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Otaku moderato

Episodi visti: 4/4 --- Voto 10
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Perché scattiamo foto?
Può essere perché vogliamo rendere partecipi gli altri e condividere le nostre esperienze con loro o perché possono documentare un avvenimento storico o perché permettono di conoscere quello che era una persona o sapere quello che fa ora ecc. Ma uno motivi dei più veritieri è perché che con esse imprimiamo i ricordi delle nostre esperienze in modo che, quando si dimentica qualcosa in favore di nuovi ricordi, quelle foto permettono di ricordare quelle esperienze.
"Tamayura" insegnò tanto su questo modo di imprimere immagini su pellicole, unite a tanti momenti all'insegna dell'amicizia; sullo sfondo Takehara e dintorni. Tutto ha una fine, e per questa saga, diretta dal famoso regista Jun'ichi Sato fin dalla prima serie OAV, è giunta l'ora di calare il sipario: per farlo in modo potente, si punta al grande schermo con una saga di quattro film, che prenderanno il nome di "Tamayura: Sotsugyou Shashin" (o "Graduation Photos").

I due anni passati a Takehara, la città natale del suo defunto padre, sono stati per Fu Sawatari i più importanti della sua vita, permettendole di conoscere lati nascosti del suo genitore, e di conoscere molte persone; in particolare stringere molte amicizie, le cui più importanti sono la sua amica d'infanzia Kaoru (da notare che si è tagliata i capelli), la fischiettante Maon e l'energica Norie, pur non dimenticandosi della sua cara amica Chihiro, e altre amicizie come Tomo e la sempai Kanae, con la quale fondò il club di fotografia. Il tutto documentato dagli scatti della Rollei 35S di Fu, a volte con le sfere di luce Tamayura.
Ora le ragazze frequentano il terzo anno, e il club di fotografia di Fu ha due nuovi membri: Takumi e Suzune. E' l'anno in cui si diplomeranno e dovranno incamminarsi verso il loro futuro, e i quattro film, ognuno ambientato in una stagione dell'anno, racconteranno le scelte che tutte loro dovranno affrontare per andare avanti nella loro vita. Fu, e anche tutte le altre, capiranno che tali scelte significheranno qualcosa di doloroso per loro, qualcosa che già avevano percepito in passato, ma che inevitabilmente arriverà al momento della loro laurea: la separazione, dal momento che per andare avanti le quattro ragazze dovranno percorrere strade diverse e quindi doversi separare.

L'abbandono non deve venire preso con dolore, perché, per quanto pesante, non significa dirsi addio per sempre, perché non si sa mai che, magari, un giorno una riunione potrebbe arrivare all'orizzonte, ma, un passo alla volta, è il primo passo per incamminarsi verso il futuro, un futuro che ancora una volta verrà immortalato e ricordato grazie alle foto.

Non significa che i film siano drammatici, sia chiaro, dal momento che la serie alterna momenti di calma alle classiche scene comiche, pur non mancando di momenti seri e a volte tristi, ma il tutto riesce a trasmettere il fatto che le protagoniste sono cresciute, che necessitano di doversi staccare dalle loro figure familiari e camminare con le proprie gambe. Oltre a mostrare ancora un volta l'enorme affetto che le protagoniste provano fra loro, e per le altre amicizie, dal momento che in questi film ritroveremo praticamente tutti: Chihiro, Tomo, Dougou, Riho, Hinomaru, Komachi, Kanae, le famiglie delle protagoniste (conosceremo il fratello maggiore di Norie) e, naturalmente, Momoneko, impegnato a corteggiare una femmina identica a lui.

La grafica è semplice ma curata nelle ambientazioni (ricordo che Takehara e dintorni esistono in Giappone), le OST adeguate ad ogni contesto, con insert song all'insegna della dolcezza, e ancora una volta un doppiaggio adatto per tutti i personaggi chiude il tutto.

"Tamayura" è tante cose: dolcezza, amicizia e foto. Una storia di amicizia e di affetto molto dolce scandita dalle fotografie, che hanno narrato una cronaca di vitalità e di futuro degna di essere vissuta, il tutto nelle strade e nelle tradizioni di Takehara immortalate da una Rollei 35S ormai pronta per il suo ultimo scatto.

Addio, o meglio, arrivederci, "Tamayura". A presto, quando verrò a camminare nelle tue strade, Takehara.