano coadiuvare allo stato emotivo dei personaggi.
Le animazioni e il design dei personaggi anche è molto buono, coerente con i livelli di una serie del 2012; l'uso del colore è davvero ottimale secondo me, sono brillanti nel modo giusto e gestiti in modo notevole per rendere la bivalenza della società luminosa e impeccabile, contro il cupo del dietro le quinte.

Aspetto con impazienza la seconda serie e consiglio sicuramente la visione agli appassionati del genere.


 9
Usagi85

Episodi visti: 22/22 --- Voto 6
"Psycho pass" ha, decisamente, tradito le mie aspettative. Obiettivamente, non posso dire che l'idea di partenza non sia originale ma, di fatto, sussistono troppe falle nel sistema.

Il primo neo riscontrabile è rappresentato dai due protagonisti. Kogami è un personaggio affascinante ed accattivante, ma solo sulla carta. Con il procedere della narrazione si fa sempre più evidente la sua assoluta mancanza di carisma. Nel momento stesso in cui entra in scena Makishima, questo antagonista lo relega a figura marginale dell'opera sebbene sia, fisicamente, sempre presente. Poco e niente ci viene svelato del suo passato. Vengono solo sparse mollichine di pane, di tanto in tanto, che sta allo spettatore raccogliere al fine di colmare le lacune di questa storia.
Tsunemori, di contro, ha una evoluzione inversa. Scialba ed insulsa, comincia a mostrare segni di carattere solo verso il finale dell'opera, ma è un'eroina che non convince come dovrebbe.
La storia stenta a decollare e, solo per fugaci istanti, si ha la sensazione che sia riuscita a stabilizzarsi. Sono rari i momenti in cui lo spettatore può dirsi davvero coinvolto dallo sviluppo narrativo, rimanendo, troppo spesso, impassibile di fronte agli eventi che si susseguono in modo anonimo.
Una trama diversa ed originale avrebbe potuto concedere molto di più di quanto è stato effettivamente reso. Questa idea di creare una ambientazione futuristica, in cui è possibile cogliere la criminalità latente degli individui e combatterla preventivamente per garantire la sicurezza pubblica (un po' "Minority report"), è geniale. Il carachter design, curato dalla sensei Amano (autrice del famoso "Tutor Hitman Reborn"), ha colto in pieno lo stile dell'opera; un valore aggiunto che però è andato sprecato, così come la eccelsa grafica. Ottimi strumenti e pessimi risultati, a causa di una storia che resta costantemente statica, con qualche raro sprazzo di energia.
Sarebbe stato interessante concedere maggiori flashback per meglio comprendere le vicende personali degli esecutori, invece, a parte vari e rapidi passaggi, vi è stato un totale disinteresse degli autori in questo senso.
Il rapporto tra Kogami e Makishima, seppure appaia come il fulcro della storia, anche a fronte degli eventi passati che hanno interessato i due (eventi solo accennati e mai approfonditi, si badi bene!), non è mai troppo coinvolgente.
Dialoghi, monologhi e ancora dialoghi si susseguono in continuazione, togliendo il pathos alle scene di azione. Continue elucubrazioni mentali, nei momenti più inadatti, rendono la svolgimento lento e claudicante.
Troppe le domande che restano prive di risposte alla fine della visione di "Psycho pass". Nella speranza che tutto assuma un suo senso grazie alla seconda serie, per il momento, non vado oltre la sufficienza.

Tacchan

Episodi visti: 22/22 --- Voto 10
"Psycho-Pass" mi ha colpito sin da subito, dimostrandosi ben realizzato, a suo modo attuale, ricco di buoni spunti e con una sceneggiatura interessante.
Prodotto nel 2012 da Production IG e scritta da Gen Urobuchi, la serie è ambientata in un futuro in cui le attitudini di una persona sono decise tramite lo scan delle sue emozioni: un sistema chiamato Sybil System riesce a giudicare con parametri oggettivi' le persone e assegnarle a lavori e attività più consone alla loro personalità. Essendo tutti monitorati 24 al giorno, la criminalità ha praticamente cessato di esistere, tuttavia rimane un piccolo gruppo di investigatori che hanno l'onere di giudicare eventuali situazioni spinose. Se infatti il coefficiente di criminalità di una persona superasse i 100 punti, questa sarebbe considerata un criminale latente, arrestata e messa in strutture di cura apposite. Se il coefficiente supera i 300 punti, l'investigatore deve eliminare di persona il soggetto pericoloso. Hanno due importanti strumenti per completare questo compito: gli agenti, ovvero criminali latenti a cui è stata data questa opportunità in cambio di alcuni benefici, e un'arma, denominata Dominator, che è in grado di giudicare il potenziale criminale e attivarsi in modalità stordimento o eliminazione a seconda del coefficiente di criminalità.

Protagonista delle vicende è una giovane ispettore alle prime armi che, dopo aver ottenuto sorprendenti risultati nelle scuole, si scontra con una realtà che presenta sfaccettature inaspettate che rendono il suo compito ben più complesso di quanto potesse preventivare.

"Psycho-Pass" offre tematiche profonde, si indirizza ad un pubblico già maturo e a tratti tende a calcare forse eccessivamente la mano offrendo situazioni crude e sanguinolente. Propone qualche personaggio molto interessante, non lesina citazioni letterarie, ha un ritmo sempre buono e, anche nelle puntate dove manca l'azione, i dialoghi ben scritti sono più che sufficienti e mantenere alta l'attenzione dello spettatore.

L'unico difetto, se proprio vogliamo trovarne, è una protagonista un po' amebica, che manca di quel carisma che altri hanno. Si risolleva un po' nel finale, ma per ora non riesce ad incidere sugli eventi come avrebbe potuto e dovuto, secondo la mia opinione, fare. La serie non risparmia momenti drammatici e li presenta a volte in modo eccessivamente cruento: questo potrebbe non piacere a qualcuno, soprattutto quando infierisce su dettagli che sarebbero potuti essere omessi senza recar danno alla storia narrata.

Ho particolarmente apprezzato il finale, che non cade nel buonismo di tanti altri titoli e rimane coerente con quanto raccontato. E', tra l'altro, sebbene sia prevista una seconda serie, definitivo, credo che le vicende sarebbero potute tranquillamente finire in questo modo e a livello di sceneggiatura non sia realmente necessario un seguito.

