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Andre₿₿

Volumi letti: 22/22 --- Voto 9
"Rainbow" è un’opera che mi sono portato dietro per anni, dapprima con la serie animata, per poi acquistare la serie manga talmente mi sono fatto affascinare dalla storia di questi sette ragazzi, non raccontata per intero sul piccolo schermo. È una storia di amicizia, di valori, di fratellanza, di legami, di ‘esserci l’un per l’altro’, di famiglia, di promesse, di sfide, sogni e desideri, di crescita, di maturazione e di molto altro, in poche parole, una storia di vita e di insegnamenti. Ma oltre al filone principale di questa storia in cui accompagneremo i nostri protagonisti nel loro percorso di maturazione personale e di crescita tra le molteplici sfide che la vita gli porrà davanti, vivremo faccia a faccia una realtà differente alla nostra: la realtà del Giappone del dopoguerra, i sentimenti che fomentavano all’interno degli animi delle persone di quei tempi, la situazione sociale, la situazione geopolitica, la vita di allora, di uno stato appena uscito sconfitto da una guerra mondiale e piombato in una crisi senza precedenti, e questa situazione veniva riflessa su tutto, su ogni modo di agire, di pensare, di rapportarsi, di dialogare di ogni persona, su ogni rapporto interpersonale, su ogni reato, su ogni ingiustizia, su ogni sopruso, ed è bene tenersi a mente questa situazione, questa ambientazione che potrebbe passare in secondo piano rispetto alla narrazione della storia, ma che in realtà è il filone principale di ogni avvenimento, e questo, grazie alle capacità narrative di George Abe, che sono ciò che mi ha affascinato di più dell’intero racconto.
Come possiamo leggere dalla sua biografia difatti conobbe momenti difficili durante la fine della seconda guerra mondiale trascorrendo diverso tempo in carcere da dove trasse ispirazione per la sceneggiatura di questa storia, compresi anche i suoi personaggi: questo racconto quindi non è un semplice racconto, una semplice storia di sette ragazzi uniti da un forte legame che gli ha accompagnati e li accompagnerà per tutto il resto della loro vita, tra mille avventure e disavventure, difficoltà e avversità, momenti tristi e momenti più felici, lotte all’ingiustizia e sorrisi per i propri trionfi sulla vita, ma è anche uno sguardo al passato, un insegnamento di storia, di una civiltà che ha visto momenti tremendi e atroci, di com’era la vita di allora, di quei tempi bui in cui tutto era considerato la realtà quotidiana e come tale dovevi affrontarla, combatterla, combattere contro la morte, la malavita, le truffe e gli inganni celati, la macchia di essere un nipponico su suolo giapponese assediato dagli americani, un vinto tra i vincitori nel tuo paese, lo stupro nella tua abitazione, la violenza nelle strade, la prostituzione, il traffico di minori in luoghi e nel luogo che meno ti aspetteresti come un orfanotrofio, simbolo di accoglienza e di protezione dei nostri giorni, ma non in quelli dove leggi non ve ne erano più, cancellate e dimenticate, o per meglio dire, ignorate.

Questa la mia personale recensione, con l’aggiunta di un piccolo consiglio: leggete a termine di ogni volumetto le parole di Abe: sono ricordi dei tempi che furono, di cosa stava succedendo durante quelle giornate, di com’erano i sentimenti delle persone o della direzione che stava intraprendendo la vita di quegli anni: personalmente mi è servito per immergermi di più all’interno di questo racconto e di comprendere di più una realtà che spesso si legge di sfuggita in qualche riga dei libri di storia, ma che qui assistiamo faccia a faccia con le testimonianze di chi quei giorni li ha vissuti veramente e da cui si è ispirato per trarne una storia più vera di quanto si potrebbe credere.

Avrei dato il punteggio massimo se non per una lieve pecca del finale, che forse avrei voluto vedere più sviluppato anziché espresso quasi di fretta negli ultimi due volumetti scarsi della storia. Ma anche qui, si tratta di una semplice opinione personale.


