L'edizione 2023 di Games Week e Cartoomics ha dato la possibilità di incontrare grandi ospiti internazionali. Grazie a J-Pop Manga abbiamo infatti avuto l'onore di avere in Italia Shin'ichi Ishizuka, autore di due grandi opere come Gaku e Blue Giant, accompagnato da Number 8, co-autore di Blue Giant Supreme, il manga presentato in anteprima proprio alla manifestazione milanese, ed editor della serie sin dal suo esordio. 

Attraverso una tavola rotonda organizzata da J-Pop Manga abbiamo abbiamo potuto intervistare questi due artisti e vi riportiamo di seguito l'intervista integrale. 
 

Presentazione: Grazie per essere qui, abbiamo con noi Shin'ichi Ishizuka, autore di Blue Giant e Number 8, editor dell'autore sin dal suo esordio e co-autore di Blue Giant Supreme. Come vi abbiamo anticipato le domande saranno rivolte ad entrambi gli autori e ognuno risponderà in base alla sua area di competenza. 

Blue Giant, Blue Giant Supreme, Blue Giant Explorer, Blue Giant Momentum. Come mai avete voluto dividere questa saga in capitoli distinti? Come avete scelto i titoli per ciascun capitolo?  

Shin'ichi IshizukaAll'inizio non avevamo intenzione di dividerlo in serie, però quando abbiamo finito di scrivere la parte su Tokyo, su idea di Number 8, abbiamo pensato di dare un altro nome, di creare un'altra serie, di creare un nuovo mondo.

Number 8: In base alle serie i personaggi che circondano il protagonista cambiano. Il primo è ambientato in Giappone, poi in America, a New York. È una cosa che si basa sui personaggi che compaiono nelle storie. 


Blue Giant è un manga incredibile dove la musica e la sua potenza possono essere percepiti attraverso le pagine. Come ha lavorato a livello tecnico per far sì che il lettore riuscisse a percepire tutto questo attraverso il disegno? 

SI: All'inizio non avevamo proprio idea di come poter trasmettere il senso della musica. Abbiamo preso spunto da molti manga attivi, che magari parlano delle moto oppure di sport, di baseball, che utilizzano molto anche il suono. Dopo essermi consultato con Number 8 abbiamo voluto ad esempio aggiungere delle linee in più, oppure abbiamo voluto mostrare degli oggetti che si sparpagliano, che volano. Alla fine siamo riusciti a trovare una nostra tecnica.  

Qualcuno può pensare che soltanto in Gaku ci siano delle splendide ambientazioni, con il paesaggio montano e questi paesaggi da cartolina. Ho però notato che anche in Blue Giant, nonostante ci sia un ambiente urbano, siete riusciti a creare qualcosa di veramente meraviglioso, con delle scenografie molto particolari. Volevo capire se queste ambientazioni e queste scenografie venivano da vostre esperienze personali o se fossero invece tutta rappresentazioni di fantasia. 

SI: Possiamo dire che si basano sia sulla realtà che sull'immaginazione. Diamo molta importanza alla descrizione degli ambienti. Trattandosi di storie ambientate al giorno d'oggi cerchiamo di essere i più realisti possibile. Quindi ci sono delle ambientazioni a Monaco di Baviera, o anche in Italia. Cerchiamo di fare una bella ricerca per essere i più convincenti possibile, per essere credibili, per far si che i personaggi esistano veramente nei luoghi in cui la storia è ambientata. 

Una delle caratteristiche di Dai in Bue Giant, almeno nella fase iniziale, è che non riesce a descrivere il jazz agli altri. Avete una vostra definizione di questo genere musicale?

N8: Il jazz è qualcosa di molto eccitante e complesso, è proprio una caratteristica che accomuna e che rappresenta questo genere musicale. Non riesco a dare una risposta vera e propria ora, ma siamo sempre alla ricerca. Sappiamo che c'è un punto di arrivo, che noi non conosciamo ancora, ma si, il jazz è qualcosa di molto sofisticato

SI: Ha tanti aspetti, può essere molto elegante, molto da adulti, quindi più tranquillo. L'idea iniziale che ha il protagonista nel manga è quella di poter diventare più figo attraverso il jazz, cioè un qualcosa di eccitante che gli permette di diventare più adulto. Come concezione il jazz può risultare anche più aggressivo, c'è quindi tanto pathos. Inizialmente l'immagine del jazz all'interno di questo manga è qualcosa di molto passionale. 