"Psycho-Pass" è una serie che mi è piaciuta molto, nella mia scala merita il voto massimo.


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yoelthegreat

Episodi visti: 22/22 --- Voto 10
Psycho-Pass è serie anime della stagione autunnale 2012, creata e sceneggiata da Gen Urobuchi e diretta da Naoyoshi Shiotani (con la supervisione di Katsuyuki Motohiro), prodotta dalla Production I.G e composta da 22 episodi. Nel 2013 Dynit l'ha acquistata, ed è stata trasmessa da Rai4 dal 10 ottobre 2013 al 10 aprile 2014 nell'Anime Thursday.

Trama: in un futuro a noi non molto lontano, dove, tramite un sistema/chip chiamato "Psycho-Pass", è possibile analizzare lo stato mentale delle persone (diviso in diverse tonalità di colore), la loro personalità e la probabilità che commetta azioni criminali. Quando il "coefficiente di criminalità" di un individuo supera una certa soglia, viene arrestato dagli agenti di polizia, che usano un'arma speciale chiamata "Dominator", con cui è possibile sparare solo ai "criminali latenti". La storia della serie ruota intorno alla nuova ispettrice dell'Unità 1, Akane Tsunemori, e ad uno degli esecutori della sua squadra, Shinya Kōgami.

Apparato tecnico: l'apparato tecnico di questa è molto curato dal punto di vista grafico, infatti solo un episodio su 22 ha animazioni poco curate. Viene usata anche della CGI -per animare le Dominator, oppure gli edifici della città (come la sede dell'Unità 1)- che non risulta molto invasiva (almeno dal mio punto di vista). Il character design a cura della mangaka Akira Amano può piacere come non piacere, e viene utilizzato a dovere.
Le musiche, composte da Yuugo Kanno, sono per la maggior parte delle volte adatte alle situazioni (soprattutto durante un indagine o i momenti di riflessione).
Entrambe le opening ed entrambe le ending sono ottime, ma ho preferito "Out of Control" e "All Alone With Me".

Personaggi: i personaggi di questa sono si e no caratterizzati tutti bene. Akane nei primi episodi mi ha ricordato non poco la Ai Tanabe dei primi episodi di Planetes, all'inizio sentiremo la sua insicurezza e inesperienza verso il nuovo lavoro di ispettrice. Kōgami è un grande investigatore (anche se forse le sue capacità deduttive sono troppo esagerate, infatti molte volte capirà tutto all'istante) e ha qualcosa in comune con Makishima (l'antagonista di questa prima stagione), scaltro, furbo, anarchico e intellettuale. Anche l'ispettore Ginoza, Masaoka, Yayoi, Choe Gu-sun e il Sybil System sono caratterizzati a dovere (anche gli psicopatici criminali che ritroveremo al finaco di makishima non sono da meno). Purtroppo forse Kagari e Karanomori non sono troppo sviluppati, insomma, sono dei buoni personaggi, e non certo delle macchiette. Il doppiaggio italiano è ottimo, soprattutto sui personaggi principali.

In conclusione: Psycho-Pass è una serie matura e riflessiva, lo si può considerare un misto tra Puella Magi Madoka Magica e Ghost in the Shell (inizialmente ricorderà anche Minority Report), che a differenza di altre l'azione non la fa da padrona, cedendo il passo alle riflessioni sulla società, che ricorderà molto quella attuale (si potrebbe dire che in un certo senso la denuncia). E' una serie che coinvolge in ogni suo punto. Per questi motivi, il mio voto è 9,5, che arrotondo a 10. Vi consiglio la visione di questa serie, soprattutto se siete amanti del genere, o se cercate delle riflessioni profonde.


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RoseHunter89

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9
A quasi una settimana dalla fine della diretta su Rai4, scrivo la recensione su questo fantastico anime. Prima di cimentarmi, voglio precisare che non vedevo una grafica così ben dettagliata nei minimi particolari dalla visione di Ergo Proxy.

"Il mondo perfetto non esiste è solo una pura fantasia determinata da una società che si lascia influenzare e, non è capace di ribellarsi e manifestare i propri sentimenti e le proprie azioni in maniera del tutto libera, senza dover stare al giudizio di qualcun altro" è questa la sintesi di Psycho Pass.

In un mondo dove la tecnologia governa la vita quotidiana di ogni singolo essere umano, dove tutti vengono identificati attraverso il proprio Psycho Pass personale, vige una sola legge: quella del Sybil System, che attraverso le sue macchinazioni guida le scelte di giudizio della squadra speciale di pubblica sicurezza.
Questa squadra è composta da un teem particolare: Shinya Kougami, Nobuchika Ginoza, Tomomi Masaoka, Shuusei Kagari e Yayoi Kunizuka; vengono definite persone che non sono comuni, hanno un criterio di giudizio diverso dalle persone normali e le loro decisioni vengono influenzate dal dominator, un' arma speciale capace di stabilire il coefficiente di criminalità di tutte le persone, a loro si aggiunge Akane Tsunemori, una giovane ispettrice. In una delle indagini il dominator non riesce a identificare il coefficiente di criminalità di una persona una: Shougo Makishima. Sarà proprio la figura di Shogo a mettere in discussione tutte le certezze della società, fino al punto di gettarla nel caos più totale.


La trama è già molto complessa e particolare, nasconde tante di quelle sfumature che vanno dalla crudeltà più cruda al pensiero più filosofico e articolato che la mente umana può solo avere l'ardire di immaginare catturando l'attenzione fino all'inverosimile e portando a riflettere parecchio.
Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e hanno un proprio spessore, in particolare il personaggio di Kougami, che ha avuto gli attributi di voltare le spalle a un sistema contorto e di visuale molto chiusa sul concetto di criminalità.
Quello che colpisce molto l'attenzione è senza dubbio la grafica: dettagliata in ogni minimo particolare, pulita, precisa e ipnotizzante in alcune scene.
Le musiche sono l'altro lato interessante che gioca a favore di tutta la serie: ogni musica accompagna in modo perfetto il susseguirsi degli avvenimenti, senza troppe forzature.

