
Il sogno di Giorno è quello di far carriera all'interno della malavita, diventando uno dei capi della gang mafiosa Passione, che spadroneggia nella città dove vive, e cambiare l'organizzazione dall'interno, sfruttando il rispetto di cui essa gode presso la gente per punire le ingiustizie, piuttosto che causarle.
Il ragazzo comincia insieme ai compagni Bruno Bucciarati, Fugo Pannacotta, Leone Abbacchio, Guido Mista e Narancia Ghirga un lungo e travagliato viaggio che lo porterà in lungo e in largo per l'Italia, nel tentativo di raggiungere il boss a capo di Passione e svelare i suoi segreti. Un viaggio guidato dal destino, quello stesso destino di cui tutti i Joestar fanno parte, e che li porta in un modo o nell'altro ad avere a che fare con Stand, archi e frecce, vampiri millenari, leggende, misteri e ferocissime battaglie.
C'è un proverbio che dice "Non giudicare un libro (o un manga, nel nostro caso) dalla copertina", il quale si dimostra decisamente adatto per Vento aureo, quinta parte della grande saga di Jojo firmata da Hirohiko Araki.
A vederla da fuori, infatti, questa quinta serie non si presenta certo nel migliore dei modi, ma, una volta addentratisi nella vicenda e fatte proprie le "regole del gioco", si rivela invece essere una lettura sorprendente.
Ciò che apparentemente non va, in Vento aureo, si può facilmente notare anche solo con una semplice occhiata a qualche illustrazione o descrizione della trama.
E' una serie dove già il protagonista ha un nome da donna, i bigodini biondi, un fisico magrissimo e indossa una tutina aderente, spesso e volentieri di colore rosa nelle illustrazioni, decorata con cuoricini a profusione e spillette sbrilluccicose a forma di coccinella.
I suoi compagni di viaggio, che condividono il suo stesso fisico magrissimo e il suo stesso improbabile stilista, si presentano con caschetti, spillette, rossetti, labbroni, top, abiti a fantasie leopardate, cuoricini, frecce, reticoli, cuciture, tutine attillate, ombelichi sporgenti e altri abiti, acconciature e accessori il meno virili possibile. Insomma, più che un manga per ragazzi pare una bizzarra rivista di moda di pessimo gusto, a metà fra la copertina di un disco rock degli anni '80 e una sfilata in passerella un po' sui generis.
A peggiorare la situazione ci si mette anche il fatto che la serie è interamente ambientata in Italia e i personaggi sono tutti di nazionalità italiana e, perciò, giustamente, con nomi italiani.
Peccato che non si tratti, salvo rare eccezioni, di comuni nomi propri, ma di termini pescati a casaccio da un vocabolario d'italiano o da un libro di cucina, spesso e volentieri anche storpiati, mal adattati dal katakana o provenienti dal latino invece che dall'italiano.
Avremo dunque gente che si chiama Prosciutto, Risotto, Pesci, Melone, Ghiaccio, Illuso, Cioccolata, Sorbetto, Secco, Polpo, Pericolo e altri termini del genere a far da nome proprio ai personaggi, che già sono abbastanza improponibili graficamente e con questa scelta hanno ricevuto la mazzata finale alla loro credibilità.
D'accordo, naturalmente i lettori giapponesi non si sono posti il problema e anzi saranno rimasti piacevolmente colpiti da questi nomi dal fascino esotico, ma per noi italiani il problema sussiste ed è un po' fastidioso, almeno finché non si entra nel gioco e si decide di ignorarlo o di prenderla a ridere.


Assodato che non sarà mai possibile prendere troppo sul serio e definire credibili dei mafiosi italiani secchissimi, che si vestono e pettinano al buio e che hanno nomi senza senso, in realtà, i personaggi di Vento aureo non sono poi così male come sembrano e, proseguendo nella lettura, si riesce quantomeno ad accettarli. L'autore riesce a creare delle buone dinamiche di gruppo, condendole col suo consueto umorismo un po' dozzinale, e leggere delle bizzarre avventure di questi mafiosi sui generis riesce a far sorridere e, perché no, talvolta anche ad emozionare.
