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Irene Tempesta

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Amo tantissimo il fumetto d'autore, ma Shintaro Kago potrebbe apparire ai più, già dalle copertine dei suoi volumi, con le classiche teste che esplodono, assai disturbante.
Di sicuro parliamo di un autore di nicchia, uno di quelli che o lo ami o lo odi.
Personalmente, io sono tra quelli che già a vedere teste aperte e cervelli in vista rimane sconcertato e poco incline dalla lettura. Tuttavia "Super Conductive Brains Parataxis", prima lettura dell'autore, mi è piaciuta moltissimo.
Intanto lo scenario cyberpunk assai inusuale e suggestivo, già guardando questa copertina ti invoglia a scoprirne di più, continuando la lettura, l'autore ti porta in un mondo ricco di sorprese, dilemmi sociali e morali.

Trama: ci troviamo in un mondo futuristico, dove enormi corpi femminili giganti vengono prodotti in serie, disassemblati e riassemblati con parti meccaniche e sfruttati in molti modi con risultati davvero grotteschi: nei trasporti (treni e auto che hanno dita e mani al posto delle ruote), nell'industria e nell'agricoltura (busti e braccia di donne con macchine al posto della testa e delle gambe). Questi corpi giganti rappresentano inizialmente dei gusci vuoti senz'anima, facilmente modificabili o comandabili dagli umani, e vengono chiamati Sandra.

La cosa che mi ha lasciato un po' perplessa all'inizio era che i Sandra fossero tutti corpi femminili.
La cosa può disturbare a lungo andare chi è sensibile alla violenza sulle donne in quanto tali corpi vengono continuamente distrutti, mutilati, sfruttati, ma c'è un motivo credibile: i Sandra sono tutti cloni derivati da una unica matrice. Infatti questi giganti, si scoprirà presto, abitavano la terra millenni prima ed erano esseri umani.

Dai fossili rinvenuti furono estratti i geni per ricreare un esemplare completo e da lì clonato innumerevoli volte (l'autore ha spesso detto che trae ispirazione anche dai film - questo dettaglio mi ricorda Jurassic Park per esempio).
Il volume è composto da diverse storie autoconclusive legate dallo stesso contesto, e a ogni nuova storia emergono nuove rivelazioni, le vicende mutano così come il punto di vista, la realtà presto appare diversa da come descritta all'inizio.
Vengono mostrati i lati più violenti e cinici dell'animo umano, mentre l'antica razza gigante che dominava la terra si risveglia cercando un posto in questo nuovo mondo, non più succubi e manipolati dai piccoli esseri umani.
Nulla viene lasciato al caso e i colpi di scena si susseguono tenendo incollato il lettore fino al bellissimo e originale finale.

I disegni sono ben dettagliati e affascinanti, anche se mi dicono che l'autore con le opere successive migliora notevolmente il suo tratto.
La Star Comics fa un'edizione lodevole, con formato grande, ottima qualità della carta e una bellissima sovraccoperta in pvc trasparente che presenta dettagli illustrati che vanno a sovrapporsi all'illustrazione della copertina cartacea.

Non so se i lavori successivi di Kago siano simili o più cruenti, ma di sicuro è una ottima lettura per avvicinarsi al mondo di questo autore, pertanto ne consiglio caldamente la lettura agli amanti di Shintaro Kago e al cyberpunk.


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2247

Volumi letti: 1/1 --- Voto 9
C'è una parte del nostro cervello, quella più primitiva, che ha fame.
Sempre.
Di cibo, di movimento, di sesso,...
Una parte "meccanica", programmata per rispondere solo ai comandi basici dell'istinto: spento/acceso, morto/vivo, 0/1.
Per estensione quindi l'intero corpo umano (e così le sue funzioni e azioni) si può considerare, come già fece La Mettrie, nient'altro che una macchina.

Shintaro Kago parte da questa premessa per il tema base del suo "Super Conductive Brains Parataxis".
Facile vedere nello stile dell'autore un sottofondo di materialismo puro e gratuito. Quello che ci propone è qualcosa di più complesso. Perché le sue sono "macchine organiche". Un ossimoro.

Siamo in un futuro imprecisato, dove la civiltà è ormai in osmosi completa con la biotecnologia. Grazie alla clonazione e alla ricostruzione organica, partendo dal codice genetico di una specie estinta, tutte le mansioni e le attività lavorative sono ora svolte dai "sadra", veri e propri corpi umanoidi giganti usati come mezzi di trasporto, macchine da lavoro, armi, ecc.
Una mano diventa un'automobile (con tanto di dita a mo' di ruote), un torso (con quattro gambe o quattro braccia) può essere una gru, e così via. Organi, materiali assemblati senza altro criterio all'infuori della funzione richiesta. Homuncoli, tanto utili quanto grotteschi, come delle inquietanti bambole di carne. Ad esse viene estratto il cervello, sostituito da circuiti o controlli in remoto. I sadra sono organici, ma sono pur sempre dei semplici "pezzi". Costrutti. Senza coscienza e senza "anima".