In ogni pagina di Gaku traspare tutto il suo amore per la montagna. Come nasce in lei questa passione e quando ha deciso di renderlo il tema principale del suo primo manga?

SI: Mi piacciono tanto la montagna e il trekking. Ho voluto trasmettere questa passione e la bellezza della montagna ai lettori. Abbiamo iniziato a lavorare su Gaku insieme, poi dopo qualche anno ho deciso di portare Number 8 in montagna. Era la sua prima montagna e da allora ha detto: "Mai più in vita mia!" (ridono). 

Considerando il cambiamento climatico e l'esplosione delle attività outdoor, l'etica alpinistica e ambientale di Sanpo Shimazaki di Gaku del 2003 è ancora attuale o dovrebbe adeguarsi nel bene e nel male al nuovo alpinismo di massa?

SI: Non ci avevamo mai pensato. Adesso che ci abbiamo pensato ci sentiamo in dovere di trattare questo tema, che è un argomento molto serio, quindi oggi avremmo sicuramente parlato del cambiamento climatico. I ghiacciai si stanno sciogliendo e quindi avrebbe avuto una sua influenza nella storia. 



Per creare il personaggio di Sanpo si è ispirato ad uno o più alpinisti reali? Vede in Sanpo qualche personaggio dell'alpinismo odierno? 

SI: Mi sono ispirato ad alcuni miei compagni di trekking ed in particolare ad un'alpinista, Naomi Uemura, che ha girato per il mondo. Sono stato molto influenzato da lui, una persona molto energica. Vedendo gli alpinisti attuali e i loro filmati percepisco sempre qualcosa in comune tra di loro, che sono molto tranquilli. 

N8: Il carattere di Sanpo è proprio come quello di Shin'ichi Ishizuka (ride). 

Da amante del jazz ho avuto subito un feeling con Blue Giant. Come mai la scelta di questo percorso musicale del protagonista? Durante la realizzazione dell'opera ha ascoltato del jazz o ha assistito ad alcuni concerti?  

SI: È lo stesso discorso fatto per Gaku, mi piace molto il jazz e volevo trasmettere la mia passione ai lettori. Soprattutto ai più giovani. Quando ho proposto questo progetto ho invitato Number 8 ad un concerto di jazz, lui infatti non era appassionato, non aveva mai ascoltato il jazz. Mi disse: "Bello il jazz! Si potrebbe fare". Così è nata la storia. 

Un aspetto che ho trovato molto interessante in Blue Giant, dagli inizi della carriera di Dai, è stato il rapporto con la sua famiglia. A differenza di molte famiglie, sia della finzione che del mondo reale, c'è stata poca resistenza da parte dei genitori verso la carriera artistica del proprio figlio. Come mai avete scelto di non approfondire questo conflitto o comunque di non portarlo nell'opera? 

N8: Effettivamente anche in Giappone se vivi con il jazz sei considerato un po' un folle, quindi una famiglia normale fermerebbe il proprio figlio. Invece noi volevamo creare quell'immagine di famiglia ideale, che spinge il figlio ad andare avanti, a proseguire con quella strada, che sì, è irrealista, ma volevamo spingere il jazz a tutti i costi.  

Volevo chiedere se vede qualche assonanza tra il processo col quale lei costruisce le sue storie e la composizione della musica jazz. Parte da una struttura base per poi improvvisarci sopra?

N8: Prima di sviluppare una storia ci parliamo e facciamo una riunione. Diciamo che riusciamo a trovare anche un po' casualmente le idee. Tutto questo è molto simile ad un'improvvisazione jazzistica. Non abbiamo un'idea specifica, poi ci incontriamo, parliamo e riusciamo a trovare qualche spunto. Non sappiamo ancora come andrà ad evolversi la storia che sarà pubblicata a breve, neanche quella che sarà pubblicata il prossimo mese. 

Tra i bonus track a fine del volume ci sono queste mini interviste del futuro ad alcuni personaggi del manga che ricordano Dai. Come è nata questa idea?  

