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dawnraptor

Volumi letti: 3/3 --- Voto 8
Trattasi di un web-manhwa dai disegni abbastanza particolari. Ambientato in parte in una scuola e in parte in un luna park abbandonato, non manca di rappresentazioni anche abbastanza oniriche. Del resto, si esprime anche per mezzo di metafore piuttosto evidenti. C'è per esempio la raffigurazione di Na-Il-Deung e della sua famiglia; vengono disegnati con una testa lunghissima, senza collo, e ci si domanda per tre quarti dell'opera come il ragazzo possa essere definito bello… Ma egli e la sua famiglia sono il simbolo di un certo modo di essere e, cambiando tale modo di essere, cambierà anche il disegno.
Ho apprezzato molto i piccoli tocchi di colore piazzati strategicamente qua e là, a sottolineare qualche particolare di maggiore importanza, e le raffigurazioni distorte di alcune persone o ambienti, che descrivono, senza bisogno di molte parole, la quasi deviante estremizzazione di alcuni pensieri e comportamenti.

Essere adulti anagraficamente non significa esserlo automaticamente anche nei pensieri e nelle azioni. Ben lo sa Yonn-Ah-ee, una ragazzina lasciata nei pasticci da un padre che vede come infantile ed irresponsabile. Egli l'ha abbandonata assieme alla sorellina dopo aver contratto forti debiti nella gestione della sua piccola fabbrica di giocattoli, ed ora è costretta ad andare a scuola e a fare piccoli lavoretti per tentare almeno di sopravvivere.
La magia era una cosa creduta e meravigliosa, quando era bambina e andava con la madre al luna park, sognando di diventare una maga. Ora che è cresciuta, senza una madre ed obbligata ogni giorno alla solitaria lotta per la sopravvivenza, il suo pensiero fisso è diventato il denaro: quello che serve per comprare un paio di calze per rimpiazzare le sue bucate, il riso per sfamare se stessa e la sorellina, pagare l'affitto e i debiti lasciati dal padre.

C'è un mago che vive nel vecchio luna park ormai chiuso, un giovane bellissimo che si dice faccia veri incantesimi, e forse è vero, visto che continua a chiederle se crede nella magia e la difende, la aiuta e fa apparire denaro dal nulla. Yonn-Ah-ee non può, non vuole più credere alla magia, che per lei è l'incarnazione dell'infantilismo degli adulti che l'ha messa nei guai, ma se il mago, pronunciando la sua parola magica "Annarasumanara", riesce ogni volta ad aiutarla, forse allora la magia esiste davvero? Si potrebbe conviverci?

Ma non sempre la magia è reale, anzi, potrebbe essere davvero solo un'illusione, e allora la soluzione dei problemi di Yonn-Ah-ee potrebbe invece trovarsi nel migliore studente della scuola , suo compagno di banco, il ricco Na-Il-Deung, con cui lotta invano per avere i migliori voti e che pare interessarsi a lei.

Il sogno contro la realtà, potrebbe definirsi il tema di questo manhwa. Il povero che sogna sollievo dai propri problemi economici, il ricco che, per la prima volta nella sua vita, non riesce ad ottenere quello che vuole.
Per contro, si tratta anche e soprattutto di una storia di passaggio all'età adulta, che ci mostra i pensieri di chi, con fatica e dolore, cerca di passare dalle illusioni dell'età bambina alla dura realtà di quella adulta, che ci viene presentata come una lunghissima strada asfaltata, su cui si corre guardando sempre avanti, spinti alle spalle a velocità folle dalle aspettative e dalle pressioni della famiglia, della classe, della propria città, del mondo intero. L'età adulta, ci viene detto, non ha posto per sogni e illusioni, è l'estremizzazione della meritocrazia, incarnazione della realtà che si forgia col duro impegno, e l'unica degna di essere riconosciuta. La magia non esiste, così grida la realtà.

Chi devia dalla strada asfaltata camminerà sì in un prato fiorito, ma dovrà pagarne il prezzo: sospetto, pettegolezzo, riprovazione, esclusione. Sostanzialmente, diventerà non-esistente. Eppure, potrebbe essere la stessa pressione a farci impazzire, spingerci fuori dal sentiero tracciato.
Ma sarà proprio vero che diventare adulti significhi rinunciare ai propri sogni? Non è possibile coltivarne almeno qualcuno, senza per questo diventare un fallimento agli occhi di se stessi e del mondo?

E voi, credete alla magia?