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Kotaro

Volumi letti: 14/0 --- Voto 7
Quando, nel 1999, uscì Street Fighter Alpha 3, fu bellissimo.
L'ultimo, grande, picchiaduro Capcom in 2D. Lo Street Fighter definitivo, con un cast di circa trenta personaggi che sintetizzava più di un decennio di giochi Capcom, di storie, di mondi e di sentimenti diversi.
Estremamente difficile comprimere questo crocevia di infiniti percorsi differenti in un film di un paio d'ore o in un fumetto di un paio di volumetti, visto che già gli adattamenti dei giochi precedenti, con meno personaggi, spesso soffrivano il problema di essere molto superficiali e di non riuscire a rendere giustizia all'intero cast.
Eppure Street Fighter Alpha 3, così ricco di personaggi diversi, di avventure, di intrecci e di colore, quasi sembra un cartone animato giapponese, di quelli coloratissimi, fluidi, ricchi di sentimento, di uniformi alla marinaretta, di gags e smorfie buffe, di mazzate e arti marziali, di capelli con cromature e fogge assurde che tanto furoreggiavano negli anni '90 di cui il gioco è la perfetta sintesi. Chissà come mai nessuno ha mai pensato, dunque, di realizzare una bella serie a cartoni animati che sviluppasse, con tanto colore e altrettanta tranquillità, quella grande festa anni '90 che era Street Fighter Alpha 3?
Un piccolo contentino ci arriva dal mercato fumettistico di Hong Kong, laddove fu realizzato questo adattamento in un manhua di 14 volumetti ad opera di Shu Jin Sen. La Cina, infatti, non è nuova ad adattamenti a fumetti dei picchiaduro del tempo, e anche se questo Street Figher Alpha 3 non è un cartone animato giapponese, beh, ci si avvicina abbastanza. Quantomeno, il colore che cercavamo, quello che caratterizzava il gioco e che ci pareva indispensabile per il nostro adattamento, c'è: il fumetto è infatti, come tradizione cinese vuole, interamente a colori.

Sin dalle prime pagine del fumetto, però, subentra immediatamente un problema: la storia comincia inquadrandoci il setting in cui è ambientata, un ipotetico futuro post-apocalittico in cui, in seguito a guerre e disastri nucleari, il mondo è rimasto suddiviso in tre grandi zone d'influenza, comandate da tre potenti personaggi, e in guerra fra loro... what?!
Vien da sé che quest'ibrido fra Ken il guerriero e il Sangokushi di certo è ben lontano da quello che era Street Fighter Alpha 3, semplicemente ambientato nel nostro mondo reale, con nazioni reali, riconoscibili e politicamente inquadrate, alla fine degli anni 1980.
Le differenze col gioco originale non si fermano qui.
Innanzitutto, ritorna ancora una volta il discorso dei vari livelli d'energia (a mo' di Super Saiyan) che i personaggi possono raggiungere, trasformando in una caratteristica della storia quello che era un mero orpello tecnico del videogioco (la barra energetica di tre livelli per fare le supermosse e i tre stili di combattimento X, V e A).
L'energia di vari tipi e colori diventa uno dei fulcri della storia, rendendosi capace di curare, potenziare, danneggiare e trasformare i personaggi in vari modi che non si erano mai visti nell'universo "reale" di Street Fighter, rendendo i combattimenti molto più simili a Dragon Ball Z o Ken il guerriero per certi versi.

I rapporti fra i personaggi e le loro storie personali sono stati quasi completamente riscritti, essendo cambiata l'ambientazione. Ecco quindi che, per fare alcuni esempi, Ryu e Sakura sono fratello e sorella; Chun Li è la figlia di Vega (il nostro Bison) e Rose, cosa impensabile perché nel gioco originale Chun Li odia Vega in quanto assassino di suo padre; Rainbow Mika è la figlia (e non una fan) di Zangief; si dona un'importanza fondamentale per la trama a personaggi creati appositamente per questo fumetto e assenti nel gioco, come l'ambiguo Kizer, praticamente una palette swap/rip-off di Gouki (il nostro Akuma), e il terribile Imperatore delle arti marziali, padre/clone di Vega e nemico finale della storia.
C'è da dire che, anche in questa rielaborazione sicuramente un po' fantasiosa, la maggior parte dei personaggi riesce a mantenere alcuni, se non tutti, i tratti del proprio carattere originale. Anche in questo fumetto, quindi, Ryu sarà un combattente serioso, Ken più scanzonato e aperto, Dan un personaggio imbranato e divertente, Balrog (il nostro Vega) un bellone dalla mente un po' deviata e ossessiva, Rose una donna bellissima e ambigua che "la sa lunga", Zangief "resisterà fino alla morte, se necessario, per il bene della sua gente" (che in questo caso non sono gli abitanti della Madre Russia bensì una colonia di reietti mutati dalle radiazioni, ma il concetto resta) e così via.

