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CentoQuarantaQuattro

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CentoQuarantaQuattro

Volumi letti: 11/12 --- Voto 9
Inizio subito con questa premessa... non credo possano esistere altre opere che riescano a colpire l'immaginario di un singolo individuo così come ha fatto questa opera con il mio. Ma... procediamo con ordine.

"Houseki no kuni" è un'opera di genere fantascientifico che narra delle vicende di nuove forme di vita sul nostro pianeta, a seguito di quello che sembra un gran periodo di tempo dopo la presumibile scomparsa di noi terrestri e di quasi tutte le altre specie. Questa nuove forme di vita prendono il nome di "Gemme"... e per un motivo ben preciso; infatti il loro "organismo" è costituito da specifici minerali, ciascuna da un minerale diverso. Quindi, per intenderci, è presente la Gemma fatta interamente di giada, oppure di ambra, o diamante (pertanto se avete un minerale preferito potreste essere avvantaggiati nel scegliere la vostra waifu in quattro e quattr'otto).

Protagonista della storia è Phos, Gemma fatta interamente di fosfofillite... carina, sciocchina, imbranatina... e quindi assolutamente adorabile per tutti noi.
A parte lei, anche le altre Gemme possiedono il proprio fascino. Oltre loro, però, il vero personaggio di spicco della serie è sicuramente il "Sensei" altra Gemma che fa da guida (se non da padre) a tutte le altre gemme, e fin dall'inizio, pare essere un personaggio con qualcosa da nascondere.
Insomma, la situazione sembra idilliaca. Le Gemme hanno una casa, vivono insieme, si creano i loro vestiti, sanno provvedere a se stesse. Se non fosse che anche i guai non sono assenti dal paradiso.
Fin dall'inizio infatti ci verranno mostrati i nemici delle nostre simpatiche protagoniste, gli abitanti della Luna; esseri che paiono come dei spiriti il cui scopo sembra essere quello di rapire le Gemme e portarle sul satellite.
Ovviamente (come vera protagonista), Phos si rivela essere il soggetto più a rischio. Essendo del colore preferito dei lunari, incapace di combattere, e molto fragile, naturalmente il sensei insieme alle altre Gemme, la tengono costantemente d'occhio. Nonostante la nostra cara Phos voglia combattere, loro non glielo fanno fare.

Scritto così, la trama potrebbe sembrare quella di un semplice sci-fi condito in malo modo di elementi di geologia, tanto per fare. Quindi qual è mai la bellezza di quest'opera che sempre mi porterò nel cuore? e come posso farvela comprendere senza anticiparvi nulla di realmente importante sulla trama?
La risposta è abbastanza semplice. Posso riuscire concentrandomi sul vero punto di forza dell'opera... Phos e la sua caratterizzazione.
Ebbene sì, il modo in cui dal suo stato infantile si avvia verso una maturità sempre più consapevole e laconica, riflettendosi persino sul stesso fisico. Le esperienze di vita che subisce, tra cui traumi e perdite importantissime. La sua continua crescita di diffidenza nei confronti del sensei. E la somma di tutto questo che conduce allo scaturire delle battute finali dell'opera... sono tutti elementi che costituiscono uno studio del personaggio protagonista che non ha nulla da invidiare ai più alti esempi di letteratura.
Se esiste una parola unica per poter descrivere "Houseki no Kuni" non può che essere "catastrofe". Intesa nel suo senso originario, cioè di cambiamento generato da un qualcosa precedentemente distrutto. Poiché questo è Phos. E Phos è l'intera opera. Pian piano veniamo catapultati in un universo narrativo che si trasforma fin da subito come "Phoscentrico". Seguiamo Phos nella sua metamorfosi catastrofica che lentamente la trascina nella follia come un personaggio di una tragedia classica.

Immedesimarsi in Phos è una scelta, una scelta che viene compiuta sempre. Siccome essa è la rappresentazione totale del genere umano. Di sentimenti negativi coltivati nel tempo con l'esperienza che conducono all'auto distruzione. Con Phos vediamo l'eredità dell'istintività umana che porta su un brutto sentiero una nuova specie che cammina sul nostro pianeta.
Guerra, odio, distruzione, in un percorso narrativo che ha qualcosa di poema epico.

La vera domanda è "fine a se stesso?". Come scrisse Manzoni "ai posteri l'arduo giudizio". Ciò su cui posso davvero pronunciarmi è consigliarvi caldamente di leggervi quest'opera quanto prima.