Il termine Weeaboo potrebbe non essere molto familiare per alcuni di voi. Sarà perchè noi italiani, da gente spiccia che va poco per il sottile, etichettiamo i Weeaboos con il termine diretto e senza fronzoli di "giappominkia": una persona fanatica del Giappone, ma la cui conoscenza della materia è spesso superficiale.
Come riconoscere un Weeaboo/giappominkia? In genere tende a infilare termini giapponesi ogni due parole, fingendo di conoscere la lingua alla perfezione grazie ai tantissimi anime visti sottotitolati in italiano (giusto Naruto, One Piece e pochi altri); è pronto a difendere il Giappone a spada tratta su qualsiasi argomento e lo pone su un piedistallo come campione di perfezione, trascurando spesso i difetti che ha questo paese, oltre ai pregi.
Forse un po' tutti, inconsciamente o meno, lo siamo stati almeno per un breve lasso di tempo, ma in generale quella del Weeaboo è una figura da cui il vero appassionato preferisce discostarsi e trattare spesso con occhio critico e ben poco riguardoso.
Ma i giapponesi, che più di tutti dovrebbero sentirsi "presi in giro" dalla figura del giappominkia, che cosa ne pensano?
Lo youtuber That Japanese Man Yuta, è sceso direttamente in strada a Tokyo per vedere quanti passanti conoscessero il termine e quali fossero le loro opinioni a riguardo. E si può dire che gli intervistati non abbiano reagito esattamente come ci saremmo aspettati. Ecco qui il video sottotitolato in inglese:
Innanzitutto, praticamente nessuno degli intervistati conosceva il termine, ed è servito qualche momento per spiegarglielo. In generale, però, tutti hanno colto la sfumatura negativa del termine.

Una volta spiegato il significato di Weeaboo comunque, i commenti sono stati clementi, anzi, quasi tutti hanno vissuto positivamente il fatto che ci fosse qualcuno, che seppur in modo superficiale, fosse interessato alla cultura giapponese.

Che sia una conoscenza superficiale o meno, quindi, ai giapponesi poco importa, purché la loro cultura venga conosciuta e diffusa anche all'estero. Stesso vale per i tanti giapponesi "americanizzati" che, a detta di una delle intervistate, sono importanti per aprire il paese alla cultura occidentale.
E voi? Cosa ne pensate di Weeaboo o giappominkia, che dir si voglia?
Fonte consultata:
Rocket News 24
Come riconoscere un Weeaboo/giappominkia? In genere tende a infilare termini giapponesi ogni due parole, fingendo di conoscere la lingua alla perfezione grazie ai tantissimi anime visti sottotitolati in italiano (giusto Naruto, One Piece e pochi altri); è pronto a difendere il Giappone a spada tratta su qualsiasi argomento e lo pone su un piedistallo come campione di perfezione, trascurando spesso i difetti che ha questo paese, oltre ai pregi.
Forse un po' tutti, inconsciamente o meno, lo siamo stati almeno per un breve lasso di tempo, ma in generale quella del Weeaboo è una figura da cui il vero appassionato preferisce discostarsi e trattare spesso con occhio critico e ben poco riguardoso.
Ma i giapponesi, che più di tutti dovrebbero sentirsi "presi in giro" dalla figura del giappominkia, che cosa ne pensano?
Lo youtuber That Japanese Man Yuta, è sceso direttamente in strada a Tokyo per vedere quanti passanti conoscessero il termine e quali fossero le loro opinioni a riguardo. E si può dire che gli intervistati non abbiano reagito esattamente come ci saremmo aspettati. Ecco qui il video sottotitolato in inglese:
Innanzitutto, praticamente nessuno degli intervistati conosceva il termine, ed è servito qualche momento per spiegarglielo. In generale, però, tutti hanno colto la sfumatura negativa del termine.


Una volta spiegato il significato di Weeaboo comunque, i commenti sono stati clementi, anzi, quasi tutti hanno vissuto positivamente il fatto che ci fosse qualcuno, che seppur in modo superficiale, fosse interessato alla cultura giapponese.

Che sia una conoscenza superficiale o meno, quindi, ai giapponesi poco importa, purché la loro cultura venga conosciuta e diffusa anche all'estero. Stesso vale per i tanti giapponesi "americanizzati" che, a detta di una delle intervistate, sono importanti per aprire il paese alla cultura occidentale.
E voi? Cosa ne pensate di Weeaboo o giappominkia, che dir si voglia?
