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sarti02

Volumi letti: 11/11 --- Voto 8,5
Sal le topè un manhwa di 11 volumi pubblicato dalla flashbook, che tramite un inizio originale (anche se leggermente confuso) ci porta nel passato durante fatti storici realmente accaduti, così come realmente esistiti sono la maggior parte dei personaggi, in un mondo in cui a far da padrone è la guerra, in tutta la sua spietatezza e crudeltà.
Non mancheranno infatti morti, torture, momenti toccanti che interesseranno sia i personaggi comuni, che anche quello più vicini al protagonista Moon bin.
Il tutto raccontato in maniera egregia grazie ad un buon tratto e a una storia che, superato l'impatto iniziale, è sempre chiara e ben costruita.
Ottimi anche i personaggi sia reali che inventati, con cui si entra facilmente in sintonia e si fa il tifo per la loro sopravvivenza.
Ottimo anche il finale, ho letto diversi manhwa è molto si perdono proprio quando è ora di concludere la storia, in Sal Le Top invece non succede ma anzi riesce ad alzare il livello della storia e, almeno a me, ha lasciato completamente soddisfatto.


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Ninfea

Volumi letti: 11/11 --- Voto 8
"Sal Le Top" edito da Flashbook è un manhwa composto da 11 volumi, dell'autrice coreana Noh Mi-Young.
Si tratta di un' opera a carattere storico, che seppur in maniera singolare, narra di eventi realmente accaduti (l'invasione e occupazione da parte dell'impero mongolo della Corea medioevale, all'epoca denominata Koryo) e vede fra i protagonisti, personaggi che sono esistiti; l'autrice pone la lente su uno in particolare, il feroce, spietato generale mongolo Sartaq.

La singolarità è che all'inizio del racconto siamo nella Corea moderna e contemporanea, dove un liceale, in seguito ad un incidente, si ritrova in coma; da questo momento, un filo sottilissimo, ma costante, collega presente e passato, e il ragazzo si "risveglierà" nell'antico regno di Koryo, col nome di Kim Sakyong, figlio di un generale che combatte contro gli invasori mongoli.

Questo salto temporale, molto più di un pretesto, potrebbe essere soltanto un terribile sogno, lo stesso incubo che tormenta il ragazzo da tempo, e il dubbio che sia così, resta fino alla fine; la storia 'gioca' tra presente e passato in maniera sottile, e anche se i flashback sul presente sono rari, contribuiscono a creare questa ambiguità temporale che si adatta benissimo al realismo a volte crudo e brutale delle situazioni che la storia ci mostra, attraverso un disegno bello e graficamente curato, che migliora andando avanti.

Dopo un primo volume con una partenza forse lievemente confusa, l'autrice aggiusta subito il tiro, portandoci dentro la storia di una guerra spietata, senza risparmiarci scene di violenza, abusi, efferatezze di ogni genere sui più deboli e innocenti, morti atroci, mai però fini a se stesse; ci viene presentata la realtà nuda e cruda, senza edulcorarla, ma senza insistere in maniera eccessiva su dettagli fastidiosi o respingenti.
Non ho notato compiacimento nelle descrizioni, volontà di disgustare il lettore, semmai l'autrice lo porta a riflettere su ciò che è davvero una guerra, non uno scontro tra eroi, (seppur ci sia l'orgoglio eroico dei soldati di difendere la loro patria) ma la peggior forma di abbruttimento bestiale che l'essere umano possa conoscere.

Penso che un autore uomo avrebbe narrato questa storia in maniera molto diversa; qui, il registro narrativo è davvero impostato su una visione femminile, rappresentata attraverso gli occhi della protagonista, la principessa mongola Al Tan Ha Das, bellissima guerriera coraggiosa, leale, indipendente ed emancipata, capace di uccidere, ma anche di essere pietosa e generosa, desiderosa di essere libera dalle costrizioni imposte dagli uomini che la vorrebbero sposa, moglie e madre.

All'inizio non capivo il suo desiderio di combattere come un uomo, poi ho capito il ruolo che le ha assegnato l'autrice, che si esprime attraverso di lei, una figura di donna moderna, forse pure troppo per l'epoca in cui si trova a vivere.

