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CippyWolf

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
"My Broken Mariko" è la storia principale, fra i due racconti, che compongono questo singolo volume, a cui tale storia da il nome, e che dovrebbe essere l'opera prima della sensei Waka Hirako, di cui si è occupata in toto sia per la trama che per il lato grafico, edito per l'Italia da Jpop.

Come accennato poc'anzi, in questo singolo volume si troveranno due storie ben distinte, la prima e sicuramente centrale, racconterà di come Tomoyo, affronterà il lutto, dopo la prematura scomparsa della sua amica Mariko.
Evitando di entrare nel dettaglio dell'intera vicenda, sicuramente questa mini serie, composta da solamente quattro capitoli, avrà una potenza emotiva fortissima, riuscendo nell'arduo compito di risultare toccante, al limite del teatrale, però cosi viva e vera, che coinvolgerà il lettore facendogli empatizzare e sicuramente provare tutta l'irruenza, il rammarico, il dispiacere, la gioia, una miriade di emozioni, che si scatenano in ognuno di noi, quando incontriamo e ci leghiamo a delle persone a noi speciali.
Il grande punto di forza di questa storia, sarà nel suo svolgimento, riuscendo a fare un viaggio lunghissimo temporalmente, grazie a flashback e reminiscenze varie, ma con una velocità impressionante, contando le singole pagine del volume, quindi riuscire a creare una storia cosi fluida e scorrevole, ma al contempo, cosi appassionante e pesante emotivamente, che dimostrano la potenza intrinseca di questo medium che chiamiamo manga.
Nonostante l'esiguo spazio, credo che tale fattore, per quanto mi riguarda, non sia di certo un difetto, riuscendo anzi a mostrando il giusto, per non inficiare la sua potenza emotiva, tralasciando allo spettatore interpretazioni che permettono di assimilare e rendere proprio tale racconto, sicuramente intimo e spero estraneo ai più, ma che per una qualche ragione riuscirà a conquistarsi un cantuccio dentro al lettore, per riuscire a fargli vivere tanti sentimenti diversi.

Come accennato poc'anzi, nonostante lo sviluppo in un singolo volume, i personaggi saranno molto ben delineati, gioco forza anche il loro numero esiguo, ma nonostante ciò, riusciranno ad essere molto d'impatto e veritieri nelle loro azioni, magari non realistici, facendo delle volte delle azioni piuttosto spericolate, ma che comunque saranno comprensibili e giustificate, dagli eventi e dalla loro caratterizzazione, che si compone e delinea proprio grazie ad esse e che si evolvono proprio a partire dalla loro natura, cosi discorrendo in una continua spirale che ricalca in generale, la vita di chiunque.

Fin qui, non ho altro che parole di elogio, quindi posso promuovere totalmente tale volume singolo?
Purtroppo no, oltre alla storia di "My Broken Mariko", a conclusione di essa, sarà presente un'ulteriore mini storia, in titolata "Yiska", che purtroppo, dicendola in maniera brutale, non mi è proprio arrivata.

"Yiska" ci presenterà un mondo, che ricalca il nostro, ma ambientato in un'epoca, di qualche generazione fa, in cui avverrà un incontro tra un reietto, non per sua scelta e un misterioso figuro.
Purtroppo, come anticipato, tale storia sarà sicuramente d'impatto, per i fatti che narrerà e godrà di un ritmo incalzante, visto anche il numero pressoché contato di pagine, riuscendo nonostante le aspettative a delimitarsi del tempo per poter, almeno in parte, definire i propri principali comprimari, quindi risulterà una storia completa, e complessa per i temi che porterà, ma nonostante ciò non l'ho particolarmente apprezzata, trovandola banale e fin troppo romanzata, come a voler raccontare una storia ben più grande di quella che in verità è, cercando di strafare, per poi ritrovarsi con un nulla di fatto.