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ElfoPelagatti

Volumi letti: 22/22 --- Voto 9
"Rainbow" è la storia dei 7 ragazzi della cella 6 del blocco 2 del riformatorio Shonan.
La storia di 7 ragazzi nel dopoguerra giapponese, tutti diversi e ben caratterizzati che pagano per i loro errori nel riformatorio Shonan, aiutandosi a vicenda e formando un amicizia che li aiuterà dentro e fuori dal carcere.
Questo fumetto insegna il vero valore dell'amicizia, senza però trascurare il lato drammatico dato dall' ambientazione catastrofica dell' opera il tutto condito dagli splendidi disegni dell'autore che si fondono alla perfezione con la storia. Una storia che parte acerba, dove i personaggi hanno solo sogni da realizzare, e che avanza sempre meglio, volta a raggiungere proprio quei sogni e di mostrarci la storia dei ragazzi, dei loro amori, dei loro lavori e nuovi sogni che si creano, così come i disegni del sensei che migliorano di volume in volume fino ad un tratto negli ultimi numeri a dir poco perfetto.
Consigliato a tutti i generi di pubblico. Siete giovani? Ne trarrete i temi di amicizia. Siete più grandi? Vi emozionerà l'ambientazione e la storia dei protagonisti.
Ho deciso di dare a questo fumetto un 9 per un solo difetto che ho trovato: ad ogni fine capitolo è presente un riassunto che mira a spiegarti in un discorsetto ciò che hai appena letto, talvolta troppo esplicito perciò personalmente avrei preferito non ci fossero stati per dare al lettore anche una propria visione dell opera. Ciononostante consigliato a tutti.


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Zerusen

Volumi letti: 22/22 --- Voto 5
Leggere «Rainbow» è stato come partorire, e son felice di non essere donna, perché mi auguro di non ripetere mai più un'esperienza simile.
La storia parla di sei giovani minorenni che si ritrovano in un riformatorio nel Giappone degli anni '50, una nazione che versa in condizioni disastrose, caratterizzato da povertà e soprusi. I sei giovani, in tale riformatorio, costruiranno un rapporto d'amicizia che permetterà loro di sopravvivere a tale inferno e che li influenzerà per il resto delle proprie vite.
I primi tre volumi sono un'opera d'arte: nonostante un disegno certo non eccezionale, gli eventi narrati ti fanno veramente percepire il dolore di questi disgraziati, così come il valore della loro stupenda amicizia. Per questo motivo ho confidato di avere tra le mani un manga stupendo. Mi sbagliavo.

