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Keehlm Fungiolo's baseball bat

Volumi letti: 1/1 --- Voto 3
«Il pensiero dell'ex marito di Jenny, Aiden Hurani, la fece rabbrividire: era felice che, dopo i terribili anni di matrimonio con quell'orribile arabo, Jenny stesse per ritrovare la serenità. E con un americano, per fortuna!
Forse aveva qualche pregiudizio, ma era contenta che Jenny fosse in procinto di sposare uno della sua stessa razza.»

Il romanzo di Barbara Faith da cui è stato tratto il manga sembra essere "Il Leone del Deserto" (ribattezzato "L'uomo del deserto" in Italia). La maggior reperibilità di questo rispetto ad altri libri, anche in forma di e-book, rende stridente la differenza col soggetto originale. La protagonista non ha lo stesso nome ma questo è il meno. Sono presenti diversi personaggi al solo fine di rimarcare l'inferiorità degli arabi, personaggi che nel manga non ci sono, oppure sono usati in altro modo. Nel libro, razzismo e nazionalismo non sono neppure tanto mascherati dalla trama. A dispetto del target "per donne", la versione a fumetti di "Il Leone del Deserto" è stata alleggerita e semplificata per piacere alle ragazzine.

Nel romanzo, la protagonista viene effettivamente rapita da un fascinoso sceicco arabo (i pastori vanno sempre in bianco). Nel manga, il rapitore "diventa" inesplicabilmente un mediatore che interviene per sventare il rapimento. Tutto ciò che egli fa dopo, compresa una violenza sessuale, lo fa per necessità o per amore. Questo, stando alla sceneggiatura (presumibilmente di Kakuko Shinozaki).

Chiunque ci abbia lavorato deve aver faticato parecchio se, a quanto ho capito, ha "diviso" lo sceicco in due (come il dottor Jekyll e mr Hyde, ma senza informarne il lettore!). A parte gli scherzi, anche riadattato in questo modo, "Il Leone del Deserto" contiene parti detestabili. Per esempio, i dipendenti di un'azienda petrolifera che protestano per il cattivo trattamento, vengono dipinti come delinquenti ricattatori. Gli industriali, i magnati del petrolio, sono "progressisti".

È l'immaginario erotico di un passato coloniale, filoamericano e capitalista, salvato in extremis dagli splendidi disegni della Shinozaki... l'unico motivo per non gettarlo nella pattumiera.
Il paradosso è che, al lettore che si dimostra critico verso queste scene, verrà rimproverato di usare argomentazioni troppo "politicizzate".