Ben ritrovati appassionati dell' Italian Indie Comics Award! Avete passato un buon 1° maggio? Noi speriamo di sì perchè oggi continuiamo la nostra rassegna con Ketsu ed il suo Alone in the Headwind!
 
Filomena, in arte Ketsu, è un’autrice che proviene da Cassino, un paese del Lazio. Grazie a sua madre, pittrice di professione, è sempre stata appassionata di disegno in generale e della sua infanzia non ricorda un momento in cui non fosse occupata a disegnare o creare qualcosa. Tra le sua attività da piccola c'era il creare intere collezioni di moda e ricopiare i personaggi dei cartoni animati che guardava per cui non vi stupirà sapere che si è diplomata all'Accademia di Moda e che successivamente, nel 2008, fattasi trascinare dal proprio amore per i manga, abbia iniziato a disegnarli (era sempre stata attratta dalla cultura giapponese e dagli anime, per cui a suo dire era solo una questione di tempo). Mettendosì seriamente d'impegno, con l'obbiettivo di migliorare sempre di più come fumettista, Ketsu ha approfondito i suoi studi in ambito fumettistico arrivando ad un livello tecnico tale da divenire lei stessa insegnante di tecnica manga alla Scuola del Fumetto di Cassino (e, non contenta, ad agosto farà un master alla Manga Summer School). Nel frattempo suo fratello le ha offerto di diventare un duo e provare a disegnare un'opera tutta loro ed il risultato è stato quel Deep Green che ora è pubblicato dalla Reika MangaAlone in the Headwind, che vi presentiamo in questa notizia, nasce invece poco dopo come opera solista dell'autrice volta ad indagare fin dove possono spingerla le proprie abilità narrative.
Tra gli autori capaci di ispirarla spicca senza dubbio Takeshi Obata, di cui ama ogni sua opera ed in particolar modo Bakuman (che ha letto proprio quando stava decidendo di realizzare questo suo sogno, spronandola ad andare avanti e a credere nelle proprie capacità), ma anche Hiromu Arakawa con il suo Fullmetal Alchemist, la maestra Kaoru Mori con i suoi capolavori Emma e I giorni della sposa, Yana Toboso con Kuroshitsuji e Yumi Midorikawa, che la fa continuamente sognare, con il suo splendido Natsume Yuujinchou.

Ecco di seguito la trama di Alone in the Headwind:
 
Hikari, un ragazzo timido ed introverso, riesce a stringere amicizia con due compagne di classe, Tsuki e Yumi. Le cose sembrerebbero finalmente andare a gonfie vele per lui e tutto sembra scorrere tranquillo, ma presto tale stato delle cose verrà spezzato. Il neo-formato trio di amici infatti farà la conoscenza di due strambi individui che si riveleranno ben presto essere qualcosa di ben diverso dai due commercianti che fingono di essere e gli faranno scoprirà una realtà molto più cupa e scomoda dell'attuale, dove angeli e demoni lottano per la supremazia e dove i nostri tre protagonisti sono l'ago della bilancia all'interno di questo scontro universale. Di fronte a tutto questo Hikari, Tsuki e Yumi riusciranno a rimanere uniti o il loro legame appena nato finirà con lo spezzarsi?

Alone in the Headwind è un’opera complessa, più di quanto possa apparire. Difatti questo manga all’inizio parte come un tranquillissimo shojo scolastico, con i primi due capitoli che servono esclusivamente ad introdurvi con molta calma nel mondo dell’opera e conoscere così meglio i suoi protagonisti, il cuore pulsante della vicenda.. ma che cosa accade successivamente? Semplicemente la storia si evolve, cresce e vi sorprende, senza però snaturare eccessivamente le premesse iniziali. Alone in the Headwind rimane infatti, anche nei momenti più difficili e movimentati, un fumetto che custodisce gelosamente una certa coerenza stilistica, legata alla propria natura di storia incentrata su emozioni e sentimenti,  riuscendo a mantenere sempre uno spirito piuttosto leggero, non appesantendo mai i propri lettori, ma anzi accompagnandoli con garbo (pur tenendoli un po' sulle spine) fino alla conclusione di ogni capitolo. Per quanto riguarda i disegni invece, quello che possiamo dire sicuramente è il come sia evidente il loro miglioramento dal primo capitolo in avanti ed il come si possa apprezzare in tutta l'opera la fedeltà dell'autrice allo stile manga ed ai canoni grafici specifici di tale genere. Ne consigliamo quindi la lettura soprattutto a chi è appassionato di opere orientali, poichè si troverà facilmente a suo agio sia per lo stile che per i contenuti, ma anche a chiunque voglia dare una possibilità ad una storia sentimentale con tinte sovrannaturali, poichè sicuramente non lo farà pentire del tempo speso.
 

Ketsu in teoria è un nome che viene utilizzato, come potrete aver immaginato dalla bio dell’autrice, per un duo; questo potrebbe avvenire soprattutto per Deep Green, opera alla quale l’autrice lavora tuttora in coppia col fratello, ma per Alone in the Headwind invece ha deciso di fare tutto da sé, da ogni piccolo elemento della creazione fino ad arrivare alla promozione (nonostante il fratello sicuramente continui a darle una mano). Quindi potete davvero capire come quest’opera sia davvero un enorme pezzo di cuore dell’autrice, che ha deciso di abbandonarsi ad essa provando una delle strade più complesse di tutte, nonostante lei abbia già tra le mani un rapporto con una casa editrice certamente più prezioso. Una scelta coraggiosa che speriamo possa essere da esempio ai molti altri autori, che stanno già pubblicando altre opere ma che magari non hanno ancora perso ancora la voglia di mettersi in gioco.