Tutto ciò che avviene dopo i primi tre volumi, ahimé, è un progressivo, insensato, noioso declino. Dopo averci mostrato l'incontro tra i protagonisti, sogni, amicizia e chiacchiere varie, l'autore si perde completamente nel suo mondo, fatto di cliché, sviluppi scontati, zero inventiva ed assurdità di ogni genere.
Prima viene dedicato un po' di spazio a ciascuno dei personaggi preso singolarmente, poi, dopo un'eternità di alberi ammazzati, si torna a narrare qualcosa di lontanamente sensato, il cui scopo pare quello di raccontare delle vicende, ovvero: una storia. Il problema sta proprio in questo frangente: dopo che hai passato 15 volumi pieni zeppi di aria fritta a tentare di trovare un buco in cui posizionare i tuoi protagonisti ed il loro futuro - che non sei stato in grado di sviluppare decentemente - piuttosto che a raccontare qualcosa, io non riesco più ad apprezzare quello che cerchi di raccontarmi.
Ognuno dei ragazzi insegue il proprio sogno nella maniera più piatta e forzata possibile, quasi come se, piuttosto che un copione, si stesse seguendo una prescrizione medica. Ed è un gran peccato, perché alla fin fine di cose ne succedono, ma io non posso trovare uno zuccherino ogni 5 volumi che leggo e far finta che non mi stia annoiando a morte. Sviluppi scontati, sequenze che sembrano prese da un cinepanettone in cui accadono le cose più insensate ed assurde ma a seguito delle quali tutto si conclude per il meglio con una grassa risata collettiva ed un'abbondante dose di stereotipi. A una certa ho smesso persino di far caso alle diecimila cose inverosimili che accadono perché avevo perso il conto, e arrivato al decimo volume mi sono imposto di leggerne almeno uno al giorno, perché non accettavo l'idea di abbandonare e giudicare «Rainbow» senza poter dire di averlo terminato. Capite che vuol dire non riuscire a proseguire una lettura perché non provi più niente verso quello che hai davanti, contando poi che i restanti volumi ce li avevo già accanto?
Poi, come se non bastasse, ciliegina sulla torta: i commenti dell'autore. Oh, cielo. All'inizio - nella fase decente di «Rainbow» - Abe sfrutta una pagina ogni tanto per lasciarci un messaggio inerente la sua personale esperienza in riformatorio, e fin qui tutto ok, anzi, rafforza la nostra empatia nei confronti suoi e dei suoi personaggi. A partire dal quarto volume, invece, ti ritrovi - non scherzo - una sua pagina/commento tipo cinque volte per capitolo. E perché? Perché deve spiegarti quello che sta succedendo. Deve dirti che Tizio in quel momento provava questo, che Caio era fatto così, ed altre cose inutili che ti ha già illustrato in dieci(mila) salse diverse, ma nessuno sembra volergli impedire di allungare inutilmente il brodo con le sue superflue delucidazioni.

Tutto ciò che avviene dopo la prima sequenza non fa altro che denotare, mi spiace dirlo, la totale incompetenza dell'autore/sceneggiatore, il quale si trova certamente a proprio agio nel narrare eventi che ha vissuto in prima persona, ma che si rivela totalmente incapace nel raccontare il resto, il che mi ha portato a chiedermi:
1)Se avesse lontanamente un'idea di dove volesse andare a parare quando ha iniziato a scrivere la sceneggiatura di «Rainbow».
2)Se qualcuno si fosse degnato di ascoltare le critiche del pubblico a suo tempo, perché una storia così piatta non ci credo sia passata inosservata e spacciata per capolavoro.

In conclusione: per quanto io possa voler apprezzare la buona volontà, questo fumetto sotto certi aspetti è realizzato veramente coi piedi e in certi momenti la mia frustrazione ha toccato picchi ai quali non voglio ripensare. Lo reputo acquistabile (il che non vuol dire: "consigliare") solo e soltanto da chi sia fortemente incuriosito dalla trama e/o si trovi alle primissime esperienze di lettura.

Fab88

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Fab88

Volumi letti: 22/22 --- Voto 10
Ho atteso di completare la lettura dell'intera opera prima di procedere con quella che è la mia prima recensione su questo sito.
Ammetto di aver iniziato a leggere questo manga credendo si trattasse di tutt'altro, pensavo fosse un'opera molto più simile a quella che è Shamo rispetto a quella che poi mi sono ritrovato in mano. Ciò che mi spinge a recensirlo è la qualità del manga, i disegni, la storia carica di amore per la vita. Un bellissimo, in realtà piuttosto triste sotto molteplici aspetti, affresco della vita successiva alla seconda guerra mondiale. Un mondo dove i soprusi la fanno da padrone e dove le persone più soggette a nefandezze di ogni genere sono, ahimè, soprattutto bambini, donne e anziani. La storia ruota attorno alla vita di alcuni ragazzi della cella 6 del blocco 2, del riformatorio shonen. Inutile dire che più si procede con la lettura dei vari volumi più ci si ritrova a "tifare" per loro, affinché riescano a realizzare i loro sogni, sopratutto quando la vita, piuttosto beffarda, fa di tutto per far andare le cose in modo totalmente opposto. La loro storia è piena di bassi e di alti, ma la costante forza interiore ed il grandissimo legame che li unisce li spinge ad affrontare qualsiasi problema. Ammetto senza problemi di essermi emozionato molto durante la lettura dell'intera storia, ma la parte migliore, per quanto mi riguarda, è la parte finale (che spesso pecca in molti manga). L'opera è edita da Panini, in una versione che oggettivamente trovo di qualità, ed il prezzo di 4,50€ è in linea con la maggior parte dei volumi da loro pubblicati.
Ho letto diversi manga nella mia vita ma questo è indubbiamente il migliore. Non posso far altro che consigliarlo a tutti! Soprattutto agli amanti di storie che vanno oltre ai normali shonen (alla "Dragon ball","Naruto", "One piece", ecc).