Su di lei è impostata una sotto trama romantica che la vede quasi contesa da due uomini, il generale mongolo Sartaq, uomo freddo e crudele, votato alla guerra e alla conquista, apparentemente incapace di provare sentimenti, ancor meno dimostrarli, segnato da un terribile passato che in parte spiega la sua personalità malata e contorta. Personaggio complesso, tratteggiato con gran fascino, per gran parte della storia, non riesco a farmelo piacere, troppo 'oscuro', dall'animo macchiato da orrendi delitti.

Kim, suo rivale e avversario, cerca vendetta per lo sterminio della sua famiglia, oltre al modo di tornare nella sua epoca, e risvegliarsi dall'incubo che sta vivendo, in un' epoca che sembra un inferno in terra. Unico momento di dolcezza, è l'incontro quasi fatale con la bellissima principessa mongola, da cui resterà affascinato.
Se all'inizio è solo un ragazzo catapultato in un mondo ostile e nemico, lotterà, crescerà e diventerà più forte, mentre la verità su se stesso, sui motivi che l' hanno portato a scontrarsi col terribile generale mongolo verranno a galla in maniera clamorosa.

Proprio il risvolto clamoroso finale, che non mi aspettavo, nonostante ci fosse qualche piccolo indizio, mi ha indotto ad altre riflessioni profonde sui concetti prettamente spirituali di bene/male, e come queste due forze possano condizionare la nostra esistenza ed avere conseguenze pesanti sulle nostre vite; senza fare spoiler, sto parlando di legge karmika, un elemento che mi ha affascinato, che ho trovato estremamente singolare e originale.

Il finale della serie per quanto amaro, riesce a commuovere ed è coerente con i fatti narrati, ma l'autrice riesce ad andare oltre, mostrandoci un futuro che sa di speranza e riscatto.

L'edizione della Flashbook è buona, ma con qualche riserva, data soprattutto dal fatto che dal settimo volume in poi, si è deciso di cambiare la translitterazione dei nomi di luoghi e personaggi, scelta fatta per migliorare la traduzione, ma che può creare qualche lieve confusione nel lettore, seppur nulla di drammatico o che renda la lettura difficoltosa.

In definitiva, un manhwa che per storia e disegni, mi è piaciuto molto, andando oltre le mie aspettative, per un genere che solitamente non mastico affatto, ma che consiglio a chi di solito lo legge e lo apprezza.
Voto: 8


 1
dawnraptor

Volumi letti: 11/11 --- Voto 9
Premetto che l'ho letto in inglese. Detto questo, posso confessare di esserne stata irrimediabilmente affascinata. Gli riconosco un unico difetto, ma che poteva rivelarsi quasi fatale: troppe, veramente troppe, almeno per i miei gusti, le scene di combattimento. Non che siano scene gratuite, per carità: stiamo parlando di una guerra, dopotutto, ambientata in un'epoca in cui le battaglie si combattevano ancora praticamente corpo a corpo, e sicuramente all'arma bianca. In realtà, per coerenza con la storia, non ce n'è una di troppo.
Il problema di fondo è che, essendo la storia così lunga, alla fine tutto questo sangue stanca un po'. Detesto dirlo, ma mi tocca inoltre sottolineare il fatto che, nell'estremo Oriente del 1200, paiono esserci un po' troppi biondi, che non si sa bene da dove sbuchino, in un'epoca in cui anche gli scambi commerciali con l'occidente non erano poi così frequenti!
Intendiamoci: stiamo cercando il pelo nell'uovo. Se invece dovessi descrivere questa serie con una sola parola direi: epica.

Dunque partiamo da un pretesto debole - un viaggio nel tempo causato da un coma frutto di un incidente in piscina - per catapultarci in un ambiente splendidamente caratterizzato. Non sono in grado di disquisire sull'accuratezza storica di eventi e ambientazioni, ma devo riconoscere che, una volta entrati in questo mondo degli antichi Mongoli, è difficile uscirne, o anche solo riconoscere che ci si trovi in un mondo di fiction.

Tanto è bello il disegno, tanto è avvincente e convincente la trama, tanto sono profondamente caratterizzati i personaggi, che si viene irrimediabilmente trascinati con loro. Come non concordare con una principessa mongola, che ambisce all'autodeterminazione e ad un ruolo militare che, come donna, le sono ferocemente negati? Come non riconoscersi in Moon Bin Lee, liceale figlio di papà, trascurato dalla famiglia e un po' ribelle, che si risveglia come Sa Kyoung Kim, figlio di un generale di una popolazione attaccata dalle orde mongole? Fortuna vuole che, a scuola, il nostro liceale fosse un campione di kendo, o non la sfangherebbe cinque minuti.

