Solo due numeri, solo quattro mesi, questa la durata del sogno di alcuni aspiranti mangaka italiani e della vita di un magazine che voleva “rivoluzionare”, ma in una formula discutibile e senza i grandi numeri necessari. Riprendiamo queste poche righe dal Jappamondo di Davide Castellazzi:
Pubblichiamo questo post con grave ritardo, ma dovevamo aspettare la decisione definitiva dell'editore. Purtroppo, nonostante commenti positivi di lettori e addetti ai lavori, i dati di vendita di Mangaka sono risultati insufficienti a mantenere in vita il magazine. L'editore ha valutato la possibilità di distribuirla solo in libreria, o addirittura tramite internet, ma ritiene che neanche in questo modo riuscirebbe ad andare in attivo. Quindi, non resta che la dolorosa scelta di chiudere. Il direttore cercherà di rispondere personalmente ai moltissimi lettori che hanno inviato dei lavori, alcuni dei quali decisamente validi.

Pubblichiamo questo post con grave ritardo, ma dovevamo aspettare la decisione definitiva dell'editore. Purtroppo, nonostante commenti positivi di lettori e addetti ai lavori, i dati di vendita di Mangaka sono risultati insufficienti a mantenere in vita il magazine. L'editore ha valutato la possibilità di distribuirla solo in libreria, o addirittura tramite internet, ma ritiene che neanche in questo modo riuscirebbe ad andare in attivo. Quindi, non resta che la dolorosa scelta di chiudere. Il direttore cercherà di rispondere personalmente ai moltissimi lettori che hanno inviato dei lavori, alcuni dei quali decisamente validi.

(e c'è pure la notizia della morte di Gouri qua, tra le notizie legate a questa, mannaggia a voi!
Riguardo alla rivista, ammetto di non averla seguita poichè l'ho trovata assai costosa, in proporzione al numero di pagine che proponeva, ma sarebbe stata utile per gli aspiranti fumettisti, chissà...
Io son colpevole di averla volontariamente snobbata perchè non di mio interesse, però ammetto anche che vedere una rivista chiudere dopo due soli numeri è triste!
P.S. Condivido lo spavento di kotaro!!
@ kotaro
accidenti ma lo sai siamo in due ahahah
Certo che per chiudere dopo così poco tempo si è rivelata davvero un buco nell'acqua
Secondo me voi lettori di manga siete troppo abituati a centinaia di pagine a pochi euro però con qualità livello cacca.
Già già già...il mercato italiano ha già castigato innumerevoli volte le riviste contenitore mensili, figuriamoci un contenitore di storie "amatoriali" bimestrale...chi pensavano di prendere in giro a parte sé stessi?
P.S.: @DarkEmperor: non è che se mi propongono il minimo accettabile devo osannarlo a prescindere, il prezzo resta un fattore determinante; ed il mercato francese è sì ottimo ma ha anche un sacco di ombre, non incensiamo il normale...
dispiace anche a me che abbia chiuso ma in fondo era prevedibile...
@GianniGreed e aya111: è quel che stavo pure per dire se non mi aveste anticipati, ricordo anzi alcune interviste a critici che parlavano proprio di come ci si rifà di continuo ai comics americani e ai manga senza ricordarsi che siamo in italia e si fa fumetti a prescindere dagli stili usati
E pensare che il nostro stile di disegno italiano deve taaaanto a quello Argentino...
@chi dice "i manga sono giapponesi"
avete sfogliato la rivista? Alcuni autori (non italiani) disegnavano perfettamente in stile manhwa, e un'opera italiana sembrava uscita dalle pagine della rivista giapponese Gothic & Lolita Bible (che un manga lo pubblicò, ed era disegnato molto peggio... a proposito, scan anche solo in inglese di "An Angel With a Schyte" se ne trovano?)...
Ma logico, parliamo senza conoscere che facciamo sempre la figura della massa colta...
Emigrerà altrove, comunque. Forse.
Per il resto, nessuno dice che in Giappone pubblichino solo cose buone....
Un italiano può benissimo fare un "manga" inteso come tematiche, organizzazione delle tavole e design, ma con una concezione italianissima.