Quattordici volumetti, anche se di piccolo formato, sono uno spazio sufficiente per trattare una gran mole di personaggi. Non tutti hanno un ruolo di primo piano, e alcuni di essi compariranno solo in una manciata di vignette, ma ognuno ha un suo ruolo preciso nella vicenda. Ad alcuni sono dedicati flashback più o meno lunghi che spiegano la loro storia passata e donano profondità ai loro caratteri, molti di loro incrociano i pugni e i destini ottenendo una buona caratterizzazione. Praticamente tutti i personaggi del gioco fanno almeno una comparsata nel fumetto e, addirittura, l'autore riesce a recuperare personaggi di altri giochi Capcom per dar loro un ruolo nella storia: Jigoku, braccio destro di Balrog, in realtà è il monaco Retsu del primo Street Fighter; Alicia, compagna di Cody, è in realtà Maki (vista in Final Fight 2 e in versioni successive di Street Fighter Alpha 3). Last but not least, uno dei tre grandi personaggi che si contendono il mondo, a cui è dedicato un lungo flashback, è il terribile Zeku, maestro di Guy e padre adottivo di Sakura, inflessibile e perfido marzialista bramoso di potere: beh, Zeku compare nei giochi, ma solo in una delle vignettine coi finali, e invece l'autore di questo adattamento è riuscito a creare da zero un personaggio dall'ottima caratterizzazione.

Il racconto della trama è, in certi punti, un po' traballante. I cambi di scena sono molto rapidi e non sempre le storie o i destini dei personaggi vengono approfonditi al 100% (lo stesso finale dell'opera è un po' aperto), ma non mancano una trama avvincente, colpi di scena ben gestiti, personaggi dall'ottima caratterizzazione, una buona dose di emozione e sentimento e combattimenti splendidi.
Se, dunque, questo Street Fighter Alpha 3 cinese è un fumetto un po' particolare, che ha una visione tutta sua del gioco originale e non lo segue fedelmente se non in rari casi, di contro si fa leggere con piacere e scorrevolezza.
La narrazione è abbastanza lontana da quello che ci offrono i manga giapponesi e presenta molti elementi tipici dei fumetti cinesi di questo genere: trashate a non finire (vedi Balrog che perseguita Ken a vita solo perché è innamorato della cugina del suddetto, lo umilia e picchia in modi assurdi, i teppisti castrati da Balrog o i personaggi di sfondo che vengono disintegrati dalla potenza dell'aura energetica dei lottatori), un linguaggio molto forte e ricco di termini coloriti, combattimenti ricchissimi di adrenalina, aure energetiche che fanno qualsiasi cosa, scenari che si distruggono, tecniche al limite dell'incredibile e una discreta violenza.
I combattimenti sono bellissimi da vedere: ricchi di colore, possiedono un'energia e un vigore incredibili, donando a ogni personaggio una sensazione di potenza che molti combattenti di fumetti giapponesi (e anche gli stessi personaggi del gioco originale, per certi versi) possono soltanto sognarsi.

Aiuta molto, in questo, il disegno, di ottima fattura. Non c'è un solo personaggio che sia disegnato "male", tutti esprimono forti sensazioni, si tratti di energumeni dai muscoli giganteschi, combattenti agili e dal fisico asciutto o personaggi femminili (che, naturalmente, in un modo o nell'altro riescono tutti ad essere bellissimi). Uno stile un po' alla Ryoichi Ikegami, capace di ritrarre splendide scene d'azione e ogni tipo di personaggi, concendendosi persino, di tanto in tanto, qualche smorfia alla giapponese.
Le tavole, poi, sono impreziosite dal colore, usato in vari modi, sempre con ottimi risultati.
E' un po' lontano dall'anime che i giocatori del 1999 sognavano, l'insieme è molto meno spiritoso, scade abbastanza nel drammatico e nel trash, ma c'è perlomeno una buona dose di colore e il tutto non risulta vuoto o spento, ma emozionante.

Chi ha giocato ai vecchi Street Fighter probabilmente apprezzerà molto questo fumetto, che ha diversi echi di Ken il guerriero, Dragon Ball Z, dei manga anni '80 che venivano pubblicati dalla Granata Press, e riuscirà a risvegliare nei vecchi giocatori diverse sensazioni legate al passato. La storia non è molto fedele al gioco originale nella rappresentazione dell'universo narrativo e dei ruoli/rapporti fra i personaggi, ma fra alti e bassi riesce a mantenere la grande coralità che è il più grande pregio della saga Street Fighter, ma anche il suo più grande tallone d'Achille quando lo si deve trasporre in altri medium.
Non è perfetto, ma è un fumetto interessante, che riesce a intrattenere e anche un po' a emozionare. I nostalgici degli anni '90 lo adoreranno, ma se volete anche solo una lettura di puri combattimenti con personaggi che trasudano carisma, e i manga attuali non vi soddisfano più da questo punto di vista, potreste dargli un'occhiata, se riuscite a trovarlo, e chissà che non vi sorprenda in positivo.