Fonte consultata:
Rocket News 24
Se è vero che al fanatismo affiancano anche una scarsa conoscenza della materia (con atteggiamenti da poser, magari), questo non depone certo a loro favore. Tuttavia, ognuno ha il diritto di appassionarsi, anche follemente, a ciò che più lo aggrada, quindi, ben venga, se hanno scelto il Giappone come elemento focale del proprio interesse.
Quindi è "il vero appassionato", come viene definito nell'articolo, ad utilizzare queste etichette, un modo per esorcizzare l'ignoranza naturale da cui ogni individuo passa quando si avvicina inizialmente ad un hobby.
Ovviamente ci sono al mondo persone più o meno intelligenti, persone che desiderano colmare le proprie lacune mentre altre non le considerano fondamentali per la propria crescita personale, quindi ci saranno persone che non indagheranno mai sui pro ed i contro della loro passione, ma una cosa è certa, l'essere umano tende a proteggere quello che ritiene importante a prescindere dalle sue reali conoscenze, quindi solo una persona ignorante tradurrebbe un messaggio per esempio al servizio delle iene del tipo "Il Giappone non è come lo avete descritto" in un "Il Giappone è perfetto".
In conclusione il giappominkia è di norma un periodo di transito, un fenomeno che sicuramente esiste, ma che spesso viene ingigantito ed applicato con troppa facilità, spesso probabilmente si potrebbe parlare di semplice ignoranza o stupidità generica.
Questo giro mi sa che riceverò una valanga di pollici rossi XD
Per le persone fanatiche di qualcosa, che sia il Giappone o altro, sicuramente risultano tediose e difficilmente gradevoli in una discussione, visto che faticano a capire che l'interlocutore potrebbe non essere interessato. Se poi è palese che sono poco informati, non fanno bella figura. Ma ok, credo che il tutto esuli dal termine giappominkia, è una cosa generica e probabilmente è una fase che in tanti passano.
Il problema è che su internet è bello farsi vedere fighi e superiori smerdando il prossimo.
Ciao!
Tacchan
Più che essere bello è che risulta estremamente facile, ma non solo dietro un monitor. Molte persone indossano maschere sociali per innalzarsi o integrarsi, sul web la questione è alla portata di chiunque, senza limiti d'età.
P.S. Seguo anch'io il canale di Yuta, infatti avevo già visto questo video. Tocca sempre dei temi curiosi ed interessanti.
Carino, ma come commentava qualcuno (se non ricordo male), gli intervistati rispondono così perché non hanno mai incontrato di persona un weeaboo.
Riguardo al nazionalismo mancante in Italia, finchè ci saranno così tante disparità tra le varie regioni non ci sentiremo mai una nazione unica per davvero, soprattutto finchè vedremo lo Stato come un ladro e non capiamo che siamo una nazione MOLTO giovane.
Il Japan bashing si può definire una costante nella storia americana, perfino Trump ne sta rifacendo uso, parlando come se il Giappone fosse ancora quello economicamente forte degli anni 80. Gli italiani hanno sempre seguito acriticamente le mode d'oltreoceano, e parte di loro si sono allineati anche al Japan bashing, semplicemente perché fa figo, senza sapere neanche da quali sentimenti protezionistici e nazionalisti sia nato in America. Nessuno ne ha mai fatto una tragedia se qualcuno "vuo' fa l'Americano", ma se "vuole fare il Giapponese", è un dramma.
Il motivo per cui non riesco a sopportarli é proprio per questa loro aggressività e per il fatto che non riescono ad accettare le opinioni altrui.
Edit: a chi si trova in disaccordo col mio primo commento, vorrei fare osservare come già negli anni 90 ci fossero persone "fanatiche" del Giappone in Italia, ma non esisteva un termine dispregiativo verso di loro. Quando verso fine anni 90-inizi 2000 in America esplose il fenomeno Pokemon, e Douglas McGray coniò il concetto "Cool Japan" nel 2002, a seguire iniziò anche a diffondersi una resistenza verso la cultura pop nipponica, di cui il termine "Weeaboo" è l'espressione più lampante.E l'Italia abbraccio' questo nuovo atteggiamento senza capirne i retroscena culturali, strettamente americani.
Per il resto la figura dei "Giappominkia" di sicuro non è un modello da seguire, ma a me personalmente non fanno nè caldo nè freddo.
Non nego che magari in origine weeaboo potesse avere significato propagandistico, ma siamo nel 2016, ora viene usato come insulto contro gente esageratamente appassionata di un proprio hobby e la connotazione nazionalista è stata persa col tempo. Il termine è diventato molto utilizzato qua per il semplice fatto che lo ritroviamo molto (spesso senza significato negativo) su tutti i principali siti dove si discute di anime/manga, dove ovviamente si parla inglese. Di certo non ci hanno fatto un lavaggio del cervello Trump e compari contro il Giappone. Capisco che non sia eticamente piacevole che la lingua italiana venga mescolata con quella inglese, ma è inevitabile.