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Cordelya

Volumi letti: 18/22 --- Voto 10
Ambientato nello stremato Giappone del dopoguerra, la storia di "Rainbow" scritta abilmente da George Abe e trasposta su carta dalle magnifiche tavole di Masasumi Kakizaki (a cui credo piaccia molto la cultura cinematografica americana, dati i diversi riferimenti nel corso dell'opera) è l'incredibile racconto delle (sfortunate) vite dei sette ragazzi della cella 6 del blocco 2, del riformatorio speciale Shonen.

Una narrazione realistica, che non sfocia mai nel supereroismo o nell'esasperazione dei personaggi, che si estende nell'arco temporale di anni, dove i ragazzi hanno il tempo di crescere, maturare e superare con orgoglio e tenacia le difficili sfide che ogni giorno il vivere comporta, rimando comunque sempre e costantemente legati l'uno all'altro e agli insegnamenti del loro maestro di vita.
Anche per merito dell'insostituibile capacità espressiva dei disegni, pagina dopo pagina, "Rainbow" riesce a trasmettere i fortissimi valori di questi giovani forgiati dalle disavventure e dal dolore, emozionando come poche altre storie, tanto da coinvolgere in prima persona il cuore del lettore, totalmente estasiato davanti all'estrema efficacia di questi volumi pubblicati dalla Planet Manga, in un'edizione adatta al prezzo proposto (4.50 €).

"Rainbow" non risparmia certo sofferenze, abusi e crudeltà di ogni tipo; gli antagonisti sono resi così nauseanti e terribili dal tratto di Kakizaki da far tremare, eppure si riesce sempre ad intravedere quella luce alla fine del tunnel, come se ci fosse sempre una speranza e una possibilità di rivalsa nei confronti degli oppressori e del male.
Ed è questo, secondo me, a rendere fenomenale quest'opera: la lotta ostinata e costante dei personaggi in nome di uno spiraglio di felicità, un piccolo attimo di paradiso tra la terribile efferatezza che propone il quotidiano in un periodo storico tanto triste e difficoltoso.


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SoloMatti

Volumi letti: 13/22 --- Voto 9
È impossibile non amare questo manga.
La storia dei sette ragazzi della cella sei del blocco due saprà prendervi già dal primo volume per la cruda e spietata realtà con cui viene narrata.
Un riformatorio non è certo un buon ambiente e il mondo dopo la guerra ha vissuto periodi neri e cupi, dove anche una briciola di pane prendeva un valore spropositato, e dove vendersi era più facile che restare leali alle proprie ideologie e convinzioni.
Come ognuno di noi, anche quei sei ragazzi nutrivano sogni, speranze, ambizioni e se le videro rubare senza un minimo di carineria e senza mezzi termini da chi, senza pensarci, ha la pretesa di ritenersi migliore di loro.
Sbattuti in gabbia come animali per i più innocui errori che un ragazzo, un adolescente, può commettere; Un furto, una rissa, una parola di troppo, gesti semplici che se messo con le spalle al muro, chiunque si abbasserebbe a fare nella speranza di un futuro migliore.

