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kirk

Volumi letti: 4/8 --- Voto 6
Spesso ci sono dei mangaka che vengono osannati per l’apporto dato a questo genere nel corso dei decenni.
Shigeru Mizuki, per quanto poco pubblicato in Italia, è conosciuto come uno dei maestri del horror manga. "Akuma-kun" (Diavoletto) e "Gegege no Kitaro" (che ho trovato tradotto in varie fanzine in modo diverso come "L’infimo Kitaro" o "Kitaro dei cimiteri") sono pietre miliari di questo autore da sempre legato a mostri e yokai. Ho già recensito "Nonnonba": una storia che riunisce la passione di Mizuki per le entità soprannaturali e per la storia, in quel caso la sua storia di bambino e quella di una “nonnina” che faceva da serva e che gli raccontava cose sugli esseri fantastici.

Pubblicato sul finire dell’epoca Showa e l’inizio del periodo Heisei questo manga fu pubblicato direttamente in otto volumi senza passare su rivista. Il tratto è quello di Mizuki (nato come narra lui stesso con altro cognome da una famiglia nobile o pseudo nobile: la madre ricorda che i suoi antenati avevano diritto alle due spade dei samurai ma parla sempre anche del fatto che possedevano dei magazzini quindi probabilmente erano commercianti che servendo lo shogun o qualche daiymo importante avevano ottenuto questo privilegio) il quale è vecchio ma che cambia a seconda di cosa narra: a volte realista, a volte bambinesco grazie probabilmente all’apporto dei collaboratori del Maestro che, ricordo, è stato uno dei primi a creare uno studio tutto suo.

Ma torniamo al manga: le edizioni occidentali (io ho letto quella canadese) sono di quattro volumi di oltre 500 pagine ciascuno, mentre in Italia siamo ancora fermi al primo numero pubblicato da Jpop e sono nate dall’unione di due volumi originali per ogni volume proposto. L’opera in se è carina ma presenta due difetti: il primo è che i primi tre volumi percorrono un periodo che va da 1926 al 1953 mentre l’ultimo raggruppa la storia che va dal 1954 al 1989, anno della morte dell’imperatore Hirohito. Mi sembra sproporzionato. Poi il secondo difetto di cui sono partecipi soprattutto il primo e l’ultimo volume è il nozionismo: la storia viene molto sintetizzata e ti vengono presentati personaggi e fatti nel giro di pochissime vignette… nomi su nomi di persone che a noi non dicono niente e che le note non ci permettono di conoscere bene: infatti le note di dicono cose tipo: nato, morto, politico/filosofo/attore/ecc, primo ministro nel 19XX. Troppo poco. Per esempio la morte di un primo ministro negli anni trenta ucciso dall’esercito nell’indifferenza generale del popolo e della corte è narrata in una pagina e le note non dicono il perché è morto: si opponeva ad alzare il budget dell’esercito? Voleva sostituire dei generali? Perché insomma?
Invece ho trovato ben spiegata la seconda guerra mondiale, anche lì i nomi di persone e battaglie si sprecano, ma tutto è più chiaro perché tutto è narrato con dovizia di particolari.

Insomma mi dispiace dare un voto basso ad un mostro sacro però nel complesso direi che è un seinen da sei, anche per una questione di giustizia: ho letto molti manga storici di tipo forse diverso ma gli autori di quelli che mi sono più piaciuti oltre a narrare di storia fanno lo sforzo di tentare di intrattenere. Il maestro Mizuki ha provato a far ciò inserendo la sua storia biografica nel contesto più ampio della storia del suo paese, ciò è stata una buona idea perché ha permesso di narrare qualcosa oltre ad elencare date, ma questo non è bastato a soddisfarmi pienamente.