A giudicare dal numero di commenti agli episodi, alle notizie con le prime impressioni e alle discussioni sulle varie schede utente del sito, possiamo constatare che sono in molti gli appassionati che seguono gli anime più recenti in diretta col Giappone, settimana per settimana. Oltre a questi, tuttavia, esiste una fetta non trascurabile che preferisce invece attendere la conclusione delle varie serie, per poi orientarsi sui titoli maggiormente apprezzati senza la necessità di sottostare alle uscite giapponesi, ma potendo gestire a propria scelta i tempi di visione. Questa rubrica nasce principalmente per questi ultimi, per dare una visione conclusiva della stagione e consigliare gli anime maggiormente apprezzati dai vari redattori del sito. In questa nuova impostazione della rubrica abbiamo preso in esame tutte le serie concluse nella primavera e ogni redattore ha consigliato le due serie preferite e le motivazioni del proprio apprezzamento.
Questa rubrica vuole anche dare l'occasione agli utenti che hanno seguito le varie serie in diretta di consigliare a loro volta i loro titoli preferiti. Pensate che qualche anime meritevole sia passato in sordina? Oppure non siete rimasti molto convinti da qualcuno dei successi stagionali? Ditecelo nei commenti.
N.B. Si è deciso di considerare quelle serie che arrivano ufficialmente in Italia in streaming con qualche mese di ritardo nella stagione del loro arrivo in Italia.
Il Rock è il diletto di una Lady
Il rock è il diletto di una lady si presenta come una brillante e irriverente decostruzione del genere girls' band, mescolando ironia, critica sociale e tensioni yuri. Ambientato in un collegio femminile d'élite, l'anime segue la ribellione musicale di Lilisa e Otoha, due ragazze legate da una passione incendiaria per il rock. La regia creativa, le musiche delle BAND-MAID e l’uso del motion capture donano autenticità e dinamismo alle performance. Tra colori accesi, personaggi carismatici e momenti sopra le righe, la serie diverte e sorprende. Peccato solo per l’assenza di una vera conclusione, che ci lascia in attesa di una seconda stagione.
The Too-Perfect Saint: Tossed Aside by My Fiancé and Sold To Another Kingdom
The Too-Perfect Saint, uscito nella stagione primaverile, si è rivelato un fantasy sentimentale piacevole e appagante, con personaggi ben delineati e una storia capace di emozionare. Considerata una santa troppo perfetta e priva di carisma, Philia Adenauer viene ripudiata dal suo fidanzato, il principe Julius, e venduta al regno confinante di Parnacorta. Qui Philia scopre la gentilezza delle persone e la libertà dalle aspettative opprimenti, iniziando un lento processo di guarigione emotiva.
Parallelamente, però, l’anime racconta anche il cammino di Mia, che, al contrario della sorella, è amata e venerata da tutti. Quando scopre gli abusi perpetrati ai danni di Philia, la giovane trova la determinazione per affrontare e combattere le ingiustizie del proprio regno.
Il punto di partenza presenta alcuni cliché narrativi, ma la serie riesce a sviluppare gli intrecci in modo coinvolgente. I legami familiari e l’evoluzione interiore sono messi al centro soprattutto grazie all’ottima regia di Shū Watanabe, che indugia su momenti contemplativi per delineare la psicologia delle due protagoniste.
Peccato per un finale affrettato e semplificato rispetto alla light novel originale, che si riduce alla consueta battaglia contro il super-demone di turno. Tirando le somme fra nove episodi riusciti e tre conclusivi meno convincenti, il risultato resta comunque un anime che merita di essere visto.
Wind Breaker seconda stagione
Nella parola "compagni" si racchiude un arcobaleno di colori caldi e avvolgenti come un abbraccio. L'incomprensione rende soli, la convinzione di non poter essere compresi dagli altri diventa una prigione dalla quale, da soli, non si riesce ad uscire. Con i pugni si riesce a dialogare, non importa quale passato abbiamo vissuto, i pugni sono uguali per tutti, eppure tra i tanti pugni dati basta una mano aperta per cambiare tutto.
Continua da dove era terminata la precedente parte questa nuova stagione di Wind Breaker, come se non fosse mai andata in pausa, tanto da destabilizzare inizialmente gli spettatori. Risse coreografiche, flashback interessanti, caratterizzazione realistica, considerando il contesto, dei vari personaggi tra quelli introdotti e quelli noti al pubblico e dialoghi più o meno incisivi e riusciti, difficile trovare un buon equilibrio ma la serie lo cerca fino all'ultimo secondo. Ben riuscito il personaggio di Tasuku Tsubakino, capace di rubare la scena e nota di merito a Shūhei Suzuri, personaggio più interessante di quanto sembri inizialmente. In questo mondo non sembrano esserci veri nemici, solo trascorsi diversi, ma forse qualcuno la pensa in maniera differente.
Your Forma
Il genere fantascientifico, quando è ben realizzato, riesce sempre ad affascinare. Ci troviamo catapultati in un mondo dove la tecnologia è talmente sviluppata da essere diventata necessaria. Completamente spaesati, causa anche la bizzarra, a voler essere buoni, scelta di saltare l’inizio delle light novel di cui l’anime è un adattamento, facciamo la conoscenza dell’ Investigatrice Echika Hieda e del suo amicus Harold, incaricati su complicati casi di omicidi, spesso efferati. La giovane può utilizzare il “Brain Dive”, una tecnologia simile a quella vista nei videogiochi “AI: The Somnium Files, con cui indaga nei ricordi delle persone per recuperare elementi utili nelle indagini, parti ottimamente rese. Gli amicus sono dei robot, tanto simili agli esseri umani, per aspetto e comportamento, da non poterli distinguere. Devono rispettare le “leggi del Rispetto” i cui concetti ricalcano le celebri leggi della robotica, a loro è impedito nuocere agli esseri umani. Eppure questa premessa viene messa in discussione fin dai primi episodi. Quando tutto diventa più chiaro, dopo alcuni casi interessanti, a partire dal nono episodio, e fino al termine della serie, si ricorda allo spettatore di star vedendo l’adattamento di una light novel vincitrice del prestigioso Denki nel 2020. Tensione, coinvolgimento, dubbi, paure, supportati da una parte grafica all’altezza. Una piacevole visione per gli appassionati del genere.
