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Kida_10

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
"Pale Cocoon" è un corto d'animazione della durata di venti minuti, prodotto nel 2006 e diretto Yasuhiro Yoshiura.

La storia è ambientata in un futuro imprecisato nel quale l'umanità ha abbandonato la superficie della Terra, divenuta invivibile per cause a noi sconosciute, trasferendosi nelle sue profondità. La lontananza dalla superficie ha fatto dimenticare alla popolazione il calore della luce del sole, il colore e la brezza del mare, le sconfinate e vaste pianure, e tutto ciò che caratterizza l'attuale vita dell'umanità. Ura è un impiegato nel reparto di recupero delle memorie, e il suo incarico è quello di decifrare e analizzare dei file riguardanti il mondo di un tempo. A differenza della sua collega Riko, egli è molto entusiasta del proprio lavoro, e lo considera essenziale e interessante.

La trama è semplice e si sviluppa ottimamente. Per tutta la durata del cortometraggio si farà sentire prepotentemente un'atmosfera pesante e densa di mistero. Gli esseri umani non sono più consapevoli della loro condizione, non avendo mai visto il cielo o le stelle vivono rinchiusi in un mondo metallizzato e ultra-tecnologico che li priva di enormi meraviglie, e nonostante loro non possano sapere lo spettacolo che si stanno perdendo, alcuni, come il protagonista, riescono in qualche modo a intuirlo. Il risultato è quello di una realtà angosciante e meccanizzata, incapace di regalare emozioni e che si limita alla sopravvivenza.
"Pale Cocoon" è proprio un messaggio di allerta, un avviso che l'autore ha voluto velatamente inviare mostrando la desolazione che si potrebbe venire a creare in futuro se l'uomo continuerà a non prendere coscienza del pianeta in cui abita e della sua condizione. Una denuncia verso il maltrattamento della Terra, che tutt'oggi viene corrotta e sfruttata oltremisura.

Tecnicamente è stato svolto un ottimo lavoro, soprattutto per quanto riguarda il comparto grafico. Il design dei personaggi è l'unica nota dolente, soprattutto se confrontato a un'ambientazione spettacolare, curata sin nei minimi dettagli. Le animazioni sono fluide, i fondali ben definiti, i giochi di luce di grande impatto. Anche il comparto sonoro si difende bene, proponendo delle ottime OST che enfatizzano la sensazione di angoscia e desolazione onnipresente nei venti minuti di film. Anche il doppiaggio è più che adeguato. Il finale è piuttosto scontato, ma tutto sommato di notevole impatto.

"Pale Cocoon" è indubbiamente un'opera di grande valore, ma che purtroppo risente di una troppo breve durata. Essa presenta ottimamente le tematiche che intende trattare, e gode di un comparto tecnico di alto livello, tuttavia non riesce altrettanto bene nell'intento di coinvolgere lo spettatore sotto il profilo emotivo. Un cortometraggio decisamente interessante e meritevole di visione, consigliato a tutti.


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skywatcher

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
In un remoto futuro gli uomini vivono in strutture artificiali che si inabissano nelle profondità della crosta planetaria, un ambiente grigio e freddo, claustrofobico e distopico, che contrasta fortemente con quello che appare nei pochi colorati frammenti del mondo di un tempo, che vengono recuperati dall'ufficio riesumazione memorie, per il quale lavorano i due protagonisti...
In poco più di venti minuti quest'opera riesce a comunicarci attraverso brevi conversazioni e più lunghi silenzi le sensazioni dei protagonisti: rabbia, tristezza e rassegnazione (da una parte), volontà e speranza (dall'altra). Il recupero di un particolare frammento del passato porterà la vicenda verso un finale con sorpresa, colorato di speranza.
Un'opera fondata su un fortissimo messaggio ambientalista, una netta denuncia contro il degrado ambientale, ma soprattutto contro l'indifferenza con la quale spesso se ne parla.

La realizzazione tecnica è di qualità elevata e una menzione particolare va a come sono state immaginate e rappresentate le interfacce grafiche dei computer, che sono davvero magnifiche.
La parte musicale (capirete a cosa mi riferisco guardando il corto) a mio avviso non è all'altezza del resto, ma si tratta di una piccola pecca.
Insomma, "Pale Cocoon" è un'opera davvero notevole, che merita di essere vista e apprezzata.


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Eoin

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
"Pale Cocoon" è un corto d'animazione giapponese del 2006, diretto Yasuhiro Yoshiura.