La struttura della storia ricorda un po' quella della terza serie Stardust Crusaders, con la costituzione di un gruppo di personaggi che viaggia in lungo e in largo alla ricerca del suo obbiettivo, affrontando gli attacchi di diversi avversari in ogni tappa toccata dal suo cammino fino a giungere alla battaglia finale contro il villain principale.
Ognuno dei membri del gruppo avrà un suo più o meno grande flashback che spiegherà al lettore il suo passato, le sue motivazioni e i suoi sogni, cosa che riesce a caratterizzarli un pochino, anche se il loro sviluppo non sarà costante per tutti e alcuni di loro risaltano più di altri, che invece possono sembrare un po' piatti, inutili per la storia o non piacere al lettore per via del loro aspetto o di una caratterizzazione un po' traballante.
Ancora una volta, la storia è narrata attraverso combattimenti molto serrati. Rispetto a terza e quarta serie, gli scontri sono di minor numero ma di maggior durata. Nulla cambia, invece, per quanto riguarda la violenza e l'inventiva dell'autore nel creare variabili, escamotages, colpi di scena e trovate assurde e geniali che caratterizzano combattimenti sempre imprevedibili, avvincenti, splatter e sul filo del rasoio. La fantasia dell'autore non ha perso colpi neppure nel creare poteri stravaganti e originali, fra cerniere che si aprono in qualsiasi spazio, proiettili viventi, invecchiamenti precoci, tartarughe lontane parenti del T.A.R.D.I.S. del Dottor Who, aeroplanini telecomandati, rimpicciolimenti, manipolazioni del tempo e della materia, creazione di mondi aldilà degli specchi, assurde canne da pesca, controllo del ghiaccio, dell'acqua, dei metalli o della lingua delle persone.
Poteri talmente assurdi da sfuggire, talvolta, anche al controllo del loro autore, che non riesce ad impiegarli come vorrebbe, deve inventarsi trovate al limite dell'incredibile per riuscire ad usarli o è costretto a non usarli o far uscire di scena i loro possessori perché complicati da gestire.
Anche stavolta, dunque, la grande varietà e le geniali trovate degli scontri riescono a calamitare l'attenzione del lettore e a salvarlo dall'eventuale noia dovuta allo scarso interesse per i personaggi. Di contro, come già nelle serie precedenti, non c'è una grande caratterizzazione dei cattivi, che, salvo qualche rara eccezione, sono dei bambolotti psicopatici che suscitano odio o indifferenza ma tendono a venir dimenticati.
Discorso diverso per il villain principale, coperto fino alle ultime battute da un perenne velo di mistero ed estremamente affascinante nella sua malvagità e nell'ambiguità dei suoi poteri, nonché salvato, almeno lui, da un nome italiano coerente col suo carattere e decisamente d'impatto.
Gli scontri fanno da collante ad una trama di base assai interessante, capace di sviluppare sottotrame, misteri, sentimenti e un certo approfondimento dei personaggi.
La storia di Vento aureo è più serrata rispetto a quella di Diamond is unbreakable, che aveva delle atmosfere generalmente più rilassate dovute al fatto di mostrare molto la vita quotidiana dei personaggi nella loro città e sviluppare la trama in maniera molto lenta, ma è anche meno lineare rispetto a quella di Stardust Crusaders, cui somiglia strutturalmente.
Se, infatti, la terza serie fissava sin da subito il suo obbiettivo finale e rimaneva su quella linea, questa quinta serie cambia e stravolge più volte, nel corso del suo svolgimento, diversi elementi e obbiettivi della trama, modificando direzione e tagliando fuori qualche personaggio nel corso del suo svolgimento, in attesa di stabilizzarsi definitivamente lungo il cammino che perseguirà fino alla fine. E' il caso di alcuni personaggi delle serie precedenti introdotti nell'incipit e poi semplicemente accantonati senza alcuna spiegazione, o di un personaggio principale che da un certo punto in poi sparisce di scena con una scusa mal gestita, senza che se ne faccia più menzione.
Nonostante qualche imperfezione e qualche punto poco chiaro, la trama non manca d'interessare il lettore, che riceve anche, con un certo piacere, diverse informazioni relative a fatti, persone, eventi ed elementi delle serie precedenti, arricchendo la "cronistoria" della saga di Jojo di nuovi, interessanti, risvolti, anche in questo episodio che pareva, sulle prime, slegato e differente dagli altri.


