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DarkSoulRead

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
“Alla fine del secolo scorso, l'umanità rischiò di non entrare nella nuova era a causa di una crisi che minacciava di spazzarla via...se non fossero intervenuti "loro". Nel 1969, quando ancora stavano vivendo la propria fanciullezza, "loro" crearono un simbolo. Nel 1997, mentre cominciavano a manifestarsi i primi segni di un disastro incombente, quel simbolo tornava a vivere.
Questa è la storia di un gruppo di ragazzi che ha salvato il mondo”

Scorporare quest’opera dal suo mastodontico predecessore è un compito arduo, vuoi per l’ingombrante eredità lasciatagli, vuoi perché è un vero e proprio continuum: Urasawa riprende il filo esattamente da dove l’aveva interrotto.
In questa appendice conclusiva l’autore scoperchia il vaso di Pandora per la risoluzione dei principali misteri rimasti irrisolti in “20th Century Boys”, donando al suo capolavoro una degna conclusione, pur lasciando diversi coni d’ombra.

Viene scandagliato il passato di Manjome, colui che fu il braccio destro dell’Amico, un villain che stavolta riesce a comunicarci tutta la sua profonda tristezza intrinseca, elevandosi ad uno dei personaggi meglio scritti dell’opera.
Apprezzabile l’approfondimento del rapporto tra Kenji e Yukiji, il quale però resta sospeso, senza lieto fine.
Per risolvere l’enigma principale Naoki Urasawa ci riporta nella realtà virtuale ad Amicoland, esplorando a fondo i segreti più reconditi ormai perduti nei ricordi dei protagonisti, svelandoci finalmente l’identità del secondo Amico.
A tal proposito risulta più poetico il nuovo epilogo inserito nell’ultima versione giapponese del fumetto, e riportato dalla nostra Ultimate Deluxe, anche se la retcon apportata dalla nuova edizione in cui Urasawa riprende il finale dei film dedicati a “20th Century Boys” scritto da lui stesso, e lo appiccica a una sceneggiatura preesistente studiata per concludersi in un altro modo, crea diverse incongruenze narrative che potrebbero infastidire i più.
Nonostante lo stesso autore abbia canonizzato e definito quest’ultimo introdotto come il vero finale, consiglio prima la lettura della versione originale del manga (quella in formato tankōbon classico), e di prendere questo “nuovo” finale come una sorta di conclusione alternativa introdotta dai film.
D’altronde, seppur l’identità dell’Amico abbia creato intorno a sé un hype che neanche l’assassino di Laura Palmer, a detta dello stesso Urasawa non è mai stata il focus dell’opera.

“Ricordo di aver rubato io stesso un distintivo quando ero alle elementari. Con questo manga ho voluto scusarmi per ciò che ho fatto. Avevo il distintivo ma non ne sono mai stato felice. Quest’opera è il mio modo per chiedere scusa”.

In “21st Century Boys” assistiamo alla nascita dell’antieroe Katsumata, il secondo Amico, accusato ingiustamente da bambino del furto del distintivo galattico che invece aveva regolarmente vinto. Distintivo che era l’unico frammento d’identità di un bimbo che era la copia di una copia: Katsumata emulava le gesta di Fukubee, che a sua volta imitava Kenji, e indossava la stessa maschera di Sadakiyo. Quella spilletta giocattolo sarebbe stata l’unica cosa che gli avrebbe permesso di distinguersi. Dal giorno del furto del distintivo, per punirlo del gesto, Fukubee inizia a spargere in giro la voce della morte di Katsumata, facendo credere a tutti che il suo fantasma infestasse l’aula di scienze. Katsumata così muore nei ricordi degli altri bambini e, pur continuando a vivere, finisce pian piano per essere dimenticato sparendo sotto una maschera che nasconde un bambino ormai senza volto, scambiato da tutti per Sadakiyo.
A rubare il distintivo in realtà fu Kenji, che, divorato dal senso di colpa per aver generato la sua nemesi, cerca di scusarsi con lui nella realtà virtuale, e nonostante sia ormai troppo tardi per cambiare le cose, l’ammissione delle sue responsabilità fa si che l’eroe si completi, in tutta la sua catartica confessione.
Il cerchio tra eroe ed antieroe si chiude dove tutto ebbe inizio.

«Senti…»

«Si…»

«Diventeresti mio amico?»