Per l'aspetto grafico, provo dei sentimenti ambivalenti, sicuramente il tratto sarà peculiare, che ben si adatta al tipo di storia che racconta, che sembra sia nato appositamente per poter raccontare storie di questo tipo, spaccati di vita, che presentano momenti difficili, riportati su carta con un tratto graffiante ma anche dolce all'occorrenza, che fanno trasparire con righe calcate, imprecise, taglienti, i momenti più frenetici e emotivamente ruvidi, e che ben fanno sentire, visivamente, tali sensazioni, per poi magicamente trasformarsi in un tratto preciso, dettagliato, semplice ma oculato, per poter definire i momenti più dolci e toccanti, riuscendo quindi a mixare, in un unico pacchetto, uno stile poliedrico, che coniuga tante qualità, mantenendo ugualmente una sua identità.
Purtroppo, nonostante apprezzi spasmodicamente la bravura espressiva, d'incanalare le emozioni, attraverso tale stile di disegno, capisco anche che non a tutti possa piacere tale tratto, spesso cosi ruvido, carico e saturo di righe che calcano e ricalcano ancora alcune sfumatura, sfaccettando la realtà, piuttosto che tratteggiarla precisamente e minuziosamente.
Personalmente, nonostante io rientri in quest'ultima categoria, sono rimasto stregato e totalmente ammaliato dalla amalgama di tale tratto, rispetto alla storia che volevano rappresentare, creando un connubio che si sposa perfettamente, risultando la sintonia ideale, per il tipo di storia che è "My Broken Mariko".
Infine segnalo una bravura particolare per la scenografia e la regia, nella composizione delle tavole, con la giusta composizione e inserimento delle vignette in esse, in cui spesso verranno tagliate e suddivise in modi particolari, a seconda di cosa e di come si vuole rappresentare un particolare avvenimento.

Per "Yikes", al contrario risulterà più un progetto embrionale, sotto questo punto di vista, sicuramente si intravede il tratto dell'artista, con un'ottima cura per la composizione delle tavole, stesso stile graffiante o dolce, a seconda dei momenti, anche se con qualche imperfezione o abbozzatura in più, rispetto alla storia precedente, il problema principale è che si concentri maggiormente sui personaggi, che non risulteranno particolarmente espressivi.
Gli sfondi di gran parte delle vignette risulterà bianco e praticamente inesistente, facendo ricadere gran parte del peso del racconto sui personaggi, che se come nel mio caso, non risulteranno particolarmente d'impatto, faranno decadere in generale l'interesse rispetto agli avvenimenti in sè; particolare nota positiva, inerente ai disegni di "Yikes", saranno gli sporadici ma melliflui sfondi.

Per l'edizione, non sarà affatto male, essendo corredata di una sovracoperta, bella spessa, per niente plasticosa, sicuramente d'impatto e ben rappresentativa, rispetto al genere di storia, di cui il lettore, si sta apprestando ad addentrarsi, con il titolo scritto in giallo, in corsivo, come se fosse una firma dell'autrice a sigillare la sua storia.
Al suo interno ci sarà una singola pagina a colore, in cartoncino, con un'immagine scollegata dal racconto in una facciata, e l'indice dei capitoli dall'altra, tutte le altre pagine risulteranno di una buona grammatura, molto bianche e che trattengono bene l'inchiostro, delle molte pagine molto sature di nero, purtroppo tradiranno delle sporadiche trasparenze, che fortuitamente non mi hanno inficiato particolarmente la lettura.
Ultima nota, il volume sarà di una dimensione decisamente maggiore in altezza e larghezza, rispetto ad un normale tankobon, però il suo peso non ne risentirà particolarmente, rimanendo comunque leggero e facilmente sfogliabile, senza perderne in solidità e resistenza.

In definitiva, tale volume unico, raccoglie due storie in sé, la principale risulterà emotivamente d'impatto, con una sua intrinseca forma d'arte, nella sua esposizione e svolgimento, che lascia un buono spazio per l'interpretazione e l'introspezione del lettore, rispetto ai temi trattati, purtroppo la seconda storia, sarà un breve racconto, che personalmente non mi ha particolarmente toccato e che, come per la storia che da il nome al volume, potrebbe dire tutto o niente al lettore, quindi la valutazione potrebbe risultare diametralmente opposta, in base alla sensibilità e alle emozioni, che ognuno di noi riuscirà a provare in merito alla storia in sé, però rimane per certo, le molteplici facce dell'arte che compongono questo volume, che personalmente ritengo innegabili, come il tratto dell'autrice o la sua bravura stilistica, nella composizione delle tavole.


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DarkSoulRead

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7
“Anche in cenere, la tua natura non era cambiata. Scintillante… e inafferabile…venivi trasportata via dal vento… senza però riuscire a opporti alla gravità”.

I volumi unici hanno dalla loro il vantaggio di essere opere pensate e trasmutate su carta, cosi come l’autore/autrice l’ha inizialmente concepite, mantenendo solitamente una qualità costante dall’inizio alla fine, senza troppe oscillazioni e/o annacquamenti narrativi come frequentemente accade con prodotti più longevi e di grande successo, che si piegano all’editoria plasmandosi in base alle necessità di mercato.
D’altro canto però, i racconti brevi complicano al lettore l’empatizzare con i personaggi. Anche eventi tragici come lutti o suicidi hanno un impatto emotivo inferiore se non si ha il tempo di sinergizzare con chi li vive, finendo con l’essere un filino ridimensionati dall’obbligata sinossi narrativa.

