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Utente9371

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Utente9371

Volumi letti: 6/6 --- Voto 7
"Toshiue no Hito" è una delle prime serie di Ryuta, più conosciuto per "Nana to Kaoru" e relativi spin-off. Nonostante si vedano già i temi e le dinamiche di base che caratterizzano tutta l'opera dell'autore - relazioni di coppia, l'importanza del sesso, il contrasto tra vita privata e norme sociali - "Toshiue no Hito" mostra un Ryuta ancora piuttosto acerbo, sopratutto dal punto di vista della narrazione.

L'incidente riportato nel sommario, nonostante apra la serie, è in realtà trascurabile - il vero fulcro della storia è la relazione tra il protagonista, classico universitario svogliato, e tale Ageha, anche lei studentessa ma di aspetto particolarmente giovanile (al limite del loli, obbietterebbero alcuni). I due instaurano una relazione difficile, che viene ulteriormente complicata da un episodio del passato di lei. Senza entrare in spoilers, tale episodio forse rappresenterebbe un problema per una coppia se rapportato alla mentalità e la tradizione giapponese, ma letto con occhi occidentali sembra abbastanza secondario, e non questa questione di vita o di morte che il manga ne fa. Il fulcro stesso della vicenda del manga si basa su assunti e morali tipicamente giapponesi, ed i lettori europei probabilmente rimarranno confusi alle reazioni speso incomprensibili del protagonista.

Un altro aspetto che scoraggerà molti sono le scene di sesso abbastanza esplicito che compaiono con relativamente grande frequenza, spesso aggiungendo poco o nulla alla trama, e con come soggetto una protagonista che riesce difficile credere maggiorenne, figurarsi universitaria. I lettori abituati a "Nana to Kaoru" troveranno qui scene molto più spinte, ma anche molto meno significative narrativamente e tematicamente.

Un punto a favore va invece al disegno: sopratutto nella prima metà della serie, il tratto è dettagliato e curatissimo, con grande attenzione a dettagli, ombre e mimica facciale. Purtroppo, dalla seconda metà in poi appare il classico stile Ryuta, molto più semplice, grezzo nelle anatomie e ripieno di linguacce e pernacchie che, francamente, sanno più di pellicola fantozziana che di momento ecchi.

In sostanza, una serie da prendere con le pinze, interessante ma anche lontana (e per certi versi, inferiore) ad altre produzioni dello stesso autore.