Chiaramente, non è l'esempio di Lucky che abbiamo pubblicato su Mangaka. Là ci siamo attenuti alle necessità.
Nice try.
li avete letti? Se nessuno vi diceva che certe opere sono italiane o spagnole, ci avreste fatto caso?
Se c'è gente che studia manga in Giappone da maestri giapponesi e disegna in quel modo, non ha nulla da invidiare a mille PORCHERIE commerciali che vengono pubblicate per le fumetterie, anzi, fa pure bella figura.
In tutta onestà, anche fossero stati manga giapponesi, personalmente avrei preferito comprare appunto dei volumi monografici, ma, se non ricordo male, il formato rivista ha avuto i suoi problemi anche in Giappone.
In Italia manca una cultura del fumetto. Il fatto che parlate in Italia di "cultura manga" e non di "cultura del fumetto" la dice lunga quanto questa cultura sia deficitaria...
Ad esempio, <i>Shonen Jump</i> lo acquisterei, così come raccoglierei poi le serie che mi interessa seguire in formato monografico, il problema penso che siano sostanzialmente due: numero di pagine in rapporto al prezzo, così come la periodicità.
Express aveva delle belle serie, ma se avesse avuto ancora più serie al suo interno, fosse come Jump composto per lo più da carta riciclata (e quindi con un prezzo inferiore) ed avesse avuto per lo meno una cadenza quindicinale, secondo voi non sarebbe ancora sul mercato? Io credo proprio di sì.
Ma 16 pagine al mese della tua serie preferita, proprio no: è una vera e propria tortura. Seguire 15/20 serie settimanalmente è tutta un'altra cosa...
Idem!
:D
Tornando alla notizia... Sono venuta a conoscenza di questa rivista proprio qualche mese fa. Personalmente non l'ho neanche mai aperta e, a dirla tutta, concordo con chi dice che l'idea del manga disegnato da italiani non è esattamente ciò che comprerei.
Certo, i manga hanno avuto un'influenza pazzesca su tutti gli stili di disegno occidentali, tant'è che al giorno d'oggi si parla di "euromanga" e "mangamerican", che sono sostanzialmente degli ibridi. Credo che da un lato dovremmo anche farcene una ragione di questa "contaminazione". Dall'altro, però, mi piacerebbe se la gente facesse prima riferimento alla cultura nostrana di fumetti e che non è assolutamente seconda all'America o a qualsiasi altro paese occidentale.
Quindi sì, così come mi appare, il voler metter su una rivista del genere mi dava un po' di salto nel vuoto.
è da folli o da esaltati.
ci fossero state, su ogni numero, magari delle mini-storie disegnate da VERI mangaka allora uno poteva pure fare la stupidaggine di comprare sta rivista... ma se nn offre nulla, se non prodotti amatoriali, allora nono è una sorpresa sta chiusura.
pensate che io neppure sapevo fosse uscito il secondo numero... meglio cosi
@lain
quello che dici è vero... per molti, il manga è il fumetto e sono totalmente assenti di tutto ciò che è made in italy e se lo sanno lo snobbano perchè appunto, NON è manga...
bellissima cosa vero?
altrimenti l'avrei provato una rivista che raccogliesse i lavori amatoriali sarebbe stato un ottimo banco di prova per potenziali candidati...
E continuare a mettere gratis in internet stile webcomic risollevandosi poi magari con la pubblicità?
E sì, ti ripeto: comprerei volentieri Shonen Jump in Italia, se avesse il medesimo formato giapponese in carta riciclata, formato economico e cadenza settimanale (mi andrebbe bene anche una differita dall'edizione giapponese per aver modo di tradurre adeguatamente la folta mole di pagine). Del resto Jump è una delle riviste più vendute ed al contempo meno collezionate: leggevo qualche tempo fa che la maggior parte delle persone, dopo averlo letto lo butta, e che Shueisha conscia di ciò, non punta ad una qualità eccelsa per il prodotto che funge a questo punto da palliativo in attesa dei monografici.
Che poi, anche da noi c'è chi colleziona i vari<i>TV Sorrisi e Canzoni</i> quindi...