La Terra, sconvolta e sfruttata oltre ogni capacità di recupero, è diventata invivibile, costringendo l'umanità a rifugiarsi in profondità nella crosta terrestre per sfuggire all'inquinamento, spingendosi sempre più in basso, lontani dal cielo e dalla luce naturale, abbandonando quel mondo straordinario e vivacemente colorato che un tempo l'aveva accolta e nutrita con affetto materno. Adesso gli uomini sono costretti in una dimensione claustrofobica e opprimente, perennemente soffocati da un'atmosfera buia, oscura, ferocemente contrapposta al biancore abbacinante dell'illuminazione artificiale e dei monitor dei computer. In quest'ambiente lavora Ura, addetto al ripristino dei file contenenti i ricordi delle epoche passate, memorie delle persone che vivevano sulla superficie. Ma cosa ha spinto gli esseri umani di un altro tempo a lasciare delle testimonianze ai loro successori? Ed è davvero importante o utile o piacevole venire a conoscenza di ciò che essi hanno fatto al proprio pianeta, distruggendolo e condannandolo?
Qui nasce il conflitto tra Ura, affascinato dalla superficie, dalla sua gamma vastissima di colori diversi, dalla natura ormai scomparsa, da tutte quelle immagini che colleziona avidamente dopo averle ripristinate, e Riko, una sua collega, che invece non riesce a sopportare il peso della storia, della consapevolezza che i loro antenati abbiano ridotto la Terra a una landa sterile e spoglia, da cui, però, alcuni abitanti non sono riusciti a separarsi, troppo legati a quel bozzolo azzurrino da cui è nata la vita.
Dunque, oltre alla durissima critica ambientalista, emerge anche la questione più intima e personale del rapporto con il passato: c'è chi vi si approccia con passione, nonostante le sconvolgenti scoperte, e chi realizza che portare alla luce i trascorsi autodistruttivi dell'umanità possano solo provocare ulteriore tristezza, sofferenza e abbattimento. A dimostrazione di tutto ciò, c'è la desolazione dell'Ufficio Riesumazione Memorie, un tempo affollato da tecnici e dipendenti entusiasti, ora deserto, mentre gli impiegati degli altri dipartimenti sono visibili alla fine del turno di lavoro mentre si trascinano apatici e alienati lungo stretti corridoi.

Si configura così un'opera che vive di opposti: l'intraprendente curiosità di Ura e lo sconforto disperato di Riko, l'esplosione cromatica e l'amenità dei luoghi immortalati nelle foto restaurate dal protagonista e la cupa e fredda artificialità della postazione di quest'ultimo, oltre che di tutto il mondo in cui l'umanità è ormai costretta a condurre la propria esistenza, in cui impera spietata la scala di grigi.
Si tratta di un'opera di una bellezza e di una delicatezza poetiche e quasi sconcertanti: la regia è impeccabile e si sofferma spesso sui primi piani dei visi dei due protagonisti, ricorre a visuali in prima persona e a inquadrature che esplorano le asettiche strutture in cui lavorano e si muovono Ura e Riko; le animazioni sono semplici ma fluide; i dialoghi sono brevi e incisivi, ma, allo stesso tempo, spenti, come se le parole fossero pronunciate sottovoce, quasi controvoglia. Solo avvicinandosi alla conclusione, si può assistere a uno sfogo di emotività da parte della coprotagonista. La colonna sonora gode di brani emozionanti e poco invadenti, che accompagnano lo sviluppo della trama, senza sovrastarlo. A spiccare è indubbiamente quello finale, quel "Aoi Tamago" (letteralmente "uovo blu") perno centrale di tutta la vicenda.
A colpire, più delle musiche, sono però i silenzi, interrotti unicamente dal rumore di passi sulle superfici metalliche e dallo sfrigolio delle lampade, i quali rafforzano l'impressione di una dimensione temporale sospesa e indefinita.
Graficamente, i personaggi non brillano per avvenenza, per segni peculiari o per attenzione ai dettagli: sono volutamente anonimi, quasi banali. A raccontare ciò che sono, le loro emozioni e i loro pensieri sono le loro parole, ciò che fanno, le cose su cui posano lo sguardo. Nonostante il pochissimo spazio a disposizione e le brevi interazioni reciproche, I due personaggi principali risultano quindi incredibilmente umani e completi.
Le ambientazioni, al contrario, sono estremamente particolareggiate e curate, annegate in un'onnipresente tecnologia e realizzate con un'abbondante CG.

Al termine di "Pale Cocoon", tra il senso di sconfitta, il pessimismo e il finalismo facilmente percepibili, si affacciano anche la presa di coscienza collettiva, la consapevolezza dell'importanza delle memorie, indispensabili per evitare di commettere gli stessi errori di coloro che ci hanno preceduti, ma soprattutto la speranza per un futuro più felice, per un ritorno all'amata Terra, quando essa sarà pronta a ri-ospitare la vita, quando non sarà più "arrugginita", ma nuovamente di uno splendido blu.


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giacgiac

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
<b>Attenzione: la recensione può contenere spoiler</b>

"Pale Cocoon" è un'opera OAV del 2006, composta da un episodio della durata di ventitré minuti, scritta e diretta da Yasuhiro Yoshiura, futuro autore di "Time of EVE" e "Patema Inverted"; l'anime incarna perfettamente la mia idea di 'opera breve', ossia densa di significato, con un messaggio ben chiaro, pochi personaggi principali e una colonna sonora che coinvolga e si integri alla perfezione con ciò che si guarda. E "Pale Cocoon" lo fa alla perfezione: l'inizio del racconto è ambientato in una sorta di studio, un grande computer e più schermi dominano la scena mentre Ura, il protagonista, è intento a decifrare un file misterioso da un archivio. Man mano che la storia procede ci rendiamo conto che le ricerche di Ura riguardano un pianeta Terra ormai lontano, desolato, tinto di ruggine, devastato dalla crescita inarrestabile dell'uomo; i sopravvissuti si sono rifugiati in un mondo sotterraneo continuamente monitorato, sono assoggettati alle stesse macchine che hanno distrutto la loro precedente casa. E questa condizione, questa crescente consapevolezza che si insinua nelle menti e nei cuori di coloro che lavorano al recupero dei file, questa consapevolezza che più si conosce e più si vorrebbe dimenticare gli sbagli che l'uomo ha commesso, porta sempre più persone a interrompere la ricerca e rimanere nell'oblio.