L'unica cosa che non mi ha convinto del tutto è stato il finale, che in fondo non ha chiuso un bel niente ma al contrario fa venire mille domande e apre le porte ad una seconda serie, che spero renda un finale più convincente a una serie che merita davvero tanto.


 3
Giuseppes93

Episodi visti: 22/22 --- Voto 10
Psycho-Pass è un anime del 2012 realizzato dallo studio Production I.G. di 22 episodi.

La storia è ambientata in una società in cui ogni individuo viene giudicato in base ad una sofisticata tecnologia nota con il nome di Sybil System, la quale è in grado di rilevare istantaneamente la personalità e lo stato mentale di ogni individuo, e quindi la sua tendenza o meno a diventare un criminale pericoloso per la comunità. Tutto questo viene espresso tramite un numero, un indice chiamato "Psycho-Pass", e le persone incaricate di rilevare lo Psycho-Pass della gente sono gli Ispettori del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, ovvero agenti di polizia (essi stessi ovviamente dallo Psycho-Pass basso e "limpido") dotati di particolari armi chiamate Dominator, basate sul Sybil System e quindi in grado di rilevare lo Psycho-pass di tutti i possibili criminali.
Gli Ispettori sono a loro volta aiutati dagli Agenti, ex Ispettori declassati in seguito all'aumento del loro Psycho-Pass, e quindi criminali latenti al servizio delle forze di polizia, trattati quindi alla stregua di "cani da caccia".
La storia inizia quando la giovane Akane Tsunemori entra a far parte del Dipartimento di Pubblica Sicurezza come Ispettore, proprio nel momento in cui la città inizia ad assistere ad una serie di efferati omicidi…

Inizialmente quindi, lo spettatore tende spontaneamente a immedesimarsi nella figura di Akane, spaesata, confusa e impaurita da questo nuovo mondo, persona di sani principi e fermamente convinta della bontà del Sybil e del suo fondamentale ruolo sociale; ben presto però cercherà sempre più di capire la vera natura del Sybil System, a porsi domande sulla sua reale efficacia e se veramente rappresenti la soluzione necessaria per il mantenimento della pace e contrastare la criminalità.
Il personaggio di Akane è quindi quello che più si sviluppa durante la storia, si evolve e matura proprie convinzioni, processo favorito anche dallo stretto rapporto che svilupperà con Shinya Kogami, un Agente del suo stesso Dipartimento (e quindi criminale latente) molto scettico nei confronti del Sybil e dell'ideale di giustizia che vuole rappresentare.

Ben presto però, entrerà in gioco un terzo personaggio fondamentale, la mente dietro tutta la serie di misteriosi omicidi, ovvero Shogo Makishima: un personaggio tanto enigmatico quanto spietato; la sua convinta opposizione al Sistema, combattuto senza la minima esitazione dinnanzi alla cancellazione di numerose vittime innocenti, lo pone in una posizione diversa rispetto a quelle (anch'esse distanti tra loro) di Akane e Kogami, rappresentando un altro diverso ideale di giustizia; secondo Makishima infatti, una società governata dal Sybil, in cui viene perso il valore dell'individualità a favore dell'omologazione, ha privato l'uomo della sua capacità di autodeterminazione e di azione, e di conseguenza la sua esistenza di qualsivoglia valore; questa stessa esistenza non merita quindi di essere preservata fintanto che si rimarrà in una simile società.
Lo spettatore quindi sarà portato a riflettere su ciò che è bene e ciò che male, giusto o sbagliato, e, inevitabilmente, a schierarsi dalla parte di uno dei tre personaggi principali.
Dal punto di vista tecnico, la serie realizzata da Production I.G. si presenta ottima nella prima parte, sia dal punto di vista delle animazioni che dei disegni, mentre cala leggermente sul finale (ma niente di allarmante); menzione a parte per la splendida colonna sonora e le sigle di apertura e chiusura.

L'ottima edizione italiana è a cura di Dynit, la quale ha suddiviso la serie in due box (disponibili in DVD e BD), ciascuno costituito da un digipack contenente 11 episodi, un CD con la colonna sonora e un booklet con illustrazioni a colori, il tutto all'interno della classica custodia slipcase in cartone. Ottimo anche il doppiaggio dei vari personaggi.

In conclusione ringrazio Rai 4 e Dynit per aver portato in Italia un capolavoro del genere thriller, sperando, ovviamente, nel successo della serie in Italia e nella pubblicazione anche della seconda serie che andrà in onda in Giappone a fine anno.


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giacgiac

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9
La rivelazione della stagione invernale 2012-2013 in giappone e attualmente in corso su Rai4, Psycho-Pass è un anime di 22 puntate di genere psicologico, fantascientifico, poliziesco, distopico... un po' di tutto. La storia si concentra sulla neo ispettrice Akane Tsunemori, sell'esecutore, nonché criminale latente, Shinya Kougami e su tutta la prima sezione dell'Unità Anticrimine del dipartimento di pubblica sicurezza di una metropoli giapponese del 2113. Lo sviluppo scientifico ha fatto sì che le macchine e nella fattispecie il Sybil System amministrino in modo "giusto ed equilibrato" il potere e la cosa pubblica, giudicando le persone in base al colore del loro psycho pass, cioè al "coefficiente di criminalità" dell'individuo in esame e attraverso la suddetta sezione anticrimine e i Dominator, delle armi sofisticate e collegate al Sybil stesso che possono essere adoperate solo da ispettori ed esecutori, e solamente contro persone il cui coefficiente di criminalità oltrepassa una certa soglia. In questa società distopica (che chi ha letto 1984 non può non collegare al romanzo di Orwell) i personaggi, riprendendo un'indagine vecchia di tre anni sulle tracce di un terrorista, verranno messi alla prova da questi sia emotivamente sia psicologicamente.
Quello che colpisce l'osservatore attento, è la moltitudine di riferimenti che si possono cogliere all'interno della serie: dal già citato Orwell a William Gibson, da Nietzsche a Conrad, da Pascal a Foucault, offrendo numerosi spunti di riflessione sui concetti di verità e menzogna, crimine e giustizia, stato, anarchia e potere e così via.
La colonna sonora è una delle migliori che abbia sentito, in particolare la seconda opening e le due sigle di chiusura (entrambe degli EGOIST, famosi per l'OST di Guilty Crown) e regia e animazioni meritano anch'esse una nota positiva.
La caratterizzazione dei personaggi è sviluppata in maniera abbastanza approfondita; la costruzione stessa dell'opera fa sì che non vi sia un punto di vista prestabilito, ma anzi, tende a fornire una visione "oggettiva" di quanto succede, in modo da stimolare il senso critico dell'osservatore (e questo secondo me è il tratto più caratteristico dell'intera opera e che più ho apprezzato).
Ricapitolando abbiamo un perfetto anime seinen: psicologico, a tratti violento, intrigante, sofisticato, non banale, che ti fa riflettere davvero sulle tematiche che propone. Insomma, qualcosa che non passa certo inosservata. Merita sotto davvero ogni punto di vista. A visione finita ho dovuto rivalutare le mie classifiche di gradimento perché Psycho-Pass si è preso di diritto un posto tra i 10 anime che salverei da una catastrofe nucleare.
Precedentemente gli avevo dato un 9.5, ma non potendo assegnare il mezzo punto dico 9, perché gli è mancato quel qualcosa "in più" per poter essere definito eccellente.