I disegni del maestro Kakizaki sapranno colpire per la loro freddezza e chiarezza, lasciando trasparire dagli sguardi e dai gesti semplici, le emozioni dei ragazzi, come se fossero scritte a chiare lettere accanto a ogni volto, la rabbia e il marciume dell'uomo prenderanno forma sotto i disegni calcati e decisi, con volti deformati e sfigurati per esaltarne l'istante e il pensiero del personaggio in quel momento.
Una caratterizzazione dei personaggi ben studiata e strutturata, dove di ognuno di loro sapremo prevedere le mosse, quasi fossero i nostri amici di tutti i giorni, quasi fossero reali.
Una storia ricca di spunti di riflessione, e con una morale forte e non nascosta, che saprà tenere con il fiato sospeso in ogni sua sfaccettatura, perché, come la vita, non si sa mai cosa potrebbe accadere.


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Ironic74

Volumi letti: 6/22 --- Voto 8
"Con lo stomaco vuoto e con il dolore nel cuore, sei giovani furono portati in un riformatorio speciale. Fu proprio come se delle foglie cadute da un albero fossero state inghiottite da un vortice."

Lasciando ad altre sedi, sicuramente più adatte, ogni tipo di discorso relativo al ruolo e all'utilità sociale, e focalizzando l'attenzione esclusivamente sul lato umano, il carcere resta comunque quel luogo capace di far tremare i polsi anche all'individuo caratterialmente più forte e navigato: un'esperienza emotivamente sconvolgente capace di cambiare radicalmente il carattere se non l'esistenza stessa di una persona. Pensate, dunque, come possa essere devastante se a varcare la soglia del carcere siano dei ragazzini appena entrati nell'adolescenza, e che vivono già in condizioni di pura indigenza, come i protagonisti di questo manga.

Rainbow ci porta nel 1955, in un Giappone dove sono ancora aperte le ferite della seconda guerra mondiale. Una nazione ben lontana da quella tutta grattacieli e tecnologia a cui siamo abituati oggi e che, anzi, deve convivere con lo straniero invasore, mentre nel frattempo dilagano fame e povertà come solo in un paese dilaniato dalla follia della guerra può accadere. Si tratta di quell'atmosfera che in fondo noi italiani di oggi possiamo ad esempio ritrovare nei vecchi film del neorealismo.
George Abe con una certa vena autobiografica - come vedremo in seguito - ci racconta le vicende di sette adolescenti finiti dietro le sbarre di un riformatorio, vittime di eventi più grandi di loro.
Questo non è ovviamente un manga con power-up o poteri magici, ma un titolo che appartiene a quel filone prolifico del fumetto giapponese che tratta temi gravi e maturi. Rainbow è un crudo e aberrante racconto di un incubo fatto di crudeltà, abusi fisici e morali. Un corollario di personaggi al limite tra la totale perdizione e la speranza di una vita diversa. Nessuna novità eclatante rispetto ad altre opere che hanno toccato l'argomento della detenzione minorile, come ad esempio il film americano Sleepers (1996) di Barry Levinson, ma per contesto e temi trattati, risulta senza dubbio un titolo piuttosto particolare nel panorama fumettistico nipponico di questi ultimi anni, pur celebrando un sentimento di per sé piuttosto abusato. Questo manga è, infatti, un inno all'unico vero collante capace di unire personalità - i protagonisti del manga di Abe - tanto diverse quanto disperate: l'amicizia.

I sette ragazzi, tutti con età comprese tra i sedici e i diciassette anni, rinchiusi nella cella 2 del blocco 6 del riformatorio speciale Shonan, troveranno nel diciottenne Rokurota Sakuragi una figura carismatica cui appigliarsi nel vitale tentativo di mantenere una propria dignità in grado di restituirli a una vita normale una volta scampati alla reclusione forzata. Essi lo chiameranno Fratellone a testimonianza di un legame unico, quasi familiare, e inizieranno con lui non solo la lunga e penosa attesa della libertà, ma soprattutto una lunga e determinata lotta contro le umiliazioni e le crudeltà perpetrate dalla perfida guardia Ishihara e dal corrotto e libidinoso Dottor Sasaki.

