P2P: i Provider potranno fornire dati personali alle Major?

In questo fine gennaio sono esplosi a riguardo una serie di annunci abbastanza contraddittori.

La Corte di Giustizia Europea ha definito il caso fra la Promusicae (che chiedeva di conoscere i dati personali di una serie di soggetti) e Telefonica (ISP iberico che si è fermamente rifiutato di darglieli).
E' stato l'accesso ai dati degli utenti il punto del contendere nella gran parte dei conflitti degli ultimi due o tre anni.

E' stata portata avanti un'offensiva pubblica e sotterranea, di puro e semplice lobbysmo, fatta di pressioni sui governi, un'offensiva su larga scala portata avanti da grandi e piccole società a livello internazionale. Per queste note la fonte è Zeus News.

In Inghilterra dopo i recenti tentativi da parte delle autorità pubbliche di imporre ai Provider la consegna dei dati su chiare pressioni delle società, le corti inglesi hanno rifiutato tale imposizione in modo rigoroso. Ricordiamo com'è stato risolto il caso Peppermint.

Di fronte a casi simili, invece, gli svizzeri hanno fatto valere la protezione dei dati personali degli utenti del web, che per poter essere rivelati devono essere prova in un procedimento penale, mentre se ne esclude l'impiego nelle cause civili.

Il punto, come ha sottolineato Zeus News, è che i diversi interventi della magistratura non sono riusciti a stabilire un univoco indirizzo giuridico in ambito comunitario. Inoltre, l'eccezione francese ha scombussolato le carte: la Dottrina Sarkosy consente di costringere i Provider a consegnare i dati degli utenti sospettati di download illegali, ma ciò comporta con tutta evidenza una vera e propria rottura negli equilibri interni dell'Unione Europea.

Da qui l'opportunità e la necessità di un intervento del UE. Nel frattempo preoccupa la sentenza che dà ragione a Telefonica ma nello stesso tempo pone le basi per una vera e propria apertura alle tesi delle major europee. Peggio ancora la Corte di Giustizia sembrerebbe avvallare l'idea che non si possa usare la normativa europea per difendersi dalle loro pretese.

Raccomando la lettura dei seguenti articoli:

- P2P, la UE apre la via alle major
Lussemburgo - Sta suscitando autentica emozione tra gli addetti ai lavori una sentenza della Corte di Giustizia Europea, sentenza che consente all'Unione Europea di lavarsi le mani della contesa tra major e provider Internet sul fronte delicatissimo del trattamento dei dati degli utenti e la raccolta dei loro IP dalle reti di sharing. La Corte ha infatti stabilito che non ci sono impedimenti formali (né obblighi) acché i singoli paesi si dotino di normative che costringano i provider a spifferare i nomi degli utenti associati ad IP collegati ad attività illecite in rete.

Non solo, la Corte ha anche stabilito che le leggi europee certo non possono essere utilizzate per giustificare una qualche opposizione al diritto di far valere i diritti di proprietà intellettuale
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Testo della Corte:
"Diverse direttive comunitarie sono dirette a far sì che gli Stati membri garantiscano, soprattutto nell'ambito della società dell'informazione, l'effettiva tutela della proprietà intellettuale e, in particolare, del diritto d'autore. Tuttavia, questa tutela non può pregiudicare gli obblighi relativi alla tutela dei dati personali. Peraltro, le direttive sulla tutela dei dati personali offrono agli Stati membri la possibilità di istituire deroghe all'obbligo di garantire la riservatezza dei dati sul traffico" (grassetto non presente nel testo originale, ndr.)... Continua su Punto Informatico;


- Gli ISP potranno fornire dati personali alle Major? di Andrea Bai

“Una sentenza della Corte di Giustizia Europea fa molto discutere: i singoli stati potranno adottare misure che obblighino i fornitori di servizi a rivelare i dati personali degli utenti alle major”


La Corte di Giustizia Europea ha espresso una sentenza particolarmente importante nell'ambito dell'identificazione degli utenti della rete, decretando che, in assenza di normativa specifica e territoriale, i dati personali degli utenti possono essere rivelati da parte degli ISP solamente nel caso di procedimenti penali e non civili.

La sentenza è scaturita in occasione del processo che vede contrapposti Promusicae e Telefónica de España e nel quale la prima, associazione dei musicisti spagnola, ha chiesto al provider di rivelare l'identità di alcuni dei suoi sottoscritti che hanno condiviso brani musicali sul network KaZaA, portando addirittura la questione in tribunale...
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Infine, l'associazione Altro Consumo, protagonista nel caso Peppermint, è intervenuta sulle pagine di P.I. il giorno 31 gennaio dando un importante parere attraverso un suo rappresentante. Anche in questo caso segnalo l'articolo:

- P2P e UE, AltroConsumo risponde a IFPI

Roma - Caro De Andreis, ho letto con estremo interesse l'articolo di Punto Informatico che commenta la sentenza Promusicae P2P, la UE apre la via alle major. In tale articolo, oltre a riportare l'interpretazione di IFPI, si tratteggia con dovizia di particolari il quadro più ampio e complesso dell'attuale discussione in corso circa la distribuzione dei contenuti digitali via Internet, nel quale va a collocarsi la sentenza citata. Ora, sebbene PI abbia fatto molto bene questo lavoro, vorrei avere la chance di replicare direttamente ad IFPI sulle vostre pagine con il punto di vista di Altroconsumo.

Innanzitutto, è vero, l'Opinione dell'Avvocato Generale sul caso Promusicae era più chiara e ci piaceva molto molto di più, mentre la sentenza lascia spazio aperto ad una interpretazione in entrambe le direzioni e l'IFPI, ovviamente, ha colto subito la palla al balzo per cercare di occupare questo spazio con il proprio punto di vista...
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