Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Appuntamento fantasy dalle varie sfumature: Haibane Reinmei, Mercenary Pierre e Star Ocean WX.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


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Ho letto molti dei commenti entusiastici che si sono raccolti con il tempo intorno a quest'anime e proprio questi mi hanno indotto a cominciarlo, dato che in genere sono piuttosto diffidente verso storie basate su personaggi costruiti con delle aureole sulla testa e un paio d'ali sulla schiena. Comincio subito con il sottolineare la mia diversità di vedute verso chi considera questo titolo come il più bello di sempre; è pur vero, però, che "Haibane Renmei" è un titolo che stimola la riflessione sia in relazione alle vicende particolari dei vari protagonisti, sia su temi più profondi e universali.

Senza una ragione più precisa alcuni esseri umani rinascono (alla loro morte si suppone, ma non ci sono prove in merito) sotto la forma di Haibane, esseri del tutto identici all'uomo ma dotati, come si diceva prima, di un paio d'ali, il cui colore indica il grado di purezza dell'individuo, e di un'aureola, che ha invece la funzione di un orologio in quanto la sua luminosità misura il tempo residuo a disposizione per ognuno dei personaggi prima di abbandonare questa forma particolare per trasformarsi in chissà cosa. Gli Haibane vivono in una città protetta da mura magiche che impediscono agli estranei di penetrarvi ma anche alla popolazione locale di allontanarsi liberamente. Il perché di questa costruzione è ignoto e tale rimarrà fino alla fine quasi come se l'autore, Yoshitoshi Abe, volesse intendere che conoscere la verità sui grandi enigmi dell'universo non è, in fondo, realmente possibile.

Essendo impossibile indagare sulle fondamenta dell'universo ai vari personaggi non resta che concentrarsi su loro stessi e sulle proprie personali verità. In alcuni casi le cause della loro permanenza in questo particolare "micromondo" sembra evidente: le ali nere di cui vengono dotati indicano un peccato commesso probabilmente durante la loro vita precedente e la loro rinascita come Haibane è il segno di un'ultima possibilità di redenzione. Ma anche le spiegazioni che sembrano più semplici si rivelano un azzardo in quest'anime in quanto la maggior parte degli Haibane sono dotati di ali bianche, segno di purezza e benedizione, per cui la loro presenza in questo luogo resta tutto da spiegare.
In questo contesto, dunque, molto viene lasciato dall'autore all'intuizione degli spettatori, ognuno dei quali sembra cogliere dai dettagli un significato diverso in tutto questo, spesso travalicando ciò che appare dall'anime stesso, che comunque è davvero avaro di suggerimenti.
Se quanto detto può apparire suggestivo e intrigante, devo sottolineare la presenza di due elementi che limitano fortemente la considerazione che personalmente attribuisco a "Haibane Renmai": il formato e la caratterizzazione dei personaggi.

Per quanto riguarda il formato temo che tredici episodi siano decisamente troppi per un anime che non propone grandi rilevazioni ma che, al contrario, intende giocare con lo spettatore ponendogli una serie di domande a cui lui stesso dovrà cercare di trovare una risposta. In questi casi più che una serie di tredici episodi in stile slice of life avrei gradito maggiormente un formato più corto, magari un semplice film. Troppi di questi episodi, infatti, non aggiungono assolutamente nulla alla narrazione e, spesso, risultano essere abbastanza pedanti.
Quanto alle mie critiche intorno alla caratterizzazione dei personaggi, sono ben cosciente di andare contro l'opinione prevalente quando dico che essa non è poi così complessa come si vorrebbe fare credere. Nessun personaggio è, infatti, veramente carismatico; le stesse Rin e Rakka, infatti, non spiccano particolarmente per originalità, anche perché i loro segreti inconfessabili si dimostrano essere davvero poca cosa rispetto a quanto ci si potesse aspettare dalle premesse. A risentirne è proprio la profondità interiore dei personaggi a mio avviso solo accennata e non realmente approfondita.
Questi elementi di personale dissenso non minano troppo, però, il mio giudizio che è complessivamente buono. Ma tra questo e dire che "Haibane Renmei" è l'anime più bello di sempre ce ne corre.



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La storia del Sol Levante è sempre stata caratterizzata da profondi mutamenti socio-politici, guerre intestine, rivolte e battaglie per la conquista del potere. Allo stesso modo è rimasta però legata ai suoi usi e costumi risultando così agli occhi di chi non l'ha vissuta o studiata perlopiù statica e priva di innovazioni. E questo i giapponesi lo sanno, così come sanno bene che un periodo storico come il medioevo europeo riesce sempre ad attrarre l'attenzione dei lettori. Traendo spunto dalla guerra dei cent'anni fra Francia ed Inghilterra, Kenichi Satou pubblica una serie di romanzi di successo che ispireranno poi la realizzazione di quest'opera intitolata semplicemente "Mercenary Pierre".

Come detto poc'anzi, le vicende si svolgono durante gli ultimi anni del conflitto e vedono come protagonista Pierre, figlio illegittimo di un nobile francese a capo di un gruppo di mercenari a servizio dell'esercito franco. All'ombra di una guerra che sembra non avere fine (durerà complessivamente ben 116 anni seppur non continuati) si erge prepotentemente la figura di Jean D'Arc, nota anche come "la pulzella d'Orléans", colei che condusse l'esercito francese alla vittoria e di cui si pensava di conoscere tutto.