Si sta parlando di una rivista manga (o che comunque è indirizzata verso quella tipologia di pubblico) e del fatto che in Italia i manga sono editi in volumi monografici, che inerenza ha in tutto ciò la mancanza di una cultura del fumetto?
Si può certo discutere sul fatto che ad oggi vi sia una certa carenza verso il fenomeno fumetti, ma farlo parlando di una rivista chiamata Mangaka mi sembra alquanto fuori luogo.
Ciò che molti confondono è la concezione del fumetto, che trascende la suddivisione fra manga, comics, bande-dessiné e cose varie... Il fumetto è fumetto, da qualunque parte del mondo venga.
Questa rivista, come si evince dal titolo, ha però sfruttato l'ignoranza e la confusione di molte persone sotto questo punto, che reputano un non giapponese che disegna in "stile manga" (dicitura totalmente errata... è un po' come se uno dicesse "io disegno in 'stile fumetto'"... che cavolo vuol dire?!) come qualcosa di particolare, e per molti inferiore rispetto al fantomatico "originale", motivo per cui l'esperimento è fallito in pieno... Ma originale cosa? Con la diffusione e la commistione di stili di disegno presente oggi in ogni parte del mondo, nessuno può più dire cosa sia "originale" e cosa non lo sia. Chi vuol disegnare in "stile manga" (sempre fra virgolette) è libero di farlo a prescindere che sia italiano, spagnolo, tedesco, turco o esquimese.
Ormai non esiste più una suddivisione geografica per gli stili di disegno, non si può più dire che lo "stile Bonelli" (questa è peggio di quella di prima) sia più lo stile del fumetto italiano, perché gli stessi fumetti Bonelli sono disegnati con stili completamente diversi gli uni dagli altri (basti pensare a Gea)... Lo stile dipende tutto dall'autore, da colui che realizza i disegni: se un disegnatore si trova a suo agio utilizzando gli stilemi grafici che sono (o erano) tipici del disegno di gran parte degli autori giapponesi, cos'è che dovrebbe impedirgli di farlo? Se a me non piace come disegna Claudio Villa, uno degli ultimi disegnatori di Tex (il fumetto italiano per antonomasia), perché mai dovrei disegnare come lui? SOLO perché sono italiano? Scusate, ma è un discorso che non ha né capo né coda.
È su questo che molti si confondono... Uno non disegna in "stile manga" perché vuole "disegnare manga giapponesi"... Disegna in "stile manga" perché è così che vuole e riesce a esprimersi al meglio. Il fumetto è internazionale. Voi come definireste un fumetto pubblicato in Italia, ma i cui autori sono un giapponese per i disegni e un americano per la storia?
Karakuridouji Ultimo, scritto da Stan Lee e disegnato da Hiroyuki Takei, è un manga o è un comic?
Consiglio invece a tutti il bellissimo libro "Come disegnare i manga in 50 rapide mosse" della bravissima disegnatrice Lea Hernandez
Niente da fare, volete disegnare in stile manga e pubblicare (non dico in Giappone perchè meglio lasciar perdere) in Italia sperando di venir letti e acclamati?
Sperando di sentirvi dire "siete dei bravissimi mangaka?"
No, al massimo degli ottimi rielaboratori.
Deve ancora arrivare il bravo italiano che mi strapperà dalla bocca la frase "che bel manga!", perchè nemmeno tra i miei bravi compagni di corso c'e la fissazione del "manga a ogni costo".
La questione del prezzo, poi, è tragicomica.
5 euro per quel genere di rivista sono adeguati, siete troppo abituati con i tankoubon forse?
Scuola di Fumetto costa 5 euro in edicola (stessa casa editrice/stesso formato del volume)
Fumo di China mi pare lo stesso
Forse non vengono comprate perchè costano?
Troppo tardi criticare per l'operazione in sè, se il pubblico stesso per cui era destinata non se n'e interessato.
io ho i primi due numeri e sono fatto anche discretamente
quello giapponese, escludendo casi sporadici, tende a mandare le anatomie a quel paese.
questa è una fondamentale differenza tra fumetto italiano e fumetto giapponese.