Dai succitati flashback si evince a chiare lettere ciò che accomuna ognuno dei protagonisti della storia: un forte spirito di giustizia e la volontà di cambiare una società ingiusta, in cui sono all'ordine del giorno soprusi, cattiverie, inganni e violenze, che tutti loro hanno subito in gioventù, giungendo a maturare il sogno di un futuro migliore.
Questa quinta serie di Jojo racconta, appunto, di un gruppo di ragazzi alla ricerca della giustizia e di un mondo che, grazie a loro e al loro eroismo, comincerà a cambiare in meglio. Ragazzi che vivono, si sacrificano, lottano contro un destino apparentemente incontrovertibile, portando con sé uno spirito incrollabile, un vento dorato che soffia spazzando via dal mondo i soprusi e le ingiustizie.
"We were young and strong, we were runnin' against the wind" o "The wind of change blows straight into the face of time, like a stormwind that will ring the freedom bell", potremmo dire, giocando sul titolo della serie, per dirla come l'autore a cui piace, e lo sappiamo, giocare con la musica.
Ecco dunque che, dietro ai loro look e nomi improponibili, i personaggi di Vento aureo nascondono, a sorpresa, una certa profondità.
A gettare una nuova luce sull'opera tutta arrivano il suo finale, intriso di una certa poesia, e la postfazione dell'autore in coda all'ultimo volume. E' qui che Hirohiko Araki si rivela dotato di un'inaspettata sensibilità, grazie a profonde riflessioni sui suoi personaggi, sul messaggio della sua opera e su come questo si possa applicare nella vita reale.
Cardine di Vento aureo, rivela, è, appunto, il destino e il ruolo che questo gioca nella vita delle persone. A volte queste ne sono dominate, diventando cattive o andando incontro alla morte che era stata scritta per loro; altre volte, invece, ne possono prendere le redini e cambiarlo, superando difficoltà che parevano eterne e insormontabili.
Giorno e compagni, dunque, alla fine della fiera si rivelano essere indubbiamente degli eroi, anche se abbastanza particolari. Unici nel loro essere esteticamente di pessimo gusto, hanno in realtà dentro di sé ideali e forza d'animo da vendere, sono sempre pronti a lottare a rischio della vita in nome della loro giustizia, come i protagonisti di ogni manga per ragazzi che si rispetti.
Lo stile di disegno di Hirohiko Araki si è, ancora una volta, modificato. Sono ormai lontani i tempi dei colossi ombrosi in stile anni '80 delle prime serie. Vento aureo, scritto nella seconda metà degli anni '90, è il regno dei personaggi magri, effeminati, vestiti in maniera improponibile e dettagliatissimi in ogni particolare del loro pacchianissimo look, dalle spille alle cerniere, dalle cuciture degli abiti ai fermagli dei capelli, dalle decorazioni sulle magliette alle ormai consolidate pose da contorsionisti che sono capaci di assumere. Può piacere o meno, ma lo stile di per sé è molto curato e personale. Inoltre, a furia di rendere sempre più effeminati i suoi personaggi, Araki è finito per disegnare anche dei bellissimi personaggi femminili, di cui potremo avere un assaggio già qui in Vento aureo, in attesa della sesta serie, dove debutterà direttamente una protagonista femminile.
La serie è ambientata interamente in Italia. Giorno e i suoi compagni girano in lungo e in largo per lo Stivale, viaggiando da Napoli a Roma, da Venezia alla Sardegna. Araki rappresenta l'Italia con grande realismo, in tavole paesaggistiche di grande impatto in cui sarà possibile riconoscere scorci di luoghi realmente esistenti, dal Vomero di Napoli al Colosseo di Roma, passando per i canali di Venezia, stazioni ferroviarie, alberghi, ristoranti, campanili e campagne.
Non manca, neanche in questa serie, l'ormai assodato divertimento dell'autore e del lettore, ossia il gioco delle innumerevoli citazioni cinematografiche (Il Padrino) e musicali (Rolling Stones, Greatful Dead, King Crimson, Metallica, Mr. President, Aerosmith, Notorius B.I.G., Clash, Green Day, Beach Boys, Black Sabbath, Jimi Hendrix, Sex Pistols, Spice Girls, fra i tanti) sparse qua e là fra le pagine del manga.