“My Broken Mariko”, opera d’esordio di Waka Hirako, è una storia agrodolce quasi alla Inio Asano; un Josei d’autore che ci proietta in quelle dimensioni slice of life disilluse tanto care al papà di “Solanin” e “Buonanotte, PunPun”, raccontate da una prospettiva femminile matura ed emancipata, che grida a gran voce “no” alla violenza sulle donne.

Tomoyo scopre del notiziario che la sua migliore amica Mariko Ikagawa si è tolta la vita gettandosi dal balcone.
Mariko, stanca delle sopraffazioni e delle violenze sessuali perpetratele dal padre, ha deciso di farla finita con il gesto più estremo. Tomoyo scioccata e incredula, matura un senso di colpa per non aver fatto abbastanza, e aver sottovalutato la depressione latente dell’amica.
Si mette quindi in viaggio verso Capo Marigaoka, località marittima che Mariko una volta le aveva confessato voler visitare, con l’intento di cospargerne lì le ceneri.

I temi affrontati sono forti, dal suicidio agli abusi sessuali, dal lutto alla depressione, anche se già ampiamente trattati da shōjo come “Mars” due decenni prima.
“Broken Mariko”, dal titolo, letteralmente “Mariko rotta”, sta ad indicare l’anima spezzata di una ragazza disperata, distrutta, abusata, “rotta” appunto, irreparabilmente.
L’autrice ha vissuto l’infanzia con una madre tremendamente scioccata dagli abusi subiti da parte dei suoi genitori in tenera età, come dichiarato dalla stessa Waka Hirako, sofferenza ampiamente assorbita dalla Mangaka, che è riuscita a veicolare in un racconto intenso e commovente, decisamente intimista.
Il carattere intraprendente e volitivo di Somoyo comunica una gran forza femminile, e la sua goffaggine origina spesso simpatici siparietti che alleggeriscono la pesantezza delle tematiche, rendendole fruibili a tutti.

Il tratto è carico e pieno di linee, pur risultando sempre chiaro e pulito, con una particolare attenzione alle angolazioni e alla prospettiva. I volti espressivi e gli sguardi comunicativi dei personaggi, facilitano l’immedesimazione del lettore in una storia già coinvolgente di suo, catapultandolo in una lettura piacevolmente scorrevole e appagante, tra flashback strappalacrime e spunti riflessivi.
Alla fine è presente una breve storia extra a sfondo western, che conferma quanto di buono ci aveva già fatto vedere la talentuosa Hirako.
Ottima l’edizione italiana curata da Jpop, casa editrice in grande crescita, che ci porta il classico volume con sovracopertina, (marchio di fabbrica della casa) con un ottima rilegatura delle pagine e un’illustrazione introduttiva a colori al prezzo di dieci euro.

Un esordio che lascia ben sperare “My Broken Mariko”, un’opera che non fa gridare al miracolo ma che complessivamente risulta indubbiamente meritevole di lettura, pur non portando nulla di innovativo per il genere.


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Fior di ciliegio

Volumi letti: 0/1 --- Voto 9
Nel titolo c’è già tutto.
“My”, mia, possessione, appartenenza, affetto.
“Broken”, rotta, spezzata, distrutta, violata.
“Mariko”, la sfortunata protagonista.
Per Shiino Mariko era sua, la sua migliore amica, una vita di affetto, devozione, un legame forte, indistruttibile. E quando viene a sapere del suo suicidio, in maniera banale, dal notiziario durante una pausa pranzo, il mondo le crolla addosso.
Ma com’è possibile? Com’è possibile che la sua amicizia non l’abbia salvata? Com’è possibile che abbia deciso di andarsene così, e di lasciarla nel suo vuoto, a farsi mille domande? Perché?
Dei flash back, che ci mostrano il passato di Mariko, segnato da abusi e violenze da parte del padre, si alternano al presente disperato di Shiino, la quale intraprende una folle decisione per dire per sempre addio, in maniera dignitosa, alla sua amica.
“My broken Mariko” è un capolavoro di parola e immagine, un pugno nello stomaco che ci lascia inermi e svuotati. E che non richiede altro se non l’essenzialità del tratto e dei dialoghi che lo accompagna, per urlare al mondo lo schifo e la vergogna della violenza


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lightorange

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Tomoyo e Mariko si sono conosciute alle scuole medie e da allora sono state l’una il sostegno dell’altra. Un giorno, Tomoyo, ormai adulta e impiegata presso un’azienda per cui nutre poca stima, scopre che la sua vecchia amica si è suicidata buttandosi dalla terrazza del suo appartamento dopo aver assunto grandi quantità di sonniferi. Scioccata dalla notizia, la giovane donna cerca di comprendere la ragione che si cela dietro questo gesto estremo e decide di ripercorrere i passi dell’amica, tornando al luogo dove tutto è cominciato.