Il Rock è il diletto di una Lady
Purezza, eleganza, disciplina, delicatezza, conoscenza e apprezzamento delle arti classiche... caratteristiche che una Noble Lady deve incarnare all'interno della prestigiosa accademia femminile che la protagonista Lilisa frequenta. È persino disposta a mettere da parte il suo carattere estroverso e la passione per la chitarra, pur di costruirsi una reputazione degna della famiglia Suzunomiya che ha accolto lei e sua madre. Ma quando incontra Otoha Kurogane “tocca con mano” le rigide spine di una rosa apparentemente fragile che non vede l’ora di scatenarsi con la batteria.
Trascinata dall’entusiasmo di Otoha, Lilisa torna a suonare la sua amata chitarra elettrica e, con il passare dei giorni, ritrova una carica che non provava da tempo. Sente dentro di sé quella scossa che, finalmente, può sfogare e condividere con Otoha e due ragazze che si uniranno successivamente alla band, la timida Tina Isemi e la glaciale Tamaki Shiraya. E con loro è pronta a mandare a quel paese (con molti generosi e fieri diti medi sollevati) lo stereotipo della Lady perfetta e tutti coloro che sminuiscono il suo amore per il rock come un semplice “diletto” o “passatempo”.
Una storia di rivalsa con splendide musiche che tengono lo spettatore incollato all’ascolto e alla visione, grazie ad un’animazione che, tra CGI e motion capture, restituisce al meglio l’energia del vero rock strumentale. Senza contare le due sigle di apertura e chiusura; particolarmente apprezzabile la prima, cantata dal gruppo BAND-MAID, che ascolto ancora oggi a tutto volume e in loop.
Mono
Una piacevole avventura di un gruppo di giovani liceali, una mangaka hikikomori e una motociclista appassionata, unite dalla fotografia e dai video. Esistono tanti modi per fotografare o registrare, e ogni tappa del loro viaggio in giro per il Giappone si trasforma in un ricordo.
Tutti i personaggi si influenzano a vicenda e crescono insieme, imparando e uscendo dalla loro zona di comfort. La protagonista Satsuki Amamiya, nello specifico, è quella che ha dovuto maggiormente affrontare un enorme cambiamento nella propria vita: l’uscita dal club di fotografia della propria senpai Makinohara, ovvero colei che l’aveva ispirata a iscriversi al club. Una vera e propria crisi che la sua compagna An Kiriyama riesce ad alleviare con il suo entusiasmo (e il suo dichiarato amore per la sua Sacchan).
Maestose dighe costruite molti anni prima, montagne il cui aspetto cambia di giorno in giorno, templi nascosti e viste mozzafiato si affiancano a momenti semplici come la condivisione di un pasto o un attimo di ilarità e spensieratezza tra ragazze in un negozio di snack. Una serie anime che "cattura" nella sua semplicità, ma che non si trattiene dallo sfoggiare un character acting intenso e scene dinamiche con animazioni fluide e coinvolgenti.
Apocalypse Hotel
Potrei ricopiare di sana pianta quel che ha scritto metaldevilgear e saremmo a posto, ma non sarebbe professionale, per noi dipendenti dell'Hotel Gingarou. Apocalypse Hotel è a mio parere una delle più piacevoli sorprese degli ultimi anni, sia dal punto di vista della storia (e di come essa sia stata narrata), sia da quello delle animazioni e del comparto tecnico in generale, soprattutto l'episodio 11 che spicca davvero come uno dei migliori episodi da un po' di tempo a questa parte. Tutto funziona egregiamente, a partire dalla danza quasi mai spezzata di Yachiyo nella opening, fino all'ultimo secondo dell'ultimo episodio; tanto nella grande comicità, quanto nei momenti più duri e/o malinconici, la serie riesce a essere coinvolgente. Potremmo dire che il mondo intero di quest'anime ruoti intorno alla visiera per shampoo, fondamentale per la protagonista, che va in crisi (in crash?) quando le cose non vanno come lei crede dovrebbero andare... e non sbaglieremmo, in fondo; Apocalypse Hotel è una serie piena di ganci interni, che tornano e ritornano, come la visiera, o i vermoni, o il dono del primo cliente... è così che si scrive una storia, e fa davvero piacere che qualcuno ogni tanto se ne ricordi.
Metaldevilgear
Apocalypse Hotel
Apocalypse Hotel è stata una delle scoperte più felici di questa stagione. Un anime originale da non trascurare (e già questo è un mezzo miracolo negli ultimi tempi), che riesce a fondere malinconia e leggerezza con un equilibrio raro. L’ambientazione - un mondo dove l’umanità è scomparsa, le città sommerse dalla natura, e un vecchio hotel nel quartiere di Ginza che continua ostinatamente a esistere - è affascinante e piena di suggestioni. Ma il vero motore dell’opera è Yachiyo: un’androide che, pur essendo tecnicamente priva di emozioni, riesce a essere incredibilmente espressiva e simpatica (le sue versioni super-deformed sono semplicemente irresistibili). Inoltre suo essere ligia al dovere e profondamente fedele agli esseri umani - nonostante non ci sia praticamente più nessuno da servire - fa sì che sia impossibile non affezionarsi a lei. Anche i comprimari, generalmente più fracassoni, fanno la loro parte, contribuendo a creare un equilibrio corale che funziona a meraviglia.
Lo humor è un altro punto fortissimo della serie, spesso assurdo ma pieno di trovate, come le running gag dei "trofei sbloccati" da Yachiyo, o della visiera per shampoo, gestite con un tempismo perfetto. Ma Apocalypse Hotel non si limita alla comicità o ai buoni sentimenti: alcuni episodi toccano vette davvero alte sia dal punto di vista dell’animazione che della regia e della direzione artistica. L’episodio 11, in particolare, è uno di quelli che restano (e a mio parere già uno dei migliori del 2025): evocativo, dilatato, per grossa parte muto, ha riportato in superficie quelle vibes alla Yokohama Kaidashi Kikou che il soggetto dell’opera lasciava sperare sin dall’inizio.