Vento aureo è senza dubbio un manga strano e difficile.
E' un manga per ragazzi, che ha determinate caratteristiche dei manga per ragazzi come i personaggi eroici, lo spirito di sacrificio, l'esaltazione della giustizia e dei sentimenti, i viaggi, le lotte e i potenziamenti. D'altra parte, però, i personaggi non sono sempre limpidi e, soprattutto, nessun ragazzo sceglierebbe mai come suo eroe personale un ragazzetto coi bigodini e la tutina attillata coi cuoricini.
E' normale, dunque, che il lettore tenda a tenersi lontano da questo manga e a guardarlo con sospetto, preferendogli, ad esempio, le avventure del più robusto e virile Jotaro Kujo.
Bisognerebbe, forse, essere un po' più grandi del tipico target da shounen manga per riuscire ad apprezzare questa quinta avventura di Jojo.
Guardando più in profondità, quella di Vento aureo si rivela essere una storia interessante, avvincente, emozionante e tutt'altro che vuota. Una sorta di stramba prova d'autore, che non sempre incontra i gusti del grande pubblico, ma risulta essere decisamente personale e sentita da parte di chi l'ha scritta e che, anche se magari non gli resterà nel cuore come altre, può essere una bella esperienza per chi la legge.
E' un manga per ragazzi, che ha determinate caratteristiche dei manga per ragazzi come i personaggi eroici, lo spirito di sacrificio, l'esaltazione della giustizia e dei sentimenti, i viaggi, le lotte e i potenziamenti. D'altra parte, però, i personaggi non sono sempre limpidi e, soprattutto, nessun ragazzo sceglierebbe mai come suo eroe personale un ragazzetto coi bigodini e la tutina attillata coi cuoricini.
E' normale, dunque, che il lettore tenda a tenersi lontano da questo manga e a guardarlo con sospetto, preferendogli, ad esempio, le avventure del più robusto e virile Jotaro Kujo.
Bisognerebbe, forse, essere un po' più grandi del tipico target da shounen manga per riuscire ad apprezzare questa quinta avventura di Jojo.
Guardando più in profondità, quella di Vento aureo si rivela essere una storia interessante, avvincente, emozionante e tutt'altro che vuota. Una sorta di stramba prova d'autore, che non sempre incontra i gusti del grande pubblico, ma risulta essere decisamente personale e sentita da parte di chi l'ha scritta e che, anche se magari non gli resterà nel cuore come altre, può essere una bella esperienza per chi la legge.
ad ogni modo complimenti come al solito a kotaro e doppio
Avrei da ridire sul "non prendere come eroe personale un ragazzetto coi bigodini e la tutina attillata coi cuoricini." Kingdom Hearts non dice nulla?
Comunque, molti mi daranno contro ma per me questa è stata la serie meno godibile di tutti.
Ai tratti più femminili mi ero iniziata ad abituare grazie alla quarta serie (che tra l'altro amo), per cui non è stato un grosso dolore, anzi penso che alla fine abbia aiutato un po' a differenziare questo Giorno Giovanna da gli altri. Purtroppo, per me è il Jojo più mal riuscito, assente e di cui non mi sono mai totalmente affezionata né sono riuscita a comprenderne la natura stessa. E no, non c'entra il suo vestiario, se la mettiamo così... beh ricordiamoci i cuoricini di Dio Brando nella terza serie XD nemmeno quelli trasudavano "figaggine".
Il punto più debole per me sono i protagonisti, i buoni, quelli che dovresti amare e seguire pari passo. Hanno i loro complessi ma non sono paragonabili ad esempio, al piccolo Koichi, che pur essendo piccolo aveva davvero un cazzutissimo modo di fare, di essere, senza nemmeno avere chissà quale passato, ha avuto una crescita pazzesca, uno dei capolavori di Araki a mio giudizio.
Gli unici che mi sono piaciuti abbastanza e di cui combattimenti hanno segnato in me un certo entusiasmo sono Mista, Narancia e Trish. Buccellati devo ammettere che solo nel finale ho cambiato un po' idea su di lui, ed il suo stand... diciamo, particolare.
