
Benché non sia semplice adottare i due mezzi espressivi, esistono naturalmente professionisti poliedrici che sanno ricorrere a entrambi: ottima rappresentante di questa categoria è la maestra Wataru Yoshizumi.
Esordendo come mangaka josei nel 2006 sulla rivista Chorus, la sensei alterna pubblicazioni josei (Cherish, Spicy Pink) e shoujo (Chitose etc.) e si dimostra in grado di spaziare in maniera spontanea e indolore dal momento che già nella sua produzione precedente vengono introdotte tematiche quali il matrimonio, il divorzio e la vita coniugale in generale, di cui è un esempio la sua creazione più famosa, Marmalade Boy.
Riguardo MB, ricordate la scena in cui Miki conia il soprannome di Yu che è anche il titolo del fumetto? L'aneddoto che dà il nome a questo volume unico, Cappuccino, è simile, in quanto mostra un momento di intimità domestica che riassume in sé il sapore dolceamaro, tipico del caffè, della convivenza di una moderna coppia giapponese.
Il tankoubon si apre con i preparativi del trasloco dei protagonisti, Sosuke e Ari, due giovani, uno insegnante in un doposcuola e l'altra dipendente presso una ditta di articoli di cancelleria, che hanno deciso di convivere per aver modo di approfondire il loro rapporto nonostante gli impegni lavorativi.
In particolare, il primo capitolo descrive le reazioni dei loro cari alla decisione di rimandare il matrimonio e l'arrivo dei figli, sottolineando l'importanza che riveste l'ufficializzazione pubblica dei sentimenti personali; i restanti sei invece si concentrano sulla sfera emotiva e privata della relazione di Ari e Sosuke.

Come da abitudine, Wataru Yoshizumi analizza con delicatezza e altrettanto acume le sue idee, una costante del suo lavoro, e ciò che colpisce è la maestria con cui riesce a esprimere il suo messaggio anche nel comparto grafico, alternando attimi di vita casalinga, di tenerezza, di intesa con episodi ambientati sul posto di lavoro o in compagnia degli amici, con un'abilità tale da suscitare nel lettore l'impressione di un'esistenza reale e non solamente illustrata.
Lo stile di disegno è elegante, fine, pulito grazie all'utilizzo essenziale e calibrato di sfondi e retini, al massimo delle sue possibilità.
A livello tecnico e narrativo Cappuccino raggiunge grandi risultati, raramente ho letto autoconclusivi così completi.

Uno dei tratti distintivi della Yoshizumi è la posatezza e la grande maturità dei suoi attori; abbastanza stranamente però, queste doti le dimostrano appieno i ragazzi dei suoi shoujo, mentre quelli dei josei, com'è già evidente in Spicy Pink, hanno la stramba tendenza a perderle nei frangenti peggiori.
Non svelo nulla di preciso per evitare spoiler, mi limito a dire che trovo stridente che due alunni delle superiori riescano a comprendere la gravità di un potenziale incesto quando poi un adulto non ha un briciolo di buon senso: capisco che Sosuke e Ari dovessero commettere passi falsi per consentire l'evoluzione della vicenda, ma certe soluzioni, sebbene portino a un finale coerente e "originale" che personalmente ho apprezzato, rappresentano il lato amaro di questa storia insieme al ruolo e alla superficialità intermittenti dei due comprimari Inaba e Remi.
L'edizione italiana è a cura di Panini, e stavolta sembra esserle stata rivolta un'attenzione diversa dal consueto: la carta è più bianca, sottile e soffice ma è a tratti trasparente; l'impaginazione è solida, però non vedo la dicitura "romanzo a fumetti" a cosa sia dovuta; inoltre, sebbene l'introduzione riporti costantemente che si tratta di un josei, il cuore rosso Planet Shojo campeggia imperterrito. Il rapporto qualità/prezzo, infine, rimane squilibrato in favore del secondo.
Per concludere, reputo Cappuccino una pubblicazione che, malgrado determinate incongruenze, mi ha soddisfatto sotto parecchi aspetti e che consiglio a chiunque abbia voglia di immergersi in una lovestory romantica e al contempo matura e smaliziata.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Il cappuccino | € 4.30 | Panini Comics |
Per non rischiare di fare brutte figure il cappuccino continuerò a chiederlo al bar
PS
L'opera non m'interessa per niente nonostante se ne parli un gran bene ultimamente... neanche il tratto m'ispira granchè.
Cappuccino l'ho letto con gran piacere, anche se, come ho già specificato in altra sede, gli ho riscontrato dei difetti, come ad esempio diverse pecche caratteriali dei personaggi (il protagonista maschile senza spina dorsale o la solita sciacquetta liceale che pretende di avere un uomo tutto per sè, tipologia che l'autrice inserisce sempre nelle sue opere e che non mi è mai andata a genio) e il finale che, se è vero che non è scontato, mi ha lasciato un bel pò di amaro in bocca.
mi è piaciuta la recensione anke i disegni sono ok, quindi provvedo subito a diminuire lo spazio in camera mia con questo nuovo acquisto!
