A tre anni dallo tsunami 01

Tre anni fa alle 14:46 ora locale (6:46 ora italiana) una scossa di magnitudo 9.0 scuoteva il Giappone per 6 lunghissimi minuti (come ebbi modo di dire già un'altra volta, non è un errore di battitura, non sono secondi, sono proprio minuti). Questo ha provocato un maremoto con onde alte mediamente più di 10 metri (all'incirca come una palazzina di circa tre piani) che si sono abbattute sulle coste nord orientali del paese ad una velocità di 750 km/h arrivando fino a 10 km nell’entroterra, travolgendo tutto quello che si trovava sul loro cammino, provocando quasi 16.000 morti, più di 5000 feriti e circa 2668 dispersi.

Sono quindi tantissime le persone che hanno perso i loro cari nel senso più letterale del termine, perché i loro corpi non sono stati ancora ritrovati, spazzati via dalla furia dell'oceano. Fra tutti questi oggi, nel giorno dell'anniversario della tragedia, vi voglio raccontare la storia di Yasuo Takamatsu, 57 anni, che lavora come autista di autobus nella città di Onnagawacho, prefettura di Miyagi, una delle zone più colpite dallo tsunami. Quel giorno sua moglie Sachiko era al lavoro presso la filiale locale della banca Shichijushichi; quando è scattato l'allarme per l'arrivo dell'onda anomala, il direttore della banca ha invitato tutti i dipendenti a rifugiarsi sul tetto dell'edificio. Quello che vedete nella foto è ciò che resta dell'edificio. Nessuno è sopravvissuto. Alcuni sono stati dichiarati morti, altri dispersi. Fra questi ultimi c'era Sachiko.

A tre anni dallo tsunami 02

Da quel momento il signor Takamatsu ha trascorso tutto il suo tempo libero perlustrando la zona circostante cercando sua moglie, facendo il giro di tutti i luoghi in cui erano stati trovati i suoi colleghi ma invano. Durante queste sue peregrinazioni, ha visto più volte i sommozzatori della Guardia Costiera ancora alla ricerca, come lui, di corpi a cui dare un nome e così ha deciso di prendere il brevetto di sub. Perciò si è recato a High Bridge, un negozio di attrezzatura subacquea nella vicina città di Ishinomaki per seguire un corso per imparare a fare immersioni.

"La prima volta che sono sceso nelle profondità del mare" ricorda Takamatsu "ho avuto molta paura, perché non si vede niente laggiù". Ma la paura non l'ha fermato, si è fatto forza e mese dopo mese è riuscito ad abituarsi, ha sostenuto l'esame, l'ha passato e ora ha ottenuto il certificato di subacqueo professionista. Ovviamente avendo ancora poca esperienza, per ora il signor Takamatsu accompagnerà il personale del High Bridge in escursioni di volontariato per rimuovere i detriti che ancora infestano le acque al largo della costa di Miyagi. Ma una volta che avrà eseguito un sufficiente numero di immersioni, Takamatsu prevede di iniziare a svolgere ricerche appositamente per la moglie, con l'aiuto di sommozzatori professionisti.

A tre anni dallo tsunami 03

I suoi figli sono un po' preoccupati per la salute del loro padre, ma sia a loro che a tutti quelli che gli chiedono spiegazioni per questo suo gesto, Takamastu risponde sempre:

"Non voglio lasciare questo compito ad altri. Subito prima che lo tsunami colpisse la banca, mia moglie mi ha mandato una e-mail in cui c'era scritto: "Voglio tornare a casa".
Voglio esaudire questo suo desiderio, la voglio riportare a casa.
"


Non so se il signor Takamatsu riuscirà a ritrovare sua moglie. Glielo auguro con tutto il cuore, ma sono certa che ovunque lei si trovi, l'amore di suo marito e la sua devozione non potranno che confortarla.

Fonte consultata:
www.en.rocketnews24.com