L'opera vuole essere una protesta contro la crescente globalizzazione e conseguente rovina del patrimonio naturale di cui il nostro pianeta è dotato, descrivendo un mondo futuristico, un mondo in cui non si ha memoria dei libri, un mondo meccanico e mesto; tristezza è infatti quello ci viene trasmesso, una malinconia divagante che esplode tra le dolci note della colonna sonora, il video misterioso ora decriptato, in un climax ammaliante di meraviglia; il bozzolo pallido che avvolgeva Ura si dischiude con la sua rapida salita in superficie, dalla quale vede la Terra stagliarsi sull'orizzonte, non più ruggine, ma blu; e la speranza divampa in sguardo colmo di stupefazione: "Questo è il 'cielo'... - allunga la mano, come per toccarlo - ...blu." - sussurra.


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Panda79

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
"Pale Cocoon" è un OVA del 2006 realizzato da Yoshiura Yasuhiro, con il quale salì alla ribalta vista la qualità del prodotto. Effettivamente stiamo parlando di una breve (23 minuti circa) opera d'arte. E' una forte critica a ciò che il progresso e lo sconsiderato sviluppo tecnologico stanno causando al nostro pianeta e di conseguenza alla natura. Detto così potrebbe sembrare il solito filmato di protesta, che a volte potrebbe anche risultare eccessivamente scontato. Invece, sta proprio qui la forza di Pale Cocoon, nell'estrema originalità della sceneggiatura e nel perfetto sviluppo di essa. In soli 23 minuti Yasuhiro riesce a rendere ciò che si proverebbe nel vivere, per tutta la durata della propria esistenza, in un immenso bunker senza poter mai vedere la luce del sole o i vivi colori della natura. Per poi esplodere in un finale a dir poco inaspettato. Questo OVA è la critica più forte che sia mai stata fatta all'umanità per mezzo di un anime, immaginando ciò che potrebbe accadere in un futuro molto lontano.

Tecnicamente presenta un'ottima qualità, considerando che Yasuhiro ha fatto tutto da solo. Ha un buon character design e l'ambientazione rende molto l'angoscia e la pesantezza di una vita passata sotto terra. A livello registico ho apprezzato molto i movimenti di camera.
In conclusione, "Pale Cocoon" è un OVA da vedere assolutamente. Tanti altri anime sono stati portati in Italia spacciati per capolavori, quando erano semplicemente dei buoni prodotti. Questo qui, invece, ancora non è arrivato da noi e non riesco a farmene una ragione.
Merita un bel 10


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daich

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Sperimentazione: questa era una delle caratteristiche principali dell'animazione Giapponese fino a qualche anno fa. Ora, causa anche la crisi economica mondiale, sono sempre meno gli anime sperimentali, e sempre di più quelli puramente commerciali.
Yasuhiro Yoshiura è un autore di cortometraggi, (seguite i corti, spesso sono migliori delle serie), un'indipendente che se ne frega di fare merchandising e realizza perle come questa: "Pale Cocoon" è un corto di fantascienza che narra di una Terra distrutta e resa inabitabile dall'inquinamento. Un gruppo di scienziati archivisti recupera e analizza i files audio/video lasciati dalle precedenti generazioni per capire gli eventi.
Yoshiura riempie lo spazio di eterni silenzi e di lunghissime soggettive che, unite ad una C.G. ben calibrata, danno la sensazione di un'esperienza onirica in un punto di vista spiazzante. Difficile dire quale sia il messaggio di "Pale Cocoon", in realtà i messaggi sono molteplici, ma uno sembra più evidente:" la memoria sopravvive anche senza gli uomini".


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Zenzero

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Opera davvero particolare, questo "Pale Cocoon", e aggiungerei anche difficile da digerire.
L'ambientazione è molto futuristica, davvero tanto, infatti i nostri protagonisti vivono sulla Luna, dato che la Terra è diventata invivibile. Nonostante ciò, c'è chi non si rassegna a quella triste vita e continua a cercare foto, video e qualsiasi cosa rimandi alla precedente vita terrestre. Infatti ormai cielo, mare, prati e altre bellissime cose sono solamente cose astratte che si possono vedere in foto (elettroniche) che vengono restaurate e archiviate.
Questo fa solamente da contorno al vero nocciolo dell'opera, che si potrebbe riassumere nel concetto del preservare la Terra.
I minuti passano più lenti del normale, già dal principio sapevo che vedere quest'anime non sarebbe stato come vedere "Arma Letale", ma non se ne risente più di tanto. I dialoghi a mio avviso non sono il massimo, ci sono troppi silenzi e quando finalmente si inizia a parlare i discorsi sono troppo brevi. I disegni non mi sono piaciuti, non sono brutti, eh, ma dandogli un voto mi limiterei a un 6-, quasi sufficienti.
La malinconia, il senso di vuoto e smarrimento la fanno da padroni, com'è giusto che sia, dato il genere - io non userei la parola "commedia", che non si addice per niente all'anime.
In definitiva "Pale Cocoon" non è male, anzi ci porta (se ancora c'è qualcuno che non lo fa di suo) a riflettere sulla direzione in cui stiamo andando, non di certo per noi, ma per le generazioni future. Non è di sicuro un capolavoro, ma nemmeno un qualcosa di trascurabile, soprattutto vista la sua lunghezza, che dovrebbe appunto essere da stimolo per la visione.


