Scoprire che in Giappone esiste una vera e propria cultura del calzino all'inizio mi ha lasciata un po' perplessa, ma poi, dopo aver visitato il paese, ne ho capito la ragione: nel Sol Levante ogni occasione è buona per togliersi le scarpe!
Appena si entra in casa, ci si leva le calzature (infatti, come abbiamo visto in tutti gli anime e manga, c'è sempre all'ingresso di ogni abitazione una zona dedicata, delimitata da un gradino); in molti templi si va scalzi, nei ristoranti tradizionali si ripongono le scarpe in appositi armadietti prima di sedersi a tavola e spesso lo si fa anche sul posto di lavoro. Quindi la cura del calzino è indispensabile!
Vediamo di conoscere meglio il fantastico mondo delle calze giapponesi!
 

I "veri" calzini nipponici sono i tabi, la cui origine risale al XVI secolo anche se hanno raggiunto la massima popolarità durante il periodo Edo. Arrivano all'altezza della caviglia e hanno l'alluce separato dalle altre dita del piede, questo perché sono pensati per essere indossati con le calzature tradizionali infradito, quali geta e zori. I tabi sono tradizionalmente creati con due lembi di stoffa non elastica, quindi sono dotati di un'apertura sul retro per permettere al piede di scivolare dentro con bottoni a chiudere il tutto. All'inizio però erano fatti di cuoio ed erano portati solo dalle classi più agiate e dai samurai.
 

I tabi sono indossati ancora oggi, quando le persone indossano il wafuku, cioè l'abbigliamento tradizionale giapponese come ad esempio il kimono, durante la cerimonia del tè, dai ballerini di danze tradizionali, dagli attori, dai batteristi taiko e dai praticanti di arti marziali. Sembra anche che, secondo la teoria Shiatsu, indossare i tabi porti benefici alla schiena, alla colonna vertebrale e alla digestione, per la presenza dei meridiani dell'agopuntura localizzati tra le due dita.
Volendo poi essere precisi, di tabi ne esistono tre tipi: i tabi odori (detti anche tabi da interno) sono più alti, non elastici ed usati negli ambienti interni della casa; i tabi da esterno che sono elasticizzati e più bassi dei primi e i jika-tabi (letteralmente i tabi che hanno contatto con il suolo), rivestiti in gomma e modellati sul calzino tradizionale e indossati da operai edili, contadini e giardinieri.
 

Nei negozi si possono poi trovare versioni moderne dei tabi, realizzate con tessuti elasticizzati, privi quindi di apertura sul retro e di tutti i colori e le fantasie possibili.
Ma il mondo dei calzini giapponesi non finisce certo qui: molto diffusi sono anche quelli con cinque dita, detti gohon-yubi no kutsushita, fondamentalmente dei guanti per i piedi. Inventati in Spagna, ma resi popolari proprio dal Giappone, pare che abbiano anche un effetto benefico: ricercatori giapponesi dell'Università di Tsukuba hanno infatti condotto una ricerca che ha dimostrato che migliorano la circolazione rispetto ai calzini standard e che potrebbero essere utili a prevenire il piede d'atleta.
Non possono poi mancare i calzini a tema: non farete fatica a trovarli con stampati i vostri personaggi preferiti, da Hello Kitty a Rilakkuma, dagli ultimi anime alle mascotte. Accanto a questi potrete poi trovare anche quelli serigrafati, con immagini più reali del reale! Lo svantaggio è che queste ultime sono normalmente costituite da materiale sintetico e quindi non sono così comode e confortevoli come quelle di cotone.
 

Ma se volete essere cento per cento kawaii, dovete assolutamente provare le calze fuwa fuwa, soffici proprio come il loro nome onomatopeico suggerisce; grazie alla loro morbidezza, sono un'ottima alternativa alle pantofole, di solito si trovano nei negozi "tutto a 100 yen" (quindi anche economici) e sono disponibili in colori pastello o con disegni simpatici.
E per la serie "mai più senza" esistono anche mini calzini da far indossare alle gambe di ... sedie e tavolini! Questo perché i tatami (cioè le stuoie che normalmente rivestono i pavimenti della case giapponesi) non sono stati progettati per resistere alle sedie in stile occidentale, quindi queste calze aiutano ad evitare graffi e ammaccature.
 

