Nell'incredibile caterva di titoli che cercano di emulare i lavori creati da FromSoftware, ce ne sono alcuni un po' più furbi. Dopo il recente Wuchang: Fallen Feathers (qui la recensione) che ha cercato di ricalcare in toto ciò che rese grande Dark Souls, ne sta per arrivare un altro decisamente più interessante e con una propria spiccata personalità.
 
Hell is Us

Hell is Us ha cominciato a far parlare di sé già dalla sua prima apparizione avvenuta ormai tre anni fa e da allora, ha continuato a solleticare le fantasie di un certo tipo di pubblico. Dopo aver provato la demo, possiamo già dirvi che il titolo confezionato dal team canadese è una delle possibili sorprese dell'anno. E non è nemmeno un souls-like, almeno, non nella sua concezione classica.

Ambientato in un mondo sull'orlo del baratro, il protagonista delle vicende (doppiato da Elias Toufexis, l'Adam Jensen dei Deus Ex) è portato a investigare sul suo passato, sul destino della propria famiglia ma anche su quello che è successo alla propria terra, infestata da strane creature. La particolarità di Hell is Us è che il focus sembra proprio quello di essere un investigativo, in cui l'esplorazione e la risoluzione di enigmi accompagnano un gameplay dalle tinte souls. Ma in realtà, sembra esserci molto di più.

Sotto la direzione di Jonathan Jacques Belletéte, ex art director dei già citati Deus Ex: Human Revolution e Mankind Divided, Hell is Us sembra avere una propria e precisa personalità, in cui il giocatore è ben lontano dall'essere accompagnato per mano. Solo una bussola per orientarci e pochi indizi, portano il giocatore a mostrare una certa attenzione per il mondo di gioco, molto lontano dal fantasy che caratterizza spesso questo tipo di opere. Artisticamente infatti, le ambientazioni di Hell is Us sono molto concrete (almeno da quanto mostrato nella demo), con tecnologie dei nostri tempi ma arricchite da un tocco di misticismo.

Pur non facendo gridare al miracolo, è comunque uno stile peculiare: sembra quasi che non voglia appositamente creare alcun “effetto wow”, colpire al cuore la parte emotiva del nostro essere. L'idea sembra essere quella di calare il giocatore in un modo familiare, in cui possa immedesimarsi più facilmente. Le giù citate tinte di misticismo si sposano anche con alcune ispirazioni horrorifiche, molto vicine ai concetti di Resident Evil e Silent Hill, anche se è ancora presto per poter esprimere davvero un giudizio in tal senso.

Ma com'è pad alla mano? Hell is Us presenta delle piccole particolarità, a cominciare dalla stamina legata a stretto contatto con la barra della salute. Una volta subito colpi, non solo si perderanno punti vita ma anche punti stamina, avendo così meno spazio di manovra potendo compiere meno azioni. Questa è una trovata interessante, non solo perché intrinsecamente l'energia normalmente va di pari passo con la salute ma anche perché genera un tipo di tensione tutta nuova. Solitamente, questi elementi infatti, sono totalmente slegati tra loro: anche in punto di morte, le schivate o le parate avvengono come se si fosse al massimo della forma, cosa che sicuramente aiuta il giocatore a cavarsi d'impaccio. Qui la situazione è particolare, con un doppio handicap che porta il giocatore a essere molto più cauto.
 
Hell is Us

Tuttavia, è possibile recuperare stamina e salute grazie a un espediente di "bloodborniana" memoria, attivando in una finestra di tempo ridotta una sorta di recupero di queste risorse una vota eliminato un nemico o dopo dei colpi messi a segno. Insomma, bisogna tenere gli occhi aperti su tutto quello che accade a schermo, anche perché certi nemici possiedo abilità tutt'altro che banali. Alcuni di essi infatti, emanano uno speciale potere, una sorta di nucleo in grado di cambiare forma e attaccare il malcapitato con diverse abilità. Bisogna davvero fare attenzione, anche perché non eliminando questi elementi, non si potrà attaccare davvero il nemico. Si punta in qualche mondo ad avere un certo tatticismo in queste battaglie, cosa esacerbata anche dall'utilizzo di un drone che, almeno in questa demo, possiede l'abilità di bloccare i nemici.

Questo permette di concentrarsi su ciò che si desidera ma molto probabilmente le possibilità offerte da questo mezzo amplieranno ulteriormente le idee e i ragionamenti dietro uno scontro. La sua gestione è alquanto semplice e utili anche a fini esplorativi: può illuminare zone buie ma anche tradurre testi di lingua sconosciuta. Anche le armi sembrano avere particolarità, aumentando di livello in base al loro utilizzo e con colpi speciali caricati in base alla tipologia. Il combat system sembra abbastanza fluido, rapido ma con una certa attenzione al posizionamento, caratteristica chiave di un buon souls-like.
 
Hell is Us

Alcuni nemici possiedono dei colpi difficili da capire al primo colpo, per via di un effetto blur (forse un po' invasivo) che ne sporca un po' le animazioni. Facendo un po' di pratica però, attendere il momento giusto per schivare o parare (esiste anche il parry), regala una certa dose di soddisfazione, nonostante feedback non sempre al meglio.
Ci sarebbe piaciuto affrontare un boss e vedere un po' queste meccaniche messe alla prova, ma purtroppo la demo è durata molto poco, interrompendosi proprio sul più bello. Sembra comunque che ci sia una certa attenzione alla scrittura: i vari dialoghi sembrano abbastanza complessi, con all'interno la risoluzione di quest secondarie. Si punta a una caratterizzazione certosina del mondo di gioco anche attraverso la storia e il vissuto dei vari NPC, cosa che però andrà valutata nel complesso.
 
Hell is Us ha tutte le carte in mano per sorprendere parecchi giocatori e critici. La commistione di generi al suo interno crea un bel mix e considerando un combat system dalle tinte souls, è bello vedere finalmente qualcosa di diverso. Gli enigmi, per quanto non particolarmente complessi, sembrano fare il loro dovere e anche map e level design sembrano ben studiati. Non resta che attendere il 4 settembre, giorno della sua uscita, per un parere completo.