
Kuroba Kaito è un ragazzo furbetto e dispettoso, che si diletta in giochi di prestigio davanti alla sua classe. Appassionato fin da bambino di illusionismo, seguiva il padre durante gli spettacoli di magia ai quali partecipava, cercando di apprendere i trucchi del mestiere. La vittima preferita dei suoi scherzi è la compagna di classe nonché vicina di casa, Aoko Nakamori, figlia dell'ispettore del dipartimento di Tōkyō, Ginzō Nakamori, nemico giurato di Kid. Dopo averlo sfidato più e più volte mirando alla sua cattura, l'ispettore Nakamori sembra quasi il gemello separato alla nascita di Zenigata, che, nonostante i vari sforzi per far rispettare la legge, non riesce mai a mettere in gattabuia Lupin III.



Il chara design rispecchia bene il disegno di Aoyama. Bisogna però evidenziare l'esagerata enfasi posta sui nasi, che in alcuni episodi, soprattutto quelli iniziali, hanno raggiunto una lunghezza non indifferente, assomigliando a triangoli rettangoli ribaltati sull'ipotenusa! In sostanza, per tutto il corso della serie le animazioni restano di buona qualità. Il doppiaggio è ottimo. In particolare è da segnalare la prova di Kappei Yamaguchi, il quale presta la voce al protagonista e che riesce a rendere perfettamente la risatina sarcastica e il tono spiritoso che caratterizzano Kaito. La stessa cura la ritroviamo nella colonna sonora, evocativa tanto quanto quella di Detective Conan. Le opening e le ending sono canzoni di tutto rispetto, che annoverano fra gli artisti all'opera nomi del calibro dei Galileo Galilei, già autori delle sigle di AnoHana. I testi giocano spesso sul tema della verità nascosta. D'altronde l'intera serie porta avanti la convinzione che nell'universo non esiste una ed una sola realtà, ma ce ne sono tante quante ne immaginiamo. Ciò rende il messaggio di Magic Kaito 1412 più forte, perché in un mondo nel quale i rapinatori sono trattati come mascalzoni meritevoli solo della galera, il ladro fantasma capovolge questo dato di fatto e si mostra alla gente come una star che apre il suo mantello a mo' di sipario sul fantastico regno dell'incomprensibile. Ladro gentiluomo, che restituisce la refurtiva e non fa mai del male a nessuno, con la sua pistola spara carte francesi nei punti strategici, che gli permettono di svaligiare il riccone di turno: Kaitō Kid, il cui nome ricorda l'immagine di un bambino che si diverte a compiere marachelle, non fa altro che togliere il velo e scoprire la poker face dell'umanità. Ogni gemma rubata ha il suo significato, incastrato in una sorta di puzzle che porta Kaito alla scoperta di qualcosa su sé stesso, sull'umanità e sul mondo circostante. I gioielli nascondono ognuno una verità, avvalorando la tesi che al mondo esistono tante verità quante sono le persone. E Kaito è alla ricerca proprio della sua di verità. Finché veste i panni di Kid, però, sa di dover mentire ai propri cari, per proteggerli dal suo personaggio. Qui entra in scena uno dei temi più cari di Aoyama, l'amore basato sulla fiducia e sull'attesa, caratteristico di Meitantei Conan. Come per Shin'ichi e Ran, sulla fiducia si basa anche il sentimento d'amore che lega Kaito alla dolce e birichina Aoko, la quale, pur se non conosce la sua doppia identità, sa di potersi affidare a lui completamente, perché più di una volta il ragazzo si è mostrato capace di accoglierla fra le sue braccia e difenderla dai pericoli. Il peso del doppiogiochista, tuttavia, poggia sulle spalle del ladruncolo di bianco vestito, che, pur se fatto a fin di bene, sa di stare fingendo e costruendo una relazione sulle bugie. Ne consegue il dissidio interiore che logora il protagonista, facendogli domandare se è giusto ciò che sta facendo e chiedere più volte perdono alla sua amata.

