Oggi in Giappone si festeggia il Setsubun, ossia il giorno che precede il Risshun, il primo giorno di primavera del calendario lunare, e la fine del Daikan. Anticamente, l’anno solare era diviso in 24 periodi chiamati "setsu": il primo, che cade il 4 febbraio, era appunto chiamato “Risshun”, ovvero “inizio della primavera” mentre il 24esimo, che cade il 20 gennaio era chiamato “Daikan”, “grande freddo”.

Letteralmente “Setsu” significa “separazione” e ad oggi l’unico Setsubun che ancora si festeggia è questo, probabilmente per il suo profondo significato simbolico e rituale perché associato all’idea del sole che ritorna con tutto ciò che ne comporta: cambiamento di clima, risveglio del corpo e della mente, la messa in fuga degli spiriti maligni, la rinascita simbolica, e la preparazione per la stagione della semina. In una società rurale, infatti, la primavera era un evento importantissimo, collegato a molti riti propiziatori di purificazione dal maligno e quindi anche per questo il setsubun ottenne lo status di evento imperiale.
Nel vecchio calendario lunare il Setsubun cadeva solitamente prima del capodanno, e la sua data variava di anno in anno. Oggi invece si è scelto un giorno fisso che è appunto il 3 febbraio.
 

La celebrazione di questo giorno con tutte le sue pratiche e i riti, sembra essere nata nel periodo Muromachi (1392-1573).
Il più importante e il più comune di questi riti è il tradizionale Mame Maki, che consiste nel lanciare semi di soia tostati (ma anche arachidi o altri semi) per scacciare gli oni (demoni che rappresentano calamità e malattie che più facilmente possono accadere nel momento di passaggio da una stagione all’altra) e propiziare la fortuna. Di solito si usa la soia perchè solitamente viene offerta agli dei e quindi è ritenuta un alimento sacro e si usa tostarla perchè tostare si dice "iru" che, con un ideogramma differente, vuol anche dire anche scacciare.

Ma dietro al lancio dei fagioli c'è anche una leggenda popolare secondo la quale una vecchia vedova rubò un bellissimo kimono e un martello magico a un orco travestito da essere umano; l'orco però accorgendosi che la vecchia voleva rubargli anche il martello rivelò la sua vera natura. La donna allora cercò di difendersi con la prima cosa che riuscì a trovare, cioè proprio una manciata di fagioli di soia che tirò addosso all'orco, il quale scappò lasciando alla vecchia sia il kimono che il martello.

Da qui nasce il rito: quello che viene chiamato Toshi Otoko (letteralmente “uomo dell’anno”, che può essere il capofamiglia oppure un uomo nato sotto il segno dell’anno in corso), lancia i fagioli all’interno della casa o verso qualcuno che si è travestito da oni, ripetendo “Oni wa, soto! Fuku wa uchi!” (che tradotto significa: “Diavolo fuori! Fortuna dentro!”).
Quindi si mangiano tanti fagioli quanti sono gli anni che uno ha più uno, perché per la religione Shintoista quando si nasce si ha già un anno; se gli anni fossero tanti e quindi fosse impegnativo mangiare tutti questi fagioli, se ne può fare un tè.
Questo rito veniva consigliato soprattutto alle donne che compiono 19 0 33 anni e agli uomini che ne compiono 25 o 42 perché erano considerate età poco felici. 
 

Inoltre si ritiene sia meglio fare Mame maki la sera, perché si crede che sia verso quell'ora di notte che i diavoli portatori di negatività, vengano a casa. Questa leggenda nasce dal fatto che i diavoli hanno per i Giapponesi l'aspetto metà da tigre e metà da mucca, perché si pensa che stiano in quello spicchio di cielo che sta tra i due segni dello zodiaco cinese corrispondenti, cioè a nord est, tra le due e le quattro del quadrante dell'orologio.
Anche nei templi buddisti e shintoisti si festeggia il Setsubun, con i monaci o altre personalità (come  lottatori di sumogeisha, cantanti e attori) che lanciano la soia verso la folla (a volte si lanciano anche dolci, caramelle o monete) o verso dei figuranti travestiti da Oni.

Un’altra tradizione di questa festività vuole che la persona più importante della famiglia prenda delle teste di un pesce chiamato niiboshi e, dopo averle infilzate su uno stuzzicadenti, le ponga ad ogni ingresso della casa, comprese le finestre, per fare in modo che l'Oni non entri in casa, infastidito dall’odore. Allo stesso scopo si usano aglio e cipolle.
 

Un cibo tipico del Setsubun è il norimaki (sushi avvolto nell’alga nori), che però deve essere mangiato rivolgendosi in una direzione considerata fortunata, che cambia di anno in anno. La direzione viene detta ehou e così il sushi viene chiamato ehou maki ma non è tagliato in pezzi: è un unico pezzo lungo circa 20 cm e ripieno di ingredienti in 7 colori differenti (frittata, cetriolo, carota, shiitake, anguilla ecc…) che rappresentano gli Shichi Fukujin (i sette dei della fortuna). Se si riesce a mangiare tutto il maki senza proferire parola si potrà ottenere fortuna, salute e successo negli affari.
Questa tradizione sembra essere originaria di Osaka, dove una giovane Geisha mangiò il maki per assicurare al suo danna completa fedeltà per l’anno a venire.

Di recente questa festa ha assunto caratteri molto simili al nostro Carnevale. Il Setsubun è considerato un giorno in cui l’ordine delle cose può essere completamente sovvertito, motivo per cui è facile imbattersi in giovani donne vestite da anziane, in uomini ricchi abbigliati come mendicanti e viceversa.

Ovviamente vi sono numerose varianti regionali, ma in ogni luogo del Giappone il Setsubun è sentito come un momento di passaggio e di grandi speranze per l’anno che verrà.

Fonti consultate:
Sulgiappone
Viaggiappone
Nipponseishin
Bunnychan
Jappop