N8: La storia racconta l'evoluzione del protagonista che avviene molto lentamente, quindi per fare in modo che i lettori non si annoino abbiamo voluto aggiungere questo piccolo trucco, che sarebbe l'intervista dal futuro. 

Mi colpisce che talvolta si fanno spoiler di eventi attraverso queste mini interviste. È una scelta voluta per tenere più viva la narrazione?  

N8: Si esattamente, per non far annoiare i lettori. Tuttavia è molto strano perché noi inizialmente non ci pensiamo troppo, e dopo siamo invece costretti a dover seguire questa linea. Diventa un insieme di cose da fare. È un po' strano il rapporto che abbiamo con questo trucco, come nel jazz diventa una mini improvvisazione.  

Attraverso Gaku ha raccontato la sua passione per la montagna e attraverso Blue Giant la sua passione per la musica jazz. C'è qualcos'altro che le interessa e che vorrebbe magari trattare in futuro in un manga? 

SI: Al momento no, la sto cercando. A me vengono sempre delle idee spontaneamente, mentre per Number 8 non è la stessa cosa. Per esempio a me piace molto la sauna.... (ride) 

In Blue Giant il protagonista ha una storia molto lineare che cresce strada facendo, capitolo dopo capitolo. In Gaku abbiamo invece abbiamo una storia formata in capitoli, cioè a tinte verticali, con molti più personaggi. In quale delle due strutture narrative vi siete trovati meglio e perché?  

SI: Blue Giant è una storia lineare dove gradualmente il protagonista cresce. Gaku è invece una storia che va di capitolo in capitolo. Non c'è una crescita personale del protagonista, viene influenzato da altri personaggi in ogni capitolo. Per me è più facile lavorare in questo modo, perché basta che penso ad una storia ed è finita lì. Ora invece sto facendo una cosa molto più difficile, è per quello che chiedo l'aiuto di Number 8, ho molta fiducia in lui. 



Dai nella sua carriera da jazzista ha dovuto affrontare diverse difficoltà ma non si è mai tirato indietro. È successo anche a lei di vivere situazioni simili come mangaka? Come le ha affrontate?

SI: Dai ha un percorso pieno di ostacoli, ma riesce a superarli, sia da solo che aiutato dai vari personaggi. Anche per me è uguale, ma grazie a Number 8 riesco comunque a superare tutti i muri. 

Come mai ha deciso di fare una cosa così contrastante tra l'opera di Gaku, dove i protagonisti sono la montagna ed il suo silenzio, e l'opera di Blue Giant che invece racconta di musica jazz e tutto il suo retaggio? 

SI: Non mi ero mai accorto di questo, è stato un caso in realtà.

Parlando di Blue Giant Momentum come vi siete rapportati con il regista sulle sequenze più oniriche, come i concerti live, che hanno una differenza stilistica notevole rispetto al manga, dove invece è tutto più cinetico?   

N8: Abbiamo fatto un sacco di riunioni. Per le scene più movimentate ci siamo affidati completamente al regista, di cui ci fidiamo molto. Poi abbiamo controllato comunque i boards. 

Cosa vi spinge a scegliere come argomenti per questi manga temi così peculiari e specifici come appunto il jazz o l'alpinismo? 

N8: Ishizuka è un po' un caso anomalo, perché solitamente ogni mangaka ha solitamente il suo cavallo di battaglia, il suo genere, chi tratta di calcio continua a fare manga sul calcio o sul basket. Lui aveva avuto successo con la montagna, quindi tutti si aspettavano che ne creasse un altro sulla montagna. Tuttavia abbiamo pensato che così sarebbe stato noioso e così abbiamo voluto dare un cambio brutale al tema trattato. Quando era nata l'idea di Gaku in realtà in molti si erano opposti. Ci dicevano: "Ma chi è che ne capisce di montagna? Non avrà successo!". Invece è avvenuto il contrario. Anche quando abbiamo pensato al jazz in molti si erano opposti. Quindi quando non vengono approvati siamo in realtà molto contenti, pertanto vi chiediamo: "Come vedreste un manga sulla sauna?" (ridono) 

Lei ha studiato meteorologia negli Stati Uniti. Come ha fatto uno studente di meteorologia a diventare un mangaka? Ho notato tante somiglianze tra questa storia, la sua personale, e quella di Dai Miyamoto, infatti entrambi, quasi dal nulla, da autodidatti, crescono pian piano e si fanno conoscere prima in Giappone e poi in in tutto il mondo, attraverso una crescita molto forte. È un paragone sensato? 