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micheles

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
È un autore da tenere d'occhio, Yasuhiro Yoshiura. L'avevo visto all'opera con "Aquatic Language", e ho capito subito che andava seguito. Così ho recuperato "Pale Cocoon", il quale ha ampiamente confermato le mie aspettative. In questi tempi di tristezza e pessimismo, Yoshiura si rifà alla fantascienza dell'Età dell'Oro e diventa originale nel suo essere antiquato. Per chi non lo sapesse, quando si parla di Età dell'Oro ci si riferisce alla fantascienza americana degli anni Trenta e Quaranta, quella pubblicata su riviste come Astounding, che prediligevano racconti brillanti, filosofici, tutti basati su un'idea che spesso e volentieri si realizzava attraverso un finale a sorpresa. Così è per i corti di Yoshiura: sia "Aquatic Language" sia "Pale Cocoon" vivono in funzione del finale, che contiene il messaggio dell'opera. In entrambe le opere scopriamo che le cose non sono come appaiono; in entrambe le opere traspare l'amore per la parola, per il libro, per la storia, che sono letteralmente portatrici di salvezza.

Si noti che siccome Yoshiura è un autore contemporaneo si rifà graficamente alle mode dei nostri anni: i colori delle sue opere sembrano usciti da un film di Oshii o da "Ergo Proxy". Il bianco, il nero, il grigio la fanno fa padrone e le atmosfere sono quelle di un cyberpunk di maniera: ma si tratta solo di apparenza. In realtà Yoshiura non è un autore pessimista, non è un autore cerebrale, è invece un autore sentimentale. Questa definizione è da intendere in senso positivo: si tratta di un autore interessato ai sentimenti e all'umanità dei personaggi, perfino quando questi sono dei robot. È tutto l'opposto della filosofia cyberpunk che ci parla di alienazione e di personaggi disumanizzati: Yoshiura ci dice invece che perfino nelle peggiori circostanze gli uomini in fondo sono uomini. L'altro messaggio è che a volte le cose appaiono più nere di quanto non siano.

Tecnicamente sia "Aquatic Language" sia Pale Cocoon sono realizzati benissimo, specialmente se si pensa che l'autore li ha prodotti praticamente da solo in maniera artigianale, alla Makoto Shinkai. Shinkai però è un autore che non mi interessa particolarmente: tutti i lavori di Shinkai trattano di personaggi depressi perché abbandonati dalla persona amata, cambiasse tema una volta tanto; mentre Yoshiura meriterebbe di essere più conosciuto. Si tratta di un autore che raccomando a tutti e a cui auguro tutte le fortune per il futuro.

Rieper

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
"Pale Cocoon" è la dimostrazione di come sia possibile creare un piccolo capolavoro senza scaturire in una serie di episodi, ma anzi relegandosi a un semplice OAV sperimentale.

In un lontano futuro la Terra non è che un ammasso rugginoso e del tutto inabitabile a causa dell'uomo e della sua infantile e irrazionale sete di conquista e di progresso. Progresso: questa parola dovrebbe acquisire un significato ben diverso da come lo intendiamo solitamente, poiché presto o tardi potrebbe tramutarsi nella causa principale dell'estinzione umana, e non solo, sulla Terra.
L'umanità, o quel che ne rimane, è costretta a vivere in una struttura costruita come una sorta di ultima spiaggia che tuttavia ha più l'aspetto di un'enorme prigione costituita da tubature, ascensori e tralicci testimoni di una tecnologia forse un tempo avanzata, ma ora a malapena funzionale. Per non dimenticare e per lasciare una traccia di ciò che una volta era l'umanità, alcune persone si dedicano a un lavoro che a prima vista potrebbe risultare inutile e malinconico, ma che cela un grande significato, specie nei confronti dello spettatore, ovvero ricercatori di eventi passati immortalati su pellicola, su video o registri audio.

Il significato di tutto ciò va ricercato nell'ormai vana speranza dell'essere umano di tornare un giorno su quel pianeta una volta blu e rigoglioso. L'essere umano non impara mai dai propri errori, tende anzi a ripeterli, a volte anche inconsciamente, fino a quando, per cause di forza maggiore, la realtà non gli viene sbattuta in faccia. "Pale Cocoon" è un messaggio rivolto a tutti noi, un'avvisaglia di ciò che potrebbe accadere se non ci impegniamo a rendere il mondo un posto migliore, rispettando i nostri simili e il luogo in cui viviamo, la Terra.
Tecnicamente troviamo disegni uniti a una grafica computerizzata perfettamente in sintonia gli uni con l'altra, e capaci insieme di regalarci una splendida e realistica riproduzione di un'umanità oramai in declino imprigionata dai suoi stessi errori. Anche gli effetti audio rendono bene, anche se a volte i momenti di silenzio sembrano dare maggiore tonalità alle situazioni.

Al giorno d'oggi i vari mezzi di comunicazione ci imbottiscono la testa di falsi perbenismi e di consigli sul rispetto dell'ambiente tramite risparmio energetico e rifiuti indifferenziati. In realtà l'uomo, se abbastanza maturo da capirlo da solo, dovrebbe fare, se non il possibile, almeno lo stretto necessario alla sopravvivenza sua e dei suoi simili tramite piccoli accorgimenti. Invece di infantili e ridicoli slogan pubblicitari, perché non trasmettere questo corto? Di certo risulterebbe infinitamente più utile dell'immondizia che gira da qualche anno per la televisione, e magari potrebbe fare ragionare qualche menefreghista.