Si, concordo con Kotaro e Shaoran sul ruolo del protagonista maschile un po "senza spina dorsale", anzi l'ho trovato quasi fastidioso...ma in questo frangente, sinceramente, mi è sembrato appropriato. Detto questo, sicuramente è un titolo che consiglio...anche se come hanno già detto in molti il finale è triste
E' da un po' che non leggo niente di suo e questa recensione, alla fine, mi ha fatto solo tornare tanta voglia di leggere le sue opere che ancora mi mancano. ^^
Da secoli ormai non pago più per uno shojo, ma devo dire che questo mi sta intrigando parecchio visto che tutti ne parlano così bene! Se lo trovo in fumetteria ci farò un pensierino! ^^
Certo che la Yoshizumi continua ancora a far parlare di sè. E prima con Marmalade Boy, lo shojo "acqua e sapone" per eccellenza, poi con quel volume unico in cui c'era una ragazza adottata da una coppia di omosessuali e ora tratta questo tema scottante. Se non fosse per lo stile (e anche per l'edizione) l'avrei preso...
Dovrebbero togliere certe schifezze dalla circolazione.
A gente non sa più cose davvero un manga.
ultimamente gli shojo femministi mi stanno appassionando, sto scoprendo una predilizione per Waki Yamato, e i tanti commenti positivi mi hanno spinta a leggere il volumetto, e ammetto di conoscere l'autrice in questione solo per il suo famoso "Marmalade Boy".
Il fumetto in questione è imbarazzante, la storia è banale e mal costruita, con una sceneggiatura da primo anno di scuola di fumetto: non è possibile che i personaggi siano così mal sviluppati, privi di spessore e in balia degli avvenimenti capitolo per capitolo. E' evidente che l'autrice si è aggrappata ai clichè per cui è conosciuta, e questo non è male, peccato li abbia utilizzati rendendoli banali e facilmente prevedibili (la coppia e i loro migliori amici in incrocio amoroso, tanto per citarne una).
La cosa più irritante è il titolo: perchè "Cappuccino"?
Il cappuccino come elemento esotico nella cultura giapponese, che caratterizza la natura esotica della relazione dei due è palese per chi ne sa un poco sul giappone etc etc, ma se l'espediente è questo, perchè poi lasciarlo abbandonare nelle paludi della scusa modaiola del titolo diverso che attrae le lettrici?
Per non parlare dell'evento scatenante dell inizio rottura dei rapporti tra Ari e Sosuke, lo scippo.
Ok, l'espediente è carino, ma è sviluppato così male da far pensare "se non l'avessero scippata lei non l'avrebbe mai mollato", non è possibile che una relazione si risolva così, e in un fumetto più che nella realtà, i meccanismi devono funzionare sennò rischiano di essere "visibili" e peggio ancora eccessivi.
Il problema è maggiore se la situazione viene letta da un occidentale: la convivenza tra i giovani da noi è una cosa assodata (a meno che non ci siano particolari linee di pensiero).
Viene quindi naturale pensare a quanto la protagonista, nella dicotomia donna di casa/donna al lavoro, non mostri più di tanto di esserne "colpita", tenendo conto che è una delle varie motivazioni che alla fine dovrebbero spingere lei a lasciare lui (ed è quello che succede).
Il finale ha un piccolo risollevamento, lei ha capito il suo ruolo, è indipendente, etc etc etc. ha avuto la sua evoluzione nella trama e quindi, nel bene o nel male, la sua situazione è "risolta abbastanza bene", mentre per lui, è il caso di dirlo, si passa all'emulazione: lei si sente libera? ok devo farlo pure io.
Ora tocca al disegno:
la costruzione delle tavole è ben leggibile e scorrevole, a volte le espressioni dei personaggi dicono di più di quello che esprimono (in maniera approssimativa) nei dialoghi.
Classica lei e classico lui da stile Yoshizumi, ambienti appena accennati, il giusto per dare un minimo di background. Linea pulita, retinatura leggera ed espressiva, ma, personalmente, il disegno dell'autrice in questione non mi fa impazzire (e direi peccato, perchè è l'unica cosa che risolleva il volumetto).
Quindi: la storia è tranquillamente evitabile, ci sono racconti migliori e meglio sviluppati (vedesi Moyoko Anno o Waki Yamato, la seconda più moderna della Yoshizumi e con un anticipo di 20 anni), mi ha ricordato terribilmente Love Order 200X, solo che il secondo "ammette" di essere uno shoujo, e lo si capisce da una certa leggerezza della trama, specialmente degli argomenti trattati (appunto l'adulterio in una coppia in crisi, primo volume), peccato che nella Yoshizumi la superficialità fa in modo che l'argomento non sia nemmeno minimamente sfiorato: la convivenza non è un cappuccino ben fatto, al massimo una paella in cui si rischia di cucinare male i vari elementi e rovinare il tutto.
Scusate per la tediosità
Però tutto sommato, non credo potesse finire in altre maniere, quindi è stato un buon lavoro!
Spero che con Chitose riaffiorino le vere emozioni che solo gli shoujo della Yoshizumi sanno dare *-*
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