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Arashi84

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
L'inverno, il freddo, la neve: è normale cercare riparo, conforto e calore mentre i fiocchi bianchi vengono giù dal cielo abbondantemente, è normale cercare il tepore di una sciarpa, di un cappello o di un abbraccio. A volte però, il calore che cerchiamo non sta in qualcosa di fisico, ma in qualcosa di più astratto e invisibile agli occhi.
Mentre Natsume passeggia osservando il paesaggio innevato non può fare a meno di notare un ayakashi dalle fattezze simili a un grosso pupazzo di neve che, con grande affanno, cerca qualcosa che ha perso tra quelle coltri bianche. Il dolce Natsume lo conosciamo ormai bene e com'era ovvio, nonostante l'iniziale riluttanza, decide di aiutare il pupazzone. Ma cos'è che Mokomoko cerca così disperatamente? Non sa nulla di ciò che ha perso, non riesce a ricordare cosa sia quella cosa calda e scintillante che sembra dover rinvenire ad ogni costo.

"Natsume Yuujinchou: Itsuka Yuki no Hi ni" è un episodio speciale che s'inserisce in perfetta armonia con lo stile e la narrazione della serie animata. Niente di nuovo quindi, ma proprio in virtù di della sua stessa natura, esso risulta essere speciale, così come ogni episodio di questa dolcissima storia. Le vicende si svolgono durante freddi giorni d'inverno; mentre Touko-san tira fuori dalla scatola dei ricordi memorie sopite e nostalgie dei tempi passati, Natsume va incontro al suo destino, ancora una volta. Mentre Mokomoko cerca il misterioso tepore perso, Natsume si culla nel dolce e caldo abbraccio della sua famiglia, riscaldandosi con i sorrisi dei suoi genitori e il buonumore di Nyanko-sensei. Come ogni episodio di "Natsume Yuujinchou", anche questo "Itsuka Yuki no Hi ni" dirige l'attenzione dello spettatore verso il mondo dolce e crudele degli ayakashi, creature che spesso, come e più degli umani, sono alla ricerca della loro ragion d'essere, del motivo per cui spendere la propria esistenza. "Gli esseri umani non passano forse tutta la loro vita alla ricerca di qualcosa? Cercano qualcosa e poi se ne dimenticano. Che strani gli esseri umani". Queste sono le parole che Mokomoko rivolge a Natsume, lo "strano umano", dopo che questi gli chiede se non sia assurdo cercare qualcosa che non si sa nemmeno cosa sia. Anche stavolta il mondo umano e quello degli ayakashi si trovano ad essere equiparati, per ribadire nuovamente quanto i due universi siano diversi ma al contempo simili, rimarcando come certi sentimenti siano appannaggio di entrambi i mondi. Mokomoko che appella Natsume come "strano umano", sembra tra l'altro voler capovolgere la comune prospettiva che vede gli ayakashi come esseri "strani" agli occhi degli umani, in un' ottica di continuo confronto.

Come da tradizione, "Natsume Yuujinchou" rinnova nel piccolo di un breve episodio l'amore per la natura, la consapevolezza della bellezza di un paesaggio, di un sorriso, di un ricordo lontano, trasformando tutto ciò in sentimento ed emozione. La narrazione è lenta e gentile, sempre delicata come un piccolo fiocco di neve che scende dal cielo con dolcezza fino a posarsi a terra per formare il grande tappeto bianco che avvolge tutto. Il paesaggio innevato attorno a Natsume non è freddo e asettico, è puro e pulsante di vita. Mokomoko non è un essere gelido, ha un cuore caldo e forte che vuol vivere la vita fino in fondo. Tutto emana tepore e sentimento, anche il piccolo fiore che sboccia tra la neve annunciando l'arrivo della primavera. Le musiche e i disegni sono al solito buon livello, e creano la consueta e perfetta armonia con storia e narrazione.

L'unico difetto di questo special potrebbe essere additato alla poca presenza scenica di Nyanko-sensei che comunque non manca di regalarci uno dei suoi soliti bei momenti goliardici.
"Natsume Yuujinchou: Itsuka Yuki no Hi ni" rimarca con decisione i concetti già noti a chi segue le avventure di Natsume e di Nyanko-sensei: le similitudini tra il mondo umano e quello degli ayakashi, l'importanza dei legami familiari e il confortante tepore che ne scaturisce, ricordandoci che molto spesso, il calore che andiamo cercando è già dentro di noi, o negli occhi e nel sorriso delle persone che ci amano.