Catch me at the Ballpark!
Lo stadio da Baseball dei Chiba Motorsuns (squadra immaginaria, ma lo stadio esiste davvero come casa di un altro team) fa da palcoscenico per tutto ciò che accade in questa serie.
A partire dall'incontro tra Murata, salaryman trentenne che ha nell'andare alle partite l'unico modo per svagarsi dalle pressioni dell'ufficio, e Ruriko, allegra venditrice di birra alla spina diretta agli spettatori, si svolgono una serie di storie che coinvolgono vari personaggi, da spettatori abituali, avventori casuali, famigliole, altri addetti dello stadio, i giocatori e relative mogli e fidanzate fino alla mascotte Sun Shiro che nel complesso fanno dello stadio un vero e proprio microcosmo pulsante, città nella città.
In generale le storie sono conclusive e improntate alla commedia allegra, tuttavia col passare degli episodi arriveranno anche momenti più dolci e sentimentali che ci fanno apprezzare questi personaggi che piano piano conosciamo sempre di più. Non mancherà comunque la componente sportiva, vista però in particolare dal punto di vista degli spettatori secondo il "Way of Life" del tifoso giapponese, quindi sempre tendenzialmente civle, organizzato e comunque rispettoso.
Una visione tranquilla, rilassante, spesso divertente e anche coinvolgente alla distanza.
Il Rock è il diletto di una Lady
Dentro un'ambientazione da scuola per pure fanciulle di buona famiglia che non sfigurerebbe di fronte a quella di classici Yuri come Maria-sama ga Miteru e Strawberry Panic, la protagonista Lilisa vorrebbe avere una vita scolastica a quella maniera. Lei però è una popolana e lì si trova perché la madre ha sposato (come ci sia riuscita non si sa...) un riccone, e quindi deve buttarsi tutto ciò che è stato prima alle spalle. Tuttavia, come delle fanfiction o degli equipollenti hentai potrebbero immaginarie, le nobili studentesse potrebbero avere delle passioni nascoste. Ed ecco quindi che l'incontro con la super rampolla Otoha fa ritornare a galla in Lilisa la soffocata passione per la chitarra elettrica e l'hard rock. Ne nasce una serie di sessioni musicali clandestine che svelano il carattere e l'energia delle protagoniste celati dietro la facciata delle nobili fanciulle.
La serie, che molto gioca sul contrasto tra le atmosfere del rock e quelle della scuola da rampolle d'alta società, ben si sviluppa e diverte tra gag, energiche strimpellate e un buon duetto/scontro tra le due protagoniste. Lievita comunque dopo l'ingresso sulle scene delle atre compagne di strimpellata Tina "Sailor Uranus/Neptune/Pluto" Isemi e Tamaki "Shiro" Shiraya. Complessivamente si pone molto bene nelle animazioni, nei disegni vivacemente colorati e ovviamente nella parte musicali ove le live trasmettono sicuramente molta energia e trascinano, anche se il rock più hard non è proprio il mio genere preferito.
Una serie davvero interessante con un cast al femminile che ci da dentro.
Il monologo della speziale stagione 2
La seconda stagione di Il monologo della speziale mi ha riportato immediatamente nelle affascinanti atmosfere della prima serie. Sono stato subito coinvolto di nuovo negli intrighi e nelle dinamiche tra Maomao e Renshi.
I punti di forza della prima stagione rimangono intatti: la trama è complessa e articolata, mentre i personaggi sono ben caratterizzati e davvero affascinanti. Alcune sottotrame già introdotte in precedenza vengono riprese e sviluppate con coerenza.
Dal punto di vista tecnico, la qualità si mantiene su buoni livelli. Le animazioni risultano leggermente inferiori rispetto alla prima stagione, ma gli sfondi continuano a essere mozzafiato. La fotografia, inoltre, è di alto livello, grazie a un sapiente uso dell’inquadratura e ai giochi di luce che si riflettono sui personaggi.
Se la prima stagione vi ha conquistati, non potete perdervi questa seconda.
Lazarus
Un anime che sembra arrivare dal passato, dall'epoca d'oro dei Late-Night Anime prima del grande cambiamento degli anni '10 e che non avrebbe stonato nel nostro MTV Anime Night. Ma, al contempo, una serie tremendamente attuale nelle tematiche, tra cambiamento climatico e intelligenza artificiale, tra fragilità psicologiche che portano a forti dipendenze e tensioni geopolitiche. Come si comporterebbe l'umanità sapendo di avere solamente 30 giorni di vita? Si unirebbe per trovare una soluzione, collaborando e riuscendo dove divisa invece fallirebbe? Oppure continuerebbe a lottare egoisticamente per tenere nascosti i propri crimini e segreti, cercando di ottenere benefici sui propri nemici? O ancora si abbandonerebbe all'edonismo e al piacere, saccheggiando e approfittando degli ultimi giorni per soddisfare ogni piacere egoistico? Questi sono alcuni elementi affrontati da Lazarus sullo sfondo dell'indagine di un gruppo di criminali assoldati per trovare una soluzione all'imminente estinzione dell'umanità. Un gruppo mal assortito e senza alcun legame che deve imparare a collaborare per risolvere il problema, mentre pian piano impariamo a conoscerli e scopriamo il loro passato, le motivazioni e gli eventi che li hanno portati a venire scelti per Lazarus. Questo mondo futuristico (ma non troppo) viene rappresentato in maniera memorabile dal reparto artistico che regala fondali e ambientazioni meravigliose in grado di immergerci in questo mondo non così distante dal nostro presente. E se il reparto artistico eccelle, fanno un buon lavoro anche musiche, animazioni e regia, regalando nel complesso episodi appassionanti che spingono lo spettatore a interrogarsi sulle azioni del professor Skinner e sulla situazione in cui si trova l'umanità intera.