Ber

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9
Psycho-pass: ecco un anime che una volta tanto ha soddisfatto le mie aspettative.

Penso che si possano sintetizzare brevemente le varie componenti di questa serie in un giudizio positivo, per cominciare. Grafica e design dei personaggi davvero ben fatti, tutto in linea con la classica ambientazione poliziesca, in questo caso futuristica. Colonna sonora ben fatta e sigle d'apertura e chiusura adatte. Personaggi tridimensionali e carismatici. Ma ciò di cui penso sia più importante parlare credo siano la struttura e il concetto fondanti.

Psycho-pass non si distingue per un'eccessiva originalità concettuale. Il tema è quello già visto del conflitto tra una logica quasi perfetta ma disumana, e i sentimenti e i desideri dell'individuo. Il mondo moderno ha portato la società ad una lacerazione dolorosa dovuta da un lato al sempre più forte individualismo, dall'altro alla massificazione. Questo vale per il nostro mondo come per quello di Psycho-pass: siamo individui, e individui estremamente egoisti, eppure non siamo in grado di affermarci in quanto individualità perché i nostri desideri e le nostre aspirazioni sono qualcosa di imposto dal sistema.
L'anime sviluppa la tematica con una griglia di personaggi ben articolata, e altresì molto schematica. Tutti i componenti del gruppo hanno legami reciproci molto forti e giustificati da un background sensato: questo potrebbe essere considerato un pregio quanto un difetto, io lo vedo come un pregio, in quanto personalmente amante dei sistemi coerenti.
Tuttavia, evitando spoiler, va detto che lo sviluppo della trama ha resistito alla tentazione del sentimentalismo, pur rimanendo i sentimenti al centro di tutto. La protagonista Tsunemori Akane infatti non sceglie la soluzione più ovvia per una produzione commerciale - ovverosia difendere a tutti i costi i propri desideri egoistici - eppure nemmeno il suo opposto, cioè il calcolo: diversamente Akane comprende il sistema e lo accetta, ma ne vede i difetti e prospetta un futuro diverso.
L'antagonista poi, ed il suo rapporto con il protagonista maschile costituiscono in sé un grande pregio di Psycho-pass.
Potremmo dire che il finale di questa prima stagione (è già stato ufficialmente confermato che ve ne sarà una seconda), mette ogni cosa al suo posto, ma quel posto è ancora in divenire. I personaggi trovano il loro ruolo, lo accettano e lo comprendono finalmente, ma tale ruolo è proprio quello di continuare ad agire, questa volta con maggior consapevolezza e determinazione. Non si può dire che la conclusione di questo anime sia esattamente ciclica (abbiamo il ripresentarsi di una situazione vista nel primo episodio), perché vi è una forte differenza nel modo in cui i personaggi pensano loro stessi e i propri compagni.

Per concludere, ho deciso di assegnare un 9 a Psycho-pass, non riesco a trovare difetti sufficienti per scendere sotto questo voto, per quanto sia possibile che una persona con idee e gusti differenti lo trovi deludente. Ripeto, apprezzo lo schematismo, e questo conta molto nel mio giudizio.
Il mio consiglio? Guardatelo e giudicate voi stessi, al più otterrete una nuova esperienza, e capirete di pensarla diversamente, ma di certo non sarà uno spreco di tempo.


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Evangelion0189

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8
Dopo averlo snobbato per diversi mesi, devo dirmi piacevolmente sorpreso dalla visione di Psycho-Pass, anime del 2012 a cura della Production I.G. e di prossima uscita in lingua italiana per conto della Dynit. Sceneggiata da Gen Urobuchi (ricordo il riuscito Madoka Magica e il meno riuscito Suisei no Gargantia), l'idea alla base dell'intreccio narrativo di questa serie in soli ventidue episodi mi ha ricordato quella del celebre racconto Rapporto di minoranza del grande autore di fantascienza Philip K. Dick (tra l'altro menzionato esplicitamente proprio in una puntata): in pratica ci troviamo in una società talmente avanzata che è possibile, tramite un coefficiente numerico basato sulla personalità e l'umore degli individui definito per l'appunto Psycho-Pass, prevedere la percentuale di criminalità delle persone, riuscendo così a bloccare per tempo ogni potenziale deviante sociale.