(parlo di prodotti in bianco e nero ovviamente)
a colori gli americani fanno da padroni, i loro comics sono facilmente distinguibili in ogni parte del pianeta.
anche per gli americani c'è un fondamentale rispetto per le anatomie, tranne quando si parla di omoni alla hulk.
lo stile dipende dagli autori è vero, ma sempre in virtu di cosa ho scritto all'inizio.
o vorresti dire che il fumetto giapponese è tanto difficile da riconoscere in fumetteria, al punto che si mischia con gli americani e gli italiani?
"Uno non disegna in "stile manga" perché vuole "disegnare manga giapponesi"... Disegna in "stile manga" perché è così che vuole e riesce a esprimersi al meglio"
Non ho mai trovato nessuno che mi giustificasse così la sua scelta di stilema del disegno, se mi fosse capitato, tanto di cappello al disegnatore!
Purtroppo la solita risposta è stata "disegno manga perchè mi piacciono", ergo perchè non leggo nient'altro se non manga.
Conosco persone che leggevano solo manga e, scoperto il comics americano, o quello francese, o addirittura quello argentino, hanno creato il LORO stile, lontano un miglio riesco a dire "è il disegno di Stefania/di Valeria/ecc...", e questo vale pure nel mio stesso caso.
Un disegnatore deve creare il SUO stile, sennò che cacchio ci sta a fare? E' facile copiare, creare è molto più difficile.
Se uno vuole basarsi sull'impostazione nipponica di fumetto (inteso come costruzione della tavola, delle anatomie, etc) secondo me nessuno può impedirglielo, se lo avverte come uno stile vicino a lui. Ma questo solo per partire, lo stile poi si sviluppa da solo.
Sì ok, fin qui ci siamo, ma allora perché non fare una rivista semplicemente sul fumetto? Ti ricordo che è stata chiamata "Mangaka" e ha un sottotitolo che dice "L'unica rivista che pubblica i tuoi manga". Ergo, vuol dire che le storie presentate sono tutte storie di autori italiani che vogliono disegnare i manga. Lo stesso Castellazzi nel comunicato ufficiale di presentazione alla rivista scriveva <i>Su MANGAKA ospitiamo solo artisti europei che hanno fatto propria, pur contaminandola con la propria cultura, la tradizione grafica giapponese.</i>. Con questa frase, dunque, mi si esclude ogni altro genere di fumetto (perché i generi esistono anche nel fumetto).
Visto che in Italia quelli che hanno interesse nel leggere fumetti (e sto usando la parola "fumetti") di emergenti sono veramente in pochi (e non credo che tutti spenderebbero 5 euro per un giornalino di una sessantina di pagine, che sia il prezzo standard della casa editrice o meno), direi che, per come la vedo io, la zappa sui piedi se la sono tirati da soli.
Facciamocene una ragione: da noi il fumetto amatoriale non è un terreno fertile. L'unico caso di fumetto amatoriale che mi sembra ben visto dal lettore medio è il doujinshi, semplicemente perché sono altre storie basate su personaggi creati da grandi autori, amatissimi. Qualcosa vorrà pur dire, non ti pare?
(Con ciò che ho detto, però, a scanso di equivoci, non voglio dire che gli emergenti siano scarsi o non in grado di creare storie interessanti, eh, lungi da me pensare ciò)
Ci sono sul web già tante fanfic/doujinshi, è un modo per iniziare, certo, ma è difficile uscire da questa "gabbia" in Italia, tenendo conto che chiunque voglia iniziare, anche inconsciamente durante l'infanzia, crea delle storie/fanfic/doujinshi.
Il problema dell'esordiente è quello di farsi conoscere, indipendentemente da ciò che disegna. Non c'e spazio per esordienti, se non siti web come DeviantArt, la pagina della posta di Scuola di Fumetto, e poi esistono le autopubblicazioni, un grande ignoto che può riservare molte sorprese.
L'unico modo per iniziare a venire a galla è pubblicizzarsi e aiutarsi a vicenda: chi vuole entrare nel mercato aiuta le autoproduzioni, chi c'è passato le segue e chi autopubblica segue le altre autopubblicazioni.
Ci si sostiene, ci si consiglia, si dice qualcosa che molto spesso manca nella nostra coscienza quotidiana.