Il Rock è il diletto di una Lady
Non stupisce che un filone narrativo florido e importante come quello della Class S abbia avuto nel corso del tempo diverse parodie. Tra un gokigenyo e un inchino formale, tra pettinature improponibili e una scuola di sole ragazze d'alta classe, si muove una ragazza che più lontana da queste dinamiche non potrebbe essere. Costruita una maschera di eleganza e perfezione, la nostra protagonista Lilisa fatica a integrarsi in questo mondo fatto di apparenza e superficialità, lei che vorrebbe soltanto buttare via tutto e mettersi a suonare la chitarra con tutta se stessa tra scurrilità ed emozioni. Il contrasto tra la vera personalità di Lilisa e l'apparenza che mostra a scuola funziona più che bene e rende divertenti e interessanti i primi episodi, giocando molto coi classici stilemi del genere. Col procedere degli episodi, tuttavia, l'ambientazione da Class S lascia sempre più il posto a una storia di crescita personale e relazionale di Lilisa e delle ragazze che a lei si uniscono, tra avvincenti concerti rock e scontri con le forti personalità delle compagne. La componente parodistica continua a manifestarsi nelle esagerazioni nella caratterizzazione dei personaggi, spesso estremizzazioni di determinati elementi del genere. Unendo Maria-sama ga miteru e Beck a protagoniste dissacranti che vogliono unicamente distruggere tutto mentre suonano, il risultato finale è una serie divertente, appassionante e intrigante. Tuttavia, come tutte le parodie, la serie dà il meglio di sé solo conoscendo il genere e gli stilemi utilizzati.
Questa rubrica vuole anche dare l'occasione agli utenti che hanno seguito le varie serie in diretta di consigliare a loro volta i loro titoli preferiti. Pensate che qualche anime meritevole sia passato in sordina? Oppure non siete rimasti molto convinti da qualcuno dei successi stagionali? Ditecelo nei commenti.
N.B. Si è deciso di considerare quelle serie che arrivano ufficialmente in Italia in streaming con qualche mese di ritardo nella stagione del loro arrivo in Italia.
Zelgadis


Il rock è il diletto di una lady si presenta come una brillante e irriverente decostruzione del genere girls' band, mescolando ironia, critica sociale e tensioni yuri. Ambientato in un collegio femminile d'élite, l'anime segue la ribellione musicale di Lilisa e Otoha, due ragazze legate da una passione incendiaria per il rock. La regia creativa, le musiche delle BAND-MAID e l’uso del motion capture donano autenticità e dinamismo alle performance. Tra colori accesi, personaggi carismatici e momenti sopra le righe, la serie diverte e sorprende. Peccato solo per l’assenza di una vera conclusione, che ci lascia in attesa di una seconda stagione.

The Too-Perfect Saint, uscito nella stagione primaverile, si è rivelato un fantasy sentimentale piacevole e appagante, con personaggi ben delineati e una storia capace di emozionare. Considerata una santa troppo perfetta e priva di carisma, Philia Adenauer viene ripudiata dal suo fidanzato, il principe Julius, e venduta al regno confinante di Parnacorta. Qui Philia scopre la gentilezza delle persone e la libertà dalle aspettative opprimenti, iniziando un lento processo di guarigione emotiva.
Parallelamente, però, l’anime racconta anche il cammino di Mia, che, al contrario della sorella, è amata e venerata da tutti. Quando scopre gli abusi perpetrati ai danni di Philia, la giovane trova la determinazione per affrontare e combattere le ingiustizie del proprio regno.
Il punto di partenza presenta alcuni cliché narrativi, ma la serie riesce a sviluppare gli intrecci in modo coinvolgente. I legami familiari e l’evoluzione interiore sono messi al centro soprattutto grazie all’ottima regia di Shū Watanabe, che indugia su momenti contemplativi per delineare la psicologia delle due protagoniste.
Peccato per un finale affrettato e semplificato rispetto alla light novel originale, che si riduce alla consueta battaglia contro il super-demone di turno. Tirando le somme fra nove episodi riusciti e tre conclusivi meno convincenti, il risultato resta comunque un anime che merita di essere visto.
Focasaggia


Nella parola "compagni" si racchiude un arcobaleno di colori caldi e avvolgenti come un abbraccio. L'incomprensione rende soli, la convinzione di non poter essere compresi dagli altri diventa una prigione dalla quale, da soli, non si riesce ad uscire. Con i pugni si riesce a dialogare, non importa quale passato abbiamo vissuto, i pugni sono uguali per tutti, eppure tra i tanti pugni dati basta una mano aperta per cambiare tutto.
Continua da dove era terminata la precedente parte questa nuova stagione di Wind Breaker, come se non fosse mai andata in pausa, tanto da destabilizzare inizialmente gli spettatori. Risse coreografiche, flashback interessanti, caratterizzazione realistica, considerando il contesto, dei vari personaggi tra quelli introdotti e quelli noti al pubblico e dialoghi più o meno incisivi e riusciti, difficile trovare un buon equilibrio ma la serie lo cerca fino all'ultimo secondo. Ben riuscito il personaggio di Tasuku Tsubakino, capace di rubare la scena e nota di merito a Shūhei Suzuri, personaggio più interessante di quanto sembri inizialmente. In questo mondo non sembrano esserci veri nemici, solo trascorsi diversi, ma forse qualcuno la pensa in maniera differente.

Il genere fantascientifico, quando è ben realizzato, riesce sempre ad affascinare. Ci troviamo catapultati in un mondo dove la tecnologia è talmente sviluppata da essere diventata necessaria. Completamente spaesati, causa anche la bizzarra, a voler essere buoni, scelta di saltare l’inizio delle light novel di cui l’anime è un adattamento, facciamo la conoscenza dell’ Investigatrice Echika Hieda e del suo amicus Harold, incaricati su complicati casi di omicidi, spesso efferati. La giovane può utilizzare il “Brain Dive”, una tecnologia simile a quella vista nei videogiochi “AI: The Somnium Files, con cui indaga nei ricordi delle persone per recuperare elementi utili nelle indagini, parti ottimamente rese. Gli amicus sono dei robot, tanto simili agli esseri umani, per aspetto e comportamento, da non poterli distinguere. Devono rispettare le “leggi del Rispetto” i cui concetti ricalcano le celebri leggi della robotica, a loro è impedito nuocere agli esseri umani. Eppure questa premessa viene messa in discussione fin dai primi episodi. Quando tutto diventa più chiaro, dopo alcuni casi interessanti, a partire dal nono episodio, e fino al termine della serie, si ricorda allo spettatore di star vedendo l’adattamento di una light novel vincitrice del prestigioso Denki nel 2020. Tensione, coinvolgimento, dubbi, paure, supportati da una parte grafica all’altezza. Una piacevole visione per gli appassionati del genere.
