Osamu Tezuka era un innovatore dell'animazione, creatore di vaste saghe fumettistiche basate su un'ampia conoscenza della cultura e della letteratura internazionali, un uomo di fantasia che scavò nel suo io più profondo per estrarne storie universali, un significativo autore di fantascienza oltre che uno scienziato che rese popolare la tecnologia, ma che anche mise in guardia dai pericoli che questa comportava per il pianeta e per l'umanità, il tutto anni prima che le preoccupazioni ambientali diventassero di moda.
Questo libro è una panoramica sulla sua vita e sul suo lavoro.


Icon Osamu Tezuka CoverScomparso ormai da due decenni e soprannominato il Dio dei manga per la sua enorme carica innovativa e l'indiscussa qualità dei suoi lavori, Osamu Tezuka è una delle figure più importanti della storia del fumetto (giapponese ma non solo); osannato e celebrato in patria, non è tuttavia conosciuto quanto dovrebbe nel resto del mondo; molti sono gli appassionati di manga che ancora non lo conoscono o lo conoscono solo di nome e superficialmente, ignorando completamente la grande influenza da egli avuta nella creazione del moderno mercato giapponese del fumetto e dell'animazione. Anche tra gli stessi “esperti” sono pochi quelli che possono dire di conoscerlo davvero, complice anche una scarsa copertura saggistica sul suo lavoro; fu questo uno dei motivi che spinsero Helen McCarthy, autorità nel campo della cultura e del fumetto giapponese e specializzata in particolar modo sulla figura del Dio dei manga, a scrivere il saggio oggetto di questa recensione in occasione del ventennale della sua morte.
La McCarthy struttura il suo lavoro in 9 capitoli, più una doppia introduzione, la prima scritta da Katsuhiro Otomo, grande fan del maestro e autore di Akira, la seconda dalla stessa McCarthy. Il primo capitolo copre i primi due decenni della vita di Tezuka e si focalizza sull'ambiente in cui crebbe il piccolo Osamu e sulle esperienze che lo segnarono maggiormente e gli fecero sviluppare alcune delle tematiche principali delle sue opere, oltre che i motivi per cui scelse la via del fumettista. Vengono anche velocemente analizzati i suoi primi lavori di quando era ancora studente nonché lo stato del mercato fumettistico dell'epoca, ben diverso da quello che conosciamo noi.
Il secondo capitolo è abbastanza particolare ed ha il compito di presentare lo “star system” tezukiano. Che cos'è lo Star System? Al giorno d'oggi non è certo raro trovare disegnatori conosciuti per il continuo ricircolo dei personaggi nei loro fumetti, criticati da alcuni che in ciò vedono un limite creativo e difesi da altri che la ritengono una ben precisa scelta stilistica ed un semplice desiderio dell'autore di utilizzare i propri personaggi come fossero gli attori di un film. Osamu Tezuka non solo faceva parte di questa schiera di disegnatori (c'è anche da dire che, con le centinaia di storie che ha disegnato sarebbe stato impossibile differenziare graficamente tutti i personaggi anche volendo) ma giocò molto su questo aspetto. Fin da giovane infatti creò un elenco di personaggi, ognuno con determinate caratteristiche fisiche e psicologiche – e persino uno stipendio – che avrebbe poi riutilizzato nei suoi manga, con nomi diversi e in ruoli anche ideologicamente opposti. Proprio come dei veri attori in carne ed ossa. Il secondo capitolo del saggio, dunque, elenca uno per uno i vari personaggi dello Star System tezukiano, dalle grandi superstar fino alle semplici comparse. Per ogni personaggio la McCarthy presenta un breve testo informativo corredato da una o più immagini, in proporzione all'importanza dello stesso.
I capitolo dal 3 al 7 coprono ciascuno un decennio (dagli anni '40 agli anni '80) e sono a loro volta suddivisi in due parti. Nella prima viene indagata la situazione sociale e politica giapponese, viene contestualizzando il ruolo del fumetto e dell'animazione nella cultura popolare e vengono analizzati i principali avvenimenti nella vita di Tezuka, in modo da meglio comprenderne l'evoluzione stilistica e narrativa. Nella seconda parte viene invece presentato un elenco delle opere più significative tra quelle realizzate dall'autore in quel determinato decennio. Per ogni opera vengono inserite diverse immagini (alcune anche rare copertine d'epoca) ed un breve testo comprensivo di sinossi, genesi dell'opera e analisi del messaggio che Tezuka voleva lanciare con essa. Non è raro però che in alcuni casi venga anche rivelato il finale dell'opera.
L'ottavo capitolo è dedicato alle opere rimaste incompiute in quanto ancora in corso al momento della morte di Osamu, mentre il nono, ed ultimo, si focalizza sull'eredità di Tezuka, ovvero le influenze che ha avuto ed ha tuttora sul mondo dell'animazione, del fumetto ed anche della cultura giapponese. La McCarthy analizza inoltre come Tezuka sia visto all'estero dalla critica fumettistica e approfitta di questo spazio per mettere in guardia i recensori e gli studiosi da non banalizzare Tezuka limitandosi a divinizzarlo o rendendola una figura iconica, bensì di studiarlo, analizzarlo, contestualizzarlo con onestà, in modo così da comprenderne la reale grandezza e l'enorme genialità e carica innovativa.
Il saggio si chiude con i canonici elenchi tematici, indice dei nomi e bibliografia, più una breve lista delle opere di Tezuka pubblicate e tradotte nei principali paesi europei.