Gli antagonisti? Li associo giusto ai nomi degli stand famosi nel suo nome, altrimenti ne rimarrebbe poco, lo ammetto. Giusto Polpo per il suo... gran fisico XD ed ovviamente il boss.
Una nota di merito alla tartaruga che si è resa molto più utile di certi protagonisti, un po' come è successo con Iggy dove devo ammettere, gli darei una medaglia per quanto è figo.
Comunque trovo sia anche molto caotico questo viaggio, molto più della terza serie. Questi girano tutta l'Italia in pochissimi giorni, se non erro sono davvero insignificanti se confrontati al viaggio di Jotaro, Joseph e compagnia. I nemici vengono su in continuazione ma purtroppo non sono fatti bene come quelli della terza serie, anche se qualche stand meritava nettamente di più.
Non l'ho letto annoiata, sia chiaro. Alla fine la storia di Trish mi ha colpita molto tanto da leggerlo spedito dopo che si è scoperta la verità su di lei, mi mancava un personaggio femminile coraggioso dopo Lisa Lisa, terza e quarta serie purtroppo, hanno regalato zero donne d'impatto.
Purtroppo trovo Giorno un prototipo di Jonathan ed i suoi difetti più grandi (quello di passar in secondo piano per colpa di Dio). E la cosa mi dispiace, la premessa per creare qualcosa di contraddittorio date le sue origini ma allo stesso tempo con il sangue Joestar c'erano tutte.
So che molti non saranno d'accordo, ancor di più mi diranno che sono folle a reputarlo peggiore di Stone Ocean, ma è così. Inoltre se notiamo è la prima volta che il nemico viene proposto così tardi, anche questo avrà influito ad odiarlo di meno. Fatto sta che ho trovato più antipatici e scassa maroni Kira e Pucci (escludiamo Dio e Kars perché penso che a tutti, solo nominarli dia fastidio, inutile dire che sono odiosi, anche se c'è chi aprezza Dio XD).
Spero ci sarà anche un analisi sulla sesta serie, per me c'è bisogno che qualcuno la elevi nel posto in cui merita, nessun onore speciale, ma senz'altro non meno di questa serie.
Infine... prendiamo ingiro il modo di vestire ma intanto con la sesta serie Gucci farà una collezione di moda ispirata a Jojo perciò... questi abiti bizzarri hanno fatto breccia nel cuore di una delle etichette di moda più importanti al mondo
Questa per me è tra le cinque serie lette fino a qui, la peggiore, sia per la trama che per i personaggi. Nella mia recensione gli ho dato solo 6.
Vento Aureo è la serie con gli stand migliore. Supera nettamente la terza e la quarta serie. I pregi sono:
-C'è finalmente una trama di base e non un'accozzaglia di combattimenti unititi tra loro alla men peggio.
- Abbiamo un ottimo protagonista (dopo Jonathan della prima serie, è il miglior Jojo), che è serioso e non allegro per via delle esperienze di vita vissute. Peccato che Araki lo sfrutti poco.
- Ottimo comprimari e tutti caratterizzati dal primo all'ultimo, Bucciaratti in primis.
- Ambientazione Italiana.
- Disegni superbi. Si sono effeminati, ma cavolo, sono belli.
La terza serie alla quinta la vede con il binocolo. Il difetto di questa serie, è fondamentalmente il combattimento finale, fatto a convenienza e a uso di Araki, perchè il boss era troppo forte, tanto che non si comprende appieno neanche quale sia il potere di Gold Exeperience Requiem...
Comunque ora a fine Giugno ci attende la sesta serie che è considerata la peggiore di tutte...tremo a leggerla...
"ma purtroppo non sono fatti bene come quelli della terza serie, anche se qualche stand meritava nettamente di più."
Tranne D'Arby e qualcun altro, i nemici della terza serie sono osceni. zero caratterizzazione psicologica.
Comunque classifica delle serie al momento lette:
1- Phantom Blood
2- Battle Tendency
3- Vento Aureo
4- Diamon is Unbreakable
5- Stardust Crusaders
@ Joseph Joestar
Non ho un buon rapporto con Kingdom Hearts, anche per via dei personaggi, che trovo troppo truzzi o fighetti per il mio gusto personale. Non ricordo però personaggi coi bigodini, lì, anche se va detto che ho giocato solo al Chain of memories e ho leggiucchiato qualche manga tratto dagli altri giochi quindi non conosco tutti i personaggi. Se avevi un personaggio particolare in mente lo puoi esporre.