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M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Il giovane Yasuhiro Yoshiura rinnova il proprio talento di regista e sceneggiatore con questa vera e propria gemma: <i>Pale Cocoon</i> (<i>Aoi Tamago</i>, "Bozzolo Pallido", il titolo originale). Particolarmente a suo agio nell'ambito dei cortometraggi, come aveva dimostrato nel 2002, grazie al suo primo lavoro, <i>Aquatic Language</i>, Yoshiura riprova quattro anni dopo a realizzare qualcosa di speciale, che corrisponde appunto a questo OAV della durata di circa venti minuti o poco più: e dire che gli bastano a lasciare il segno.

<i>Pale Cocoon</i> è la prova trionfante della capacità di poter creare ancora piccole grandi opere d'animazione, in un immaginario, in questo caso quello cyberpunk/sci-fi, ormai gremito, che sembrerebbe lasciare sempre meno spazio al coraggio e all'inventiva. Dato il soggetto di quest'opera in particolare, si potrebbe scorrettamente denunciarne l'impersonalità, vista la materia presa in esame: in primo piano vi è un'umanità in declino, avviata da tempo a fare i conti con le irresponsabilità delle passate generazioni, costretta a sopravvivere nel sottosuolo, a non poter mai più contemplare le stelle; in <i>Pale Cocoon</i> tuttavia, la paura e la rassegnazione frenano con forza le aspirazioni di una nuova generazione che è ormai stanca di ricordare il passato. C'è chi tenterebbe di ricostruirlo, per mezzo di archivi, auspicando in un futuro migliore che possa perfino garantire il ripristino di un mondo identico a quello ormai perduto, ma c'è chi invece vorrebbe che tutto resti com'è e che svanisca serenamente con l'opera del tempo e non dell'uomo. Ura e Riko sono i portavoce di due prospettive opposte condivise nello stesso squarcio di presente, e non solo. Entrambi all'oscuro di una verità ancor più ardua da tollerare.

La regia, attentissima alla percezione spaziale di ambienti del tutto artificiali e alla psicologia dei protagonisti, garantisce l'immedesimazione dello spettatore, avvolgendolo in un'atmosfera senza pari e sollecitandolo alla riflessione senza mai accusare un tono moralizzatorio, riservando poi al finale, particolarmente suggestivo, una struggente e malinconica quanto inaspettata evidenza.

A mio parere <i>Pale Cocoon</i> è in sostanza perfetto, come lo è il fenomenale comparto tecnico che dal primo istante lascia senza parole. Ha solo la sfortuna di durare troppo poco, come tutte le belle esperienze, e da qui di ritagliarsi uno spazio veramente considerevole affianco ai grandi nomi dell'animazione sci-fi. Che sia per Yoshiura il momento di incantarci con un lungometraggio?


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npepataecozz

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>

"Però... guardando il cielo... si vede una Terra color ruggine": è questa la frase che dice Yoko nel video restaurato al computer. In più quando Ura, non riuscendo a resistere alla tentazione, decide di andare a vedere il cielo, ciò che vede è il nascere del sole dietro un pianeta inequivocabilmente blu (lo dice anche lui). Ritengo questa precisazione indispensabile perché tra le recensioni fatte mi pare che nessuno si sia accorto che la storia non si svolge sulla Terra, bensì sulla Luna. Se questo non bastasse facciamo luce su altri punti.

Un pianeta con enormi problemi legati all'ecologia avrebbe necessariamente bisogno di un "sistema di mantenimento ambientale" e ciò forse inganna lo spettatore; tuttavia ce ne sarebbe ancor più bisogno sulla Luna, dove le condizioni per la sopravvivenza dell'uomo non esistono affatto.
A un certo punto vien detto che questa sovrastruttura è stata creata sul mare: ma non si intendevano le enormi distese d'acqua come noi le conosciamo ma, più semplicemente, del "Mare della Tranquillità", ossia quella zona lunare resa celebre dal primo atterraggio dell'uomo sul nostro satellite. È la zona dell'Apollo 11 con Armstrong e compagnia. Ciò si desume sempre dal video di Yoko che dice di trovarsi appunto lì, accanto all'astroporto.

Tornando all'anime l'ho trovato, nonostante la sua breve durata, molto ricco di significati. Il tema ambientalista è molto ricorrente nei racconti di fantascienza: quando ci si domanda cosa possa portare alla fine della nostra specie la risposta in genere è sempre "l'uomo stesso", seguito poi da esseri alieni cattivi quanto lui o con problemi di sopravvivenza simili. Solo ogni tanto casca qualche meteorite. Qui però non c'è l'estinzione della razza umana che, in qualche modo, riesce a salvarsi dalla sua stupidità autodistruttiva. Ma l'immagine che si dà è quello di una civiltà che, nonostante i grandi progressi tecnologici, è in evidente declino. In ogni fotogramma si avverte un fortissimo senso di solitudine frutto del rimpianto per ciò che fu e dei rimorsi per le azioni commesse. Anche il sito in cui l'uomo riesce a proseguire la sua esistenza non è un fantastico e lontanissimo pianeta dell'universo ma ciò che più realisticamente è più a portata di mano. Più che alla ricerca di un nuovo posto dove vivere l'uomo resta endemicamente legato alla Terra senza nutrir alcun desiderio di andare più lontano ma affannandosi (fino a quando i ricordi non diventano dolorosi) a cercare il suo passato.
L'ultima scena è l'ultima beffa: la Terra, senza l'uomo, ha perso il suo color ruggine e ha riacquistato il suo naturale colore blu. È un altro tema ricorrente della fantascienza: senza l'uomo la Terra guarirebbe dai suoi mali.

