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calvin93

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
Mi aspettavo molto di più, a essere onesta.

Di questo anime conoscevo solo le poche righe di trama riportate qui, e non ho mai letto la controparte cartacea.
Analizziamo la trama: Komura si prende una cotta per Mie, la sua vicina di banco arrivata da poco a scuola. Mie indossa gli occhiali, senza i quali non vede praticamente nulla. Peccato, però, che li dimentichi a casa in continuazione, o peggio ancora, li rompa. Tocca così a Komura dare una mano a Mie per superare le giornate a scuola, con il suo amore per lei che cresce poco a poco.

Innanzitutto, la trama presenta un problema abbastanza considerevole, che può ben individuare chiunque: come è possibile dimenticarsi sempre gli occhiali, specie se senza si è praticamente ciechi? Ma la cosa più assurda è che ogni tre per due Mie vada a comprarne di nuovi, come se fossero una spesa da niente.
Come fa Mie a dimenticarsi sempre gli occhiali? Mistero, non ci è dato saperlo. Anzi, in alcune situazioni la ragazza mi sembrava anche un po’ svampita, come quando non si rende conto che quello a cui sta cercando di fare le fusa non è un gattino, ma una busta di plastica abbandonata per strada. O come quando si risveglia dal pisolino durante la lezione e scambia Komura per suo padre, convintissima di trovarsi a casa. Ok non vedere nulla, ma le orecchie dovrebbero funzionarle bene, e dovrebbero sentire uno che continua a dirle: “Non sono tuo padre”.

Poi c’è Komura, che dopo pochi episodi diventa già terribilmente noioso per tutti i suoi viaggi mentali sullo stare a stretto contatto con Mie. Ed essendo la serie osservata dal suo punto di vista, lo spettatore non può evitare in alcun modo il sorbirsi tutte le sue turbe mentali. Komura è il classico ragazzino timidissimo che va nel panico solo perché la mano di Mie lo sfiora per più secondi del solito, e cose di questo genere. Ma in alcuni momenti rasenta il ridicolo, come quando si preoccupa perché Mie ha riso fino alle lacrime, vedendola come una cosa estremamente negativa, quando invece non lo era. O peggio ancora, quando un giorno nota che Mie è andata a casa, dimenticandosi gli occhiali sul banco. Non voleva nemmeno toccarli, vedendoli come una sorta di oggetto mistico, finendo per portarseli a casa e facendosi tutto un giro di pensieri assurdo e noioso (a un passo dallo sfociare in pensieri peccaminosi).

La serie è formata da siparietti che vanno a comporre le singole puntate. Alcuni siparietti durano al massimo un minuto, altri durano di più, ma in sostanza non rimangono “situazioni aperte” che passano da un episodio all’altro. Le gag lasciano un po’ il tempo che trovano, iniziando tutte nello stesso modo, ossia con Mie che dice se ha dimenticato o rotto gli occhiali, oppure se indossa le lenti a contatto, che però continuano a spostarsi, e quindi (tanto per cambiare) non vede nulla. Se all'inizio il fatto che Mie non abbia gli occhiali e sia praticamente costretta a sbattere la faccia sul libro per riuscire a distinguere le lettere può far sorridere, nel giro di poco diventa terribilmente irritante, perché la cosa continua a ripetersi in un ciclo senza fine. Non aspettatevi momenti di tensione o che vi faranno battere il cuore, è molto più facile che sbadiglierete dalla noia. Se per caso vi distraete (come mi è successo in un'occasione), non dovrete neanche prendervi il disturbo di tornare indietro per recuperare ciò che avete perso, perché saranno solo le pesanti turbe mentali di Komura.
Come forse avrete già intuito, data la tipologia di quest’anime, non c’è alcun finale. Semplicemente, l’ultimo episodio si conclude come un normalissimo episodio, lasciando lo spettatore con un senso di frustrazione enorme. Forse, un anime del genere avrebbe funzionato con episodi più corti, perché, a un certo punto, sorbirsi venti minuti tutti uguali stanca non poco.

Purtroppo, lo boccio completamente, e la cosa mi dispiace molto.
Se mai ci sarà una seconda stagione, non la guarderò.


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Utente6010

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
Altra breve recensione di un anime di cui tempo fa ho già recensito il manga.
Al solito, se volete saperne di più, leggetevi anche la recensione che ho fatto del cartaceo. Che, non giriamoci attorno, secondo me è più bello della versione animata.