«Mi va bene ma… non basta chiederlo, per diventarlo»


Se vi aspettate che con questo finale tutti i nodi vengano al pettine state sbagliando in partenza.
“21st Century Boys” è l’epilogo di un’opera intimista intrisa di passione viscerale, ricca di colpi di genio, predizioni, sottotesti, e misteri.
Ovviamente, data la complessità dell’intreccio, non risulta fruibile come opera scissa, d’altro canto risulta una lettura obbligatoria per tutti quelli che hanno goduto di “20th Century Boys”, per avere alcuni dubbi fugati ed altri nuovi segreti su cui elucubrare e speculare con la consapevolezza che alcune risposte non verranno mai fornite.


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ARAPHAEL

Volumi letti: 2/2 --- Voto 3
Con questo sequel, anche se è più opportuno parlare di effettiva ed inseparabile continuazione di 20th Century Boys, si dipanano tutti i misteri della saga precedente, in particolare viene rivelata l'identità dei secondo amico. I misteri svelati fanno tuttavia solo da contorno alla vicenda cruciale dell'opera, che vede il gruppo di Kenji alle prese con una nuova e mal riuscita catastrofe che minaccia il mondo. A mio parere le vicende sulla catastrofe potevano essere risparmiate e si poteva sfruttare questo fumetto per dare solo e maggiore spazio ai misteri che avvolgevano il secondo nemico della serie.

Questo manga ha fallito in tutti e due gli aspetti principali. La natura della catastrofe e l'impegno attuato dal gruppo di protagonisti per salvare nuovamente l'umanità è quanto di più banale e ripetitivo si potesse fare. Ormai, personaggi come Kenji diventato un super eroe alla Kenshiro, o Kanna, perdono completamente di spessore psicologico e credibilità. Ma ben peggiore e priva di senso è la vera identità dell'amico, le sue motivazioni, e cosa più assurda di tutte è il suo rapporto d'odio con il protagonista. Questo finale mi ha ricordato molto la conclusione sterile del manga di Old Boy purtroppo. Già 20th Century Boys è stato un fallimento, ma con questo sequel l'opera si è conclusa nel modo peggiore possibile. Forse a questo punto sarebbe stato più sensato concludere tutto con l'opera precedente...


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DesWyvern

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Peccato. Dico solo questo. 20th Century Boys aveva tutte le carte in regola per diventare un capolavoro assoluto. Purtroppo però, Urasawa in questo caso ha peccato in superbia, eccedendo nel portare avanti una trama che si poteva risolvere molto più facilmente, appesantendola e allungandola con elementi superflui.
I due volumi di 21st Century Boys si possono considerare un tutt'uno con i ventidue volumi di 20th Century Boys. E la progressiva discesa che quest'opera aveva subito negli ultimi numeri non si ferma. Lo ripeto, è davvero un peccato. Ed è anche una delusione, essendo stato disegnato da un autore geniale come Naoki Urasawa.
Valeva davvero la pena di inserire un'ennesima minaccia contro l'umanità, al solo scopo di allungare ulteriormente il brodo? Non penso. Anche perché questo problema finale (che viene presentato e risolto in maniera davvero poco realistica) serve solo a fare da contorno alla risoluzione del mistero finale che, ammetto, per quanto inusuale, mi è piaciuto parecchio, molto originale e davvero imprevedibile, anche se il modo in cui si scopre la verità mi ha lasciato un po' di amaro in bocca.
Comunque sia, se vi è piaciuto 20th Century Boys, non potete assolutamente perdervi questi due volumi conclusivi. Anche se toccano un livello non accettabile per un genio come Urasawa, forniscono una spiegazione adeguata a quello che è il principale mistero di tutta la seconda parte dell'opera. Forse non vi piacerà, ma ne vale la pena.


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OhCheBello

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
La conclusione finale di un grande capolavoro. Ecco che finalmente possiamo commentare tutti i protagonisti di 20th century boys, dal primo all'ultimo, poichè li abbiamo conosciuti a tutto tondo. Ma nel farlo abbiamo dovuto lasciarci alle spalle il tanto desiderato e malinconico ventesimo secolo, ora siamo nel ventunesimo secolo e quel gioco di tanto, tantissimo tempo fa, di quando loro erano ragazzini, deve finire. Ma sopratutto, più di ogni altra cosa, possiamo smetterla di corroderci il fegato e sapere, una volta per tutte, il vero volto dell'amico.