In conclusione, non senza elogiare il comparto grafico di altissimo spessore, passiamo alla valutazione. Il mio giudizio, se non s'era capito, è indubbiamente positivo: questo Pale Cocoon m'è piaciuto davvero moltissimo. Devo però constatare che un prodotto di venti minuti come questo è certamente in grado di trasmettere qualche emozione ma è troppo breve per essere considerato un vero capolavoro (e sarebbe potuto esserlo benissimo). Mi sento, comunque di consigliarlo a tutti, vale davvero la pena dargli un occhiata.


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Pan Daemonium

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Piccolo corto da vedere.
Il tema non è approfondito, ma accennato. La barbarie della guerra, probabilmente, ha portato il mondo allo sfacelo. Distruzione, odio, inquinamento, disinteresse ambientale, han sterminato gli umani, che han dovuto rifugiarsi in bunker sotterranei. Qui, dopo esser passati anni ed anni in una sorta di apatia generale, dato l'ambiente metallico, sterile ed incolore, uno degli addetti al recupero di informazioni sul "passato", comprese foto, video et similia, decide di voler riprovare a rivivere il passato.
Se i suoi consimili sono abituati a quel mondo grigio fatto di ferro, lui invece, ammaliato dai colori dei monti, dell'erba e del mondo passato, sente tutto il disgusto per la sorte presente e tutto l'amore per il passato.
Denuncia sociale. Guardatelo.


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Darkon

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Pale Cocoon è ambientato in un lontano futuro, in cui la Terra è stata sconvolta da un’immane disastro che l’ha inquinata irrimediabilmente, costringendo l’umanità a vivere in complessi meccanici situati sottoterra, senza più poter rivedere il cielo. In questo contesto si snodano le vicende che vedono protagonisti Ura e Riko.
Ura è uno dei cosiddetti “Archeologi”, una di quelle persone che si impegnano per elaborare tutti i dati disponibili sul passato della Terra, al fine di poter riuscire a capire cosa ha reso la Terra inabitabile.
Questa sua attività ha provocato in lui un sentimento di rimpianto verso tutto ciò che è stato perduto; inoltre, non smette di sperare che un giorno riusciranno a ritornare in superficie.
Riko, invece, è come Ura un’Archeologa, ma ha un punto di vista nettamente diverso dal suo: sconvolta dalla prematura perdita di sua nonna, si è rassegnata a vivere per sempre nell’oscurità che l’umanità si è creata.

Parlando, invece, del comparto tecnico, siamo su alti livelli. La grafica si sposa perfettamente con l’atmosfera dell’opera, grazie alle inquadrature spesso storte o sfumate, e sempre usate con grande maestria, ma, soprattutto, agli ottimi giochi di luce: sembra quasi, infatti, che personaggi e ambienti vengano “modellati” da essi, e le luci proiettate dai neon, a volte anche di colori abbastanza vivaci, contrastano perfettamente con il grigio-marrone di pareti e strutture, dando un tocco di noia e disperazione in più all’ambientazione, dove gli uomini, dopo aver perso il loro pianeta, vivono le loro vite senza più allegria e “colori”.
Per quanto riguarda il sonoro, invece... beh, non so se parlare proprio di vero sonoro, poiché esso è costituito, per lo più, da effetti ambientali: il rumore dei computer, il clangore delle macchine, le voci sommesse di una folla... Il che, naturalmente, esalta ancora di più gli stati d’animo che Pale Cocoon vuole trasmetterci, dando ancora di più l’impressione di una società “grigia e vuota”.
Ottimi i dialoghi, sempre recitati con grande sentimento e pathos.

Il messaggio principale, ovviamente, è ben chiaro: l’opera vuole denunciare lo sfruttamento ambientale e l’inquinamento con cui l’uomo, alla fine, si scaverà la sua stessa tomba, almeno secondo me.
Esistono, però, diversi messaggi “secondari” che si possono trovare qua e là nell’anime; il bello di queste parti è che hanno diverse chiavi di lettura, e si possono vedere in un modo o nell’altro: ciò è legato fortemente al fatto che Pale Cocoon parla il meno possibile del suo mondo, e quindi lo spettatore può immaginare da sé ciò che non viene descritto.
Prendiamo ad esempio il finale: personalmente, vi ho visto una denuncia al menefreghismo dell’umanità, ma ad altri occhi potrebbe apparire anche come un messaggio di speranza.
L’opera, dunque, non sarà probabilmente vista con gli stessi occhi da due persone diverse.

Insomma, veniamo al dunque: Pale Cocoon è un esperienza rara, se non unica, adatta a non tutti i palati, ma indubbiamente coinvolgente ed ottimamente realizzata.
Benché i temi di cui tratti siano stati ripresi altre volte, ed anche al di fuori dell’ambito “anime”, quest’opera riesce a descriverli come nessun’altra ha mai fatto, emozionando davvero lo spettatore, commuovendolo e mantenendolo sempre su quel senso di incertezza e inquietudine su cui verte l’intero spettacolo.
Forse è il migliore cortometraggio che abbia mai visto.
Se ne avete occasione, vi consiglio di guardarlo: dopotutto, chiede veramente pochi minuti del vostro tempo.