Una breve nota: le "semplici parole" hanno una storia alle spalle, sono il riflesso di sviluppi e condizionamenti culturali su cui vale la pena riflettere. Anche capire perché sia "inevitabile" accettare certe contaminazioni, anche nel linguaggio, piuttosto che altre, è di profondo interesse per chiunque voglia andare oltre l'ovvio, nella fattispecie "quanto ottusi possono essere i giappominkia".
Perchè è meglio essere fanatici di una cultura che di cazzate.
il minore tra due mali sempre male è
Meglio essere fanatici di una cultura che di cazzate.
La cosa divertente è quando fai notare che in Giappone la parola manga significa "cartoni" portando tanto di esempi... le reazioni
@ANTICONFORMISTA
Meglio non vivere un hobby in maniera ammorbante per gli altri. Punto.
Sarò ripetitivo, ma questo è proprio ciò che intendevo nel mio commento precedente, io queste persone le definisco stupide, ignoranti, incapaci di argomentare le proprie convinzioni, non giappominkia, anche perché persone del genere se inserite in un contesto differente come può essere quello sportivo, politico, etico e via dicendo, non avranno comportamenti differenti solo perché l'argomento trattato non è il Giappone... dalle mie parti si dice "mettila comu vo, sempre è cucuzza" XD
In rete puoi dire quello che ti pare senza subire niente o quasi, ma nella vita reale, in un incontro 1 vs 1 questo non accade, perché non hai il coraggio di fiatare o rischi di prendere le botte se lo fai .
Personalmente, quando sento di una persona di una cultura completamente diversa dalla mia che si interessa del io Paese anche io ne vado fiera... sperando, però, che non pensi siamo davvero soltanto il paese della mafia e della pizza. XD
@paindario: credo deriva da sta roba XD
Avevo conosciuto una ragazza che ogni tanto mi mandava i messaggi in questa pseudolingua nippo-italiana, ma non mi ha mai dato fastidio, forse non era un caso così patologico...
In ogni caso, come hanno detto già molti, i weeaboo spesso si trovano in una fase di passaggio tra la clamorosa scoperta del mondo degli anime/manga e il conoscere meglio, in modo più accurato, la cultura giapponese.
Sono anche d'accordo (e ci mancherebbe) con chi ritiene sia sbagliato ritenersi superiori (detto così suona brutto, ma il termine giappominkia è dispregiativo, quindi è stato "coniato" da chi si considerava superiore a questa categoria). Dopotutto qui mica siamo un gruppo di ricerca antropologico, ma siamo solo appassionati, abbiamo un hobby. Uno che è stato in Giappone, che sa il giapponese etc etc... valutando le mie conoscenze storcerebbe di sicuro il naso.
Ma poi... con tutte queste categorie... quello è weeabo, quello è un nerd, l'altro è geek... bah. Che tristezza.
manga vuo dire cartoni? dove? su google translate?
La lingua italiana e la sua cultura sono bellissime. Solo che molti di noi ottusamente guardano sempre all'estero come un qualcosa di figo ed orribile.
La mentalità giapponese forse risolverebbe parte dei problemi in Italia probabilmente, a che prezzo però? Diventeremo delle macchine lobotomizzate dal sistema, stra-pieni di regole formali (inutili perché imposte e quindi non sentite), orari di lavoro assurdi, niente tempo libero e totale annichilimento del proprio essere individuo. Senza contare che abbiamo sanità gratuita (si cari giappominchia, il popolo eletto non ha questa cosa primaria), un pochino di welfare e malattia e ferie retribuite per esempio.
Stando in Giappone per viaggio sto capendo come funzionano le cose. È un posto da visitare certamente, ma viverci... valutate quello che perdete e quello che trovate. Non sempre l'erba del vicino è verde (come spiegavo ad alcuni Giapponesi che stra-vedono per l'Italia).
O vi dà fastidio essere associati a pasta, pizza e mandolino?
Insomma basta essere aperti e saper riconoscere pregi e difetti di una cultura e avere voglia di mettere in discussione eventuali pregiudizi. Appassionarsi ad un singolo aspetto di una cultura non è sbagliato di per sé. È il non essere abbastanza aperti da vedere il quadro generale ad esserlo.