Dopo aver finito di leggere un manga del genere solo una cosa mi viene da dire; "Naoki Urasawa, sei un maledetto genio!"


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GIGIO

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
Non si può giudicare 21St Century Boys senza considerare i 22 volumi precendenti di 20th Century Boys. Molti parlano di appendice, di manga a se stante, di storia "per concludere". Io credo semplicemente che questi siano il numero 23 e 24 di 20th Century Boys. Punto e basta. Quest'opera infatti conclude le vicende lette ed ammirate del suo chiamiamolo predecessore. Molti nodi vengono al pettine, molti misteri vengono risolti pur lasciando qualche buco immagino volontario da parte dell'autore. Diciamo che il grosso viene svelato, un finale che a me è piaciuto molto e che ho trovato sicuramente impensabile all'inizio. Oserei dire che mi hanno quasi più intrigato questi due volumi dell'intera serie precedente. Perché qui ti avvii ad una conclusione, ogni intuizione, ogni spiegazione è probabilmente definitiva. Negli altri volumi ogni qualvolta che dicevo "trovato" sapevo già che non era possibile essendo magari ancora lunga la strada verso la conclusione.
Anche in questo caso disegni semplici ed espressivi, avvolti come al solito nel mistero e nel pathos della trama.
L'edizione richiama ovviamente quella di 20th Century Boys, in sostanza identica nel layout e nel prezzo. Direi ottima se non per il prezzo leggermente esagerato.
Nel complesso è un manga che non si può leggere singolarmente, come guardare un film di 3 ore partendo da 2h50'. Uguale. Non lo si può giudicare individualmente per cui mi limito a dare il voto che ho dato a 20th Century Boys ossia voto 10.


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TheRolandDeschain

Volumi letti: 2/2 --- Voto 6
Ne valeva davvero la pena?
Nel mondo dei lettori di manga assidui si sa bene che lo stile di Naoki Urasawa lascia quasi sempre finali molto aperti e liberi di interpretazione da parte del lettore. C'è chi come me apprezza questo tentativo dell'opera di fuoriuscire dai confini dell'opera stessa per prendere la forma di molteplici interpretazioni che solo i lettori sanno dare. C'è chi invece abituato da altre tradizioni di maestri pretende di essere imboccato dall'autore fino alla fine, finale incluso, disabituato a interpretare liberamente col proprio intelletto una situazione volutamente ambigua come sono appunto i finali preferiti da Urasawa.
Il finale di "20th century boys" ha, effettivamente, lasciato un po' di amaro in bocca, lo ammetto.
Ma valeva la pena spendere questi due volumi per un ennesima minaccia al pianeta Terra da parte dell'Amico, assieme alla curiosità di capire chi davvero fosse l'Amico stesso?
E' difficile recensire "21st Century Boys" senza ricadere nello spoiler, molto difficile. Dico che Urasawa avrebbe potuto utilizzare molto meglio questi due volumi presuntuosamente definiti come "risolutivi" in maniera eufemistica.
Il pregio dei due volumi è senz'altro quello di colmare un gap temporale che nell'opera precedentemente non viene narrato e, diciamolo, anche quello di far conoscere al lettore le risposte che i numerosi personaggi della serie hanno da presentare dopo l'Apocalisse causata dall'Amico.
Ma non è abbastanza, non per Urasawa almeno, mica uno qualunque. L'opera si presenta come una superflua appendice (a posteriori, intendiamoci, mica a priori visto che di materiale su cui cantare ce n'è parecchio..) a un'opera monumentale che avrebbe contemplato un finale degno o perlomeno una uscita di scena in puro stile Urasawa, volutamente ambiguo. Per una piena visione d'insieme rimando i lettori alla mia recensione su "20th Century Boys".
Consiglio la lettura per mera completezza o per puro amore nei confronti dell'autore, o perlomeno non avvicinatevi a quest'opera con troppe aspettative, perché verrete inevitabilmente delusi.


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micheles

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
Non ha senso distinguire tra "20th Century Boys" e "21st Century Boys" che formano insieme la stessa opera (non ho capito il motivo della divisione, si direbbe una manovra puramente commerciale) quindi scriverò una sola recensione per entrambi.