Utente5795

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Utente5795

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Di questi tempi, quando la tanto chiacchierata crisi globale sembra imperversare anche nel mondo dell'animazione giapponese, quando ormai si fa davvero fatica a produrre cartoni memorabili, vuoi per mancanza di idee interessanti, o per approdare su lidi commerciali e adatti al guadagno facile, o per inadeguatezza dei mezzi di produzione, credo abbiamo davvero bisogno di titoli come "Pale Cocoon" (Bozzolo pallido). In soli venti minuti questo splendido OAV ci dimostra come sia ancora possibile realizzare un prodotto maturo e intelligente, sicuramente debitore dei fasti delle grandi serie del passato, ma splendente di luce propria.

"Pale Cocoon" è un anime cyberpunk, allo stato puro: fulcro di tutta la vicenda è l'introspezione dell'uomo che si sente estraneo al mondo iper-tecnologico in cui si trova. In questo caso c'è anche un certo ambientalismo, che però non monopolizza l'episodio, ben più spostato verso il tema della memoria, analizzato partendo dal presupposto che gli uomini sentono il dovere di conservare i loro ricordi e le loro conoscenze in archivi. Nel buio e angusto futuro in cui si muove il protagonista Ura, è solo grazie agli archivi informatici se si conosce qualcosa del vecchio mondo, quello distrutto dall'irresponsabilità degli uomini, che hanno dovuto rifugiarsi sulla luna e vivere nel sottosuolo. Ma è possibile ricongiungersi a quel mondo di ricordi? Ura può fuggire dall'opprimente realtà cibernetica, alla distopia mentale in cui è costretto a vivere? A far da contraltare c'è Riko, una ragazza che ormai si è rassegnata a rimanere nella realtà del sottosuolo, traumatizzata dalla scomparsa della nonna...

Grande cura viene riservata alla regia, sempre studiata e coerente: si assiste ora a inquadrature lente e atmosfere dilatate, molto simili a quelle del maestro Mamoru Oshii, ora a scene in cui la telecamera trema e segue la visuale del personaggio, in perfetto stile sparatutto, e anche a qualche piccolo cenno di azione hi-tec. Parlando invece di disegni e musica, essi si completano l'uno con l'altro nel definire l'ambientazione e le vicende: da un lato la minuziosa computer grafica, che riproduce con fedeltà l'opulenza del mondo artificiale, e la colonna sonora che ne sottolinea invece la desolazione, il vuoto, a parte nel finale, dove sembra trasparire una speranza per il genere umano.

Se si conta il fatto che "Pale Cocoon" è una produzione indipendente, non posso che essere ancora più entusiasta del lavoro svolto dallo staff di realizzazione, che ha saputo realizzare con professionalità un prodotto assolutamente conciso e completo (seppur nella sua brevità), assolutamente da tramandare ai posteri. Sperando che essi non siano costretti a guardarlo in un archivio cibernetico sotterraneo...


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Franzelion

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Pale Cocoon è un corto della durata di circa un normale episodio ambientato in un ipotetico futuro dove la popolazione per sopravvivere è costretta a vivere sotto terra (mi ha ricordato un po' la trama di base di Gurren-Lagann), dove domina la tecnologia e quasi tutte le informazioni sono conservate sotto forma di file virtuali.
La storia è incentrata su un ragazzo che rimpiange il felice passato - almeno dal punto di vista ambientale/materiale - dove regnava ancora la vita e la natura in superficie ed erano i libri la principale fonte di informazioni scritte, al contrario del mondo odierno dov'è praticamente tutto digitale, con macchinari e computer avanzatissimi.
E' intorno a questo che ruota la tematica del corto, a quei giorni dimenticati da tutti, che fanno rimpiangere il triste presente nel quale si è sviluppato il mondo, il cui motivo non viene però esplicitato.

La regia, i disegni e i colori sono perfettamente adatti al contesto: disegni lugubri e a volte sfocati, colori scuri e spesso sbiaditi che rendo eccezionale l'atmosfera, la regia è sfuggente e sperimentale.
Il ruolo migliore è però a mio avviso rappresentato dalle musiche: la colonna sonora è elemento portante di questi 20 minuti e accompagna la maggior parte del tempo, ma la vera perla è quella canzone, leggera, sensibile, toccante e melodica, in una parola perfetta (cerco di reperirla online il prima possibile).
Pale Cocoon è senza dubbio un ottimo corto, coerente con se stesso e dalle idee chiare, e fa riflettere sul nostro presente, su cosa è bello e su cosa non lo è, su quello che dovremmo mantenere e preservare, sull'accettazione del nostro mondo così com'è, insomma su molte cose, a libera interpretazione dello spettatore.
Concedetegli 22 minuti del vostro tempo, se lo merita.


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HaL9000

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Pale Cocoon narra di un futuro apparentemente lontanissimo, in cui una sorta di agenzia governativa è completamente dedita a raccogliere informazioni sul mondo com'era nel passato. E' chiaro che il presente dell'anime è un presente claustrofobico, in cui le persone vivono all'interno di una presunta immensa struttura, che più nulla ha a che fare con il pianeta Terra così come lo intendiamo e lo vediamo ora.
Le persone che lavorano in questo ente sono a tutti gli effetti degli archeologi, nel senso che si dedicano allo studio del passato. Solo che i loro reperti non sono cocci o frammenti di manufatti del passato, né strutture architettoniche. Poiché del passato nulla sembra rimasto, i loro reperti (catalogati, analizzati, studiati ed infine archiviati) sono frammenti digitali. Non cercati sotto terra, ma ricercati in un mondo virtuale e tecnologico.