Coadiuvato dalle saggie chine di Takashi Noguchi (forse un po' limitato in quest'opera), "Mercenary Pierre" narra una storia alternativa a quella nota in cui la vita di Pierre e quella di Jean si intrecciano in un plot narrativo tutto sommato piacevole che sopperisce alle proprie lacune, individuabili perlopiù nella scelta narrativa di Satou - curatore anche qui della sceneggiatura - troppo legata ai ritmi lenti del romanzo rispetto a quelli più incalzanti del genere seinen. Nonostante questo il manga scorre velocemente e grazie alle vicende personali dei protagonisti riesce a catturare l'attenzione del lettore incentivandolo alla lettura. Vi sarebbero anche alcuni errori puramente filologici riguardo i costumi dell'epoca (le armature a piastre non erano così "sfarzose" e costavano un occhio della testa, un gruppo di mercenari sicuramente non poteva permettersi di vestire tutti i suoi membri con esse), ma sappiamo bene che si tratta di un "neo" tipicamente nipponico su cui si può tranquillamente sorvolare.

Un'opera adulta consigliata vivamente agli amanti del fumetto storico e delle storie di cappa e spada. Baldanzoso.



6.0/10
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1995, a seguito dello sviluppo di Tales of Phantasia, primo memorabile capitolo della longeva saga dei "Tales of", il suo creatore Yoshiharu Gotanda lascia la Namco per fondare un suo studio di sviluppo seguito dal game designer Masaki Norimoto e dal director Joe Asanuma. I tre chiameranno il team "Tri-Ace", appunto. A loro si aggiungerà il noto compositore Motoi Sakuraba e il primo gioco targato Tri-Ace, ovviamente un RPG con tanto di produzione Enix, esce per lo SNES nel 1996, ormai alla fine del suo glorioso ciclo finale, e porta il titolo di "Star Ocean".

Nell'epoca d'oro dei j-RPG il successo è assicurato e viene subito messo in cantiere un sequel, stavolta per la console PlayStation, unica erede dello SNES per questo genere. "Star Ocean: The Second Story" viene rilasciato nel 1998 divenendo subito un bestseller con oltre 700.000 copie in Giappone e 1 milione in totale nel mondo. La particolarità della saga è il suo essere un misto tra fantasy e sci-fi: se infatti la storia dei vari capitoli si colloca in un lontano futuro con astronavi ed epopee spaziali, i personaggi si ritrovano poi sempre coinvolti nelle storie di pianeti sottosviluppati e dalle ambientazioni medioevali.

"Star Ocean EX" è la serie animata tratta proprio dal secondo capitolo, ad oggi ancora il più amato, che ebbe già una trasposizione manga diversi anni fa disegnata da Mayumi Azuma ("Elemental Gerad") in 7 volumi, ma che purtroppo non arriva alla conclusione della storia. L'anime, manco a dirlo, farà la stessa (non) fine.
A seguito di un misterioso incidente avvenuto su alcune rovine spaziali, Claude C. Kenny si ritrova catapultato in un pianeta dall'aspetto fantasy noto come Expel, dove incontra una ragazza dai capelli blu e lunghe orecchie a punta. Dopo averla salvata da un mostro si presenta all'eroe con il nome di Rena. L'indigena sembra provare subito molta ammirazione per lo sconosciuto salvatore, ritenendolo l'eroe della luce che salverà il mondo dal disastro imminente, come narrato da una leggenda.

Si tratta di una storia alquanto classica, arricchita però da alcuni personaggi di contorno che non mancheranno di divertire, primo fra tutti Ashton, sfortunato guerriero con due draghi attaccati sulla schiena (!), passando poi per la vulcanica Precis con le sue strambe invenzioni e le gag conseguenza del suo affetto verso il protagonista. La realizzazione tecnica non fa certo gridare al miracolo, con numerosi "trucchetti" per risparmiare sulle animazioni e una regia abbastanza piatta, ma i colori vivaci e il character design rendono comunque la visione piacevole, come anche la colonna sonora di buona qualità a cura di Motoi Sakuraba, stesso compositore del gioco. Molto orecchiabili sono anche le sigle, l'opening "To the Light" come l'ending "Hearts".

Il maggior problema di "Star Ocean EX" è stato accennato, la sua mancata conclusione, rendendo così del tutto stroncata la storia per coloro che non hanno giocato al videogame. Un vero peccato, poiché, visto il carisma dei personaggi, l'ambientazione fantasy che di certo non abbonda nell'animazione moderna e tutto il resto, "Star Ocean EX" sarebbe potuto diventare tra i migliori esponenti del genere "anime tratti da un videogioco", ma il destino è stato con esso abbastanza crudele. In Giappone il finale è stato rilasciato tramite Drama CD (grazie).
In ogni caso ne consiglio la visione agli appassionati della saga di Star Ocean, dato che la serie garantisce comunque svariate ore di spensierato divertimento, specie se si è legati ai personaggi; in questo caso si alzi pure il giudizio di 1 punto.


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