La storia comincia in medias res immergendoci subito in un Giappone del futuro dominato dal Sybil System, un misterioso "governo" imparziale che ha ridotto drasticamente i crimini del paese controllando i suoi cittadini e il loro coefficiente di criminalità. Lo spettatore entra nel mondo di Pyscho-Pass grazie alla prospettiva del punto di vista di Akane Tsunemori, poliziotta appena promossa a capo di una squadra di Enforcers, membri speciali dell'Unità di Sicurezza pubblica: il bello e tenebroso Kōgami, il maturo e compassato Masaoka e il rispettivo giovane figlio pignolo e fiscale Ginoza, lo scanzonato Kagari, la taciturna Yayoi. Scopo del gruppo è proprio quello di occuparsi dei potenziali criminali stordendoli o terminandoli violentemente, a seconda del caso. Oltre al rapporto che si instaura tra Akane e gli altri membri della squadra, al centro della trama è anche il mistero che si cela dietro a Kōgami e ai suoi conti in sospeso con la sua nemesi, l'efferato quanto carismatico criminale Shōgo Makishima. Ho avuto l'impressione che il duo formato da due "opposti così simili" sia una sorta di omaggio agli indimenticabili protagonista e antagonista di Cowboy Bebop (Spike e Vicious), ma qui le premesse e l'ambientazione sono totalmente diverse. Tra una citazione letteraria e l'altra, passando per Swift e il suo Gulliver, o ancora tra un brano di musica classica e l'altro (Beethoven e la sua splendida Nona Sinfonia in primis), o infine tra un discorso filosofico e l'altro (dal sociologo Weber ai filosofi Platone e Kant), Psycho-Pass è davvero un calderone succulento infarcito di azione, sangue, sparatorie ed enigmi informatici, una sorta di "nuovo" Ergo Proxy con una sua identità ben marcata e distinta.

Da un punto di vista tecnico, siamo di fronte ad una vera festa per gli occhi: colori e luci vibranti, anche nelle scene più cupe; animazioni davvero d'alto livello e un character design, quello a cura di Akira Amano, moderno e adeguato al genere trattato. L'utilizzo della CG non è per nulla fastidioso, e il più delle volte si integra bene con la scena (le pistole, i campi di grano alla fine). Il comparto sonoro è degno di nota, come da tempo non mi capitava con anime recenti: musiche che spaziano dall'elettronica alla sinfonica fino alla corale accompagnano azioni e dialoghi con una giusta dose di pathos. I personaggi, ben differenziati tra loro, funzionano piuttosto bene: alcuni sono meno approfonditi di altri, ma ciò influisce poco e niente sulla visione della serie. Ci troviamo in presenza di un anime complesso e maturo, pieno di riferimenti colti che pecca soltanto di una certa disomogeneità tra la prima parte della serie e la seconda: sebbene appaia chiaro fin da subito che ci sia una trama di fondo, alcune puntate auto-conclusive risultano un po' inutili ai fini della storia; ciò nonostante però si lasciano guardare senza annoiare più di tanto. Insomma, Pyscho-Pass è un ottimo prodotto che merita almeno una seconda visione: non a caso attendo con crescente impazienza l'adattamento italiano.


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Elam

Episodi visti: 11/22 --- Voto 8
Psyco pass ha il pregio di attirare subito l'attenzione per cura ed ambientazione sci-fi, ma ha pure il demerito di possedere degli spunti di trama poco originali seppur raccontati molto bene. Ne è venuto fuori un prodotto godibile, sicuramente emozionante per gli amanti del genere poliziesco, ma che a parte il design del futuristico "pistolotto", ottimo per farci cosplayer, non lascia nient'altro allo spettatore.
La trama in breve è la seguente, in un prossimo futuro, i cittadini di Tokyo vivono e convivono con un sistema di controllo degli stati psichici chiamato sybil system, in grado di analizzare un individuo ed attribuirgli un colore ed un punteggio chiamato psyco pass. Grazie a questo sistema è "facile" prevedere se un individuo ha cattive intenzioni oppure se è un potenziale criminale. A causa di questo sistema di controllo Orwelliano la criminalità si è drasticamente ridotta e i cittadini vivono nel mondo come tante mansuete pecore. I protagonisti sono una squadra speciale atta a dare la caccia ai criminali e perché no, pure ad eliminarli risparmiando soldi e posto in carcere (anche se l'impresa delle pulizie ha parecchio lavoro da fare per pulire dove sono passati loro). Infatti avere un psyco pass alterato è estremamente pericoloso e si rischia di venir freddati dagli ispettori o dai loro "cani" anche se si è vittima di un abuso o di una violenza. Davvero un mondo crudele quello descritto in cui la vita vale davvero poco, basta perdere qualche punto e può iniziare la mattanza. Questi aspetti poco originali ed abusati in mille film e racconti futuristici, sono ben raccontati e fanno da cardine alla narrazione. Naturalmente esistono i ribelli, i criminali per la gioia delle scene splatter e degli amanti delle armi fantascientifiche, ma su tutti primeggia un'anomalia che sembra immune alla lettura dello psyco-pass e per tale motivo può compiere ed indurre a compiere atrocità ed efferati delitti facendola franca. La caccia a questo mentore di serial killer è naturalmente la parte cardine e congiunzione tra le varie puntate. Il cattivo è davvero tale anche se le sue azioni sembrano dettate da un piano atto a scardinare il sistema che sicuramente è bacato. Le sue azioni sono però così spietate e cariche di violenza gratuita che risulta più facile identificarsi con il sistema opprimente che con i "ribelli" (termine un po' inappropriato).
La protagonista femminile purtroppo in questa prima parte della serie ha il carisma di un'ameba e nonostante i suoi voti altissimi che l'hanno resa idonea a rivestire quel ruolo, sembra proprio inadatta e come tale si comporta. Particolare sicuramente voluto, ma poco appassionante e spero tanto in un'evoluzione del personaggio nella seconda stagione della serie. I vari cani della squadra sono abbastanza caratterizzati bene, fra tutti il mio preferito è l'anziano che si prende sotto la sua ala protettiva la giovane ispettrice per qualche episodio. Purtroppo i polizieschi con il serial killer semi dio che la fa sempre franca non sono i miei preferiti e pertanto credo che il mio voto complessivo possa essere influenzato anche da questo mio gusto personale. Tra tante serie un po' stupidotte, questa sicuramente è un passo avanti le altre e confido nella seconda stagione per una maggiore profondità e maturazione della protagonista e sia per una virata verso una trama differente dall'inseguimento del serial killer semi dio.


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Rygar

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8
"Perché è andata a finire così?". Questa è la domanda che ogni tanto mi pongo dopo aver visto quest'opera, che per la gran parte degli episodi mi aveva impressionato positivamente.