Appoggiata su uno dei suoi quattro angoli, la carta francese del jolly gira e rigira, mostrando due facce dello stesso oggetto. In un gioco di ombre, cela e svela qualcosa di sé, senza mai lasciarsi cogliere nel suo assoluto. Il retro della carta e la parte davanti della stessa rappresentano la duplice essenza dell'uomo, che si nutre sia del bene sia delle tentazioni del diavolo. Gira e rigira, anche la realtà ha un doppio volto, poiché è colta nella sua relatività. Essa può divenire l'oggetto di un trucco di magia di un abile illusionista, che indossata la sua maschera, mostra la fantasia che si nasconde nel reale. Il jolly sorride con la sua poker face, inquietando chi gli sta di fronte, come un ladro che ha rubato un tesoro ineguagliabile e beffardo se la sghignazza nel suo covo. Il mago raccoglie la meraviglia degli spettatori, che in attesa del suo prossimo evento, si dilettano nell'ipotizzare quale sistema abbia usato per ottenere quell'effetto. Gira e rigira, la carta di Magic Kaito 1412 (codice numerico che sta per l'appunto ad indicare il termine Kid) affascina chi guarda con un sublime spettacolo di magia, lasciando quella sensazione di perdita che ti porta a rivedere di nuovo la stessa cosa per cercare di capirci di più. Come raccomanda sempre il padre a Kaito, non bisogna dimenticare mai di indossare una maschera quando si vuole compiere una magia, perché il più sublime dei burattinai sa sempre che nascondere la verità origina aspettative e innesca il processo creativo nella mente di quelli che osservano. Che sia raccontare una favola ai bambini, o cacciare un coniglio dal cilindro; che sia sgraffignare oggetti senza farsene accorgere, o roteare il cucchiaio come una bacchetta sul piatto vuoto per riempirlo di cibarie... Qualsiasi magia si vuole mettere in scena, perché il trucco diventi realtà: «Poker Face wasureru na!». Non dimenticatevi della vostra poker face.
Detto ciò, non posso che ammirare un personaggio come Kaitō Kid, uno dei pochi che è riuscito a risollevare la serie
Purtroppo non mi ha preso tantissimo, visto che le serie del genere "guardie e ladri" sono un po' tutte simili e dopo Cat's eye e/o Saint Tail Kaito Kid non mi stupisce più di tanto. Conan è già più vario ed interessante, pur avendo personaggi simili.
Bella recensione!
Comunque sia, a volte trovo Kaito odioso (e Kappei Yamaguchi che doppia i flashback dove ha 4-5 anni nunseposentì xD), al contrario invece adoro il detective Nakamori, che è la reincarnazione di Zenigata, se lo doppiano in italiano ci vedrei benissimo Riccardo Lombardo su di lui, che se non erro lo aveva già doppiato in qualche episodio di Conan.
Non mi aspettavo di ricevere consensi, perché quando l'ho buttata giù, sapevo che era un filino personale nello stile in alcuni punti e che solo per narrare la trama mi ero presa troppo spazio. Ma sono contenta sia piaciuta.
Amando Detective Conan, ho imparato ad amare il personaggio di Kaito Kid. Vorrei che la serie fosse stata visionata da più persone, ma mi rendo conto che la messa in onda sul satellitare ha tagliato fuori la gran parte del pubblico.
@SoniKK
Sono d'accordo con te. Io lo registravo col MySky ogni settimana (e sto facendo così anche con Denpa Kyoushi), però ammetto che per coloro i quali non posseggono Sky, sia un po' un impedimento che la Yamato lo trasmetta solo su Man-Ga.
@Kotaro
In difesa di Aoko, i giapponesi (e ciò accade soprattutto per le ragazze) parlano spesso in terza persona. Raramente fanno uso di pronomi.
@HypnoDisk
So bene che è difficile accettare la presenza di Akako, ma se si inquadra la serie in un'ottica più fantasy che giallo, forse si riesce ad assumerla come pg reale ed esistente. xD Alla fine è questa la grande differenza fra la serie di Kaito Kid e quella di Conan, che come ho scritto punta su di un realismo più marcato. Spero nella recensione di avere evidenziato bene la differenza tra l'uno e l'altro e le peculiarità che hanno l'uno rispetto all'altro. :')
@Twinkle
Me lo auguro! Anche a me piacerebbe vederla doppiata in italiano!
Puoi guardare benissimo la serie di Magic Kaito 1412 senza essere in pari con Detective Conan. Sono abbastanza scollegate, sebbene ci siano interi episodi con protagonista anche Conan. Non c'è bisogno di sapere nulla, soltanto che fra i due c'è in corso una sfida. xD
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