Per me l'eroe deve essere virile alla Ken il guerriero, o al massimo un ragazzo normale ma coraggioso, non mi piace che si ecceda nel renderlo troppo fighetto, e per questo mi son tenuto lontano da Giorno Giovanna (che in realtà più che fighetto è semplicemente trash
@ Nobume
In confronto alla traversata di Jotaro e compagni, l'Italia è molto ma molto più piccola. In pochi giorni (comunque dilatati dai ritmi del fumetto, vedi Saint Seiya), con aerei, macchine e treni, si può tranquillamente girare.
@ Kabutomaru
Per quanto mi riguarda, il miglior "Jojo" è Joseph, che è fantastico in tutte le sue incarnazioni nelle varie serie. Giorno è un bel personaggio, ma appunto è troppo effeminato e trash per poter piacere al 100%, e l'impianto corale di Vento aureo divide più o meno equamente la scena su tutti i personaggi, in modo che non ci sia solo il "Jojo" protagonista ma anche altri personaggi di cui ricordarsi, come ad esempio Bucciarati, Mista o Trish, che hanno i loro bei momenti.
Per me sono poco meno di quelli affrontati da Jotaro e compagni. Il ritmo è troppo frenetico, la storia ha poco tempo il tutto mi è apparso irrealistico e non ho visto grosse crescite da parte dei personaggi se non da quelli nominati prima, soprattutto Trish. Questo non è necessariamente negativo, a chi piacciono gli scontri ben venga, ma boh, a me non ha fatto impazzire.
@Kabutomaru
No seriamente trovi Giorno migliore di personaggi come Joseph, Jotaro e Josuke? A me non ha detto nulla onestamente! E' un altro esempio di personaggi sfruttati male, e addirittura ho pensato più volte che il vero protagonista fosse Bruno Buccellati!
Comunque, trovo questa serie tra le peggiori! Ma non posso non farmela piacere per alcune cose, che ho già scritto in precedenza.
Su Joseph si può discutere (non trovo scandaloso che li mette sopra a Giorno, ci sta tutto), ma Josuke e sopratutto Jotaro no.
Jotaro Kujo è uno dei protagonisti più scialbi, anonimo, e impassibili che abbia mai visto in un'opera in generale. Emerge solo in due scontri dove serve la freddezza (scontro con D'Arby e scontro finale con Dio Brando) e basta. Non riesce minimamente a reggere il peso di una serie.
Nella quarta serie è molto meglio come comprimario, dove rende di più.
"Cioè è un vecchio apatico, diamine!"
E' una persona che ha vissuto esperienze negative di vita. Uno che da piccino è sempre stato emarginato in famiglia e dalla società, e nella mafia, ha trovato l'unica organizzazione in grado di proteggerlo...
Ci sta il carattere di Giorno.
Sì, gli scontri sono effettivamente di meno rispetto alle due serie precedenti. Ci sono meno personaggi da affrontare, però i combattimenti mediamente durano di più (non è raro che, nella ristampa, uno scontro duri quasi tutto un volume).
ma per favore... <_<.
Devo ancora finirla ma è veramente la peggiore di tutte le cinque uscite (ndGOL: di questa riedizione) secondo me...
Ottime al solito le trovate e le prove da superare (memorabile la salita della colonna perennemente unta di olio
Nella prima, una delle migliori, Jonathan era un grande, nella seconda che mi è piaciuta anche lei c'era una trama di fondo, come pure per la terza (carina ma forse un po' sopravvalutata come pure lo scontro finale con Dio Brando e il come viene sconfitto, si vede che Jotaro mi sta sulle palle?!
La quarta serie ebbe già un calo palpabile (anche se mi è piaciuta lo stesso e mi ha divertito a più riprese), ma non così profondo secondo me come questa quinta serie con cui non sono riuscito a empatizzare con nessuno...
Speriamo nelle successive Stone Ocean, Steel Ball Run e Jojolion!!
Io avrei colto la palla al balzo e l'avrei chiamato Giorgio, ma l'autore dà una spiegazione più o meno convincente per il suo aver scelto "Giorno Giovanna" come nome.