E' difficile, ma dà molte soddisfazioni.
@DarkBahamut_97:
grazie della risposta ^^ è che quest'argomento mi fa sempre dannare...
Codice: "troni"... non ci sono paragoni!
Tutti devono rimanere nello stile della sua tradizione, guai ad assimilare altre culture, si diventa dei traditori copioni con gusti riprovevoli.
E' proprio vero che si è toccato il fondo.
Almeno non dobbiamo più vedere le brutte copie dei personaggio di Oh-Great! in copertina!! xDxDxD
Ah, inoltre, questo tipo di riviste propone esattamente gli stessi contenuti di network e fanzine dedicate. Mi dite perchè l'utente-target dovrebbe rivolgersi a questo mercato piuttosto che a internet?
Mi spiace per questo progetto che ha riscontrato poco successo, ma in fondo non mi stupisco molto. In Italia è difficile che una rivista simile possa avere il successo dovuto. Il manga made in Italy non credo potrà mai ricevere un gran successo
Comunque, credo che questo esito c'era da aspettarselo viste le politiche adottate per la pubblicazione e la gestione della rivista (prezzo in primis). Ciò non toglie che l'idea era ed è molto valida, peccato..!!
Si è voluto fare un prodotto troppo di nicchia e troppo 'strano' per il mercato italiano. Forse bisognerebbe inserire storie di autori dal tratto grafico più orientaleggiante insieme ad altri autori, di diverso stile. Ma tutti devono avere OTTIME storie, perché solo un'OTTIMA STORIA vince i pregiudizi. Questo lo dobbiamo sapere prima noi aspiranti fumettisti, assolutamente. Se io, italiano, voglio scrivere una storia ambientata in Giappone, devo faticare quanto un giapponese che scrive una storia sull'Italia, perchè se non mi documento abbastanza, se non cerco di fare il mio meglio per scrivere una storia ambientata in un paese molto distante fisicamente e culturalmente dal mio, sembrerà sempre uno scopiazzamento infame di un manga.
In pratica: differenziare il disegno in "stili"= razzismo
per quanto riguarda la rivista,non l'ho mai acquistata per il prezzo eccessivo in confronto al numero di pagine.me lo aspettavo che chiudeva,infatti,ma non così presto...
Ancora una volta le riviste contenitori si dimostrano inadatte all'Italia.
Il problema è che una cosa simile punta al lettore di manga.
Il lettore di fumetti in generale lo lascia dov'è schifiato perché non ne vede il senso e il lettore di manga lo lascia stare perché è italiano, lo vede come imitazione dei manga originali e perché è italiano.
Ma a parte tutto ciò. E' da notare come tutto ciò che viene spacciato per stile manga sia un prodotto di bassa qualità o venga recepito come tale.
Mi piacerebbe anche sapere che diavolo è lo stile manga! Non esiste una cosa del genere. Ci sarà un motivo se ogni autore che tenta di copiare lo stile di disegno di un altro è segnato a vita (caso a parte gli shojo).
siamo in crisi no?XD Per quanto possa dire che era una bella idea preferisco comunque spendere i miei soldi un bel manga che amo grosso il doppio risparmiandoci anche oppure risparmiarmi per concedermi un" lusso".
Secondo me l'idea della rivista non è male il problema è il costo costasse davvero come Jumpç_ç Se andrò in giappone ne raccatterò una rivista da un cestinoXDXD Per me sarebbe troppo un cimelioXD
In realtà e purtroppo, il mercato italiano del fumetto è quello che è, e non è mangaka la rivista che può sconvolgerlo: la verità è dura ma è questa qui. Occorrono idee nuove, e nuovi modi di proporle, cercare nuove strade sia in campo fumettistico che editoriale e questo vale per il fumetto in generale, italiano, giapponese o italo/giapponese che sia.
P.S. Ho comprato e letto il primo numero della rivista, mi è bastato quello per esprimere il parere di cui sopra.
P.P.S. concordo con chi sottolineava però la bellezza del chara design della ragazza in copertina, direi che qualcosa da apprezzare nella rivista lo abbiamo trovato^^
Tornando IT...