Dicevamo della vena autobiografica in questa storia di "vite spezzate" in cerca di redenzione. George Abe, non può dirsi certo il classico mangaka, ruolo a cui è giunto alla soglia dei settant'anni dopo un'esistenza "romanzesca" che lo ha visto più volte finire dietro le sbarre, la prima delle quali a diciannove anni con l'accusa di furto, tentato omicidio e porto d'armi illegale. Un dettaglio nella vita di chi ha fatto il pugile, il commentatore di kickboxing, il gestore di locali, il promoter, il ristoratore, il commerciante di droghe... senza dimenticarsi le sue collaborazioni con la Yakuza.
Scrittore quindi solo dal 1987, anche se raggiunto quasi subito dal successo, avendo tanto a cui ispirarsi.
In "Rainbow", la sua prima prova nel fumetto, egli riversa molti aspetti della sua vita variegata e "al limite" anche con piccoli appunti prettamente personali tra un capitolo e l'altro. Visione personalizzata della sceneggiatura quindi a cui va ascritta una certa propensione alla retorica, forse anche ricercata e voluta, per far calare maggiormente la trama nell'epoca in cui è ambientata.
Non ci sono argomenti tabù in questo manga che già dal primo numero arriva diretto come un pugno allo stomaco del lettore: violenza, crimini e abusi di ogni tipo fuoriescono senza pietà dalle sue pagine, come un fiume in piena.
A maggior ragione però era lecito aspettarsi, almeno nella prima parte della storia (quella fino ad ora uscita in Italia) una certa profondità psicologica dei vari personaggi che a mio avviso sono ritratti in maniera troppo dicotomica: buoni o cattivi, senza grandi sfumature intermedie; in maniera piuttosto idealizzata e semplicistica, quindi.
A parte questo, la storia è piuttosto avvincente, e riesce a catturare l'attenzione del lettore anche perché è davvero impossibile rimanere indifferenti di fronte alle tavole disegnate da Masasumi Kakizaki. I personaggi di questo mangaka sono realizzati in maniera estremamente caricaturale, soprattutto nei particolari e nei primi piani, come se trascinati in un gorgo di alienazione e perdizione ai limiti del sogno, anzi, dell'incubo. Un prepotente utilizzo di giochi di luce e ombra, nonché una meticolosa cura del dettaglio che dà il meglio di se nel rendere l'espressività ed emozioni umane come rabbia e paura, fanno sì che non sia certo un caso che i manga realizzati da Kakizaki trattino argomenti forti, o addirittura l'horror, come il volume unico Hideout recentemente portato in Italia dalla stessa Planet Manga.

Rainbow è stato pubblicato per la prima volta in Giappone dal 2003 al 2010 sulle riviste Big Comic Spirits e Young Sunday dell'editore Shogakukan e raccolto poi in ventidue tankobon. Nel 2005 viene premiato da suo editore nella categoria miglior seinen agli Shogakukan Manga Award e infine riceve la giusta consacrazione grazie alla trasposizione animata ad opera dello studio Madhouse, grazie alla quale inizia a farsi conoscere anche fuori dai confini giapponesi pur rimanendo un'opera piuttosto di nicchia, forse anche a causa degli argomenti trattati.
Planet Manga lo propone con un'edizione standard da 13x18 cm, in bianco e nero, senza sovraccoperta o tavole a colori. Non un'edizione di lusso quindi, ma comunque discreta nella sua semplicità, a giudicare dai sei volumi fino ad oggi pubblicati. Niente da eccepire invece sull'adattamento: la lettura risulta scorrevole, com'è giusto che sia in un titolo la cui forza evocativa proviene in buona parte dalla maestria del disegnatore.