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Il lessico della McCarthy è semplice e facilmente comprensibile ed il saggio non richiede alcuna nozione preliminare, rendendosi fruibile a chiunque, anche a chi non ha mai letto un fumetto o visto un'opera d'animazione. L'ampio formato adottato valorizza al meglio le numerosi immagini presenti, dalle semplici copertine originali dei lavori a foto di Osamu con famiglia e amici, passando per schizzi e tavole interne. Da segnalare la presenza, al centro del libro, del capitolo iniziale dell'originale Tetsuwan Atom.
La McCarthy dà prova della sua grande conoscenza e della sua grande onestà analizzando ogni singola opera, personaggio, autore o situazione senza impelagarsi in improbabili analisi eccessivamente personali o snaturare l'ideologia tezukiana e i messaggi che l'autore voleva narrare o il suo ruolo all'interno del mondo in cui era vissuto.
Unico difetto, anche se non eccessivamente grave, è l'assenza dei titoli originali delle opere analizzate, presentate spesso con una semplice traduzione fedele nella nostra lingua. Se questo aiuta la comprensione del lettore, rende difficoltoso ricercare ulteriori informazioni sull'opera. Se, ad esempio, si restasse colpiti dal fumetto Tubercolosi pubblicato nel 1948 ed analizzato a pagina 88, la ricerca di informazioni potrebbe richiedere più tempo del previsto, avendo noi a disposizione solo la copertina originale, il titolo tradotto in italiano, la data di pubblicazione e l'editore.

L'edizione italiana, a cura di Edizioni BD, vale indubbiamente i 35 euro che costa: ampio formato, interamente a colori, rari e poco invasivi i refusi grammaticali, rilegatura robusta e al contempo estremamente flessibile, carta lucida, spessa e priva di trasparenza e stampa perfetta.

Icon: Osamu Tezuka, Il dio del manga è quindi un saggio come raramente se ne sono visti in Italia in questo settore; ottimo sia come punto di partenza per i novizi, che potrebbero utilizzarlo anche per meglio scegliere a quali opere approcciarsi per prime, sia per i fan che vogliono conoscere meglio questo grande maestro del fumetto; non ci si aspetti tuttavia l'enciclopedia definitiva, dato che, potrà sembrare strano o esagerato ad alcuni, non bastano certo 300 pagine ad analizzare approfonditamente e completamente una produzione sterminata come quella del Dio dei manga. L'Icon è, più verosimilmente, un modo per ottenere solide basi conoscitive da espandere poi personalmente approfondendo ulteriormente determinati aspetti od opere di Tezuka.


[CERCAMANGA_Osamu Tezuka, il dio dei manga]