Ma è davvero così?

È possibile trattare la materia organica come metallo inerte? È possibile declassare la biologia a branca della tecnologia?

Questi quesiti e i temi proposti da Kago, nell'alveo del cyberpunk (in eco a Evangelion e Ghost in the Shell), sono arricchiti dal suo stile fortemente "carnale". La spersonalizzazione del corpo umano è accompagnata da un gusto profondamente fisico ed eroticizzato, firma dell'autore. Tra esaltazioni dello splatter e richiami (neanche troppo velati) alle atmosfere di Tsutomu Nihei e Moebius, siamo di fronte ad una sintesi ottimamente riuscita di due mondi considerati antitetici: l'élan vital, regolato dalle leggi del pathos; e un senso finalistico, freddo e reificante. Non si può, anzi, non si deve più distinguere la carne dalla carrozzeria, l'istinto dall'input, il mezzo dallo scopo.

L'autore sperimenta la fantascienza distopica per veicolare i messaggi a lui cari: l'alienazione sociale, la mercificazione dell'eros (e del corpo femminile nello specifico), la massificazione dei sentimenti e la violenza e sottomissione che fanno da sottofondo alla società moderna che si autoproclama, somma ipocrisia, vittoriosa sull'istinto per mezzo della ragione. La stessa ragione che traduce l'Uomo in consumatore e poi in prodotto di consumo. Un principio volto alla realizzazione del sistema perfetto, totalmente autosufficiente, tramite un "cannibalismo razionale".

Kago ha dato un corso falsamente antologico alla sua opera, suggerendo una struttura da "Cronache Marziane", ma che invece ha un suo denominatore che collega tutte le sottotrame anche quando queste hanno un impatto relativo sul finale, anch'esso artificiosamente costruito per sembrare aperto.
La forza dell'autore trova poi il suo punto massimo in quelle piccole frecciatine che suggeriscono al lettore di trovarsi di fronte ad un mondo deformato e alieno ma allo stesso tempo troppo simile al nostro per permettere di etichettarlo come pura fantasia. L'eugenetica, la corruzione, l'abuso di potere, l'isteria consumista, i soprusi sociali, il contrabbando, la disfasia fra i sessi,...
Troppi i rimandi per non parlare di vera e propria invettiva satireggiante i tempi moderni.

Ecco quindi che nella martellante pubblicità che tappezza un crocicchio alla Blade Runner si possono scorgere suadenti e irriverenti réclame come: "DOLCE GUIDA AL SUICIDIO" o "SVENDITA DI POMPE".

Lo stile del mangaka è molto dettagliato, in fede alle esigenze "hardware" della trama. L'ambientazione e la struttura narrativa sono curati con dettagli che richiamano un senso favolistico che conferisce al tutto quel sottile sottofondo horror tipico delle trame dedicate al mondo dell'infanzia. La natura autoconclusiva dell'opera non fa che aumentare questo effetto piacevolmente disturbante.
Magistrale la cura usata per le azioni dal sapore truculento, enfatizzate nella loro carnalità al punto che le scene sembrano avere un loro status "sonoro", rendendosi palpabili e realistiche pur nel grottesco.

La Star Comics ha poi fatto un interessante lavoro di rilegatura usando una sovraccoperta lucida in trasparenza che integra l'immagine cover con elementi sovrapposti. Un dettaglio inconsueto per l'editoria manga che regala un inaspettato valore aggiunto.

Quando consideriamo "materia" ciò che prima si riteneva "vita", non stiamo solo ridefinendo un elemento esterno a noi. Soprattutto quando questo elemento è parte integrante del nostro quotidiano. Ridefinendo le nostre estensioni, ridefiniamo noi stessi. Adeguiamo la nostra vita a nuove forme di materia, nuove forme di razionalità. Una razionalità che non può ammettere di aver perso contro le leggi della materia.
Quando la vita diventa macchina, la macchina diventa vita, e un simile processo può avere un solo possibile e fatidico esito:

le macchine hanno fame.


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oberon

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Shintaro Kago è un autore che di primo acchito potrà sembrare malato, sadico, gratuitamente violento, disgustoso, grottesco e chissà cos’altro.
In fondo egli stesso ha ammesso che adora disegnare scene violente, è fiero d’esser descritto da sua figlia come “quello che disegna le teste che esplodono”, e concorda ironicamente sul fatto che se non avesse deciso di intraprendere la carriera di mangaka, sarebbe probabilmente diventato un perfetto serial killer.

Ma il suo è un approccio che nasce, in realtà, sotto un’ottica “comica”, intrisa di black humor. Anche se non sempre la cosa viene recepita.
E difatti il sottoscritto ha sempre evitato di avvicinarsi all’operato di quest'autore, perché non particolarmente affine a questa poetica che può essere percepita disturbante già solo guardando certe copertine dei suoi manga.
Ma ho voluto infine dargli una possibilità con la pubblicazione da parte di Star Comics del suo volume unico Super Conductive Brain: Parataxis.
Ricordiamo infatti che Shintaro Kago è stato pubblicato in Italia già in passato grazie a d/visual con L'Enciclopedia delle Kagate, e poi di recente riscoperto da Hikari che ha portato opere come Uno scontro accidentale... o Fraction.