SI: La vita è una sola, quello che ti piace lo provi a fare. Poi se non hai successo pazienza, trovi qualcos'altro. Questa è più o meno la mia filosofia. Ero consapevole del fatto che era troppo tardi per cambiare carriera e invece l'ho fatto. Effettivamente è una cosa in comune con il personaggio di Dai. Cerco sempre di pensare che tra poco morirò. 

Volevo chiedere se c'è stato un jazzista che ha impattato in maniera maggiore sull'opera di Blue Giant. Ne vengono citati diversi come Miles Davis e John Coltrane. C'è qualcuno che ha impattato in maniera più importante?  

SI: Si ci sono un sacco di musicisti da cui prendo spunto. Io vorrei diventare una porta di accesso per far conoscere questo mondo. Prendo spunto da tanti jazzisti attuali, anche quelli recenti, e sono molto influenzato da John Coltrane, così come dalla jazzista giapponese Uehara Hiromi, che ha composto le musiche del film Blue Giant Momentum

Il suo stile è davvero molto curato, ricco di dettagli, ben strutturato sia dal punto di vista grafico che narrativo, come lo ha sviluppato negli anni? Ci sono mangaka che magari apprezza particolarmente che magari l'hanno influenzata?

SI: I disegni sono ben strutturati perché me lo impongo, è una mia prerogativa. Ci sono tantissimi mangaka importanti ma io non mi sento mai alla loro altezza. Ad esempio prendo spunto da Tetsuya Chiba, per i personaggi e i loro tratti. C'è una scena all'interno di un suo manga dove viene rappresentata una scena di sumo in cui ogni spettatore è in una posa diversa. Lo apprezzo tantissimo. 

In Gaku le persone coinvolte negli incidenti vengono trattate con grande rispetto, mentre spesso in Italia, ma forse anche in Giappone, vengono viste più come irresponsabili. Con il suo manga voleva anche cercare di smontare questa idea e preconcetto? 

N8: Gli alpinisti che muoiono in montagna vengono visti più o meno nello stesso modo in Giappone come in Italia, ossia degli irresponsabili. Ci eravamo accorti di questo, e abbiamo voluto dire che eravamo dispiaciuti che venissero giudicati così. In questa maniera il trekking veniva mal visto e la gente avrebbe smesso di andare in montagna. Volevamo quindi trasmettere l'aspetto positivo della montagna ed è forse è anche il vero tema di quest'opera, ossia il contrasto tra il divertimento e la morte in montagna. 

Per la musica presente in Blue Giant Momentum voi avete dato qualche indicazione oppure avete lasciato carta bianca alla compositrice? 

SI: Abbiamo dato delle indicazioni molto generiche. Lo volevamo molto ritmato ma anche un poco più pesantino. Infatti ci dicevano: "Ma come? Pesante?". E noi dicevamo di sì, perché l'età giovanile non è tutto allegria e felicità, quindi lo volevamo un po' più dark. Quindi abbiamo dato queste indicazioni generiche. Poi l'artista ci ha mandato un sacco di demo musicali e ci siamo confrontati. Comunque diciamo che a decidere il tutto è stata l'artista. 

Il vostro obiettivo con Blue Giant è stato quello di avvicinare il jazz ai giovani. Cosa ne pensate voi delle contaminazioni che ha il jazz? Quello che suona Dai è jazz puro però c'è anche il jazz fusion, collegato alle culture locali. Cosa ne pensate? Potrebbe aiutare a fare avvicinare i giovani al jazz? 

SI: Sì, il jazz di Dai è molto classico mentre nella realtà ci sono tante tipologie di jazz. Anche noi siamo curiosi di vedere l'evoluzione della musica di Dai. Tuttavia io non sono un musicista jazz, e quindi non ho un mio pensiero in tal senso, penso che il jazz potrebbe essere anche più semplice e accessibile per tutti, non così complesso come invece è descritto al giorno d'oggi. 

Ringraziamo sentitamente J-Pop Manga per l'opportunità di incontro e Michele Mari per le fotografie.