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bob71

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Dopo il successo di School in the Crosshairs (Nerawareta Gakuen, 1981), il film successivo di Nobuhiro Obayashi per Kadokawa fu The Girl Who Leapt Through Time (Toki o Kakeru Shojo, 1983), idol movie venato di fantascienza, adattato dal romanzo di Yasutaka Tsutsui e ambientato nella città natale di Obayashi, Onomichi. Ne venne fuori un’operazione molto personale, malgrado il film cavalcasse l’onda del divismo degli idol e fosse nato come regalo per la giovane attrice Harada Tomoyo da parte di Kadokawa, che si era innamorato di lei durante i provini. Obayashi dichiarò che il romanzo breve, anche se di fantascienza, era perfetto per una storia d’amore all’antica, inoltre l’ambientazione nei luoghi della sua giovinezza a Onomichi conferì al film un carattere fortemente nostalgico.

Il film narra le avventure di Kazuko, una studentessa esemplare che, mentre sta pulendo il laboratorio di chimica del liceo, ha un incidente e si risveglia con la capacità di spostarsi nel tempo. Riesce a rivivere il passato ed è in grado di prevedere un terremoto e un incendio. Ma le cose si complicano quando scopre che il suo compagno, Fukamachi, non solo può modificare il tempo, ma è uno scienziato venuto dal futuro per salvare l’ecosistema del suo mondo che sta morendo.

Il film drammatizza il grande senso del montaggio cinematografico di Obayashi, qui espletato letteralmente nella capacità di saltare attraverso il tempo e al contempo di far tornare la ragazza a uno spazio sicuro e domestico, a un corso di vita prevedibile e lineare. Il regista enfatizza la propria padronanza della struttura filmica per tutta la durata del racconto. La sequenza di apertura, per esempio, salta tra diversi formati di pellicola, muovendosi tra bianco e nero e colore, e poi da un 4: 3 al formato widescreen. Nella sequenza finale, Kazuko canta una canzone mentre si cammina attraverso una sequenza di sue scene chiave del film a ritroso.

Il film è uno dei preferiti dallo stesso Obayashi e uno dei più personali, con la sua riflessione dolce/amara sulla natura transitoria dell’amore e sui ricordi che mantengono vivo il passato, è pervaso da un’atmosfera onirica e da elementi fantastici espletati in effetti speciali più delicati e meno invadenti di quelli di House o di Crosshairs. Fu un successo al botteghino che decretò Harada come diva assoluta e il sodalizio con Kadokawa consentì a Obayashi di realizzare uno dei suoi progetti più personali, Lonely Heart (Sabishinbo, 1985), secondo lungometraggio ambientato nell'amata città di Onomichi. Dopo qualche anno The Girl Who Leapt Through Time fu trasposto in un manga e in un film di animazione (quest’ultimo, diretto da Mamoru Hosoda, è concepito come sequel del film di OB, con protagonista Makoto nipote di Kazuko), oltre ad altri adattamenti per il cinema e la tv, diventando un classico moderno della cultura giapponese, soprattutto grazie al taglio della storia impostato da Obayashi. Per Kadokawa, Obayashi ha diretto anche il film di animazione Kenya Boy (Shonen Kenya, 1984).