@ Alpha75
Sì, è una recensione su Jojo. Non si può parlare di Jojo?
"Jotaro Kujo è uno dei protagonisti più scialbi, anonimo, e impassibili che abbia mai visto in un'opera in generale. Emerge solo in due scontri dove serve la freddezza (scontro con D'Arby e scontro finale con Dio Brando) e basta. Non riesce minimamente a reggere il peso di una serie."
E' cosi che è caratterizzato. Secondo me è più valido un personaggio taciturno che dice poche frasi ma che sono memorabili che non uno che parla sempre ma di cui si ricordano solo poche parole.
Giorno è davvero il peggior Jojo finora, e dire che c'erano delle premesse per farne un gran personaggio...
Purtroppo, la sua storia personale è davvero di poco conto, e da essere il protagonista del manga finisce per esserne un personaggio secondario, che viene messo in ombra anche da Bucciarati.
"se pisci controvento è sicuro che ti bagni i pantaloni!"
Evabé, quello è fuori scala
VA invece lo piazzo in mezzo più o meno, ha molte qualità ma anche delle pecche e non è per tutti.
Verrò Odiato per quello che sto per scrivere
Vento Aureo per me è la peggiore serie di JoJo ma che allo stesso momento dimostra la crescita dell'autore. Da un lato abbiamo un personaggio principale non molto presente e poco carismatico, dall'altro abbiamo una maggiore caratterizzazione di tutti gli altri personaggi, cosa avvenuta soltanto in Stardust Crusaders prima di Vento Aureo.
Altre cosa che non mi sono piaciute è la sensazione di "Mostro della settimana" e la mancanza di una trama vera e propria, ma queste cose erano già presenti in Diamond is Unbreakable.
@Demonsasuke_93
Kira è uno dei miei personaggi preferiti, ma cala nettamente verso la fine
@TWINKLE
Stone Ocean la reputo una delle migliori in quanto ha almeno una trama
(Forse SPOILER)
Riguardo in generale a JoJo è una bella opera, ma Araki è da troppi anni che va avanti a solo Stand e scontri bizzarri senza mettere su una vera trama, infatti ho smesso di leggerlo a Steel Ball Run dopo che sono comparsi i primi Stand.
A mio avviso la migliore serie rimane la seconda, tralasciando il modo in cui vengono trattati Lisa Lisa e Caesar
Più che altro come serie per ragazzi è un po' più violenta della media, cosa in cui si sente l'anni80ezza dell'autore (così come si vede nei quantitativi di morti e scene tragiche)
La cosa che si denota in Vento Aureo, pur essendo cominciata a breve distanza dall'epilogo di Diamond is Unbreackable; è la mancata completezza di trama. Mi spiego meglio, Araki con Vento Aureo, ha semplicemente buttato in stesura un plot, che con il tempo si è andato a formare, capitolo dopo capitolo. Si evince facilmente, dal modo a volte poco chiaro, con cui distribuisce stand e personaggi. Abituati a leggere una stesura classica, con poche imperfezioni nella narrazione, ci si ritrova inizialmente spaesati dai poteri di Giorno. Con gli altri protagonisti avevamo fin da subito dei paletti legati alla storia, che ci facevano subito capire con cosa si aveva a che fare. Probabile che Araki abbia ad un certo punto, fatto scorrere la narrazione, facendosi trasportare dagli eventi. Arrivando poi a dover fare i conti con cose, che non gli ritornassero più (mi riferisco alla sparizione di certi personaggi). Cose che grazie alla furbizia altrui, come le novel o i romanzi tanto per dire, hanno aggiustato il tiro.
Spendo una parola anche per Stone Ocean. Coloro che hanno letto la prima stampa, come il sottoscritto, non possono che avere un pessimo ricordo. Uno dei motivi principali, era la continua attesa, per dei numeri sempre più con meno pagine. Rileggerla tutta di un fiato, le rende più onore; ma ahimè non mi fa cambiare giudizio.
Sulla serie purtroppo posso dire ben poco, non essendoci ancora arrivato. Al momento ho finito Phantom Blood e attendo di iniziare Battle Tendency: come serie PB mi ha preso non poco (le pose bizzarre dei personaggi e i commenti inutili di Speedwagon sono troppo divertenti
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