Biblioteca giapponese Manifesto

Ed eccoci ad un nuovo appuntamento con la collaborazione fra Animeclick.it e il blog Bibliotecagiapponese.it, curato da Anna Lisa Somma, ventinove anni, studi a Lettere Moderne a Pisa e a Roma, socia dell’Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi (AISTUGIA) e appassionata di letterature comparate, japonisme e influenze della letteratura giapponese su quella italiana e francese. Inoltre (sono parole sue) un libro e una tazza di tè sempre a portata di mano.
Grazie a lei, in questa rubrica aperiodica, scopriremo piccole perle di cultura e letteratura giapponese, sia antica che contemporanea. Non dimenticate di seguirla anche sulla sua pagina Facebook!

 
Haraki Murakami incontra il cinema

I racconti e i romanzi di Murakami Haruki, oltre ad affascinare milioni di lettori in tutto il mondo, hanno ispirato registi e sceneggiatori, che hanno tentato di riprodurre in film e cortometraggi le atmosfere e le suggestioni delle sue storie.

Ecco alcuni degli esempi più riusciti:

The Second Bakery Attack (2010) di Carlos Cuarón (la storia è disponibile col nome "Il secondo assalto a una panetteria" ne "L’elefante scomparso e altri racconti").
Una coppia fresca di matrimonio (impersonata da Kirsten Dunst e Brian Geraghty) è già in crisi dopo il primo litigio: riuscirà una rapina a salvare il loro rapporto?
 

Tony Takitani (2004): una piccola perla di malinconia e arte cinematografica.
Probabilmente questo nome non vi dirà nulla eppure, si tratta di un film pluripremiato del regista Ichikawa Jun, tratto da un racconto di Murakami Haruki, con musiche di Sakamoto Ryuichi (autore delle colonne sonore de "L’ultimo imperatore" e "Il piccolo Buddha", tanto per menzionare due celebri titoli).
La pellicola, uscita nel 2004, racconta la vita amara e schiva di Tony; riuscirà l’amore di Eiko, ossessionata dall’abbigliamento, a scalfire la solitudine del marito? La profonda malinconia dei personaggi si riflette con un’eco sapiente nelle scelte del regista, come si evince dal trailer:
 

Norwegian wood (2010): diretto dal franco-vietnamita Tran Anh Hung, è probabilmente l’adattamento più celebre di un’opera di Murakami.
Ha il controverso merito di aver diviso i sostenitori dell’autore giapponese: se alcuni (come me) hanno molto apprezzato la resa delicatissima ed efficace delle atmosfere e dei personaggi, altri ne hanno criticato la lentezza e i tagli alla trama originale. Potete provare a dare un’occhiata al trailer ufficiale per farvi un’idea:
 

E se 1Q84 fosse un film?
Qualcuno ha provato a immaginarne la sequenza di apertura: quella che vedete qui sotto è stata realizzata da Elizabeth Watkins per un progetto universitario di Motion Graphics. Promette bene, vero? E chissà che non faccia venire voglia a qualche regista di cimentarsi davvero col romanzo di Murakami
 

Questi, invece, i primi minuti del film secondo la fantasia di Jaeho Kim, Hongsik Kim e Sungwon Choi (Hongik University):
 

Pop e incisivo il primo, malinconico e sognante il secondo: quale incipit del film preferite?

Aomame 1Q84 diretto da Tony Wong e KC Tsang (2012): non poteva mancare un suggestivo cortometraggio dedicato a uno dei due protagonisti di 1Q84.
Ipnotico, affascinante, curato nei minimi dettagli, è ispirato al romanzo e dedicato alla sua protagonista, Aomame. L’opera è stata realizzata grazie al sostegno di una produzione di Hong Kong, e vuol rievocare un episodio del secondo volume della trilogia di Murakami, pubblicata tra l’autunno 2011 e quello 2012 in Italia per Einaudi.
Un silenzio denso, pochi nitidi ambienti ricostruiti con attenzione; di sottofondo, una nenia infantile che ricorda i canti dei Little People, qualche parola bisbigliata, la voce del metallo. Il resto è incanto, suggestione.
 

Purtroppo, nessuna di queste opere è facilmente reperibile nel nostro paese, attraverso i circuiti consueti; sono però disponibili (almeno sotto forma di trailer) in Youtube e Vimeo, talvolta persino sottotitolate in italiano.

Leggendo 1Q84 capita più volte di imbattersi nelle cene solitarie preparate da Tengo con la consuetà meticolosità.
Ho pensato quindi di chiudere proponendovi un suo appetitoso piatto: i gamberi allo zenzero, accompagnati da un antipastino di edamame (baccelli di soia acerba). Il piatto appare in coincidenza con una delle riflessioni più belle del ragazzo sul suo rapporto, ormai lontano, con Aomame.
La ricetta è tratta dal romanzo e liberamente riadattata da me (se qualcuno ha suggerimenti, non esiti a darmeli!). Buone letture e buon appetito!