Il contesto di Super Conductive Brain: Parataxis è un mondo futuristico apparentemente ordinario, se non fosse per la presenza dei sadra; esseri dalle fattezze di giganti antropomorfi e largamente utilizzati nella vita di tutti i giorni. Come viene narrato a inizio storia, queste creature derivano da un'antica razza che abitò il pianeta; e dai fossili rinvenuti, fu estratto il DNA in modo da avviarne la produzione in serie. Essi vengono infatti clonati, “disassemblati”, “riassemblati” e fusi con grandi macchine per essere utilizzati in agricoltura, nell’industria, nei trasporti, in ambito bellico... con risultati visivamente grotteschi: auto che hanno mani/dita giganti al posto delle ruote, scavatori che hanno vere e proprie braccia giganti ecc.

I sadra son sempre stati considerati dei gusci vuoti, ma un giorno qualcuno si accorge dell’esistenza del “fantasma nel guscio”. È ciò che avviene nel primo episodio del volume, ove si narra la fuga di un sadra da un complesso dove questi esseri vengono manipolati. Un responsabile, infatti, organizza la fuga di Maurya, un sadra che egli considera sua figlia; un gigante dall’aspetto indifeso e spaurito che sembra essere in grado di pensare, parlare e persino provare emozioni.
Questo episodio fa solo da premessa iniziale, scopriremo poi, per introdurre e delineare un particolare quadro sociale, che a sua volta è anche un pretesto per intavolare spunti di riflessione e dilemmi di tipo morale e sociale.
Si scopre subito come questo sia un filo conduttore lungo il quale si dipanano una serie di vicende solo apparentemente slegate tra loro; vari capitoli che a volte sembrano quasi una raccolta di favole crudeli.
Un capitolo è un omaggio più o meno palese a Evangelion; altri ricordano L’attacco dei giganti, soprattutto quando vi sono scene di lotta, un groviglio di arti e corpi titanici, ma ancor di più verso il finale (non scendiamo nei dettagli per non spoilerare): che Hajime Isayama si sia ispirato, alcuni anni dopo, proprio a questo manga per realizzare la sua celeberrima opera?

Ma, come accennato, il meglio viene proprio col procedere della lettura, nel momento in cui l’autore ci spiazza offendo un geniale cambio di prospettiva che permette improvvisamente di poter osservare e riconsiderare tutto questo quadro sociale in maniera inaspettata e stupefacente. La realtà è ben diversa da com’è apparsa inizialmente; così come le tematiche di fondo, che mutano e si evolvono.
Sembra quasi di venire improvvisamente illuminati da certe rivelazioni che subentrano col procedere della narrazione.
Ci sarebbe tanto da dire in merito, ma nel farlo finiremmo inevitabilmente per minare il fascino della scoperta riguardante la lettura di questo volume, che invece va gustata integralmente fino a giungere ad una conclusione che delinea una lotta per la sopravvivenza dell’umanità; un finale in un certo senso aperto, che però calza a pennello e non lascia insoddisfatti, anzi, sarebbe altrimenti risultato banale.

Volendo aprire una parentesi negativa del tutto personale, il sottoscritto ammette di aver trovato abbastanza forzato che, guarda caso, i sadra rappresentati fossero sempre di genere femminile e come vi sia una profusione di tette in questo titolo che farebbe invidia ad un manga erotico. Certo, vi è una sensibilità differente, ma ciò che sembra affiorare, durante la lettura, è un'interpretazione in chiave sadica del corpo femminile: è visto dall'autore come un oggetto da smembrare, maltrattare e deturpare in ogni modo.

Star Comics pubblica quest'opera da 190 pagine in un volume di formato medio-grande (17 x 24 centimetri) dall'ottima sfogliabilità e una sovraccoperta in pvc trasparente che presenta particolari illustrati che vanno a sovrapporsi, come un fotomontaggio, all'illustrazione della cover sottostante. Buonissima la qualità di stampa e la resa della carta, messa alla prova da neri molto profondi. L'adattamento è scorrevole e le onomatopee son completamente tradotte e adattate graficamente. Tutto ciò al prezzo di €12,00, che risulta relativamente meno impegnativo rispetto al prezzo medio dei volumi di Shintaro Kago pubblicati di recente in Italia.

Super Conductive Brain: Parataxis è una lettura intrigante, che inizialmente incuriosisce per l’atmosfera fantascientifica e le tematiche di fondo che in parte possono ricordare Katsuhiro Otomo, Yukito Kishiro o Masamune Shirow, ma con una componente più disturbante e grottesca: i sadra.
Ma non tutto è come sembra.
La società apparentemente utopistica e ben organizzata che fa da sfondo alle vicende narrate, non tarderà ad assumere dei connotati pseudo-utopici o cacotopici se non addirittura post-apocalittici... e non scendo nei particolari per lasciare al lettore il gusto della scoperta.