Comunque penso che l'interesse verso qualsiasi tipo di cultura sia encomiabile. Pensate un po' quanto sarebbe più encomiabile se provassero interesse per la propria! Perché la verità è che trapiantare forzatamente parole e copia-incollare espressioni e esclamazioni di una cultura all'interno della propria non è vero interesse (che si manifesta solo quando si desidera superare la superficialità), ma solo un modo per colmare evidenti lacune culturali che si hanno nei confronti della propria lingua(e cultura) madre.
"Meglio non vivere un hobby in maniera ammorbante per gli altri. Punto."
Il punto è che in questo paese sono i media e la società in maggioranza ad ammorbare con i realityminkia, talentminkia, calciominkia, consoleminkia, smartphoneminkia, socialminkia e peggio di tutti bimbominkia.
Quindi in tutta questa fogna un giappominkia ne esce da vero signore, perchè resterà sempre una minoranza, non flagellerà le menti del popolo in ogni dove e in ogni quando e dimostrerà di non essere la classica pecora del gregge che segue il trend del momento nè le imposizioni delle masse.
Inoltre come già ribadito essere interressati seppur a livello esagerato ad una cultura diversa dalla nostra denota in ogni caso una certa apertura mentale, una voglia di evadere dal lerciume che abbiamo in casa, una voglia di conoscere qualcosa di diverso che in questo caso sono la cultura, gli usi e i costumi di un'altra civiltà, che può solo far bene in un'epoca come la nostra in cui la Xenofobia prende sempre più piede, insomma aiuta anche ad essere un pò meno intolleranti col diverso!
Sicuramente gli americani hanno coniato il concetto di "weeaboo" in maniera autonoma, mentre che gli italiani siano arrivati all'equivalente di "giappominkia" da soli, senza subire l'influenza americana, ne dubito, anche per il semplice fatto che per l'appunto dal 2000 in poi si è stati spinti ad attingere da fonti in lingua inglese per avere accesso al mondo di manga ed anime.
Il fatto che non esistano equivalenti nomignoli dispregiativi per i fan della cultura americana e britannica (la maggioranza dei giovani italiani), è un dato a sostegno della mia tesi.
Ad ogni modo, tralasciando questo aspetto della questione, io concordo con Erebo82, nella sostanza:
>Personalmente l'ho sempre ritenuto un termine che mi infonde tristezza... ma non nei riguardi dei soggetti verso cui è rivolto, ma verso coloro che lo utilizzano... la motivazione è molto più semplice e lampante di quanto uno possa credere, termini come questo nascono da chi desidera mostrare la propria superiorità su un altro individuo dimenticandosi (forse per non intaccare la propria autostima?) che la conoscenza di qualsiasi cosa deriva dall'esperienza e dal tempo dato che nessuno ha tutte le conoscenze a portata di mano prima di averle apprese.
Quindi è "il vero appassionato", come viene definito nell'articolo, ad utilizzare queste etichette, un modo per esorcizzare l'ignoranza naturale da cui ogni individuo passa quando si avvicina inizialmente ad un hobby.
Come scrissi anche in un altro topic, non capisco la necessità di taluni di mettersi in cattedra, per correggere i cosiddetti "giappominkia" e riportarli sulla corretta via.
Nessuna persona che abbia raggiunto un minimo di maturità vedrà qualsiasi Paese come una sorta di Eden, lasciamo dunque ad ognuno di fare il proprio percorso di conoscenza.
Io mi definisco una "vera appassionata" del Giappone in quanto la mia passione dura praticamente dai miei primi anni di vita ad oggi, che ho la bellezza di 35 anni e mezzo. Non si è trattato quindi di un interesse passeggero, ma di una costante nella mia esistenza, che ovviamente, a seconda dell'età, si è caratterizzata in modo diverso.
Quand'ero bambina ero attratta dal mondo degli anime ovviamente, ma anche dagli usi e costumi giapponesi che ne trasparivano. Dicevo a mia madre che da grande sarei andata in Giappone a disegnare i cartoni, giocavo a bere il sake versando l'acqua sul tappo delle bottiglie, i regoli bianchi erano il mio riso, da mangiare con gli stuzzicadenti, che nella mia fantasia diventavano bacchette...
Fortunatamente i miei genitori non hanno mai demonizzato il mio interesse per questo Paese, ed anche se già durante gli anni 80 le polemiche contro i "cattivi cartoni giapponesi" impazzavano, piacevano pure a loro.
Durante le superiori, il mio interesse verso anime e manga si mantenne vivo, ma progressivamente si spostò maggiormente sul Giappone. Quella fu una fase di idealizzazione: ne ammiravo l'efficienza, la forza economica, l'organizzazione, etc.