"Psycho Pass" non solo poteva essere la serie della stagione autunnale 2012, ma addirittura di tutto l'anno (tant'è che la Dynit ne ha acquisito i diritti prima ancora che la serie fosse completa, chissà se ora ci ha ripensato), tali erano le diverse eccellenze riscontrate. "Psycho Pass" aveva tutte le carte in regola per sfondare ed essere un capolavoro assoluto, scevro da qualsivoglia difetto e con un elevatissimo grado di coinvolgimento, oltre che di un comparto tecnico eccezionale. Utilizzo il verbo imperfetto perché, oltre a segnalare le imperfezioni (mi si perdoni il gioco di parole) dell'opera, voglio rimarcare la grande occasione sprecata dalla regia ed un finale non all'altezza dell'opera, dal momento che ogni altro fattore risulta ampiamente sopra gli standard.

Trama: il paragone più immediato che mi viene in mente è il film "Minority Report", dove in un futuro prossimo il crimine sembra il problema più grande che affligge l'umanità. Se nel film questa tematica è affrontata tentando di prevedere i crimini, intervenendo un istante prima che si compia il misfatto, in "Psycho Pass" l'intera popolazione è soggetta a costanti scansioni "cimatiche", le quali suggeriscono il livello di stress accumulato, il rischio di commettere azioni criminose e gli eventuali provvedimenti da adottare nel caso si riscontrino dei criminali latenti o azioni criminali realmente compiute. Lo Psycho Pass rivela inoltre gl'individui che potrebbero essere predisposti a compiere azioni criminali, etichettandoli perennemente col marchio di "criminali latenti" anche se non hanno mai commesso alcun crimine (o non ne hanno mai avuto occasione). Il tutto è sorvegliato dal Sybil System, una sorta di gigantesco super computer che regola la vita di ogni individuo, andando a condizionare irreversibilmente la loro esistenza, dalle aspirazioni professionali fino alla carriera lavorativa.

Il Sybil System è stato progettato per creare una società ideale, potenzialmente libera da ogni forma di crimine e conflitto, eliminando di fatto la disoccupazione e garantendo ad ogni individuo la propria realizzazione personale. Protagonisti di questa storia sono i membri di una squadra anticrimine della Pubblica Sicurezza, composta dall'Ispettore Akane Tsunemori e dagli Agenti, ossia una serie di criminali latenti che hanno deciso di collaborare con la giustizia affinché possano contribuire allo sviluppo della società ed ottenere condizioni di vita migliore. Il loro compito consiste nel punire ogni sorta di criminale tramite l'utilizzo delle Dominator, armi che adeguano la loro potenza di fuoco in relazione al coefficiente criminale riscontrato.
Esiste però qualcuno che intende opporsi alla dittatura del Sybil System, ritenendolo uno strumento di dittatura ed oppressione che ha trasformato il genere umano in bestiame senz'alcuna libera iniziativa o aspirazione. Questo qualcuno è Shogo Makishima: una mente geniale e raffinata, che grazie al suo carisma riesce a risvegliare i lati peggiori del genere umano e ad istigare le persone a compiere atti criminali, affinché il sistema sia destabilizzato e l'umanità possa riottenere la libertà perduta.

A mio avviso la trama è spettacolare, sebbene non abbia ritenuto una soluzione vincente (seppure ammetto sia logica) focalizzarsi eccessivamente su Makishima. Onestamente avrei preferito un'organizzazione criminale più ramificata e di più ampio respiro.

Grafica: tutto il comparto grafico raggiunge ampiamente l'eccellenza. Le ambientazioni sono veramente belle e ben fatte, rendono molto bene l'atmosfera da "urban jungle". Un plauso anche alle animazioni: massima fluidità nelle scene di combattimento ed inseguimento. Iperdettaglio ovunque, così come deve essere. Ottimo character design, perfettamente appropriato al genere poliziesco presente nell'anime.

Sonoro: altra grande eccellenza dell'anime è il comparto sonoro che non delude le aspettative. Seppure le musiche rivestano un ruolo secondario posso affermare che sono davvero belle e ben fatte. Ottimo opening, ottimi OST e splendidi effetti sonori. Un encomio al doppiaggio che ha caratterizzato divinamente i personaggi.

Personaggi: i personaggi risultano fin troppo ben fatti e la loro caratterizzazione è ai massimi livelli. Arduo il non immedesimarsi nelle loro vicende, nei loro dubbi, nei loro quesiti esistenziali.

<b>Il seguente paragrafo contiene spoiler!</b>
Sceneggiatura: il mio giudizio è altalenante, poiché riconosco il grande lavoro e l'impegno profuso su tutta l'opera (il ritmo è perfetto, i dialoghi sono estremamente interessanti, la gestione del tempo è appropriata, non mancano le scene tragiche e di estrema crudeltà), nonostante sia proprio la sceneggiatura a presentare alcune pecche. Ad esempio sono presenti alcuni punti inspiegati (o spiegati piuttosto male) nella trama, come lo Psycho Pass di Makishima che, nonostante compia i crimini più atroci, non subirà mai la minima contaminazione. La spiegazione fornita non mi convince, praticamente tutto si baserebbe sul fatto che Makishima non considera un crimine le proprie azioni criminali, bensì atti decisamente "normali", per cui lo Psycho Pass non rivela alcuna anormalità. Questa spiegazione potrebbe andar bene per un bambino dell'asilo ignaro del mondo, non di un intellettuale che cita poeti, filosofi e letterati; mi dispiace ma non regge.

Finale: questa è la principale nota dolente dell'anime. Se la scelta di puntare tutto su Makishima come il "genio del male" e "cattivo per antonomasia" dell'anime non mi aveva completamente convinto, ecco che il finale riesce a rovinare la serie. Manca un combattimento interessante, l'ultima scena d'azione risulta troppo banale. Lo stesso finale risulta troppo riciclato, decisamente "uncool" (per non utilizzare termini più volgari), strizzando poi l'occhio ad un'eventuale seconda serie vista l'introduzione (in maniera decisamente affrettata e stereotipata) di un nuovo personaggio (praticamente identico alla protagonista) all'ultimo momento. Male: Psycho Pass poteva benissimo reggersi su un'unica serie, purché il finale fosse molto più maturo, carismatico, completo e sorprendente.

In sintesi: avrei voluto elargire un 10 e lode a questa serie tanto mi era piaciuta, purtroppo però non posso non considerare le lacune dell'opera che influenzano negativamente la mia valutazione.

Non lo sconsiglio ma non me la sento nemmeno di consigliarlo a tutti, potrebbe deludere l'essersi focalizzati eccessivamente sulla figura di Makishima e su un finale decisamente stonato. Davvero un peccato.