Su "20th Century Boys" è stato detto molto e a ragione, perché si tratta di un'opera ricchissima. Il manga copre oltre quarant'anni di cultura popolare giapponese (e non solo) con innumerevoli riferimenti a cinema, musica, manga ed anime. Non è certo una lettura semplice. Lo consiglio a coloro i quali non si fanno spaventare da trame mastodontiche e storie complicatissime che si dipanano in tranche temporali incrociate, con centinaia di personaggi e innumerevoli sottotrame. Lo consiglio anche agli amanti del grottesco e del trash: Urasawa è un autore intelligente ma non intellettuale e le sue referenze culturali sono assolutamente popolari (il wrestling giapponese, il bowling, i robot giganti, la parapsicologia alla Uri Geller, il rock, eccetera).

"20th Century Boys" andrebbe letto con una colonna sonora opportuna: io sono ignorante in materia di musica rock, ma ho rimediato vedendomi in contemporanea con la lettura i tre film giapponesi di "20th Century Boys". Come film non sono memorabili, ma ha senso vederli non fosse altro che per la colonna sonora, per ascoltare le canzoni di cui Urasawa scrive.

Leggendo vari commenti online ho notato che ci sono due punti di vista diametralmente opposti sul finale: chi è rimasto deluso e chi è rimasto soddisfatto. Com'è è possibile che ci siano pareri così discordanti? Quali sono i misteri importanti che secondo i detrattori sono rimasti aperti? Io non lo so, sono uno di quelli secondo cui "21st Century Boys" chiude tutte le fila ed è una perfetta conclusione di questa saga magistrale, seconda solo a "Monster". In particolare le ultime pagine sono stupende perché permettono finalmente di capire le primissime pagine dell'opera (vi ricordate l'inizio del manga ambientato nel 1971, quando Kenji diffonde nella scuola media la musica di "20 Century Boys" a tutto volume?). Dopo 24 volumi e più di 5000 pagine Urasawa finalmente chiude il cerchio e ci fa capire il significato di quella scena: capiamo così (come se ce ne fosse bisogno) che era già stato tutto perfettamente orchestrato fin dall'inizio.

<b>[Attenzione: possibile spoiler]</b>

Molti criticano il fatto che ci siano due Amici e ammetto che la cosa ha lasciato sconcertato anche me, ma è evidente che si tratta una scelta voluta da Urasawa fin dall'inizio e non una mossa dettata dalla mancanza di idee e dal bisogno di tirare in lungo: per questo motivo non mi sento di abbassare il mio voto, che resta un 10 convinto.


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chiquadr0

Volumi letti: 2/2 --- Voto 6
Cosa dire di questa appendice? Forse ridicola. Finito di leggere 20th Century Boys devo ammettere di essere rimasto davvero con l'amaro in bocca. Speravo quindi che in questi 2 ultimi volumi la storia venisse definitivamente dipanata. Mai pretesa più assurda. Urasawa non ha fatto che ignorare alcuni degli enigmi a cui ha dato vita nella prima serie evitando di fatto i problemi che ne sarebbero potuti scaturire, concludendosi, inoltre, nel più banale dei modi. La storia scade in un buonismo gratuito, dove la fanno da padroni le solite frasi come: "Il bene vince sempre!" oppure "E vissero felici e contenti. Urasawa porta a casa la sufficienza, questa volta stiracchiata.


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Gianluca18

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
Capolavoro eccezionale del maestro Naoki Urasawa. I due volumetti di "21st Century Boys" sono palesemente il continuo di "20th Century Boys", quindi è impossibile poter leggere questo manga senza prima aver visionato "20th Century Boys". Questa storia, creata dalla brillante mente di Urasawa, ha qualcosa di eccezionale, riesce a mantenere un costante mistero e intrigo lungo l'arco di tutti i volumi, una storia costruita su tre piani temporali: presente, passato e futuro. Il manga viene gestito dall'autore in maniera madornale, tutti i personaggi vengono caratterizzati alla perfezione. Una storia a dir poco stratosferica.


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aldoddo

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
E' la conclusione di 21st Century Boys, anche se vedo inutile questa divisione: è un tutt'uno, inutile leggere questi se non si sono letti i precedenti volumi, qui si chiariscono alcuni dubbi sorti nei 22 volumi precedenti, tutte le tessere del mosaico creato da Urasawa vanno al loro posto. Resta un capolavoro di inestimabile bellezza, un manga che fa perdere la testa in alcuni tratti, la trama è ben strutturata, pieno di colpi di scena... assolutamente da leggere.