Olimpea


Purezza, eleganza, disciplina, delicatezza, conoscenza e apprezzamento delle arti classiche... caratteristiche che una Noble Lady deve incarnare all'interno della prestigiosa accademia femminile che la protagonista Lilisa frequenta. È persino disposta a mettere da parte il suo carattere estroverso e la passione per la chitarra, pur di costruirsi una reputazione degna della famiglia Suzunomiya che ha accolto lei e sua madre. Ma quando incontra Otoha Kurogane “tocca con mano” le rigide spine di una rosa apparentemente fragile che non vede l’ora di scatenarsi con la batteria.
Trascinata dall’entusiasmo di Otoha, Lilisa torna a suonare la sua amata chitarra elettrica e, con il passare dei giorni, ritrova una carica che non provava da tempo. Sente dentro di sé quella scossa che, finalmente, può sfogare e condividere con Otoha e due ragazze che si uniranno successivamente alla band, la timida Tina Isemi e la glaciale Tamaki Shiraya. E con loro è pronta a mandare a quel paese (con molti generosi e fieri diti medi sollevati) lo stereotipo della Lady perfetta e tutti coloro che sminuiscono il suo amore per il rock come un semplice “diletto” o “passatempo”.
Una storia di rivalsa con splendide musiche che tengono lo spettatore incollato all’ascolto e alla visione, grazie ad un’animazione che, tra CGI e motion capture, restituisce al meglio l’energia del vero rock strumentale. Senza contare le due sigle di apertura e chiusura; particolarmente apprezzabile la prima, cantata dal gruppo BAND-MAID, che ascolto ancora oggi a tutto volume e in loop.

Una piacevole avventura di un gruppo di giovani liceali, una mangaka hikikomori e una motociclista appassionata, unite dalla fotografia e dai video. Esistono tanti modi per fotografare o registrare, e ogni tappa del loro viaggio in giro per il Giappone si trasforma in un ricordo.
Tutti i personaggi si influenzano a vicenda e crescono insieme, imparando e uscendo dalla loro zona di comfort. La protagonista Satsuki Amamiya, nello specifico, è quella che ha dovuto maggiormente affrontare un enorme cambiamento nella propria vita: l’uscita dal club di fotografia della propria senpai Makinohara, ovvero colei che l’aveva ispirata a iscriversi al club. Una vera e propria crisi che la sua compagna An Kiriyama riesce ad alleviare con il suo entusiasmo (e il suo dichiarato amore per la sua Sacchan).
Maestose dighe costruite molti anni prima, montagne il cui aspetto cambia di giorno in giorno, templi nascosti e viste mozzafiato si affiancano a momenti semplici come la condivisione di un pasto o un attimo di ilarità e spensieratezza tra ragazze in un negozio di snack. Una serie anime che "cattura" nella sua semplicità, ma che non si trattiene dallo sfoggiare un character acting intenso e scene dinamiche con animazioni fluide e coinvolgenti.
Albrechtseele


Potrei ricopiare di sana pianta quel che ha scritto metaldevilgear e saremmo a posto, ma non sarebbe professionale, per noi dipendenti dell'Hotel Gingarou. Apocalypse Hotel è a mio parere una delle più piacevoli sorprese degli ultimi anni, sia dal punto di vista della storia (e di come essa sia stata narrata), sia da quello delle animazioni e del comparto tecnico in generale, soprattutto l'episodio 11 che spicca davvero come uno dei migliori episodi da un po' di tempo a questa parte. Tutto funziona egregiamente, a partire dalla danza quasi mai spezzata di Yachiyo nella opening, fino all'ultimo secondo dell'ultimo episodio; tanto nella grande comicità, quanto nei momenti più duri e/o malinconici, la serie riesce a essere coinvolgente. Potremmo dire che il mondo intero di quest'anime ruoti intorno alla visiera per shampoo, fondamentale per la protagonista, che va in crisi (in crash?) quando le cose non vanno come lei crede dovrebbero andare... e non sbaglieremmo, in fondo; Apocalypse Hotel è una serie piena di ganci interni, che tornano e ritornano, come la visiera, o i vermoni, o il dono del primo cliente... è così che si scrive una storia, e fa davvero piacere che qualcuno ogni tanto se ne ricordi.


Apocalypse Hotel è stata una delle scoperte più felici di questa stagione. Un anime originale da non trascurare (e già questo è un mezzo miracolo negli ultimi tempi), che riesce a fondere malinconia e leggerezza con un equilibrio raro. L’ambientazione - un mondo dove l’umanità è scomparsa, le città sommerse dalla natura, e un vecchio hotel nel quartiere di Ginza che continua ostinatamente a esistere - è affascinante e piena di suggestioni. Ma il vero motore dell’opera è Yachiyo: un’androide che, pur essendo tecnicamente priva di emozioni, riesce a essere incredibilmente espressiva e simpatica (le sue versioni super-deformed sono semplicemente irresistibili). Inoltre suo essere ligia al dovere e profondamente fedele agli esseri umani - nonostante non ci sia praticamente più nessuno da servire - fa sì che sia impossibile non affezionarsi a lei. Anche i comprimari, generalmente più fracassoni, fanno la loro parte, contribuendo a creare un equilibrio corale che funziona a meraviglia.
Lo humor è un altro punto fortissimo della serie, spesso assurdo ma pieno di trovate, come le running gag dei "trofei sbloccati" da Yachiyo, o della visiera per shampoo, gestite con un tempismo perfetto. Ma Apocalypse Hotel non si limita alla comicità o ai buoni sentimenti: alcuni episodi toccano vette davvero alte sia dal punto di vista dell’animazione che della regia e della direzione artistica. L’episodio 11, in particolare, è uno di quelli che restano (e a mio parere già uno dei migliori del 2025): evocativo, dilatato, per grossa parte muto, ha riportato in superficie quelle vibes alla Yokohama Kaidashi Kikou che il soggetto dell’opera lasciava sperare sin dall’inizio.