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Minako85

Episodi visti: 22/22 --- Voto 9
"Psycho-Pass" è un anime di genere poliziesco/fantascientifico sceneggiato da Gen Irobuchi, già noto sceneggiatore di altri anime di ottimo livello come "Madoka Magica" e "Fate/Zero".
La trama si svolge in un futuristico Giappone che si è chiuso al resto del mondo, ripiegato su sé stesso in una civiltà in cui è il "Sibyl System" a regolare la vita dei cittadini. Questo misterioso sistema computerizzato riesce ad analizzare e a catalogare i comportamenti umani, espressi sotto forma di un valore denominato "Psycho-Pass". Lo Psycho-Pass indica quanto sei una persona "per bene", più è alto e maggiore è la possibilità di diventare un criminale. Il Sibyl System è inoltre in grado di determinare il futuro ideale di una persona e il lavoro per cui è portato: nessuno si deve più angustiare di cosa sarà del suo futuro, il sistema stesso lo dirà. Nonostante tale società sia apparentemente perfetta, pacifica e felice, i crimini accadono lo stesso. La risoluzione dei casi criminali e la punizione di coloro che mostrano uno Psycho-Pass troppo elevato è affidata al corpo di polizia MWPSB. La nostra protagonista, Akane Tsunemori, è una novella Ispettrice viene assegnata proprio a tale corpo di polizia. Akane si troverà subito gettata nella cattura di un criminale e farà la brusca conoscenza del suo capo, l'ispettore Ginoza, e dei suoi sottoposti, gli Enforcers, persone il cui Psycho-Pass è paragonabile a quello dei criminali, ma le cui capacità li hanno portati ad essere usati dalla polizia per la risoluzione dei casi. Da questo si dipana una storia complessa e affascinante, che porterà Akane a maturare moltissimo e a rivedere la sua opinione sul sistema Sibyl.

I personaggi di "Psycho-Pass" sono estremamente interessanti e ben caratterizzati. Akane, che all'inizio può sembrare un po' anonima, è in realtà il personaggio che più di tutti matura e cambia nel corso del tempo, in modo credibile e coerente con le vicende. Accanto a lei, l'Enforcer Kogami Shinya è l'altro personaggio che spicca più di tutti: un ex investigatore ossessionato da un caso tanto da non poter più vivere secondo le regole del sistema, è una figura interessante, anche se forse poteva maturare più di quanto non faccia nel corso dei 22 episodi. Altra figura carismatica è Makishima, il principale antagonista. Anch'egli è un personaggio complesso e a modo suo combattuto, fiero oppositore di Sibyl e ricercatore fin troppo instancabile della verità, ad ogni costo.
Attorno a questi tre personaggi ruotano molti altri comprimari, alcuni molto ben caratterizzati, altri che restano più in disparte ma che comunque arricchiscono la storia.
Il mondo in cui è ambientata la storia è interessante e originale, curato nei dettagli e ben strutturato, apparendo se non probabile, quantomeno plausibile. I temi trattati sono vari e complessi e a volte richiedono un certo sforzo di ragionamento da parte dello spettatore, che forse scoraggerà i più superficiali e chi desidera un anime molto leggero.
La trama di Psycho-Pass scivola rapida ed appassionante fino alla fine, dove purtroppo però pecca di un finale un po' sotto tono, senza quel pathos che invece permea molti altri momenti precedenti. La risoluzione finale del conflitto fra i principali protagonisti è piatta e ha poco mordente, macchiando solo in parte l'ottimo ritmo mantenuto sino a quel momento. Altra piccola pecca, è che alcuni piccoli dettagli che sarebbero stati graditi non sono stati mai forniti allo spettatore, specialmente riguardo a Makishima, personaggio che nella sua complessità rimane forse troppo un mistero.

Tecnicamente Psycho-Pass è realizzato in modo più che buono, con un solo eclatante calo della qualità in un episodio. Le animazioni sono fluide, i colori azzeccati e la CG è sapientemente dosata, non stona ma è funzionale. Buono anche il comparto audio, con musiche funzionali e adatte alle atmosfere dell'anime.

In definitiva, "Psycho-Pass" è un ottimo prodotto, uno dei migliori della stagione autunnale/invernale del 2012-2013. La grande qualità generale viene in parte smorzata da un finale un po' sotto tono, che comunque non pregiudica il valore della serie di per sé. 9 pieno, consigliato a tutti coloro che cercano un anime sopra la media, non immediato e scontato.

