Biblioteca giapponese Manifesto

Nasce oggi una nuova collaborazione fra Animeclick.it e il blog Bibliotecagiapponese.it, curato da Anna Lisa Somma, ventinove anni, studi a Lettere Moderne a Pisa e a Roma, socia dell’Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi (AISTUGIA) e appassionata di letterature comparate, japonisme e influenze della letteratura giapponese su quella italiana e francese. Inoltre (sono parole sue) un libro e una tazza di tè sempre a portata di mano. Grazie a lei, in questa rubrica aperiodica, scopriremo piccole perle di cultura e letteratura giapponese, sia antica che contemporanea. Non dimenticate di seguirla anche sulla sua pagina Facebook!

In questo primo appuntamento parliamo di una leggenda legata a un incendio e a un kimono.

Tokyo e l'incendio del kimono

Biblioteca giapponese incendio Tokyo

Edo, gennaio 1657. Le strade di quella che, qualche secolo più tardi, sarà conosciuta col nome di Tokyo sono invase da un forte odore di legno bruciato. Di tanto in tanto, si alzano nubi di polvere scura, e qua e là crepita ancora un piccolo rogo.
Qualcuno cammina stringendo a sé i pochi beni scampati alla distruzione; altri chiamano a gran voce i loro cari – la moglie, un figlioletto, il vicino anziano.
E mentre le ceneri sono ancora tiepide e si fa il conto dei morti – fra i 30000 e i 100000 su un totale di 300000 abitanti, come calcolato dagli studiosi negli anni seguenti –, già serpeggiano le prime voci sulle cause di quello che passerà alla storia come il Grande incendio dell'epoca Meireki.

Furisode no kaji, bisbigliano vecchie, bambini, mercanti e persino funzionari.
Furisode no kaji, l'incendio del kimono dalle lunghe maniche (il furisode, appunto).
L'espressione corre di bocca in bocca, e subito fioriscono le leggende.
Tutto sarebbe nato – così si racconta nei vicoli, nelle botteghe, nelle case rimaste miracolosamente in piedi – da una veste maledetta.
Secondo qualcuno, essa sarebbe appartenuta, nell'ordine, a tre ragazze (forse tre sorelle), ciascuna delle quali poi morta in circostanze misteriose: per mettere fine alle sequela di disgrazie, un sacerdote avrebbe tentato di distruggere il kimono, ma da esso le fiamme si sarebbero propagate all'intera città.

Biblioteca giapponese furisode

Altri sostengono che l'incendio sia divampato durante il tentativo di esorcizzare una fanciulla che indossava un furisode; altri ancora sono convinti che all'origine della tragedia vi sia la triste storia di Umeno.
Innamoratasi a soli sedici anni di quello che forse era l'uomo sbagliato, la giovane aveva presto compreso che non avrebbe potuto ottenere dalla vita quello che i suoi sentimenti reclamavano; dal dolore si ammalò e morì. Dopo esser stato utilizzato per i riti funebri, il suo furisode fu venduto, ma ricomparve misteriosamente in occasione del primo anniversario della morte – proprio per il funerale di un'altra fanciulla, Kino –, dopo di che fu di nuovo ceduto per denaro. Infine, ecco il kimono nel gennaio 1657, ancora destinato a una sedicenne defunta (Iku). Stavolta il sacerdote si decise a sbarazzarsi per sempre dell'abito, e così cercò di bruciarlo nel giardino del tempio Kommyo-ji: proprio in quegli istanti, però, si alzò un forte vento, e in breve tempo gran parte della città si trovò sotto la morsa del fuoco.

Quale sia in fondo la verità, non si sa, e magari neppure importa davvero. Ma è certo che a lungo nessuno potrà dimenticare l'abbraccio fatale che quelle lunghe maniche incandescenti hanno saputo riservare a Edo.

Anna Lisa Somma
Bibliotecagiapponese.it