Swordman


Lo stadio da Baseball dei Chiba Motorsuns (squadra immaginaria, ma lo stadio esiste davvero come casa di un altro team) fa da palcoscenico per tutto ciò che accade in questa serie.
A partire dall'incontro tra Murata, salaryman trentenne che ha nell'andare alle partite l'unico modo per svagarsi dalle pressioni dell'ufficio, e Ruriko, allegra venditrice di birra alla spina diretta agli spettatori, si svolgono una serie di storie che coinvolgono vari personaggi, da spettatori abituali, avventori casuali, famigliole, altri addetti dello stadio, i giocatori e relative mogli e fidanzate fino alla mascotte Sun Shiro che nel complesso fanno dello stadio un vero e proprio microcosmo pulsante, città nella città.
In generale le storie sono conclusive e improntate alla commedia allegra, tuttavia col passare degli episodi arriveranno anche momenti più dolci e sentimentali che ci fanno apprezzare questi personaggi che piano piano conosciamo sempre di più. Non mancherà comunque la componente sportiva, vista però in particolare dal punto di vista degli spettatori secondo il "Way of Life" del tifoso giapponese, quindi sempre tendenzialmente civle, organizzato e comunque rispettoso.
Una visione tranquilla, rilassante, spesso divertente e anche coinvolgente alla distanza.

Dentro un'ambientazione da scuola per pure fanciulle di buona famiglia che non sfigurerebbe di fronte a quella di classici Yuri come Maria-sama ga Miteru e Strawberry Panic, la protagonista Lilisa vorrebbe avere una vita scolastica a quella maniera. Lei però è una popolana e lì si trova perché la madre ha sposato (come ci sia riuscita non si sa...) un riccone, e quindi deve buttarsi tutto ciò che è stato prima alle spalle. Tuttavia, come delle fanfiction o degli equipollenti hentai potrebbero immaginarie, le nobili studentesse potrebbero avere delle passioni nascoste. Ed ecco quindi che l'incontro con la super rampolla Otoha fa ritornare a galla in Lilisa la soffocata passione per la chitarra elettrica e l'hard rock. Ne nasce una serie di sessioni musicali clandestine che svelano il carattere e l'energia delle protagoniste celati dietro la facciata delle nobili fanciulle.
La serie, che molto gioca sul contrasto tra le atmosfere del rock e quelle della scuola da rampolle d'alta società, ben si sviluppa e diverte tra gag, energiche strimpellate e un buon duetto/scontro tra le due protagoniste. Lievita comunque dopo l'ingresso sulle scene delle atre compagne di strimpellata Tina "Sailor Uranus/Neptune/Pluto" Isemi e Tamaki "Shiro" Shiraya. Complessivamente si pone molto bene nelle animazioni, nei disegni vivacemente colorati e ovviamente nella parte musicali ove le live trasmettono sicuramente molta energia e trascinano, anche se il rock più hard non è proprio il mio genere preferito.
Una serie davvero interessante con un cast al femminile che ci da dentro.
ingiro


La seconda stagione di Il monologo della speziale mi ha riportato immediatamente nelle affascinanti atmosfere della prima serie. Sono stato subito coinvolto di nuovo negli intrighi e nelle dinamiche tra Maomao e Renshi.
I punti di forza della prima stagione rimangono intatti: la trama è complessa e articolata, mentre i personaggi sono ben caratterizzati e davvero affascinanti. Alcune sottotrame già introdotte in precedenza vengono riprese e sviluppate con coerenza.
Dal punto di vista tecnico, la qualità si mantiene su buoni livelli. Le animazioni risultano leggermente inferiori rispetto alla prima stagione, ma gli sfondi continuano a essere mozzafiato. La fotografia, inoltre, è di alto livello, grazie a un sapiente uso dell’inquadratura e ai giochi di luce che si riflettono sui personaggi.
Se la prima stagione vi ha conquistati, non potete perdervi questa seconda.
Slanzard


Un anime che sembra arrivare dal passato, dall'epoca d'oro dei Late-Night Anime prima del grande cambiamento degli anni '10 e che non avrebbe stonato nel nostro MTV Anime Night. Ma, al contempo, una serie tremendamente attuale nelle tematiche, tra cambiamento climatico e intelligenza artificiale, tra fragilità psicologiche che portano a forti dipendenze e tensioni geopolitiche. Come si comporterebbe l'umanità sapendo di avere solamente 30 giorni di vita? Si unirebbe per trovare una soluzione, collaborando e riuscendo dove divisa invece fallirebbe? Oppure continuerebbe a lottare egoisticamente per tenere nascosti i propri crimini e segreti, cercando di ottenere benefici sui propri nemici? O ancora si abbandonerebbe all'edonismo e al piacere, saccheggiando e approfittando degli ultimi giorni per soddisfare ogni piacere egoistico? Questi sono alcuni elementi affrontati da Lazarus sullo sfondo dell'indagine di un gruppo di criminali assoldati per trovare una soluzione all'imminente estinzione dell'umanità. Un gruppo mal assortito e senza alcun legame che deve imparare a collaborare per risolvere il problema, mentre pian piano impariamo a conoscerli e scopriamo il loro passato, le motivazioni e gli eventi che li hanno portati a venire scelti per Lazarus. Questo mondo futuristico (ma non troppo) viene rappresentato in maniera memorabile dal reparto artistico che regala fondali e ambientazioni meravigliose in grado di immergerci in questo mondo non così distante dal nostro presente. E se il reparto artistico eccelle, fanno un buon lavoro anche musiche, animazioni e regia, regalando nel complesso episodi appassionanti che spingono lo spettatore a interrogarsi sulle azioni del professor Skinner e sulla situazione in cui si trova l'umanità intera.