Infine ecco l’intervista all’autrice:

Ketsu, benvenuta tra di noi come partecipante dell'IICA.. Sei pronta?

Sono nata pronta!! ahahaha

Con che stile preferisci disegnare, quali tecniche usi?

Decisamente il mio stile si rifà al fumetto giapponese che è quello che prediligo. Uso sempre tecniche tradizionali, la vecchia cara matita, per poi fare un’inchiostrazione rigorosamente a pennino. Il digitale lo uso per inserire i retini sulle tavole e per colorare le illustrazioni, giusto per risparmiare tempo e denaro.

Cosa significa per te fare fumetti? Che cosa differenzia per te i fumetti da tutto il resto?

Per me fare fumetti è una specie di missione. E’ la cosa più importante della mia vita, una passione che mi assorbe completamente. E’ una forma d’arte molto alta ma contemporaneamente molto più vicina alla gente rispetto alle belle arti “classiche”. Se penso che un dialogo, un’immagine possono suscitare delle grandi emozioni, che la lettura di un fumetto può cambiare la giornata a qualcuno o farlo star bene per una mezzora allora mi rendo conto che questo è il mestiere più bello del mondo.
 

Cos’è che ti piace del tuo lavoro come fumettista? E cosa no? Raccontaci una cosa che ami e una cosa che odi del mondo dei fumetti e del tuo lavoro.

Del mio lavoro amo proprio questo, il poter trasmettere le emozioni. Raccontare una storia e quindi comunicare qualcosa agli altri. Del lavoro in se non c’è nulla che non mi piaccia, trovo solo negativo che, chi fa fumetto, e soprattutto chi fa manga italiano, non trova lo spazio necessario in questo mondo così in crisi. Ancora peggio, chi come me disegna manga a volte non trova il rispetto che merita. Siamo visti, da alcuni, come “quelli che imitano i manga giapponesi”. Questo provoca un grande danno perché, uno stile di disegno non può e non deve bloccare il talento di una persona. Se un autore ha talento e crea una bella storia, che importanza può avere lo stile di disegno che adotta? Se il fumetto funziona bisogna sostenerlo, punto.
 

Cosa pensi di aver capito, grazie a quest’opera, del tuo essere una fumettista?

Molto, soprattutto per quanto riguarda la sceneggiatura. Non nasco come sceneggiatrice e occupandomi solo dei disegni all'inizio non é stato facile creare dei dialoghi che funzionassero veramente. Ora va molto meglio. Ho capito che devo essere meno dura con me stessa e non andare in crisi quando qualcosa non mi convince. Ho imparato a far diventare punti di forza quelli che all'inizio credevo essere solo difetti. Ed ho capito che non tradirò mai quello che é il mio modo di concepire questo lavoro. Non si può lavorare solo pensando a quanto ci si può guadagnare a livello economico. Bisogna lavorare per amore dell'arte, perché il fumetto é arte a tutti gli effetti.



Tassativamente non vuoi che la tua opera diventi cartacea, come mai?

Beh perché credo che per farsi conoscere bisogna invadere anche il web. E poi postare le proprie opere in siti prestigiosi quali Mangakugan o Reika Zine é comunque un' esperienza che ti aiuta a crescere professionalmente. Nei forum o nella sezione commenti le persone ti dicono immediatamente quello che pensano e ti aiutano spesso anche a migliorare. Poi ho avuto la fortuna di potermi confrontare con altri bravissimi autori su queste piattaforme per cui non posso dirmi scontenta, anzi!
In effetti comunque qualcuno mi ha chiesto di trasformarlo cartaceo ed in realtà un piccolo pensiero c'è stato. Forse nel profondo ci sto ancora riflettendo.. diciamo che la cosa non è in programma per i prossimi mesi, anche perché ho altre cose in cantiere, però non posso nemmeno escluderla definitivamente perchè non sarebbe giusto. Vediamo quanto mi presseranno ancora queste persone.. ahahahah

 

Com’è nata la tua opera? Quali sono i tuoi piani per essa?

Il manga Alone in the Headwind è nato proprio nel 2008 e posso allegramente dire che la trama all’epoca era completamente diversa, e per fortuna! Ero davvero alle prime armi. Avevo persino pubblicato sul web la prima versione che nonostante tutto era abbastanza seguita. Coloro che l’hanno supportata all’inizio sono gli stessi che mi hanno spinto a non abbandonarla. Così un anno fa ho ripreso in mano la storia, ho modificato i personaggi rendendoli più credibili e meno stereotipati ed ho riscritto la trama che adesso sta entrando sempre più nel vivo, dandomi grande soddisfazione. La sto portando avanti con molto impegno e passione nella speranza che possa appassionare sempre più lettori.
 

Com’è nato il titolo dell’opera?

E’ una curiosità che mi piace condividere con voi. In effetti il titolo non ha nessuna attinenza con il manga. E’ il titolo tradotto in inglese della canzone "Gyakufuu No Toki Ni Hitori" di Shinichiro Miki. L’ascoltavo in continuazione nei giorni in cui scrivevo la trama e davo vita ai personaggi e quindi ho voluto omaggiare Miki, che è uno dei miei doppiatori preferiti tra l’altro.
Cosa ami della tua opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?

Di questo manga amo molto il risvolto esoterico e il profondo senso di amicizia e di amore che trasmette. Perché votarla? Beh ma perché è una storia che stravolge un bel po’ i canoni classici e la visione che tutti hanno del regno degli inferi e di quello celeste.

Ringraziandoti per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: saluta il tuo pubblico!

Saluto calorosamente tutti gli utenti, i lettori, i sostenitori e anche quelli che parleranno male di questo manga. Siete la linfa vitale di noi autori. Vi abbraccio tutti.

Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!