Con l'arrivo di una versione aggiornata del primo capitolo di Monster Hunter Stories su PC, Nintendo Switch e Playstation era lecito aspettarsi che anche il secondo episodio raggiungesse finalmente i "lidi mancanti", in quanto nel 2021 il gioco venne pubblicato solamente su console Nintendo e PC, lasciando a bocca asciutta i giocatori Sony che erano stati deliziati qualche anno prima con l'esclusività di World, Capcom non è rimasta indifferente ed ha quindi colto la palla al balzo per pubblicare il seguito Wings of Ruin anche su Playstation, noi abbiamo avuto modo di provare diverse ore in compagnia del titolo e siamo pronti a svelarvi se valga la pena di immergersi nuovamente in questa versione alternativa della conosciuta serie di caccia
 
Il secondo capitolo della serie Stories riesce ad essere un upgrade netto del primo

La trama di Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin risulta fortunatamente totalmente staccata dal primo capitolo (fatta eccezione per pochi personaggi di ritorno come il simpatico felyne Navirou) e risulta dunque godibile anche da chi non si è approcciato ad esso, stavolta inoltre si presenta nel complesso decisamente più cupa: sull'isola di Hakolo è stata avvistata una sparizione di massa dei Rathalos che minaccia di sconvolgere l'intero ecosistema, inoltre come se non bastasse ad una ragazza wyveriana di nome Ena è stato affidato un particolare uovo contenente al suo interno un cucciolo della sopracitata specie caratterizzato da ali nere, la cui nascita è vista dai cacciatori locali come presagio di sventura, ad alimentare queste teorie ci pensa lo strano comportamento dei mostri che adesso presentano degli strani occhi rosa fosforescente e si comportano in maniera decisamente più aggressiva del solito; sarà dunque compito del nostro protagonista (discendente del leggendario rider Red) scoprire il mistero che si cela dietro a questa insolita catena di fenomeni.
 
La storia del titolo ci ha sorpreso in positivo, con tematiche più mature ed interessanti

Dal punto di vista del gameplay la base del titolo rimane decisamente simile all'originale, con un'impostazione a turni votata ad un semplice sistema "carta-forbici-sasso" per eliminare i propri avversari, contando al contempo sulla collaborazione dei mostri che recluteremo e gli attacchi che potremo eseguire in sincro con loro, le vere differenze tuttavia si trovano nel momento in cui si sviscerano non solo la progressione dell'equipaggiamento ma soprattutto lo sviluppo dei mostri: la prima grande novità che possiamo infatti notare è che a differenza del primo capitolo dove potevamo scegliere come armi lo spadone a due mani, il martello, la combo spada e scudo ed il corno da caccia stavolta avremo a nostra disposizione anche l'arco e la lancia fucile, non solo, ma il gioco incentiverà lo sviluppo di più armi, in quanto durante la battaglia potremo, tramite un apposito comando, cambiare arma al volo, passando da build più offensive ad altre di supporto o ibride, plasmando il nostro stile come meglio crediamo, ma è nel momento in cui metteremo mano allo sviluppo dei mostri che ci si aprirà un vero universo di possibilità, a differenza del primo capitolo dove la maggior parte delle statistiche erano randomizzate e quindi la caccia al mostro perfetto risultava più tediosa, in questa seconda iterazione potremo agire direttamente sui geni dei nostri piccoli alleati, ogni mostro dispone infatti di un gene base che lo contraddistingue e di una griglia 3x3 dove poter slottare altri geni, questo sistema nelle prime ore risulterà confusionario e poco utilizzato, ma dopo aver acquisito il Rito della Canalizzazione sarà tutta un'altra storia, potremo infatti sacrificare un mostro ad un altro della stessa specie per permettergli di ereditare il suo gene più potente oppure rimpiazzare geni già esistenti con altri più forti, qualora inoltre dovessimo riuscire a slottare più geni dello stesso elemento riceveremo un bonus bingo che aumenterà ulteriormente le statistiche del mostro, arrivando addirittura a permettergli di cambiare elemento utilizzato, questo sistema combinato alle nuovissime tane oro che permettono di trovare uova di qualità superiore ci consentirà davvero di portare i nostri mostri preferiti ad un livello superiore, inoltre non c'é neanche da preoccuparsi troppo sul dover panchinare momentaneamente qualcuno, in quanto tutto il nostro roster prenderà esperienza ed il farming sarà semplificato dal fatto di poter eliminare all'istante i mostri sensibilmente più deboli del nostro party, rendendo il grind di subquest una pratica molto vantaggiosa; a ciò si aggiunge inoltre la possibilità di giocare in cooperativa con altri giocatori (che tuttavia non abbiamo potuto testare per ovvie ragioni).
 
Il sistema di sviluppo dei geni è qualcosa di innovativo per il genere che ci ha permesso di plasmare i mostri a nostro piacimento

Se una critica che avevamo fatto al primo capitolo era quella di risultare troppo "low quality" e figlio dell'era 3DS, il secondo non soffre decisamente di tutto ciò, offrendo scorci davvero maestosi ma soprattutto cutscenes curate e ricche di dettagli, che riescono a sfruttare pienamente la potenza di PS5 rendendola praticamente identica alla controparte PC (con tempi di caricamento pari quasi a zero grazie all'SSD della console); sul fattore longevità non possiamo ovviamente ancora pronunciarci ma è già evidente fin da subito un ammontare di contenuti doppio se non addirittura triplo rispetto all'originale.

 
Se con Monster Hunter Stories 1 ci siamo davvero divertiti, con Wings of Ruin ci siamo proprio innamorati, la seconda iterazione del brand riesce a risolvere diverse pecche del primo capitolo proponendo al contempo una storia più matura ed interessante ed uno sviluppo dei mostri stratificato e dalle infinite possibilità; al momento non possiamo dire altro a causa del poco tempo a disposizione per la nostra prova ma torneremo sicuramente a parlarvene con piacere in sede di recensione, quando il titolo approderà su console Sony insieme alla riedizione del primo episodio il prossimo 14 giugno.