Non stupisce che un filone narrativo florido e importante come quello della Class S abbia avuto nel corso del tempo diverse parodie. Tra un gokigenyo e un inchino formale, tra pettinature improponibili e una scuola di sole ragazze d'alta classe, si muove una ragazza che più lontana da queste dinamiche non potrebbe essere. Costruita una maschera di eleganza e perfezione, la nostra protagonista Lilisa fatica a integrarsi in questo mondo fatto di apparenza e superficialità, lei che vorrebbe soltanto buttare via tutto e mettersi a suonare la chitarra con tutta se stessa tra scurrilità ed emozioni. Il contrasto tra la vera personalità di Lilisa e l'apparenza che mostra a scuola funziona più che bene e rende divertenti e interessanti i primi episodi, giocando molto coi classici stilemi del genere. Col procedere degli episodi, tuttavia, l'ambientazione da Class S lascia sempre più il posto a una storia di crescita personale e relazionale di Lilisa e delle ragazze che a lei si uniscono, tra avvincenti concerti rock e scontri con le forti personalità delle compagne. La componente parodistica continua a manifestarsi nelle esagerazioni nella caratterizzazione dei personaggi, spesso estremizzazioni di determinati elementi del genere. Unendo Maria-sama ga miteru e Beck a protagoniste dissacranti che vogliono unicamente distruggere tutto mentre suonano, il risultato finale è una serie divertente, appassionante e intrigante. Tuttavia, come tutte le parodie, la serie dà il meglio di sé solo conoscendo il genere e gli stilemi utilizzati.
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L'unica altra di queste che ho visto è Lazarus ma la delusione è stata così scottante che ho abbandonato molto presto la nave. Che brutta fine per Watanabe.
Rock Lady (consigliatissimo e meriterebbe un doppiaggio).
La santa troppo perfetta (la sua storia mi è piaciuta molto, in particolare per come è riuscita a riscattarsi).
mono (comico e divertente, parlo da spettatore che non ha visto Yuru Camp).
Apocalypse Hotel (ancora una volta, Cygames non mi ha deluso, anche se dal finale mi aspettavo qualcosina in più, ma nel complesso mi è piaciuto).
Ballpark! (è riuscito a farmi apprezzare il baseball e tutti coloro che frequentano lo stadio, ogniuno diverso dall'altro ma come una sorta di grande famiglia).
La speziale la adoro, per me sarà una delle serie da rivedere ciclicamente tanto è bella.
Carino anche Catch me at the Ballpark, leggero e divertente,spero in un seguito
Ma secondo me tutta la stagione primaverile è stata una buona stagione, magari priva del titolone che vedono tutti "perché sì" (infatti non pochi hanno detto che era una stagione poverissima, per me a torto).
C'erano tanti titoli piacevoli, divertenti, serie che non sono molto attese, magari perché non c'era dietro un manga famoso.
oltre ai già citati Mono e Apocalypse hotel, che sono lieto siano stati notati così come La speziale, il cui successo era prevedibile, segnalo:
- Shoshimin, la cui seconda stagione è anche meglio della prima. Tecnicamente aveva già mostrato tutti i suoi pregi nelle prime 10 puntate con un grande rigore formale, ma nella seconda stagione la trama mistery, che si articola in due grossi casi, acquisice maggiore spessore, a mio parere per una semplice ragione: i due risolutori dei misteri sono anche gli stessi protagoniste delle storie, sono coinvolti, ed essendo praticamente tipi stranissimi, questo garantisce alla vicenda un ottimo spessore narrativo.
- Gundam Gquuuuax: ha fatto discutere e dal punto di vista del finale non sono molto convinto, ma la storia in se è buona e il comparto tecnico e di prim'ordine.
- La Ninja e l'assassina: serie stranissima, caratterizzata da uno humor nero molto poco usuale e certamente non adatto a tutti. Alcune puntate si fanno apprezzare per alcune invenzioni sbalorditive. come quella su Roboco.
- Witch watch è una serie piacevole, che si fa apprezzare per la comicità surreale, basta molto sulle invenzioni grafiche e sulla simpatia dei protagonisti, a mio parere abbastanza debole quando vuole seguire la storia principale
- Anne Shirley, c'era qualche dubbio sul remake di Anna dai capelli rossi, che però è stato fugato direi, Forse come difetto ha la velocità, ma la storia è ben raccontata anche attraverso personaggi ben caratterizzati che si muovono in un paesaggio davvero bello da vedere.
- To be hero x, a mio parere forse paga la narrazione frammentata dei personaggi, non tutte le storie convincono allo stesso modo, ma tecnicamente è eccellente.
- Uma Musume: uno spokon classicissimo, fatto bene. Paga probabilmente una storia molto velocizzata in cui ci sono gare praticamente a ogni episodio.
- Una serie che non si è filato praticamente nessuno, a mio parere ingiustamente, è Demon hunter. Tecnicamente non è allo stato dell'arte, ma gli episodi ricchi di suggestioni letterarie ne fanno una bella serie dal punto di vista narrativo.
Segnalo anche Zatsu Tabi e Food for soul, due proposte simili che in maniera diversa volevano far scoprire le bellezze e le bontà del Giappone.
E qualcosa l'ho anche perso per strada perchè c'era troppa roba da vedere, insomma una bella stagione in primavera.
Le adoro, voglio la seconda stagione e il manga edito da noi tipo ORA.
Sono d'accordo sia una serie estremamente sottovalutata, in particolare la seconda stagione è stata stupenda, indubbiamente la mia preferita della scorsa stagione primaverile. Non che significhi molto dato che nel complesso la ritengo una delle stagioni più deboli degli ultimi anni.
Non ORA. IERI!