Gamberi alla Murakami profumati di zenzero

Ingredienti

500-600 g di code di gamberi
mezzo bicchiere d’olio di sesamo bianco o, in alternativa, di olio extravergine d’oliva
una piccola radice fresca di zenzero
40 g funghi shiitake secchi
una costa di sedano
un bicchierino di sakè o mezzo bicchiere di vino bianco
un bicchierino di salsa di soia
prezzemolo (meglio se cinese) a piacere
sale e pepe q. b.

Preparazione
Lavare bene le code di gambero e scottarle velocemente in acqua bollente
Tagliare in piccole parti zenzero e prezzemolo cinese
Scaldare in una padella l’olio di sesamo bianco (o, in alternativa, quello extravergine d’oliva) e rosolare lo zenzero insieme ai gamberi
Aggiungere il sedano e i funghi, regolando di sale e di pepe secondo i gusti, sfumando con sakè o vino bianco
Saltare tutto il contenuto della padella a fuoco alto, versando infine la salsa di soia
Servire il piatto ancora caldo e decorare con prezzemolo fresco
 
Bibliotecagiapponese edamame

Qui il brano originale di riferimento:

Ritornò nel suo appartamento con la borsa della spesa. Infilò un paio di pantaloni corti, tirò fuori dal frigo una lattina di birra e bevendola mise a scaldare dell’acqua in un pentolone. Aspettando che bollisse, staccò i baccelli di edamame dal ramo, li dispose su un tagliere e li cosparse uniformemente di sale. Quando l’acqua giunse a ebollizione, versò gli edamame.

«Come mai a distanza di tanto tempo quella magra bambina di dieci anni non si allontana dai miei pensieri? – si diceva Tengo. – È venuta dopo la lezione e mi ha stretto la mano. Senza dire nemmeno una parola. Solo questo». Ma con quel gesto, era come se Aomame si fosse portata via una parte di lui. Una parte del suo cuore o del suo corpo. E, in cambio, gli avesse lasciato una parte del suo cuore, o del suo corpo. In un tempo brevissimo, era avvenuto uno scambio così importante.

Tengo tagliuzzò finemente lo zenzero. Fece la stessa cosa con il prezzemolo cinese. Sgusciò i gamberi e li lavò sotto l’acqua del rubinetto. Aprì una tovaglietta di carta e sopra dispose ordinatamente i gamberi uno a uno come soldati in fila. Quando gli edamame furono pronti, li scolò e li mise a raffreddare. Poi riscaldò una grande padella, versò dell’olio al sesamo bianco, e la inclinò per ungerla in modo uniforme. Quindi rosolò a fuoco lento lo zenzero.

 
Bibliotecagiapponese gamberi

«Ad ogni modo, magari potessi incontrare Aomame al più presto, – pensò di nuovo Tengo. – E se anche lei dovesse rimanere delusa, o toccasse a me esserlo, poco importa». In ogni caso avrebbe voluto incontrarla. Gli sarebbe bastato anche solo sapere che tipo di vita aveva vissuto da allora, dove si trovava oggi, quali cose la rendevano felice e quali la rattristavano.

Per quanto tutti e due potessero essere cambiati, e avere ormai perduto ogni possibilità di unirsi, niente poteva cancellare quel giorno di tanto tempo fa, quando in un’aula deserta della scuola elementare si erano scambiati qualcosa di prezioso. Tengo mise del sedano e dei funghi nella padella. Alzò il fuoco al massimo e, scuotendola leggermente, mescolò bene gli ingredienti con una spatola di bambù. Aggiunse sale e pepe.

Quando le verdure cominciarono a prendere colore, aggiunse i gamberi dopo averli scolati. Mise di nuovo sale e pepe, versò un bicchierino di sakè. Poi aggiunse un po’ di salsa di soia e per finire il prezzemolo. Fece tutto in modo inconsapevole, come quando in aereo si inserisce il pilota automatico, senza nemmeno pensare a cosa stava facendo. Naturalmente, non si trattava di un piatto che richiedesse una preparazione complicata. Le sue mani avevano continuato a muoversi precise, ma la sua mente era rimasta concentrata su Aomame. Quando i gamberi con le verdure furono pronti, Tengo li travasò dalla padella a un grande piatto. Prese una nuova lattina di birra dal frigo e, seduto a tavola, sempre immerso nei propri pensieri, cominciò a mangiare la pietanza ancora fumante.

«In questi ultimi mesi sembra proprio che io stia cambiando in modo deciso, – pensò. – Non sarebbe sbagliato dire che sto crescendo spiritualmente. A quasi trent’anni, era ora… Complimenti, – si disse Tengo, la lattina di birra iniziata tra le mani, scuotendo la testa con fare autoderisorio: – complimenti, sei proprio bravo. Di questo passo, quanti anni ti ci vorranno per raggiungere un normale grado di maturità?»


Anna Lisa Somma
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