Questi erano ancora gli stereotipi che andavano per la maggiore, durante gli anni 90...adesso se si parla di Giappone, ci si riferisce ad un modello economico fallimentare, ma ai tempi era ancora visto come "il futuro" in senso di progresso economico e tecnologico. Tra i 18 e i 22/23 anni abbandonai l'interesse per i manga/anime, ma in quegli stessi anni si fece invece ulteriormente più forte quello per il Paese del Sol Levante. Ne approfondii storia, cultura, letteratura, politica, etc. con gran voracità, venendo inevitabilmente a conoscenza dei difetti della società, e col tempo, mi crollò anche il "mito" dell'efficienza giapponese. Ma mica crollo' il mio interesse, anzi...agli stereotipi, fecero spazio conoscenze più concrete ed affascinanti, ed il mio innato amore per la sociologia e l'antropologia non potè che aiutarmi nell'approcciarmi con umiltà verso una cultura non occidentale. Verso i 23 anni, mi riavvicinai anche al mondo di manga ed anime, che rimangono tuttora un interesse, ma secondario rispetto a quello per il Giappone.
Penso quindi di potermi definire una reale appassionata per la costanza che ha caratterizzato questa mia passione, il che NON significa ovviamente che mi ritenga la Treccani sul Giappone, anzi.
Purtroppo però vedo tante persone che, solo in quanto hanno una conoscenza approssimativa dei problemi della società moderna giapponese, fanno i professori, provando a distruggere i "sogni" di chi magari è ancora alle prime fasi del loro amore. Se son rose fioriranno, a prescindere da queste interferenze esterne. Se invece non è una vera passione, ma un interesse effimero, scemerà anche senza l'aiuto dei "professori". C'è chi dall'oggi al domani, passa dal Giappone alla Corea del Sud per via dei k-drama e del k-pop. Erano questi veri appassionati del Giappone? Non penso.
Quanto al fatto di "conoscere veramente il vero Giappone", neanche visitandolo, o vivendoci per tot anni, si può pensare di aver davvero compreso quel Paese. Idem si può dire per tutti gli altri Paesi del mondo, chiaramente. Io non ho una piena conoscenza neanche del mio stesso Paese. Vivo nel Nord Est, e non mi sento di certo in grado di farmi interprete di tutta la complessa realtà italiana.
Quando vedo quelli che vivono in Giappone, e parlano con la presunzione di poter giudicare e capire la mentalità di un intero popolo, mi cadono le braccia...
Provate a pensare ad un giapponese che vivendo in Italia, pretenda in base alla sua esperienza personale di poter sentenziare SU OGNI AMBITO della nostra complessa cultura secolare...Non vi sembrerebbe ridicolo? Ecco, analogamente, lo sono i "professori del Giappone", autoproclamatisi tali grazie ad un viaggio per turismo, o a qualche anno di studio/lavoro nel Paese.
Essere sempre consapevoli dei propri limiti è il primo passo verso la conoscenza, che non potrà mai essere onnicomprensiva.
Non mi importa niente del termine e di chi l'ha inventato. Io sono solo contraria a questa categoria di persone per il loro comportamento. Punto.
Nell'articolo si parla di come i giapponesi vedano certi individui con una percezione distorta, ma anche estremamente positiva (nondimeno estremamente erronea) del Giappone.
Per fare un paragone corretto, dovremmo metterci nei panni di un italiano alle prese con un italiofilo (e ce ne sono, specialmente nelle realtà più distanti da noi come l'oriente).
In un certo senso comprendo la reazione dei giapponesi ai "weeaboo" (infondo chiunque abbia un po' di amor di patria sarebbe felice che frammenti della propria cultura raggiunga un po' tutto il mondo), però sono abbastanza sicuro che loro li riterrebbero individui piuttosto ingenui e superficiali.
Proprio come me quando giudico ingenua una persona straniera che tesse le lodi del mio paese senza viverci o conoscerlo discretamente bene.
Che poi bisogna tenere conto del fatto che Yuta ha intervistato 4 gatti.
Edit: Solitamente, questi benedetti "giappominkia", basano la loro idea del Giappone su ciò che vedono nei manga...E' divertente ed interessante a questo proposito il contributo di questi video, in cui due fratelli giapponesi discutono di alcune differenze tra real life e vita nei manga:
Non ho mai usato questo termine per disprezzare nessuno ma mi infastidisce vedere qualcuno con un atteggiamento del genere quindi più che prenderlo in giro ed elevarmi preferisco evitare le discussioni.
un termine nato per spregio alle persone, stupido, volgare come chi lo usa.
non mi stupisce che venga proposto proprio qua dove sovente il termine è usato per offesa al primo che chiede qualcosa su un fansub o su di un cartone animato che ai "pro" sta antipatico.
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