Digimon-Adventure-tri-Ketsui600A chi non è capitato di perdere la cognizione del tempo, perché troppo stressati dal lavoro o presi da chissà quale pensiero? In fondo, se non succede nulla di grave, non c'è da preoccuparsi di avere orari che non coincidono con Greenwich, io poi vivo otto ore nel futuro! Diventa però un problema quando a causa del tuo fuso orario personale sbagli il giorno in cui parte la prevendita del biglietto del cinema per il secondo capitolo di Digimon Adventure tri. 2 Determination, e ti ritrovi il sold out a Tōkyō. La mezzanotte ci stava, ma il mio amico si era confuso tra quella fra mercoledì e giovedì e quella fra giovedì e venerdì. IL PANICO! Ma da bravi "digiotaku" non ci siamo abbattuti e, cacciata la "determinazione" di cui parla il titolo, abbiamo deciso di prenotare i biglietti direttamente in un'altra città. E di preciso una poltrona dello Yokohama Burg 13!

Tōkyō e Yokohama non sono così distanti, a seconda delle linee ci si impiega dai trenta minuti all'oretta abbondante. Prima di partire, mi sono potuta permettere di fare un giro allo Shinjuku Baruto 9 per comprare il pamphlet ufficiale (dopo una coda che serpeggiava lungo le scale d'emergenza!), pescare un giant badge a sorpresa (e vincere quello in special edition con Mimi e Jō insieme!), e fare foto alle pareti del cinema allestito a tema digitale. L'ansia di tardare, però, ha lanciato me e i miei amici in una corsa sfrenata contro il tempo. Partenza alle 15:02 da Tōkyō, dopo una maratona mozzafiatante nella stazione labirintica di Shinjuku; cambi veloci di vari treni, sempre di corsa, col cuore che ti pulsa disperato soffocato dalla mancanza di aria in circolo; raggiungi con successo Yokohama ed entri puntuale allo spettacolo delle 16:30. Quale divinità ha protetto il nostro viaggio non lo so, ma è sicuro che eravamo destinati a non mancare quell'appuntamento. Perché non esiste che tu perda la prima del sequel della storia che per un quindicennio hai aspettato proseguisse. Sei in Giappone, bisogna sfruttare questo vantaggio sul resto del mondo, nonostante Crunchyroll tenti di sabotare la tua visione anticipando lo streaming del film la sera prima della prima, che prima più non è, buttando benzina sugli spoiler. Ma vuoi paragonare il vederlo al cinema con gli amici con il guardarlo sullo schermo del tuo computer? Ancora una volta ho potuto ricevere questa benedizione. Tutto sommato il Giappone non mi ha dato solo il tossico!
 
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Ketsui (決意), determinazione. Il secondo capitolo di Digimon Adventure tri. approfondisce i personaggi di Mimi e Jō, che alle prese con una messa in discussione di sé stessi, cercano di trovare la forza per affrontare il loro destino di erabareshi kodomotachi (選ばれし子供達), di bambini prescelti. Da un lato Jō che si domanda "perché proprio noi?". Alle prese con l'esame d'ammissione all'università, il secchione megane del gruppo considera tutto, perfino il suo fedele Gomamon, come un disturbo; al contempo subisce la pressione di non poter mancare le aspettative altrui e soffre nello stare lontano dai suoi amici. Dall'altro lato troviamo Mimi che si chiede se il suo essere impulsiva ed egocentrica ferisce chi le sta intorno. L'americana che muta colore di capelli quante volte cambia l'umore, cerca un compromesso tra la purezza e l'istinto, che la spingono spesso a compiere azioni superficiali, alcune delle quali danneggiano anche la sua partner Palmon. Ma essere sé stessi fino in fondo non è mai sbagliato, giusto? Fra i dubbi e gli esami di coscienza, in una fase delicata della crescita come quella dell'adolescenza, si inserisce il fato che li ha scelti per compiere una missione che sta diventando sempre più grande e dolorosa, e che ormai non coinvolge solo Digiworld ma anche la Terra e tutti i suoi abitanti. Lo stesso Taichi, che in passato si lanciava nei pericoli come la Pellegrini si tuffa in vasca, non se la sente di strafare, perché le conseguenze di una battaglia andata male possono essere letali per molte vite umane. Possono essere fatali per i loro cari Digimon.