Infine c'è tutto il variegato e complesso mondo delle calze delle adolescenti. il fenomeno forse più famoso e con una storia più lunga è quello delle Loose socks, nato agli inizi del 1990 a Sendai nella prefettura di Miyagi e a Mito nella prefettura di Ibaraki e presto diffusosi in tutto il paese, rimanendo quasi sempre legato alle ragazze delle scuole superiori.
In quegli anni le adolescenti giapponesi iniziarono ad indossare sotto alle minigonne delle loro divise scolastiche dei calzettoni larghi che avevano lo scopo di accentuare le gambe scoperte, far sembrare le gambe grasse più magre e ripararsi dal freddo.

Fra il 1996 e il 1998 ci fu un vero e proprio boom tanto che nacquero sottogeneri: i super loose e i gom nuki loose; si differenziavano per il fatto che non avevano l’elastico principale e perché misuravano oltre due metri di lunghezza. In alcune scuole dove il regolamento scolastico prevedeva regole rigide sull'abbigliamento, indossare i loose socks era sinonimo di alunni maleducati e teppisti. Dopo il 1998 il fenomeno iniziò come tutte le mode a scemare, anche perché furono banditi da alcune scuole; dal 2006 però, proprio come tutte le mode, si è avuta una rinascita dei loose socks, anche se su scala ridotta. Per far sì che questi calzettoni restino fermi lungo la gamba, è stata inventata una colla speciale, che applicata direttamente sul polpaccio, li trattiene al loro posto per la gioia di tutte le fashion addicted!
 

A soppiatare le loose socks sono arrivate fra le giovanissime le Kon-Hai, ovvero calzettoni blu scuro (o blu navy) lunghi fino al ginocchio con un piccolo logo ricamato nella parte superiore (che può essere qualsiasi cosa, da un cavallo, a Rilakkuma, alla Statua della Libertà). Naturalmente la stretta associazione di questo oggetto con le ragazze della scuola superiore alimenta la feticizzazione dello stesso da parte della società, così come avviene per le parigine, ovvero le calze autoreggenti a metà coscia che spopolano fra maid e personaggi anime. Esiste addirittura un termine per indicare la porzione di pelle scoperta che si vede tra l'orlo della gonna e l'inizio della calza: si dice Zettai ryoiki ed è preso niente meno che da Neon Genesis Evangelion!
 

Ma quali sono i negozi migliori per acquistare i calzini? Il primo è Tabio: in attività dal 1984, è presente non solo in Giappone, ma anche in Francia e nel Regno Unito e tutti i calzini in vendita da loro sono made in Japan. Tabio è il posto giusto se state cercando calze adatte agli adulti: la loro gamma è ampia, per lunghezze, colori e materiali (compresi alpaca e seta!) e soprattutto per gli stili. Ovviamente anche il costo è pari alla qualità: si va da un minimo di 800 yen (circa 6 euro) ad oltre 3000 yen (poco più di 23 euro). Se siete interessati, esiste un sito online di vendita inglese.
 

Se volete qualcosa di più economico non potete che andare da Uniqlo: oltre a poter scegliere fra un vero arcobaleno di colori (50 per l'esattezza), sono comodi e durano a lungo. E se siete freddolosi non perdete la loro linea Heat Tech, che garantisce piedi caldi a qualunque temperatura!
Altri marchi famosi in cui potete trovare il vostro calzino sono Muji (calzini non appariscenti ma di ottima qualità) e Village Vanguard (per i modelli più strambi, magari per acquistare un souvenir alternativo).
 

Oppure se siete ad Akihabara e amate le parigine (o le ama il vostro ragazzo e volete farlo contento per una volta) andate in un piccolo negozietto situato al secondo piano di una palazzo a destra del Mandarake (l'indirizzo esatto è Tokyo-to, Chiyoda-ku, Soto Kanda 3-2-13, Hashitzume Building): si chiama Zettai Ryoiki e in una stanzina di 10 metri quadrati tappezzata di calze troverete certamente quello che fa per voi! E non fatevi sfuggire gli sconti: spesso c'è il 3x2!

E per le taglie direte voi? La tabella qui sotto può aiutare ad orientarvi!
 


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Fonti consultate:
Tofugu
Wikipedia