Hokuto no Beard 02Abbiamo parlato solamente il mese scorso dell’insolito provvedimento della città giapponese di Isesaki, dove i dipendenti comunali con la barba non sono più ammessi, e sembra che questa legge sia già diffusa anche in altre località nipponiche, tra cui le aziende Seven-Eleven Japan Co., Tokyo Disney Resort, Japan Post Service Co. e il club di baseball degli Yomiuri Giants, che vietano ai propri dipendenti di farsi crescere la barba.
Vi riportiamo la traduzione del comunicato pubblicato sul sito Japan Today:


Maebashi, prefettura di Gunma – Il problema di uomini con peluria facciale sul posto di lavoro ha recentemente provocato delle serie discussioni in Giappone, così come degli effettivi divieti nei cosiddetti campi del decoro.

A maggio, il comune di Isesaki vietò a tutti gli impiegati di portare la barba in ufficio, sulla convinzione che i dipendenti pubblici debbano avere un aspetto rispettabile. Allo stesso modo, la città di Maebashi ha agito dopo aver sentito i cittadini locali lamentarsi dei suoi lavoratori barbuti.
In risposta alla notizia, il Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni ha detto di non aver mai sentito di un comune del paese che abbia introdotto una legge del genere.

Tuttavia, la nuova politica adottata da Isesaki non sembra una novità. Ad un numero crescente di lavoratori giapponesi, inclusi gli atleti, si sta proibendo di presentarsi al lavoro non rasati, per evitare di offendere la clientela.

La grande catena di minimarket Seven-Eleven Japan Co. è particolarmente severa sull’aspetto dei suoi dipendenti e dichiara che non assumerà mai uomini con la barba. “Potremmo licenziare degli impiegati che si fanno crescere la barba indipendentemente se si tratta di personale fisso o di lavoratori part-time.”, ha affermato il funzionario delle pubbliche relazioni della compagnia.

Anche la Oriental Land Company, che possiede il parco a tema Tokyo Disney Resort a Urayasu (Chiba), bandisce le barbe. “È importante che gli impiegati che servono i nostri clienti mantengano un’immagine immacolata”, ha asserito un dirigente del parco. “ma la regola non viene applicata per l’uomo che recita il ruolo di Capitan Uncino.

Captain BeardHook

La ditta produttrice di rasoi Kai Corporation testa quasi ogni mese la qualità dei suoi prodotti sui dipendenti, i quali si fanno crescere la barba fino al giorno dell’esame mensile per poi tornare a lavorare rasati di fresco.

Altri uomini, invece, sono in disaccordo con questo bando di barbe.

Un impiegato del Japan Post Service Co. ha fatto causa all’azienda, protestando per un taglio di stipendio impostogli perché portava la barba. Nel marzo di quest’anno, il Tribunale del Distretto di Kobe ha ordinato alla compagnia di servizi postali di pagare un risarcimento di 370,000 yen (circa 3.300 euro) alla parte lesa, su motivazione che l’aspetto delle persone è una questione di libertà soggettiva e che un divieto uniforme sulle barbe è insensato.

Nel mondo sportivo, il club di baseball degli Yomiuri Giants è famoso per il suo divieto delle barbe. Quando se ne andò dai Nippon-Ham Fighters per passare ai Giants nel dicembre del 2006, la prima base Michihiro Ogasawara lasciò i fan a bocca aperta tagliandosi la sua barba simbolo.
La star del baseball ha affermato che rispettare le regole della sua squadra era una questione di virilità.

Nel mondo del sumo, lo sport giapponese più legato alle tradizioni, non esistono, invece, norme sui peli facciali.
Secondo l’Associazione Giapponese di Sumo, alcuni lottatori stranieri sono stati criticati in passato perché tendevano a essere più pelosi della maggior parte dei giapponesi, e alcuni fan del sumo hanno trovato indecorosi i loro folti peli facciali. Insomma, non portare la barba rimane una regola implicita.
L’associazione, tuttavia, è piuttosto flessibile sul problema, come affermato da uno dei suoi dirigenti: “Lavoriamo in un mondo dove la fortuna gioca un ruolo chiave, così alcuni lottatori evitano di radersi durante una serie di vittorie (credendo che la loro fortuna possa finire senza la loro barba).

Si dice che farsi crescere la barba o meno dovrebbe essere una questione di libertà personale e lasciare che ognuno decida per sé, ma le organizzazioni non funzionano bene se gli manca una certa dose di disciplina.”, ha detto Mitsuru Yaku, un mangaka che fa da opinionista su diversi problemi sociali e che è anch’egli un uomo barbuto. “Una barba è un simbolo che è il polo opposto di una virtù associata a un adulto ponderato, e molte persone identificano le barbe con la decadenza e il lassismo morale.”, ha continuato. “Un divieto del genere probabilmente continuerà anche se i giovani sfoggiano le barbe per essere alla moda.

Fumio Haruyama, che presiede il comitato dei diritti umani dell’Ordine degli Avvocati di Gunma, non ha ben accolto questo divieto, affermando che limita la libertà delle persone e che la nozione che una barba non sia accettata è un preconcetto arbitrario. “La gente che non si rade per pigrizia potrebbe essere un discorso a parte, ma io domando se sia giusto stabilire delle norme sui peli facciali.

Chuck Norris' Third Fist