Non è dato di sapere che cosa sia accaduto al mondo, e nemmeno cosa esista, ammesso che ancora ci sia qualcosa, al di fuori di quella fredda struttura metallica in cui vivono i personaggi dell'anime.
Non a caso il titolo dell'opera è “Bozzolo Pallido”, come a rimarcare la succedaneità ed artificiosità del loro ambiente rispetto alla calda e vitale Madre Terra.
Si sa solo che questi “archeologi” tramite pochi bit di immagini, fotografie ed altro ancora, cercano di ricostruire una idea, una scena di come doveva essere il passato.
Si capisce anche che, oramai, il numero di persone che lavoravano a questo progetto, si è drasticamente ridotto, fino a contarsi sulle dita di una mano. Ormai il passato non importa più, ciò che conta è solo il presente, per quanto faccia schifo. La manodopera è stata spostata verso altre attività, più remunerative o interessanti.

Il protagonista, uno degli ultimi rimasti, sembra credere ancora in quello che fa, ma più che per senso del dovere, sembra spinto da una sincera e personale voglia di conoscenza. Solo per sé stesso lavora nel suo cubicolo, non per gli altri. Talvolta, si stende ai piedi di uno smisurato silos, a fissare verso l'alto; forse là in cima c'è un passaggio, ed oltre una sorta di “altrove” alla realtà in cui vive, o forse no.
Ottima la realizzazione tecnica. Colori tenui e freddi che rimarcano la condizione di questa perduta umanità.


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Aki

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Ogni volta che provo a mettere insieme un pensiero accettabile, fallisco miseramente. Per cui, con questa recensione, mi limiterò a dire quello che sento senza troppi giri di parole edulcorate.

Pale Cocoon è stata per me una rivelazione. Catturata immediatamente dall'atmosfera del corto, un'atmosfera in cui suoni cybernetici o artificiali eccheggiano nel surreale silenzio in cui l'anime è immerso, non ho potuto fare a meno di rivederlo altre 4 volte.
Ben chiara in questo corto la ricerca di una realtà che purtroppo è stata perduta e a cui Ura tenta di aggrapparsi con file audio/video, ultima testimonianza del mondo blu che fu. Bellissimo il finale, colmo di quella speranza che sembra assente per tutta la durata dell'opera.

Aoi.
E la Terra guarì.

Alexander

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Alexander

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Un cortometraggio di 20 min. che tratta di un tema non certo nuovo (la distruzione ambientale), ma nel modo forse migliore che si possa fare (e purtroppo, molto più realistico di quanto si immagini); ho trovato ad esempio molto significativo il fatto che gli "archeologi" se ne vadano dal proprio lavoro perchè ritengono tutto il materiale trovato come semplice frutto dell'immaginazione.
Mi ha purtroppo spiazzato la brevità (anche perchè non sapevo che durasse così poco, pensavo fosse un film vero e proprio), avrei gradito che fosse durato un po' più a lungo.


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Achille

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Splendido. Come dire tutto quello che c’è da dire e nel modo in cui va detto, in venti minuti di profondità riflessiva e concettuale. In un’ambientazione claustrofobica ipertecnologica uscita direttamente da Blame! davvero suggestiva (meravigliose le interfacce grafiche dei computer), della gente che lavora per dei dipartimenti di ricerca reperisce e restaura file per ricreare il passato della Terra ormai interamente ricoperta da strati multilivello di strutture artificiali illuminate da neon acidi e tinte di colori opachi. Così andremo con Huro a ricreare un mondo con i pochi frammenti che ne restano come testimonianza, e se ci chiederanno che senso abbia, noi continueremo a cercare perché senza conoscenza è perso anche il senso. In questo corto c’è una nebulizzazione di tutto, dalla riflessione sulla memoria e gli archivi di dati, all’alienazione dell’uomo che porta alla sua completa indifferenza, fino alla denuncia ambientale e dei sistemi di controllo; tutti toccati con pochi accenni o flash, ma mai banali e di un’immediatezza intensa. Il tutto in una atmosfera light cyberpunk azzeccatissima ed estraniante, che ci trasporta sottovoce in un mondo davvero pesante e opprimente, che come sempre è solo un’impalcatura di menzogne, che sarà infranta in un finale bellissimo e di una delicatezza estrema (oserei dire circonfuso di bianco aereo – vedrete, vedrete…). Come dire?… forse i grandi produttori dovrebbero darsi un’occhiata in giro – e non guardare solo il portafogli – e magari sovvenzionare invece di baggianate pop-commerciali la gente in gamba che davvero se lo merita, che ha le idee e i pensieri e un modo originale e profondo di comunicarli.

joseph1111

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joseph1111

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
In sostanza un corto. Si trattano temi ambientali e di degrado naturale in un futuro lontano e supertecnologico. Sebbene limitato dall'esigua lunghezza riesce a creare un'atmosfera molto particolare. Una pecca? Magari ,sempre per quanto riguarda i miei personalissimi gusti, avrei preferito un uso minore della ComputerGrafica, anche se capisco che per molti potrebbere apprezzare. Il problema è che spesso la CG risente del passare degli anni: vediamo se tra un lustro saremo ancora così abbagliati.

Big

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Big

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
L'anime è ambientato nel futuro, un luogo completamente meccanico nel quale ci sono dei centri di ricerca nei quali vengono conservati e analizzati i frammenti del mondo passato...
Nonostante la durata sia estremente corta (una ventina di minuti) è un anime che è riuscito a trasportarmi, la realizzazione tecnica è eccezionale! Guardatelo! ^^