Rainbow è quindi un titolo non adatto a tutti a causa dei temi forti trattati. Un manga drammaticamente coinvolgente che ci porta in una dimensione angosciante, sbattendoci in faccia temi, immagini e un linguaggio di una crudezza accentuata in maggior misura dallo stile di disegno di un Kakizaki in stato di grazia. Il lettore finirà per affezionarsi ai personaggi e allo loro disavventure, nonostante un certo abuso di retorica ed un ricorso un po' ingenuo ad alcuni stereotipi, specie nei cattivi che a volte sembrano ridursi a macchiette.
Quello di George Abe vuole essere un porre l'accento sulle condizioni del Giappone nel primo dopoguerra, molto prima del boom industriale. L'affresco di un'epoca in cui gli eroi pativano la fame e subivano le angherie del più forte, ma continuavano a credere nei sogni e nell'amicizia.

Spadi84

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Spadi84

Volumi letti: 5/22 --- Voto 9
Pensare che questo manga ho iniziato a leggerlo per puro caso! Diciamo che è stato un consiglio del venditore di manga: avete presente quelle situazioni che vai per comprare un volume di quello che stai leggendo, e te ne rifila un altro per farti iniziare un'altra serie e quindi spendere soldi?! Ma in questo caso son soldi ben spesi per un ottimo seinen a cui dò voto 9 soltanto perché siamo solo ai primi cinque-sei volumi su... Mmm, credo siano in tutto ventidue. I volumi sono molto "generosi" per quello che è il prezzo (4,50€ l'uno): tante pagine per una storia davvero forte, vera, cruda e a tratti strappa lacrime.

I protagonisti stringono un legame indissolubile, hanno tanta voglia e forza di vivere e di far avverare i propri sogni, nonostante si trovino in un riformatorio simile all'inferno, negli anni '50 di un Giappone devastato dalla guerra e dove a far le spese degli errori degli adulti sono i figli, tra cui i protagonisti, ognuno con la propria storia, debolezze e paure. Nonostante subiscano le angherie più truci da parte del secondino e del direttore hanno la volontà di resistere e non si tradiscono mai: un chiaro messaggio sul senso dell'amicizia che oggi giorno è davvero raro! Oggi basta aggiungere una persona su facebook per considerarlo "amico", invece questo manga fa riflettere e spiega che i veri amici sono quelli che hai nei momenti difficili, quelli che non ti tradiscono mai e darebbero perfino la loro vita per te.

Detto questo, parliamo dei disegni: assolutamente sublimi e perfetti! I tratti e le espressioni dei personaggi sono davvero molto ben fatti, a volte basta solo osservare una tavola priva di vignette per emozionarsi. I tratti sono "decisi" e marcati nei momenti drammatici e di rabbia, morbidi e meno "pesanti" in altri. Le ambientazioni molto realistiche da farti immergere nel loro mondo, sicuramente molto fedele alla realtà di quegli anni. In attesa che escano gli altri volumi consiglio,anzi stra-consiglio vivamente questo manga per chi è molto esigente sui disegni, sulle storie drammatiche e forti, nonché su storie vere e spaccati di vita, non come le solite "minestre scaldate" giapponesi al limite dell'inverosimile, sui soliti temi di supereroi, combattenti di arti marziali che sparano palle di fuoco, mostri che ci invadono, etc.


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KirkMoore

Volumi letti: 4/22 --- Voto 9
Consiglio vivamente questa serie. I disegni sono alcuni dei migliori che abbia mai visto, Kakizaki riesce a stupire sempre di più, pagina dopo pagina. I personaggi "cattivi" sono disegnati in maniera da sembrare quasi usciti da un film horror, ed è questo ciò che caratterizza questo manga. Le immagini dicono già tutto. Emozionano, rendono tutto realistico, come se ci immergessimo nella storia a tal punto da esserne noi i protagonisti, da subire noi le angherie ed i sopprusi. Il mondo di Rainbow è un mondo marcio, malato, e la gente che vi abita o rimane umana e subisce, o diventa malato. Nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio, ogni dialogo, ogni personaggio...tutto è approfondito il più possibile. Ogni pagina letta aumenta la voglia di leggerne ancora ed ancora, perciò il mio consiglio è di munirvi di fazzoletti, e cominciare a leggere questo capolavoro!