Abbandonata dalla madre per ben due volte e usata come valvola di sfogo dal padre, sin da bambina Mariko ha sofferto abusi e il morso della depressione. Tomoyo è stata la sua àncora di salvezza nel corso degli anni, difendendola dai suoi aguzzini e proteggendola come se fosse un genitore. Ma cosa può fare per l’amica, ora che è morta? L’ultima occasione che ha per salvare Mariko è prendere in custodia le sue ceneri e portarle con sé in un viaggio alla riscoperta delle luci e delle ombre che hanno caratterizzato la loro relazione, al fine di realizzare i sogni di Mariko per restituirle la pace che non ha mai avuto in vita.

Attraverso una serie di flashback e sogni di Tomoyo, il lettore ripercorre la storia di Mariko. Quello che ne scaturisce è un passato fatto di abusi e sofferenze, con una Mariko che si aggrappa disperatamente alla migliore amica, arrivando a considerarla addirittura un surrogato materno. Ma Tomoyo ha bisogno di lei in egual misura, e si sente profondamente tradita dal fatto che la sua migliore amica abbia deciso di suicidarsi senza dirle niente, senza invitarla a lasciare questo mondo insieme…
“Non so cosa ne pensassi tu. Ma in tutta sincerità, io non avevo che te”.
Mariko ha un disperato bisogno d’amore. È spezzata e non riesce a trovare qualcuno che la ami per quello che è, senza pretendere che sia qualcosa si diverso. Tomoyo è goffa e particolarmente sfortunata, elementi che la rendono simpatica al lettore e che riescono a far sorridere in una storia altrimenti totalmente cupa. È anche impulsiva e determinata, agisce prima ancora di aver terminato di pensare. Tuttavia, nonostante ciò, riesce a svelare il suo lato più fragile, perché se è vero che Mariko è stata spezzata da quelle stesse persone che avrebbero dovuto amarla e proteggerla, è allo stesso modo vero che Tomoyo, proprio per proteggere quell’amica abbandonata da tutti, ha esposto il proprio cuore ad altrettanta sofferenza.
E ora che Mariko non c’è più, Tomoyo è pervasa dal senso di colpa per non essere riuscita a salvarla e per averla considerata una seccatura in più di un’occasione, ma contemporaneamente prova un forte risentimento nei suoi confronti per averla lasciata indietro, sola al mondo.
My Broken Mariko è una storia complicata da giudicare. Credo che il parere del lettore venga per forza di cose influenzato dalla propria esperienza personale poiché sicuramente c’è chi si è trovato nei panni di Tomoyo, chi ha vissuto il dramma di Mariko, e chi invece non ha provato sulla propria pelle nessuna delle due esperienze. A seconda della categoria cui si appartiene, le emozioni che questo manga suscita possono variare o essere addirittura agli antipodi. Personalmente, ho cercato di osservare gli eventi narrati con un occhio il più possibile distaccato.

Non credo che questa storia possa essere definita propriamente un inno alla vita. Piuttosto, penso voglia essere un invito a non rassegnarsi, a resistere e non mollare. Trattando in modo delicato e intimo dei temi complicati quali la violenza psicologica e sessuale e il suicidio, questa storia mostra che, nonostante la tanta sofferenza, in questo mondo esiste ancora la gentilezza disinteressata e che è possibile riporre un po’ di speranza nell’umanità.
Lo stile di Waka Hirako è a tratti pulito, ben definito, e a tratti sporco, rispecchiando in un certo qual modo la natura dei personaggi. Il volto di Tomoyo ha dei lineamenti che possono essere definiti spigolosi, specie se paragonati a quelli delicati di Mariko. La mimica facciale, la postura, i movimenti... tutto in Tomoyo indica dinamicità, impulsività, energia e disperazione.

La storia si conclude quasi all'improvviso e ammetto che sul momento ne sono rimasta quasi delusa perché non mi sarebbe dispiaciuto seguire ulteriormente le vicende delle due protagoniste. Tuttavia, è come se con la tavola finale del manga si chiudesse un cerchio, un cerchio che definisce la storia di questa profonda amicizia.