Eppure, pur in un mondo sconvolto da guerre sanguinose o, forse, proprio per questo motivo, l'accento viene posto molto sulle relazioni interpersonali.
L'esperienza del giovane guerriero lo porterà a maturare profondamente, cambiando in modo definitivo il suo rapportarsi con la famiglia e col mondo esterno. È speciale il conflitto con l'acerrimo nemico, il generale mongolo Sali Tayi, in un rapporto che li vede affrontarsi, da vicino e da lontano, ognuno infliggendo all'altro pesanti ferite fisiche o emotive, fino all'esaltante duello finale.
Emergo da queste pagine con la mente un po' annebbiata: mi hanno accompagnata a lungo ed è difficile staccarsene, parola mia.


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obogsic

Volumi letti: 11/11 --- Voto 9
Kim Mun Bin, un ragazzo dei giorni nostri, è da tempo tormentato da uno strano sogno in cui appare una donna dai lunghi capelli neri. Il sogno, giorno dopo giorno, si fa sempre più reale fino a causare al giovane delle vere e proprie allucinazioni visive, dandogli l'impressione di trovarsi all'improvviso in un altro luogo di un'epoca antica.
Un giorno, a seguito di un incidente in piscina, cade in coma scampando alla morte solo grazie al provvidenziale intervento di una ragazza della sua stessa scuola. Si risveglia molti secoli prima, attorno al 1200, ai tempi del conflitto tra Koryu (l'odierna Corea) e le armate mongole.

Nonostante l'incipit poco originale devo dire che il manga da grosse soddisfazioni.
La storia si evolve in maniera logica, dinamica e con colpi di scena interessanti. I personaggi sono ben caratterizzati e finalmente abbandoniamo lo stereotipo dell'adolescente buono a nulla, timido e impacciato che salva il mondo grazie alla "forza interiore".
Kim Mun Bin, capitano della squadra di Kendo, si trova catapultato in un mondo in cui la forza e la violenza la fanno da padroni, un mondo in cui una vita vale quanto un alito di vento. Nonostante tutto il suo comportamento è più che plausibile e coerente. Lotta, soffre e si confronta quotidianamente con uno scenario di guerra in cui si trova dalla parte degli assediati.
La storia si rivela piacevole grazie anche ai vari coprotagonisti, tutti ben caratterizzati e carismatici.

Il disegno è di buonissimo livello, soprattutto dopo i primi 2-3 numeri si nota l'evoluzione del tratto, che finisce per avere qualcosa in comune, per quanto riguarda i volti, con l'ultimo Hagiwara di Bastard; dimenticatevi in ogni caso donne poppute a destra e a manca.

Il manga si presenta con una storia in cui troviamo azione, sentimenti, tanta violenza, con scene sanguinolente ma che non scadono nell'eccesso della crudezza gratuita, magari per il solo gusto di essere estremo, il tutto sapientemente miscelato per rendere la storia coinvolgente e scorrevole.
Ben fatte le scene di combattimento che, tranne in alcuni casi, risultano sempre chiare e decifrabili, anche nei momenti critici. Mi ha sorpreso comunque che il manga fosse pubblicato in madrepatria su una rivista per adolescenti, e ancora di più che l'autore sia... una ragazza! Già! Chi l'avrebbe mai detto?

L'edizione è di discreto livello, con la solita carta ruvida usata per queste edizioni e la sovracoperta. Il prezzo di 5.90 è forse un pochino alto ma trattandosi di un manhwa probabilmente le tirature sono anche piuttosto basse.
Una cosa che non mi è piaciuta è la scelta di modificare in corso d'opera il criterio per riportare in lingua italiana i nomi. A quanto si legge dagli editoriali la soluzione adottata per i primi numeri non avrebbe reso i nomi con lo stesso "suono" di quelli originali, preoccupandosi invece della trascrizione. La nuova "linea" di traduzione invece dovrebbe far pronunciare i nomi in maniera fedele all'originale, rendendoli un pelo più "digeribili" e distinguibili anche per noi occidentali.
Non mi spiego come non abbiano fatto questa scelta fin dall'inizio. Mah, errori di gioventù evidentemente.

Nel complesso il manga è di ottimo livello, sicuramente consigliato a chi cerca un bello shonen con un tono più adulto delle commercialate adolescenziali che spesso e volentieri si trovano in edicola.