Il tema portante del film è abbastanza serio, ma Determination riesce a conciliare bene la gravità della trama con la comicità legata ad una caratterizzazione dei personaggi vincente. Ho sempre sostenuto che uno dei pregi delle serie di Digimon Adventure fosse il possedere protagonisti che potrebbero tranquillamente esistere da qualche parte in questo mondo. Così verosimili nella loro caratterizzazione, da mostrare una naturalezza tale quando si rapportano l'un l'altro da risultare fin troppo credibili. Si prendono in giro, discutono, escono insieme, si cercano, onorano quel legame che spesso nella vita di tutti i giorni si finisce col trascurare. Il mio ideale di amicizia è nato con i bambini prescelti e i loro Digimon, e continuo a rimanere profondamente affascinata dall'universo digitale, dall'amore che c'è dietro la sceneggiatura. Perciò per me, chicche come le scene ambientate alle Ōedo Onsen Monogatari, le terme di Odaiba, sono manna dal cielo!
 
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Premesso questo, il film non è stato esente da difetti che già avevo riscontrato nella pellicola precedente. Innanzitutto, "NO!" agli omini stilizzati e i Digimon plastificati della Toei Animation! Ancora una volta il livello tecnico non è stato eccelso: se da un lato il nuovo character design si fa ben apprezzare, dall'altro ci sono casi in cui, non supportato dalle animazioni, perde tutta la sua pregevolezza. Per non parlare delle scene di battaglia, in cui spesso e volentieri i Digimon assumevano fattezze irriconoscibili! È evidente che il budget finisce nella rimasterizzazione dei singoli e delle musiche d'accompagnamento del film, perché sulla colonna sonora non ho proprio nulla da dire! La ending di Determination è "Seven~tri. Version~", bellissima nella sua nuova veste. Per quanto riguarda invece la trama nel complesso, si nota l'influenza dell'animazione attuale, orientata verso le seghe mentali e il fanservice. Tutto sommato ques'ultimo non ha fatto poi tanto male alla serie: in alcuni momenti è stato gradevole vedere qualche spruzzata di shōjo manga fra Kōshirō e Mimi, o un kabe-don di Yamato a Taichi, o Takeru che salva Hikari da una scivolone alle terme, o ancora le poppe ballonzolanti di Rosemon, e i due bei fustacchioni di casa che sfoggiano i muscoli da bishōnen (e Taichi anche la lampada alla Carlo Conti!) e fanno dimenticare la scena dello 01 in cui nella villa di Devimon mostravano il culetto piccino picciò alla telecamera! Infine, qualcuno fustighi la persona che gli prepara gli outfit ai ragazzi, perché ho visto un campionario di abiti da far rabbrividire anche quella mummia di Donatella Versace!

IMG_20160312_221307Comunque, alla fine di questa lunga chiacchierata, che spero nessuno considererà spoiler, voglio deliziarvi gli occhi con il mio bottino di guerra.
Oltre ai sopraccitati pamphlet ufficiale e spilla in edizione speciale con Mimi e Jō, me ne sono tornata a casa con un segnalibro di Sora e Piyomon, ricevuto in regalo con l'acquisto del biglietto all'ingresso in sala; poi un'altra spilla di Mimi (che la settimana prossima scambierò con il Kōshirō doppione del mio amico); ma soprattutto con il medaglione dell'amicizia di Yamato, un sogno di 16 anni fa che finalmente si realizza (piango tutte le mie lacrime!).

I gadget erano vari e dai prezzi piuttosto variegati: dalle magliette dei Knife of Day (che nome orrendo da dare ad una band!) alle borse con un motivo che mescolava i digiprescelti ai loro partner digitali, dagli strap per cellulari, passando per spille e spillette, per finire ai fantomatici e utilissimi (si fa per dire!) clear file, ecc.
I giapponesi conoscono benissimo l'arte del merchandising! Mentre il mio portafoglio conosce benissimo cosa significa patire la fame. Ma come dico sempre: coi Digimon non c'è limite che tenga!

Con l'ansia over 9000 per l'uscita del terzo capitolo incentrato su Kōshirō e Takeru, intitolato Digimon Adventure tri. 3 Kokuhaku (告白 Confessione) e previsto per il 24 settembre 2016, mi delizio ripensando alle megaevoluzioni di Gomamon in Vikemon e di Palmon in Rosemon, assaporando già le prossime. E voi non svegliatemi da questo sogno, mi raccomando, perché voglio rimanere una bimba felice. Ancora per un po' lasciatemi essere una bambina prescelta.