Dunque, parlo per esperienza personale: conoscendo alcuni disegnatori della rivista, io avrei voluto comprarla, sia per loro, sia per promuovere il manga made in Italy, magari prestandola ad amici, e bla bla bla...
Vado quindi a vedere quanto costa e per poco non mi prende un colpo. Non posso, io, studentessa, che già deve comprarsi libri, pagare mezzi e comprare pure i manga (perché, se mi interesso di questa rivista, vuol dire che sono dentro un certo mondo, per lo più comprando manga) spendere tutti quei soldi per... una cosa invisibile di 30? 40 pagine?
Risultato? L'ho sbirciata in fumetteria, ho letto le storie che mi interessavano, ho valutato il mio gusto nei disegni e nelle trame e l'ho rimessa a posto.
Troppo costosa per così poche pagine. Decisamente. Con un rapporto del genere, mi sono subito resa conto che sarebbe andata a finire male, con tutto che speravo il contrario.
Avete sbagliato entrambi...
In Italia manca la cultura.
Fine discorso. ^^
Sono dell'idea que i Manga stá al Giappone come La Historieta stá all'Argentina, come d'altronde il "Fumetto stia all'Italia....
Ho letto Opere di autori italiani come MORGANA di LUCA ENOCH ( attualmente ne ho letti 4 volumi e mi sono piaciuti tanto i disegni quanto la storia, nonostante non sia mostruosamente originale, MA QUE merita nonostante i prezzi...) e la SECONDA LUNA DI FREZZATO: sono opere DI AUTORI ITALIANI ( obbio!) que APPARTENGONO ALLA SCUOLA EUROPEA!!!!
Calma, non picchiatemi, so perfettamente que quiesti sono veri e propri fumetti d'autore, mentre sicuramente questa rivista si rivolgeva ad autori "piú in fasce".
Questo serve solo a precisare che, una rivista che cerca giovani ( e non ) promesse italiane( e non) appartenenti al panorama Europeo, dobrebbe incentivare piuttosto a storie, ma soprattutto a disegni e a uno stile Prettamente EUROPEO, senza forzatamente cercare lo stile manga: potrebbe `piuttosto ISPIRARSI A QUESTI ULTIMI per alcune vie di pensiero, dopodiché DOVREBBE PRENDERE UNA STRADA DEL TUTTO INDIPENDENTE SENZA RISCHIARE IL FAMOSO EFFETTO "CLONE ITALIANO"di un manga; se a questo aggiungiamo il prezzo di vendita, bé, il tutto è detto...
Concludo precisando que questo é un "mio parere personale", quindi CHIUNQUE ha pienamente il diritto di criticare quello que ho appena finito di scrivere....
Andrá meglio al secondo tentativo, (se mai ci sará) magari lanciandolo prima su rete come promo, poi se piace, perché no, puó passare per l'edicola o cose simili e proseguire per la sua strada, peró questa é una cosa che la casa editrice o l'autore deve decidere.
Apprezzo comunque l'idea di ricercare dei nuovi talenti nel panorama europeo.
Spero comunque che progetti come questi continuino ( magari a un costo piú economico!), e sperando magari que finalmente saltino a galla progetti degni di cuesto nome.
Chi vivrá vedrá.
il tuo discorso è trasversalmente veritiero. ovvero: non è nella nostra cultura, ma è ormai una moda, innegabile. una tendenza, oltre che una passione di milioni di fan in tutta europa e anche in italia. secondo me non dipende dalla nazionalità ma dal talento.
l'arte non ha barriere nè confini, ed è sempre pronta a sfatare ogni tabu, cosi e sempre stato e così sarà
non mi meravgilierei un giorno di sentire di un mangaka italiano o spagnolo famoso nel mondo...certo non sarà mai come un giapponese, ma se per questo ho conosciuto stranieri che sanno fare una pizza napoletana ottima, e non sono certo del belpaese
Per la pizza appunto...la potranno imitare quanto vogliono, ma è "roba nostra". Non sono nazionalista e amo le cose che vengono dall'estero, ma suvvia ci vuole qualcosa che si differenzi, non una copiatura. Questa è una regola base del Mercato e della vita (sia in musica che in tutto)
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.