Trama e storia
Mie è una ragazzina delle medie un po’ stramba che, pur non vedendoci a un palmo dal proprio naso, continua a dimenticarsi gli occhiali. E quando non se li dimentica, li perde. Oppure li rompe. Ok, dai, è poco credibile, ma alla fine l’autrice ci chiede di prendere per buona questa cosa, e personalmente mi sembra molto meglio rispetto a quando mi chiedono di credere agli alieni, ai demoni, alla magia, ai superpoteri, a gente che vola o a viaggi in mondi fantasy post mortem. Quindi, fatevela andare bene e non rompete le scatole su questo aspetto.
Scherzi a parte, la trama è davvero tutta qui: Mie è di nuovo senza gli occhiali, ma il suo compagno di classe Komura (innamorato di lei) la aiuta, la incoraggia e la sostiene in ogni modo possibile. E, visto che lui è terribilmente timido, arrossisce per qualsiasi cosa lei faccia. Ecco... questo invece è il punto che a me fa un po’ storcere il naso, perché al solito l’aspetto dell’eccessiva timidezza frena pesantemente ogni avanzamento di trama, rendendo il tutto un po’ stucchevole e, talvolta, cringe. E qui, a maggior ragione, visto che anche Mie non è che sia esattamente una tipa estroversa, chiassosa e loquace.
Il resto sono una sequenza di situazioni scolastiche, brevi e auto-conclusive, che vedono i due ragazzini come protagonisti, il tutto ammantato in un’atmosfera che spazia dalla commedia romantica allo slice of life. L’intera serie è estremamente episodica e tutte le singole puntate contengono più di una storia. Talvolta addirittura parliamo di sketch da un paio di minuti. Ci sono pochi archi, e sono tutti brevi.
A questo aggiungiamo che la narrazione è molto lenta, e ancor più lento il processo di avvicinamento e crescita dei due protagonisti. Io ve lo dico, non aspettatevi in questa prima stagione di vedere evoluzioni. Anzi, se ammettiamo che possa esserne prodotta una seconda, facendo due conti al volo dei capitoli, potrebbero non bastare altri tredici episodi perché qualcosa cambi. Gli sviluppi sono davvero molto lenti.
Premesso quindi che per lo stile narrativo non è certamente un’opera adatta a tutti, io ho trovato questo anime per nulla sgradevole. Dopo aver visto decine di film in bianco e nero di Kurosawa, Ozu e Mizoguchi (e averli molto apprezzati), vedere un anime lento non mi è assolutamente pesante. Ma immagino che la maggior parte delle persone abbiano gusti diversi dai miei, quindi sappiate che potreste non apprezzare.

Sviluppo dei personaggi
Komura è gentile, molto timido, educato e piuttosto responsabile per la propria età.
Mie è distratta, goffa, un po’ svogliata e non esattamente brillante (e si rivelerà piuttosto timida anche lei).
È una coppia interessante che però, nella maggior parte degli altri manga, sarebbe una bella coppia di comprimari. Il fatto che qui siano invece i protagonisti è sicuramente qualcosa di apprezzabile, ma in tutta onestà non si discosta poi tanto dal solito.
Al netto di questo aspetto in questa prima stagione sostanzialmente non ci sono situazioni che delineano uno sviluppo di alcun tipo, e in buona sostanza in tredici episodi non cambia nulla.

Animazioni e disegni
L’aspetto visivo, soprattutto nel primissimo episodio, ha fatto storcere il naso a molti. Inquadrature sbilenche, abuso di grafica computerizzata, effetti luminosi fin troppo aggressivi... tutto ciò non passa certo inosservato e il primo impatto è piuttosto forte. Di nuovo, una volta fatto l’occhio nella prima puntata, io l’ho trovato piuttosto gradevole, se non altro diverso dal solito, ma a tanti invece ha dato fastidio. Particolarmente piacevole l’animazione dei capelli di Mie, per cui credo sia stato usato metà del budget dell’intera serie...

Comparto sonoro
Niente da segnalare, tutto nella norma. Doppiaggio buono, ma onestamente al giorno d’oggi è raro trovare prodotti scarsi in questi aspetti.

In definitiva
In definitiva, una buona serie per passare un paio di serate in totale relax, con una tisana calda al calduccio sotto al kotatsu. Non richiede particolare attenzione, perché non ci sono trame machiavelliche. Non ci sono evoluzioni che possono scombussolarvi a livello emotivo. Ci sono due personaggi in croce, facili da identificare, e anche i nomi sono facili. Il ritmo è molto blando e il tutto procede su binari estremamente tranquilli. Se non vi si ribaltano gli occhi per le scelte visive, se vi piace un blando romanticismo e se non temete una lentezza narrativa d’altri tempi, potreste apprezzarlo.


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Lav3nd3r_Boy

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5,5
Ecco la serie che ho più amato/odiato della stagione.
Un romance scolastico sorretto esclusivamente dalla simpatia della protagonista femminile Mie, in cui tutto il budget è stato speso per animare la sua folta chioma, rendendola effettivamente molto più affascinante rispetto alla sua controparte cartacea.

Infatti, tutto il resto è assolutamente terribile, tra inquadrature storte per far dire "Hey, che regia particolare!" ed effetti di luce degni dei peggiori filtri Instagram.
Per due terzi della serie assistiamo a dei siparietti imbarazzanti in cui il classico protagonista timidone fa da balia a questa tontolona che, pur essendo ipovedente, continua a dimenticare gli occhiali a casa. Il problema è che le scenette sono davvero poco divertenti: viene persino tirato in ballo il f*tish per i piedini e quello degli occhiali. Per tutto il tempo ho provato imbarazzo per il protagonista e gli autori della serie, manco fossimo in un film di Checco Zalone.
Fortunatamente, nelle puntate finali iniziamo a conoscere meglio i nostri protagonisti e, nonostante le mie resistenze, mi sono affezionato a loro. Purtroppo, il finale di stagione mi ha fatto nuovamente incavolare, in quanto tira fuori dal cilindro un colpo di scena molto poco probabile.

Non so neanch'io se sperare in una seconda stagione o meno, senza dubbio però non mi scorderò dell'imbarazzo provato guardando le vicende di questi due ragazzini.