Anonimo Sulla Terra

Episodi visti: 22/22 --- Voto 8
<b>Contiene spoiler!</b>
Psycho Pass è ambientato in un futuro in cui la società è governata da un sistema 'perfetto' che decide ciò che è meglio per te, basandosi sulla lettura dei pensieri e delle emozioni compreso il tasso di criminalità delle persone, cioè lo Psycho Pass. La trama narra le vicissitudini della sezione anticrimine della Pubblica Sicurezza composta da Ispettori ed Agenti, persone con un tasso criminale alto che dovranno risolvere vari crimini, alcuni dei quali capaci di scuotere le fondamenta del sistema stesso.
Anche stavolta Gen Urobuchi, sceneggiatore e creatore di Madoka e di Fate Zero, ci riserva una trama adulta, cupa, cruda e senza perbenismi, talvolta usando immagini o scene dai contenuti forti, schietta ma solida e coinvolgente in cui invita lo spettatore a riflettere sul vero significato di giustizia. Questi temi sono già presenti in opere di Masamune Shirow, come "Appleseed", o alcuni film di Mamoru Oshii, come Jin Roh, ma un pochetto riadattati. La serie si focalizza soprattutto sulla società, apparentemente perfetta, che reprime il libero arbitrio degli uomini, rendendole 'mere pecore'.
Una sceneggiatura solida ricca di ottimi dialoghi, mai noiosi o fuori posto, è fiancheggiata da una regia sicura e ben fatta, senza cali di ritmo, tranne in due episodi circa, mantenendo un ritmo veloce e quasi adrenalinico nelle scene d'azione con colpi di scena ottimi e soprattutto efficaci.
Altri punti di forza di quest'anime sono sicuramente i personaggi principali e l'antagonista: Kogami Shinya è un Agente dalle grandi capacità investigative, un intuito eccezionale e un carattere freddo e sicuro apparentemente, ma pian piano verrà rivelata la sua natura impaziente, vendicativa ed ossessiva verso l'uomo che ha ucciso il suo collega e amico, che da vita ad un buon personaggio ben caratterizzato; la protagonista femminile, Akane, è quella che subisce la maggior evoluzione dal punto di vista psicologico: da ispettrice neofita, inesperta e impacciata a un maturo ed intelligente agente dalla forte volontà, capace di sorprendere per il suo acume agenti esperti come Kogami. Questo cammino è fatto di dolore, sofferenza e perdite umane, che la temprano e consolidano il suo ideale di una società che deve proteggere i cittadini senza oltrepassare quella sottile linea tra giustizia e vendetta. Lei cerca con le sue forze di trovare il suo ruolo nel mondo, che è l'esatto contrario di come si svolge il sistema. Tuttavia il personaggio più riuscito in questa serie, ed è in un certo senso l'anima stessa dell'anime, è l'antagonista principale, nonché l'ossessione di Kogami, Makishima Shogo: egli è straordinariamente intelligente, colto e con una citazione da filosofi o scrittori famosi sempre pronta, affascinante, carismatico, irraggiungibile, sadico, il vero pericolo del sistema, visto che il suo vero scopo è abbatterlo per liberare l'animo umano: così può 'ammirare' la vera essenza umana. Come un profeta/messia oscuro, manipola e risveglia nelle persone il loro lato più oscuro e crudele, quello incatenato da questo sistema, per poterli usare per i suoi scopi o per poter ammirare questa oscura natura umana. Se da un lato i suoi ideali sono comprensibili e condivisibili, i suoi metodi violenti lo sono molto meno. Ciononostante affascina per la sue idee e per il carisma che emana, mostrando tanti elementi in comune con il protagonista per suo sommo dispiacere. I personaggi secondari non sono molti e in confronto poco approfonditi, con l'eccezione di Ginoza e Masaoka che dimostrano di essere ottimi comprimari, con un rapporto in costante evoluzione.
Se da una serie con tanti colpi di scena efficaci e ritmo elevato ci si aspettava un finale esplosivo, credo che molti rimarranno delusi: la fine è abbastanza scontata pensandoci bene, tuttavia i dialoghi ivi presenti inducono lo spettatore a riflettere nonché viene mostrata l'opinione degli autori, su questa società così strutturata.
Graficamente l'anime è anch'esso superiore alla norma, tranne in un episodio con un noto calo, è pulito e con bei disegni, il cui merito va alla mangaka di "Reborn" con ottimi effetti luminosi, un buon utilizzo della computer grafica, poco invasiva. La colonna sonora è molto buona.
Psycho Pass è un'anime decisamente sopra la media, e ciò è confermato da una trama solida e coinvolgente con tanti colpi di scena e ottimi dialoghi, ottimi i personaggi principali, antagonista soprattutto, meno quelli secondari e con un finale riflessivo ma forse privo di quel mordente e quella cattiveria tipica dei precedenti episodi. Fra non molto esso uscirà in Italia grazie a Dynit così forse potremo rivederlo nella nostra lingua, che fa sempre piacere.
Consigliato? Assolutamente si, non è un capolavoro ma non guardarlo sarebbe uno spreco.

Nerissa

 3
Nerissa

Episodi visti: 9/22 --- Voto 8
I primi nove episodi si sono rivelati molto interessanti. Grafica ottima. Dialoghi non prevedibili. La definizione di "Splatter" gli si addice purtroppo, il grado di violenza è medio alto - ma c'è in giro roba più forte. I personaggi forse non sono molto caratterizzati, stereotipi per quanto riguarda quelli femminili, a cominciare dalla protagonista insulsa e dall'analista dei dati (prosperosa e forse lesbica), un'assassina dal volto d'angelo e dal cuore nero.
Tre sono i personaggi che spiccano maggiormente: tra gli agenti il vero protagonista è l'ex ispettore; poi c'è l'agente anziano, saggio e d'esperienza; e infine, naturalmente, il "cattivo"...
Comunque la serie è fatta abbastanza bene da poter essere seguita con interesse e curiosità.

Nadig1989

Episodi visti: 8/22 --- Voto 10
Dopo la visione di soli 8 episodi, di cui i restanti sono ancora in lavorazione in Giappone, questa é sicuramente tra le serie più interessanti di questo 2012.
In un'ambientazione futuristica in cui lo stato psichico delle persone viene analizzata tramite lo Psycho-Pass, ovvero quello che viene definito nell'anime come coefficiente di criminalità (CC per abbreviare) che ogni soggetto possiede, ci troveremo osservatori delle vicende della sezione anticrimine del dipartimento di pubblica sicurezza. A questa sezione vi si unirà la giovane Akane Tsunemori, neo ispettrice che entrerà per la prima volta a contatto con coloro il cui CC é così alto da risultare una pericolosa minaccia. Affiancata dagli "Agenti", un gruppo scelto di persone con un CC estremamente alto usato per dare la caccia ai criminali latenti, si occuperà delle operazioni usando la Dominator, una speciale arma in grado sia di rendere inermi i bersagli, ma anche di uccidere i soggetti con il CC elevato tramite un proiettile che provoca letteralmente l'esplosione del bersaglio.
Questo anime, con il design dei personaggi a cura di Akira Amano (autrice di Katekyō Hitman Reborn!), é sicuramente quella che si può annunciare come la serie anime più coinvolgente e seria (di dato e di fatto) di questo 2012.
Tenete anche presente che quando si era ancora alle fasi iniziali del progetto, Katsuyuki Motohiro, che ne era il supervisore, si era rifiutato di mettere all'interno della serie il genere MOE, presenza ormai quasi ossessiva negli anime, mentre lo sceneggiatore Gen Uronuchi resistette alle pressioni da parte della produzione che voleva venissero modificate alcune scene, molto probabilmente quelle più violente, per rendere la visione gradevole anche ad un pubblico femminile. Alcuna modifica é stata fatta, é per quello che ho potuto vedere, é il suo successo lo ha avuto eccome, senza MOE e con o senza pubblico femminile.