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Tano-kun

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
[<b>Attenzione Spoiler</b>]
Da grande appassionato di 20th Century Boys (che con questo prosieguo è praticamente un tutt'uno) non do a quest'opera il massimo dei voti.
C'è qualche forzatura e il secondo Amico è poco tratteggiato, sebbene tra la fine di 20th e 21st si fornisce qualche elemento. È differente da Fukubei, non è una sua copia spudorata. Ha molte più debolezze e minore personalità dell'<i>originale</i> (se così possiamo chiamarlo). Uno di cui nessuno si ricorda, che è come se non sia esistito. «Non si muore fino a quando qualcuno ancora si ricorda di te» dice un vecchio adagio. Di Katsumata nessuno si ricorda nemmeno da vivo. E lui lo sa benissimo. Odia questo «inutile mondo».

Bella la conclusione delle vicende di Manjome (che si può definire... sempliciotto), commovente Sadakiyo. Imbranato Kenji :) Coerente e finalmente pacificato con sé stesso Occio.
Masao Tamura rappresenta il mondo che riprende coscienza della frode dell'Amico.

Direi che tutto viene chiarito, senza dubbio le cose più importanti (e sapere che faccia avesse Katsumata non lo è).
Unica nota negativa le rivelazioni mentali di Sadakiyo a Kanna... Pazienza.
Il voto finale unico di 20th+21st rimane comunque 10 ;)


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Ewil

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
Bellissimo manga anche per chi non abbia letto 20th Century Boys. Questi due volumi riescono a farti una panoramica della precedente serie e a dare un finale soddisfacente all'opera. Quest'opera è targata Urasawa, quindi non ci si può aspettare altro che un capolavoro seinen tra i migliori con personaggi ben caratterizzati una storia intrigante e ben impostata che prende subito sin dalla prima pagina.


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Older

Volumi letti: 24/2 --- Voto 9
Il mio voto e commento riguarda l'intera opera, considerando la divisione fra 20th e 21st inesistente.
I temi fondamentalmente trattati sono 2:
- l'amico, figura che giustamente viene comparata al Big Brother di Orwell;
- l'infanzia dei protagonisti, tema trattato anche in Monster.
Elementi che insieme danno il vero significato e messaggio dell'opera di Urasawa, quello delle promesse, dei sogni non mantenuti,dei valori che finiscono per esser corrotti,non è infatti un caso che il periodo scelto sia quello della fine degli anni 70. Ci ritroviamo quindi un Kenji che sogna di diventare un eroe ma da adulto è solo un irrealizzato, mentre l'eroe diventerà la parte corrotta della sua infanzia, l'Amico.
Amico e relativa identità sono stati sicuramente i punti di maggior interesse sotto l'aspetto più commerciale. La rivelazione finale e le motivazioni di fondo si rivelano però meno commerciali e di lettura meno facile, tant'è che molti sono rimasti insoddisfatti , proprio per non essersi calati nella sua mentalità infantile.
I maggiori difetti dell'opera si riscontrano invece in un eccessivo spazio dato ai vari personaggi minori pur di far a vere a tutti una loro rivalsa e nel aver lasciato in sospeso piccole sottotrame di cui già si poteva far a meno dal principio.


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DarkCronos

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
Impossibile leggerlo a parte, o pretendere che sia una mera appendice di 20Th Century Boys, questi sono semplicemente i volumi finali del capolavoro di Urasawa. Tutti i misteri finalmente spiegati, tutti i tasselli vanno al loro posto e si resta ad un tempo meravigliati per quest'opera colossale, e svuotati... A quando il prossimo masterpiece?

dinogen

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dinogen

Volumi letti: 2/2 --- Voto 1
Ridicola appendice di un fumetto che ha perso la strada.
21 century boys è la giusta Waterloo. Il disastro finale di 20 Century Boys, una storia cominciata come un capolavoro, evoluta in un caos totale e finita in una ridicola pantomima.
La cosa veramente grave è che l'autore ha scelto di risolvere i misteri semplicemente ingnorandoli. Una vera presa in giro.