Beh beh, avresti anche ragione 🤣
Un Cowboy Bebop di Temu
Your Forma è un ottimo esempio di come NON fare un adattamento anime, ma temo che qualcun altro prenderà esempio, magari con un titolo che mi sta a cuore, come spesso e volentieri succede... :-/
Quanto a Lazarus, è stata un un po' una delusione anticipata. Dopo Macross Plus e soprattutto Cowboy Bebop, Shinichiro Watanabe è stato innalzato e magnificato eccessivamente... Non che non abbia meriti, intendiamoci, ma sono più che altro tecnici. La maggior parte dei meriti per Cowboy Bebop va agli sceneggiatori, in primis la mai troppo compianta Keiko Nobumoto (che ha lavorato con Watanabe anche nel già citato Macross Plus), nonchè alla colonna sonora di Yoko Kanno (idem come sopra). Watanabe ha scritto solo due episodi su 26, Mushroom Samba e Boogie-woogie Feng Shui (che per me è forse il più inutile della serie, tra l'altro), e per giunta non l'ha neanche fatto da solo, ma insieme rispettivamente a Michiko Yokote e Sadayuki Murai.
La Speziale è sempre valido, Wind Breaker niente di originale ma mi sta piacendo più di Tokyo Revengers, Mono molto carino, The Too Perfect Saint una piacevole sorpresa anche se il tutto è stato un po' troppo affrettato. Apocalypse Hotel (dopo Hazbin gli hotel hanno cominciato ad andare di moda negli anime, lol) l'ho saltato a piè pari perchè non mi diceva nulla, e in giro ho sentito pareri contrastanti a riguardo. Sul resto, come al solito meglio che non dica niente.
Farò un pensierino anche su "Lazarus".
Di questi ho visto "Il monologo della speziale" che ho adorato, come la prima stagione.
Visione che ho apprezzato è "Zatsu Tabi"
Il fiasco di Your Forma è uno dei più strani e inspiegabili che abbia mai incontrato. Un conto è un brutto adattamento, un conto è un adattamento che taglia tutto e fa una speedrun come quello di Unnamed Memory, un conto è un adattamento che decide arbitrariamente di modificare elementi della storia. Ma un adattamento che semplicemente salta l'inizio della storia per poi seguire fedelmente i tre volumi successivi senza in nessun modo cercare di includere in qualche modo, tramite flashback o spiegazioni, almeno un riassunto dell'introduzione saltata non l'avevo mai visto. Lo spettatore si trova davanti personaggi che sono scritti per essere già conosciuti e di cui invece non sa nulla. Se non avessi letto i libri l'avrei trovato incomprensibile e molto probabilmente droppato, e mi lascia basito perché non trovo nessuna possibile spiegazione per una scelta così assurda.
Hai assolutamente ragione, infatti quello che Lazarus ha mostrato più di ogni cosa (non che non si sapesse già) è quanto Keiko Nobumoto fosse stata cruciale nel rendere Cowboy Bebop ciò che è. Mi ha fatto davvero riflettere su come un capolavoro del genere fosse stato un miracolo possibile solo grazie al congiunto sforzo di Watanabe alla regia, Nobumoto alla sceneggiatura e Yoko Kanno alla colonna sonora. Watanabe è indubbiamente un regista capace, ma non è evidentemente in grado di portarsi sulle spalle una sceneggiatura pessima. Mi chiedo anche quanta colpa abbia Adult Swim in tutto questo. In ogni caso ho dato una possibilità alla serie per il nome di Watanabe e sono rimasto così inorridito che ho mollato a un terzo degli episodi, e non mi succede di frequente.
In realtà era una cosa che poteva succedere non di rado negli anni 80-90, ma riguardava esclusivamente il mercato degli OAV: a volte, quando si producevano adattamenti home video di qualche manga, capitava che trasponessero un qualche arco a caso invece di partire dall'inizio. Ad esempio gli OAV di RG Veda, tratti dall'omonimo manga delle Clamp. Scelta piuttosto insensata anche questa, ma d'altronde avevano a disposizione pochissimi episodi, a volte soltanto uno, e poi in quegli anni gli OAV erano prassi ed era tutto grasso che colava, anche certe schifezze.
Invece non ricordo che ci sia mai stato un caso del genere nelle serie tv prima di Your Forma, neanche in tempi più "selvaggi" e sperimentali come erano appunto quelli.
Tra l'altro avendo letto la novel mi pare che non abbiano saputo catturare bene le atmosfere della novel, mi è sembrato un pò piatto come atmosfera, non so al di là della megacagata di partire dal volume 2 mi è sembrato un adattamento abbastanza blando
Sì, sono d'accordo, è piuttosto piatto, veloce, e poco ispirato, con alcuni dialoghi asciugati e accorciati. Ma credo che parte del motivo venga proprio dal fatto che mancano le fondamenta, infatti gli episodi migliori della serie sono gli ultimi 5 che adattano il volume 4, che è il meno dipendente dai fatti saltati del volume 1. L'unico episodio davvero ben fatto è il nono.
Ma che ieri? L'altroieri... dopo Kaoru Hana è quello di cui mi piacerebbe avere l'annuncio
Di questa stagione mi mancherebbe Umamusume: Cinderella Gray ma essendo partito dall'inizio (la prima stagione di Umamusume del 2018) ci devo ancora arrivare.
To Be Hero X, per lo show tecnico, ma pure per metafore intriganti, personaggi e storie molto emotive che iniziano a intrecciarsi a fine stagione, chiusa con duello da antologia.
Il Rock è il diletto di una Lady, per come mette le emozioni in musica e immagini e la facciata che devono tenere, in modo divertente, le quattro.
Il monologo della speziale 2, parte 2, perché conclude le trame viste prima in un finale un po' forzato, ma emozionante, sorprendente, ho pianto con Maomao sulla lettera.
Ok anche Anne Shirley (rushato ma curato) e Apocalypse Hotel (comico e malinconico).
To be hero X aspettavo finisse per consigliarlo, ma è una serie davvero interessante.
Demon hunter, conoscendo il manga, attendevo finisse per gustarmelo e nel caso suggerirlo, ma è sicuramente piacevole.
Anne Shirley è sempre bello.
Per chi non conoscesse il manga consiglierei anche Kowloon Generic Romance. Questo è uno di quei casi in cui non sapendo nulla della storia vedi l'anime e ti piace, poi incuriosito ti leggi il manga e ti piace molto di più.
Per il resto il confronto è, come sempre, piacevole e interessante.
Per quello mi basterebbe che Netflix si decidesse a pubblicarlo anche da noi, invece di dover aspettare settembre...
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